[CONCLUSA]Double Shadows

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    Role Tabris_17 - Salvare

    Haiiro Kugatsu
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    La stanza era polverosa e desolata. Vecchi mobili una volta utilizzati ma ora abbandonati da anni giacevano qui e là, alla rinfusa. Tra di loro una figura si muoveva: il suo profilo incerto e oscuro mutava aspetto mentre il suo braccio si espandeva, si allungava, cresceva enormi artigli che si riunivano in una spada. Appoggiato a una sedia, una persona osservava le performance dell'essere, sorseggiando ogni tanto un thermos di caffè.

    Era Haiiro, che assisteva all'allenamento della sua Ombra, evocata tramite la sua seconda anormalità, Shadow Yourself. Quel nuovo potere si era aggiunto da poco al suo precedente, ma si stava sviluppando a una velocità preoccupante. All'inizio l'Ombra – Shero, come lo chiamava – non poteva fare nulla più di quanto facesse un normale umano (a parte rigenerarsi se danneggiata), ma presto aveva imparato a modificare la sua forma liberamente.
    Haiiro voleva verificare quanto l'Ombra potesse fare, per questo si era recato là, alla Babele Fantasma: in quel luogo non si avventurava mai nessuno. O almeno, così credeva prima di trovare una sala con spade, corazze e manichino da allenamento... sembrava che non fosse il primo ad aver pensato di allenarsi in quel luogo. Ma la stanza in cui si trovava era disabitata e lasciata a sé da molto tempo, quindi non ci sarebbero dovuti essere problemi. In più gli piaceva quel tipo di allenamento: mentre l'Ombra si muoveva qua e là provando i suoi poteri e le sue capacità, lui stava semplicemente seduto a bersi il caffè. Altro che gli allenamenti con la senpai Nabeshima!

    Mentre lui sorrideva così tranquillo, l'Ombra era passata a modificare le proprie gambe: prima le aveva trasformate in punte acuminate con cui aveva bucato il pavimento, poi le aveva allungate, per compiere passi più lunghi. Infine aveva ingigantito una sua gamba, per darsi una spinta con forza sul terreno, compiendo un balzo prodigioso. Proprio mentre era in aria, un'idea le passò per la mente: trasformò l'altra gamba in una molla e con essa toccò terra e si diede un nuovo slancio. Il risultato fu oltre le aspettative: la gamba-molla assorbì l'impatto e lo rilanciò con una potenza inaspettata. La povera Ombra, colta lei stessa di sorpresa da quel salto e incapace di cambiare traiettoria, non poté che osservare mentre il balzo la portava a sfondare una delle finestre che davano sul giardino.
    Senza emettere un suono, Shero piombò giù.
    «Oh...»
    Questo, invece, fu il commento di Haiiro. Anche se l'Ombra era caduta da una certa altezza, non era poi un grande problema: si sarebbe ricomposta per quanto danneggiata. Più grave se qualcuno, passando per di là, l'avesse vista: la Babele Fantasma non era il più popolare dei luoghi, ma non si sapeva mai.

    “Il peggio sarebbe se finisse addosso a una persona che al momento si trova fuori... ma figuriamoci, le possibilità sono bassissime. Per farlo ci vorrebbe davvero una grande sf... Oh, no. Nononononono. Com'è possibile?! Proprio in questo momento!”
    Fuori, l'Ombra si era rialzata, danneggiata ma non in modo grave. L'impatto sul terreno sarebbe stato duro, ma... non era sul terreno che era impattato, ma addosso a un'altra persona. Non sapendo cosa fare, Shero aveva trasmesso l'informazione a Haiiro (i due erano sempre in contatto telepatico) che... non sembrava esserne troppo felice. Piombare addosso a una persona durante un allenamento segreto non era il massimo in quanto a segretezza. Se poi sei una scura ombra informe, ancora peggio. Neanche Haiiro sapeva cosa fare: tutto quello che riusciva a pensare era quanto sarebbe stato meglio se al posto della sua Ombra, ci fosse lui. Ma quello era chiaramente impossibil...

    «Ah.»
    Esclamò Haiiro sorpreso. Il motivo della sorpresa era che lui si trovava, in quel momento, all'esterno dell'edificio, proprio dove prima c'era l'Ombra. Mentre l'Ombra, beh, da quanto poteva sentire da lei, era seduta dove prima era seduto Haiiro.
    “Quindi... è un altro potere?! Beh, mi fa piacere, ma forse non era il momento migliore per scoprirlo..."
    Si girò, finalmente, verso il ragazzo contro cui Shero aveva inavvertitamente colluso. Per fortuna che l'Ombra era leggero e l'impatto non doveva essere stato troppo forte. Non abbastanza da essere mortale, ecco.

    «Ehm... Come stai, tutto bene?»
    Haiiro lo guardò preoccupato: oltre ai danni che poteva aver subito, doveva aver visto sia l'Ombra, sia lo scambio tra lei e Haiiro, due eventi non facilmente spiegabili a un normale. Però, adesso che Haiiro lo guardava, gli ricordava qualcuno.
    «Per caso ci siamo già conosciuti?»
     
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    Era una serata tranquilla come tante altre, poche nuvole in cielo ed un silenzio assoluto nei dintorni, eccezion fatta per il frinire delle cicale. Ero tornato al luogo spettrale dell'Hakoniwa per eccellenza sotto ordine di Galatea, alla fine qualcuno doveva pur rimettere a posto dopo tutto e quindi sarebbe toccato a me. Mi sarei offerto ugualmente, non pensate che lascerei un lavoro del genere ad una ragazza, e poi alcuni film insegnano che anche le pulizie possono essere considerate una forma di allenamento, quindi tanto meglio.
    Insomma, stavo per rendermi utile anche alla manutenzione del luogo, che fra una cosa e l'altra finisce sempre o bruciato o distrutto... una volta si era riempito di fantasmi ed era quasi congelato. Potete ben immaginare come poteva essere disordinato.
    Quelle però sono altre storie, quella di oggi invece è più bizzarra ancora: stavo camminando lungo il percorso che mi avrebbe portato alla Babele fantasma, cercando di arrivarci indenne, e ci riuscii! Dopo aver evitato insidie di ogni sorta, come radici troppo esposte, fiori dorati e altre difficoltà indicibili arrivai al luogo da rimettere a posto ancora vivo e vegeto.
    Dunque ero pronto ad avvicinarmi all'entrata, convinto che ormai non sarebbe potuto succedere nulla che me lo avrebbe impedito, dopotutto ormai c'ero quasi e mancava veramente poco, ma per quanto fossi vicino alla porta non mancò di crollarmi addosso la mia solita sfortuna, e ancora una vola letteralmente! Sembrava che dal piano superiore qualcosa avesse rotto la finestra per lanciarsi contro di me e piombarmi addosso!
    Ouch! -non riuscii a rispondere molto altro, d'altro canto rimasi piuttosto sorpreso dalla scenetta, speravo di essere lasciato in pace almeno quella serata.
    In realtà, dopo essermi un attimo ripreso dallo spavento, mi accorsi che ciò che mi era piombato addosso era... una persona?! E per di più decisamente leggera: sembrava tutto pelle e ossa a guardarlo, con dei capelli nero corvino e trascurati, delle occhiaie da far veramente paura, per non menzionare il suo forte odore di caffè. Ma io queste caratteristiche le ho già viste da qualche parte...
    Ehm... Come stai, tutto bene?
    Uuuugh... insomma, cadendo devo aver sbattuto la testa, ma per il resto sto bene. Tu piuttosto che sei caduto da lì in alto come stai?!
    Non sembrava essersi fatto nulla, a dire il vero quando io mi rialzai in piedi lui aveva già provveduto a fare lo stesso da prima, quindi non sembrava passarsela male.
    Aspetta, ma io di te mi ricordo! Sei quello che ho incontrato al concerto del Maid cafè! Haiiro, giusto? Non ti ricordi di quando c'è stato quel gran casino con i vestiti che tentavano di distruggere tutto e le ragazze magiche e... il ragazzo magico...?
    Speravo di non aver pescato la persona sbagliata, con quelle caratteristiche non mi sembrava possibile, ma la sua espressione non mi sembrava convintissima. Magari era lui a non ricordare, o io a fraintendere.
    Ahem... comunque! Posso chiederti come mai un ragazzo come te si trovi nella babele fantasma a quest'ora della sera? Non mi sembra un luogo sicurissimo, soprattutto visto che sei appena cascato da lì sopra! E anche lì avrei delle perplessità sul fatto, ma preferirei andare con ordine.
    Ed eccola lì, la mia tecnica segreta: la serie di domande rapide che non lascia scampo! Sì, non è una vera e propria tecnica, anche perchè l'unico effetto che potrebbe sortire sarebbe di far irritare l'avversario, diciamo che sono una persona fin troppo curiosa e non riesce a mettere insieme un'unica domanda per più concetti, ok?


