« Awkward Encounters », Privata

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view post Posted on 12/1/2024, 00:28
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Ayumo Vanille
ps: 207/207 PC: 124/124 PM: 147/147 EXP: 26.5
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Se c’era una cosa che Ayumo detestava era chiedere aiuto a terzi che non fossero strettamente legati a lei, la faceva sentire giudicata e debole agli occhi delle altre persone e di certo questo si discostava molto dall’immagine che col tempo aveva cercato di costruirsi.
Ragazza solitaria e che non necessità di nessuno, purtroppo in questo caso una maledetta influenza si era messa di mezzo e l’aveva tenuta lontana per qualche giornata dalle lezioni.
Da ex-aiuto infermiera ci sarebbe voluto ben poco a curarsi, se non fosse stato che la febbre alta le aveva portato allucinazioni e non le aveva permesso di eseguire alcun incantesimo in maniera corretta fino al giorno dopo.
Alla fine aveva saltato solo due giorni, ma erano stati abbastanza per non raccapezzarsi più con quello che la Professoressa di Erbologia richiedeva.
Già non era una luminare della scienza in quell’ambito, ma se ci si metteva pure l’assenza le sembrava di leggere una lingua a lei sconosciuta piuttosto che compiti.
Per questo motivo si era rivolta ad un suo concasato più grande, un certo Timothy che stava svendendo i suoi appunti dell’anno precedente, se fosse stato per lei avrebbe evitato di farsi vedere in mezzo ad un corridoi a chiederglieli, ma purtroppo non poteva contrattare più di tanto in quel caso, era lei ad avere una necessità e lui palesemente non era interessato ai suoi problemi di ansia sociale.
Proseguì per i corridoi, svoltando di tanto in tanto, sapeva di dover arrivare al Quarto Piano vicino all’ingresso della biblioteca.
Ed infatti lì se ne stava il ragazzo, tutto tronfio appoggiato con una spalla alla parete a farsi sorreggere durante quella “faticosa e estenuante” giornata della sua vita.
Ayumo sbuffò tra sé e sé, Timothy era esattamente il tipo dio persona con cui lei non voleva avere a che fare, tronfio e carico di testosterone pronto a far vedere a tutti quanto fosse macho e figo.
Nonostante questo, aveva controllato i voti in Erbologia prima di confidare in lui e si erano rivelati più che accettabili, quindi da qualche parte dietro a quel concentrato di ormoni si nascondeva un minimo di cervello.
Eppure sapeva che qualcosa sarebbe andato storto prima ancora di uscire dalla Sala Comune, uno strano turbinio di emozioni si era bloccato ad altezza dello stomaco e faticava a scomparire.
Tale sensazione andò ad accentuarsi man mano che si avvicinava alla sua destinazione, poi ne comprese il motivo.
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Oltre al Tassorosso c’era un Serpeverde fermo sempre nello stesso posto, a chiacchierare? Forse anche lui era lì per il suo stesso motivo? Non lo sapeva, ma avrebbe preferito evitare altre persone ancora.
Già era stato faticoso accettare di andare lì, di confrontarsi con quella realtà ed ora c’era pure un’altra persona ancora in mezzo.
La Tassorosso era evidentemente in imbarazzo e stava per voltarsi, purtroppo però Timothy l’aveva notata e aveva agganciato lo sguardo su di lei.
Non poteva più scappare da quella situazione, era evidente.
Si rassegnò alla sua disfatta di fronte ad entrambi i ragazzi, se ne sarebbe pentita a vita e di questo dettaglio ne era abbastanza sicura.
Salutò il Tassorosso con un cenno del capo e si avvicinò, ora evidentemente quella distrutta dalla vita era lei.
Fu solo quando arrivò vicino al Serpeverde che riconobbe la spilla da Prefetto che brillava sulla tonaca della loro divisa, ancor di più si maledì della scelta che aveva intrapreso.
Strinse le mani sulla tracolla della propria cartella in cuoio e cercò di rilassarsi ed apparire semplicemente normale.
La solita Tassorosso, la solita glaciale e fredda Ayumo.
La Qualità delle persone si misura anche in quanto puoi starci in Silenzio insieme senza Imbarazzo.
 
