| Mathiel |
| | CITAZIONE «Avevo appena aperto la porta, e oddio...» - Oddio cosa? «Vedo quello lì che esce dal bagno» - No! «Sìììììì, guardi è stato terribile. Mi sono sentita mancare» - Mancare quanto? «Sfibrata» - Addirittura sfibrata «Violentata» - Violentata? «Stuprata. Ecco, stuprata» - Onorevole, adesso deve rilassarsi «Mi avevano detto che i problemi con l'onorevole Guadagno...» - ... Vladimir Luxuria «Io lo chiamo come lo chiama il presidente della Camera: onorevole Guadagno Vladimiro» - Calma, lo chiami pure come crede «Dio, Dio!» - Bisogna mantenere i nervi saldi in momenti delicati come questi «Ero convinta che avessero trovato una soluzione» - Quale soluzione? «Ma che ne so! Mi dicono che in alcune palestre hanno messo i bagni per quelli come lui. Questo Palazzo è pieno di bagni, gliene trovino uno per lui» - La percezione che Luxuria ha del proprio corpo è tutta femminile «Si faccia tagliare il pisello. Se lo tagli e allora venga pure nel bagno delle donne. Perché non lo fa?» - Onorevole Gardini «Ta-glia-te-looooo!» - E' un po' imbarazzante parlare con lei «E' stata una cosa schifosa. Fisiologica, non psicologica» - Promette che non se la prende? «Prometto» - Sembra isterica «Disgustata. Ho avuto persino delle difficoltà di ordine fisico a trattenermi in quel bagno» - Vabbè «Sono grintosa, ecco» (...) - Anche se le può apparire ingiurioso, si aggiunge dell'altro. E cioè che la sua scenata sia un tentativo di far dimenticare la magra figura rimediata al microfono delle Iene «Cosa?» - Cos'è la Consob? Ricorda? Non rispose «Ma se è stato Guadagno a provocare tutto questo can can! Un alluvione di dichiarazioni, di prese di posizioni, di telefonate. Ancora non riesco a terminare la lettera di protesta che voglio inviare ai deputati questori. Già lo so, i giornali scriveranno a suo favore. Voi giornalisti siete moderni, noi della destra i retrogradi e i razzisti» - Lei si è appunto augurata un busto ortopedico che tenesse dritta la schiena dei giornalisti «Non nego che l'immagine sia stata un po' forte» - Ce ne fosse gente con la sua grinta! «Però voi dovete essere più obiettivi. Lui è maschio? Vada nel bagno dei maschi!» - Vabbè. «Sono piena di passione per questo lavoro. La politica mi prende tutta» - Si vede. «Sono spigolosa» - Donna di carattere. «Forte» - Anche molto corteggiata. «Sempre tantissimo in vita mia. Ieri come oggi» - Ora però prevalentemente tra i colleghi del centrodestra. «No, anche quelli del centrosinistra sono galanti» - La sua grinta un po' li mette in soggezione. Si nota che tengono una prudente distanza. «In effetti è una cosa appena accennata»
On. Elisabetta Gardini, portavoce diForza Italia, intervistata da Antonello Caporali per Repubblica, 27 ottobre 2006 CITAZIONE "altamente inopportuna una trasmissione che tocca un problema su cui ancora non si è discusso adeguatamente, ma che tutti sappiamo essere un tema incandescente nell'opinione pubblica, e che comunque non fa parte del programma di governo".
la Senatrice della Margherita Binetti a proposito della fiction "il padre delle spose" CITAZIONE «Lino Banfi, interprete di Nonno Libero, nella fiction televisiva "un medico in famiglia", ci ha lentamente abituati con la sua aria sorniona, alle famiglie "aperte e allegre", dove regna l'allegria, la mancanza della mamma è surrogata da nonni e tate premurose, dove il padre si sposa la zia e insieme spariscono per lunghi mesi, lasciando la famiglia nelle mani di questo instancabile nonno, che denigra la scuola libera, inneggia al sindacato come risolutore di tutti i mali e si sposa la consuocera borghese per redimerla. Ora nonno Libero, si lancia in un'altra operazione di "marketing culturale", con la prossima fiction in onda su RAI UNO, il 20 novembre, in prima serata, dal titolo "Il padre delle spose", racconta la storia di un padre, pugliese, vedovo, che dopo molti anni che non vede la figlia che vive in Spagna, decide di andare a Barcellona a trovarla e la trova, sposata con un'altra donna. Dopo il rifiuto iniziale del padre tradizionalista, gli autori garantiscono il lieto fine, ci mancherebbe altro, del resto sempre di un matrimonio si tratta, o no?
No.
Due donne sono una coppia che vive insieme, non basta che una legge dica che anche se dello stesso sesso possono dirsi "sposate", il matrimonio è un'altra cosa, spiacente, ma le parole hanno un peso e gli impegni che si prendono sono differenti. Lo so, le accuse di razzismo e di grettezza mentale, sono assicurate, persino un vecchio patriarca pugliese si arrende e finisce per accogliere le due donne come figlie e voi non vorrete protestare? Beh, io sì. Una cosa è accogliere la figlia lesbica e un'altra è dire che il matrimonio tra due omosessuali e due eterosessuali è la medesima cosa. Io voglio protestare, perché questo continuo far passare in televisione l'idea, che tutte le unioni possono essere equiparate, è una forzatura innaturale. Non sospenderanno certo la fiction per le nostre proteste, ma far sentire la nostra voce, chiedere lo spostamento in seconda serata e magari disdire il canone RAI potrebbe essere utile». Petizione lanciata dal sito CulturaCattolica.it CITAZIONE «La città usa denaro pubblico per finanziare un festival omosessuale dove si esibiscono pornostar mascherate da artisti. Questa invasione barbarica oltraggia la fede e la ragione dei cittadini». «Qui si contrabbanda per cultura l'interesse di una lobby. Siamo alla mistificazione. L'ennesima». «Mettere in scena la masturbazione o piccanti rapporti omosessuali è forse un servizio sociale primario? Verrà mostrato un video con un attore che esplora, attraverso l'autostimolazione, le possibilità del piacere, della soddisfazione erotica. C'è una doppia aggravante: il presunto evento è stato presentato in pompa magna da autorevoli rappresentanti istituzionali che dovrebbero avere a cuore la sensibilità di tutti i bolognesi, e non solo di quelli con problemi di genere. E, ancora più grave, l'iniziativa è realizzata col contributo degli assessorati». «A Bologna tira aria malsana; alcuni rappresentanti istituzionali sembrano ancora fermi alla concezione dell'"indottrinamento delle masse"».
Commento non firmato su "Bologna Sette", settimanale della diocesi bolognese e inserto domenicale di "Avvenire", a proposito del Festival "Gender Bender" dedicato alle identità sessuali e sostenuto dagli assessorati alla cultura di Comune, Provincia e Regione, 29 ottobre 2006
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