Chi sono... io?

Per Hyp

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    Pioggia. Goccia dopo goccia l'aveva sentita infrangersi sul suo corpo, ancora e ancora, eppure non era riuscita ad aprire gli occhi, come se fosse paralizzata. Immagini confuse si susseguivano l'una dopo l'altra nella sua mente, e neppure una di essa aveva senso per lei. Lei? Chi era poi… lei?
    Pssst... mi stai sognando? AHAHAHAH
    Quando riuscì a spalancare le palpebre, lo fece urlando. Dalla sua bocca non uscì un grido umano però, neanche un verso che alle sue orecchie avesse senso, bensì un ringhio prolungato che la spinse a tapparsi i timpani con gli artigli. Artigli?
    AAAAAAAAAAAAAAAAARRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRHHHHGH!
    Si guardò le dita e al posto delle mani che ricordava, candide e lisce, trovò artigli e palmi neri come la notte senza stelle che poté scorgere guardando verso il cielo. La pioggia era rossa, densa, e la sentiva fino in gola. Sangue? Si mise a gridare; di nuovo quel ringhio lancinante, mentre lei balzava in piedi e finiva a sbattere contro qualcosa di grosso e alto alle sue spalle. Quando si voltò gridò di nuovo, scorgendo la sagoma nera di una creatura mostruosa che protendeva le zampe verso di lei e, sbandando all'indietro per allontanarsi, sbatté contro qualcos'altro, perdendo forza sulle ginocchia e scivolandovi contro, fino a sedere a terra. Strinse forte gli occhi e per un momento si sentì una ragazzina. Si vide, anzi, rannicchiata contro una parete bianca ricoperta di cuscini, che dondolava su se stessa. Rimase così, per quanto non sapeva dirlo. Quando riaprì gli occhi, confusa, niente di ciò che aveva visto si rivelò reale: la pioggia era semplice pioggia e le figure intorno a lei erano degli alberi, ruvidi, spelacchiati alberi, con fronde luminescenti e le cortecce arancione fluo, dalle cui venature grondava liquame radioattivo. Si guardò intorno e riconobbe un'immensa distesa di colline nere, tonnellate di cenere probabilmente, all'interno di un recinto elettrificato il cui cartello citava "Discarica". Le venne in mente una parola, Sprawl, sebbene non riuscì immediatamente a collegarla al luogo; era come se il termine fosse nascosto in una scatola chiusa chissà dove, e solo aprendola vi potesse trovare i ricordi annessi. Rabbrividì.
    Lei si trovava fuori dalla recinzione, completamente nuda, per quanto non riconoscesse niente di ciò che vedeva guardando in basso: seni completamente neri, più simili a oscurità intangibile che a un corpo, uno stomaco ricoperto di occhi terrificanti, e una coltre oscura che le svolazzava intorno, molto distante da una chioma umana. Improvvisamente sentì una forte risata dentro le orecchie, lancinante quasi, ma quando strinse più forte le tempie e si guardò intorno alla ricerca della fonte, capì non c'era nessuno. Arrancò dunque in avanti, nella testa visi che non conosceva, o che forse non ricordava. Li passò in rassegna uno dopo l'altro, ma anche quando vide il proprio aspetto su una pozzanghera, non riconobbe la figura riflessa sopra: era quella di un mostro, che la fissava sbattendo le palpebre dei suoi tre occhi, uno dei quali rimaneva fisso su di lei.
    Che cazzo... sta succedendo?
    Che cazzo... sta succedendo?
    La sua voce risultava ferina, sdoppiata, come se provenisse da diverse profondità della sua gola: una roca, grave; una sibilante, una quasi umana, e una fin troppo acuta per essere ascoltata senza farsi venire la pelle d'oca, o un'emicrania. Solo quando si toccò la testa e il riflesso la imitò, muovendo le labbra con lei, capì che quella "cosa" sulla superficie, era proprio lei. Già, ma lei chi? Proprio soffermandosi a quel pensiero, sentì crescere una rabbia incontrollabile che la spinse a emettere ancora quel suono insopportabile, mentre la testa cominciava a scoppiarle di dolore e la creatura spalancava la bocca ferina sibilando contro se stessa. Uccidere... Doveva ucciderlo.

    ****

    Un po' di tempo dopo, il sole iniziava a intravedersi a malapena all'orizzonte, e Juri aveva messo insieme qualche stralcio di ricordo per ricavarne un qualcosa di conosciuto, sebbene ancora non avesse capito cosa fosse. Tra i pensieri confusi e ricordi frammentati di facce che non riconosceva, l'unica cosa chiara era stata il nome di una strada e un numero. Intorno a lei, dopo quello che avrebbe definito un ennesimo vuoto, gli alberi erano scuri, come se fossero stati corrosi da qualcosa e l'erba incenerita nel raggio di diversi metri. Sapere cosa avesse fatto con i semplici ricordi sarebbe stato impossibile, ma osservando uno degli alberi, che appariva praticamente spezzato e ripiegato su se stesso, aveva realizzato di aver passato ore a colpirlo, tanto che sulle nocche d'oscurità spiccavano tagli da cui grondava sangue. Di tanto in tanto, quando si guardava le mani, vedeva la sua stessa pelle deformarsi, diventare bianca, sembrare umana, per poi tornare oscura velocemente, ancora e ancora, come una sorta di scena horror. Nella pozzanghera aveva visto quell'orrendo volto sdoppiarsi più volte e tornare normale dopo pochi istanti, quasi volesse separarsi in due. Confusa, impiegò del tempo per collegare quel nome e il numero a un indirizzo, ma recuperò abbastanza razionalità (per quanto possibile) da avviarsi verso la città, cercando di mantenersi al buio, ed evitando eventuali passanti come se fossero appestati... o ne avesse paura. A un certo punto trovò uno straccio abbandonato: era ampio, rosso, e il colore le ricordò qualcosa di piacevole (doloroso?), che in quel momento non seppe definire. Felpa... La mise addosso e proseguì.
    Quando finalmente arrivò a destinazione, non senza fatica, si ritrovò davanti un portone e al suo fianco un cartello dove lesse alcune parole, una delle quali le fece sgranare gli occhi: "Shagaru". Avvocato? Improvvisamente una serie di immagini la attraversarono come una doccia fredda, e quando si riprese si sentì di nuovo... furiosa, ma anche affamata, triste, disperata... pazza, era di sicuro pazza.
    RRRRRHHHH
    Voleva gridare. Sfondare la porta. Ridurla a brandelli. Uccidere il drago. Essere salvata! Fotterlo a sangue.VIVERE! Morire... Cosa? Presto si ritrovò a spaccare a pugni il campanello, avvolta in una felpa sdrucita nel freddo di una notte piovosa, con l'alba in procinto di nascere a rendere tutto ancora più surreale. Avrebbe continuato così finché quel portone non fosse stato aperto o distrutto, probabilmente. E quando e se Shagaru avesse aperto, o fosse apparso da chissà dove alle spalle dello spettro, si sarebbe ritrovato davanti una creatura che non ricordava troppo Juri e che ringhiava, graffiava, si agitava disperata e visibilmente fuori controllo, con le fiamme del suo potere che impazzivano di tanto in tanto, avvolgendola completamente. Lei comunque gli si sarebbe gettata addosso come un grosso felino sulla preda se gliene avesse dato occasione e, artigliandogli il petto o qualsiasi cosa avesse potuto, gli avrebbe gridato contro, la bocca spalancata, le cui labbra rimanevano unite da filamenti di oscurità che la facevano apparire ancora più mostruosa. Se fosse stata in sé avrebbe sentito lontano un miglio che la differenza di forza era troppo per buttarlo a terra di schiena, ma in quel momento non era esattamente capace di intendere e di volere, se non per...
    RRRrrrh! Chhhi... ssssono... iohh?
    L'eco di un pensiero razionale le si ripeté nella mente, ma non seppe dirlo ad alta voce. Eppure dall'interno del suo petto, proprio come se ci fosse dentro la ragazzina rompipalle e burbera che aveva incontrato Shagaru un tempo, si sentì comunque qualcosa. Un eco soffocato. Devi... aiutarmi... Drago. Non un "aiutami", non una supplica, ma un ordine. Sarebbe stato facile riconoscerla anche solo da quella fase... se solo fosse riuscita a dirla davvero.
    Decisamente un risveglio di merda. Per entrambi.

    Edited by .Bakemono - 31/10/2020, 01:18
     
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    Dormire era diventato un lusso non indifferente negli ultimi tempi. Se non fosse stato per lo sporadico aiuto di Chandra, che di quando in quando gli sistemava casa per sdebitarsi di tutto, probabilmente non sarebbe stato a suo agio nemmeno lì. Essendosi abituato alla sua presenza, sentiva la mancanza quando passava diversi giorni a caccia di informazioni sui suoi affari, ma era giusto così. Poteva rimproverarla per aver saltato giorni di lavoro, ma non biasimarla. Ottimizzò il tempo passando l'insonnia sui telegiornali, cercando di raccogliere informazioni sui fatti più importanti che poi confrontava con i dati prelevati da internet. Non era esattamente veloce, certo poteva contare su uno schermo tattile fatto su misura ma non gli permetteva di scrivere velocemente, per questo preferiva di gran lunga la carta se doveva prendere appunti. Anche se i guai per i draghi si erano attenuati, i problemi non erano di certo finiti. New Vegas verteva in un caos silenzioso e pericoloso che poteva esplodere in qualsiasi momento, senza contare le personalità più sgargianti che iniziavano a fioccare come funghi, decisi a farsi un nome tra le lande americane, o una lapide eventualmente. Quando sentì il campanello suonare, le sue corna guizzarono verso l'alto irradiandosi di un tenue violaceo, e lui si tolse subito gli occhiali rivolgendosi verso la porta d'entrata. Non aspettava nessuno, men che meno qualcuno che facesse un rumore del genere. Gli stava spaccando il citofono? Una vena di rabbia gli gonfiò il collo mentre un sospiro iracondo gli sbuffò dalla gola al naso, schiacciò il giornale sul tavolo alzandosi e per un istante fu tentato di lanciare via quei dannati vandali che avevano scelto il citofono sbagliato. Ma le sue corna non si erano abbassate e anzi, riusciva a sentire i suoi cuori pulsare energia con grande decisione, l'energia violacea irradiava tutto il suo petto, il collo e il volto, mentre si allargava fino agli arti. Il suo istinto gli stava suggerendo qualcosa, come un pericolo imminente. Non esitò, e quando fu alla porta cercò di aprirla velocemente per dimostrarsi fermo, ma non poteva immaginare quanto veloce e violenta fosse la creatura che voleva aggredirlo, ritrovandosi subito in balia di quell'aggressione violentissima e disperata. Il drago sollevò le braccia, tutte e quattro, ruggendo sorpreso per tentare di aggrapparsi a lei e respingerla. Riuscì nel grosso dell'intento ma finirono entrambi in casa, con lui schiacciato a terra dalla forza di quel minuto essere. Come poteva essere così forte? No, era la sua energia ad averlo destabilizzato. Così caotica, così potente, così... rabbiosa. Ne fu spaventato e prima ancora di parlare si ritrovò a ruggire con forza, afferrandola con decisione per poter replicare al suo assedio con un morso violentissimo, tra capo e collo, intento a strapparle quanta più carne possibile. LE zanne affondarono, ma non riuscì a metterci forza perché quell'oscurità lo respinse e mutò sotto i suoi denti, facendogli sentire occhi, bocche, spaccature e altro che mandarono in confusione tutto. Non riuscì a connettere e si ritrovò a ruggire di nuovo di pura frustrazione, almeno finché non sentì il sapore del suo sangue. LE aveva lasciato un segno, non letale ma certamente sufficiente per riuscire a sentire il suo odore. E quell'indizio bastò per farlo esitare. La conferma arrivò subito dopo, quando invocò il suo aiuto. Aveva già sentito quella voce, e come se avesse voluto rispondere alla sua stessa domanda, gliene fece una lui.
    Juri?!
     
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    Eeeeee rieccomi qui! Mi ripresento umilmente sperando di fare cosa gradita, probabilmente dopo gli ultimi mp non dovrei direi quanto sia spiacente dell'immensa assenza ma lo faccio lo stesso. xD Non sapevo se avvisarti o meno ma, visto che mi sono ritrovata a leggere la role, ho temuto che se non avessi scritto ora non lo avrei fatto mai più.
    Ho riletto tutte le nostre idee esposte negli MP tempo fa, spero di non fare strafalcioni. Potrei avere problemini a livello di scrittura ma soprattutto memoria, nel caso tempo di riprendere la mano e rileggere varie cose dovrei tornare in sella. Se noti qualcosa che non ti va la mia casella MP è sempre aperta! In ogni caso, grazie DAVVERO per la disponibilità. <3