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    Haiiro Kugatsu
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    La persona addosso a cui l'Ombra era caduta stava bene e, meglio ancora, nella frenesia dell'incidente non si era accorto dello scambio tra Haiiro e l'Ombra. Meno male, una cosa in meno da spiegare. Ma come spiegare il fatto che Haiiro fosse illeso?
    «Oh, uhm, come sto? Piuttosto bene mi sembra... anch'io sono sorpreso di stare così bene devo dire. Voglio dire, dopo una caduta così, di solito le persone non stanno molto bene, eheheh.» Risatina debole e poco convinta. «Eh.»
    Per fortuna che il discorso passò a un diverso soggetto, quando il ragazzo non solo riconobbe Haiiro, ma gli ricordò dove e quando si erano incontrati. Ossia al concerto presso il maid, un evento che si sarebbe potuto etichettare come anormale, se le situazione anormali non fossero ormai la normalità per Haiiro. Ma anche così, era stato piuttosto stravagante.
    «Ah sì, ora ricordo! Tu sei quel ragazzo con la sorella che è salita sul palco, quello con cui poi ho aiutato l'evacuazione. Certo che mi ricordo di te, tu sei... sei... sei stato molto gentile quella volta e...»
    Vedendo che in quel modo non si sarebbe andato avanti, Haiiro decise di essere diretto.
    «Scusa, non mi ricordo il tuo nome, potresti ridirmelo?»

    Se Haiiro aveva pensato che rinvangare quei fatti avesse distratto l'attenzione di Enma per la misteriosa caduta, si dovette presto ricredere. Enma infatti gli chiese perché si trovasse lì, nella Babele Fantasma. Inoltre, dalle seguenti parole, sembrava che quella non fosse l'unica cosa che volesse chiedere.
    “Uhm, cosa potrei dirgli...?”
    Era indeciso se dirgli la verità o inventarsi qualche storia. Ma come spiegare la sua presenza così tarddi in un edificio abbandonato e quella “sua” caduta?
    “Beh, se dicessi che era un tentativo di suicidio, spiegherei sia perché questo luogo fuori mano, sia la caduta. Ma ho paura che porterebbe a una serie di problemi diversi dalla scoperta di un'anormalità. Inoltre, sarei dovuto saltato da più in alto.”
    Archiviata quella possibile spiegazioni, ad Haiiro non rimanevano molte scelte.
    Fece un profondo sospiro, quasi si stesse pentendo di quello che stava per dire.
    «Ero indeciso se dirti la verità o meno, ma... vedi, la questione è questa. Un po' di tempo fa, in un periodo in cui ero... particolarmente sveglio, ho scritto un articolo per il giornale sui migliori caffè dell'istituto. Il pezzo è stato un grand... un buon... un discreto successo. E quindi mi hanno chiesto di scriverne un altro sui luoghi più importanti del complesso scolastico. Anche se... sarebbe dovuto essere un segreto, ma ormai pazienza.»
    Si strinse le spalle, segretamente orgoglioso della storia che aveva tirato fuori su due piedi. Ma, proprio allora, sentì un pensiero da parte dell'Ombra ben poco rassicurante.
    “Oh no, non provarci neppure a farlo, Shero, è una pessima idea...”
    «Ehm, sì, quindi, posti come il parco Hijifu e simili li conosco bene, ma la Babele Fantasma è tutta un'altra storia, per questo sono venuto qui: per documentarmi.»
    Haiiro aggrottò la fronte, ancora angustiato da quello che Shero era intenzionato a fare.
    «Riguardo alla caduta... stavo pensando di allegare all'articolo una foto del panorama, per questo mi sono sporto dalla finestra... con un risultato pessimo, come hai avuto modo di sperimentare in prima persona.»
    Sorrise debolmente, mentre dalla finestra da cui poco prima era caduta, proprio sopra a dove si trovavano ora i due ragazzi, si affacciava l'Ombra.
    “Fermati Shero. Sono il tuo creatore, ho il potere di farti sparire se non fai quanto ti dico.”
    Ma l'Ombra non sembrava molto convinta dalle sue parole. E neanche Haiiro lo era.
    «Aehm, perché non vieni dentro? Ho trovato delle sale un po' insolite come contenuto... perché non vieni a vederle? Così mi spieghi anche cosa ci facevi tu qui nei paraggi.»
    Detto così mise una mano sulla spalla di Enma per sospingerlo verso l'entrata. Sperava che così facendo non si girasse, altrimenti avrebbe assistito a uno spettacolo insolito: una figura tutta scura e dai contorni incerti che, congiunte le mani sopra la testa e trasformate braccia e mani in una specie di paracadute, stava cercando di planare sul terreno dopo essersi lanciata dalla finestra.
     
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    Io il suo nome lo ricordavo piuttosto bene, e per fortuna che lo ricordavo giusto, ma lui invece non sembrava rimembrare il mio. In effetti ci eravamo visti una volta sola e durante una situazione piuttosto confusionaria, non doveva sorprendermi più di tanto, e magari il suo evidente stato di insonnia cronica non agevolava la memoria in questo senso.
    No problem. Mi chiamo Enma, ripiacere.
    Una volta chiesto il motivo della sua presenza lì Haiiro sembrava colto di sorpresa e a dirla tutta anche un po' perplesso. Rispose dicendo di essere passato di lì per un articolo sui posti da visitare dell'Hakoniwa, e nel tentativo di fotografare le circostanze dalla finestra doveva essere caduto.
    Oh, capisco. Dovresti stare più attento però, ti è andata bene che non eri ad un piano troppo elevato altrimenti avresti anche potuto lasciarci la pelle!
    Non badai al suo tono indeciso nella spiegazione, pensai che poteva essere dato dallo shock della caduta, e soprattutto non feci nemmeno caso ad un fatto insolito: non sembrava avere una macchina fotografica con sé. Se lo avessi notato avrei forse potuto scoprire la sua vera identità di super eroe notturno, e che quella storia era solo una montatura per mascherare il suo segreto? Quindi avrei anche potuto diventare il suo fedele assistente! Hahero e Luckyboy, uniti da un vincolo forgiato dopo mille avventure all'insegna della giustizia e della lotta al crimine! Sarebbe un sogno che diventa realtà!
    Ahem, perché non vieni dentro? Ho trovato delle sale un po' insolite come contenuto... perché non vieni a vederle? Così mi spieghi anche cosa ci facevi tu qui nei paraggi.
    Ah già... era la realtà...
    Oh beh, sì, certo -quell'enfasi nel "tu" non mi piaceva, adesso le parti erano invertite (ero io il supereroe?) e toccava a me spiegare il misfatto.
    Mentre parlava sembrava forzarmi ad andare avanti con lui, accennando un certo nervosismo, come se cercasse di nascondere qualcosa, ma d'altronde anche io non ero pulitissimo e lasciai correre: era meglio probabilmente mantenere il segreto degli allenamenti sull'anormalità.
    Vedi io ero andato a fare delle compere per mia sorella, non so se te la ricordi, ma mentre portavo il sacchetto della spesa a casa sua sono successe delle cose... nel senso che come mio solito sono inciampato, e il sacchetto è stato portato via da un gatto... sì perché dovevo comprare del pesce, e deve aver sentito il profumo di cibo... così ho cominciato a rincorrerlo, ma credo di averlo perso di vista e non ho idea di dove possa essere finito... -l'avevo inventata sul momento, ma per chi mi conosce sa che poteva benissimo essere vero.
    Tu però non dirglielo, conto di andare a ricomprarlo per non farla infuriare... cambiando argomento: così fai parte di un'edizione giornalistica eh? Non credo di aver mai letto qualche tuo articolo, mi spiace...
    Parlai mentre ci addentravamo nell'edificio dove, a detta sua, ci dovevano essere delle stanze interessanti, e così gli avrei chiesto più dettagli riguardo.


