cornerstone, Colloquio di orientamento | Niahndra Alistine

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view post Posted on 20/6/2023, 14:26
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Sometimes I can feel my bones straining under the weight of all the lives I'm not living.

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cornerstone
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Colloquio di orientamento pre G.U.F.O.

S

e ci fosse stata la possibilità di rimandare ancora quel momento, Niahndra avrebbe fatto carte false per coglierla. Invece, inesorabili, le lancette avevano continuato a scorrere per tutta la mattina e parte del pomeriggio sotto il suo sguardo apprensivo. Adesso, a lezioni terminate, non c'era alcun altro trastullo con cui impegnare la sua testa in attesa di incontrare la professoressa White.
Per dirle cosa, poi, ancora le sfuggiva. Da un punto di vista più razionale, Niahndra intuiva che fosse normale non avere ancora le idee chiare circa il proprio futuro; tra l'altro, a ben pensarci, dal momento che aveva intenzione di continuare con i suoi studi si paravano ancora due anni di bambagia davanti a lei —se bambagia la si poteva definire. Arrivare sin lì era stato estremamente difficile, ed era consapevole di aver rallentato i propri sforzi accademici, distratta dagli allenamenti di quidditch prima, dalla sua salute dopo, e poi di nuovo dal quidditch.
Dall'altra parte, però, le provocava un fastidio intollerabile presentarsi senza risposte pronte e con la lingua appesantita dai dubbi. Era difficile accettare l'incompletezza dell'adolescenza; la sentiva come una mancanza, una gaffe imperdonabile.
*Non sai cosa vuoi fare uscita da Hogwarts, capirai il problema*, si sforzò di ripetere, *è a questo che servono i colloqui*.
Sperò che anche la docente fosse del medesimo avviso e che non si spazientisse di fronte al suo spaesamento. Niahndra aveva fatto ricorso a tutte le energie in suo possesso per approcciarla al termine della lezione di incantesimi, quando —con la scusa di consegnarle i compiti svolti— le aveva chiesto disponibilità per l'incontro.
Un passaggio ordinario a cui venivano sottoposti tutti gli studenti del suo anno, né più né meno. Una tappa obbligata lungo il percorso, proprio per aiutarli a gettare le fondamenta nonostante la loro giovane età.
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Erano questi i discorsi che si ripeteva mentre saliva le scale che la separavano dal terzo piano. Ad ogni gradino corrispondeva un incoraggiamento e benché dentro sentisse imperversare tutte le sue preoccupazioni, dall'esterno il suo passo era ingannevolmente deciso.
Magra consolazione.
Se qualcuno l'avesse osservata dall'esterno e si fosse curato appena di più lei, ecco che avrebbe potuto trovare strano il suo tentennare di fronte al portone scuro, lo sguardo che prima cercava e poi evitava e poi cercava di nuovo la placchetta dorata che le confermava di aver raggiunto la corretta destinazione. Era arrivata in anticipo di qualche minuto, ma quel tempo le servì per raccogliere i pensieri e ordinarli. Un respiro, poi un altro, la maschera di cera che tornava al proprio posto sul suo viso: un passaggio automatico a cui non ebbe nemmeno necessità di pensare. Probabilmente ci fece neppure caso, troppo impegnata com'era a ripassare mentalmente i passaggi da fare e le cose da dire una volta che avesse ricevuto l'invito ad entrare.
Provò un paio di varianti, poi, quando fu sufficientemente soddisfatta alzò la mano per bussare.
 
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view post Posted on 3/7/2023, 19:16
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Jolene White

