La Candelora

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marina53
view post Posted on 17/8/2007, 16:57




L
a festa della Candelora fu istituita da papa Gelasio I, tra il 492 e il 496, dopo che ebbe ottenuto dal Senato l'abolizione dei Lupercali, l'antichissimo rito di purificazione che si celebrava a febbraio essendo stato questo, per molti secoli, l'ultimo mese dell'anno. Il rito era volto a eliminare le impurità accumulate nell'anno che finiva e a riacquistare la purezza necessaria per iniziare bene l'anno nuovo. Lo stesso nome februarius era derivato dalla parola februa (ritenuta d'origine sabina) che significava, per l'appunto, "purificazione".
I Lupercali si celebravano il giorno 13 con connotazioni così tipicamente pastorali da far pensare che la festa fosse addirittura anteriore alla fondazione di Roma.
Momento culminante era quello in cui i sacerdoti, detti luperci (cioè "allontanatori dei lupi"), sacrificavano una capra nella grotta del Lupercale, ai piedi del Palatino verso il Velabro, dove la lupa avrebbe allattato Romolo e Remo. Col sangue dell'animale ucciso essi toccavano poi la fronte di due ragazzi, che detergevano subito dopo con un panno di lana imbevuto di latte. Quindi tagliavano la pelle della capra in piccole strisce per farne delle fruste con le quali, correndo attorno al Palatino, colpivano la gente che veniva cosi februata, ossia purificata, e soprattutto le donne, che ritenevano in tal modo di garantirsi la fertilità.
Quando la Chiesa intervenne, la festa dei Lupercali era ancora così tenacemente celebrata che, piuttosto che sopprimerla, il papa preferì "cristianizzarla", tenendone vivo il significato e dedicandola portando alla "purificazione di Maria Vergine" (dopo il parto, secondo l'uso ebraico). Fissata all'inizio del mese - il giorno 2 - la festa cristiana fu detta anche "delle candele" (e a Roma, la Candelora), perché ne era caratteristica la benedizione dei ceri, che i fedeli portavano in processione come simbolo del battesimo purificatore dalla macchia del peccato originale.
I ceri venivano poi conservati in casa per essere accesi, a invocare la protezione divina, nei momenti difficili e specialmente durante i temporali.
 
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