Glimmer, Quest di background

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view post Posted on 19/4/2024, 09:03
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Il Fato

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Un tiepido, debole raggio di sole illuminava uno scorcio dell'ampio salotto di casa Moonword-Brown. L'aria primaverile era palpabile, ma il cielo coperto non consentiva ancora di godere completamente del tepore del sole. Due valigie già pronte vicino al portone, estremamente in anticipo rispetto alla tabella di marcia, e una tavola allestita per la colazione accoglievano l'ingresso di Gin, sveglia non da molto ma pronta a iniziare la giornata. Erano quasi le nove del mattino, ma a giudicare dalla situazione in salotto sembrava che qualcuno fosse in piedi già da parecchie ore. La giacca e il cappello di Matthew Brown non erano nell'appendiabiti, il che voleva dire che era già uscito per andare al lavoro. Due delle tre postazioni preparate per la colazione erano già state chiaramente usate, ne rimaneva una sola, con un piatto vuoto e tazza e bicchiere ancora rovesciati.
«Ma buongiorno, Amy! Ce l'hai fatta a svegliarti, finalmente» tuonò Seraphine con finta serietà, sbucando dalla cucina, per lasciarsi poi andare a un tenero sorriso. «Forza, muoviti a fare colazione, poi voglio che finisci i bagagli. Dobbiamo partire subito dopo pranzo, se no facciamo tardi per la cena, e i tuoi nonni non ne sarebbero contenti.»
Ebbene, che ne fosse felice o meno, quella sera Gin sarebbe andata in Francia con i suoi genitori per passare la Pasqua, che sarebbe stata il giorno successivo, insieme ai nonni paterni. Seraphine le aveva detto che i nonni erano stati così contenti di averla con loro l'estate scorsa che avevano insistito per rivederla alla prima occasione utile, per cui avrebbero approfittato delle vacanze pasquali per andarli a trovare. Ma, per quanto questo fosse in parte vero, per Seraphine ogni occasione era buona per tenere Gin fuori da Hogwarts, e possibilmente averla sott'occhio. Che a Gin questo fosse evidente o meno non era rilevante, ma Seraphine era piuttosto convinta di essere brava a tenere a bada, nonché nascosta, la sua idiosincrasia nei confronti di tutto ciò che era magico.
Di fronte alla tovaglietta di Gin apparecchiata c'erano un cestino con svariati tipi di biscotti, una caraffa di latte tiepido, una caffettiera mezza piena, un bricco di succo di frutta e una teglia dalla quale erano state raschiate via quasi tutte le uova e il bacon. «Se ti fossi alzata prima ne avresti trovato di più» precisò Seraphine con un pizzico di stizza, che forse avrebbe potuto infastidire un po' Gin. Alla fine non era poi così tardi, e non era certo colpa sua se i suoi genitori avevano deciso di svegliarsi al canto del gallo. Comunque, probabilmente le sarebbe convenuto non tirarla per le lunghe, sbrigarsi a mangiare e poi andare a fare la valigia, così da evitarsi un'intera mattinata di pressione materna.
Seraphine entrava e usciva dal salotto a intervalli irregolari, sicuramente impegnata in varie faccende prima della partenza, e di tanto in tanto si fermava nei pressi di Gin. A un certo punto si piazzò proprio di fronte a lei, gomiti sul tavolo, con aria inquisitoria da pettegolezzo. «Allora Amy, che mi racconti? Hai conosciuto qualcuno di interessante a scuola? Un amichetto speciale, magari?» Dopotutto, Gin era tornata per le vacanze solamente la sera prima, non si vedevano da tanto tempo, ed era sinceramente curiosa di saperne di più sulla situazione sociale della figlia. Degli studi a Hogwarts le importava poco, ma era importante che la sua bambina si circondasse di bravi amichetti, per quanto in cuor suo preferisse senza ombra di dubbio che frequentasse i ragazzini babbani del quartiere. «Sarebbe bello se un giorno, magari in estate, invitassi a casa qualcuno dei tuoi compagnetti!» Per tenerli d'occhio, naturalmente.