    Shaaah... gah... rrrruh?
    Dire che Juri si sentiva completamente fatta, neanche avesse appena preso la droga più potente del mondo, sarebbe stato un eufemismo che si sarebbe volentieri risparmiata, soprattutto perché in quel momento non sapeva quasi cosa volesse dire, il termine "eufemismo". La sua voce non le apparteneva, a malapena riusciva a controllare i propri movimenti ed era come se il suo cervello, che avrebbe dovuto guidare il corpo e controllare la mente, non fosse neanche suo, ma di qualcun altro. Fu il dolore a riportarle la testa in asse per qualche secondo, ma anche così, a malapena riuscì a riconoscere il nome che l'armadio a quattro ante davanti a lei stava pronunciando. Le sembrava quasi di vedersi, un enorme buco nella testa, mezzo cervello a terra, rimpiazzato da un grosso mostro che aveva solo fame... TANTISSIMA, fame. O così, o non si spiegava cosa fosse quel bisogno crescente di restituire il morso al drago e staccargli il muso fino a vedere il suo sangue zampillare fuori.
    Ju...riiihh? Almeno una delle mille domande aveva trovato risposta nella sua mente, ora restava solo da capire come fosse arrivata lì e cosa fossero quei filamenti simili a catrame che parevano lottare per separarsi dal suo corpo deforme. Le sembrava che la testa, le braccia e in realtà quasi tutto il corpo, si stessero liquefacendo senza che potesse farci nulla, e non era solo una sensazione: oltre al sangue, Shagaru si sarebbe ritrovato tra le fauci anche un po' di quella melma che ricopriva la figura mostruosa che gli stava davanti, mentre dal corpo di Juri filamenti di pura oscurità grondavano sui suoi pettorali scolpiti, sull'addome... tra le cosce.
    ARRRRHHH!
    Mentre lui le stringeva il collo tra i denti affilati, lei tirava, a quattro zampe su di lui, flettendo le gambe piegate e cercando di affondargli gli artigli nella carapace del petto e dei trapezi enormi, tutto pur di fare presa. Pareva che volesse liberarsi anche a costo di staccarsi letteralmente la testa. Non voleva torcersi il collo in realtà, non voleva crepare in modo tanto stupido! Ma l'istinto di liberarsi era molto più forte di lei, un po' come se fosse posseduta da una bestia spaventata a morte e irrazionale, e fosse proprio quella parte a controllarla. Alla fine per fortuna fu il drago a diminuire la stretta delle fauci per parlare, salvandola letteralmente da se stessa. Lei gli ringhiò in bocca di tutta risposta, spalancando le fauci al massimo delle sue capacità e sputandogli in faccia oscurità e respiro affannoso... Respiro che, per assurdo, sapeva ancora del suo stupido dentifricio alla fragola.
    Qualcosa... mi hanno fatto qualcosa... alla testa. Non riesco... rrrhh...
    Aveva senso che sentisse caldo? Che si sentisse avvampare? Immagini distorte e voci che non ricordava di conoscere si susseguivano dentro di lei mentre cercava di parlare, passandogli avanti come se stesse morendo e quella fosse la vita che gli scivolava di mano. Corpi nudi, fluidi scarlatti, fluidi candidi in contrapposizione... E anche pugni, calci, oscurità, fiamme violacee, braccia mozzate.... perché vedeva se stessa fare sesso in un momento del genere? No, non sesso; quello era...
    GGGGHHHHHAAAAArrrh....
    Si prese la testa tra le mani, rimanendo a cavalcioni su Shagaru mentre il suo corpo continuava a sembrare in procinto di liquefarsi e le fiamme la divoravano. Tutti gli occhi violacei che ne illuminavano la figura, mettendo luce sulle sue curve e rilevando dettagli sempre più inquietanti nella sua pelle oscura, più che piangere con lei sembravano fissare il drago, sgranati: lo guardavano, dall'alto, come se volessero comunicargli qualcosa.
    Rhhh... non sono... Juri. Io non sono... intera. Non c'è più. La mia... non c'è più!
    Si riferiva all'ultradivisa, della quale purtroppo non aveva più memoria. Eppure, nonostante non la ricordasse, sentiva di essere completamente persa senza, fuori controllo, perché priva dello strumento regalatole un tempo da Arashi, la sua anima non riusciva a restare unita e il suo cuore non era in grado di trattenere l'energia distruttiva del suo potere. Priva di ricordi e di un "sigillo" per tutta quella rabbia, era come una bomba ad orologeria pronta ad esplodere da un momento all'altro, e combatteva tra l'istinto di uccidere il drago seduta stante... e quello di rifugiarsi invece tra quelle enormi braccia e lasciarsi salvare. Per cui in un certo senso no; decisamente quella non era Juri, poiché un simile pensiero non l'avrebbe mai sfiorata senza che si facesse scudo col suo infantile orgoglio. Ebbene, non c'era spazio per l'orgoglio attualmente.
    RRh... D-devo... devo tenere insieme i pezzi. Ho bisogno.... di tornare intera. Qualcosa... dammi qualcosa per...
    Ansimava e la sua voce era distorta, sdoppiata, come indemoniata. La ferita lasciata dai denti del drago rendeva il tutto ancora meno fluido. Dopo essersi contorta tentò di afferrare una delle enormi braccia di Shagaru a due mani e le tirò verso di sé, per la precisione intorno al collo, dove la ferita grondava sangue e oscurità, le estremità che tentavano di ricucirsi. Ma non bastava. Con un'espressione angosciata, altri filamenti d'oscurità dalle fattezze di piccoli tentacoli cercarono di guidare le altre braccia su di lei: intorno ai fianchi pieni, come la tacita richiesta di un'amante, sulle reni doloranti, in una richiesta di appoggio disperata, infine sulle gambe... dietro la nuca. Sembrava volesse che la toccasse ovunque... Che la tenesse letteralmente intera. Tutta.
    Stringimi... Stringi! Tienili insieme...
    A quel punto non sapeva neppure lei cosa stesse facendo e dove ciò l'avrebbe portata, si limitava ad agitarsi su di lui spinta da un istinto superiore, folle e ingestibile, ondeggiando i fianchi come guidata dalla più sfrenata passione, mentre tutto il corpo diceva piuttosto che avrebbe voluto inglobare il drago dentro di sé e farne un abbondante pasto. A dar ragione a quell'impressione, mentre tutte quelle braccia improvvisate guidavano le mani di Shagaru verso di lei, ella si avventò nuovamente sul suo petto e spalancò la bocca in modo mostruoso, facendo saettare il viso ferino in avanti, verso le fauci di lui; tirando fuori una lingua mostruosa, lunghissima, grondante melma oscura e densa. Se lui glielo avesse permesso lo avrebbe sicuramente morso, piuttosto che baciarlo... affondando i denti nella sua carapace e saggiando il suo sangue di drago, in una perversa effusione che sembrava al contempo il tentativo di staccargli la faccia... e il maldestro bacio di un mostro.
    Nnnrrrh...

    Edited by .Bakemono - 18/9/2021, 21:14
     
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    Un profondo senso di Nausea rapì il drago nero a quel punto, una sensazione inusuale per un colosso volante come lui, ma che in quel momento era inarrestabile. Il senso di disgusto che quella melma gli lasciava in bocca era alimentato dalla sensazione di impotenza e di repulsione che provava nei confronti di quella creatura. Sapeva di doverla aiutare, ma al contempo incarnava tutto ciò che disprezzava, un malevolo specchio sul suo passato di bestia e non di creatura vivente. Non voleva tornare in quel baratro né tanto meno condannare chi vi si affacciava. Capì a quel punto che invece di far forza con tutto il corpo avrebbe dovuto usare la testa e la mera volontà, perché se voleva comunicare con quell'essere non l'avrebbe fatto con la violenza, perché era evidente che dalla violenza era nato qualcosa di orribile. Piuttosto che ricambiare i suoi morsi e la sua stretta Shagaru iniziò piuttosto a tenerla ferma, obbligandola a muovere non tanto i muscoli quanto il cervello, nella speranza che questo le desse un minimo di lucidità. Qualcosa si mosse, almeno, perché invece di ruggire iniziò ad articolare qualche frase. Gli disse che le avevano fatto qualcosa, primo sintomo di una lucidità che tornava, ma ancora più nel profondo di una fiducia insperata che inconsciamente riponeva in lui, dato che si era confessata senza pensarci due volte. Il nodo di rabbia nella gola del drago soffocava più di quella scura melma in quel momento, ma non poteva prendersela di certo con lei. La presa del drago si fece più flebile, non solo perché non aveva più bisogno di trattenere la sua furia ma anche perché il corpo di Juri sembrava pronto a sciogliersi, impossibile da trattenere saldamente. La ragazza, a cavalcioni su di lui, con la testa tra le mani, si dimenava, gridava di dolore e si disperava incapace di comprendere davvero cosa le stesse succedendo. Era palese che avesse subito ben più di un semplice abuso, che il suo corpo e la sua mente avevano dovuto resistere a qualcosa di tenebroso, oscuro e incredibilmente maligno, una maledizione degna di questo nome.
    Juri devi ritrovare te stessa... devi combattere!
    Aveva la netta sensazione che ringhiare a denti stretti quelle parole non servisse proprio a niente: il corpo della ragazza sembrava pronto a finire in mille pezzi le 'unico modo che aveva per non sparire era attaccarsi a qualcosa, a lui ad esempio, e divorarlo per nutrirsene e ottenere potere. Con quanti altri l'aveva fatto prima di giungere da lui? Shagaru riusciva a stento ad immaginare quanto caos e morte si fosse lasciata alle spalle Juri fino a quel punto e per un istante la grande voglia di aiutarla gli fece perdere le forze, come se si stesse arrendendo a lei, lasciandole la possibilità di nutrirsi di lui così che potesse finalmente riprendersi. Ma la pace non è ciò che anima un Magala, e in quel momento Shagaru non era calmo, neanche un pò. Il suo petto batteva, rimbalzava come un tamburo impazzito, come un motore pronto ad esplodere e nel sentirsi minacciato, l'istinto di drago prese il sopravvento, deciso a rivendicare il suo territorio e il suo dominio. Le corna di Shagaru si sollevarono di colpo illuminandosi di energia violacea che si distribuì sul suo volto e sul suo corpo mentre un possente ruggito mostruoso si sollevava nell'aria. Prima che Juri potesse chiudere le distanze Shagaru afferrò il suo braccio destro col sinistro, infilzandosi da solo le scaglie e affondando gli artigli sul braccio per farlo grondare, poi la mano piena di sangue si abbatté sul volto di Juri, afferrandola con poca grazia e tirandola via da sé, per poi sbatterla con smisurata violenza a terra così da poterla sedare. La mano del drago sulla sua faccia la costringeva a rimanere a terra, la obbligava a tenere la bocca spalancata in modo che il suo sangue le fluisse in gola senza ostacoli, e man mano che quel liquido violaceo entrava in lei la scaglia d'oro sul petto del Magala lo illuminava rendendolo simile a metallo liquido di pregevole fattura. Le stava donando la sua essenza e il suo potere di rigenerazione, forse lui non era un mago ma i draghi sono naturalmente affini alla magia, e se c'era una pozione vivente che potesse darle un minimo d'aiuto a quel punto quello era lui. Ringhiando, le somministrò quella violenta e amara medicina assicurandosi che ne prendesse in abbondanza, deciso a tenerla bloccata lì finché non si sarebbe ripresa.
     
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    Chiedo scusa se ho tardato tanto nella risposta! Non avevo messo in conto che ad Ottobre avrei avuto così tanti impegni, ed è stato difficile trovare spazio per riprendere a scrivere come avrei voluto. Comunque farò di tutto per prendere ritmo da ora in poi; vorrei arrivare a una cadenza perlomeno settimanale (e soprattutto non voglio farti aspettare un altro mese!!!). In ogni caso scusa ancora e grazie della pazienza!


