[1° Settembre] - Lo Smistamento e il Banchetto.

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    Instant karma’s gonna get you, gonna knock you right on the head

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    Il Lato Oscuro Di Una Luna di Giove

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    Solo un incarico onorario! Questi erano i patti, solo una nomina simbolica per giustificare la sua presenza nella scuola!” eppure non era la prima volta che il suo incarico di vicepreside onorario lo costringeva ad interagire direttamente con le attività scolastiche, una volta aveva perfino dovuto sostituire il professore di astronomia per 4 lunghissimi mesi al termine dei quali non aveva ancora imparato il nome di nessuno dei suoi studenti..nemmeno di quel ragazzo che alla fine delle lezioni venne da lui a ringraziarlo per la “lunga chiacchierata della settimana scorsa”….”mi ha aperto gli occhi” gli disse il ragazzo…..lui lo fissava ignorando completamente chi fosse…pensò ”deve essere stata una di quelle volte in cui le persone mi parlano e io annuisco senza ascoltare alternando un ‘davvero?’ ogni tre ‘si, hai proprio ragione’”….sfortunatamente aveva l’abitudine di pensare ad alta voce….quella volta non fece eccezione.

    Ma non c’era tempo per i flashback, era in ritardo “Lo credo che sono in ritardo! Mi hanno avvertito di questa cosa solo 15 minuti fa!”, in realtà sarebbe stato in ritardo anche se fosse stato avvertito con settimane di anticipo…sostituire il preside nel fare gli onori di inizio anno non era esattamente il modo in cui aveva programmato di terminare la serata…non aveva le idee troppo chiare su cosa avrebbe dovuto dire…aveva un vago ricordo di avvisi, raccomandazioni e cose del genere…”bhe…improvviserò” si disse, mentre sfrecciava per i corridoi.

    La Sala Grande..non ci entrava da un bel po’ di tempo…gli studenti erano già seduti, i professori avevano preso posto al tavolo alto…ebbe l’impressione che tutti stessero aspettando qualcuno, ma qualcosa gli suggerì di non chiedersi chi potesse essere il ritardatario, si diresse verso la parte opposta della Sala, mentre camminava sentiva i discorsi dei ragazzi seduti ai tavoli delle quattro case…come al solito c’era chi tentava di fare qualche magia appariscente per far colpo sui vicini di posto, una ragazza parve particolarmente spaventata da uno di questi tentativi e, mentre lui le passava accanto, gli si rivolse direttamente “Signore! lo faccia smettere, se continua così darà fuoco alla scuola!”…..”sciocchezze ragazza mia” le rispose “non si può dar fuoco alla scuola, non esiste nessun incendio documentato nell’archivio della scuola, e l’archivio parte da ben 30 anni fa!…da quando quello vecchio finì in cenere senza testimoni per ragioni mai accertate”…poi pensò “Per quale motivo venire in una scuola di magia quando si ha una così immotivata paura della magia?”…..si accorse che tutti lo fissavano, la ragazza appariva particolarmente a disagio…”devo smetterla di pensare ad alta voce!” e si diresse velocemente verso il podio.

    Salutò brevemente i professori e si rivolse verso la sala…lo confortava la certezza che, in una sala gremita di ragazzi affamati, quasi nessuno presta attenzione a cosa dice un personaggio che assomiglia ad un insegnante che parla da un podio.

    Ebbene ragazzi, benvenuti anche per quest’anno nella nostra scuola”, pausa….nella sala c’era un’inattesa e piuttosto preoccupante aria di attenzione….”avrei moltissime cose da dirvi, davvero ma….non voglio togliere argomenti a chi terrà il discorso di inizio anno l’anno prossimo…quindi, senza ulteriore indugio, diamo inizio alla cerimonia di smistamento..il nostro cappello è già pronto”.

    Detto questo prese posto al tavolo degli insegnanti “non è andata così male…forse dovrei fare questo genere di cose più spesso”….dieci minuti dopo aveva già cambiato idea, ma il banchetto si preannunciava degno di tanto sforzo.



    I giocatori descrivano l’ingresso nella Sala Grande, lo smistamento e il banchetto dal loro punto di vista.
    I racconti dovranno essere coerenti con il vostro anno di iscrizione. Gli studenti del 1° anno entrano dalla porta principale e vengono smistati, quelli degli anni successivi assistono alla cerimonia dai loro tavoli.


    Il topic resterà aperto per 3 giorni.
    N.B. A breve il regolamento della sezione verrà aggiornato, una cosa però ve la anticipo qui, prima dei vostri messaggi specificate sempre i nomi dei vostri personaggi.





    Edited by Firebolt - 10/9/2006, 19:19
     
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  2. AnNaSiThA
     
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    Sitha Grake a rapporto!
    Scusate se è un po' lunghino.

