Suad "Bruciata viva"

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  1. *Paperinik*
     
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    “Non potrò mai dimenticare mio padre, è come se fosse fotografato dentro la mia testa. Seduto davanti a casa come un re davanti al suo palazzo, la kefiah che nasconde il cranio calvo, ha indosso la cintura e tiene il bastone poggiato alla gamba ripiegata. Lo rivedo ancora mentre si sfila la cintura e grida: << Perché le pecore sono tornate sole? >>. Mi afferra per i capelli e mi trascina sul pavimento della cucina. Mi colpisce mentre sono in ginocchio, si attacca alla mia treccia come se volesse strapparla e la taglia con le grosse forbici per la tosatura. Non ho più capelli. Posso piangere, urlare o supplicare, otterrò soltanto dei calci. E’ colpa mia. Mi sono addormentata insieme a mia sorella perché faceva caldo e ho lasciato che le pecore si allontanassero. Lui ci colpisce così forte con il bastone che qualche volta, per il male, non riesco più a distendermi né su un fianco né su un altro. Cintura o bastone, venivamo picchiate, credo, tutti i giorni. Un giorno senza botte non è un giorno normale…Era questa la legge del villaggio, la legge degli uomini.”

    La vera storia di Suad, colpevole di essere nata di sesso femminile, in un villaggio dove a comandare sono gli uomini, dove vige la legge dell’omicidio d’onore, secondo il quale, quando una donna si macchia di un peccato, quale: guardare un uomo negli occhi, parlargli, fare sesso prima del matrimonio, può essere uccisa, senza che nessuno dica niente. Suad si era macchiata del peccato di fare sesso prima del matrimonio, uscendo incinta, così i genitori per non “ perdere la faccia “ davanti agli altri abitanti del villaggio, incaricano il genero di uccidere la ragazza.


    “…Ad un tratto un liquido freddo mi cola sulla testa, in un attimo il fuoco è su di me. Brucio. Il film scorre più in fretta, le immagini si susseguono rapidissime. Corro scalza nell’orto, mi batto le mani sulla testa, grido. Sento sulla schiena la stoffa che cola via. Anche i vestiti sono in fiamme. In quell’odore di petrolio corro, corro, ma i pantaloni m’impediscono di andare in fretta. Il terrore mi guida, d’istinto, lontano dal cortile, verso l’orto, perché non c’è altra via d’uscita…”


    Dovrà subire 24 operazioni, ma adesso è salva, vive in Europa con il marito e tre figli, tra cui “quello della colpa”.

    Un romanzo toccante, se si pensa che stiamo nel 2007 e che queste cose sono ancora all'ordine del giorno in questi paesi del medio oriente.

    Edited by *Paperinik* - 19/7/2008, 19:12
     
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  2. noicheincominciamo
     
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    In QUALI paesi del Medio Oriente? E poi, siamo sicuri che siano all'ordine del giorno? Ma già c'è una discussione in proposito, in "Politica, costume e attualità".
    Consiglio Edward Said, "Orientalismo", sui cliché legati al Medio Oriente, e un piccolo spunto di riflessione: come mai trovano editori italiani quasi unicamente le scrittrici musulmane che si lamentano della loro condizione?
     
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  3. *Paperinik*
     
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    Guarda che qua non voglio intavolare alcuna discusisone politica, altrimenti avrei aperto/spulciato la sezione, e non avrei postato in questa di letteratura. Mentre vorrei disutere del romanzo, di come trovate lo stile, di cosa pensate del contenuto. Per quanto riguarda " i quali paesi d'oriente", faresti bene ad informarti sulle loro leggi, io l'ho fatto, anche attraverso dei documentari, uno per esempio fece non molto tempo fa su rai tre. Nessun clichè, ma, a costo di risultare poco originale, è la pura e cruda realtà. L'editorie italiano ha fatto benisismo a pubblicare questo romanzo/testimonianza.

    CITAZIONE (noicheincominciamo @ 16/7/2007, 20:23)
    In QUALI paesi del Medio Oriente?

    Cisgiordana, Giordania, PakistanMarocco, Ciad, Afghanistan. Per citare alcuni, attraverso i quali sono giunte testimonianze dirette.


    Ciauz ;)
     
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  4. noicheincominciamo
     
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    CITAZIONE (*Paperinik* @ 16/7/2007, 22:30)
    Guarda che qua non voglio intavolare alcuna discusisone politica, altrimenti avrei aperto/spulciato la sezione, e non avrei postato in questa di letteratura. Mentre vorrei disutere del romanzo, di come trovate lo stile, di cosa pensate del contenuto. Per quanto riguarda " i quali paesi d'oriente", faresti bene ad informarti sulle loro leggi, io l'ho fatto, anche attraverso dei documentari, uno per esempio fece non molto tempo fa su rai tre. Nessun clichè, ma, a costo di risultare poco originale, è la pura e cruda realtà. L'editorie italiano ha fatto benisismo a pubblicare questo romanzo/testimonianza.