    Probabilmente non sarebbero bastate 100 vite per descrivere a parole le molteplici emozioni che animavano "Juri" in quel momento, specie perché la ragazza-spettro conosciuta da Shagaru qualche tempo prima era bella che sepolta sotto uno strato di melma oscura e furia cieca. Per fortuna l'enorme corpo del drago era perfettamente in grado di tenerla stretta, cosa che con ogni probabilità non era successa alle povere anime che l'avevano incontrata durante il tragitto. Non ricordava nulla, ma le immagini confuse che si susseguivano nella sua testa, agitandosi come un oceano in tempesta, bastavano per farle venire voglia di divorare qualsiasi cosa le si parasse davanti. Tutti i freni inibitori che già la quietavano ben poco da "sveglia", in quel momento erano spenti. Lo si intuiva dalla confessione fatta con tale facilità (e al tempo stesso fatica) all'avvocato dal quale a malapena si era lasciata aiutare in passato, ma anche dal modo in cui l'oscurità densa e fluida di cui era composta cercava di avvolgere il drago con la stessa foga di un amante focoso. Non sembrava solo volerlo divorare, ma diventare letteralmente parte di lui.
    Juri devi ritrovare te stessa... devi combattere!
    Quelle parole ringhiate riuscirono in qualche modo a penetrare la fitta nebbia della sua furia, almeno in parte. Infatti, alla raccomandazione "gridata" di Shagaru, la bestia ringhiò di rimando, in modo talmente acuto che se vi fossero stati vetri in quella stanza, quelli più fragili sarebbero finiti in frantumi. Se fino a quel momento la creatura si era mossa su di lui come se volesse inglobarlo o, al contrario, essere tenuta insieme dalle sue zampe, sentendosi minacciata da quel cambio d'intenti reagì spaventata, facendo uno scatto indietro con la schiena, col desiderio di fuggire dalla sua presa. Ringhiò ancora, un ringhio acuto, più simile a un lamento mostruoso e di paura. Grazie al fato, non solo Shagaru era molto più forte di lei adesso e riuscì quindi ad afferrarla, ma da qualche parte in fondo a Juri, quel barlume di coscienza che lottava per risalire reagì mandando a fanculo la bestia e gettandosi letteralmente tra le fauci del drago... o meglio, in quel caso furono le sue, di fauci, a spalancarsi fin quasi a dividerle le guance in due, avventandosi sull'enorme avambbraccio di Shagaru mentre lei iniziava a succhiare, proprio come se sapesse -o sperasse- che ciò l'avrebbe aiutata. Ai primi sorsi, il suo intero corpo iniziò a fremere e dimenarsi, mentre la bestia si ribellava sibilando, e nonostante fino a quel momento fosse stata così tanto affamata, fu come se il sangue del drago fungesse da acido nella sua gola e quel mostro, qualunque cosa fosse, voleva staccarsi dalle sue scaglie il più velocemente possibile. Ma Juri non glielo permise, anzi, sollevò le braccia di scatto, afferrando l'enorme avambraccio fino ad affondarci gli artigli pur di tenersi salda ad esso, proprio come se fosse un'ancora di salvezza. E man mano che il liquido pieno di potere penetrava dentro di lei, riempendole la gola ritmicamente e in modo piuttosto suggestivo, gli arti si rilassavano e i sibili di paura si tramutavano, sorso dopo sorso, in mugolii via via più umani, rilassati, simili al piacere. Man mano tutti gli occhi della creatura si ribaltarono, finché ogni pupilla non salì talmente da sparire e solo gli occhi umani rimasero a formare un'espressione quasi di goduria. Fu un processo graduale e lento, ma continuo, e quando finalmente li sangue del drago iniziò a scorrerle nelle vene, con lo stesso ritmo del suo cuore che pompava, a partire dai capelli l'oscurità scese, sparendo dal suo viso, dal suo collo, dalle mani salde al suo avambraccio... fino a scendere lentamente, come una flebo che si svuota a grande velocità, sui seni turgidi, sull'addome... sui fianchi. I lineamenti tornarono umani, anche i contorni degli innumerevoli occhi mostruosi sparirono lasciando spazio solo ai suoi, finalmente chiusi. Priva della sua ultradivisa, strappatale da chissà chi, non era solo completamente priva di un sigillo per il proprio potere, ma anche totalmente nuda, a eccezione di quella felpa rossa senza cerniera e sdrucita, spalancata sul petto inturgidito da tutta l'adrenalina accumulata.
    Riaprì gli occhi lentamente, sbattendo poi le palpebre e stringendoli, cercando di mettere a fuoco chi avesse davanti. Subito le pupille rotearono per capire cosa la circondasse e vagarono in cerca dei brandelli confusi dei suoi ricordi... trovandone ben pochi che avessero un senso. Le fiamme violacee miste all'oscurità, che fino a quel momento l'avevano avvolta incontrollate, si erano totalmente spente e, una volta tornata in sé, iniziò a mugolare e picchiettare sul braccio della creatura con la stessa foga di una wrestler bloccata sotto la presa avversaria, facendogli capire che poteva lasciarla andare.
    Ammesso che si fosse deciso a farlo, ella avrebbe preso una grossa boccata d'aria, passandosi la manica della felpa sulla faccia completamente sporca di sangue, dal naso al mento colante e tossendo per quella strana bevuta che, sebbene avrebbe dovuto disgustarla, aveva agito piuttosto come un potente alcolico: calmandola ed eccitandola al contempo. Possibile?
    D-drago? Sei proprio tu? Cercò di mettersi seduta, portando l'interno del polso alla fronte come per asciugare un sudore invisibile. Strizzò gli occhi mentre osservava ancora una volta il luogo dove si trovavano, decisamente confusa. Ma dov'è, A...? Le parole le morirono in bocca e aggrottò la fronte, confusa. Dov'era chi? Non sapeva minimamente cosa stesse per dire, come se avesse appena tentato di nominare qualcuno che non esisteva. Cercò di fare mente locale ma l'ultimo ricordo che aveva era di aver parlato con una custode... Baiken, sì. Di essere andata lì per qualcosa, averla quasi ottenuta e poi... Nulla. Il drago era un altro ricordo recente che aveva impresso in mente, ma anche in quel caso era tutto molto confuso: se guardava quei pettorali mastodontici li ricordava perfettamente mentre dondolavano a ritmo dei loro corpi che ci davano dentro o, ancora, aperti in due dalla sua mano che gli stringeva un cuore pulsante, ma prima di quello... Com'era che si erano conosciuti? Perché avevano combattuto? I ricordi erano tutti un casino e tra il passato più remoto e il presente... c'era un enorme buco nero dal quale sentiva di doversi tenere alla larga. Sentì il cuore comprimersi al solo pensarci, e un forte mix tra bramosia e furia cieca avvolgerla. Dovette stringersi forte le tempie con le dita per concentrarsi.
    Nnnh... che cazzo... mi è successo? Ricordo solo che ero a Roma per un allenamento riguardo qualcosa e poi... io e te che scopiamo? No, forse quello era... un'altra volta? Scosse la testa, farfugliando. Era visibilmente in stato confusionale. Si appoggiò con una mano contro il petto del drago per sorreggersi e aggrottò le sopracciglia sentendo due cuori pulsare. Due? Non te lo avevo..? Si incupì, guardandolo in faccia. Aspetta... Sei stato tu a farmi questo?
    Per un attimo gli occhi le si illuminarono e la sua energia sembrò nuovamente divampare, ma fu un breve momento, come se le sue fiamme risultassero sigillate. Era il sangue del drago? Guardò in basso e sollevò un sopracciglio fissando i capezzoli al vento e soprattutto il sangue draconico che vi scivolava proprio in mezzo, fino al pube. Cazzo... la mia testa è un casino. La mente si fece via via meno offuscata mentre farfugliava e, con essa, man mano riaffiorarono le sensazioni di poco fa, ricordi offuscati e immagini distorte del suo corpo informe, dell'aggressione, della voglia di uccidere, distruggere, divorare... Era stato il drago a salvarla? Si concesse una lunga pausa per riprendere il filo del discorso. Odiava dovergli un favore ma che diavolo, se così era... Suppongo dovrei ringraziarti... Sai, per avermi sbattuta a terra, tutta nuda, e avermi dato da bere il tuo... Sorrise, maliziosa. sangue? Se è una qualche perversione draconica della quale non sono a conoscenza, te lo dico: avrei preferito che mi invitassi a cena prima.
    Beh, perlomeno il suo sarcasmo era tornato. Una sensazione di Déjà-vu l'avvolse mentre lo guardava. Effettivamente, sentiva di aver pronunciato qualcosa di simile nel loro precedente incontro, ma se provava a rimettere i pezzi, si sentiva impazzire. Comunque il fatto che riuscisse a parlare ancora col suo modo sboccato, era un chiaro segno dell'essere tornata in sé e che entrambi fossero fuori pericolo... Giusto?
    Mi sento... davvero... affamata. Di precisione... cosa è successo?
    Difficile dire a che tipo di fame si riferisse, ma quelle parole sgorgarono fuori mentre fissava la sua stessa mano sul petto del drago... insieme al sangue che vi era sopra.

    Piccola spiegazione sull'ultima parte: ai tempi avevo fatto un post lavorativo senza compensi per far conoscere Juri e Baiken, così da poterle eventualmente usare in missioni ecc insieme. Juri era andata a cercare un custode per imparare a gestire l'evoluzione del potere, visto che perdeva il controllo ogni volta che la utilizzava. Hanno fatto un allenamento di una settimana insieme e si sono salutate con la promessa di tenersi in contatto. Dopodiché, nel viaggio di ritorno o un po' quando ci pare, potremmo collocare i fatti che ci interessano. Insomma, notizia inutile ma ci tenevo a spiegartela brevemente. xD
     
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    Non fu esattamente un bello spettacolo, specialmente per un drago maschio: l'allattamento, per quelle specie di drago che lo prevedevano, era una prerogativa delle femmine e sentirsi munto come una vacca da fattoria in quel momento non fece bene all'amor proprio di Shagaru. Altre volte si era sbilanciato per aiutare gli altri ma forti umiliazioni o scosse psicologiche come quelle gli restavano comunque impresse. E nel dolore, nella vergogna e nella fatica, la mente di Shagaru iniziò a pensare e in malo modo. Lui era un drago, era forte, potente ma soprattutto aveva il potere della sua scaglia che aveva reso quel procedimento decisamente meno rischioso. Ma quanti avevano fatto una brutta fine incontrando Juri fino a quel momento? Shagaru aveva un cuore buono e sceglieva sempre di aiutare il prossimo, ma l'aveva già vista uccidere con o senza senno, figurarsi cosa poteva fare se diventava del tutto ingestibile. Forse la cosa giusta non era tentare di salvarla ad ogni costo, forse la cosa giusta da fare era mettere fine alle sue sofferenze ed evitare che altre vittime finissero sotto il suo oscuro destino. Il dovere di Shagaru in quel momento era di ucciderla, mettere fine a tutto e donarle una degna sepoltura, in riposo onorevole prima che un'anima come la sua diventasse corrotta per sempre. La tentazione di azzannarle il collo e strapparle la testa in un unico e fluido movimento, senza farla soffrire, divenne chiara nella mente del Magala. Ma appena il corpo di Juri si liberò, rivelando la sua fragile natura di essere umana, addolorata, persa e soprattutto sola, fece stringere il cuore al drago nero che finalmente esitò, rendendosi conto di quanto anch'egli si fosse fatto per un attimo plagiare da così tanta oscurità. No, non poteva abbandonarla anche lui, forse quella era l'ultima ancora che le rimaneva al mondo e Shagaru sentiva di non poterla abbandonare. Lasciò la presa e le permise di respirare, era incredula e confusa, ovviamente non aveva idea di dove fosse o come fosse finita lì. Shagaru ne approfittò per riprendere aria a sua volta, placando il suo istinto bellicoso e lasciando che la scaglia facesse il suo corso. Frenare i cuori che pulsavano in maniera chiara e potente come il motore di una macchina di lusso invece era molto più difficile, ma sapeva come controllarsi oramai.
    Drago? Non ricordi neanche il mio nome?!
    Frustrato, Shagaru aveva sempre dato più importanza ad altro che al denaro, ma il riconoscimento rientrava tra quei minimi e indispensabili per far finta che tutto il suo operato non fosse del tutto vano o quasi. Nel suo tono però non c'era decisamente disprezzo, quanto più una malcelata apprensione verso la mente di Juri che non appariva solo frammentata, ma anche di più. Definirla a pezzi sarebbe sembrato quindi un eufemismo, e i suoi ricordi erano probabilmente l'ultimo dei problemi. Quando con le mani sentì entrambi i cuori battere, anche Juri diede prova di avere qualcosa dentro di sé che somigliasse ad un senso di colpa o ad una morale, facile da plagiare forse ma che senza dubbio fece calmare Shagaru nel peggiore dei sensi possibili. Il drago non si scostò solo per non toglierle il sostegno, ma distolse comunque lo sguardo per non darle qualcosa su cui sentirsi in colpa.
    Non ci sei andata neanche vicina ad uccidermi, nessun umano è all'altezza di un Magala, ragazzina... non sottovalutarmi.
    Anche lui aveva bisogno di ritrovare qualcosa, e anche se si trattava del suo orgoglio non era niente di svalutabile per un drago. Per un attimo Juri confuse le intenzioni del drago, scambiandolo per un artefice, ma osservando bene sé stessa capì rapidamente che aveva frainteso, non servirono occhiatacce. Quelle arrivarono comunque, ma dopo, quando si mise a sdrammatizzare in maniera infantile. Il drago sbuffò dalle narici ingrossandole e lanciandole un'occhiataccia agrodolce.
    Se ti invitassi a cena rischierei di aspettare in eterno, con la memoria che ti ritrovi chissà quanto mi faresti aspettare.
    Ancora una volta il commento uscì meno acido del previsto, qualcosa gli diceva che Juri non avrebbe apprezzato molto la sua compassione ma dal punto di vista di Shagaru la sua situazione era molto più che miserevole. Un secondo sbuffo, più calmo e composto del primo, accompagnò il drago mentre si rialzava e afferrava per le spalle Juri, offrendole sostegno mentre anche lui si rimetteva in piedi, La afferrò per il colletto della giacca da dietro, come un gatto, senza farle male ma usando la giusta decisione che serviva per lasciarle intuire che non le avrebbe concesso il diritto di scegliere come avrebbe raggiunto il suo grosso divano in salone. Il macello a terra lo avrebbero pulito dopo.
    Sei un mostro molto strano, Juri. Arrivi, mi divori il sangue, suoni il campanello addirittura ma non ti ricordi niente. Ma la tendenza con la quale ti avvicini ad un drago pericoloso come me è disarmante. Non lo sai che i Magala sono bestie feroci? Il tuo istinto è così autodistruttivo da suggerirti di cercare uno come me?
    Ancora una volta si ritrovò a rimproverarla come un padre brontolone. La lasciò cadere sul divano e lui si posizionò davanti a lei, inginocchiandosi. Anche in quel modo la differenza tra le loro stazze era immensa e il drago doveva comunque tenere la testa piegata verso il basso per guardarla negli occhi. Le braccia superiori si posarono sulle spalle formando un grosso manto nero, nascondendo il braccio che si stava rigenerando mentre l'altro rimaneva adagiato sul ginocchio del Magala.
    Che tu ci creda o no sei venuta qui con le tue gambe, o qualcosa che somigliava a te. Penso tu abbia perso il controllo dei tuoi poteri e che solamente il sangue di drago che ho mescolato con la mia scaglia rigenerante ti ha dato un pò di tregua. Non escludo che possa ricapitare. Juri... non so chi ti ha fatto questo, ma hai bisogno di aiuto. Devi capire cosa ti è successo e trovare un modo per controllarti altrimenti...
    Fece una piccola pausa, forse un pò troppo drammatica considerando quanto i suoi cuori si stavano impegnando ad accelerare. Juri poteva sentire un rimbombo netto nel suo petto, non di chi è apprensivo ma di chi si sta preparando alla lotta. Shagaru scacciò ancora una volta quei pensieri nefasti, vergognandosi di quell'istinto così basso e ingiustificabile, ma che era impossibile reprimere.
    Altrimenti rischi di diventare un pericolo per te stessa... e per gli altri.
     