22 anni | docente | colloquio di orientamento


«Niahndra!» Sorprendentemente, anziché dall'interno dell'ufficio, la voce proveniva dalle spalle della ragazza. Allegra e un po' trafelata, Jolene percorreva il corridoio a piccoli passi veloci, la lunga gonna che le svolazzava intorno alle gambe. In una mano reggeva un vassoio coperto da un panno a scacchi, mentre con l'altra stava recuperando la bacchetta. «Sono in ritardo? Perdonami, sono corsa giù a recuperare delle paste per il tè. Spero che tu non abbia già mangiato, ho fatto mettere da parte le migliori.» L'orario in effetti richiamava le migliori tradizioni inglesi, che Jolene pensava di onorare quel giorno insieme alla sua ospite.
Si fece strada fino alla porta; la serratura scattò al comando di un incanto non verbale, e Jolene fece segno a Niahndra di precederla all'interno.
Benché vi si fosse trasferita da poco, l'ufficio straripava già di oggetti. Jolene aveva fatto del suo meglio per riordinare in vista del colloquio, ma c'era poco che potesse fare per i libri che non trovavano posto sugli scaffali, e che quindi dovevano essere impilati su seggiole e tavolini. Le finestre però erano ampie, e lasciavano entrare tutta la calda luce del pomeriggio, ammorbidendo i contorni delle cose e scacciando le zone d'ombra che normalmente caratterizzano una stanza così affollata; Jolene aveva lasciato socchiuso, e una leggera brezza faceva smuovere le tende.
Appoggiò il vassoio sul lungo tavolo di fronte al divano, prima di dirigersi verso una delle credenze. «Mettiti pure comoda dove preferisci. Prendi anche tu del tè?» La parte dell'ospitalità le veniva straordinariamente facile, ma non si era dimenticata che Niahndra si era presentata lì per un motivo ben preciso. A dire la verità, si era un po' sorpresa della richiesta di colloquio: stava ancora prendendo confidenza con il nuovo lavoro, e non si era fatta un'idea precisa della visione che gli studenti avevano di lei. Durante le lezioni cercava di coinvolgerli e li incoraggiava a fare proprie quelle ore, attraverso le esercitazioni e i loro quesiti; fuori dagli orari prestabiliti, si assicurava di rimanere sempre disponibile, e nel complesso il suo coinvolgimento era stato così totalizzante da allontanarla da molte altre attività, perfino dai suoi affetti. Jolene, tuttavia, accettava di buon grado questi compromessi, perché voleva diventare l'insegnante che lei, da studentessa, avrebbe sempre voluto. Affidabile, quindi, con la testa sulle spalle: i capelli raccolti dietro la nuca e la camicia dal colletto rigido definivano anche in quel momento il suo desiderio di apparire più matura; a volte temeva di non sapere abbastanza, di non avere alle spalle un'esperienza sufficientemente lunga da fare di lei un autentico punto di riferimento. La Tassorosso, tuttavia, aveva visto in lei qualche qualità che l'aveva convinta a rivolgersi proprio a lei; così, Jolene era decisa a non deluderla.
«Permettimi una domanda molto diretta, Niahndra.» Rivolse alla ragazza uno sguardo da dietro da dietro la spalla, sfumando con un sorriso quella che poteva sembrare un'introduzione brusca. Le tazzine del tè tintinnarono allegramente sui loro piattini mentre Jolene preparava il tè con mani veloci. «Quanto hai le idee chiare su quello che vuoi fare una volta terminati gli studi?» Non c'era una risposta corretta, e il tono rimaneva quello di una chiacchierata informale.

 
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view post Posted on 18/7/2023, 21:19
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Colloquio di orientamento pre G.U.F.O.

U

n movimento scattoso nelle spalle e nel collo fece in modo che Niahndra spostasse la sua attenzione dalla porta al corridoio, dove individuò la figura della docente di Incantesimi. Ebbe bisogno di un istante per realizzare cosa stesse succedendo, mentre la sua testa cercava di macinare rapidamente i dati per adattarsi al nuovo script.
Con forse un battito di ritardo rispetto alle tempistiche di un normale botta e risposta —ma non così tanto da risultare estremamente strano—, la ragazza riuscì a far comparire sul proprio viso un sorriso quanto più genuino possibile, spingendo bene in profondità l'imbarazzo per essere stata colta alla sprovvista. Sperò che la White non avesse fatto in tempo a vederla cincischiare davanti alla porta.
«No, no. Sono io un po' in anticipo...» Si affrettò a specificare, non sapendo bene come rispondere al resto con naturalezza.
«Oh, un secondo». Quando le venne fatto cenno di procedere, Niahndra spinse la porta dell'ufficio e la tenne aperta anche per la docente, grata di poter sfruttare l'occasione per distogliere un attimo lo sguardo e riprendere le redini di sé.
Dalla soglia, la osservò muoversi verso un tavolino basso e lungo, poi da lì scandagliò il resto della stanza che così poco somigliava ad un ufficio. I toni pastello dell'avorio e del salvia si combinavano al legno chiaro del mobilio in un'atmosfera che ricordava un appartamento situato nella zona chic di Parigi. La presenza di piante e fiori, poi, insieme al cielo incantato sembravano voler suggerire un romanticismo di fondo nella natura, a lei ancora poco familiare, di Jolene White.
Qualcosa, in quell'assemblaggio apparentemente caotico, ebbe l'effetto di incepparla ancora di più. Freneticamente, lo sguardo di Niahndra rimbalzò da uno sgabello, alla sedia, al divano, in cerca di una superficie libera e —soprattutto— consona a sedersi.
«Volentieri, sì. Senza zucchero». Un'occhiata rapida alla donna che adesso le dava le spalle, poi si spostò verso il divanetto, emerso vincitore dalla competizione appena svoltasi nella testa di Niahndra.
Tra la giovanissima età della White e l'arredamento così poco formale o standard, la ragazza stava facendo più difficoltà del dovuto a capire il registro della conversazione. Quanto spazio le era concesso occupare? Dove si trovava la linea tra l'essere un buon ospite e l'essere una studentessa con le sue riserve e timidezze?
«Permettimi una domanda molto diretta, Niahndra».
*Per favore, sì.* Schiettezza era esattamente ciò di cui aveva bisogno in quel momento, per superare l'impasse.
Incrociò incoraggiante lo sguardo della docente, incurvando lei stessa l'angolo delle labbra per restituire il sorriso. Alla domanda, il sorriso assunse una sfumatura birichina da chi è stato colto in flagrante.
«Io—». Niahndra provò anche a prendere un respiro, inventarsi un giro di parole che suonasse meglio del puro e semplice "nope"; ma poi si arrese, sgonfiò il petto e rilassò le spalle. «Molto poco, in realtà».
Spostò gli occhi sulle proprie mani, congiunte tra le cosce. Si pizzicò la gonna dell'uniforme scolastica.
«Non ho mai avuto una vocazione particolare e non è che vada tanto meglio in un corso piuttosto che in un altro, qui ad Hogwarts». Per carità, c'erano materie che seguiva più volentieri di altre, ma niente che l'aiutasse a vedere con maggiore chiarezza il proprio futuro.
«A questo punto...accetto tutti i consigli che può offrirmi, professoressa». Lo disse con un tono complice, quasi divertito, ma gli occhi tradivano la serietà di quella confessione. «perché io non so più da che prospettiva guardarla».
*Mi permetta una risposta molto diretta*.
 