    CITAZIONE (noicheincominciamo @ 16/7/2007, 20:23)
    In QUALI paesi del Medio Oriente?

    Cisgiordana, Giordania, PakistanMarocco, Ciad, Afghanistan. Per citare alcuni, attraverso i quali sono giunte testimonianze dirette.


    Ciauz ;)

    Evidentemente non mi sono spiegata. Mi dava fastidio la tua generalizzazione finale, che trovo approssimativa come diversi documentari e noiosa come la tendenza di molti editori occidentali a pubblicare, prevedibilmente, solo quei libri che confermano l'aspetto dell'Oriente che ci spaventa di più, che è anche quello che ci fa piacere conservare. Ciò detto, non posso pronunciarmi sul libro, non avendolo letto, e non c'è nessuno più di me che apprezza e approva le coraggiose testimonianze di chicchessia. Ciauz.
     
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  5. *Paperinik*
     
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    Ma appunto, credo che tu qui sia off topic...Io, come già detto, non voglio pronunciarmi sul Medio Oriente, perchè, appunto, tenederei a generalizzare, data la mia non-conoscenza approfondita in materia. Ma avrei piacere di sapere, da chi l'avesse letto, cosa pensa del romanzo in sè.
    Io l'ho trovato abbastanza semplice nello stile, così nei contnuti, ma ciò non mi dispiace. Ho trovato crude alcune immagini offerte dalla narratrice, ma essenziali per smuovere le coscenze. In fondo un buon libro deve far riflettere, principalmente, e credo che questo l'abbia fatto, almeno in me ha assortito tale effetto.

    Ciau!
     
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  6. Dany 91
     
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    Io ho comprato quel libro una settimana fa, mi ha attirato fin da subito la trama e nn ne sono rimasta delusa infatti. E' un libro che mi ha colpita e commossa per tutto quello che ha dovuto passare quella donna. Fortunatamente si è salvata grazie a Jacqueline della fondazione "Surgir" . E' bello sapere che esistono persone che intervengono per salvare queste donne vittime della legge degli uomini. E' assolutamente un libro da leggere.
     
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  7. vita90
     
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    Mi è piaciuto, l'ho letto in poche ore...mi ha tenuto compagnia durante la mia influenza :rolleyes: mentre leggevo cercavo a entrare nei panni della ragazza e cercare di vivere con lei ciò k ha passato, ovviamente non ho vissuto fisicamente le cose ma mentalmente ho cercato di entrare in empatia con la ragazza.
    Da come è raccontata la storia sono i sentimenti di rancore e rabbia che ha portato questa ragazza fino a che diventata adulta e quindi non è da prendere come un racconto oggettivo...appoggio i racconti sul maltrattamento, uccisione e sfruttamento, ma quello che non appoggio sono le idee che trasmette come al solito sui musulmani, mediorientali...che maltrattano le donne, li sfruttano. Dico questo perchè nel racconto suad dice "i miei genitori sono molto religiosi....le mie sorelle pregano 2 volte...noi musulmani...ecc."
    Un vero musulmano prega 5 volte al giorno non 2, uccidere una persona è illecito e impensabile: il corano dice "chi uccide una persona uccide una comunità, e chi salva una persona salva una comunità", nell'Islam c'è l'amore e l'affetto tra genitori e tra genitori e figli che non è presente nella famiglia di Suad.....e ci sono tante altre cose da dire che mi ci vorrebbe una giornata per spiegarle tutte.
    Poi un'altra cosa, ciò che succede in quel villaggio per loro è abitudine, normale, giusto, perchè non sono abituati ad altro....vivono nella povertà e miseria...quelle persone pensano solo a "sopravvivere" non a vivere...per noi è facile giudicarli visto che viviamo in un mondo di belle cose, dove tutto ci ha dato. mentre a loro viene tolto tutto, e questo è dovuto alla guerra, ai paesi k li sfruttano per avere i loro beni....e a qualcuno che fa piacere che questi vivano nell'ignoranza, nella povertà e nelle tradizioni senza senso e che non sappiano cosa succede al di fuori del loro villaggio.

    Ciao
     
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  8. nana88
     
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    anche io l' ho letto ma prima di natale. se amate questo genere come me vi consiclio un altro libro davvero emozionante che parla della condizione femminile nei paesi del medio-oriente. Il titolo del libro è " Quello che mi spetta" di Parinoush Saniee. io lo presi in biblioteca prima dell'estate e lo lessi in pochi giorni perchè la trama è avvincente e drammatica.
    Ma cosa spetta a noi donne? Possiamo realizzare i nostri obiettivi nonostante tutto e tutti? Siamo disposte a sacrificare la nostra felicità per le persone che amiamo e che alla fine si rivelano egoiste?
    Leggetelo ve lo consiglio!!
     
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7 replies since 16/7/2007, 13:01   4260 views
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