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Nattō

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view post Posted on 8/9/2023, 15:02
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Credits: Google, wikipedia, cucinagiapponese.net

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Luogo d'origine Giappone
Categoria condimento
Ingredienti principali fagioli di soia acqua

In molti mi avete chiesto nel gruppo fb dopo aver condiviso il video dell'artista nipponico Hyde "6or9" cosa versa nella pizza durante il video...ebbene ci versa sopra il Nattō!

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E siccome mi sono accorta che non lo avevo recensito come cibo...ecco che rimedio subito...non mi ispira molto ad essere sincera.

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Il nattō (納豆) è un alimento tradizionale giapponese prodotto attraverso la fermentazione dei fagioli di soia, dal sapore molto forte.
Viene solitamente consumato abbinato a riso e salsa di soia e, talvolta, con della senape.[1]
Ricco di proteine e di vitamine,[2] ha delle proprietà notevoli circa la riduzione del colesterolo.[3]
Contiene inoltre abbondante vitamina K2.
Il natto, grazie ai suoi lieviti e fermenti, ha un’importante funzione regolatrice sulla flora e sulle funzioni intestinali, migliora il sistema immunitario, ricco di proteine e fibre e pare che riduca il colesterolo.

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Si prende della soia e la si mette in ammollo per una notte.
Dopodiché, con l’apposito cestello la si cuoce a vapore in pentola a pressione per un’oretta.
Nel frattempo si prende un recipiente e lo si lava bene con acqua bollente in modo da eliminare spore o batteri che potrebbero ostacolare la proliferazione dei fermenti del nattō.
Si prendono poi quattro o cinque fagioli da una confezione di nattō acquistato in un supermercato e li si lavano in un mezzo bicchiere di acqua bollente.

A quanto pare i batteri del nattō sono piuttosto resistenti al calore, con questo sistema quindi si eliminano le spore delle altre muffe lasciando che si sciolgano in acqua solo quelle che ci interessano.
Una volta finito di cuocere la soia, la si toglie dalla pentola a pressione tenendola ancora nel cestello per la cottura a vapore e fintanto che è ancora bollente le si versa sopra l’acqua con i fermenti preparata precedentemente. Si scola bene il liquido in eccesso e si mette il tutto nel recipiente preparato in precedenza.

Si copre con una pellicola trasparente, bucherellandola con uno stuzzicadenti in quanto ci deve essere circolazione di aria.
Il contenitore così preparato deve essere quindi avvolto in un panno e tenuto al caldo per almeno ventiquattr’ore.
Alla fine, provando a sollevare un fagiolo, dovrebbero vedersi i tipici filamenti sottili allungarsi tra il fagiolo in questione e il resto della massa di soia.

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Il nattō si mangia con una punta di senape e una goccia di salsa di soia chiara.
Con le bacchette lo si mescola velocemente.
I filamenti si agglomerano in una sostanza viscosa che avvolge i fagioli rendendoli un tutt’uno morbido e compatto.
Lo si può consumare così, con un uovo crudo dentro, meglio se di quaglia, mescolarlo con del riso o nell’impasto di una frittatina.
In alcuni sushi bar ci fanno anche dei maki.

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La leggenda dice che il nattō nacque per caso. In kyushu, l’isola più ad ovest dell’arcipelago giapponese, l’esercito usava la soia come alimento per i cavalli.
All’approssimarsi dell’esercito nemico, nell’epoca delle grandi battaglie intestine che caratterizzarono il lungo medioevo giapponese, i samurai del Kyushu dovettero smobilitare velocemente il loro campo.
La soia venne cotta rapidamente per meglio conservarla e avvolta alla bell’e meglio in stuoie di paglia di riso.

I batteri di cui è ricca la paglia di riso fecero il resto.
E dopo giorni di inseguimento, quando ormai l’esercito del Kyushu aveva esaurito le provviste (tra l’altro il Kyushu ancora oggi una delle poche regioni giapponesi assieme a Nagano, dove si consuma carne di cavallo), i soldati si risolsero a nutrirsi di quella soia per l’alimentazione animale che nel frattempo era diventata nattō.

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^ La Cucina Macrobiotica, Vandenhoeck & Ruprecht, pp. 65-66.
^ Michele F. Panunzio, Ama sempre, mangia bene, cammina molto, Lampi di stampa, 2009, p. 55.
^ Soia per il cuore, su Prevenzione Cardiovascolare.



Edited by Valene - 12/2/2024, 19:50
 
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