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    Juri dovette distogliere lo sguardo da quel petto enorme per schiarirsi la mente, ancora una volta. Il drago aveva ragione su tante cose, e sicuramente su una: la sua mente era a pezzi. Anche dopo il sangue di Shagaru, la presenza di quei due cuori pulsanti, se dapprima l'aveva confusa, per un attimo le fece sentire il desiderio di combattere, come se l'istinto di attaccarla che lui stesso provava, avesse acceso un bisogno impellente del suo corpo di avventarsi su di lui e combattere. Era sicuramente pericolosa, ma grazie al sangue di drago poté contrastarlo facilmente, proprio come se avesse di nuovo controllo su se stessa e le proprie azioni. Sospirò di sollievo. Per lei che aveva vagato ore, giorni o chissà quanto, intrappolata nella sua stessa oscurità in un conglomerato di pura furia, riuscire a controllare nuovamente i propri istinti era qualcosa di prezioso, per il quale avrebbe pagato qualsiasi prezzo e fu proprio questo probabilmente ad ammansirla incredibilmente verso Shagaru. Un evento così raro per lei, quello di ascoltare con estrema attenzione un maschio e addirittura trovarsi d'accordo con lui, che non poté trattenere un sorriso. Sorriso che esplose in una breve risata quando lui, oltraggiato, le chiese se non ricordasse neppure il suo nome.
    Ricordo il tuo nome, ma sei stato così gentile che non volevo già litigare con te per i miei nomignoli… Shagguccio
    Il sarcasmo con il quale gli fece quel complimento rese impossibile comprendere se lo pensasse sinceramente o meno, ma il sorriso candido (per quanto sporco di sangue) rimase sul suo volto anche per il discorso seguente, solo leggermente incrinato al ricordo nitido del cuore del drago tra le sue mani. Ricordava distintamente la rabbia cieca con il quale aveva compiuto quel gesto ma... perché? Non lo avrebbe mai ammesso a voce alta, ma diavolo se ora era felice di aver fallito nell'ammazzarlo!
    Pff… ma io non sono un'umana, vecchiaccio. Dovresti averlo capito oramai.
    Il resto fu veramente strano. Stava ancora sorridendo provocatoria quando fu costretta a sollevare entrambe le sopracciglia nell'essere raccolta come una gattina e portata verso il salotto. All'inizio l'istinto fu quello di dimenarsi, ma si rese conto che la cosa avrebbe reso il tutto ancora più ridicolo (e fin troppo tenero, per i suoi gusti) quindi rimase ferma e sbuffò, lasciandosi trattare come una bambina, con la promessa mentale di non lasciarsi trascinare da tutte quelle smancerie e soprattutto… quel calore. Purtroppo il drago si ostinò a toccarla anche quando la mise a terra, quasi volesse consolarla inconsciamente… o forse semplicemente impedirle di fuggire, evenienza che a quel punto iniziava a sembrarle una grande idea. Ma non era così stupida da rinunciare all'unica possibilità di controllo che le veniva offerta dopo quella che l'era parsa un'eternità di perdizione. Lo ascoltò attentamente dunque, fissandolo negli occhi e mordendosi la guancia dall'interno per non interromperlo come suo solito. Alla fine però le parole le sfuggirono dalle labbra con fin troppa convinzione.
    Probabilmente sono qui perché siamo più simili di quanto credi… Non è questione di essere drago, o spettro, o... "umano" come tu stesso mi definisci fin troppo spesso. -non si trattenne dal guardarlo male ed esprimere il proprio disprezzo per tale razza con due occhioni rossicci al cielo- Il fatto è che la sento anche io… Quella voglia matta di combattere, di mordere, di distruggere tutto… che nascondi così goffamente dentro di te.
    A quelle parole si prese la stessa libertà di toccarlo che stava sfoggiando lui, solo che lei gli posò i palmo sul petto, quasi a voler ancora sentire il battito furioso di quei cuori che non era riuscita a distruggere e che, ora, le avevano salvato il culo ancora una volta. Shagaru poteva pensare che si sarebbe persa in un altro sproloquio sul fatto che non avesse bisogno di nessuno e fosse in grado di badare a se stessa, stronzate simili al loro primo incontro, ma per fortuna di entrambi, senza i ricordi degli orrori subiti in passato Juri era molto più razionale di quanto potesse pensare e lui non l'aveva ancora conosciuta in tal senso. Che diavolo, persino lei aveva dimenticato per tanto tempo come fosse sentirsi vagamente "umana", o perlomeno comportarsi come tale.
    Ma hai sicuramente ragione, e non sono tanto stupida da non saperlo. Non ricordo cosa mi abbia portato qui… ma so per certo che non era niente di buono. So anche che ci siamo conosciuti in un periodo di merda, sebbene lo ricordi vagamente… ma ti assicuro che non sono l'assassina spietata che credi. Si fermò, stava per spiegarsi, parlando di gentaglia del proprio passato, ma immagini frammentate di due ragazzi appesi a dissanguinarsi si presentarono alla sua porta senza bussare, facendole venire la nausea. Sbiancò, ma cercò di andare avanti senza darlo a vedere, anche se fu costretta a distogliere lo sguardo. Aveva abbastanza ricordi del come era diventata uno spettro da sapere che quella era una totale bugia, che in passato aveva ucciso e anche con estremo gusto… ma non poteva tirarsi indietro dalla verità e al tempo stesso rifiutava l'immagine di se stessa che appendeva due ragazzini e li sventrava in modo tanto crudo… per cosa poi? Per CHI? Non del tutto perlomeno. Gli tolse le mani dal petto, aveva bisogno di spazio e fece per spingere le sue lontano da lei mentre gesticolava, un po' come se quel calore le desse fastidio, la bruciasse.
    Ho ucciso in passato, ma l'ho fatto per ragioni più che valide, e la feccia della quale mi sono liberata rendeva questo mondo solo peggiore. Riguardo quei due ragazzi… non posso dirti cosa mi abbia spinta, forse lo farei se lo ricordassi, ma sento che se scavassi nei ricordi potrei perdere di nuovo il controllo. Mi sento me stessa dopo così tanto tempo che non saprei neanche quantificarlo e... vorrei restare così ancora un po', se per te va bene. Sollevò lo sguardo. Che ci creda o no sono solo una ragazza, Shaggy. Mi piace tormentare le persone, certo, sono anche uno spettro dopotutto… Ma odio uccidere, esattamente come te. Non voglio andare in giro a spargere morte e distruzione, soprattutto se è qualcos'altro a farmelo fare e non sono lì per godermela. La battuta era infelice, ma la fece proprio per non nascondersi dietro un'aria da santarellina che non le apparteneva e sarebbe parsa decisamente ipocrita. Sono portata a credere che molto di ciò che ho fatto sia stato per volere di qualcosa… O qualcuno, e questo qualcuno NON sono io. Con questo non voglio giustificarmi, anche perché sarebbe una scusa di merda, lo so. Però posso dirti questo: Rivoglio me stessa. E sono pronta a tutto pur di arrivarci. Quindi, se sono qui per la scelta folle di un mostro, del mio potere o chissà cos'altro, ingoierò il mio orgoglio del cazzo e, per una cazzo di volta, mi lascerò aiutare. Non gratis, ovviamente. Il tuo sangue ha salvato questo bel culetto che mi ritrovo dopotutto, quindi… Dimmi cosa posso fare perché tu lo faccia ancora. Suona assurdo, ma... Sei l'unico ricordo concreto che ho. Anche se fa ridere a pensarci… Effettivamente, rise, una risata triste, che non raggiungeva gli occhi. Una "ragazzina" spettro - lo prese in giro, rinfacciandogli la sua stessa frecciatina - e un vecchiaccio formato drago… Che razza di alleanza male assortita saremmo? Ahah!
    Si fece seria. Senza qualcosa a manipolare il cervello, Juri era semplicemente Juri. Una stronza, di sicuro. Una facile con la fissa del sesso e delle belle donne e quella punta di sadismo che le faceva venire voglia di tormentare il prossimo, far impazzire i buoni e pestare a morte i cattivi… Ma insomma, ognuno aveva i propri difetti a quel mondo e lei era la prima a saperlo. Per una volta comunque, dopo chissà quanto tempo, era lucida e poté concedersi la più totale sincerità con qualcuno. Anche perché, lo sapeva, quel qualcuno era una delle poche cose rimaste. E anche se in fondo non si conoscevano per nulla, era chiaro che avesse bisogno di lui come l'aria nei polmoni per un qualsiasi umano. Quindi, per quanto fosse orgogliosa, e per quanto avrebbe di gran lunga preferito essere accompagnata da una milf sexy da avere sempre intorno, tutto sommato avere un super drago come alleato poteva andare bene comunque. Anche se quel drago apparteneva alla categoria di bonaccioni aspiranti eroi che lei detestava tanto… Anzi, quella cosa era l'unica che avrebbe potuto convincerlo ad aiutarla, quindi azzardò un sorriso e gli porse la mano.
    Insomma… ho bisogno che mi aiuti a recuperare il controllo del mio potere. Prima avevo un metodo mio, lo sento, ma... non riesco a ricordarlo. Quindi, se il tuo sangue può aiutarmi, allora farò tutto ciò che serve per averlo. Non so se abbia ancora un conto o qualcosa di simile, ma di sicuro posso procurarmi dei soldi. E se non sono quelli che vuoi, chiedimi qualsiasi cosa… davvero, qualsiasi. Dal diventare la tua segretaria sexy, al girare in qualche completo perverso per il tuo ufficio, finanche ad aiutarti con una dannata orda di draghi, demoni o mostri incazzati, se può farti piacere… Che diamine, se mi aiuti potrei persino valutare di diventare una di quei bonaccioni che ti piacciono tanto e fare la brava bambina tuuutto il tempo, finché mi tieni d'occhio con quel musetto carino.
    Quella era una TOTALE bugia, ma mascherò la risatona che si stava per fare con un'ultima uscita fuori luogo (finalmente).
    Unica cosa: non chiedermi del sesso. Finse di vomitare, ma gli occhi erano divertiti. Poteva sembrare una battuta orgogliosa ma da una come lei suonava talmente fuori luogo che la provocazione sarebbe diventata chiara anche se non avesse allargato un ghigno crudele seguito da un occhiolino fin troppo ostentato. Quello è gratis. Ogni volta che ci andrà.
    Ebbene, se non avesse infilato il sesso in ogni singola battuta non sarebbe stata lei. Soprattutto quando sapeva perfettamente che quella era l'ultima cosa che avrebbe chiesto uno come lui. A quel punto, finalmente rise, una risata sboccata e di gusto, di quelle che esplodono quando si è al limite della sopportazione e non si possono più fermare.
    Forse dopotutto aver perso la memoria non era una totale disfatta… forse, se si lasciavano da parte dei "piccoli" particolari… Era una benedizione.
     
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    Uno sbuffo violaceo, frustrato e scoppiettante come energia elettrostatica, scivolò repentino fuori dal suo naso appena si sentì chiamare di nuovo con quel nomignolo fastidioso. Il suo orgoglio di drago era stato sufficientemente messo alla prova fino a quel momento e se fossero stati nel suo ufficio le cuffie per proteggere le orecchie dei suoi colleghi avrebbero iniziato a lampeggiare avvertendoli di un imminente pericolo di ruggito in arrivo. Ma riuscì a controllarsi, forse anche meglio del solito, forse per colpa della stanchezza di aver perso tutto quel sangue. Tanto anche per lui, evidentemente. Scosse il capo, rifiutandosi di rispondere colpo per colpo alle provocazioni di Juri, era abbastanza saggio da sapere che non sarebbe servito a nessuno dei due, e probabilmente quella ragazza era ben oltre il concetto di "rischio", difficile anche solo immaginare cosa le passasse per la testa in quel momento, se non una genuina e inammissibile paura. Se non altro era riuscito a portarla su un divano e mettersi faccia a faccia con lei per parlare in maniera più assennata, e per quanto fosse strano a dirsi era più che un traguardo considerato il soggetto che aveva davanti. per quanto ne sapeva la prossima volta che si sarebbero visti non sarebbe stata così placido il da farsi, tenendo conto dell'escalation che prevedeva ogni loro nuovo incontro. Prima il suo cuore, poi il suo sangue, cosa si sarebbe presa all'ennesima porta? L'ennesima provocazione che non riuscì a sedare però, riguardò non tanto l'orgoglio di drago quanto più il suo tentativo di trattenersi. Juri lo aveva colpito non su un nervo scoperto, ma su ciò in cui credeva, fu impossibile trattenere un sommesso ruggito che in un certo senso le dava ragione, ma che d'altro canto lasciava spazio ad una risposta priva di disprezzo, ma colma di decisione.
    Io non mi nascondo, io cerco di cambiare, c'è una bella differenza. Nasciamo nella carne ma cresciamo nello spirito.
    Un concetto che forse uno spettro non avrebbe dovuto ignorare con tanta leggerezza. Bastò questo a rimettere in carreggiata la pazienza del drago, che era difficile da mantenere, ma senza dubbio altrettanto ardua da abbattere. A sedare del tutto il ruggire ci pensò la mano di Juri che sembrava una chiara testimonianza di quanto anche lei si rendesse conto di aver bisogno di una mano, o due, in quel caso anche quattro, visto il modo in cui si stava sostenendo contro il petto di quel drago nero. Era la prima volta che la sentiva mentre si difendeva in maniera sincera, l'ultima volta pareva aver abbracciato il destino del sangue senza rimorso, mentre ora cercava di allontanare da sé quell'ombra omicida che l'aveva portata solo alla follia più sfrenata. Un miglioramento, e un buon motivo per stare in silenzio e lasciare che fosse lei a parlare. Si allontanò di un solo passo lasciandola stare, non voleva essere oppressivo e visto che il suo sguardo pareva vagare verso i ricordi non la interruppe, nella speranza che il giusto mix di tristezza e sensi di colpa le dessero valide ragioni per fare a sua volta un passo indietro. La lasciò sfogarsi e riuscì perfino a sorridere in maniera poco umana e molto bestiale nel sentirle fare quella battuta infelice. Per un drago assassino era più facile comprendere quel tipo di umorismo e non se la sentì di condannarla, anzi era decisamente il genere di cose su cui potevano essere d'accordo, e forse anche lei aveva bisogno di un sorriso più che di un grugno severo e temibile. La risata si fece molto più amara man mano che il discorso andava avanti: non doveva essere facile per una come lei chiedere aiuto, ma ancora peggio c'era la consapevolezza che forse non lo meritava, o che più semplicemente sarebbe stato meglio per tutti trovare soluzioni più drastiche e dirette, ma per quanto l'avesse vista uccidere e fosse stata capace di strappargli un cuore, Shagaru non poteva vedere altro davanti a sé se non una ragazzina che aveva bisogno di aiuto, come tante altre avevano bussato alla sua porta. E forse Juri aveva più bisogno d'aiuto di loro. Shagaru non glielo avrebbe negato, e dopo aver pensato di aver sentito abbastanza il Magala si sollevò mettendosi in piedi davanti a lei, respirando in maniera più regolare come a voler prendere la parola. Juri però non si frenò ed iniziò ad avanzare proposte con cui barattare il tanto agognato aiuto: soldi, sesso, vestiti sexy. Shagaru non era il tipo che arrossiva di fronte a certe proposte e non lo fece, piuttosto alzò lo sguardo portandosi una mano a nascondere l'immensa nera che si ritrovava, lisciandosela con un respiro più pesante del solito. Di segretarie combinaguai ne aveva già abbastanza e lui tutto aveva chiesto dalla vita meno che uno squadrone di ragazze pericolosamente inaffidabili e potenzialmente letali che gli chiedevano aiuto e cedevano ben volentieri ai suoi appetiti sessuali. Si era sempre ripromesso di ricorrere a prostitute o altri espedienti di questo tipo, e invece si ritrovava in quella situazione. Si sentiva in colpa? Certo che si! Era come se dalle sue buone azioni chiedesse ogni genere di favore sessuale e si approfittasse delle ragazze! Come poteva essere diverso da tutti quegli adescatori che agivano allo stesso identico modo?! E la parte peggiore era che non poteva nemmeno declinare perché ovviamente trovare ragazze capaci di sostenere la sua prestanza di drago non era esattamente semplice e lui in un certo senso ne aveva bisogno. Ma non avrebbero iniziato così, quello no.
    Ti terrò d'occhio, non preoccuparti, ma non ho intenzione di farlo perché ho bisogno di una sexy segretaria fantasma, sia ben chiaro. Drago o no, sono ancora un rispettabile avvocato, non dimenticarlo.
    Dava l'idea di voler sembrare molto più autoritario e risoluto ma data la comicità della situazione risultava assolutamente impossibile. Da notare che non aveva rifiutato nulla a proposito del sesso, perché nemmeno per lui era un discorso così tabù o straordinariamente proibito. L'unica cosa che gli faceva strano era l'audacia con cui quella tipa nonostante tutte le esperienze traumatiche ostentasse tanta fermezza nei confronti di una bestia che quando si accoppia non lo fa con la fama di una cucciolata allegra e felice. Davvero nessuno aveva mai letto documentari sui Magala? A quel punto ogni dubbio venne eliminato completamente dalla sua testa, ripetendosi che più ci rimuginava e peggio sarebbe stato: afferrò la mano di Juri e con una presa decisa suggellò quel patto. Prima di sentirle dire qualcosa di tagliente però la tirò a sé, avvicinandola pericolosamente al suo muso con la quale l'aveva sovrastata e costretta a girare il collo verso l'alto il più possibile.
    Ti avverto Juri: non uscirai dal mio campo visivo senza che io possa ritrovarti facilmente indipendentemente da dove andrai...
    Con la mano libera mise in evidenza uno di quei grossi telefoni imbottiti che si usavano nelle operazioni militari, che tra le sue dita sembrava un cellulare qualsiasi. Dava l'idea di essere pronto a chiamare l'esercito o installare sotto la pelle di Juri un chip avanzato, ma si limitò a comporre un numero molto velocemente per poi portarsi il telefono vicino all'orecchio ed iniziare a parlare. A giudicare dal tono di voce dall'altro lato, sembravano molto entusiasti di ricevere un'ordinazione da parte del famoso cliente avvocato, e dalla durata della telefonata era facile capirei l perché. La quantità di cibo ordinata era molta e mentre nominava certe pietanze girava lo sguardo verso Juri come a cercare un cenno: se la vedeva entusiasta prendeva due porzioni in più. Durante tutto il tempo dell'ordinazione Shagaru rimase con la mano stretta su quella della ragazza, come a volerle dire implicitamente che non poteva rifiutare quello strambo invito a cena, anche se si trattava prevalentemente di roba ipercalorica da fast food. Poco elegante forse, ma l'ideale per ricaricare velocemente delle batterie molto provate. Finita la chiamata, Shagaru mise via quel grosso telefono e finalmente lasciò andare Juri, concedendosi un momento per guardare il macello che avevano lasciato in corridoio.
    Quello lo pulisco io, tu vai a farti una doccia. Non voglio che i ragazzi delle consegne pensino che abbiamo ucciso qualcuno.
    Fece una piccola pausa mentre si armava di stracci e asciugamani da mettere in spalla, ma prima di distogliere del tutto l'attenzione da lei le lanciò un ultimo monito.
    Non vestirti troppo quando hai finito. La digestione mi rende impaziente.
     
