Sweet Dreams... Are Made Of This, privata - TW: aghi, incubi, cose brutte

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Draven.
view post Posted on 18/10/2023, 12:08 by: Draven.
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Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts

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Prima che diventassi Prefetto non avevo mai concesso particolare attenzione ai quadri e ai fantasmi che brulicano nel castello. Il massimo della mia socialità con queste peculiari presenze era minacciare di morte Pix e chiedere al Barone di spaventarlo. Nemmeno al fantasma dei Serpeverde avevo prestato troppo interesse, più che altro per timore di ripercussioni spiacevoli visto che, al primo anno, avevo ingenuamente osato chiedergli perché portasse con sé quelle catene stridenti; si era incazzato al punto da farmi quasi pisciare nelle mutande dalla paura. Già che a undici anni entri in un mondo che non conosci e ti ritrovi in giro fantasmi, uno come lui era decisamente da evitare.
È tutto progredito abbastanza velocemente negli ultimi tre anni. Più o meno quando ho conosciuto Meg ed è tornata l’insonnia per via del mio perenne rimuginio. Inizialmente, avevo trovato nella presenza del Barone una piacevole compagnia nella Sala Comune. Poi, una volta divenuto Prefetto e con la possibilità di stare nel castello in pace, soprattutto per via delle ronde notturne, avevo pian piano preso confidenza anche con gli altri fantasmi e scoperto che i quadri si sentivano parecchio soli. Vedono e ascoltano ogni cosa accada a Hogwarts, ma nessuno ha mai fatto molto caso a loro. Grazie alla magia del posto, sono in grado di spostarsi tra le cornici per passarsi le informazioni. Gossippano da tipo mille anni e, a quella realizzazione, la mia curiosità storica si era accesa come una lampadina nel buio. Il rapporto amichevole tra me e quelle presenze era iniziato per una specie di compassione, era proseguito per via dell’interesse riguardo i secoli scorsi ed è arrivato, a oggi, a essere un frivolo passatempo. Non che me ne lamenti, anzi; in realtà, mi diverte parecchio e il problema è proprio questo. Ho una certa reputazione da mantenere. Che cazzo.
Poi arriva un contadino in un quadro sulla Torre di Astronomia che spiattella così il mio guilty pleasure
Non si fa! Certe dinamiche dovrebbero restare private.
Con il labbro superiore arricciato in una smorfia, tengo lo sguardo dritto su di lui per evitare quello di Alice e con tutto l’intento di ignorare la sua osservazione. Sperare che la sua intelligenza le impedisse di fare 2+2 è statto presuntuoso da parte mia. La tengo d’occhio di sbieco, mentre l’omino dinanzi a noi continua a parlottare e, a quel punto, l’espressione del mio viso cambia totalmente.
Con un ghigno sbeffeggiante, mi volto a guardare la Grifondoro per godere dell’assoluto disagio che sta provando in questo momento. Il contadino deve aver toccato una corda molto, molto sensibile e, improvvisamente, il fatto che parli così tanto non mi dà più così fastidio. Anche se il giudizio su come passi le sue serate poteva decisamente risparmiarselo. Bigottismo feudale.
Lascio che la Grifondoro si prenda una delle bottiglie, penso che a quel punto se la meriti e che, magari, la faccia sciogliere un po’ per raccontarmi delle sue nuove avventure.
Sì, ok, lo ammetto. Mi diverte un casino sapere delle tresche altrui. È come seguire una telenovela in ambientazione magica e do la colpa di questo feticismo alle mie mamme e al loro inculcarmi la necessità di trashate babbane facendomi partecipare a maratone infinite di Desperate Housewives e The Kardashian.

Ho detto qualcosa di male? – esordisce poi il contadino, con un sorrisetto che vanifica la preoccupazione che dovrebbe esserci dietro le sue parole.
Ancora sogghignando, scuoto la testa per dire di ‘no’, gli faccio un cenno con la mano per salutarlo e mi affretto a seguire Alice giù per i gradini, almeno finché non siamo costretti a fermarci alla base della Torre per un cambio improvviso delle scale al quarto piano.
Mi appoggio al corrimano che circonda il pianerottolo antecedente l’androne nel caos più totale e sporgo la mia bottiglietta verso la sua per lasciarle tintinnare, a mo di brindisi.

Alla tua salute. E a quella delle tue cotte. – lo dico sorridendo in un modo che so le darà fastidio fin nelle viscere, con gli occhi improvvisamente accesi di curiosità e tanta, tanta voglia di passare il resto della ronda a prendere per il culo la sua ultima conquista. Stappo la bottiglietta dal contenuto sconosciuto e la mando giù fino alla goccia.
La prima cosa che sento è un gran freddo umido che mi si appiccica addosso. La prima cosa che vedo è il buio più denso e silenzioso che si possa immaginare.


Edited by Draven. - 21/10/2023, 22:35
 
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