    Finalmente sarei entrata in quel castello, unica meta che per tutta l'estate avevo ambito. Adoro quel luogo, dona un'atmosfera così bella e misteriosa che ogni ersona si podrebbe perdere nei suoi segreti. Ricordo perfettamente tutte le mie sensazioni della prima volta che vi entrai. vedevo quel castello da fuori e avevo paura. Ed entrando non poteva far altro che peggiorare la situazione. Quei corridoi illuminati dalle torce, i quadri che si spostavano e che mi guardavano, i ragazzi più grandi che ci aiutavano un po' a capire cos'era veramente Hogwarts. La prima volta avevo addirittura paura della magia. E se mi fossi fatta del male? Mi tranquillizzavo da sola, pensando che non potevo farmi del male da sola. Eppure quei quadri, quelle luci avevano un qualcosa di strano. Molto strano. Per non parlare di quando mi fu messo il cappello parlante in testa! Non avevo mai avuto più paura prima di allora! E quando la sua voce mi entrava nelle orecchie, nella mente? Indimenticabile.
    Ma ora era tutto diverso. Non ero più una straniera in quel castello. Hogwarts era il luogo dove vivevo. Sì, perchè io trascorro nella casa dei miei genitori solo luglio e agosto. Neanche il Natale torno a casa. E così ho imparato a conoscere alcuni egreti di quest'edificio. I miei genitori non me ne avevano mai parlato. Loro non parlano mai con me.
    Varcando la soglia del castello, vidi perfettamente tutte le fiaccole dei corridoi medievali. I quadri che ormai conoscevo perfettamente, visto che dovevo iniziare il sesto anno. Il ritratto di un uomo anziano, dalla barba grigia a riccioli e dai capelli identici, mi rivolse un "Bentornata Sitha" molto affettuoso. Lo guardai e gli sorrisi. "Grazie Thomas". Avevo avuto l'onore di parlare moltissimo con lui in tutti questi anni. Per me era un incrocio fra un genitore e un nonno. Continuai a camminare nella folla di studenti dal secondo anno in su. Ad un certo punto vidi il ragazzo del treno che faceva il bullo con uno del terzo anno. Io allora aspettai che mi raggiungessero. Gli stava facendo dei dispetti con la magia. "Ehi, lascialo in pace. Che ti ha fatto?" gli domandai. Lui si voltò verso di me e mi squadrò da capo a piedi. "E tu chi sei?" mi chiese con tono arrogante. "Sitha Grake, quella del treno, non ti ricordi?". Per un momento lasciò stare il ragazzino, che se ne corse tra la folla. Aveva lo sguardo vago. Poi il volto gli si illuminò. "Ah già. Senti, quello era mio cugino. E tu non ti devi impicciare". Era suo cugino? Che spiegazione! "E allora? Cosa ti ha fatto di male?" Era così alto che per guardarmi dovette abbassare leggermente il viso. "Ascolta, sono affari miei. Ora lasciami stare" e se ne andò tra la folla. Certo che ce ne era di gente a Hogwarts! Scossi leggermente la testa rassegnata e continuai a camminare. Arrivammo alla porta per la Sala Grande ed essa si spalancò davanti a noi. Entrammo, osservati da tutti gli insegnanti, e ogni studente prese posto al tavolo della propria casa. Il tavolo dei Grifondoro era già quasi tutto occupato quando dovetti sedermi. Per fortuna però le mie amiche mi avevano tenuto il posto a sedere. Discutemmo allegramente e io raccontai anche dell'episodio subito poco prima. Avevamo notato che il vice preside, che avrebbe dovuto sostituire il preside, ancora non si era fatto vedere. Dopo non molto entrarono gli studenti del primo anno. Alcuni di loro sembravano infreddoliti, molti spaventati e praticamente tutti entusiasti all'idea che quella sarebbe stata la loro nuova casa. Vennero condotti davanti al tavolo dei professori, davanti ad uno sgabello con il cappello parlante sopra. Il cappello iniziò a cantare la solita canzoncina di ogni anno, che pochi studenti ascoltarono ma che tutti finsero di capire. Alla fine tutti applaudirono in silenzio. Il vice preside non era ancora arrivato. Era come al solito in ritardo. La professoressa iniziò a chiamare tutti gli alunni per nome in ordine alfabetico, li faceva sedere sullo sgabello e gli metteva indosso il cappello. Quei ragazzini erano piuttosto impauriti, o almeno sembrava che fosse così. Ogni volta che un ragazzino veniva smistato, gli studenti più grandi della casa in cui era stato messo applaudivano forte. Non so quanti ragazzi vennero a Grifondoro, non riuscivo mai a contarli. Alla fine dello smistamento, quando tutti eravamo seduti, calò un silenzio piuttosto imbarazzante. E subito dopo iniziarono i mormorii, le chiacchere a bassa voce e tutto ciò che si poteva dire veniva detto. Alla fine, dopo quasi mezz'ora dallo smistamento, arrivò il vice preside. Tutti lo guardavano con sguardi di sollievo. Lui si sedette al suo posto, salutò i colleghi e iniziò il discorso. In poche parole: avevamo aspettato tanto per subirci un discorso noiosissimo. Dopo tanto, si iniziò il banchetto: i piatti si riempirono di ogni genere di pietanza, salata, dolce, comune, speciale. A metà banchetto arrivò da noi ragazzi del sesto anno di Grifondoro il fantasma della casa, Nick-quasi-senzaa-testa. Ci salutò e ci chiese il resoconto delle vacanze. Iniziai io per prima. "Cosa vuoi che ti dica Nick? Sono andata al mare e ho preso il sole, naturalmente da sola" "Perchè da sola?" mi chiese con affetto. Gli sorrisi sbuffando. "Ti sembra possibile che i miei cari genitori potessero prendere qualche giorno di permesso per passare le vacanze al mare? La cosa più gentile che mi hanno detto è stata: lo sai benissimo Sitha che non possiamo rinunciare al lavoro!". Dopo iniziammo tutti a raccontarci di come erano andati i compiti, e ognuno di noi parve demoralizzato. I compiti erano le uniche cose che, qui a Hogwarts, non piacevano a nessuno. Nick se ne andò svolazzando di qua e di là. Il vice preside ricominciò a parlare. "Vi vglio ricordare solamente che non è permesso l'accesso nella Foresta Proibita e che è severamente vietato usare la magia nei corridoi. Non vanno utilizzati giochi magici come i frisbee zannuti e tutti quelli elencati sulla porta del custode. Vi auguro la buona notte. Prefetti, accompagnatei vostri compagni nelle sale comuni". Oh, finalmente si andava a dormire! Ci voleva un po' di riposo, dopo tutte le emozioni di questa giornata.
     