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    Haiiro Kugatsu
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    Enma si ripresentò di nuovo, stavolta Haiiro avrebbe cercato di ricordare il suo nome.
    Sempre se ci riusciva: a causa della privazione di sonno la sua mente faceva difficoltà a ricordare le cose, così come a concentrarsi su singole situazioni, tendendo a vagare da un argomento all'altro. Ad esempio dall'ordine autoimposto di ricordare un nome passava a rimembrare di quella volta in cui al caffè si erano presenti tre cordiali studenti che poi si erano rivelati anormali come lui, ma non come lui perché Kuruki gli aveva detto che lui era un minus, come Kasumi con cui ora stava insieme ed era uscito con lei a incontrare un altro anormale e la sua ragazza e il tipo era una specie di mutante che mutava come voleva e gli aveva anche tolto il sonno ma non in quel momento perché il sonno ancora ce l'aveva e lo sentiva pesare tanto che la sua mente divagava e doveva fare uno sforzo per tornare al momento presente e stare a sentire quell'Enma che gli diceva che doveva stare attento e che era una fortuna che non si fosse fatto niente a cadere sì però per Haiiro la vera fortuna era che Enma gli avesse creduto perché a cadere non era stato lui ma questo non doveva dirlo a Enma e già si ricordava meglio il suo nome che l'aveva ricordato per tre volte di seguito e quel giorno insomma doveva essere particolarmente in forma.
    «Hai ragione, una vera fortuna che non fossi troppo in alto... la prossima volta starò più attento. O magari eviterò proprio di sporgermi da un edificio pericolante.»
    A volte la sua capacità di rispondere in ambito nonostante la confusione del suo cervello, sorprendeva lui stesso.

    Enma lo seguì dentro l'edificio, al riparo da un'Ombra incauta, e spiegò il motivo della sua presenza in quel luogo. Nello stesso momento, le sensazioni della controparte di Haiiro continuavano a passare su di lui: ora, già Haiiro aveva le sue difficoltà a processare un discorso, figuriamoci se due diversi discorsi – quello di Enma e quello dell'Ombra – si accavallavano sopra. Infatti, mentre ascoltava Enma narrare di come un gatto avesse rubato il sacchetto della spesa con dentro del pesce, avvertiva l'Ombra che, atterrata al suolo senza – stranamente – molti problemi, stava modificando i suoi quattro arti per renderli simili a quello di un felino.
    “Basta Shero, sparisci.”
    E dicendo così annullò l'evocazione dell'Ombra. O almeno ci provò, visto che la figura di Shero ondeggiò per un attimo come se dovesse scomparire, per poi tornare distinta e ancora presente.
    “Non la posso mandare via pur avendola evocata io?! Cos'è, ha la skill di azione indipendente? È di classe Archer?!”
    Mentre si attardava in quei pensieri, Enma aveva finito di descrivere le sue disavventure con gatti e sacchetti.
    «Ah, capisco, cose che capitano – “no, aspetta, non credo che sia la risposta giusta da dare in simili situazioni...” – cose che capitano se si è sfortunati, voglio dire.»

    Mentre entravano nell'edificio, Enma gli chiese di non dire nulla a sua sorella e ulteriori informazioni riguardo al suo piccolo “lavoro” di giornalista.
    «Oh, non ti preoccupare, sarò muto come il pesce che il gatto ti ha rubato.» Sorrise della sua battuta. E sì, era, o doveva essere, una battuta.
    «Riguardo al giornale...»
    Sentì, o forse l'aveva sentito già da prima ma concentrato su Enma non l'aveva focalizzato, che l'Ombra non aveva demorso e li aveva seguiti dentro l'edificio, celandosi nell'ombra. Si mimetizzava perfettamente l'Ombra nell'ombra e a seconda della situazione stirava la sua forma per allungarsi o la compattava per raggomitolarsi.
    “Ah, adesso fa l'Assassin e nasconde la sua presenza... Vabbe', pensiamo a Enma intanto.”
    «Come dicevo, ho scritto un articolo, ma non faccio parte del club di giornalismo. È solo che hanno deciso di permettere anche ai normali studenti di scrivere articoli: anche tu se vuoi potresti scriverne uno.»
    Mentre parlava, conduceva Enma dentro l'edificio senza avere un'idea preciso di dove portarlo. Di sale insolite aveva trovato in realtà solo quella che sembrava essere stata adibita a palestra. Voleva dire che sarebbe stata la loro prima meta. Shero li seguiva ancora, del resto poteva stare solo cento metri lontano da Haiiro. Il ragazzo non capiva il suo comportamento: sembrava quasi che cercasse in tutti i modi di incontrarsi con Enma, chissà poi perché...
    «Comunque se sei interessato potrei farti leggere l'articolo che ho scritto: dovrei avere una copia da qualche parte. Forse nella mia stanza all'Ovile, in mezzo alle altre cose. Sempre se non l'ho persa. O usata come sottobicchiere per le tazze del caffè.

    Mah, credo che anche senza leggerlo vivrai bene lo stesso.»


    Haiiro si guardò un attimo intorno, osservando il corridoio, le varie porte e i muri della sezione dell'edificio a cui erano arrivati.
    «La sala in cui ti volevo portare era adibita a palestra. Ora, questo è un vecchio edificio scolastico, quindi l'esistenza di una palestra non dovrebbe sorprendere... però questa palestra è nuova, usata da poco. Inoltre ho intravisto un manichino da allenamento – sai, quelli da colpire e tutto – che dubito siano usate in normali palestre.
    Ho fatto varie ipotesi: che sia utilizzato da qualche club di lotta per i propri allenamenti, forse per mancanza di spazio nella zona dei club. Oppure è l'opera di un club clandestino di lotta, magari un fight club o simili, che non possono avere spazio nei normali edifici scolastici. Potrebbe anche essere opera di una sola persona che viene qui per allenarsi. Non lo so, ma di usa cosa sola sono certo.»
    Fece una piccola pausa nel discorso. Per certe rivelazioni ci vuole la dovuta suspense. «Sono certo che non era qui! E sono anche certo di essermi dimenticato dov'è!»

    A forse 70 metri da loro, l'Ombra si sarebbe prodigata in un facepalm epico, se non fosse stata troppo impegnata a modificare la sua forma per diventare una scatola di cartone sotto cui muoversi in modalità stealth. Senza successo.
     
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    Rimasi stupito dalla sua poca concentrazione: un attimo gli stai parlando di qualcosa e l'attimo dopo sembra già vagare nel suo mondo. Non che io sia diverso, sono eccessivamente distratto anche io, però Haiiro mi sembrava anche peggio. Evidentemente quelle brutte occhiaie non sono lì per bellezza, chissà che non sia colpa del poco sonno... meglio non scendere in dettagli troppo personali.
    Ah, capisco, cose che capitano - Più spesso di quanto immagini, in realtà questa storia è così reale che potrebbe benissimo esserlo. O almeno per chi mi conosce.
    In ogni caso, sebbene continuassi ad avere la sensazione che si distraesse in continuazione, camminando per il corridoio mi spiegò che in realtà era un'iniziativa della scuola di permettere a tutti di scrivere un articolo, quindi non faceva parte di alcun club che avesse a che vedere con le notizie.
    Comunque se sei interessato potrei farti leggere l'articolo che ho scritto: dovrei avere una copia da qualche parte. Forse nella mia stanza all'Ovile, in mezzo alle altre cose. Sempre se non l'ho persa. O usata come sottobicchiere per le tazze del caffè.

    Mah, credo che anche senza leggerlo vivrai bene lo stesso.