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view post Posted on 26/8/2023, 16:04
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Jolene White

22 anni | docente | colloquio di orientamento


Se pure c'erano dei segnali di imbarazzo nel comportamento di Niahndra, Jolene non li colse. Nelle sue intenzioni, l'ambiente e l'atteggiamento informali avevano lo scopo di alleggerire l'atmosfera e mettere qualsiasi interlocutore a proprio agio; per fretta o ingenuità non si era soffermata a pensare che un simile rovesciamento delle convenzioni scolastiche potesse sortire l'effetto opposto, ovvero creare nella studentessa uno scombussolamento poco gradito. A Jolene piaceva giocare secondo le proprie regole, e lo faceva con una naturalezza priva di esitazioni.
Versò il tè in due tazze e le portò al tavolo senza zuccherarne nessuna: in quello lei e Niahndra avevano gli stessi gusti, a quanto pareva. Un'altra similarità, ben più profonda, riguardava le incertezze che la ragazza le aveva appena confessato: a Jolene sembrò di tornare indietro nel tempo fino al proprio colloquio, quando aveva dovuto ammettere la stessa mancanza di punti fermi. Lei, all'epoca, l'aveva fatto con meno fermezza rispetto a Niahndra, la cui immediata sincerità le fece una buona impressione.
Jolene prese posto su uno sgabello imbottito, spostandolo così da sedere di fronte a Niahndra. Ora che si trovavano alla stessa altezza, Jolene poteva osservare la sua espressione dall'altro lato del tavolo: ebbe l'impressione che la ragazza non prendesse alla leggera quel colloquio, nonostante i toni disinvolti.
«Ti ringrazio di essere stata sincera.» Dai loro tè saliva ancora un nastro di vapore, ma nonostante questo Jolene non aveva paura di avvolgere la propria tazza tra le mani, in uno di quei gesti che faceva sovrappensiero quando voleva concentrarsi. «So che non avere le idee chiare fin da subito può fare un po' paura, e ancora di più ammetterlo. Ma non sei qui oggi perché devi già sapere che strada seguirai; possiamo rifletterci insieme.» Il suo compito diventava più interessante: certo, le avrebbe dato grande soddisfazione anche incoraggiare una volontà già decisa, offrendole all'occorrenza direttive e strumenti utili a raggiungere i propri scopi; in questo modo, però, il compito diventava quello che Jolene più di tutti amava: la ricerca, l'esplorazione di tante possibilità che, come fiori ancora chiusi, aspettavano solo di far scorgere loro una rapida visione dei propri petali. Per quel che riguardava Niahndra nello specifico, Jolene aveva anche il piacere di avere a che fare con una studentessa dalle ottime capacità. «Ho dato un'occhiata alle tue valutazioni, e ho visto che anche nelle altre materie hai dei risultati di tutto rispetto. Mi sento di dirti senza esagerare che hai le capacità per intraprendere qualsiasi strada.» Nei compiti che Niahndra le aveva consegnato, Jolene aveva individuato una serie di qualità che credeva le sarebbero tornate utili anche al di fuori del mondo scolastico. Tra tutte, spiccava una meticolosità che andava sempre dritta al punto, centrando di volta in volta gli obiettivi con precisione. Jolene si era fatta un'ottima opinione delle capacità della ragazza, ed era stata sincera in ciò che le aveva detto; c'era, però, un'aggiunta da fare: «Questo in riferimento alle tue capacità di apprendimento. Ovviamente, però, siamo esseri molto più complessi di così. Al di là di ciò che possiamo imparare, il nostro carattere gioca un ruolo fondamentale, anche quando si parla di lavoro. Mansioni diverse ti porteranno in ambienti diversi, e vale la pena che ti soffermi a pensare nel concreto a ciò che questo significa.» Picchiettò le unghie sulla porcellana, strappandole quel suono duro e preciso tanto familiare. Lasciò correre qualche istante, così da assicurarsi che la ragazza stesse seguendo il suo ragionamento. «Essere Medimago o Infermiere, ad esempio, ti porterebbe a stretto contatto con persone di ogni tipo: il tuo lavoro dipenderebbe moltissimo da loro, le tue parole e i tuoi gesti dovrebbero avere al loro centro il benessere di qualcun altro. Al contrario, altri mestieri sono più solitari. Alcuni poi sono prevalentemente d'ufficio, mentre in altri casi dovresti metterti in gioco considerando viaggi più o meno lunghi, lavoro sul campo, sforzo fisico... insomma, la situazione sarebbe molto più movimentata. Il mio consiglio è», e così dicendo si protese leggermente in avanti, così da sottolineare le proprie parole. «Dimentica per un attimo le materie scolastiche, o vocazioni specifiche. Pensa invece alla persona che sei, alle circostanze in cui ti trovi più a tuo agio. Anche a ciò che ti dà soddisfazione: forse ti senti particolarmente bene quando riesci ad essere d'aiuto ad una persona cara, o anche ad uno sconosciuto, perché no. Oppure quando sai di aver fatto la cosa giusta. Dopo l'adrenalina di una partita a Quidditch, se ti piace giocare. Sai già moltissimo di quello che potresti desiderare, anche se non gli sai ancora dare un nome specifico.» A quel punto rimase in silenzio, offrendole un sorriso leggero. Aspettava una sua risposta, così da capire se quelle idee potessero in qualche modo esserle d'aiuto.