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    Ministro della Magia

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    Serpeverde
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    jonatah davis



    lui, Derrick e cristina oltrepassarono la porta che divideva il mondo magico da quello reale. Erano timidi, pur avendo già vissuto quel momento, ma ogni volta quello spettacolo era davvero emozionante. Sapevano già cosa dovevano fare, ma c'era sempre quel pizzico di agitazione che confondeva loro le idee. entrarono nel atrio della scuola, poi procedettero verso un grande portone che sicuramente doveva essere la Sala Grande. i tre entrarono e si avvicinarono al proprio tavolo aspettando l'inizio dello smistamento. Da dove erano entrati, un gruppo di studenti entrarono accompagnati da una professoressa dall'aria affaticata. li accompagnò appena prima del tavolo dei professori, e li chiamò uno ad uno per farli smistare dal cappello parlante.
    "charlot mcgill, un passo avanti per favore" disse la donna.
    La bambina intimidita e arrossita obbedì e si avvicinò al cappello.
    "mmm... un'altra McGill...so io dove metterti, grifondoro!!!"
    Un enorme boato echeggiò nella sala, e la streghetta si sedette tra i grifondoro.
    Questo avvenne ad altri maghi, fino a qundo ogni studente venne smistato nella propria sala.
    Il preside, come di consuetudine, fece il suo discorso di aprtura e dopo toccanti parole, il banchetto iniziò.
    Prelibatezze di ogni genere apparvero sopra i tavoli. C'era di tutto, e gli studenti non esitarono a mangiare. Jonathan, Derrick e Cristina conversarono con tutti gli altri studenti di serpeverde, e cercarono di far sentire a loro agio i nuovi arrivati...
     
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  4. Draco Black
     
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    dunkan entrò in sala grande......aspettò di essere chiamato e smistato....ill cappello lo smistò a Serpeverde.....era felice..si sedette al tavolo dei serpeverde e fu subito accolto bene,fece amcicizia con tutti....fece subito amicizia e legò con tre altri serpeverde....cominicò a mangiare,e a chiaccherare......finito lo smistamento e dopo che il breside disse :
    Buon anno!

    un mormorio si fece in tutte e quattro le tavolate.....subito dunckan,clarissa,jack e livin notarono un ragazzo al tavolo dei grifondoro........senza conoscerlo dunk provò subito odio e antipatia x lui....ma nn ci fece + caso in segiuto...finito la cena il preside disse:
    Ora vi do la buonanotte e tutti nei loro dormitori prego^^

    dunk e gli altri andarono nel dormitorio....
     
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  5. nsk
     
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    Nicolas Knightly

    Dopo le parole del vice-preside iniziò la cerimonia dello smistamento. Una donna dall'aspetto severo, di certo un'insegnante, si alzò davanti alle tavolate e presentò all'immenso salone un cappello sgualcito, che iniziò una filastrocca suadente di presentazione delle Case di Hogwarts, a cui seguì un applauso. La professoressa proseguì il rito enunciando ad alta voce uno per uno i nomi dei nuovi studenti e infilando su ciascuno il logoro cappello magico.

    I ragazzini del primo anno erano ormai stati smistati tutti e gli altri studenti più anziani si stavano ormai rilassando e preparando all’imminente banchetto. Un'unica figura era rimasta in piedi a lato del portone principale e appariva incredibilmente smarrita. Forse in risposta a tutti i dubbi che quella persona probabilemente covava dal suo ingresso nel salone, si udì la perentoria voce della professoressa che fece – Scusate signori ma manca ancora qualcuno: Nicolas Knightly. Proviene dalla scuola maschile (e qui si udì un risolino femminile) di Magia di Arcadia, ma da ora in poi farà parte della nostra scuola… prego accomodati sullo sgabello -.
    Nicky avanzò paonazzo a grandi e disordinate falcate verso lo sgabello, tutta la sua persona sembrava un’unica contraddizione: la sua altezza contro la figura esile, le spalle minute e ancora fanciullesche contro un torace piuttosto corpulento, lo sguardo severo e serio, ma le guance rosee e tenere.
    Il cappello lo inghiottì fino a metà faccia e sembrò pensare a lungo, poi esclamò – Griffondoro! – seguito da un lungo applauso della tavolata di riferimento. Nicky scappò via da quella specie di podio, ormai era chiaro che odiava stare al centro dell’attenzione e prese posto con un’espressione indecifrabile in volto.
    Dopo un lungo istante di riflessione, il ragazzo puntò lo sguardo al centro della tavolata dei professori, scrutando con attenzione il vice-preside e infine sospirò - Dove sarà il preside? -
    Sembrava terribilmente amareggiato per qualche motivo, poichè mangiò silenziosamente per tutta la cena.
     