    Al suo intervento a stento riuscii a trattenere un sorriso confuso, non capivo se stesse dicendo sul serio o se fosse una battuta, come quella del pesce di prima (che in realtà ho apprezzato), quindi optai per la terza opzione: restare impassibile. Normalmente funziona se si vogliono evitare brutte figure... peccato che di queste io sia il re e la risata mi scappò ugualmente.
    Ehm, no dicevo: dove hai detto che era questa stanza inusuale?
    Si fermò, analizzando le circostanze quasi si fosse perso, per poi fare una lunga descrizione di essa e dirmi che semplicemente... non ricordava dove fosse!
    Certo che è veramente un tipo strano e distratto! Come fa a non ricordare il luogo di una stanza così importante? Però a pensarci bene... una palestra, un manichino da allenamento, in questo edificio... altro che fight club o simili: quella è la stanza che uso io! Ma quindi se l'ha scoperta potrebbe venire a sapere che...?!
    Uhm, beh è senz'altro interessante come cosa... però è probabile che appartenga a qualche club, non credo sia il caso di darci troppo peso. Insomma, non mi sembra un'idea altrettanto interessante farci un servizio sopra se è l'idea che hai in mente.
    Forse se non l'avessi detto probabilmente non avrebbe avuto nemmeno l'idea di farlo, magari l'avevo combinata grossa dicendolo, forse era meglio cambiare rapidamente argomento giocando sulla sua attenzione?
    No però se dobbiamo parlare di qualcosa di interessante, perchè non prendere in considerazione proprio il luogo in sè? Scommetto che ha una sua storia dietro a questa sua aria tetra. Cade a pezzi però ha un suo fascino.
    Mentre parlavo camminavo per il corridoio cercando di portarmelo appresso e di allontanarlo dalla stanza, di cui almeno io conoscevo l'ubicazione, distraendolo con discorsi poco connessi relativi all'edificio, arrivando a menzionare qualche piccola leggenda sui fantasmi di quel luogo. Ad un certo punto, svoltato un angolo, feci per entrare in una stanza, mettendo prima in guardia Haiiro.
    Come vedi cade praticamente a pezzi.
    E come volevasi dimostrare appena tentai di aprire la porta in legno da questa mi rimase il pomello in mano, da tanto era curato bene.
    Fantastico... vedi a cosa mi riferivo? -spingendo la porta che ormai non poteva più essere chiusa a causa di un mancato pomello, questa si staccò completamente dai cardini a cui era debolmente attaccata, e con un tonfo cadde per terra sollevando un polverone.
    Mi girai sconsolato verso il mio compagno: si poteva chiaramente leggermi in volto la disperazione di chi sapeva a cosa stava andando incontro, e nonostante tutto è andato avanti nella consapevolezza della sventura... il vero problema però è che, a fissare la mia attenzione su quanto appena accaduto, andando avanti come mio solito incappai in un grande velo che doveva coprire un mobile impolveratissimo, scivolandovi sopra e tirando su una nebbia ancora più fitta della precedente.
    Coff coff... argh che male! Ho sbattuto un'altra volta la testa... tu invece stai bene no? Spero non sia allergico alla polvere... aaah per questo detesto questi edifici antichi e malmessi!
    Mentre io mi lamentavo della mia ennesima brutta figura (e quando mai non succede?!) quello che sarebbe potuto essere notato con molta difficoltà da Haiiro ma con estrema chiarezza dal suo compagno oscuro era che una certa ombra che appartiene invece a me aveva deciso di deliziarci, seppur per qualche fugace istante, della sua presenza.
    No no stai giù! Che c'è? Pensi ci sia qualcosa di strano con Haiiro? Beh, non posso negare che lo sia, ma a me sembra a posto? Che cerci di dirmi? Eppure pensavo avessimo chiarito questo punto: è meglio se non ti mostri troppo in giro se non c'è un vero motivo per farlo!
    Continuiamo il tour? Ah già... quale tour? In fondo è la prima volta che entrambi veniamo qui... hai notato qualcos altro di strano qui intorno magari?


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    Haiiro Kugatsu
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    Dopo che Haiiro ebbe spiegato a Enma il posto in cui avrebbe voluto condurlo, questi commentò suggerendo che non era il caso di farci un articolo. Idea che Haiiro non aveva neppure presa in attenzione, ma ora che la sentiva...
    «Uh? Farci un articolo? Non ci avevo pensato... uhm...»
    Un articolo su una palestra che non sarebbe dovuta esistere, all'interno di un edificio abbandonato? Aveva senso, ma cosa sarebbe successo se apparteneva a un oscuro club che da dietro le quinte reggeva tutta la vita scolastica e che non desiderava il venir alla luce di prove della sua esistenza? Avrebbero usato il loro potere per costringere il club di giornalismo a ritirare tutti i giornali già distribuiti, a distruggere l'articolo, cancellarne ogni memoria e perseguitarne il malcapitato scrittore! L'avrebbero radiato dall'albo dei giornalisti prima ancora che ne entrasse, anzi prima ancora che avesse il tempo di scoprire se in Giappone esistesse un albo dei giornalisti! Pensando a tutte queste cose, Haiiro non poteva concludere altro che... non gliene fregava molto. Mica voleva diventare giornalista.
    “No, per cominciare, perché ci sto a pensare? La storia dell'articolo l'ho inventata sul momento, mica lo devo scrivere sul serio. Ho così tanta voglia di concretizzare ciò che esiste solo nella fantasia?”

    Enma lo distrasse da quei pensieri, dicendo che avrebbe fatto meglio a parlare dell'intero edificio e della sua atmosfera, piuttosto che di una stanza sola.
    «Fascino? In effetti sì, non mi dispiace come luogo...»
    E poi Enma lo guidò via, parlandogli nel frattempo del luogo ed elencando anche qualche leggenda su dei fantasmi nell'edificio. Haiiro lo seguì annuendo e facendo qualche breve commento ogni tanto. In realtà era più concentrato a sentire quello che faceva l'Ombra. Appurato che rendere le sue mani simili alle zampe del geco non la rendeva capace di camminare sui muri, Shero si era arreso alla realtà delle cose e per muoversi aveva usato il mezzo di trasporto più comune adoperato dall'uomo: le ruote. Aveva modificato le sue gambe per far sbucare delle ruote al posto dei piedi, ma non disponendo di un motore aveva dovuto avanzare spingendosi con le braccia, non esattamente comodo neanche per un essere refrattario alla stanchezza. Alla fine si era risolto a disfare le trasformazioni e a camminare.

    Intanto Enma e Haiiro erano giunti davanti a una porta. Prima di entrare, Enma lo avvertì che cadeva a pezzi e, in effetti, prima si staccò il pomello della porta, poi la porta stessa. Stavolta fu Haiiro che, alla vista dell'espressione sconsolata di Enma, si mise a ridere.
    «Vedo, vedo!»
    Ma l'istante successivo non ci vide più: un nugolo di polvere, scatenato dall'incauta avanzata di Enma, li investì. Mentre Enma starnutiva, Haiiro si strofinava gli occhi aggrediti dalla polvere.
    «Sto... bene, a parte il fastidio della polvere. Ma non sono allergico e...»
    Ma si fermò in mezzo al discorso, scosso da un'emozione improvvisa che, ne era sicuro, non proveniva da lui. Veniva da Shero che – come Haiiro si accorse con orrore – si era affacciato alla stanza. Per qualche motivo, l'Ombra provava una forte emozione di gioia che Haiiro non si aspettava da lei e di cui non capiva le ragioni. A sua volta l'Ombra sentì l'incomprensione di Haiiro e attivò la visione condivisa, in modo che il Sognatore vedesse quello che vedeva lei. Troppo tardi però: quello che Shero gli voleva mostrare era già svanito. Ovviamente Haiiro non capì cosa Shero avesse voluto mostrargli, né la ragione del suo sentimento di gioia.
    Confuso, ascoltò Enma che farfugliava qualcosa su un tour e che gli chiedeva se avesse notato qualcosa di strano.
    “Bella domanda... Per far reagire così Shero, qualcosa deve essere successo, ma cosa sia proprio non lo so...”
    Irritata per l'incomprensione da parte del suo padrone, l'Ombra decise di agire. Se prima era toccato alla vista, adesso sarebbe stato il tempo dell'udito. Si era già ritratta in modo che Enma non lo vedesse, per poi trasformare la sua mano in una specie di martello. Era corsa in avanti – stavolta non sarebbe stata lei a seguire gli altri – prendendo le scale che conducevano al piano superiore e cominciando a battere contro le pareti.

    Bam, bam, bam!