 
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view post Posted on 12/9/2023, 14:03
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Colloquio di orientamento pre G.U.F.O.

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e non altro, la professoressa White sembrava aver gradito la schiettezza di Niahndra, il che era per lei già un pensiero in meno ad affollarle la testa. La giovane faticava a comprendere perché molto spesso una simile trasparenza non venisse accolta con piacere, trovandosi al contempo a dover sudare il doppio per cercare di discernere verità e bugie quando aveva a che fare con le persone. Era rimasta estremamente sorpresa, da piccola, quando aveva scoperto che di rado la gente diceva quello che intendeva o intendeva quello che diceva. A lei pareva una complicazione inutile, oltre che un sovraccarico per il suo cervello già maltrattato.
Annuì alle parole della docente, poi spostò lo sguardo sul tavolino che le separava. Era grata del fatto che la donna sembrasse così ben disposta; laddove molti studenti e molti docenti vedevano il colloquio di orientamento come una pura formalità, Niahndra sperava di trovare qualche risposta o, almeno, un aiuto a porsi le domande giuste.
Si sporse a prendere la sua tazza, più per avere una scusa per non fare contatto visivo mentre la White parlava dei suoi voti. Traeva vanto dalle sue valutazioni, almeno in una certa misura, ma la soddisfazione era macchiata dalla consapevolezza di essere rimasta indietro con gli studi a causa di problemi personali. Anche se razionalmente Niahndra comprendeva la logica fallace del paragonarsi agli altri, stava diventando molto difficile vedere vecchi compagni di classe terminare le rispettive carriere scolastiche per intraprenderne di lavorative.
Ciò nondimeno, un sorriso timido fece la sua comparsa ai complimenti velati della docente. «La ringrazio per le sue parole».
Rimase in silenzio mentre l'altra si immerse nel proprio giro di pensieri, non volendo interromperne il flusso. Ne approfittò per fare una rapida lista dei suoi attributi caratteriali più salienti, come le era stato consigliato, e risultò abbastanza evidente che determinate strade non potessero fare al caso suo.
«Ha senso», disse infine. «Sembra più facile ragionare in questi termini».
Gli occhi si spostavano ora su un pezzo di mobilio, ora su una pila di libri, senza ancorarsi mai veramente in un punto specifico. L'ambiente circostante stava sfumando. «Per esempio, una carriera medica non credo che farebbe al caso mio: mi manca quella abnegazione che porta a mettersi al servizio altrui». Si strinse appena tra le spalle, quasi a mo' di scuse nei confronti della precedente occupazione della professoressa. «Però l'idea di essere d'aiuto mi attira, magari più nei confronti della "società" in generale che del singolo nello specifico. Ho rivestito il ruolo di prefetto a lungo, all'interno della mia casata, e la parte che mi dava più soddisfazione era trovare modi perché le cose funzionassro a dovere, nella maniera più fluida possibile». Rise piano, ricordando la sua collaborazione con Leah o con Elhena. «Diciamo che il lato relazionale della faccenda non era esattamente il mio forte, però in compenso ero molto brava a tenere una visione di insieme e supervisionare le attività di casata». Si era beccata più di un nomignolo derogatorio al tempo, ma non le importava: sapeva che, nonostante le sue mancanze, aveva apportato un contributo importante.
«Il che mi fa spostare su un lavoro da ufficio. Anche se...ho bisogno di una routine, però al tempo stesso mi serve anche scaricarmi fisicamente, che sia sul campo da quidditch o su una pedana da duellanti. E poi— la timidezza spariva poco a poco, sostituita da un velo di sarcasmo autoironico— per quanto io creda nel valore delle regole, probabilmente diventerei insofferente se dovessi essere costretta a lavorare all'interno di un organo molto rigido. Forse dovrei cercare qualcosa che mi permetta di lavorare un po' ai miei termini».
Stavano diventando molte richieste o pretese, se ne rendeva conto, per cui decide di zittirsi e approfittarne per bere un sorso di tè. L'ultima cosa che desiderava era stordire la professoressa coi suoi vaneggiamenti.
 