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    "Io non mi nascondo, io cerco di cambiare, c'è una bella differenza. Nasciamo nella carne ma cresciamo nello spirito." Anche con la memoria decimata, Juri immaginò che un tempo avrebbe sollevato gli occhi al cielo a quella frase, o tentato di minimizzare in qualche modo senza dare a vedere quanto la cosa l'avesse toccata, ma in quel caso proprio non riuscì a fare a meno di concedersi un sorriso amaro, mordendosi la guancia per evitare di dare ragione al drago anche verbalmente. Rendersi conto di avere meno autocontrollo di una creatura la cui razza era famosa per la propria ferocia era di certo un rospo molto grosso da buttar giù. Fortunatamente le sue battute e provocazioni a sfondo erotico riuscirono a portare la conversazione verso lidi più piacevoli e meno strazianti; doveva ammettere di sentirsi completamente scombussolata per la giornata appena passata e per quel brusco ritorno a se stessa... o perlomeno a ciò che ne rimaneva.
    Ghignò a quella risposta riguardo la segretaria sexy e sollevò gli occhi e le mani al cielo alla sua conclusione. Ohhh, scusi tanto "Egregio signor avvocato"! Non pensavo che qualche completino sexy potesse mettere a rischio la sua rispettabile posizione di protettore della giustizia... Ridacchiò, scherzosa. In verità aveva notato con sommo piacere quanto poco il drago fosse scandalizzato o imbarazzato dalla sua proposta, e non poté fare a meno di mordicchiarsi lascivamente il labbro inferiore nel concedersi un'ampia e fin troppo penetrante occhiata. Perché sì, sapeva qualcosa sui Magala ma era abbastanza pazza da non tirarsi indietro neppure di fronte a quello. Se c'era una cosa che ricordava di sé, era la passione per il sesso violento e dissoluto, e senza ricordi precisi dei traumi subiti di recente poteva tornare a essere la pervertita che era sempre stata… almeno per il momento. Certo, c'era sempre il "piccolo" particolare della sua follia poco gestibile e del potere totalmente impazzito, ma più il sangue del drago prendeva a scorrerle nelle vene ed assestarsi, più cresceva in lei la sensazione di star tornando davvero nel presente, tanto da indurla a pensare "Ahhh, cavolo, potrei diventare dipendente da questa sensazione!". Giusto la frase successiva del drago incrinò per un breve momento la quiete che andava via via a impadronirsi di lei, perché i guinzagli non l'erano mai piaciuti e quella suonava fin troppo come una minaccia, più che un aiuto. Certo, era necessario purtroppo, ma sentirsi troppo pressata non era nelle sue corde e volle farglielo presente, anche se bonariamente.
    Ehi ehi, non esagerare adesso! Apprezzo l'impegno ma così sa troppo di rapporto cane-padrone. Purtroppo non sono tipa da guinzaglio e collarino... non su me stessa, perlomeno.
    Gli fece l'occhiolino. Improvvisamente le venne spontaneo figurarsi l'immenso drago con un collare al collo, un grosso guinzaglio -magari una catena- e lei dall'altra estremità che lo osservava mentre lui si dilettava a fare cose non meglio descrivibili con quella lunga, enorme… lingua. Ok, decisamente era una fortuna che lei non avesse erezioni da mascherare, perché la fitta d'eccitazione che bussò tra le sue cosce la costrinse a serrarle di scatto e sfregarle l'una contro l'altra distrattamente, fingendo noncuranza. Sorrise, scuotendo la testa per riprendersi, ma le venne spontaneo leccarsi le labbra. Calma i bollenti spiriti, Juri… Quello non era decisamente il momento di pensare a certe scene alquanto improbabili. Anche se, chissà, magari un giorno, recuperata un minimo di sanità mentale e soprattutto il completo controllo sul proprio potere… Insomma, una donna poteva sognare. Ad ogni modo aveva appena promesso di "fare la brava", quindi ricordò di non poter fare troppo la schizzinosa e aggiunse un cenno del capo secco. Però, ecco, ti prometto che farò del mio meglio per informarti di tutti i miei spostamenti. Suppongo di potermi abituare. Sperava di aver rimediato allo scivolone appena compiuto; non aveva voglia di metterlo di cattivo umore ora che cominciavano ad andare -quasi- d'accordo… specie perché quel "quasi" era destinato a sparire. Juri fu costretta a strabuzzare gli occhi, mentre l'immensa figura del drago gli si parava di fronte sotto un'altra luce, fatta di cori angelici e stelline scintillanti, rendendolo improvvisamente la creatura più appetibile della terra ai suoi occhi, almeno per quel momento. Lo osservò mentre ordinava una valanga di cibo e non poté che mimare un "due" per indicare una doppia porzione ogni volta che Shagaru ordinava qualcosa di piccante, scuotendo invece il capo per qualsivoglia dolce o schifezza insipida citata. Solo sapori forti per lei, grazie. Cazzo sì, le sembrava di non mangiare da mesi! Cosa anche probabile dal momento che non era propriamente viva e il cibo non le serviva per campare, ma poco male. Come se offrirle la cena non bastasse, Shagaru volle proprio strafare per rendersi incredibilmente apprezzabile... o forse per farla arrapare, difficile sceglierne una.
    Mi stai dicendo che... non solo mi offrirai la cena ma sistemerai questo casino da sola e, addirittura… ci sarà anche il dessert dopo?! A quel punto avrebbe potuto fissarlo più intensamente solamente se un'enorme orgia si fosse consumata alle sue spalle. Dovette leccarsi le labbra, di nuovo, ma stavolta lasciò che lui la vedesse per bene mentre lo squadrava da capo a piedi, da braccia a... pacco, promettendogli già solo con gli occhi che non si sarebbe pentito della propria decisione. Agli ordini "Capo"… Credo di aver appena pensato all'abbigliamento perfetto per questa serata!
    E in effetti, quando si spogliò della felpa distrutta per infilarsi in fretta e furia in doccia, aveva tutta l'intenzione di uscire di lì completamente nuda e offrire un piccante spettacolo a eventuali ragazzi (o ragazze) delle consegne; pensati al plurale perché aveva l'impressione che non sarebbero bastate due mani per tutta quella roba.
    Sotto l'acqua, oltre al sangue, cercò di farsi scivolare addosso tutto lo stress e i frammenti di ricordo recuperati quel giorno, sforzandosi di ignorare le allucinosi che la accompagnarono per tutto il tempo, sotto forma di sagome insanguinate che la fissavano e liquido scarlatto che grondava dal doccino ogniqualvolta riapriva gli occhi, creando dei flash parecchio inquietanti. Il sangue del drago e la sua presenza l'avevano distratta abbastanza da dimenticarsi per un momento che era piombata lì senza meta né un passato recente, nonché corpo e mente totalmente incasinati, ma l'acqua calda riportò a galla tutto… un motivo in più per restare lì dentro il meno possibile, cazzo! Liberatasi di tutta quella melma e quel sangue, uscì di corsa e con gli occhi chiusi, cercando di respirare a fondo, nella speranza che un po' di ossigeno potesse rilassare e far svegliare quel fottuto cervello guasto che si ritrovava. Alla fine, dopo qualche profondo respiro e lo sforzarsi di pensare intensamente al corpo del super drago che la aspettava nell'atrio, intento a pulire con le sue quattro braccia e i suoi innumerevoli attribuiti… si sentì pronta per guardarsi allo specchio. Totalmente nuda e senza trucco, con i capelli completamente sciolti e lisci, Juri appariva quasi innocente, una piccola ragazza sperduta… la stessa diciassettenne di anni prima. Sbuffò, seccata che in quel bagno non avrebbe trovato di certo la sua matita kajal, o il gel con gli elastici per sistemarsi i capelli e recuperare un minimo dell'immagine che conservava di sé. Pazienza, dopotutto il corpo tonico l'era rimasto e il drago lo aveva apprezzato una volta, per cui si strizzò le tette e sollevò il mento, dandosi un'ultima occhiata prima di avviarsi e... decidere che quella cicatrici agli arti la distraevano parecchio e facevano anche un po' accapponare la pelle. E poi, in fondo, piombare di là nuda sarebbe stato troppo scontato, no? Fece di meglio, dunque, sgattaiolò nella prima camera visibile e recuperò dal primo armadio disponibile due cravatte e una camicia, sempreverde nell'abbigliamento di seduzione femminile. Sapeva che non avrebbe probabilmente sortito effetto su un drago, ma valeva la pena provare, o rischiare comunque di farsi ammirare da eventuali presenti. Aveva infatti una voglia matta di testare il grado di sopportazione di Shagaru, nonché il suo umorismo, cosa molto poco saggia in effetti, ma doveva pur abituarsi alle sue follie da spettro liceale se voleva davvero starle dietro… Quindi Juri avrebbe fatto in modo di uscire dalla stanza proprio al momento della consegna, tanto per fare un "innocente" dispetto al padrone di casa e mostrarsi (o meno) in quello stato perverso. La camicia le stava divinamente (anche se aveva dovuto fare PARECCHI risvolti per portarla vagamente a misura), ma era ciò che lasciava intravvedere a meritare un secondo sguardo, la lasciò infatti aperta, sfoggiando una lingerie improvvisata che sembrava più un perverso bondage grazie alle sue abilità pregresse: sul seno un disegno di nodi e seta che passava sulle braccia come un top a spalle nude e tirava su il seno, strizzandolo ma lasciandolo scoperto al contempo, mentre sotto, un perizoma altrettanto "chic" legato alla giapponese, che passava in mezzo alle grandi labbra e alle natiche mettendole in risalto, coprendo a malapena ciò che nascondevano. Ovviamente non aveva potuto legarsi da sola, altrimenti avrebbe fatto di peggio con quelle lunghe cravatte.
    Spuntò fuori alle spalle del drago stringendolo da dietro, cosicché con un po' di fortuna chi si trovava dall'altra parte del suo immenso corpo avrebbe a malapena intravvisto la sua figura arrivare e notato solo a quel punto le sue braccia nude stringerglisi alla vita. Ma poteva limitarsi a quello e perdere l'occasione di metterlo in una situazione imbarazzante? Nah, nel parlare finse un broncio e una vocina da liceale innocente, degna di un oscar.
    Ehi Daddyhhh... hai promesso di non sculacciarmi se avessi messo le tue cose… Sarai gentile con me almeno stasera, vero? Non voglio che il culetto mi faccia male per giorni come la scorsa volta… Sei stato così cattivo! Si sporse a guardare dall'altra parte, fingendosi sorpresa e improvvisamente imbarazzata. OH, perdonamiiii! Non mi ero accorta fossi in compagnia! Quindi mi lascerai mangiare, oggi?! Grazie Daddy, grazie!
    Gli occhioni da ragazzina le venivano fin troppo bene senza trucco e con i capelli al naturale. In quelle condizioni mostrava fin troppo bene la sua giovane età e anzi, sembrava addirittura più piccola, forse minorenne... Ops. Voleva fargli fare la figura del maniaco e incrinare davanti a terzi la sua "rispettabile posizione di avvocato"? In realtà l'idea la divertiva, certo, e dispettosa per natura com'era inizialmente aveva voluto proprio quello ma, a arrivati a quel punto, a contatto col suo corpo, si rese conto di essere messa in una situazione scomoda da sola, perché aveva voglia di tutt'altri giochi e sperò di non farlo arrabbiare abbastanza da far saltare il tanto agognato "dopocena". Forse aveva esagerato in effetti. Era proprio una pazza incosciente. L'obiettivo principale divenne dunque stringersi all'immensa schiena del drago e concedere a entrambi un po' di calore, un po' pentita di quello scherzetto. Quanto ai seni strizzati al massimo contro la schiena di lui, o ai capezzoli che già iniziavano a gonfiarsi di voglia e minacciavano di bucargli le scaglie… Che dire? Anche lei diventava impaziente quando si parlava di cibo.
     
