Dante con la Divina Commedia scrive uno dei migliori incipit della storia, netto, veloce e chiaro, catapultandoci all'istante all'inferno. Ma parla naturalmente anche di sé, è nel pieno dell'età matura e le tre fiere che subito incontra le sente dentro, sulla pelle, l'orgoglio, la cupidigia e la lussuria. Viene salvato da Virgilio, che poi lo accompagna nella selva oscura che tanto amiamo e in cui tutti ci sentiamo rappresentati. L'allegoria infatti è quasi inutile, noi viviamo così, poiché che vi sia dopo la morte non ci è dato saperlo. Virgilio è saggio perché è vecchio, non perché è migliore di Dante, quindi le tre fiere della lussuria, dell'orgoglio e della cupidigia non hanno più presa su di lui e può osservarle con distacco, aiutando Dante stesso nel farlo, incapace altrimenti di superare se stesso. Dunque è solo la vecchiaia e, in ultima istanza, la morte, che può liberarcene?