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view post Posted on 28/1/2024, 00:28
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C’era silenzio nella serra n.3, erano andati tutti via. Anche la professoressa si era lasciata alle spalle lui e la sua deprimente realizzazione di essere davvero troppo scarso in Erbologia. Era un miracolo che fosse riuscito a superare gli esami del terzo anno, ma il programma del quarto gli si poneva davanti come uno scoglio insormontabile. Era nettamente più complesso e, da quelle prime settimane di studio, se n’era reso conto con immensa delusione. Già che la materia non fosse esattamente tra le sue favorite, ci si metteva l’incapacità di comprendonio; o, forse, le due cose erano collegate a stretto giro.
Recuperò le sue cose e uscì da lì prima di rischiare di essere colto da istinti poco lodevoli. Distruggere la serra per nervosismo non avrebbe fatto altro che peggiorare la sua posizione.
Avrebbe preferito sottostare a qualsiasi altra necessità, piuttosto che chiedere aiuto ma, uscendo da lì con l’intento di non migliorare i propri voti con minacce e violenza, si convinse di non avere scelta. O meglio, un'altra scelta l'aveva: continuare ad andare male. E non era contemplabile.
C’era un vanesio Tassorosso nella loro classe che da anni primeggiava nella materia agricola. Sarebbe andato da lui, nonostante non ne avesse la benché minima voglia.
Quanto tempo era passato dalla fine della lezione? Dieci, quindici minuti? Quanto lontano poteva essere andato?
Sperò di trovarlo presto, prima che la ragione e l’orgoglio potessero impedirgli di andare avanti con quella missione degradante. Non c’era niente di peggio dell’ammettere di aver bisogno di aiuto, peggio se di un Tassorosso. Non riusciva proprio a pensare a niente di più avvilente ed era meglio evitare di continuare a rimuginarci troppo su.
Raggiunto il secondo piano senza riuscire a trovarlo, si trovò addirittura costretto a chiedere un po’ in giro ed è parecchio difficile descrivere qualcuno che non si è mai osservato con alcun interesse e senza saperne il nome: “è alto… più o meno così”, “capelli castani, non biondi, forse nemmeno rossi, corti ma non troppo”, “gli occhi… ce li ha, tutti e due”.
Altre scale, altro giro di occhiatacce dagli interlocutori Tassorosso che si trovavano parecchio spaesati a sentirsi rivolgere la parola da uno che parlava solitamente poco o niente e ignorava tutti, senza riuscire a capirlo e impossibilitati a farlo notare per via dello sguardo iniettato di sangue che leggevano negli occhi del Serpeverde. Era diventata una situazione incresciosa per tutta la casata, a quel punto.
Ma raggiunto il quarto piano ebbe finalmente successo. A fare il civettuolo con un paio di concasate più giovani, a qualche passo di distanza dall’ingresso della biblioteca, il fenomeno dell’agricoltura magica se ne stava tutto tronfio a sghignazzare, inconsapevole.
Gli si avvicinò, fermandosi alle spalle delle due ragazze.

Possiamo parlare un momento? - bofonchiò tra i denti stretti, come se stesse cercando di trattenere un dolore incommensurabile. Una delle due ragazze lo squadrò da cima a fondo e gli si rivolse a braccia conserte.

C'è qualche problema, Prefetto Serpeverde? - gli chiese, in un tono che fece storcere il naso a Draven. Non che ci volesse molto a infastidirlo, ma non era a lei che aveva rivolto la parola... Perché si era intromessa?
Riteneva inappropriate e del tutto futili certe dinamiche sociali, per cui la ignorò e rialzò prontamente lo sguardo a incontrare di nuovo quello del suo obiettivo: sorrideva di una felicità priva, almeno in apparenza, di qualsiasi sarcasmo. E, se non fosse che non aveva tempo da perdere, gli avrebbe chiesto che cazzo avesse da sorridere così in un tale momento di assoluto disagio.