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  6. mignonette
     
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    sally lockart

    finalmente avrei dinuovo varcato quell'immenso portone e poi sarei stata pronta x 1 altro anno a hogwarts!io ero al 5 anno e avevo fatto lo smistamento qualche anno prima, ma ricordavo ancora l'emozione e l'adrenalina ke sale...ti sudano le mani e ti sembra quasi 1 sogno essere arrivato a quella scuola!mi soffermai 1 attimo a guardare l'immenso portone e poi entrai seguita da altri miei compagni.andammo nella sala grande x assistere allo smistamento ke nn era ancora iniziato.subito dopo di esso il preside face il solito discorso di ogni anno e iniziammo a mangiare.era incredibile quanta roba ci fosse su quella tavolata!c'era così tanta roba da mangiare ke ci stupimmo tutti e x 1 attimo pensammo anche che il cibo fosse finto!dopo il banchetto il presde ci augurò la buonanotte e salimmo tutti nei nostri rispettivi dormitori, i + piccoli, accompagnai dai prefetti.ecco, 1 altro anno era iniziato !!!!
     
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  7. Satin90
     
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    .Ashley Gooding.

    Il tavolo era ancora vuoto. Sperai intensamente che i ragazzi del primo anno si muovessero con quel Cappello perchè avevo una fame da lupi. Davanti avevo il tavolo dei Serpeverde che facevano la solita confusione e impedivano ancora di più al povero Cappello di fare le sue scelte. Un bambino alto un tappo era ormai nascosto da mezz'ora sotto al Cappello che intanto borbottava nomi di case confuso e anche un po' imbarazzato perchè stava rallentando paurosamente la cerimonia. Alla fine finalmente urlò: "Corvonero!" e la tavolata dietro alla mia applaudì e accolse quel bambino minuto dai capelli castani che gli coprivano gli occhi. Mancava un ultima bambina con le treccine gialle e già il resto della sala brontolava per la fame mentre i professori invano cercavano di riportare la calma. "MaryAnne Wilson" chiamò il Cappello e la ragazza con le trecce si posizionò in testa titubante lo storico copricapo. Fortunatamente per lei ci volle poco e quando il Cappello dichiarò: "Tassorosso" la nostra tavolata seguita da tutte le altre esplose di gioia perchè nello stesso momento era apparso il banchetto ricco di antipasti, primi, secondi e contorni, Senza dimenticare il dolce ovviamente. Quello strano sostituto del preside si ricordò di rialzarsi in piedi e di abbozzare un "Buon Appetito" senza troppa convinzione però, dato che avevamo già cominciato ad abbuffarci.
    Nuove portate apparivano e scomparivano non appena il piatto era vuoto, Neil davanti a me aveva la testa immersa nel budino e Rosaline cercava di trasformare la zuppa calda in ghiaccio, non ho ancora capito per quale arcano motivo.
    E notai che anche il vice-preside mangiava, eccome!, ogni tanto muoveva le labbra, evidentemente stava pensando ad alta voce e la sua vicina, la professoressa di erbologia, lo guardava indignata ma lui continuava a mangiare senza darsene preoccupazione.
    Così per togliermi la preoccupazione pure io mi affogai in una torta alle noci.
     
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  8. Franky_Lunastorta
     
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    Franky Lunastorta

    Varcato il portone principale della scuola procedeva a passo sicuro verso la Sala Grande, con una cosa sola in testa

    Ormai è il momento. Sembra sempre insignificante quando te lo immagini da casa, o anche sul treno. La sensazione aumenta, diavolo, ogni anno la stessa storia...ma non ci pensi, non pensi che ciò che provi sia così forte finchè non ti ci ritrovi davanti. Sempre la stessa storia. E non cambia mai! E' qualcosa che ti attanaglia lo stomaco ed annebbia la mente, come se da esso dipendesse tutta la tua esistenza. Provi ad ignorarlo, ma lui e lì e non ti abbandona mai. Come una bacchetta non lascia mai il suo mago, o come il destriero che non abbandona mai il suo cavaliere. Vive in te. E' impossibile liberarsene. Ma tantè, ormai sei lì, solo con te stesso...ancora pochi passi...pochi passi verso il tuo destino...concentrazione, solo quella...pochi passi all Sala Grande...pochi passi e poi...

    <<CIBOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO!!! Ho faaaaaaaaaaaaaaaaaameeeeeeeeeeeeee!!!!!>>

    <<Franky, diamine!!!! Sempre la solita storia!!! Un pò di contegno...diamine!!!>>

    Ma il giovane mago era già entrato nella Sala e stava correndo verso il tavolo di Grifondoro per sedersi fra i suoi vecchi compagni di dormitorio. Ogni anno la stessa storia...discorso d'apertura, smistamento interminabile e poi la cena. Ma non si poteva tagliare un pò la questione? Tipo, non so, smistare dopo cena? , ormai questo era il suo pensiero ricorrente ogni 1° settembre, "Ma le tradizioni hanno loro ragioni storiche, e non si possono cambiare solo perchè lei a fame!!!" gli rispondevano sempre tutti i funzionari a cui faceva notare questi particolari - a suo giudizio molto importanti.

    Ad un certo punto, proprio nel mezzo dei suoi ragionamenti, vide entrare una persona - sicuramente un professore - dall'aspetto familiare, ma che gli parve di non conoscere. Captando i brusii di alcuni ragazzi del settimo anno capì che si trattava del vice-preside della scuola ed allora si ricordò di averne sentito parlare dal vecchio capitano della squadra di Quidditch a cui il vecchio aveva fatto da supplente di astronomia. Un tipo singolare... Franky ebbe l'impressione che avrebbe voluto trovarsi da tutt'altra parte e lo capì palesemente dalla brevità del discorso di apertura :

    “Ebbene ragazzi, benvenuti anche per quest’anno nella nostra scuola, avrei moltissime cose da dirvi, davvero ma….non voglio togliere argomenti a chi terrà il discorso di inizio anno l’anno prossimo…quindi, senza ulteriore indugio, diamo inizio alla cerimonia di smistamento..il nostro cappello è già pronto”.