Benvenuta alla tua quest di background. Ci troviamo a casa di Amelia durante le vacanze pasquali. Ricordati di postare le statistiche e l'inventario. Buon divertimento, buona fortuna, e per qualunque cosa non esitare a scrivermi per mp!
 
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view post Posted on 26/4/2024, 17:44
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Di sole e di gatti

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Amelia Gin
Moonword
«Non fa bene soffermarsi sui sogni e dimenticarsi di vivere»

► Età:12 ► Corvonero ► Vacanze pasquali 2024

Hogwarts Express. Sulla via del ritorno a Londra.



«Siamo quasi arrivati, Ka. Dovrò liberarti. Lo sai che non puoi venire a casa con me. Però puoi sempre stare dalle parti di Diagon Alley, oppure prova di andare nell’appartamento della nonna… Se è tornata le dico di tenerti una finestra aperta. Vedrai che starai bene e io proverò di lasciarti sempre qualcosa da mangiare sui davanzali delle finestre. Promesso».

Gin parlava con il suo grande gufo nero Ka, che non sembrava particolarmente felice del loro ritorno a Londra. Le vacanze pasquali quell’anno erano arrivate così velocemente che la ragazza quasi non se n’era accorta. Ecco perché la lettera della madre, arrivata qualche giorno prima, l’aveva colta così di sorpresa. E, a dirla tutta, la sorpresa non era solo dovuta alle tempistiche. Erano mesi che non aveva notizie di casa. Ma ecco che, dopo mesi di silenzio, una piccola lettera semplice, senza fronzoli era arrivata dalla madre. L’aveva trovata qualche sera prima sulla sua scrivania in camera da letto, quindi non aveva idea di come fosse arrivata. Immaginava non per gufo, dato che non era a conoscenza di un “gufo di famiglia”. E comunque non credeva che sua madre fosse capace di affidare ad un gufo qualcosa. Adesso che ci pensava, la madre odiava i volatili, o no? Gin non ci aveva mai pensato, né prestato attenzione. Era proprio vero che i babbani tendono a non accorgersi di certe cose. Da quando era andata ad Hogwarts aveva come la sensazione di essersi “svegliata” da un sogno.

“Ti aspettiamo a casa per Pasqua, non vediamo l’ora di riabbracciarti”.

Poche parole, nessuna firma, una certa leggerezza. La grafia era inequivocabile.

Possibile che la madre si fosse infine decisa ad accettare la scuola della figlia e la sua natura di strega? Possibile che quello fosse un modo per recuperare un rapporto che era sempre stato piuttosto superficiale? Era stato forse il padre ad intervenire? Gin si era arrovellata con quelle domande per tutta la notte. Da un lato trovava strano l’improvviso messaggio della madre, dall’altro era tipico di lei -la madre- fare finta di niente di fronte a situazioni che non le piacevano.


Gin aveva deciso di andare in fondo alla questione. Aveva fatto il baule e si era messa in viaggio, pronta ad affrontare la questione non appena ne avesse avuto l’occasione. Anche della nonna Cent, nessuna nuova traccia. La madre sicuramente sapeva qualcosa di più e Gin, questa volta, le avrebbe fatto una domanda diretta. Senza contare che sicuramente la nonna aveva lasciato qualche indizio nel suo appartamento.


Londra, ore 8:45



Toc toc! Toc toc!
Gin stava ancora dormendo nel suo letto londinese. Il ticchettio che avrebbe potuto distintamente sentire, se solo fosse stata un pochino più sveglia, era del suo gufo Ka, che veniva a reclamare attenzioni e cibo.
Toc toc! Toc toc!