Certo che possiamo parlare! Finalmente, direi. - rispose il Tassorosso, con un entusiasmo che non fece altro che accrescere il senso di disgusto per se stesso che Draven aveva iniziato a provare dal momento in cui aveva messo piede fuori dalla serra. Era stata una pessima, pessima idea andare da quel tizio.
Mentre si maledì con ogni fibra di sé, il giallo/nero congedò le due amichette. Protese una mano verso Draven e, avendo l'impressione che intendesse spronarlo a spostarsi dall'ingresso alla Biblioteca, lo anticipò di qualche passo per evitare di farsi toccare da lui. Ora, però, la parte più complicata: come chiedergli aiuto senza chiedergli aiuto?

Senti, avrei... No. Mhm... Mi presteresti i tuoi appunti di Erbologia? - ebbe giusto il tempo di chiedere, con non poche difficoltà, prima di veder arrivare un'altra Tassorosso con la coda degli occhi.
 
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view post Posted on 14/2/2024, 08:22
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Quelle poche parole che riuscì ad udire di sfuggita presagivano un enorme problema, o meglio una situazione estremamente complessa da cui lei non sembrava avere possibilità di uscirne vincitrice.
Lei era andata lì a recuperare gli appunti che Timothy le aveva “gentilmente” concesso, ma ora anche il Prefetto Serpeverde sembrava intenzionato a riscuotere quello stesso tesoro.
A confronto del ragazzo lei era palesemente in una posizione di svantaggio, conoscendo il suo compagno di Casata; questo perché prestare aiuto ad un Prefetto in molti casi significava poter chiedere pegno in futuro e si Timothy l’avrebbe fatto sicuramente.
Mentalmente sbatté la testa contro il muro diverse volte, perché non aveva seguito il suo sesto senso ed ora si trovava lì?
Non era stato già abbastanza umiliante decidere di rivolgersi a lui, ora doveva persino battagliare per riuscire a riscuotere ciò che era teoricamente suo sulla parola, perché il problema era proprio quello.
Quell’accordo palesemente avrebbe avuto una rilevanza nulla, parole prese e accartocciate per essere poi buttate nel cesso rispetto alla possibilità di avere un qualsiasi favore dal Serpeverde.
Osservò l’altro contendente, era palese che esprimesse la sua stessa gioia di vivere in quel momento, di certo ad entrambi l’essere lì non andava a genio.
Lo sguardo era stato parecchio indagatorio, l’aveva squadrato da cima a fondo per comprendere più o meno che tipo fosse e le sembro abbastanza riservato.
Aveva sentito qualche voce di sfuggita che lo riguardava, forse in merito all’antipatia che nutriva nei confronti dei Tassorosso o forse nei confronti di tutte le Case esclusa la propria.
Ammetteva a sé stessa di non essersene interessata più di tanto, non erano argomenti che la tangevano in maniera particolare essendo quasi sempre invisibile alla maggior parte delle persone, inclusi i vari Prefetti e Caposcuola.
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Forse era la prima volta che poteva avvicinarsi tanto al Serpeverde, non c’erano state occasioni che lei ricordasse nonostante i vari anni che aveva trascorso ad Hogwarts; ma era anche ovvio che così fosse data la sua chiusura totale al mondo dopo gli avvenimenti a conclusione del suo Secondo Anno.
Distolse lo sguardo dal giovane, sentì lo stomaco aggrovigliarsi fino a farle male per la sensazione di disagio che tutto quello che stava, involontariamente, succedendo le provocava.
Strinse i denti, nessuna espressione diversa in viso.
Osservò Timothy che troneggiava tronfio contro il muro, quando si era avvicinata le aveva lanciato una mezza occhiata di disapprovazione.
Sapeva di essere lì a rompergli le uova nel paniere e dato che il dado era tratto, avrebbe comunque cercato di far valere le sue parole e le sue ragioni.

