Sweet Dreams... Are Made Of This, privata - TW: aghi, incubi, cose brutte

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Draven.
view post Posted on 2/10/2023, 00:53 by: Draven.
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Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts

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London, UK

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Mi sveglio quando per tutti gli altri è arrivata l’ora di andare a dormire. L’idea di scostarmi i lenzuoli di dosso e alzarmi per tornare a essere un umano funzionale mi disturba sensibilmente; soprattutto perché, con le mie frequenti insonnie, quando riesco a dormire bene mi piacerebbe continuare a farlo. Invece, no. Non mi è concesso. I miei doveri da Prefetto mi reclamano.
Sì, dai, tutto bello: la spilla che brilla di luce propria, il prestigio di un curriculum scolastico che si pompa, la libertà auto-deliberata per abuso di potere. Però, che palle le ronde notturne…
Non che le odi, non in maniera totalitaria quantomeno. In realtà, mi piace passeggiare nel castello al buio e nel silenzio; anche perché, al di fuori del sesso – di cui comunque, nel periodo scolastico, ho già tristemente constatato la frequenza ridursi drasticamente per via delle costrizioni che la scuola impone e la mancanza pressoché totale di luoghi decentemente consoni in cui praticarlo – e in assenza degli allenamenti di quidditch, le mie passeggiate al chiaro di luna sono l’unico esercizio fisico che mi impedisce di tramutare in un invertebrato. I quadri e i fantasmi, almeno alcuni, sono rilassati dall’ambiente diversamente caotico e si rendono più interessanti ed educati delle persone vive che frequentano la scuola di giorno. L’unica cosa che mi fa innervosire è la stanchezza che ne deriva. Ed è questo che mi fa sbuffare. Perché non è che la scuola conceda una giornata di riposo dopo le ronde; al massimo, mi va di culo se il giorno dopo non ho la prima ora di lezione e posso dormire… boh… mezz’ora in più? Prima di dovermi comunque presentare a lezione fintamente riposato e attento.
Se già mi lamento così il secondo giorno di scuola, comunque, non oso immaginare come arriverò a fine anno. Quando faccio pensieri di questo tipo mi sento già vecchio dentro e non posso negare di trovare affascinante l’idea di invecchiare e vedere fino a che punto si spingerà il mio essere burbero e acido nei confronti della vita. È una cosa che mi fa allegria e, con questo pensiero che mi infonde un insano buon umore, riesco a trovare la forza di alzarmi e andare a buttarmi in doccia.
I dieci minuti seguenti li passo a discutere con il mio gatto, in silenzio per non svegliare Mike, ma comunque non poco aggressivamente, perché ha deciso di fare suo il mio baule. Ogni volta che provo a prendere un qualche indumento, inizia a soffiare in maniera prepotente. Non so come, ma riesco a prendere dell’intimo e una delle felpe su cui mia nonna ha fatto cucire lo stemma di Serpeverde in maniera poco appariscente, con un filo d’oro; riciclo i pantaloni usati nella giornata ed esco prima di essere lacerato dai suoi artigli, che se la sono già presa abbastanza con i lacci delle mie Vans.
Uno sguardo all’orologio in Sala Comune mi avvisa che, nonostante l’inconveniente, non sono in ritardo.
Sento un sospiro di sollievo gonfiarmi il petto, anche perché – se non ‘soprattutto’ – in Sala Comune non c’è nessun ritardatario e vige l’assoluta calma indicatrice di una chiostra umana che sa di non dovermi indispettire ribellandosi apertamente alle regole. Ma non faccio in tempo a emettere il sospiro che due coglioni del quinto anno attraversano la porta d’ingresso sghignazzando come oche allo sbaraglio. Se la ridono per – mi sembra di capire – essere riusciti a sgraffignare dalle cucine due bottiglie dal contenuto che odora di vagamente alcolico. Mi sembra una stronzata lì per lì, ma poi mi ricordo che qui ci vivono anche adulti adulti a cui è consentito avere e chiedere alcolici.
Non appena si accorgono di me, li percepisco scocciati dall’imprevisto. Dal tanto feliciotti che erano per essere riusciti a conquistare quella roba che, invece, gli viene sottratta dalle mie mani in maniera passivo-aggressiva.
Dopo un rapido battibecco che dimentico nell’esatto istante in cui li supero ed esco dalla Sala Comune, mi ritrovo a camminare tra i corridoi del castello, diretto verso la torre dei Grifi.
Per quest’anno – e dopo aver sperimentato svariati incidenti con i miei partner di ronda – ho deciso di sforzarmi a leggere nella bacheca dei Caposcuola con chi mi ritrovo a fare le passeggiatine di ronda. Stasera, ho letto, mi tocca Alice. E direi che mi è andata stra-bene come prima ronda dell’anno.
Mentre mi incammino tra le scale dispettose, mi rendo conto di aver perso un po’ la cognizione del tempo. Ho anche dimenticato l’orologio da polso in camera, ma non credo comunque di essere in ritardo; per cui, continuo a dirigermi spedito verso la torre per andare incontro ad Alice e partire da lì col giro.
Aspetto un po’, non so quanto, ma abbastanza da farmi dubitare della mia puntualità.
Quando comincio a chiedermi se non sia il caso di iniziare da solo e, eventualmente, beccarla in giro se capita, la vedo scendere dalle scale. Mi sono fermato a sedere su un gradino più o meno a metà della torre; più per pigrizia che per altro.

Pensavo di essere io quello in ritardo… - esordisco, a mo di saluto, mentre mi rimetto in piedi con una smorfia e un lamento che mi sfugge dalle labbra.

Ho anche portato un regalo. - aggiungo subito dopo, facendo tintinnare le due bottiglie dal contenuto sconosciuto l’una contro l’altra.

Cosa ti ha trattenuto? - le chiedo poi, curioso di sapere se qualche ragazzino le abbia dato filo da torcere all’ultimo minuto o chissà cosa. Alice mi dà spesso soddisfazioni con le sue narrazioni, per cui la domanda mi sorge spontanea.
 
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15 replies since 2/10/2023, 00:53   391 views
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