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view post Posted on 1/12/2023, 22:05
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Stava fissando il legno scuro di quella porta da ormai un'indefinibile manciata di secondi.
Forse minuti.
Ore?
Il palmo della mano destra stretto in un piccolo pugno, alzato all’altezza della testolina dorata, ad un soffio dal battere quel ”toc toc” - ad un certo punto aveva sentito qualche studente chiederle se fosse tutto ok – ma Adeline Walker si era limitata ad annuire silenziosamente con fare sconsolato e aveva annullato i brevi centimetri che separavano il suo viso da quella porta poggiando la fronte – sconsolata al quadrato – contro il piano ligneo di quell'entrata di quello studio.
Non le piaceva interrompere i suoi colleghi, non le piaceva distoglierli e distrarli dal loro lavoro ed impegni di sorta - non le piaceva per niente - tanto quanto in effetti “piaceva” a lei essere interrotta a sua volta.
Lo detestava.**
[**: nb presente e futura per colleganza e circondario.]
Ad un certo punto con il novantanove-virgola-nove-percento di possibilità aveva mugolato controvoglia, mettendo su un piccolo broncetto capriccioso tra i lineamenti ancora rivolta alla porta battendo persino un po' i piedi e la testolina dorata, sempre contro la porta, ma silenziosissima perchè non si sentisse alcunchè dall'altra parte.
Perchèperchèperchè Peverell aveva beccato proprio lei - perché accidenti non era passata per un altro corridoio quel pomeriggio, perché non si era attardata nella sua classe o nel suo studio perché, per la seconda volta accidenti, si ritrovava ad essere lei la disturbatrice-quasi-seriale-della-collega-di-incantesimi (?!)
(Perché) due randomiche occasioni di palese disturbo per Adeline Walker divenivano già sfregio e colpa imperdonabile –
senza considerare, sotto sotto, anche un po' il vago fastidio per essere stata utilizzata come gufo per quello scambio di messaggi.
-Mphf.-
Aveva staccato la fronte dalla porta, consapevole solo di avere stampato in fronte i ghirigori lignei della porta stessa.
Il palmo della mancina aveva cercato di sfregarli via, appena cosciente del movimento – troppo presa Londra dallo sconforto e dispiacere di dover accidenti-non-mi-perdonerà-mai..

Toc toc toc.


-Jolene - scusamiscusamiscusami.- dopo i recalcitranti ma nitidi colpi all’uscio, la testolina dorata della Walker fece capolino una seconda volta tra il legno e la pietra dell’entrata -Giuro su Merlino che non lo faccio apposta e mi odio un po' per queste interruzioni, sul serio. Peverell ti vuole nel suo studio, il prima possibile.-
Le sembrò corretto partire dai noccioli più importanti per lei – le scuse, il dispiacere per quelle interruzioni e il motivo cruciale, soprattutto, per il quale effettivamente si ritrovava a chiamarla ancora una volta fuori dal suo studio e lontano dai suoi impegni – o beh, da quegli impegni, ben altri la attendevano infatti - con il Preside di mezzo d’altronde..
Solo una volta chiarite quelle tre fondamentali questioni Londra si concesse il lusso di scandagliare un po' l’ambiente per comprendere l’entità del suo disturbo: un altro colloquio docente-alunno, questa volta però, il sorrisetto mixato tra un entusiastico “ciao anche a te Niah!” ed un mortificatissimo “mi dispiace così tanto” era già perfezionato.
Almeno questo.
Nel giro di una manciata di secondi Adeline si ritrovò così ad interagire ancora brevemente con la collega, salutandola infine con un sorrisino mesto e la destra sollevata in aria.
Il palmo tornò a sfregarsi la fronte – era convinta di portare ancora i segni della sua disperazione fattasi tatuaggio indelebile sulla pelle tramite delle assi della porta contro la quale era rimasta appoggiata, disperata per l’appunto, sino a pochi attimi prima per circa quanto, dolce Adels? Dieci secondi, quindici minuti o tre quarti d’ora?
-Mi dispiace tanto, Niahndra.-
Dondolando un po' sui talloni, lo sguardo bicromo ancora fisso per qualche secondo su quella porta ormai chiusa, la londinese esordì così rivolgendosi alla Tassorosso.
Poi lo sguardo raggiunse quello azzurro della studentessa e venne incorniciato da un bel sorriso ad ogni modo accogliente e luminoso – le dispiaceva sul serio come se ancora non si fosse capito aver interrotto la docente di incantesimi in quel colloquio individuale – ma al tempo stesso tutto ciò non aveva nulla a che fare con quella streghetta, anzi.
Adeline era persino contenta di poterci scambiare due parole – era talmente sfuggente, tra i corridoi e le classi.
-Colloquio di orientamento o personale?-
Chiese quindi inclinando appena la testolina dorata.
-Se per te non è un problema..- concluse con ancora un sorrisetto in volto e uno svolazzo di mancina nell’aria.
Magari, oltre che reggere una porta ben incastonata al muro per una manciata di minuti con la fronte – avrebbe anche potuto rendersi utile in altro modo.
[Almeno questo] - cit.
 