« Ciao Timothy, che fortuna che sono arrivata in tempo se no sono sicura che avresti dato gli appunti al Prefetto.
Ti ricordi gli accordi che avevamo preso in Sala Comune? Dato che sono appunti che non ti servono più, mi avevi detto che me li avresti “gentilmente” ceduti per aiutare una tua compagna. »


Le parole erano dette a denti stretti, ponendo una certa enfasi e forse marcando l’accento sulle frasi inerenti agli accordi.
Il tutto accompagnato da un leggero ammicco della testa a rinforzare il concetto espresso.
Non era suo interesse togliere di mano qualcosa al Serpeverde, era quanto più cercare di non farsi fregare dal Tassorosso in questo caso, ma non era sicura che l’altro avrebbe compreso appieno la situazione.
Ora c’era da comprendere se avrebbe capitolato contro Timothy o contro il Serpeverde, ma di certo non senza combattere.
La Qualità delle persone si misura anche in quanto puoi starci in Silenzio insieme senza Imbarazzo.
 
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view post Posted on 21/3/2024, 17:35
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Non aveva alcuna voglia di stare lì a chiedere aiuto, men che meno a un dannato Tassorosso tronfio. Gli era apparso eccessivamente entusiasta alla proposta di parlare e senza che ancora sapesse il motivo, per cui, perlomeno, poté credere di aver raggiunto il suo scopo. Per quanto gli fosse costato spingersi fino a lì e rivolgergli parola, il Serpeverde provò un accenno di soddisfazione per essere riuscito nell’impresa. Ma fu questione di un attimo: con la coda degli occhi, poté vedere avvicinarsi un’altra Tassorosso e ogni forma di sollievo svanì, brutalmente rimpiazzata dal senso di disagio. Già parlare con un Tassorosso gli richiese parecchio impegno, ma due?! Era troppo da sopportare.
Se, in un primo momento, pensò che si trattasse di un’altra tipa appartenente all’harem di cui si era circondato finché non aveva interrotto il suo turpiloquio - visto che non aveva ben osservato le ragazze in sua compagnia, non avrebbe mai potuto riconoscerle in viso e questa, oltretutto, lo squadrò da cima a fondo come se l’avesse offesa con la sua sola presenza lì - dovette presto ricredersi. Recepì le sue parole con la stessa foga di un pugno nello stomaco e non riuscì a trattenersi dal roteare gli occhi al cielo. Cazzo. Non ci voleva. Col senno di poi, si disse che avrebbe preferito avere un alterco di ben altra natura con quella tipa. Litigarsi dei maledetti appunti di erbologia non rientrava affatto nei piani.
Si volse a guardarla per renderle ben chiaro, attraverso le sopracciglia aggrottate e le labbra arricciate in una smorfia di inequivocabile disgusto, che era già partita malissimo.

Oh, sì, che tempismo! – replicò il Tassorosso, alternando lo sguardo tra lei e il Serpeverde. Draven potè giurare di vedere del sudore imperlargli la fronte in segno di improvvisa agitazione, nonostante il tono accondiscendente. Se non si era agitato per l’arrivo di Draven, perché l’occhiataccia della ragazza sembrò farlo tremare sul posto? Chi cazzo era questa?!

Sì, ok, senti: puoi averli tra qualche ora. Ricopio le info che mi servono e te li lascio fuori la stalla comune dei Tassi. – esordì Draven, spazientito, rivolgendosi alla ragazza, prima di riportare lo sguardo, ancora accigliato, sull’inetto davanti a sé. Si vedeva che era in difficoltà, ma la scelta era semplice e ovvia, dal proprio punto di vista.

Facciamo alla svelta. – gli intimò, porgendogli la mano per essere pronto a prendere ciò per cui l’iniziativa lo aveva spinto fin lì.


Edited by Draven. - 21/3/2024, 18:09
 
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