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    Non c'era un vero modo per tentare di contenere Juri, in nessun senso, questo oramai il Magala lo aveva capito molto bene. Tuttavia poteva mantenere l'attenzione su di sé alta, e probabilmente sarebbe bastato per mantenerla sotto la sua "ala protettiva", anche se probabilmente Juri aveva intenzione di farsi ricoprire con ben altro che una calda copertura di dure scaglie nere. Inoltre, non poteva negare che la tensione sessuale che si era creata con le sue occhiate, le sue frecciatine e i sospiri trattenuti a stento gli dava soddisfazione: quel Magala non viveva senz'altro solo di cibo spazzatura e pratiche legislative, aveva bisogno dei suoi sfoghi e la violenza era necessariamente tra questi, che riguardasse un sano combattimento o un rapporto diretto. E Juri era una delle poche a potergli tenere veramente testa, in tutti i sensi, dopotutto era stata quella più vicina ad ucciderlo e potersene vantare da vivi non era cosa da poco. La micidialità di quella ragazza, la sua pericolosità, erano secondi solo al suo fascino e parte integrante di esso. In un'altra vita sarebbero stati probabilmente anime gemelle, altro che catena e guinzaglio, ma a legarli in quel momento c'era qualcosa di unico e Shagaru lo sentiva. Juri non impazziva all'idea di sentirsi sotto controllo e il solo fatto che stesse provando a mantenere le distanze bastò ad accendere un leggero bagliore sul volto del Magala, non furioso ma somigliava decisamente ad un padre severo mal disposto ad accettare un no come risposta, ma il compromesso sembrava raggiunto e tanto bastava per portarlo alla quiete. Se non altro la promessa del cibo e del sesso era qualcosa su cui nessuno dei due avrebbe discusso e lo sguardo a dir poco famelico che Juri gli lanciò alla fine di quella telefonata riuscì a far salire un brivido lungo la schiena perfino ad un Magala. Pensò fosse paura ma in realtà era uno strano tipo di eccitazione che non aveva mai provato fino a quel momento, e che di sicuro non pensava di poter provare davanti ad una ragazzina come Juri. La sua avventura da guerriero delle ingiustizie stava prendendo una piega imprevedibile, ma ne era così maledettamente attratto che non poteva tirarsi indietro neanche di fronte al suo immane senso del dovere.
    Non ti i riesce mai a prendere in contropiede eh...
    Avrebbe voluto farlo suonare come un rimprovero ma suonò decisamente molto più vicino ad un complimento che altro. A volte dimenticava quanto giovane fosse in realtà quel terribile mostro fatto di pura malvagità omicida, tanto che nel vederla spogliarsi e scappare verso la doccia di fretta fu quasi colto da un paterno senso di colpa, ma quello non era insolito dato che capitava spesso nel suo lavoro. Il senso di colpa svanì nel soffermarsi con lo sguardo sul suo fondoschiena perfetto e le gambe allenate, si domandava quanto forte poteva tirarle verso di sé prima di romperle per la foga del sesso. Maledetta Juri.
    Abbandonò tutti i suoi pensieri in quel momento, decidendo piuttosto di darsi da fare per togliere di mezzo il macello che lui e Juri avevano fatto (prima ancora di iniziare a scopare). Prima di tutto però avrebbe abbandonato ogni traccia di abito rimanendo completamente nudo, così da non sporcare ulteriori cose in giro. Provò con dei prodotti per la casa ma oltre ad essere piuttosto impreparato sull'argomento notò che non erano particolarmente efficaci su dei grumi tanto maledetti e oscuri. Il suo sangue più quello di Juri si era rivelato un avversario ostico anche per i prodotti anti-tutto di Jack il Bello e senza troppe esitazioni Shagaru decise di utilizzare i suoi poteri per riuscirci. Non era molto nobile né responsabile, ma se non avesse utilizzato la sua fiamma atomica di sicuro non sarebbe riuscito a togliere il sangue. E poi i suoi pavimenti erano fatti apposta per resistere a quel potere, quindi non poteva che essere la soluzione migliore. Il risultato fu che l'intera stanza, che comprendeva salotto, cucina e anche sala degli ospiti si era impregnato del suo potere, una pulsione intensa che non sarebbe stato dissimile da un afrodisiaco se mescolato all'odore che produceva naturalmente quando era eccitato. Prima che arrivassero i ragazzi delle consegne, Shagaru si era già messo di nuovo comodo, adottando per un abbigliamento meno costrittivo e più facile da togliere. Indossava una grossa vestaglia blu scuro dall'aspetto rigido, ricordava decisamente un kimono giapponese ma era sprovvisto di maniche e si indossava in maniera simile ad un poncho in modo da non dare fastidio al numero delle sue braccia. Assieme alle ali posate sulle spalle come un mantello lo faceva quasi somigliare ad un signore della guerra giapponese, e i simboli di tomoe bianchi e grigi a fargli da decorazioni sembravano decisamente appoggiare la cosa. Arrivato il cibo, Shagaru si avvicinò subito alla porta con la tessera dei crediti pronta, era il modo migliore per pagare tutto quel cibo e i suoi fattorini di fiducia sapevano che potevano utilizzare vecchi scatoloni metallici per trasportare tutto, perché Shagaru restituiva sempre quelli che rimanevano a casa sua e di solito gli impavidi ragazzi che portavano tutta quella roba ci trovavano sempre dentro della generosa mancia. Accortezze preziose quando hai a che fare con una bomba ad orologeria come Juri, che colse tutti di sorpresa proprio al momento del pagamento. I ragazzi sbiancarono più volte e per più motivi: primo nel vedere una ragazza così bella davanti a loro, secondo per le cose che diceva e le implicazioni che portava. Shagaru invece fu colto contemporaneamente da rabbia e eccitazione nello stesso istante, tanto che le sue corna si irradiarono di energia violacea guizzando verso l'alto come se fosse pronto al combattimento. Non ruggì però, si limitò a gonfiare la schiena, pietrificato da un vago imbarazzo, mentre un verso simile ad un lamento lo manteneva vivo. Sbuffò una densissima nube viola di energia dalle narici,ma più stava a contatto col seno di Juri e più si calmava, il suo abbraccio per quanto dispettoso era tutto meno che sgradevole, e nessuno dei presenti riuscì a dire niente, anche perché i ragazzi sarebbero stati capaci di formulare solo imbarazzati complimenti e frasi fatte che volevano ostentare in qualche modo la mascolinità e il successo del loro cliente. Per evitare commenti, Shagaru aggiunse ulteriore mancia e divenne frettoloso nel riscattare il suo bottino, per sua fortuna l'opinione che tutti avevano di lui era abbastanza buona da non pensare subito male, e per il momento poteva dirsi salvo. Quando la porta fu chiusa si ammorbidì del tutto, o meglio riprese a respirare normalmente pur non abbandonando la sua aria decisamente alterata. Ma se Juri aveva imparato a conoscerlo sapeva perfettamente che in quel momento non era arrabbiato, anche se faceva di tutto per sembrarlo.

    Hai deciso che provare ad uccidermi non ti basta più, e ora vuoi ammazzare la mia reputazione Juri? E cos'è questo gioco del Daddy? E' inquietante pensare a te come una bambina...
    Lui disse così, ma quando ripeté quella parola ripensò inevitabilmente a come Juri lo aveva pronunciato, e ancora una volta il suo fisico si scosse in maniera chiarissima, come quando Juri gli era saltato addosso mentre lo diceva. voleva fingersi scandalizzato, ma il modo perverso in cui lo aveva chiamato in quel modo lo aveva eccitato tantissimo. Se non fosse stato per il kimono, la cosa sarebbe risultata ancora più evidente. Non la scacciò però, quindi se Juri fosse rimasta attaccata a lui di sicuro non sarebbe caduta. Il drago portò tutta la refurtiva sul grande tavolo nel salotto e fu immediatamente chiaro il perché un drago solo aveva bisogno di così tanto spazio: c'era abbastanza cibo da sfamare una squadra di football, e nonostante ciò ogni porzione impegnava a malapena le grosse mani del Magala, non era difficile immaginare perché fosse un cliente tanto apprezzato.
    Forse è perché non hai sangue addosso, ma sei più bella senza trucco, lo sai?
    Insolito come modo di stemperare la tensione, ma in quel momento Shagaru era particolarmente vulnerabile, anche se la parola giusta forse era "rilassato": difficile immaginarlo con una creatura tanto pericolosa quanto seducente appesa alla schiena e agganciata al proprio corpo, vogliosa di mettere gli artigli sulle sue possenti scaglie, ma sapere di averla con sé e non in giro ad uccidere o peggio ancora, farsi uccidere, era un netto miglioramento per Shagaru. Se poteva tenere sott'occhio e al sicuro i suoi "clienti" stava sempre più in pace con sé stesso del normale.
     
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    Dietro di te OwO

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    Doveva ammettere che persino lei si sentì attraversare da una scossa di timore quando percepì la rigidità dell'immenso corpo di Shagaru contro il petto. La soddisfazione per averlo impietrito dall'imbarazzo fu fin troppo fugace per i suoi gusti. Dovette spostarsi leggermente indietro per poterlo guardare di sfuggita "in faccia" e ciò che vide le fece pentire (quasi) di aver parlato. Non poté fare a meno di assumere un'espressione colpevole nel vedere le sue enormi corna alzarsi, ma anche di ricevere un'altra scossa d'eccitazione davanti al segno che il drago era pronto a dare battaglia. Era normale essere così eccitata in quel contensto? Da quando era uscita dalla doccia si sentiva sempre sull'orlo di un orgasmo che non arrivava mai. Irritante a dir poco. Fu costretta a smettere di sbirciare le sue dannate corna per non pensarci. Tornò dunque a nascondersi dietro la sua schiena, quasi a trovarvi riparo, come se non fosse proprio lui il grosso mostro arrabbiato da cui scappare. Non prima però di aver lanciato un'occhiata alle facce dei ragazzi delle consegne e aver ridacchiato di rimando. Beh, di sicuro li aveva sconvolti, almeno un pochino, e ciò bastò a soddisfare la sua voglia di scandalo… che svanì quando li vide andar via senza fiatare, lasciandola sola con quella furia di tre metri tutta nera e probabilmente incazzata. Mentre la porta si chiudeva non poté resistere dallo sbuffare sonoramente, alzando la voce per farsi sentire anche all'esterno, almeno nelle prime parole.
    Ohhh, ANDIAMO! Che bastardi codardi e noiosi... Ti considerano davvero così *pappamolle* (Avrebbe voluto intendere "buono" in senso positivo, ma piuttosto si sarebbe ingoiata la lingua) da lasciare una fanciulla nuda e *indifesa* con un colosso della tua stazza? Assurdo!
    E niente, a quel punto valutò per un momento se fingersi spaventata potesse salvarla dall'ira del drago, pronta a fare un passo indietro per guardarlo con grandi occhioni da cerbiatta... ma questo fu prima di sentirlo rilassarsi contro di lei, cosa che le permise di recuperare il solito sorrisetto dispettoso. Decise comunque che sarebbe stato saggio restargli appiccicata e alle spalle, per precauzione. Solo una volta che lo sentì parlare, e fu dunque sicura di non avere a che fare con la sua versione molto arrabbiata, si concesse di fluttuare per potergli arrivare al collo e appoggiarsi sui suoi enormi trapezi da dietro, guardandolo divertita. In qualsiasi altro contesto avrebbe trovato ridicolo un drago in pseudo kimono, abbigliamento che l'era fin troppo affine avendo origini asiatiche, tuttavia con quel particolare drago si sentiva così arrappata da considerarlo sexy. SEXY! Che fosse dannata. Per fortuna riuscì a cogliere una punta di comicità in tutta quella tensione sessuale che li attanagliava, e vi si aggrappò per stemperare (a modo proprio) la situazione… o almeno provarci.
    Ahahah, ti preoccupi troppo, draghetto. Non devi temere: per la maggior parte delle Nazioni sono maggiorenne da diversi anni. E per altre… beh, sai, in alcune zone rimaste indietro, tra un annetto potrei addirittura bere alcolici! Considerami perfettamente legale, insomma! Ahahah
    Gli fece l'occhiolino, continuando a prenderlo in giro ma mordendosi il labbro per trattenersi dal ridere più del dovuto. Lo seguì dunque verso il tavolo, fluttuando abbracciata al suo collo mentre lo osservava dall'alto (per una volta) trattenendo a stento le risa come un malefico folletto dispettoso. Vista l'immensità dell'arredamento e del luogo, una volta arrivati scese a terra per poterlo aiutare a sistemare tutto sull'enorme tavolo. Si sorprese persino lei del proprio gesto di gentilezza, ma poi si disse che era normale. In fondo, il fatto che lui fosse grosso il triplo di lei e avesse quattro braccia, non la rendeva improvvisamente impedita e Juri credeva nella parità… No, ok, quella era un enorme stronzata. Anzi, amnesia o meno, era sempre stata una grandissima stronza che preferiva le donne agli uomini proprio perché le considerava creature superiori; mettendo se stessa in prima linea, ovviamente. Forse la verità era che Shagaru, per essere un "maschio", avrebbe potuto addirittura piacerle e sicuramente giovava il fatto che non fosse affatto umano e avesse fin troppe buone ragioni per essere un portento a letto, cosa molto importante per un tipo lascivo come lei. Stava giusto pensando a questo, mentre sistemava sul tavolo qualche vassoio di alette e cosce di pollo in salsa extra piccante e, tra un posare e l'altro, ne afferrava alcune con le dita per portarsele distrattamente alla bocca e morderle con ben poca grazia. Nell'arco di due minuti ne finì due e ne aveva una ancora in bocca quando il drago parlò di nuovo, costringendola a sollevare lo sguardo. In men che non si dica la mandibola si sganciò, la bocca si aprì, e l'aletta numero tre finì a rotolare sul pavimento. Aveva tutta la salsa spalmata sulle e introno alle labbra, quando si mise a fissarlo come se fosse impazzito, con gli occhi strabuzzati e le sopracciglia aggrottate. Quello… non era una complimento un po' troppo… sì, ecco, TROPPO gentile? Smielato avrebbe detto lei. Insomma, sì, Juri detestava quella roba. Era robetta per liceali, dai! Liceali sane di mente. Quelle vere.
    Fu talmente sorpresa che rimase per un istante basita e a bocca aperta, le parve quasi di essere impazzita del tutto perché a un certo punto si sentì addirittura le guance in fiamme, cosa che la costrinse a uscire da quella specie di trance idiota e fingere diversi colpi di tosse che sfogò su un pugno.
    Haem, questa fottuta salsa è davvero forte! Coff coff! Cazzo che caldo... Fiuuuh!
    Si batté qualche colpetto al petto (sarebbe stato più lecito definirli veri e propri pugni), schiarendosi la voce. Solo dopo diversi colpi, qualche sguardo alle alette, al pavimento, alla povera coscia caduta e a qualunque cosa che non fosse il drago o i gonfiori dati dalle sue erezioni, recuperò la propria aria strafottente, rifugiandosi nel suo solito ghigno perverso. Odiava i complimenti, le "coccole", ma odiava ancora di più mostrarsi debole e sperava vivamente che quel rossore venisse interpretato come ciò che effettivamente era… la salsa extra piccante, ecco. Ad ogni modo, recuperato un minimo di raziocinio, lo guardò, tornando maliziosa. Decise di fuggire dall'imbarazzo cavalcando l'evidente tensione sessuale da cui goffamente avevano cercato di fuggire entrambi fino a quel momento, invano.
    Sai drago, mi sono trattenuta dal prenderti in giro prima, perché beh, apprezzo davvero il tuo aiuto e sto cercando di andare d'accordo… Ma non è che, in fondo… Sei davvero un pervertito che si eccita con le ragazzine? Pensavo non fosse fattibile per un drago, nonché rispettabile avvocato ma: guardami. Mentre parlava gli andò in contro, leccandosi via la salsa dalla bocca in due ampie e fin troppo maliziose leccate. Allargò le braccia e i suoi seni sussultarono, aprendosi contro la camicia. Erano gonfissimi. Guardami bene: senza trucco dimostro tutta l'età in cui sono morta. E lì sì, che ero una bambina. Poi tutta quella storia del "Daddy"... Mimò le virgolette con le dita, mentre camminava. - che trovi così "inquietante" ma ti ha fatto eccitare così tanto… Mi devo preoccupare? (Non sembrava AFFATTO preoccupata) Del resto, posso anche chiamarti così quanto vuoi, se ti piace. Sai, per moltissimi è un giochino simpatico da fare a letto, umani e non. Quindi... Era decisamente troppo minuta rispetto a lui per giocare troppo tempo quella parte da femme fatale da terra, quindi scattò e, fluttuando, fece in modo di arrivargli proprio davanti alla faccia, posandogli le mani vicino al collo ancora una volta, sulle spalle enormi, lasciando che potesse guardarla bene in viso, ancora una volta dal basso, sbattendogli praticamente i seni sul muso. Forse prima di cena hai voglia di sculacciarmi per essere stata una bambina cattiva, Daddy? Magari ho bisogno di una punizione…
    In simili situazioni non le piaceva che fosse così tanto più grosso di lui, per questo fece in modo di mettersi in una posizione di superiorità, per quanto momentanea. Aveva una grandissima voglia di afferrargli le corna ed essere violenta anche, una voglia tale che le braccia le tremarono per resistere, ma si costrinse ad andarci piano. La verità era che aveva paura. Aveva paura che se Shagaru avesse perso il controllo, anche lei sarebbe uscita di nuovo di testa, sangue dragonico o meno, e non era ancora pronta. Quindi fu sensuale ma molto cauta nel toccarlo. E fu un caso assolutamente "fortuito" che l'orlo della camicia le si fosse alzato lungo i fianchi abbastanza da raggiungere la sommità dei glutei e rimanervi incastrata sopra, dato quanto erano gonfi e tonici, scoprendo proprio la parte su cui lo invitava a concentrarsi. Juri aveva una muscolatura perfetta, l'ideale mix tra femminile e letale, e non aveva mai fatto mistero di andarne molto fiera, per cui le venne spontaneo spostare lo sguardo lascivo dalla faccia del drago alla parte incriminata e sporgere leggermente il fianco per offrirgli una visuale migliore, mentre gli sussurrava quelle parole. Solo dopo, portò la mano all'orlo incriminato, ricoprendolo con una lentezza fin troppo marcata.
    Certo, se sei troppo affamato mangia, prima. Non vorrei strapazzarti troppo...
    Era quasi comico il modo in cui Juri riusciva a sentirsi e comportarsi "da superiore" anche quando sapeva perfettamente quanto rischiasse e con CHI e COSA lo stesse facendo. Probabilmente da qualche parte era ancora una pazza in cerca di distruzione… La propria.
     