    Il rumore, chiaramente udibile, si trasmise fino a dove erano Enma e Haiiro.
    “E dire che fino a oggi ero convinto che lo Shadow Yourself sarebbe stata un'anormalità facile da gestire...”
    «Ehm... Hai sentito Enma?» Domanda piuttosto retorica.
    «Forse è uno dei fantasma di cui parlavi prima e noi l'abbiamo irritato. Per il club di giornalismo sarebbe... ehm, un vero scoop. Meglio se lo seguo... però se tu non te la senti puoi anche restare qua o uscire. »
    Anche la sua voce ora suonava poco convinta, quella faccenda stava erodendo anche le poche riserve mentali sopravvissute alla mancanza di sonno. Comunque, qualsiasi cosa Enma avesse scelto, lui si sarebbe mosso a seguito dell'Ombra, senza troppo entusiasmo o fretta, tanto Shero non poteva andare troppo lontano da lui.
     
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    Menzionare il giornalino, specificando che farne un articolo sarebbe stata una cattiva idea giusto per evitare di ritrovarmi con dei giornalisti mentre ci sono io ad usare l'edificio per allenarmi, sembrò farmi ottenere l'effetto opposto! Ad Haiiro venne esattamente quell'idea, pur non sembrando particolarmente determinato a portarla avanti.
    In ogni caso, eravamo rimasti alla caduta della porta, vero? Già, la solita sfortuna, ci mancava solo che Haiiro fosse allergico e sarebbe stato il colmo.
    Sto... bene, a parte il fastidio della polvere. Ma non sono allergico e...
    Come non detto.
    Mi rialzai in piedi, assicurandomi che effettivamente stesse bene come diceva, per poi chiedergli appunto se avesse notato qualcosa, magari non era la prima volta che si trovava in questo luogo e nelle sue scorse visite poteva essersi accorto di qualcosa di particolare, anche se sembra un tipo sveglio più sul piano metaforico che su quello effettivo, quindi potrebbe non essersi accorto di nulla.
    Ma non ebbe nemmeno il tempo di rispondermi che subito successe qualcosa di inquietante: dal soffitto, e quindi dalla stanza sopra alla nostra, si sentirono dei battiti, dei rumori sordi come di un martello che improvvisamente ruppero quella quiete spettrale che caratterizza la Babele. Che fossero i fantasmi?!
    Sobbalzai per lo spavento, ed ebbi un attimo di timore, ma non riuscii a riprendermi che Haiiro avanzò l'ipotesi che si trattasse appunto di qualche entità soprannaturale, e così addio approccio razionale.
    Tu dici che potrebbero essere i fantasmi? Ahah dai non scherzare... non ci sono i fantasmi... dopotutto non esistono... vero?
    Mentre parlavo ripensai a tutte le cose incredibili che mi erano successe e mi stavano succedendo in quel periodo, e così il mio tono si faceva sempre più timoroso ed incerto, quasi come se avessi paura di pronunciare quelle parole per paura che mediante esse il fantasma potesse diventare una realtà.
    Haiiro decise che sarebbe andato a controllare per il giornalino, un fantasma vero avrebbe portato grande popolarità a lui, al giornalino e al posto, che sarebbe stato pieno di visite nuovamente, e non potevo permetterlo!
    D'altro canto, non potevo nemmeno lasciare che uno zombie come lui si scontrasse con un fantasma, se la sarebbe vista sicuramente brutta e anche se l'idea di non avere più un posto dove allenarmi non mi allettava particolarmente decisi comunque di seguirlo nel caso avesse avuto bisogno di aiuto.
    Va bene, sai che ti dico? Possiamo provare con una tecnica a tenaglia: se vuoi incontrarlo faremmo meglio a prendere le scale opposte l'una all'altra, così da non permettergli di scappare!
    Detto questo, ignorando completamente il fatto che sarebbe potuto essere qualsiasi cosa, come un oggetto caduto da una mensola che magari aveva ceduto, o la mensola stessa, o perchè no? anche un'altra persona, corsi verso le scale a destra del corridoio dell'ex dormitorio nel tentativo di salirle per trovarmi al piano di sopra...
    E invece capitombolai giù per le scale che portavano al piano inferiore, inciampando questa volta su un rialzamento del pavimento ormai decisamente malandato. Così ricomparve.
    Ohi ohi... ma dovevi farlo per forza? Com'è che adesso sei così attiva se ci eravamo accordati sul restare nascosti agli altri? C'è qualcosa che non va? Non dirmi che c'è veramente un fantasma!
    Mi rialzai velocemente e presi a correre per risalire quelli che ora erano diventati due piani, prima di ritrovarmi nel corridoio menzionato poco prima. Prima di salire l'ultima rampa feci in modo che fosse nuovamente nascosta, seppur con qualche difficoltà. Sembrava veramente strana, pensavo di essere riuscito oltre che a stabilire un contatto con lei anche a darle dei comandi di base, era da tempo che non faceva come voleva lei!
    Quindi salendo urlai ad Haiiro, chiedendogli se fosse tutto a posto, e poi finalmente arrivai al piano superiore.
    Tutto bene Haiiro? Qualche traccia di soprannaturale?


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    Edited by Salvare000 - 4/12/2016, 20:20
     
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    Enma alla fine, nonostante i suoi dubbi sull'esistenza dei fantasmi (e Haiiro poteva capire sia i dubbi che i dubbi sui dubbi. Avevano visto troppe cose e avevano perso la certezza del negare) decise di seguirlo, proponendo una manovra a tenaglia.
    «Sì, mi sembra un'ottima idea.»
    E lo pensava davvero: se si separavano Haiiro poteva raggiungere l'Ombra per primo. Certo, poteva anche accadere l'inverso, ma a quel punto non aveva molto margine di manovra.
    Corse su per le scale, da cui Shero era salito sbattendo il martelpugno contro le pareti. Un rumore proveniente dal lato di Enma gli fece sollevare un sopracciglio, ma sapeva che non era opera dell'Ombra, quindi lasciò cadere.
    Arrivato al piano superiore, Haiiro vide di fronte a sé l'Ombra. Improvvisamente sembrava più docile.
    «Ma bene, cos'è tutta questa storia? Perché questo comportamento? Volevi divertirti alle mie spalle o cosa?»
    In risposta l'Ombra lo guardò coi suoi occhi vuoti, schiudendo infine le labbra sottili come fili d'ombra.
    «Lui... è simile a noi.»
    Quelle parole sorpresero Haiiro, che sovrappensiero mormorò tra sé: «Simile, eh?»
    Su chi era il lui non c'erano dubbi, era Enma, a cosa si riferisse il simile, questo era il problema. Forse Shero voleva dire che era un anormale, ma avrebbe anche potuto essere un minus. In effetti quello spiegava la sua sfortuna, anche se a Enma mancava quell'aura di disordine e follia che contraddistingueva un minus come Kuruki. Ma del resto mancava anche a Haiiro, quindi...
    Dalla rampa di scale opposta (ma non era già salito su?) gli giunse la voce di Enma, a chiedergli se tutto andasse bene. L'Ombra ora sembrava disposta a stare ai suoi ordini, ma farla tornare sotto i suoi piedi e fare come se nulla ci fosse stato, era davvero la cosa migliore?
    «Sì Enma, tutto a posto per ora.»
    Poi si girò verso l'Ombra e mormorò piano.
    «Quanto a te... va bene, seguiremo il tuo istinto. Ho già un piano in mente, anche se per Enma potrebbe non essere piacevole, soprattutto se è un normale...»
    Detto questo si preparò per la messinscena: si buttò giù per terra, rannicchiato e tenendo la testa tra le mani. Nel frattempo l'Ombra si era nascosta, in mancanza di una lampada dalla forma conveniente, dietro uno scaffale pieno di libri impolverati.
    Quando Enma raggiunse il piano e gli chiese come stava, in risposta Haiiro emise un urlo.
    «Enma! Stai... stai attento... Lei... mi ha rubato l'ombra!»
    La testa ancora coperta da un braccio e china verso il basso – non era confidente che la sua espressione facciale mostrasse la paura che stava fingendo – fece con l'altro braccio un gesto rivolto intorno a sé, a mostrare che non aveva più l'ombra. A dir la verità, non l'aveva dall'inizio, svaniva sempre quando evocava Shero, ma di solito non era un cosa che si notava, se non si faceva particolare attenzione.
    Quando Enma si avvicinò abbastanza a lui e allo scaffale dietro cui era nascosto Shero (o se non si avvicina, quando lo ritiene necessario), l'Ombra spuntò fuori di fronte a Enma, agitando verso di lui la mano destra che aveva modificato per far spuntare degli affilati artigli, la testa modificata perché avesse la forma di un cappello borsalino. Peccato che potesse cambiare solo la forma e non i colori, sennò si sarebbe fatto anche il maglione a scrisse verde e rosse.
    «Preparati... Ti tirerò fuori l'ombra...»
     