    Il giovane studente provò un moto di gratitudine immenso verso il vice-preside tanta era la fame che aveva. Dopo lo smistamento - Grifondoro si era difesa bene - iniziò il banchetto.

    <<Ahhhhhhh...ci voleva proprio 'sta bella mangiata!>>

    Tutto da quel momento sembrò più facile. Risate con gli amici, racconti sull'estate appena passata, angosce per l'anno che era lì lì per cominciare. Al termine seguirono i soliti avvisi e furono poi liberi di andare a dormire, gli studenti del primo anno accompagnati, come al solito, dai prefetti.

    Fu allora che accadde. Mentre varcava la porta della Sala diretto verso la torre un brivido gli attraversò il corpo dalla testa ai piedi. Subito scosso si guardò intorno per trovare una spiegazione, una presenza indesiderata, qualcuno o qualcosa che potessero giustificare questa sensazione. Niente. Si diresse così verso un gruppetto di amici e archiviò l'evento nei meandri della sua mente, era ora di andare a riposare, l' indomani si sarebbe cominciato a fare sul serio!
     
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  9. xima
     
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    finalmente sono potuta entrare nella sala grande dove dopo cera il banchetto...io ero anche molto emozionata all'idea di essere smistata...prima che tutti venissimo smistati il preside silente volle dirci qualcosa sulla scuola...tipo che non dovevamo andare in certe zone della scuola...dopo questo finalmente portano la sedia dove sopra hanno appoggiato il capello parlante...hanno incominciato a smistare... image la mia domanda e timore era...in che casa mi avrebbe messo???? però quando la vice preside chiamo il mio nome "xima" io mi avvicino molto lentamente al capello...mi siedo sulla sedia...e la vice preside mi appoggia in testa il capello e incomincia a parlare "mmmm...vediamo un pò...dove ti posso collocare....allora sei una persona sincera..leale..sicura di sè..e molto onesta...mmmmm... si ho deciso tassorosso :hufflepuff: " siii era la casa giusta per me!!!!!!! ero felicissima mi avvicino alla tavolata della casa di :hufflepuff: e subito mi hanno accolto con molto affetto e simpatia...dopo aver finito di mangiare silente ha voluto dirci "buona notte a tutti!!! e andate nei vostri dormitori"...bellissimo!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! sono troppo felice!!!!! image
     
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  10. *lilli*
     
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    Li Wilson

    Entrai in sala grande e mi diressi subito vero i miei amici grifondoro. Erano già passati due anni da quando ero stata smistata ma l’emozione provata era sempre quella…
    Stavo guardando ammirata il soffitto stellato quando ad un certo punto il portone della sala grande si aprì ed entrò un gruppo di studenti del primo anno pronti ad essere smistati.
    Come ogni anno ci fu il discorso iniziale e poi il preside diede il via al banchetto.
    Questa era la parte che mi piaceva di più, davanti a me apparirono tantissime pietanze prelibate su cui mi buttai all’assalto senza pensarci due volte .Dopo essermi riempita il piatto e abbuffata per bene chiacchierai un’po con i miei amici.
    Salutai Maia e Milo e mi avviai verso la sala grande.
    Nel dormitorio chiacchierai con le mie amiche e con le nuove arrivate.
    La sera mi addormentai con il pensiero di essere di nuovo ad Hogwarts.
     
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  11. Francy_91
     
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    Sarah Jamie

    La sala grande era accogliente come sempre.
    Sarah passò accanto ai tavoli finché non raggiunse quello di Grifondoro; ormai era sera, e volgendo lo sguardo in alto scorse un cielo trapunto di stelle. Le giornate si stavano accorciando, si ritrovò a pensare. Si sedette al centro del tavolo, fissando sconsolata il piatto di fronte a lei che rimase inesorabilmente vuoto, insensibile alle sue preghiere. E pensare che aveva già mangiato un po’ in treno! Ma ora aveva di nuovo fame… Era incredibile quanto fosse faticoso stare seduti per ore…
    Sarah si rassegnò, scrutando il tavolo degli insegnanti. C’erano tutti, ma il posto del preside era vuoto, chissà dov’era finito, non era mai mancato ad un banchetto di inizio anno prima d’ora…
    Proprio mentre rifletteva sull’assenza del preside, ecco che fece l’ingresso nella sala nientepopodimenoche… il vicepreside! Sì, proprio lui, quello che aveva la strana abitudine di pensare ad alta voce, come potrebbe fare un vecchio elfo domestico, solo da molto tempo.
    Mentre l’uomo attraversava la sala grande una ragazzina gli si avvicinò e gli chiese qualcosa che dal tavolo di Grifondoro non si sentì bene, ma il vicepreside assunse un’aria scocciata allontanandosi, e si posizionò in fretta al posto d’onore, al tavolo degli insegnanti.
    E cominciò il suo discorso d’inizio anno.
    Sempre che si potesse chiamare discorso.

    “Ebbene ragazzi, benvenuti anche per quest’anno nella nostra scuola; avrei moltissime cose da dirvi, davvero ma…non voglio togliere argomenti a chi terrà il discorso di inizio anno l’anno prossimo…quindi, senza ulteriore indugio, diamo inizio alla cerimonia di smistamento... il nostro cappello è già pronto”.