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view post Posted on 15/12/2023, 12:10
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N
iahndra tentò di convincersi che il calore che sentiva espandersi sulle guance fosse solo un'illusione, ma via via che parlava —perché ormai fermarsi sarebbe parso anche più strano— diventava più difficile non lasciarsi distrarre dalla consapevolezza di star arrossendo. A peggiorare le cose, poi, ci si misero gli occhi, pronti a riempirsi di lacrime. Come se il tremolio della voce non fosse già abbastanza.
Stava facendo una figuraccia, e la consapevolezza di star facendo una figuraccia peggiorava le cose. Quello era esattamente il motivo per cui aveva rimandato così a lungo il colloquio: non era fatta per i confronti in cui le veniva richiesto di parlare di sé a comando. Come preda in trappola era dolorosamente cosciente delle mura che la circondavano, della porta chiusa, di tutti gli ostacoli tra lei e la sua via di fuga. Doveva ricordarsi attivamente di non scappare, di sostenere lo sguardo della docente, di mantenere un tono limpido, di abbozzare almeno un'espressione (invece della sua faccia da poker usuale o —ancora peggio!— quella che riteneva la sua espressione neutra ma che gli altri scambiavano per broncio assassino). Per non parlare poi del suo corpo. Non aveva alcuna idea di dove mettere le mani (una doveva rimanere intorno alla tazza, rammentò a sé stessa) o le gambe (distese? piegate? accavallate? leggermente divaricate nella sua abituale posa?) o, ancora, la schiena (meglio tenerla rigida? appoggiata allo schienale? doveva ricordarsi di raddrizzare le spalle o sembrava troppo impostata?).
Aveva già perso, si disse. Se doveva pensare coscientemente a tutte queste cose diventava impossibile scivolare nell'alter ego che aveva minuziosamente costruito negli anni; una conchiglia dura e spessa modellata grazie alla sua costante opera di osservazione altrui, nella quale il suo interno molliccio e amorfo potesse rifugiarsi.

Toc toc toc.


Il rapido susseguirsi di nocche sulla porta distolse Niahndra dalla morsa letale nella quale i suoi pensieri l'avevano paralizzata. Ancora un po' stordita, la ragazza riconobbe la professoressa Walker e —anche se non riuscì del tutto a processare i dettagli dello scambio verbale tra le due docenti— le fu chiaro cosa significava: un'insperata via di fuga. Manna dal cielo. Il proverbiale deus ex machina. Un intervento divino atto a salvarla da sé stessa.
Il sollievo provato fu immediato.
Niahndra si alzò in piedi e sfruttò lo stesso movimento per appoggiare la tazza di tè sul tavolo.
«Non si preoccupi, professoressa». Non dovette sforzarsi troppo per suonare sincera; fece addirittura specchio al sorriso dell'altra. La libertà non le era mai sembrata così vicina.
Lisciò la gonna della divisa scolastica per darsi qualcosa da fare e, soprattutto, per regalarsi qualche istante di più per decidere come fosse più adeguato accomiatarsi.
«Colloquio di orientamento», chiarì con più leggerezza del previsto (voleva forse compensare la mortificazione che aveva letto nello sguardo della professoressa poco prima?). «Ma non è un gran problema, concorderò un nuovo appuntamento con la professoressa White nei prossimi giorni».
Si sarebbe anche mossa verso la porta, se solo non si fosse accorta proprio in quel momento (con un certo ritardo) che la Walker avesse aggiunto qualcos'altro che lei non aveva processato del tutto. Niahndra spostò lo sguardo dal volto alla mano di lei, e poi di nuovo al contrario. Le stava sfuggendo qualcosa. La Walker stava sicuramente aspettando una risposta da lei e Niahndra aveva il distintivo sentore che ci fosse solo una alternativa giusta da scegliere. Solo che non sapeva quale.
Quindi rimase così, cervo paralizzato in mezzo alla strada.

Grazie ancora per esserti offerta di subentrare :cry2:
 