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    Non erano di certo i cavilli legali ad impensierire il Magala, che anzi erano oramai diventata la sua personale giungla, migliore di qualsiasi tana della bestia per lui, dato che doveva conviverci così a contatto e senza il minimo errore da esserne diventato un vero esperto. Shagaru era quel tipo di persona che avrebbe perfino potuto compiere un gigantesco furto o un omicidio in piena regola sapendo però come sfuggire alla legge nella maniera più consona, DOVEVA saperlo perché doveva anche poterlo impedire. Quindi quanto fosse legale Juri era l'ultimo dei suoi pensieri. A dare filo da torcere alla sua calma invece era la voglia che animava certe pulsioni, irrefrenabili, incontrollabili, arrivate ad un livello da poter essere perfino considerate pericolose. Aveva addirittura indossato la sua vestaglia-kimono, l'equivalente di un grosso pigiama per un drago come lui incapace di trovare abbigliamento consono se non in saloni dove vendono teloni per automobili, un elemento che nella sua psicologia significava "relax, è ora di sdraiarsi sul divano e non fare niente". Ma neanche quello aveva funzionato e il fatto che Juri le fosse rimasta attaccata alle scaglie non aiutava di certo. Non disse neanche nulla quando la vide iniziare a mangiare prima ancora di aver finito di allestire il banchetto: già di norma per un drago era una consuetudine abbastanza strana e Shagaru in particolare aveva preso l'abitudine di quel genere di etichetta solo per il suo lavoro, mangiar e il cibo d'asporto direttamente dalla scatola era praticamente la normalità e non gli diede minimamente peso. Al massimo avrebbe potuto arrabbiarsi perché Juri aveva iniziato proprio dal pollo, il suo preferito, ma per il momento ce n'era abbastanza per entrambi. Immaginatevi dunque quanto velocemente scattarono verso l'alto le corna di Shagaru quando vide Juri far cadere un grosso pezzo di quel prezioso pasto appena sentì il suo gentile complimento. E quanto altrettanto velocemente tornarono al loro posto quando vide Juri tanto imbarazzata. Era davvero riuscito a coglierla alla sprovvista, per una volta? Che dire, aveva ancora qualche asso nella manica anche lui, anche se fino a quel momento non se n'era di certo accorto. Non c'era proprio niente di ingenuo e fanciullesco nelle parole di Shagaru, aveva detto la verità e l'aveva pronunciata ad alta voce perché era un pensiero sincero. Forse perché troppe volte l'aveva vista con quel trucco sfatto pieno di sofferenza, dolore e crudeltà, mentre sotto nascondeva un visino quasi angelico che mal si sposava con quel carattere dispettoso e dissoluto. Quindi quella non era la timida confessione del ragazzo della classe accanto ma piuttosto la sentenza di qualcuno che aveva davvero iniziato a conoscerla. per una volta fu lui a ridacchiare sotto i baffi, sibilando soddisfatto nel vederla finalmente arrossire per un motivo che non fosse il troppo seme dentro di lei, se non fosse stato occupato a sistemare le ultime pietanze si sarebbe perfino fatto gonfiare il petto con orgoglio, trasformando le sue corna non in un simbolo di furia ma in una cresta di gallo difficile da abbattere. Quel senso di vittoria però durò davvero poco e come se avesse voluto accettare una fantomatica sfida, Juri colse la palla al balzo per riprenderei l suo gioco di provocazioni, andandogli in contro e mettendosi in mostra, costringendolo a posare in fretta e furia l'ultima scatola che teneva tra le zampe visto che dopo quel gesto non sarebbe più riuscito a prendere la mira sul tavolo: la sua attenzione venne catalizzata completamente sul corpo di Juri che niente aveva d invidiare a quel delizioso e ipercalorico banchetto.
    Io e te abbiamo un concetto di "pervertito" molto diverso, Juri...
    Anche per il suo essere di poche parole, quella era una gran bella sintesi rispetto a ciò che stava pensando davvero. Lui era un Magala, una creatura che vive unicamente per uccidere e riprodursi, entrambe cose che il buon Shagaru tentava di fare nella maniera più contenuta possibile. Scopare senza freni e nella maniera più violenta possibile era un modo per non trasformare un quartiere di New Vegas in un nido fatto di uova e cadaveri, non certo ciò che un essere umano potrebbe banalmente chiamare "essere un pervertito", ma nonostante questa convincente arringa l'avvocato riuscì ad esprimersi poco, specialmente perché si rifiutava di farsi indietro o distogliere lo sguardo da quella che ai suoi occhi era ancora una ragazzina, quindi la fissava con aria severa e incrollabile, finendo però inevitabilmente per subire la sua irresistibile malia. Ogni volta che lo chiamava in quel modo l'eccitazione montava: Juri era stata già a letto con lui, poteva sentire l'odore di maschio arrapato che si faceva più pungente ed intenso, quello di un drago non era di certo mero sudore o normalissimi feromoni, era come un veleno irresistibile, incapace di uccidere ma forte da impregnare l'aria, proprio come la salsa piccante di cui andava tanto ghiotta. Non balbettò, non mugugnò, non esitò, ma quel nodo alla gola che sembrava volerlo far sbavare da un momento all'altro risultò evidente anche in quell'ultima ed lapidaria sentenza.
    Ti stai sbagliando, non mi fa nessun effetto se mi chiami così...
    Mentiva, e di solito era una cosa che gli veniva bene in aula quando serviva, o quando banalmente doveva temporeggiare, ma in quel momento risultava un libro aperto e le verghe che diventavano evidenti sotto il suo kimono erano l'ultimo degli indizi. Juri continuò a provocarlo, mantenendolo sul filo di un rasoio che non poteva intaccare le sue scaglie durissime ma che di sicuro stava facendo a pezzi il suo autocontrollo, rendendolo sempre più malleabile man man oche scopriva parti del corpo da toccare, violare, da mordere. Shagaru non era schizzinoso come lgi altri draghi: molti non riescono a fare sesso con altri che non siano loro simili perché incapaci di provare soddisfazione con corpi troppo minuti o troppo "teneri". Ai draghi di solito piace trovare resistenza ai loro morsi o partner capaci di eguagliare la loro forza. Per un Magala non è così: la carne morbida priva di scaglie, la costituzione più minuta, l'espressione fragile e facile da sconvolgere, sono tutti elementi che accendono l'istinto predatorio di un simile mostro assetato di sangue, e gli fanno desiderare di possederlo in qualche modo. Per questo Juri si sarebbe presto pentita delle sue provocazioni, a meno che non si aspettasse davvero una risposta. Proprio mentre stava per farsi indietro, rimettendo la camicia a posto, Juri avrebbe sentito chiaramente l'aria deformarsi intorno a sé, e prima che potesse reagire la grossa mano del drago aveva già lasciato un segno rossissimo ed evidente su uno dei suoi glutei. Un gesto possessivo, violento e decisamente poco garbato, ma che avrebbe riacceso tutta quella rivalità e tensione sessuale che li accomunava. Il palmo del drago fu aperto e quando si schiacciò contro la natica di Juri la strinse per un istante prima di lasciarla dolente sotto l'aria tiepida della casa e violata da un gesto tanto crudo. Ma se si aspettava di ricevere ogni tipo di riguardo da un drago che aveva già ampiamente dichiarato di volerla scopare si sbagliava di grosso. Lo sguardo del drago, ancora lapidario su di lei, esprimeva tanta serietà quanta eccitazione, pur rimanendo impassibile come una statua. Il suo tono di voce si fece immediatamente più profondo e serio, tanto da sembrare quasi seducente.
    Questo è per aver fatto cadere del cibo prezioso. Solo perché è tanto non significa che devi sprecarlo.
    A quel punto fu lui ad avvicinarsi a lei, e lo fece con un movimento che rimise in evidenza la loro differenza di stazza: lui leggermente piegato in avanti che sembrava quasi volesse mangiargli la testa con un solo morso. Le corna non erano sollevate, ma risultavano illuminate e leggermente distaccate dalla posizione normale, come pronte a minacciarla seriamente. Ma non c'era proprio nulla di violento in quella posizione: non c'era istinto omicida, solo una gran voglia... di morderla.
    Dimmi che non lo farai più, Juri.
    Sembrava proprio un padre che rimprovera la figlia per un comportamento sbagliato. E se Juri avesse avuto l'ardire di promettergli di non farlo più chiamandolo di nuovo "Daddy", di sicuro Shagaru avrebbe saltato la cena quella sera.
     