    Dopo queste quattro parole messe in croce si sedette, e lo sguardo di tutti si rivolse al gruppetto di ragazzini spauriti che nel frattempo erano entrati nella stanza. Erano così piccoli!
    Davanti a loro c’era uno sgabello che reggeva il cappello parlante, il quale pronunciò un discorso lungo e noioso che nessuno dei ragazzi si prese la briga di ascoltare, ma nonostante ciò il silenzio restò tale, nessuno aveva mai interrotto il cappello parlante.
    Poi cominciò lo smistamento. Sarah sorrise, ripensando a quando si era trovata davanti a quella prova che riteneva insuperabile… in che casa sarebbe stata smistata?
    Il cappello aveva velocemente optato per Grifondoro, Sarah era felice di quella scelta, si era subito ambientata.
    E ora vedeva quei ragazzini terrorizzati che provavano le stesse emozioni, mentre uno a uno venivano chiamati e si calavano sulla testa quel vecchio cappello rattoppato, per poi venire assegnati a Grifondoro, Corvonero, Tassorosso o Serpevende, e raggiungevano il tavolo dalla casa.
    Quell’anno c’era un nuovo studente più grande degli altri, fu annunciato che proveniva dalla scuola di Arcadia. Sarah non conosceva nulla delle altre scuole e provò un po’ di curiosità per il ragazzo. Alla fine anche lui venne smistato. Era ora, pensò Sarah, mentre il suo stomaco brontolava per l’ennesima volta.
    Finalmente i piatti si riempirono come per magia, ci fu un mormorio di sollievo e approvazione, poi tutti furono troppo impegnati a mangiare per poter dire qualcosa.
     
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    Ministro della Magia

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    Corvonero
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    Milo chan



    Eccomi tornato alla mia seconda casa” pensò Milo, quasi affettuosamente, risalendo i possenti gradoni di pietra, e varcando, per la sesta volta ormai, il grande portone in legno antico.
    Respirò a pieni polmoni l’aria della scuola, pregna di un odore che lui ormai era abituato a sentire come un profumo, assaporandone i ricordi che suscitava in lui.
    Il suo primo ingresso, quale gioia…

    Ma ora era lì, felice come sempre; le sue orecchie erano invase dalle voci degli altri studenti, vedeva molti volti conosciuti, alcuni talmente abbronzati che faticò a riconoscerli. Si chiedeva dove fossero i suoi compagni di anno.
    Maia era ancora al suo fianco. Le disse all’orecchio che ora era meglio se andavamo ognuno per la sua direzione, e lei gli rispose sorridendo che stava pensando la stessa cosa. Si divisero sorridendosi e scambiandosi il comune “ci vediamo domani!”.
    Milo osservò Maia sgattaiolare fra la folla e raggiungere un gruppo di compagni tassorosso.
    Si disse che fra non molto avrebbe di certo incontrato anche lui qualcuno.

    Girò l’angolo del corridoio illuminato dalle torce caratteristiche, per raggiungere il secondo maestoso arco che faceva accedere all’ampia sala del banchetto di inizio anno.

    Ancora altri ricordi si levarono da quelle immagini così familiari…. Lui che, assieme ad altri bambini infreddoliti, viene accompagnato in mezzo a tutti gli altri davanti a quel cumulo di stracci appoggiato su uno sgabello da una professoressa all’apparenza severa…
    Per poi scoprire che quello straccio unico era un cappello, che per di più parlava.
    Ora invece varcava l’ingresso da ragazzo cresciuto e cosciente di quello che gli stava intorno.
    Sempre con gli stessi sogni però.

    Entrò nell’enorme sala, e prima cosa che fece, come fa la maggioranza degli studenti, alzò gli occhi al soffitto, anzi, al cielo.
    Una volta notturna si stagliava sopra i loro volti, tinta di migliaia di piccole luci, migliaia di stelle.
    Era impossibile non guardare; e stare due secondi in più a testa in su ammirati da cotanto splendore era una routine…
    Sulla parete di fronte a lui, quella alle spalle dei professori, e quelle laterali, brillavano altrettante piccole luci; e notò quasi con difficoltà da tanto piccole erano, che si trattava di candeline. Era un’effetto spettacolare, le pareti brillavano e dalla vetrata provenivano piacevoli riflessi.
    La luce, come sempre, non veniva dalle candele, né da lampade di sorta: c’era e basta, soffusa, ma c’era.

