Incontro con il destino: L'Alchimia dell'Inatteso, Concorso a Tema: Luglio 2023

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view post Posted on 15/7/2023, 13:52
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OGNUNO DI NOI È UNA LUNA: HA UN LATO OSCURO CHE NON MOSTRA MAI A NESSUNO
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Successe in un giorno in cui il sole splendeva alto nel cielo e il giovane Silias, un serpeverde di Hogwarts, camminava con passo deciso verso la sua meta: il Paiolo Magico. La sua mente era piena di pensieri e la sua anima danzava tra le nuvole, nutrendo speranze e desideri. Era un momento speciale per lui e l'emozione lo faceva brillare di una luce particolare.
Tuttavia, proprio in quel momento, qualcosa di inaspettato accadde. Silias venne fermato da un uomo anziano, il cui volto era parzialmente nascosto da un cappuccio. I suoi abiti, pur essendo eleganti, avevano un tocco di stranezza che lo distingueva dagli altri maghi. Era un uomo di saggezza profonda, un custode di antiche conoscenze.
Lo sconosciuto sorrise gentilmente a Silias e disse: "Ciao ragazzo. Se mi è concesso disturbarti, vorrei dirti alcune parole. Tranquillo, sono parole di un vecchio mago, presuntuoso della sua saggezza…" L'uomo emise un sospiro, fissando gli occhi del giovane. "I tuoi occhi sono particolari, sono pieni di una luce che conosco bene, la loro luce è identica a quella che avevo io in passato..." disse e spostò il mantello per mettere una mano in tasca, "...Ma sappi che i tuoi pensieri sono solo un'emerita illusione. La tua situazione, per quanto fastidiosa, va accettata. Silias fu colto di sorpresa, ma la curiosità lo invase. Era affascinato dallo sguardo penetrante dell'uomo e dalle sue parole. Così, decise di ascoltarlo con attenzione e senza dire nulla.
"Il gatto ti ha mangiato la lingua o sei solo spaventato da questo mago maleducato?" Ancora una volta il ragazzo non proferì parola, ma sentiva qualcosa, un'attrazione, come se quell’uomo fosse qualcuno di cui fidarsi, come se facesse parte della sua famiglia. "Bè, se non parli allora lo faccio io!" L'uomo si scostò il cappuccio. "Però spostiamoci, non mi va di parlare in mezzo alla strada ." Disse, per poi indicare il Paiolo Magico. "Ti va qualcosa di dissetante?" Il giovane Serpeverde, per quanto ancora confuso, assecondo lo straniero e, con lui, si avviò verso il Paiolo. D'altronde, la sua destinazione era proprio quella locanda fin dal principio.
Giunti nel locale si sedettero in disparte. Luomo anziano ordinò una burrobirra. mentre il ragazzo si fece tentare da un succo di zucca con ghiaccio. "Ah! Ci voleva proprio!" Esclamò, asciugandosi i baffi bagnati dalla schiuma della bevanda. Chi sei? Finalmente Silias si degnò a parlare e, con sguardo più consono alla situazione, chiese il nome di quel personaggio insolito. "Chi sono? Mmm, sai, ho tanti nomi." Sorseggiò ancora della burrobirra. "Il punto non è chi sono io, ma chi sei tu, caro ragazzo." L’interesse di quella persona nei confronti di Silias era insolita, ma il ragazzo era troppo curioso per decidere di ignorarlo. "Io so chi sono. Sei tu a non sapere chi sei, visto che avete eluso il vostro nome." Il vecchio inarcò le sopracciglia, come se non avesse afferrato l’affermazione del ragazzo. "Tempo al tempo. Ti ho appena detto che lo scoprirai più avanti, non voglio rovinarti la sorpresa. Sorseggiò altra burrobirra. "Ma credo che con le mie prossime parole lo capirai subito…Ti starai chiedendo il motivo per il quale oggi ti ho privato del tuo giorno di relax in questa locanda? Un gelo trasalì lungo la schiena di Silias. "In effetti, questa volta fu lui a sorseggiare il suo succo di zucca, a causa della gola secca, "l'illusione può essere pericolosa se non siamo consapevoli della sua influenza sulla nostra mente e sulle nostre azioni. Nutrire speranze vane o formarsi opinioni sbagliate può allontanarci dalla realtà e impedirci di cogliere le vere opportunità che la vita ci offre" Il mago presunto saggio arrestò le sue parole, come se si fosse pronunciato troppo in fretta e doveva riprendere fiato. "Tu vivi in un'illusione, ragazzo. Questa vita che fai, è un illusione. Tu meriti altro. Tu devi adempiere ai tuoi doveri. Sei nato con uno scopo…
"Ma quale scopo? Venne interrotto da Silias, ma il vecchio non badò a quella maleducazione e continuò a farfugliare cose che all'apparenza per il giovane serpverde sembravano man mano che andava avanti prive di senso.