«Arrivo, arrivo» disse infine assonnata, aprendo gli occhi. La sveglia sul comodino diceva che erano le 8:45. Non così presto come avrebbe voluto. La sera prima era stata come una doccia fredda: non appena aveva messo piede in casa, la madre le aveva comunicato che sarebbero andati in Francia dai nonni paterni già il giorno dopo, per passare con loro la Pasqua. L’atteggiamento della madre era stato il solito: leggero e sostanzialmente gioioso, come se nulla fosse accaduto. Come se HOGWARTS non fosse mai accaduta.

Nonostante tutto, Gin le aveva chiesto se sapeva dove fosse la nonna, ma la madre aveva detto che non ne sapeva nulla e le aveva rifilato talmente tante commissioni che Gin non aveva avuto altro tempo per pensare ad un piano per salire nell’appartamento della tanto amata nonna. Era andata a letto frastornata dalla delusione e dalla quantità di cose che la madre le aveva chiesto di fare, dimenticandosi oltrettutto di lasciare la finestra un po’ aperta per Ka.


La piccola Gin si stropicciò gli occhi e si tirò su dal letto, trascinando il passo come a voler dimostrare con le sue azioni quanto tutto non stesse andando secondo i suoi piani. Aprì la finestra e tentò di accarezzare la testa di Ka che, per tutta risposta, le diede un piccolo morso.

«Eddai, nemmeno per me è facile, sai? Scusami, mi sono dimenticata… Senti… adesso che andiamo via, in Francia, vedi tu cosa vuoi fare. Forse potresti tornare ad Hogwarts e startene lì fino al mio ritorno. Oppure ci vediamo a casa dei nonni fra qualche giorno…»

Mise sul davanzale una manciata di biscottini per gufi e procedette a vestirsi. Sperava che Ka non l’avrebbe abbandonata, ma non voleva nemmeno obbligarlo a farsi un viaggio tutto solo. Non poteva di certo pensare di portarselo in treno in gabbia. La madre sarebbe diventata matta al solo pensiero! Senza contare che lei non sapeva dell’esistenza di Ka.

Cinque minuti dopo Gin era già pronta. Andò in cucina dove una scoppiettante mamma sembrava essere parecchio indaffarata.

«Ma buongiorno, Amy! Ce l'hai fatta a svegliarti, finalmente. Forza, muoviti a fare colazione, poi voglio che finisci i bagagli. Dobbiamo partire subito dopo pranzo, se no facciamo tardi per la cena, e i tuoi nonni non ne sarebbero contenti.»
Le parole la investivano come una tormenta. *Mi sto appena svegliando, cavoli!* pensò.

«Sì, ok. Ho quasi fatto» disse, invece, senza grande entusiasmo, sedendosi al tavolo della colazione. Le valigie, comunque, non le aveva nemmeno cominciate. Del resto: era appena arrivata, e già doveva ripartire. *Perchééééééééé?* si chiedeva.
«Se ti fossi alzata prima ne avresti trovato di più»
«Non ho molta fame non preoccuparti, va bene quello che c’è» rispose Gin, mangiando meccanicamente quello che aveva di fronte. Non aveva prestato molta attenzione alla situazione della stanza e della tavola. Immaginava che il padre fosse già uscito, come di solito. E vedeva la madre andare e venire, come di solito.
«Allora Amy, che mi racconti? Hai conosciuto qualcuno di interessante a scuola? Un amichetto speciale, magari? Sarebbe bello se un giorno, magari in estate, invitassi a casa qualcuno dei tuoi compagnetti!»
Ecco quella era una frase che poteva risvegliare Gin dai suoi pensieri!

«Eh?» rispose Gin attonita dall’improvviso interesse della madre. Ma si riprese quasi subito, anche se con una certa incertezza. Che fosse quello il momento di tastare un po’ meglio il terreno?
«Beh.. perché no, penso che si potrebbe invitare qualcuno una volta…» ma chi avrebbe potuto chiamare? Figurati se Megan o Jean o Edmund sarebbero mai andati a casa sua… lo escludeva senz’altro. Rimaneva soltanto Rosaline, la sua amica di Tassorosso, che però conosceva solo superficialmente. Adesso che ci pensava non le aveva nemmeno detto che sarebbe partita per Pasqua! *Bisognerà che le mandi un biglietto* pensò, così Ka potrà starsene ad Hogwarts tranquillo mentre io sono via.