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    Ricevuta conferma da Haiiro che tutto fosse a posto emisi un sospiro di sollievo, evidentemente il rumore doveva essere stato causato da qualcosa che è caduto. O che il fantasma ha cambiato stanza. Ma siamo ottimisti!
    Salite le scale tuttavia mi sembrava tutto l'opposto di "a posto": lui se ne stava rannicchiato circa al centro della stanza come in preda al panico, sembrava avere proprio paura di qualcosa...
    haiiro! Che sta succedendo? -mi fiondai su di lui per aiutarlo, ma sembrava riluttante a mostrarmi il suo volto.
    Di limitò ad indicare la sua ombra, urlando:
    Enma! Stai... stai attento... Lei... mi ha rubato l'ombra!
    Lei...? Lei chi? Chi ti ha rubato l'ombra?!
    Guardai il pavimento sotto di lui: effettivamente mancava qualcosa, e vederlo senza ombra mi faceva uno strano effetto, come se fosse tridimensionale ma anche no... insomma era veramente strano e mi inquietava.
    Tuttavia la cosa veramente preoccupante era un'altra: qualcuno gli aveva rubato l'ombra, e siccome era molto improbabile che fosse un fantasma... possibile che fosse un'anormale con un potere simile? Che cosa ci avrebbe fatto poi con quell'ombra?
    Ok resta qui, controllo in giro.
    Così mi alzai, guardandomi intorno e cercando di rilevare qualche traccia dell'anormale, ma qualcuno (o qualcosa) rilevò prima me: dietro di me sentii un colpo, e quando mi girai vidi immediatamente uno scaffale per terra ed una figura nera, alta circa come me, con uno strano cappello e degli artigli... sulla mano destra...!
    «Preparati... Ti tirerò fuori l'ombra...»
    WAAAAAA MA E' FREDDY!!
    Feci un balzo indietro preso dal terrore. Quella cosa scura, che aveva tutta l'aria di essere un'ombra, sembrava proprio identica al demone dei sogni, Freddy! Ma se quella era la sua ombra, ciò voleva dire che non solo qui qualcuno si divertiva a trasformare in marionette le ombre degli altri, ma ancora peggio Freddy esiste!
    Haiiro! -gli urlai per istinto.
    Mi preparai a difendermi, ma più quella creatura, quello Shadow Freddy, si avvicinava agitando il canonico artiglio e più sentivo una specie di eccitazione farsi largo tra di me, fino a quando involontariamente non esplose con la comparsa della mia ombra extra a pieno volume, esattamente ciò che voleva quella creatura!
    Cosa fai?! Non hai sentito cos'ha detto? Sicuramente sapeva già di noi e per questo voleva tirarti fuori... senza contare che se è opera di un potere che aggioga le ombre alla propria volontà potrebbe anche portarti via!
    Guardandola meglio mi accorsi di un fatto però: normalmente si attiva quando percepisce del pericolo, o quando si verifica un episodio particolarmente sfortunato e lo fa come per proteggermi, ma in quel momento non sembrò per nulla minacciosa: anzi, aveva un'aria tranquilla e sembrava... felice?
    I miei muscoli da tesi si rilassarono gradualmente.
    Non vorrai dirmi che senti affinità?


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    Haiiro aveva la testa coperta, ma anche così poteva “vedere” attraverso gli occhi dell'Ombra. Ed era uno spettacolo da non perdersi: Enma era caduto nella sua trappola e aveva fatto un salto indietro, spaventato dalla sua Ombra e dalle fattezze che aveva assunto. Del resto, non ce n'erano di più adatte per l'Ombra del Sognatore.
    Quando Enma chiamò il suo nome, Haiiro si mise a tremare. Stava combattendo con tutte le sue forze contro l'urgenza di mettersi a ridere. Era una dura battaglia e non sapeva quanto sarebbe resistito. Alla fine non che la fece più e scoppiò a ridere fragorosamente, tirandosi su. Era ancora incerto su cosa dire a Enma se il ragazzo si fosse rivelato un normale, ma non che ne fu bisogno. Quando si alzò, vide che vicino a Enma c'era... un'ombra. Un'ombra come Shero, non un'ombra normale di quelle che si stagliano sul terreno con la luce. Tanto per intenderci. Invece di sorprenderlo o inquietarlo, la cosa mise Haiiro ulteriormente di buon umore.

    «Ahah, quindi è questo quello che intendeva Shero quando diceva che io e te eravamo simili... Io pensavo intendessi che Enma fosse un anormale o un minus come me, e invece... Ahah, certo che però quando mi hai chiamato terrorizzato, Enma... ho fatto difficoltà a trattenermi dal ridere, sai? Da quanto non mi capita di ridere così?»

    Shero si era fermato quando il suo padrone aveva iniziato a parlare, mantenendo le fattezze di Freddy. Però anche se era ferma, Haiiro sentiva che era eccitato. Probabilmente era contenta di trovarsi di fronte a un'altra compagna ombra. Haiiro aveva intanto smesso di ridere, anche se non riusciva a togliersi un largo sorriso dalla bocca.

    «Beh, adesso capisco perché Shero, la mia Ombra, era così agitata e non obbediva agli ordini. Desiderava incontrare la tua ombra, Enma.
    Ah, se non l'hai capito, quella di prima era tutta una messinscena. Shero non mi ha rubato l'ombra, lui è la mia Ombra. E concretizzarla è uno dei miei poteri. Quando lo faccio, la mia ombra "normale" scompare. In realtà, fin da quando ci siamo incontrati non avevo l'ombra sotto i piedi.
    Mi scuserei per la paura che ti ho fatto, ma... è stata troppo divertente, devo ammetterlo. E ho confermato che anche tu hai un potere. Anzi, ripensando alla tua sfortuna... per caso pure tu sei un minus, Enma?»


    Intanto sentiva che Shero era sempre più impaziente, tanto che aveva preso a spostare il peso sui piedi, prima in avanti poi indietro. Haiiro, sentendo cosa desiderava, si chiese perché ora fosse tanto obbediente, dopo aver fatto quello che gli pareva tutto prima.

    «Shero, se hai voglia di stringere la mano alla tua nuova amica ombra, non serve che chiedi, vai. Ma togliti prima gli artigli, potresti graffiare qualcuno.»

    Detto fatto: Shero cancellò le sue trasformazioni, sia le unghie che il cappello, e avanzò verso l'ombra di Enma, fin quando non le fu davanti.

    «Io sono Shero... piacere, compagna...»
    Detto così, invece di stringerle la mano, fece per abbracciare l'ombra di Enma, lasciando Haiiro un po' sorpreso da questa scelta.
    "Lo stringermi la mano la prima volta che l'ho evocata, l'abbracciare l'ombra adesso... non è che Shero ha dei modi un po' da occidentale?"
     
