Anatra alla pechinese , privata

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Læx
view post Posted on 3/4/2024, 14:32 by: Læx
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alexander "lexy" hydra

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La mano è un'offerta che non ti aspettavi, ma che stringi come si conviene, con più delicatezza magari. In fondo a te nessuno ha insegnato a presentarsi in modo formale, è più una cosa che riguarda tuo padre, il contatto lo vivi diversamente. Ti piace sentire come la ognuno sia diverso in questo, come qualcuno stringa per fare a braccio di ferro, come altri invece quasi non chiudano le dita. La tua è una stretta breve e normale: la giusta via di mezzo tra un ragazzino alle prime armi, ed il quasi adulto responsabile che sei.
Le tue speranze sono stupendamente ben riposte, perché non devi neppur insistere troppo affinché l'offerta venga pienamente accettata. Tu che faresti tavolo comune con tutti quelli in fila, sai però che 'sto ragazzo la tua attenzione l'ha attirata ancora quando era sul punto di dar vita ad uno splatter, hai una voglia matta di capire che c'era sotto tutto quell'attrito. Ma, beh, Lexy, un po' alla volta.
Iniziamo dal sorriso con cui rispondi all'accoglienza di Draven, ed il cenno che gli fai affinché ti segua. Oh, e dov'è che lavori?

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Infili le mani in tasca, il sorriso ti resta stampato in muso, raddrizzi la schiena e ti incammini pianino, scoccandogli un'occhiata di tanto in tanto - ché la strada è breve. Cerchi le gru che indicano la zona cinese, così ti aveva detto "VaioloDiDrago01", di cui non senti la mancanza.
Tra Niah e gli altri, hai capito che quasi tutti gli studenti hanno anche un lavoro fuori scuola, come se studiare non fosse abbastanza impegnativo: quand'è che lasciano loro il tempo di vivere? Borbotta nella tua testa questo pensiero, ma solo perché non c'era niente di meglio per te che stare lungo disteso nel boschetto magico di Castelobruxo a fumarti tutta l'erba che riuscivi a trovare. Ridacchi a ripensarci, voltando le scarpe morbide in direzione del tavolo che la cameriera vi indica.

— Mh? Morbido, torni a guardarlo quando ti fa - in effetti - quella domanda.
E, beh, vivere di sincerità ti porta a non mettere filtri tra te e gli altri, il sorriso si trasforma in un ghigno, dopo che hai ringraziato la cameriera. Il vostro tavolo è tra due separè decoratissimi, un esagono in legno scuro, carino no?
—Ah, beh... perché gli fai cenno di sedersi, mentre tu fai altrettanto, ti prendi la sedia che dà la schiena al resto della sala e stai un po' attento a non allungare troppo le gambe, che qui non sei l'unica giraffa al tavolo.
Sei apparso tu. Ti prendi mezzo secondo di pausa, divertito, sollevi un sopracciglio, ma poi ti fai un briciolo più onesto - non che tu stessi mentendo - e tamburelli sul menù. —E poi, mi sembrava brutto sprecare un tavolo dopo un bidone tanto clamoroso, 'sto posto vale la pena di raccattare un secondo affamato e condividere, no? Non menti neanche ora, ti chiedi se sia una risposta soddisfacente, ma lo fai sempre con il sorriso.
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—Te ci vieni spesso qui in pausa pranzo? torni a guardare il menù, c'è fin troppa roba tra cui scegliere e ti eri letteralmente liberato per l'intero pomeriggio, tanto che Niah la sfiori quasi a fatica nei turni sti giorni, persa com'è nel suo folle studio. Dio, 'sta roba è pazzesca. E te la ridi. Il tuo stomaco brontola a ritmo del suo. —Quanto tempo hai di pausa? indaghi, curioso.

commesso per l'atelier delle modernerie di camillo


 
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