«In realtà mi sto dedicando molto allo studio… ma, a proposito, sei sicura che nonna Cent non mi abbia lasciato proprio niente? Pensavo che, forse, prima di andare via, sarebbe bene andare a dare una spolverata su da lei. Magari faccio cambiare solo aria, aprendo un po’ le finestre…»

Ecco: aveva lanciato l’amo. Se la mamma avesse detto “ok”, avrebbe finito in fretta la colazione e si sarebbe fiondata di sopra usando la chiave ufficiale appesa nel portachiavi da muro all’ingresso, alla ricerca di una qualche traccia che potesse spiegare dove si era andata a cacciare la nonna. Se, invece, la madre avesse trovato una qualche scusa per dire di no, cosa che si aspettava, sarebbe andata in camera sua con la scusa delle valige e avrebbe usato il vecchio sistema per raggiungere il piano di sopra attraverso le finestre… sempre che la nonna non le avesse bloccate dall’interno….



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Inventario:
• Bacchetta magica in Legno di Salice, con interno di Crine di Unicorno, 10 pollici e tre quarti, ragionevolmente elastica
• Una copia della Gazzetta del Profeta
• Piuma di Pettirosso (+2PM) - Secondo la leggenda il pettirosso inizialmente era di colore grigio-bianco e soltanto dopo un atto d'amore il suo petto si è tinto di rosso. Annuncia l'Inverno, è simbolo di viva speranza. La piuma è raffinata, interamente bianca, al contatto si tinge tuttavia di rosso. Sembra che porti allegria, spensieratezza e buon umore quando si usa per scrivere.
• Matita lestorimedio (+1 PC) - Matita in legno di salice, decorata da una semplice scritta dorata che richiama il logo della Gazzetta del Profeta. All’estremità è dotata di una gomma molto delicata: se strofinata sulla pelle umana, può rimarginare – come cancellando – leggere ferite, ad es. piccoli tagli e scottature non estese (dito bruciato), abrasioni come sbucciature. Valida una volta in Quest / Eventi.
• Ciondolo argentato a forma di aquila ottenuto con la Quest L'Ufficio del Guardiano (+1PC)
• 2 fiale di pozione AguzzaIngegno, ottenute qui

Conoscenze apprese:
• Tutti gli incantesimi della Prima Classe esclusi i proibiti
• Tutti gli incantesimi della Seconda Classe esclusi i proibiti
• Appresi storia della bacchetta magica, Incantesimo di Librazione e Contro-Incantesimo
• Expelliarmus, Flipendo e Rictusempra
• Appresi Incantesimi famiglia Lumos e Nox
• Appresi Incantesimi del Suono
• Appresi incantesimi Expelliarmus, Flipendo e Rictusempra
• Apprese classi della Trasfigurazione ed Evanesco
• Appresi Feles, Feraverto ed Inversum
• Appresi Acutus, Pulvinus, Scabellum, Membrana
• Appresi Teoria della Paura, Molliccio e Riddikulus
• Appreso incantesimo di Confusione o Confundus
• Appreso incantesimo di attacco o Oppugno
• Appresa l'origine della Magia: la civiltà di Atlantide
• Appresi i calderoni, la classificazione di Stuff, le pozioni semplici, complesse, brevi e lunghe
• Appresa la Teoria del Volo
• Appresi i Veleni e gli Antidoti
• Apprese le nozioni base dell’Erbologia e le Giunchiglie Strombazzanti
• Appresa storia e teoria del Quidditch
• Apprese Pozioni Rigeneranti, Appresi Decotto Tiramisù e Decotto al Dittamo
• Appresa Magia e Misteri dell'Antico Egitto
• Appresa la vera storia dell'Olimpo: Circe e Calipso
• Apprese le origini della Scopa
• Appreso il riconoscimento delle piante: somiglianze e differenze tra Frullobulbo e Tranello del Diavolo
 