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    Quella creatura stava avanzando, era piuttosto lenta, come se si stesse trattenendo, ma proprio in quel momento quando lo scontro sembrava imminente Haiiro si rialzò da terra in preda alle risate. Non credo di averlo mai visto così pieno di energie come in quel momento!
    Ahah, quindi è questo quello che intendeva Shero quando diceva che io e te eravamo simili... Io pensavo intendessi che Enma fosse un anormale o un minus come me, e invece... Ahah, certo che però quando mi hai chiamato terrorizzato, Enma... ho fatto difficoltà a trattenermi dal ridere, sai? Da quanto non mi capita di ridere così?
    Shero? Simile? Anormali e Minus? Che diavolo stava succedendo? Mi sentivo un po' preso in giro, ma ormai a quella sensazione ci ero abituato, piuttosto mi stavo chiedendo come mai questa messinscena!
    Haiiro, che cosa sta succedendo qui? -chiesi con gli occhi sbarrati dall'incredulità.
    A detta di Haiiro era tutto un teatrino: l'anormale che credevo rubasse le ombre agli altri per farne dei soldati in realtà era proprio lui che giocava con la sua ombra. Ma a che scopo?
    Dopo l'iniziale senso di smarrimento mi rilassai un po', tirando un sospiro di sollievo: se non altro nessuno dei due era in pericolo! Ora potevo concentrarmi invece sui lati più interessanti e reali della vicenda.
    Ah... quindi era tutto una specie di scherzo? Devo ammettere che ci ero cascato, mi hai fatto prendere un colpo ahahah! Beh ormai credo non abbia più alcun senso tenerlo nascosto: sì, sono un minus, e questa che vedi è... beh sembrerebbe un'ombra, anche se non dello stesso tipo della tua... -sollevai leggermente il mio braccio per presentare la creatura alle mie spalle: questa volta era completamente nera, stesso corpo allungato e tondeggiante, braccia lunghe e sottili, con quegli occhi tondi e rossi come il sangue, e tuttavia non incuteva alcun timore, anzi forse avrebbe potuto anche essere capace di rassicurare Haiiro e Shero.
    Comunque, il mio potere è quello di portarmi sfortuna... non è poi così male quando ti ci abitui ahah! Il tuo invece ti permette di evocare... Shero, o sbaglio?
    Nel frattempo il suo padrone aveva concesso all'ombra di stringere la mano alla mia, in segno di amicizia, e la mia non pareva avere nulla in contrario. Io invece, a vedere il cambiamento di Shero in atto rimasi molto colpito, e anche un po' geloso: fino ad ora la mia ombra era completamente immateriale e non poteva toccare nulla, ed era piuttosto inutile per questo fatto.
    Allora mi feci leggermente da parte, lasciando spazio a Shero per avvicinarsi e mostrarle la...
    Ci si è tuffata a capofitto?! Voleva abbracciarla, che carina!
    Uhm... non prendertela Shero, è solo che non ha un corpo fisico e non credo possa ricambiare.
    E invece una sorpresa dopo l'altra: forse per il fatto di essere entrambe ombre riusciva effettivamente a toccarla, ed anche lei ricambiò! Una scena quasi toccante.
    Io sono Shero... piacere, compagna...
    Aaaaaw! Ma che carini! O carine... in realtà sono piuttosto confuso sul loro genere. Ma in ogni caso, non avrei mai immaginato che fossi un anormale anche tu, a dirla tutta pensavo veramente che fossi un normale ragazzo dell'Hakoniwa già la volta scorsa.
    Mentre parlavamo, un po' più in là le nostre ombre si stavano ancora divertendo insieme, proprio come due bambini reali che hanno appena scoperto un amico unico.
    Ma dimmi, ora sono curioso: puoi dirmi qualcosa di più sul tuo potere? Anche tu sei un minus o mi sbaglio...?


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    Enma prese bene la messinscena... o forse era solo sollevato di sapere di non essere sotto attacco da parte di un nemico misterioso? In ogni modo ad Haiiro andava bene, quindi non aveva motivo di approfondire. Tanto più che Enma svelò di essere pure lui un minus e “presentò” la sua ombra.
    Rispetto a Shero le sue fattezze erano più lontane da quelle di un essere umano: era alta e aveva le braccia lunghe, gli occhi rosso sangue. Sembrava più una creatura dell'incubo di quanto lo fosse Shero: se l'avesse visto, Kasumi l'avrebbe adorato e si sarebbe subito affrettata a farci un quadro sopra. Haiiro invece si limitò a fare un gesto col capo, di saluto e di riconoscimento. Poi Enma spiegò il suo potere e chiese ad Haiiro del suo.

    «Portarti sfortuna? Beh, almeno hai un minus che non ti fa annoiare! Riguardo il mio potere... uno di essi come hai immaginato riguarda la possibilità di evocare la mia ombra, Shero, ma ne dispongo di un altro, che è invece la causa della mia condizione di insonne cronico.»
    Senza approfondire le sue parole, Haiiro indicò le sue marcate occhiaie.
    Intanto Shero aveva dato l'abbraccio all'ombra di Enma che, nonostante i timori del bianco, aveva ricambiato. Appartenere entrambe al regno delle ombre doveva aver permesso quell'abbraccio, nonostante l'immaterialità dell'ombra di Enma. Invece la frase di Enma sul genere delle ombre aveva impensierito Haiiro.
    «Genere? Non ci avevo mai pensato prima in realtà. Visto che è la mia ombra, ho sempre pensato a lui come a un maschio, anche se effettivamente non ha le parti anatomiche corrispondenti...»
    “Per fortuna” aggiunse tra sé. Altrimenti sarebbe stato piuttosto imbarazzante evocarla. E non ci pensava neppure a portare in giro con sé un paio di mutande per l'Ombra, da infilare a ogni evocazione.
    «Comunque l'impressione è reciproca: neppure io credevo tu fossi un anormale, un minus per giunta. Sembra che le nostre ombre siano più sveglie di noi...»
    Shero, distraendosi per un attimo dal "giocare" con il suo compagno ombra, alzò il pugno destro chiuso tenendo il pollice alzato in un gesto di approvazione.
    «Però non è così strano che l'altra volta non ci siamo accorti di nulla. Quello di evocare la mia ombra è un potere nuovo, un nuovo minus, di cui a quel tempo, al maid, non disponevo. Ma già allora ero un minus.»
    Haiiro mosse qualche passo, più che altro per sgranchirsi le gambe dopo essere stato rannicchiato a terra prima.
    «Il mio potere, il mio primo potere, è il Dream Teller, il minus di concretizzare i sogni. Quando dormo, che stia facendo un bel sogno o un incubo, esso prende vita nella realtà. E io non ne ho controllo, non più di quanto possa scegliere cosa sognare. Per questo riduco al minimo il tempo in cui dormo.»
    Shero intanto, sempre di fronte all'ombra di Enma, modificò il suo braccio destro, trasformandolo prima in una canna da pesca (corta), poi rimodellandola in un braccio umano da cui fece spuntare carte da gioco (sempre attaccate al braccio) e una catena attorcigliata attorno. Forse era il suo modo di “dialogare” con l'ombra di Enma, visto che questa non sembrava saper parlare. Ma ad Haiiro sembrava solo che Shero volesse pavoneggiarsi della sua capacità di cambiare forma.
    «Beh, in realtà ho anche imparato come controllarlo, entro certi limiti, e come usarlo in battaglia, ma i suoi effetti negativi si sentono lo stesso. Credo che tu sappia come sia. Al confronto il potere di evocare Shero, Shadow Yourself, è molto più tranquillo.»
    Finito di trasformare il braccio, Shero guardava l'ombra di Enma come attendendo una sua “risposta” o reazione. Forse, dopotutto, l'Ombra non voleva solo pavoneggiarsi.
    «Comunque Enma, se il tuo potere riguarda l'avere sfortuna, cosa c'entra l'ombra? E se puoi portare sfortuna a te stesso, non potresti farlo anche agli altri? In fondo di norma un minus si rivela deleterio sia per il possessore sia per le persone che gli stanno accanto.»
     
