Quella notte Alice non riusciva a dormire, nonostante fossero le già le due di notte e un nuovo giorno era appena iniziato, la Corvonero si girava e rigirava nel letto circondato da lunghe tende blu che erano parte di quel meraviglioso e sempre comodo letto a baldacchino del suo dormitorio. Un anno era appena iniziato e presto sarebbe cominciata una nuova stagione, e forse era proprio quello il problema, l'estate era finita. L'estate che è da sempre sinonimo di molte cose: divertimento, sole, mare, ma allo stesso tempo era anche quella cosa che l'avrebbe riportata a casa. L'avrebbe portava lontana da Hogwarts, lontana da tutti i suoi amici, questo è vero, ma allontanarsi nuovamente da casa era una cosa a cui non riusciva mai ad abituarsi. Ma "purtroppo" doveva accettare tutto ciò, perchè se la fine dell'estate portava l'allontanamento dalla sua famiglia, l'avrebbe portata dalla sua nuova casa, dove finalmente avrebbe potuto riabbracciato la sua famiglia Corvonero. Avrebbe finalmente rivisto la sua migliore amica e non solo, tutti i suoi compagni di casata e tutti coloro che ha incontrato durante gli anni passati. Alice doveva solo farsene una ragione, ricominciare, anche se per un breve periodo, la vita che aveva lasciato e a cui era abituata dall'età di undici anni.
*Ma è possibile che in un posto tanto magico faccia così tanto caldo?* pensò tra se disperata la Corvonero. L'estate non era ancora finita del tutto e il caldo scalfiva ancora ogni singolo mattone del castello, e nonostante la giovane dormisse in uno dei punti più alti del castello, la notte sembrava lo stesso troppo calda per dormire.
Lentamente mosse le tende del letto per poi controllare la situazione all'esterno, come al solito tutte dormivano, tutte tranne lei, che ormai aveva rinunciato all'idea di farsi coccolare dalle dolci braccia di Morfeo. Così, stanca di stare li, si alzò lentamente dal letto e dopo qualche passo notò che, da sbadata qual'era, non aveva messo nemmeno il pigiama quella notte. Il caldo l'aveva fatta sdraiare ancora vestita, ma a questo punto questa situazione volgeva a suo favore, odiava farsi vedere in quelle condizioni da qualcuno, anche se dubitava che a quell'ora ci fosse qualcuno in giro.
Quando scese le scale a chiocciola del dormitorio fu contenta di trovarle vuote, come del resto lo era anche la Sala Comune. Il camino, ormai spento da tempo, era sempre e comunque un luogo di ritrovo e nonostante non vi era del fuoco, le poltrone erano ancora di fronte ad esso e ogni corvonero vi si sedeva per leggere, studiare o chiacchierare. Quella notte Alice prese un libro dalla libreria in sala Comune e si mise proprio li, seduta su una di quelle poltrone, in completo silenzio.
Il primo capitolo volò via, così come il secondo, fu il terzo che iniziò ad essere più difficoltoso, poichè mille pensieri iniziarono ad intrecciarsi ad unico filo logico che era la trama del libro. Troppi, troppi pensieri non le davano tregua nemmeno in quel luogo, fu per questo motivo che Alice chiuse il libro e si alzò dalla poltrona e diretta all'uscita della sala comune. Non voleva andar lontano, non voleva certo farsi beccare all'inizio dell'anno scolastico. Decise così di salire le scale che costeggiavano il quadro di ingresso, per salire fin sopra alla guferia. Li vi si riposavano tutti i gufi appartenenti non solo agli studenti, ma anche ai professori e ai genitori che mandavano già le prime cose dimenticate a casa.
« Ciao piccola» disse la Corvonero alla piccola civetta bianca che, poverina, aveva passato tutta l'estate volando avanti e dietro da casa sua a casa della sua migliore amica, nonché padrona della stessa, Jenifer. Quando anch'essa le fece un verso di saluto, Alice passò oltre e si diresse all'enorme finestra di pietra. A quell'altezza e con quell'enorme apertura si poteva non solo godere di un ottima visuale di tutto il castello e dei dintorni, ma anche farlo ad una temperatura più accettabile. L'iniziò dell'anno aveva reso quel posto più pulito del solito e per Alice era una fortuna tutto questo, poichè poteva liberamente sedersi dove le pareva senza correre il rischio di qualche orrendo incidente. L'aria fresca le riempì immediatamente le narici, e mentre la Corvonero lentamente sedeva al bordo di quella meravigliosa finestra una fantastica sensazione di pace la calmo. Finalmente poté riprendere tra le mani il libro che aveva chiuso poco prima nella Sala Comune e iniziare a leggerlo nuovamente, stavolta libera da ogni pensiero.