[POESIA] Soldati

Si dice che questa poesia di Giuseppe Ungaretti è una riflessione sulla condizione dell´uomo e sulla sua vita precaria e appesa ad un filo, sempre vicina alla morte (Ungaretti ha scritto questo poema durante la prima guerra mondiale, quando egli era soldato in trincea e vedeva morire I suoi amici, soldati come lui, ogni giorno). Questa è la lettura più storica, più mondana, di questa poesia, ma secondo me, non la più consistente; perché, è risaputo che “…la poesia è qualche cosa di più filosofico e di più elevato della storia; la poesia tende piuttosto a rappresentare l´universale, la storia, il particolare” (Aristotele, Il Problema Estetico 51), e quindi una poesia merita non solo una interpretazione storica, ma anche una di tipo poetico.

Invece, c´è un´altra interpretazione, più poetica, e dunque più importante della prima: quella che tratta il suo poema come una visione diretta della realtà spogliata di tutti i sogni e le speranze - l´amore, la felicità, il dolore sono solo passeggeri e mai sono destinati a durare; sono sempre in bilico, in procinto di cadere, proprio come le foglie sugli alberi in autunno: il primo soflio di vento le farà volare via… Il problema di questa lettura, seppure poetica, è che offre una interpretazione molto generale, forse troppo universale