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    Enma

    La conversazione stava procedendo verso temi decisamente inaspettati, soprattutto considerando che all'inizio l'atmosfera era piuttosto tesa visto che entrambi eravamo piuttosto occupati a nascondere le nostre anormalità, quando in realtà erano così simili!
    Anche se delle diversità c'erano, la cosa che mi sconvolse di più fu il fatto che Haiiro non aveva un minus, ma bensì due!
    Due minus?! E' la prima volta che incontro qualcuno con due anormalità, pensare che sono due minus... dev'essere veramente dura amico.
    Il tono era leggero, ma i miei sentimenti no: se già con un solo minus, degenerato com'è proprio della loro natura, ho così tante difficoltà non immagino quante ne debba aver affrontate lui.
    Però questo significa che sicuramente esiste qualcuno che di abilità positive ne ha anche più di una...!
    A farmi riprendere dalla distrazione ci pensò Haiiro, che mi parlò del suo primo potere, qualcosa che doveva dargli il controllo sui sogni, anche se come tutti sappiamo la parola "controllo" è da intendere in senso molto largo per i minus. Infatti lui stesso specificò che seppure il controllo che ne aveva ottenuto era aumentato e migliorato, era comunque qualcosa di imprevedibile.
    Oh, ma allora è ovvio che ti vedo stanco e con delle occhiaie così grandi!
    Questo spiegava molte cose. In effetti se ciò che sogni diventa reale e non puoi controllare il tema del sogno deve essere un pericolo costante. Sono sorpreso che riesca ancora a reggersi in piedi dopo tutto questo! Magari i minus hanno una costituzione particolare.
    Mentre noi discutevamo dei nostri poteri, loro se ne stavano più in là (non troppo, vista l'impossibilità del mio di allontanarsi) a passare il tempo insieme, cercando di conoscersi: Shero mostrava la sua capacità di cambiare forma, cosa che la mia ombra tentò di replicare senza alcun successo; rimase quindi un attimo ad osservare la sua stessa mano, per vedere qualche cambiamento, ma niente. Allora continuò a guardare meravigliata quella di Haiiro mentre questa continuava a modificarsi.
    Effettivamente dovrei cercare di potenziarla, per ora sono riuscito a capire di più riguardo alla sfortuna come aura, non come entità. Forse un giorno anche lei saprà cambiare aspetto in quel modo.
    Comunque Enma, se il tuo potere riguarda l'avere sfortuna, cosa c'entra l'ombra? E se puoi portare sfortuna a te stesso, non potresti farlo anche agli altri? In fondo di norma un minus si rivela deleterio sia per il possessore sia per le persone che gli stanno accanto.
    La domanda di Haiiro era perfettamente lecita, ed io non potevo che essere contento di rispondergli, dopo tutto quello che ho fatto per cercare di riuscirci!
    Sì, questo è vero per tutti i minus. Sono incontrollabili però i loro effetti sembrano estendersi anche alle altre persone, ed immagino che anche il Dream Teller a seconda del sogno abbia questa proprietà; il mio Double whammy invece inizialmente (e con inizialmente intendo dire fino a qualche mese fa) non poteva farlo ed aveva effetti negativi solo su di me.
    Feci una pausa per guardare verso le due ombre, mi sentivo come un padre che deve tenere d'occhio il suo bimbo in quel momento.
    Tuttavia, ultimamente ci sono riuscito ed ho trovato due modi per far uscire tutta quella cattiva sorte e proiettarla sugli altri. Uno dei due sembra anche avere un effetto peggiore sui minus, nel senso che gli fa perdere anche quel poco di controllo che hanno piano piano... quindi meglio non mostrartelo.
    Sarà giusto rivelare così tanto ad un altro anormale? In fondo c'è un motivo se le anormalità si tengono segrete... ma lui è il primo minus che incontro, e per giunta ha un potere molto simile al mio! Suppongo di aver accelerato troppo le cose, ma ormai pazienza. Non ha l'aria di essere una cattiva persona.
    Shero e... uhm... dovrei trovarne un nome forse? Insomma, le due ombre continuavano a "dialogare" fra loro, Shero era capace di modifiche anche molto originali e veramente sbalorditive, poteva essere forse qualcosa legato alle ombre cinesi? A volte sembravano connesse fra loro, ma era difficile trovarci un senso, o almeno per noi umani, magari le ombre hanno un loro linguaggio e noi non lo sappiamo!
    Potremmo avviare degli studi in merito.
    Ma ora sono troppo curioso: hai detto che quest'ombra la hai da poco, ma com'è potuto succedere?
    Pura curiosità, se anche me lo avesse detto non mi sarei messo a fare nulla sia perchè non ne sarei stato in grado sia perchè l'idea di ritrovarmi con due minus non mi allettava granchè.


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    Haiiro Kugatsu
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    Enma disse di capire il motivo delle sue occhiaie ed espresse la sua vicinanza ad Haiiro. In risposta il Sognatore sorrise leggero.
    «Già, beh... ormai ci sono abituato. Inoltre lo Shadow Yourself, il potere di evocare Shero, non ha controindicazioni, per quanto ho scoperto almeno. Tanto che un anormale con cui ho parlato non era neppure sicuro che fosse un minus.»
    Goro in effetti non era riuscito a determinare se fosse un'anormalità o un minus. Ma Haiiro era convinto che si trattasse del secondo: non riusciva a immaginare di poter essere il portatore di un'anormalità positiva. Per questo, pur non avendo le conseguenze negative che un minus solitamente comporta, pensava che lo Shadow Yourself appartenesse a quella categoria. E, anche se Haiiro stesso non lo sapeva, proprio l'incapacità di pensare a se stesso in termini positivi aveva portato alla trasformazione nello Shadow Yourself.

    Ascoltò Enma spiegare le caratteristiche del suo Double Whammy. Curioso, anche Enma aveva sviluppato di recente il suo potere, proprio come Haiiro... Ma il ragazzo non diede più di un pensiero fugace a questo interessante fatto.
    «Meglio di no, in effetti. Non so cosa succederebbe con Shero – probabilmente smetterebbe di badarmi anche quel poco che fa – ma se andasse fuori controllo il mio Dream Teller, beh, diciamo che sarebbe un vero scenario da incubo.»
    Sorrise a quella battuta, ma la verità era che non si trattava di uno scherzo. Era meglio non rischiare. Anche se, finché restava sveglio, non ci sarebbero dovuti essere problemi, neppure col potere di Enma attivato. Il problema semmai si sarebbe posto se fosse entrato in dormiveglia.

    Poi Enma gli chiese come avesse fatto a acquisire un ulteriore minus. La domanda era interessante, peccato che la risposta non lo fosse.
    «A questo proposito devo dire che... non ne ho la minima idea. Mi credi se ti dico che mi sono svegliato una mattina e ho scoperto di poter evocare la mia ombra? E non ho idea di come si sia formata. Ho provato a chiedere a un po' di gente che conosco se avessero qualche idea in proposito, ma non sono andato molto lontano. L'ipotesi più fondate sono che l'abbia creato in sogno – il che è strano, visto che una volta svegliato le mie creazioni svaniscono subito o dopo qualche minuto – oppure che sia... che sia... aspetta, com'è che aveva detto...? Ah, sì, che lo Shadow Yourself rappresenti l'altra parte – potremmo dire in più sensi l'ombra – del mio potere, o di me. Il che per un'ombra si adatterebbe bene, anche se non spiega perché sia venuta fuori proprio di recente.»
    Si girò anche lui a guardare le ombre. Il suo Shero al momento aveva trasformato il suo braccio destro in un ombrello aperto. Vista la presenza di Enma, vero e proprio catalizzatore di sfiga, immaginava che preoccupazioni superstiziose legate al tenere un ombrello aperto al chiuso erano fuori luogo. O forse proprio per la sua presenza bisognava farci particolare attenzione?

    «Eppure, anche se ho questa anormalità da poco, si sta sviluppando a un ritmo piuttosto veloce. All'inizio l'Ombra non sapeva cambiare forma, ma ha imparato a farlo poco tempo dopo.»
    Quelle parole attirarono, a dispetto delle intenzioni di Haiiro, l'attenzione delle due ombre che si girarono verso di lui. Forse l'ombra di Enma stava pensando che avrebbe imparato anche lei a cambiare forma nel tempo?
    Inoltre Haiiro aveva anche un nuovo potere, che aveva “inavvertitamente” scoperto proprio grazie a Enma, quando l'Ombra era cascata addosso al ragazzo e Haiiro aveva fatto scambio con lei. Ma visto che non sapeva ancora bene come funzionasse, decise di non parlarle. Per di più non credeva che Shero – il quale aveva di nuovo distolto l'attenzione dal padrone e ripreso il suo “dialogo” con la sua compagna – avrebbe voluto cambiare posto in quel momento. Sembrava stare così bene insieme all'altra ombra.
    «Quindi, uhm, anche il tuo minus probabilmente è in sviluppo. E chissà, magari sviluppandolo imparerai a controllare meglio la tua sfortuna e a evitarla. Forse. Anche migliorando il mio controllo sul Dream Teller, io non ho trovato un modo per dormire in tranquillità. Ma tu potresti essere più...»
    E qui Haiiro si interruppe: d'un tratto la parola che voleva usare non gli sembrava appropriata per Enma. Al contrario, sembrava una presa in giro. Ma ormai era arrivato fin là, quindi in tono incerto finì il discorso.
    «Più... fortunato?»
     
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