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view post Posted on 22/12/2023, 22:16
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[Adeline era persino contenta di poterci scambiare due parole – era talmente sfuggente, tra i corridoi e le classi.]
...Per l’appunto.
Le ultime parole di Londra parvero disperdersi nell’aria – e nel silenzio – e Adeline interessata inclinò appena la testolina dorata, osservando incuriosita la sua studentessa.
Sorrideva – almeno lei – e si affrettò ad aggiungere, cercando in tutti i modi di suonare rassicurante: -Non conosco i dettagli della sua agenda ma.. credo di poter dire con una certa sicurezza che la Professoressa White sarà piuttosto impegnata prossimamente.-
Le sorrise luminosa, pensando rapidamente alla proposta più allettante (?) meno spaventosa (?) neutrale (?) leggera quanto funzionale per lei (?) che potesse suggerirle, anche sulla base dell’idea che si era formata di quella specifica Tassorosso –
-E non preferiresti toglierti questo passaggio senza doverci pensare più? Ormai sei qui, io sono qui e.. Abith (?)-
La piccola elfa dalle orecchie appuntite comparve davanti alla porta con quel suo sguardo curioso quanto attento e pronto a tutto soprattutto quando si parlava di Adeline Walker: -Abith è qui! Perdonami Ab, potresti recuperarmi quei biscotti morbidi al limone che abbiamo preparato stamattina e mh – hai voglia di sbocconcellare qualcosa? - aggiunse rivolta a Niahndra.
Gli zuccheri aiutavano sempre, no?
L’elfa avrebbe risposto positivamente in ogni caso, a dispetto del dibattito proprio di quella stessa mattina – una ”furiosa lite” tra le due rispetto la scelta dei gusti di quegli stessi biscotti - conclusosi con .. beh, la vittoria di Abith, ovviamente.
-Uh e le pozioni di sotto! Sono - ma la creatura si era limitata a sollevare un sottile sopracciglio con silenzioso fare da “con chi credi di stare parlando?!” facendo scoppiare a ridere Adeline proprio mentre Abith stessa si concedeva uno dei suoi sbuffi divertiti e scompariva con una sonora smaterializzazione.
-E’ una delle mie migliori amiche – in privato spesso e volentieri praticamente mi bullizza – ma nessuno mi crede mai quando ne parlo.-
Londra fece spallucce – ridacchiando ancora tra sé e sé – l’attenzione comunque nuovamente iperfocalizzata sulla strega di fronte a lei: -Perciò.. orientamento, mh.-
Prima o poi, al nocciolo della questione o nucleo infuocato di un vulcano dormiente - e magari persino per poco? bisognava tornarci.
La testolina dorata dondolò ancora, pensierosa.
-Hai voglia di raccontarti un po'?-
"Grazie ma no grazie" - si rispose ridicolmente da sola, le parole rimbalzarono entro la sua scatola cranica facendo vistose capriole: Niahndra era troppo educata per risponderle così apertamente, ma una vocina nella testa di Londra, le suggeriva che quella sarebbe stata una plausibile istintiva reazione – quantomeno entro la sua di scatola cranica (?)
-Solo.. un pochino.- aggiunse subito Adeline, con una smorfietta buffa in volto e sorridendo lieve, conciliante.
-Hai qualche idea – o nessuna – passioni, o pilastri più o meno certi – magari semplicemente qualche piccolo dettaglio, di te, che vuoi portare nel mondo del lavoro, là fuori? -
Le richieste fatte ad Abith comparvero in un lindo vassoio argentato – con una piccola pergamena arrotolata indirizzata alla Walker – la calligrafia dell’elfa Adeline l’avrebbe ormai riconosciuta ovunque:
-Ah! Guarda – io – sono – senza – parole.-
E girò la piccola pergamena – teoricamente privata – in direzione della Tassorosso, dove a chiare lettere spiccava –

Ma sul serio gli alunni ti chiedono ancora consigli su come orientarsi?!
Ps. Magari ti è sfuggito, ma quello non è nemmeno il tuo studio.
Pps. Se mangia i miei biscotti al limone – mi devi un pasticcio di rognone. Rugna.-






Ma figurati :<31:

Edited by Adeline Walker - 22/12/2023, 23:02
 
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view post Posted on 27/12/2023, 18:47
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D
a salvezza insperata a disastro inevitabile, nel tempo di un battito di ciglia. La vita sapeva essere crudele.
Niahndra deglutì qualunque parola le fosse rimasta incastrata in gola e sbatté le palpebre nella speranza di poter resettare quel fotogramma o, anche meglio, il suo cervello. Il significato delle parole della docente venne tradotto con quel secondo di ritardo e lo scollamento tra suono e labiale non fece niente per mitigare il disorientamento provato. Ma stava recuperando.
Inspirò ossigeno attraverso la bocca dischiusa in un "oh" silenzioso, poi intrappolò il labbro inferiore tra i denti mentre soppesava le sue opzioni. Era obliquamente consapevole del fatto che una delle due alternative proposte fosse marcatamente preferibile a livello sociale; e magari, considerò, per lei avrebbe potuto costituire tabula rasa.
«Se è così», cominciò senza riuscire a nascondere del tutto la sua riluttanza. «la ringrazio per il suo tempo». Era fisicamente incapace di pronunciare le parole "accetto volentieri" da quanto false le sentiva, ma per quanto indiretta sperava che quella risposta fosse comunque adeguata.

Se lo scambio tra docente ed elfo domestico l'aveva confusa, il commento della professoressa Walker sul loro fantomatico rapporto di amicizia la spiazzò completamente. Le conoscenze e credenze di Niahndra sugli elfi domestici derivavano da voci di corridoi e pregiudizi; nella sua testa, gli unici a circondarsi ancora dagli elfi erano quelle cariatidi di mago che passavano il tempo a sputare sentenze basate sulla purezza del sangue. L'associazione del CREPA si faceva sentire, ovviamente, ma una simile familiarità tra strega ed elfo sfidava tutte le norme della società lasciando Niahndra completamente senza appigli. Fu quasi (quasi) grata della domanda personale che Adeline Walker le rivolse: finalmente qualcosa a cui sapeva rispondere in modo appropriato. Più o meno. Forse. Non fosse stato per il vuoto mentale del momento. L'idea, poi, di dover ripetere cose già dette a Miss White la urtava in maniera irrazionale, per quanto fosse necessario.
Stava giusto appuntandosi mentalmente le informazioni da snocciolare nella maniera più rapida possibile quando un vassoio argentato fece la sua comparsa. Niahndra attese educatamente che l'altra terminasse di leggere il messaggio e nel frattempo si guardò intorno per capire se fosse il caso di mettersi nuovamente a sedere oppure no: c'era qualcosa di sbagliato nell'occupare l'ufficio dopo che il proprietario era uscito.
Poi, richiamata, spostò di nuovo la sua attenzione sulla donna e sul foglio che impugnava. Scorse la grafia con una certa rapidità rilasciando uno sbuffo semi-divertito. Era difficile uguagliare il livello di confidenza e familiarità che l'insegnante le stava offrendo in quel momento, avrebbe trovato molto meno complicato mantenere una dinamica puramente formale e distaccata. Si sforzò comunque ti tenere un sorriso morbido sul volto, poi contò fino a cinque e si decise a strappare il cerotto.
«Onestamente? Un consiglio mi farebbe comodo. Uh, con la professoressa White stavamo discutendo proprio delle mie inclinazioni, e come trasportarle nel mondo del lavoro».
Lasciò scorrere qualche secondo di pausa prima di proseguire.
«Stavo escludendo un lavoro nella sanità pubblica o qualsiasi mansione pesantemente incentrata sulle —mmh— relazioni?». Un'occhiata rapida al viso bicromatico dell'altra. «In generale mi piace aggiustare le cose, risolvere problemi». E lo intendeva nel senso meno letterale del termine perché era assolutamente negata per qualsiasi lavoro manuale. «Con la testa. Non con le mani, intendo».
Con le mani era più brava a rompere.
 