    Abbassò finalmente lo sguardo, e vide il tavolo della sua Casa, che quest’anno era coperto da una bellissima tovaglia di un bel colore blu.
    Gli altri tre tavoli erano invece giallo canarino, rosso e oro, verde e smeraldo.
    Individuò un posto accanto ad alcuni suoi compagni di classe, finalmente li aveva trovati.
    Li salutò discretamente, le ragazze lo accolsero con baci e abbracci (lì arrossì lievemente) e i ragazzi con delle strette di mano.
    Eccoli, i suoi compagni di avventura, anche loro con lui al momento del suo smistamento, impauriti come lui al tempo.
    Se li ricordava perfettamente, seduti di fronte a lui nella parte di tavolo vicina agli insegnanti.
    Erano maturati insieme, e la loro posizione nei tavoli si era spostata anno dopo ano progressivamente verso la grande entrata, per far spazio alle nuove reclute di hogwarts.
    Si sedette e prese a parlare delle solite cose, di per sé non particolarmente importanti, ma che ogni volta permettevano di avvicinarsi rapidamente agli amici, di riprendere la solita e amata confidenza mista a complicità.
    Stavano parlando ad un volume piuttosto sostenuto, come d’altronde faceva tutta la gente della sala, ed i professori non intervenivano, ma lasciavano questo momento di ritrovo libero, come era solito, quasi fosse una tradizione non scritta della scuola.
    Milo stava per arrivare al viaggio per Diagon Alley quando una specie di urlo eccitato provenì da un punto indefinito dell’ingresso.
    Si voltò incuriosito, quando vide una minuta ragazza dai lunghi capelli corvini correre verso la sua direzione, sorridendo e trattenendo ulteriori gridolini.
    Milo si lazò in fretta, e corse incontro alla ragazza corvonero, gridando “LU!”
    Si abbracciarono strettamente, noncuranti degli sguardi altrui attirati dal baccano che riuscivano a fare in due.
    Era Mary Lou, la sua compagna di classe preferita. Con lei aveva trovato dal primo anno una profonda affinità, molti aspetti del suo carattere lo rispecchiavano, e sta di fatto che con lei aveva un rapporto quasi fin troppo perfetto, fatto per la maggior parte di risate di puro gusto.
    Si separarno e si sorrisero. Ancora una volta si perse nello sguardo di Lu, di una tonalità di verde fantastica. Delle persone lo colpiva subito il colore degli occhi.
    Le sorrise ancora e la accompagnò al tavolo, e lì di prolungarono in una sfilza di racconti brevi sulla loro vita estiva.

    A tal proposito, a Lu parve accendersi un pensiero per la testa (come le era solito fare), frugò un attimo nelle tasche della divisa, e alla fine tirò fuori un braccialetto fatto di piccoli pezzetti di legno colorati messi insieme.
    Lo porse a Milo.
    Per me?” disse lui. Lei annuì ”Certo Milino, l'ho comprato quest'estate appositamente per te! Dai, provalo!”.
    Le sorrise e accettò di buon grado il piccolo dono. Lo mise al polso, ma poi si fermò riflettendo
    Ma… io non ho niente per te Lu…”
    Ma non importa, non preoccuparti! Ora scusami, vado a salutare gli altri, lo smistamento sta per cominciare! Ci vediamo dopo eh?!!” e gli sorrise.
    Ok, ma non appena trovo qualcosa di carino te lo prendo, stanne certa!” le disse ad alta voce mentre la vedeva allontanarsi.

    Ormai gli ultimi studenti stavano prendendo il loro posto, e le lunghe tavole furono piene degli studenti, a parte l’inizio, dove erano vuote e dovevano ospitare i nuovi venuti.
    Si sentì un timido scalpiccio provenire dall’ingress, e tutti si girarono, consapevoli di cosa fosse a produrlo.
    La professoressa di trasfigurazione apparve, seguita da una mandria di piccoli bambini, alcuni spaventati, altri eccitati, altri in visibile stato di euforia.
    Attraversarono la sala osservando i due lati del corridoietto formato dai tavolo delle case, qualcuno osservava timido i compagni di scuola più vecchi, altri cercavano di farsi il più piccoli possibili.
    Arrivarono alla sommità del tavolo dei professori, e lì la professoressa li fece fermare. Si guardò intorno, e Milo notò che aveva un’espressione alquanto… contrariata.
    Notò solo a quel momento, che il preside della scuola non era al suo posto sul seggio centrale che sovrastava tutta la sala.
    La professoressa andò a prendere un piccolo sgabello, Milo non la vide ma potè intuirlo, e poi vi mise sopra il vecchio Cappello Parlante.
    Quello prese a recitare una nuova filastrocca, si potè notare che alcuni novelli studenti sussultavano per lo stupore.
    Era breve come al solito, e spiegava un po’ come fosse il funzionamento della scuola e delle case. Dopo di che finì la filastrocca, e tutti batterono le mani.
    Poi l’applauso si smorzò, e fu silenzio. La professoressa guardava intensamente l’ingresso della sala, come desiderasse che apparisse a comando qualcuno.
    Ma i minuti passavano, e nessuno fece niente, a parte gli studenti che incominciarono a bisbigliare, poi a discutere, creando un vespaio di voci.
    Dopo un’altra decina di minuti, apparve all’ingresso un uomo.
    Era il vicepreside della scuola, a volte faceva le veci del nostro Preside (l’anno scorso era pure stato supplente di astronomia di un’altra casa) ma non lo aveva mai fatto in situazioni importanti, non come lo smistamento.
    Si fermò accigliato a parlare con una ragazzina, Milo non riuscì a coglierne le parole, ma potè vedere successivamente che la ragazzina non avrebbe voluto parlare.
    Il vicepreside si avviò di lena verso il podio, circondando gli studenti in attesa di essere smistati.
    La professoressa gli lanciava di quelle occhiate…. Milo sorrise fra sé.
    Fece il più rapido discorso della storia di Hogwarts, e diede inizio allo smistamento.
    Uno dopo l’altro i bambinetti furono spediti nelle relative case, e noi corvonero non potevamo lamentarci; sembravano tutti piuttosto svegli.