"Avanti. Svegliati, ragazzo. Quello scopo è dentro di te, vuole uscire. Ciò che nascondi nei tuoi sogni vuole venire fuori." Afferrò con irruenza il calice di burrobirra, tracannando tutto il suo contenuto. "Tu senti il potere, ti sta chiamando. Tu vuoi quel potere, vuoi che tutti parlino di te, vuoi far soffrire chi ti fa soffrire, vuoi baciare chi non ti vuole baciare…PUOI PRENDERE TUTTO QUESTO ! E allora avanti, ragazzo! Prendilo. Non negarlo! Sii sincero." Purtroppo, quello che stava dicendo, per quanto strambo e privo di senso, era la pura verità. Silias amava il potere, era impossibile negarlo. Ne era ossessionato da tutta la sua giovane vita. "Esci fuori da questa illusione: la famiglia, l’amicizia, sono tutte ipocrisie. Ti sei solo fatto condizionare da questa finta realtà che l’amore è il potere, che è ciò che serve per far grande un uomo."
All'improvviso, qualcosa nella mente di Silias si accese...
"Tu vivi nell'illusione. Io otterrò quello che voglio a modo mio, non mi servono mezzucci da quattro soldi per ottenerlo. Lo farò con le mie sole forze, con l’impegno e la volontà." L'anziano stringeva il boccale così forte che sembrava sul punto di rompersi da un momento all'altro…"Ragazzo, ascoltami attentamente. Tu sei un Morgan, sei un figlio del corvo." Disse, con improvvisa voce penetrante.
Silias aggrottò le sopracciglia e un brivido lo attraversò lungo la schiena. Quel discorso stava diventando sempre più strano...
L'anziano cambiò tono di nuovo, pronunciandosi con irruenza, come se fosse infastidito dal muro eretto dal ragazzo: "Svegliati, Silias. Accetta l'eredità di tuo nonno, accetta il tuo destino... SVEGLIATI!" Urlò, facendo scoppiare un'improvvisa confusione nella sala. Il ragazzo balzò in piedi, facendo volare la sedia all'indietro. Le sue gambe tremavano mentre gli occhi dei presenti lo fissavano intensamente. "Tu non sei lui…VATTENE!" Disse Silias, con voce spaventata.
L'uomo si alzò a sua volta, ben più con calma. Sistemò il mantello e guardò il ragazzo. "Che tu lo voglia o no, sono lui, sono tuo nonno, sono colui che ti farà diventare grande. E tu mi ubbidirai quando sarà il momento. Anzi, sarai tu a cercarmi... Io ti aspetterò, nipote." Affermò con tono enigmatico.
Davanti a quelle parole sembrava che Silias si fosse svegliato da un lungo sonno, come se la sua vita attuale fosse stata interrotta da un controincantesimo. "Cosa vuoi da me?" Chiese Silias, guardandosi intorno e accorgendosi che aveva gli occhi di tutti i presenti su di sé. "Nulla, nipote. Volevo solo ricordarti chi sei e cosa diventerai sotto la mia ala. Tuo padre ha costruito una gabbia dorata intorno a te, raccontandoti bugie. Volevo solo farti rinsavire." Rispose suo nonno, allontanandosi verso l’uscita...
"Arrivederci, ragazzo. Quando i tempi saranno maturi ci rincontreremo e spero che per quel giorno tu avrai capito cosa significhi avere il mio sangue che ti scorre nelle vene."
In quel momento, tutto divenne più chiaro per Silias. La sua vita era una menzogna, i suoi problemi erano reali e credere di essere al sicuro era un'eresia…"Tu non mi avrai mai", pensò con occhi lucidi, mentre il suo sguardo si posò sui clienti del Paiolo Magico che continuavano a fissarlo. "Che avete da guardare?" Continuate a fare quello che stavate facendo."
Raccolse la sedia e si sedette. "Non mi avrai mai", ripeté nella sua mente, con le mani appoggiate sul tavolo di legno scuro.
Un cameriere, nel mentre, si avvicinò al suo tavolo.
"Vuole altro?" Chiese con timore, dopo aver assistito alla scena con un brusio di sottofondo generato dagli altri clienti, che iniziavano a parlare dell'accaduto, chiedendosi cosa fosse successo. "No, grazie." Rispose Silias, senza aggiungere altro, per poi lasciare due galeoni sul tavolo.
"Il tuo potere non è reale. Tu non mi avrai mai.“
Abbandonò la locanda con questo pensiero che sembrava essere diventato un mantra…
Ragazzo, il resto!
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