cornerstone, Colloquio di orientamento | Niahndra Alistine

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Adeline Walker
view post Posted on 1/12/2023, 22:05 by: Adeline Walker
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Stava fissando il legno scuro di quella porta da ormai un'indefinibile manciata di secondi.
Forse minuti.
Ore?
Il palmo della mano destra stretto in un piccolo pugno, alzato all’altezza della testolina dorata, ad un soffio dal battere quel ”toc toc” - ad un certo punto aveva sentito qualche studente chiederle se fosse tutto ok – ma Adeline Walker si era limitata ad annuire silenziosamente con fare sconsolato e aveva annullato i brevi centimetri che separavano il suo viso da quella porta poggiando la fronte – sconsolata al quadrato – contro il piano ligneo di quell'entrata di quello studio.
Non le piaceva interrompere i suoi colleghi, non le piaceva distoglierli e distrarli dal loro lavoro ed impegni di sorta - non le piaceva per niente - tanto quanto in effetti “piaceva” a lei essere interrotta a sua volta.
Lo detestava.**
[**: nb presente e futura per colleganza e circondario.]
Ad un certo punto con il novantanove-virgola-nove-percento di possibilità aveva mugolato controvoglia, mettendo su un piccolo broncetto capriccioso tra i lineamenti ancora rivolta alla porta battendo persino un po' i piedi e la testolina dorata, sempre contro la porta, ma silenziosissima perchè non si sentisse alcunchè dall'altra parte.
Perchèperchèperchè Peverell aveva beccato proprio lei - perché accidenti non era passata per un altro corridoio quel pomeriggio, perché non si era attardata nella sua classe o nel suo studio perché, per la seconda volta accidenti, si ritrovava ad essere lei la disturbatrice-quasi-seriale-della-collega-di-incantesimi (?!)
(Perché) due randomiche occasioni di palese disturbo per Adeline Walker divenivano già sfregio e colpa imperdonabile –
senza considerare, sotto sotto, anche un po' il vago fastidio per essere stata utilizzata come gufo per quello scambio di messaggi.
-Mphf.-
Aveva staccato la fronte dalla porta, consapevole solo di avere stampato in fronte i ghirigori lignei della porta stessa.
Il palmo della mancina aveva cercato di sfregarli via, appena cosciente del movimento – troppo presa Londra dallo sconforto e dispiacere di dover accidenti-non-mi-perdonerà-mai..

Toc toc toc.


-Jolene - scusamiscusamiscusami.- dopo i recalcitranti ma nitidi colpi all’uscio, la testolina dorata della Walker fece capolino una seconda volta tra il legno e la pietra dell’entrata -Giuro su Merlino che non lo faccio apposta e mi odio un po' per queste interruzioni, sul serio. Peverell ti vuole nel suo studio, il prima possibile.-
Le sembrò corretto partire dai noccioli più importanti per lei – le scuse, il dispiacere per quelle interruzioni e il motivo cruciale, soprattutto, per il quale effettivamente si ritrovava a chiamarla ancora una volta fuori dal suo studio e lontano dai suoi impegni – o beh, da quegli impegni, ben altri la attendevano infatti - con il Preside di mezzo d’altronde..
Solo una volta chiarite quelle tre fondamentali questioni Londra si concesse il lusso di scandagliare un po' l’ambiente per comprendere l’entità del suo disturbo: un altro colloquio docente-alunno, questa volta però, il sorrisetto mixato tra un entusiastico “ciao anche a te Niah!” ed un mortificatissimo “mi dispiace così tanto” era già perfezionato.
Almeno questo.
Nel giro di una manciata di secondi Adeline si ritrovò così ad interagire ancora brevemente con la collega, salutandola infine con un sorrisino mesto e la destra sollevata in aria.
Il palmo tornò a sfregarsi la fronte – era convinta di portare ancora i segni della sua disperazione fattasi tatuaggio indelebile sulla pelle tramite delle assi della porta contro la quale era rimasta appoggiata, disperata per l’appunto, sino a pochi attimi prima per circa quanto, dolce Adels? Dieci secondi, quindici minuti o tre quarti d’ora?
-Mi dispiace tanto, Niahndra.-
Dondolando un po' sui talloni, lo sguardo bicromo ancora fisso per qualche secondo su quella porta ormai chiusa, la londinese esordì così rivolgendosi alla Tassorosso.
Poi lo sguardo raggiunse quello azzurro della studentessa e venne incorniciato da un bel sorriso ad ogni modo accogliente e luminoso – le dispiaceva sul serio come se ancora non si fosse capito aver interrotto la docente di incantesimi in quel colloquio individuale – ma al tempo stesso tutto ciò non aveva nulla a che fare con quella streghetta, anzi.
Adeline era persino contenta di poterci scambiare due parole – era talmente sfuggente, tra i corridoi e le classi.
-Colloquio di orientamento o personale?-
Chiese quindi inclinando appena la testolina dorata.
-Se per te non è un problema..- concluse con ancora un sorrisetto in volto e uno svolazzo di mancina nell’aria.
Magari, oltre che reggere una porta ben incastonata al muro per una manciata di minuti con la fronte – avrebbe anche potuto rendersi utile in altro modo.
[Almeno questo] - cit.
 
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