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| Una grossa azienda spagnola deve selezionare sette candidati ad un ruolo di dirigente. I sette si incontrano riuniti dall'azienda in una stanza attorno allo stesso tavolo. Alcuni di loro hanno già sostenuto un primo colloquio, alcuni di loro già si conoscono. Davanti ad ognuno di loro è acceso un computer dove appaiono messaggi inerenti al tipo di test che i candidati devono sostenere per ottenere il posto di lavoro. Di tutti e sette infatti solo uno verra scelto mentre gli altri saranno di volta in volta scartati in un sempre più feroce gioco al massacro. Il tutto mentre per le strade di madrid impazza una violenta manifestazione no-global.
Ambientato praticamente per intero all'interno di una sala riunioni il lavoro di Marcelo Piñeyro svela nelle location le sue origini tatrali, ma riesce ad utilizzare in maniera intelligente il linguaggio cinematografico per sostenere un ritmo elevatissimo ed una tensione sempre crescente. Tanto che alla fine l'atmosfera clustrofobica gioca tutta a favore del film. In questo l'ottimo regista è aiutato da un team di attori a dir poco straordinario (praticamente la meglio gioventù del cinema iberico e argentino), chi non avesse dimestichezza con gli attori spagnoli potrà comunque riconoscere Eduardo Noriega (già protagonista di Apri gli Occhi). La sceneggiatura di ferro, come si usa dire in questi casi, dosa sapientemente abili colpi di scena con momenti dal ritmo più blando, permettendo lo spettatore di arrivare alla fine del film senza un filo di stanchezza (durata 115'), e riesce nel non facile compito di rendere tutti gli aspiranti ugualmente simpatici e antipatici, e di suscitare domande non solo sull'influenza delle aziende sulla vita dei dipendenti, ma anche sulla natura stessa dell'animo umano.
La regia resta (come la fotografia) apparentemente in disparte, al servizio della storia; si permette giusto un virtuosismo iniziale con la bella sequenza dei titoli di testa, per il resto il regista si occupa principalmente (ed in maniera eccellente) di dirigere l'ottimo cast a disposizione. Una menzione su tutti per Eduard Fernández, il gretto Fernando e per Natalia Verbeke, la conturbante segretaria.
Il film ha rischiato di un soffio di essere selezionato dalla spagna per le nomination all'oscar. Peccato.
Per la distribuzione vedi la nota fatta per "The bothersome man".
Edited by massi78 - 11/11/2007, 15:13
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