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    Juri non poteva fare a meno di pensare che Shagaru in quelle vesti fosse piacevolmente divertente. Non si sarebbe mai aspettata di vedere un drago, per l'appunto abituato certamente a ogni sorta di rapporto bestiale, eccitarsi per una parolina da gioco di ruolo. Eppure, eccolo lì, immenso davanti a lei, con quei suoi muscoli di scaglie ridicolmente gonfi, a guardarla mentre tratteneva a stento tutte le cose che, n'era sicura, fremeva dalla voglia di farle. Forse non era neanche il caso di parlare di voglie; magari, proprio come lei, sentiva il bisogno di saltarle addosso e ridurla a un cumulo di carne ansimante. Chissà, forse avrebbe dovuto temere di essere decapitata da un suo morso, un po' come l'accoglienza che le aveva riservato appena arrivata. E proprio per questi pensieri, la minaccia di sesso sporco e violento che aleggiava nell'aria avrebbe dovuto terrorizzarla… non certo riempirle il corpo di brividi tanto quanto l'odore del drago eccitato penetrava le sue narici, rendendola irrequieta. Se non fosse stata così arrapata lo avrebbe trovato probabilmente buffo, in quei suoi ridicoli tentativi di resistere a impulsi tanto potenti, ma in quel momento, invece, era semplicemente irresistibile. Le faceva venire voglia di fare la cattiva ragazza solo per vedere quanto ci sarebbe voluto per fargli perdere del tutto la pazienza.
    Sai, hai proprio ragione… Dire semplicemente "pervertito" a un Signor drago vecchio come te, è stata una scelta a dir poco ingenua da parte mia. Ed è assolutamente chiaro che uno sciocco giochetto da umani non possa scalfire quelle tue scaglie durissime. Ma allora cos'è… che ti fa eccitare così tanto, D- AH!
    Arrivò decisamente inaspettata. Stava per chiamarlo di nuovo "Daddy", tanto per rispondere a tono, ma un gridolino ansimato strozzò il finale della frase. Nnnh... Con i suoi sensi avrebbe dovuto poter fare qualcosa, ma semplicemente, un istante prima la sua mano era intenta a ricoprire le natiche sodissime che si era tanto divertita a sfoggiare, e un istante dopo su una di quelle soffici colline pulsava una manata ferina, gigantesca, con artigli e graffi annessi che raggiunsero la sua schiena candida. Il bruciore fu fortissimo e intenso e per la sorpresa si ritrovò a farsi completamente sopraffare dalla stazza del drago, perdendo quota e smettendo di colpo di fluttuare, tanto che dopo il fremito iniziale, si appoggiò a una scaglia del suo petto per non cadere, tenendo un braccio di distanza. Il drago avrebbe così avuto pochissimi millesimi di secondo per inquadrare l'espressione decisamente sorpresa che quella sculacciata le strappò, con tanto di lacrimuccia e saliva, prima che lo spettro si rifugiasse nell'ombra della sua stazza immensa. Non lo guardò subito, si concesse qualche istante per riprendersi mentre ascoltava il suo monito, sentendolo a malapena. Dalla visuale di Shagaru, il viso di Juri finì coperto dai lunghissimi capelli e così non poté vederla bene: gli occhi socchiusi dopo essersi sgranati davanti a lui per la sorpresa e la bocca tenuta forzatamente schiusa dai suoi denti che mordevano il labbro inferiore a sangue, per non perdere altra saliva. Tremava tutta, tanto che senza vederla in viso sarebbe quasi potuta sembrare terrorizzata, se non fosse che anche lei iniziò a emanare un fortissimo odore di eccitazione, rilasciando senza rendersene conto energia erotica che impregnò la stanza, trasudando dal suo corpo come visibili scie energetiche rosacee che era possibile distinguere con gli spostamenti dell'aria… o dei respiri di entrambi. La ragazza non poté trattenere un sorriso un po' folle. Quella sensazione era fottutamente perfetta; Quel dolore. Non quello dato da una ferita mortale, niente di così pericoloso da permetterti di perdere tempo a pensare alla tua sopravvivenza. No. Quel tipo di dolore che fa pompare l'adrenalina a mille e ti lascia inebetito per la voglia di averne ancora. A furia di subire traumi e umiliazioni che fortunatamente non ricordava più, si era dimenticata di quanto quella sensazione potesse ricordarle che sì, era viva. Non era crepata anni prima da qualche parte come una stronza e ora poteva spremere la vita pienamente. Un po' come aveva voglia di spremere quel fottuto drago di tre metri finché uno dei due non avesse ringhiato "basta"... Ammesso che fosse possibile.
    N-non... Non lo farò più, D-Daddyh.
    Quando si sollevò per guardarlo, andando leggermente indietro col corpo, la sua espressione non era affatto terrorizzata ma assolutamente entusiasta e desiderosa di continuare. Solitamente avrebbe detto semplicemente "ne voglio ancora", facendo la stronzetta strafottente, ma le venne spontaneo entrare nella parte che al drago sembrava piacere tanto. In fondo meritava un ringraziamento per essere così dannatamente sexy. Quindi come una brava bambina sollevò completamente il lembo della camicia che aveva cercato di abbassare, arrotolandolo e lasciando che rimanesse nuovamente impigliato nella sommità del suo sedere perfetto. Inclinò anche leggermente la schiena indietro, non tanto da mettersi a novanta ma quanto bastava per rendere il tutto ancora più sfacciato e poter comunque guardare il drago dritto in faccia, gli occhi brillanti di energia tanto quanto quelle corna minacciose.
    Posso averne ancora? E visto che le serviva un punto dove arrivare facilmente, e il suo petto era troppo in alto, dove poteva aggrapparsi se non a una delle sue aste di marmo, la prima disponibile, carezzandola con una timidezza che di sicuro non le apparteneva? Per favore... Daddy.
    Inutile dire che, se il drago avesse indagato un minimo, avrebbe trovato la cravatta che le strizzava la vulva completamente fradicia, il clitoride gonfio e pulsante e le labbra già schiuse e ben visibili persino attraverso il tessuto. Cose come la paura e il desiderio che non ci andasse troppo forte con lei, vennero completamente ribaltate e sopraffatte da tutt'altro. Tanto che non ce la fece proprio a rimanere del tutto nella parte e concluse quella richiesta supplicante con un complimento sfacciato che, a dirla tutta, era comunque poco da lei.
    Te l'ho mai detto quanto mi arrapino le tue corna, Shaggy? Mi fanno venire voglia di succhiarle...
    Pronunciò il nomignolo che gli aveva affibbiato tempo addietro esattamente come pronunciava "Daddy", rimanendo diligentemente in quella posizione. Forse era un po' troppo vicina a ben altre cose per parlare in quel modo e confessargli quanto volentieri avrebbe succhiato le sue corna, ma a giudicare dal sorrisetto compiaciuto e da come si leccò le labbra nel farlo, lo sapeva fin troppo bene.
     
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    Un drago non ha le stesse pulsioni di controllo di un essere umano, non è questione di eccitarsi per collari o per catene. Un drago ce l'ha per istinto, è più profondo perché accoppiarsi tra scaglie e fiati bollenti significava lottare a tutti gli effetti, e un capobranco riesce a fare sue molte femmine solo se col terrore e la forza manda avanti veloce quel passaggio rendendole inermi. E per un Magala è tutto amplificato: il sistema matriarcale che punisce i maschi che sfidano la figura femminile li rende estremamente frustrati e desiderosi di sottomettere qualsiasi cosa capiti al loro tiro. Più che desiderio, più che una semplice pulsione, era qualcosa che bruciava dentro e sguardi come quelli di Juri mentre inutilmente cercava di trattenere l'eccitazione e la saliva erano il pano gustoso di una bestia tanto affamata. Per questo Shagaru la fissava senza timore di imbarazzarsi, perché era lui a cercare uno sguardo imbarazzato: quello era il suo habitat naturale, molto più di una montagna innevata o una sala di tribunale. Vederla tremare eccitata, a metà tra il terrore e l'eccitazione, l'avvicinarsi del pericolo ma anche del culmine del piacere, era uno spettacolo impagabile. Non gli servì aguzzare la vista per distinguere i fumi della sua eccitazione, perché li percepiva chiaramente sulle scaglie e nell'aria come odori fortissimi, pungenti. Era come avere già la sua fica bagnata sul volto, grondante di umori che gridava impaziente di ricevere tanta di quella carne e succhi da farla impazzire, e trattenersi diventava sempre più difficile ma Shagaru restava immobile come una statua guardiana, in attesa di una risposta dello spettro perverso davanti a lui. Decise di assecondarlo, come se una risposta fosse necessaria oltre alla pulsante vulva che torturata dalla cravatta iniziava a chiedere di più, piangendo nella speranza che la sua richiesta venisse accolta. Ma in quel caso non era solo una questione di attrazione, era un gioco perverso, per questo Shagaru aveva bisogno di una risposta, e nel sentirsi chiamare di nuovo in quel modo le sue corna arrivarono alla sommità più alta, accendendosi di luce violacea identica a quella che marchiava il volto, la gola, il petto e il ventre nello stesso istante, come una cicatrice brillante che si era accesa. Sembrava quasi pronto a combattere e perfino il kimono non bastava più per contenere il suo corpo, tanto che le verghe facevano capolino da sotto, nonostante non fossero completamente erette. La superiore, quella su cui Juri si era appoggiata, era gonfia ma rivolta verso il basso, mentre quella inferiore faceva appena capolino dalla sacca di scaglie nere, e già solo in quello stato sembravano delle aste marmoree capaci di impalare perfino un cavallo. Il drago però le impedì di divertirsi da sola, anche solo di masturbarle, afferrandole un polso per frenarla mentre con l'altra mano si toglieva il kimono come se fosse stato un mantello, restando completamente nudo davanti a lei, il tutto senza mai distogliere lo sguardo da quello di Juri. Le ali si sollevarono leggermente e il fisico da semplicemente gonfio divenne imponente, sembrava quasi che si fosse alzato di qualche metro ma in realtà aveva semplicemente ripreso a respirare. Non era più una statua immobile che aspettava la parola d'ordine, quello era un drago eccitato, impaziente di prendersi ciò che gli era stato promesso, come l'avidità di quelle creature imponeva per natura.
    Ragazzina pervertita... neanche due cazzi ti bastano? Vuoi anche le mie corna?
    Quando le arrivò il secondo schiaffo Juri avrebbe potuto percepire chiaramente la differenza: era più forte del primo, più intenso, e non ebbe fretta di togliersi di mezzo tanto che la mano si artigliò a lei, quasi a volerle bucare le morbide carni con gli artigli. Fu molto attento a colpire la seconda natica, non la stessa, così da lasciarle un altro segno opposto al primo, sembrava quasi che l'avesse marchiata a fuoco col simbolo di un drago ad ali spalancate, ma ciò che l'avrebbe scossa di più non era sulla sua pelle, bensì dentro di lei: quel colpo intenso sarebbe stato accompagnato da un sottile ruggito, un ringhio di istinto bestiale che avrebbe rimbombato assieme all'energia del drago, energia che stava già dentro di lei grazie al sangue che le aveva donato. L'avrebbe fatta vibrare più di quanto non stesse già facendo e quel suono bestiale non si sarebbe arrestato, rimanendo costante e duraturo mentre continuavano a fissarsi. La gola possente e le corna del drago avrebbero rispecchiato quel ritmo, vibrando e pulsando assieme al verso bestiale del Magala, sembrava quasi volesse ipnotizzarla col suo potere. Le estremità del suo capo non erano semplici ossa come quelle degli altri draghi, erano più simili ad antenne, organi ricoperti di scaglie a tutti gli effetti, caldissimi, pulsanti, pieni di terminazioni nervose, invase dal suo potere come ricoperte da nettare delizioso.
    Se vuoi leccarle... dovrai chiederlo come si deve.
    Anche l'altra zampa tornò sulla sua natica, cercando di ricalcare il segno che le aveva lasciato, così che entrambe le parti di quel culo morbido e meraviglioso sarebbero state in pugno al drago nero. L'avrebbe tenuta salda per impedirle di muoversi senza il suo controllo, e solo se lo avesse supplicato per bene, come voleva lui, come voleva il suo Daddy, allora l'avrebbe sollevata di peso portandosela vicina alla testa, lasciandole fare tutto ciò che voleva. Perché lui allo stesso tempo avrebbe avuto il suo corpo a disposizione per farne ciò che voleva... e non vedeva l'ora di iniziare.
     
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    Juri mantenne il ghigno malizioso che la caratterizzava, indossandolo come avrebbe fatto con una maschera. Nonostante la posizione sottomessa, lo sguardo che rivolgeva al drago sembrava comunque di sfida e non un solo secondo pensò che quella situazione potesse cambiare. Ridacchiò infatti alla risposta di Shagaru, dopo aver fischiato davanti al suo improvviso cambio di proporzioni, un po' come avrebbe fatto davanti a una bella moto per strada. Lo squadrò da capo a piedi nonostante la posizione, leccandosi le labbra lentamente, per nulla intimorita dalla sua imponenza ma anzi, eccitata proprio da essa. Quando diceva che aveva voglia di leccargli le corna non scherzava, così come non scherzava affatto con se stessa quando si figurava intenta a saltargli addosso come se fosse stata lei, la bestia affamata. Ma si trattenne, tremante, perché in fondo quel giochino la eccitava tanto quanto a lui, se non di più.
    Che vuoi farci, Daddyh Fece spallucce, pur mantenendo la posa. Sei terribilmente invitante e io sono ingorda per natur … -AH!
    E poi eccola là, la maschera maliziosa e strafottente sulla quale faceva così tanto affidamento si sciolse una seconda volta, rilassandosi mentre ognuno dei suoi lineamenti delicati si sformava verso il basso e la bocca si spalancava in una smorfia tutt'altro che innocente. Se non le avesse fermato il polso avrebbe avuto qualcosa al quale aggrapparsi, ma in quel modo poté solo cadere leggermente in avanti trovando il suo imponente corpo a frenare la sua caduta. Non furono solo le labbra della bocca a schiudersi a quel punto, anzi, sentì la fica fremere e pulsare come se fosse stata sull'orlo di un intenso orgasmo, senza però poterlo sfogare. La sensazione del sangue di drago che scorreva dentro di lei, invadendo letteralmente ogni antro del suo corpo, come se fosse già piena di lui fin dentro a ogni organo, era dannatamente incredibile. Poteva sentire quel ringhio cavernoso farle vibrare le viscere, ed era fottutamente eccitante.
    GH... bastardo. C-così... non vale, però! Hai baratoh.
    Dovette imprecare per sfogarsi, farfugliando quelle parole mentre tentava di reggersi in piedi, con le gambe che tremavano come se fosse una verginella alle prime armi. Non voleva dargliela vinta così facilmente però, e ben presto tra un rivolo di sudore e l'altro, sollevò lo sguardo e tornò a mostrargli un ghigno, incrinato ma pur sempre di sfida, rimettendosi quasi dritta. Avrebbe voluto dirgli tante cose, provocarlo sicuramente, Shagaru stesso avrebbe potuto leggerglielo in faccia, tuttavia si morse il labbro a sangue piuttosto. A che serviva l'orgoglio davanti alla promessa di sesso soddisfacente e selvaggio?
    Per favore, Daddyh, fammi leccare le tue immense corna...
    Accennò addirittura un'espressione vagamente arrendevole durante la frase. La cosa davvero comica era che, in fondo, non era poi troppo importante leccargli quelle dannate corna, purché le desse un'altra di quelle meravigliose sculacciate. Ma ormai era talmente eccitata che, se anche le avesse fatto richieste ridicole alla "abbaia", "fai un giro su te stessa" o chissà quale altra cretinata, che fosse dannata, le avrebbe probabilmente fatte senza troppo pudore. Si figurò dunque mentre afferrava quelle corna insensatamente sexy e le leccava dalla base alla punta come fossero due lecca-lecca deliziosi, guardandolo dall'alto mentre lo faceva, mordicchiandole in un moto di sfida. Azzardò addirittura di sollevare le braccia e guardarlo come se aspettasse solo di essere sollevata, immaginando il ringhio di Shagaru in risposta alla sua leccata e quanto ciò avrebbe fatto vibrare anche lei… Tutte cose che avrebbe potuto benissimo iniziare a fare da sola, o perlomeno provarci… Eppure, inaspettatamente, bloccata nella sua morsa, Juri non fece assolutamente niente che non fosse gemere quando le afferrò il culo e inarcarsi contro di lui, attendendo che il suo Daddy la accontentasse, come una brava bambina, pronta a mettere in pratica quelle sue fantasie una volta che le sue suppliche fossero state accolte.
    Non avrebbe mai pensato di ridursi così per un maschio… Ma del resto, chi mai avrebbe immaginato di finire tra le grinfie di un fottuto drago, sexy quanto irritante?
     
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