    Il Vice diede il via libera al banchetto, e Milo si preparò con la forchetta in mano: dopo pochi secondi, apparvero nei piatti vuoti al centro dei tavoli delle prelibatezze.
    Certo l’appetito non mancava, e si servì delle porzioni discrete, ma di tutto: primo, secondo e dolce.
    Tutto squisito, “devo lasciare un messaggio di ringraziamento sopra un cumulo di cartacce in modo che arrivi agli elfi ” e si fece un promemoria mentale.
    Finita l’abbuffata, non vedeva l’ora di infilarsi il pigiama, salutare il suo adorato Oliver e andare a dormire. Dai volti degli altri capì che non pensavano in modo poi molto differente.

    Quando sparirono gli ultimi piatti dalle tavole, il vicepreside si alzò e si rivolse ai nuovi prefetti, comunicando loro che potevano accompagnare ora gli studenti del primo anno nei rispettivi dormitoi.
    Si alzarono e fecero cenno ai bambini di seguirli. Terminati loro, anche tutti gli altri si avviarono sulla loro scia.
    Milo seguì quella blu.
    Salutò con un cenno Li, che aveva conosciuto nel treno, e successivamente anche maia, che seguiva la scia dei tassorosso.
    Salì le numerose rampe di scale che portavano ai dormitoi Corvonero.
    Finalmente giunsero davanti al ritratto, i prefetti divulgarono la parola d’ordine e tutti entrarono.
    Finisce così quelsta lunga giornata, fatta di momenti di piacere e forti emozioni” pensò Milo.
    Andò nella camera che divideva con tre suoi compagni di classe, aprì la porta e trovò il suo bel gatto seduto alla fine del letto.
    Gli sorrise e lo coccolò un po’.

    Poi si infilò nel letto, stanco e felice, pensando al domani, l’inizio di un altro intenso e magico anno scolastico.


    :lovojo:

     
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  13. s.t.
     
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    christin griffin!!!
    sn emozionata è il mio primo anno...mi hanno smistato nella casa apparentemente più brutta!!!!spero che il preside e i proff mi rassicurino e soprattutto spero di conoscere gente che nn per forza diventeranno dei grandi maghi spinti a far del male... ma sl dei grandi maghi... si è x qst che mi piace la mia casa perkè coloro che ci sn passati sn diventati maghi di fama mondiale... spero d'iniziare presto le lezione... soprattutto qll di volo ...
    vorrei tanto entrare nella squadra....ciao!
     
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  14. °MaiA°
     
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    Maia-Eruname ginger

    ero come bloccata dal portone di legno che avevo già superato l'anno prima ma che ancora una volta guardai stupita, scossi la testa per "risvegliarmi" da quei ricordi e seguii milo, che, una volta entrati mi disse che era meglio se ci dividavamo per raggiungere i nostri compagni e poi ci scambiammo uno sguardo di intesa: l'avrei rivisto il giorno dopo.
    così mi avviai verso i miei compagni, a dire il vero non mi piacevano molto i miei compagni del secondo anno per questo mi sedevo vicino a loro ma non dicevo nulla, i miei veri amici erano solo Li e Milo che però facevano parte di case diverse. Guardai Li seduta al tavolo di grifondoro a parlare con alcuni suoi compagni, e vidi Milo che correva ad abbracciare una sua compagna "Lu" sentivo che gridava 'sarà la sua fidanzata' mi dissi.
    ad un certo punto arrivò il vicepreside che veniva a fare le veci del preside 'ma dov'è i preside?' mi chiesi. Comunque avevo voglia di rivedere pavel e stendermi sul mio letto così dopo lo smistamento mangiai più in fretta che potei, feci qualche incantesimo sotto il tevolo facendo apparire topolini e dopo mi incamminai verso i dormitori con i miei compagni, salutai Li e poi Milo
    e aspettai qualche prefetto per sapere la parola d'ordine.

    [non sono entrata perchè poi c'è un altro topic per quello giusto?:unsure:]
     
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  15. Valefred
     
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    Ruth Courtenay


    Scese dalle carrozze con Roslyn varcammo il portone eravamo di nuovo a scuola un altro anno insieme, avevo aspettato impazientemente questo momento e finalmente era arrivato.
    Entrate nella sala grande ci indirizzammo verso il tavolo dei Tassorosso, ancora vuoto. Eravamo tutti seduti ma come al solito bisognava aspettare i nuovi allievi, che varcarono la porta della sala qualche minuto dopo che tutti ci fummo accomodati. La professoressa iniziò a chiamare tutti gli alunni per nome in ordine alfabetico, li faceva sedere sullo sgabello e gli metteva indosso il cappello. I ragazzini erano piuttosto impauriti, o almeno cosi mi sembrava. Ogni volta che un ragazzino veniva smistato, gli studenti più grandi della casa in cui era stato smistato applaudivano forte e urlavano. Lo smistamento si concluse con "MaryAnne Wilson” “Tassorosso” e con l’esplosione della nostra tavolata.
    Il preside, come di consuetudine, fece il suo discorso di apertura e dopo di che, il banchetto ebbe inizio. I tavoli si riempirono, prelibatezze di ogni genere apparvero sopra i tavoli, c'era veramente di tutto, e gli studenti, affamati dopo il viaggio, mangiarono tantissimo. Durante il banchetto conversai con tutti gli altri studenti di Tassorosso, e con Roslyn e gli altri del 5 anno, cercammo di far sentire a loro agio i nuovi arrivati.
    Finito il banchetto il preside ci auguro la buona notte, tutti ci incaminammo verso i dormitori, io e Roslyn facendo a gara per raggiungere per prime il dormitorio.
    Così come l’anno prima era cominciato il nuovo anno a scuola!!!
     
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26 replies since 10/9/2006, 17:33   1628 views
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