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view post Posted on 8/5/2024, 09:27
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Il Fato

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«Ci ho già pensato io. Tua nonna è via da un po', non crederai mica che non mi prenda cura della sua casa quando non c'è!» Era in parte vero. Da quando sua madre era partita per chissà dove, Seraphine era salita a casa sua con cadenza regolare per dare una spolverata e far arieggiare le stanze, ma più che per amore materno lo faceva per assicurarsi che la trascuratezza non causasse infestazioni di topi o chissà quali altre creature disgustose, che poi avrebbero potuto finire anche di sotto. Subito dopo la partenza di Millicent, Seraphine aveva notato con stupore quanto fosse ordinata quella casa. Lo stupore non era dovuto al fatto che sua madre fosse trasandata, quanto al fatto che Seraphine associava la magia al caos e al disordine, e si aspettava sempre di vedere strani alambicchi e diavolerie varie produrre colori e fumi bizzarri. Si trattava di cose che in realtà aveva già visto altre volte in passato, ma lo scorrere del tempo e il susseguirsi degli eventi della sua vita avevano deformato i suoi ricordi e la sua considerazione di tutto ciò che era magico. In ogni caso, non c'era alcun bisogno quel giorno di salire a casa di Millicent. Iniziando a togliere i piatti vuoti dalla tavola, Seraphine mise un punto alla questione. «Non serve che sali, mi serve che ti prepari la valigia e anche in fretta, che il viaggio è lungo e dobbiamo portare un sacco di cose. Anche perché... Oh, no!» Seraphine si fermò di botto, portandosi la mano libera sulla fronte e dandosi un colpo di incredulità. «Non ci credo! Ho dimenticato che c'è da ritirare il dolce in pasticceria! Completamente dimenticata... com'è possibile...»
Più che panico, nella voce e nel volto della donna si poteva leggere irritazione. Detestava gli imprevisti, e questo era uno bello grosso. La tabella di marcia era già fitta, ogni ulteriore aggiunta rischiava di causare un ritardo, e questo era inaccettabile. Pensò velocemente a tutte le opzioni: mandare Matthew era impensabile, avrebbe finito di lavorare giusto in tempo per rientrare a casa all'orario della partenza; peggio che mai mandare Amelia, non tanto per i bagagli - avrebbe potuto finirli lei per la figlia - quanto per il fatto che la pasticceria era un po' lontana e non si fidava a mandarla da sola. Doveva andare per forza lei, o a cena non ci sarebbe stato il dolce per nessuno. Presa la decisione, si voltò verso Gin, sguardo serio e tono imperativo, che tradiva un punta di disperazione. «Amy, devo andare a fare una commissione urgente di cui mi ero dimenticata. Farò più in fretta che posso. Ho bisogno che mi dai una mano, ovvero che ti finisci assolutamente il prima possibile la valigia e che sparecchi la tavola e fai partire la lavastoviglie, tutto quello che ti serve è sotto il lavello, sai come fare. Ci impiegherà circa mezz'ora/quaranta minuti. Quando finisce poi aprila, se riesci asciuga i piatti, altrimenti non fa niente ma basta che la apri! Posso contare su di te, sì?» Senza nemmeno aspettare una risposta, Seraphine corse a mettersi le scarpe e il cappottino leggero, si avvicinò a Gin e le baciò la fronte. «Grazie mille stellina. Torno presto!» Si mise in tasca le chiavi di casa, che comprendevano anche quelle di casa della nonna, così si sarebbe sentita più tranquilla all'idea che la figlia non perdesse tempo a cercare chissà cosa in quella soffitta. Uscì e si chiuse la porta alle spalle, lasciando così Gin sola in casa.


 
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