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view post Posted on 13/1/2024, 19:32
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Si ritrovò a mordersi silenziosamente l’interno della guancia, un improvviso ed intenso imbarazzo (?) – senso di colpa (?) - no, senso di inadeguatezza e insufficienza - ad agitarle il fragile muscolo cardiaco.
Adeline Walker era anche piuttosto sicura che, sotto quella cascata dorata, le sue piccole orecchie avessero preso fuoco colorandosi di un bel rosso acceso – com’erano solite fare in situazioni più o meno simili.
Era stata inopportuna - aveva esagerato?
Era stata di nuovo, ancora semplicemente troppo - quello stesso troppo, tra l’altro, di cui già era stata accusata in un passato neanche poi troppo remoto (?)
La mente dorata inciampò inesorabilmente e malamente, soprattutto su dei precisi ricordi estivi.
I denti si serrarono di più e la fitta di dolore all’interno della guancia la riportò – quantomeno – al momento presente: e mentre il biglietto di Abith veniva nascosto rapido dietro la sua schiena – silenziosa vittima e vociante colpevole al medesimo tempo - le inadeguatezze e insufficienze varie, più o meno motivate, della londinese venivano soffocate da un biscotto al limone ripieno, ficcato velocemente in bocca tutto intero, la cui crema mal si mescolava con il ferroso sapore delle piccole gocce di sangue fuoriuscite dal morso alla guancia.
Era anche lei ad essere sin troppo sensibile a certe dinamiche relazionali - e lo sapeva - cavoli, poteva essere mai che ci rimanesse tanto male per così poco – e che da quel poco si mettesse poi così tanto in discussione?
Insicurezze portatemi via – per la serie.
-Onestamente? Un consiglio mi farebbe comodo. Uh, con la professoressa White stavamo discutendo proprio delle mie inclinazioni, e come trasportarle nel mondo del lavoro-
Pur mal contenendo una tempesta emotiva entro il suo costato – lo sguardo bicromo di Londra non aveva comunque perso di vista quello chiaro della Tassorosso.
Inadeguatezze, colpe, imbarazzi o meno - quantomeno la docente a patto di non ferire in qualsivoglia modo l’altro, il che avrebbe dato il via ad un infinito susseguirsi di sensi di colpa non si vergognava affatto di risultare il più delle volte un libro aperto – né tantomeno di ciò che quel libro aperto rivelava ai lettori.
Si era stretta un po' tra le braccia incrociate al seno, e aveva ascoltato le parole della sua studentessa.
-Risolvere problemi.. con la testa.-
Forse la soluzione più semplice, anche in questo caso, era tirarsi indietro.
Così tanto quasi da sparire.
-Mi fa venire in mente professioni principalmente di stampo privato – dove in primis, tra le altre cose, ci sei tu e unicamente tu a gestire tempi, modalità, confini.-
La testolina dorata dondolò un po' da una parte all’altra, pensierosa, concentrata, lo sguardo verde e azzurro perso, fisso in un punto non meglio precisato:
-La ricercatrice – di una qualsiasi disciplina – oltre a tutta la fetta di osservazione, studi eccetera – parte anche da specifici problemi e lavora affinché si riescano a trovare soluzioni adeguate. -
Storse un po' il naso, in una delle sue tante faccette buffe che più che altro prendevano vita tra i suoi lineamenti senza che lei neanche se ne accorgesse: -O se hai piacere di buttarti in qualcosa di più pratico.. non bisogna necessariamente gettarsi nella bolgia ministeriale, ma da privatista potresti buttarti nell’analisi dei dati di qualsivoglia campo? Analisi ed interpretazione – o la traduttrice ed interprete! -
Tornò a sondare lo sguardo di Niahndra, rincarando la dose solo per darle quante più potenziali idee su cui riflettere, possibilità più che alla sua portata se le fossero mai interessate – incuriosita anche da eventuali sue reazioni, per poter così calibrare meglio il prossimo tiro: -Se ti piacciono le Creature magiche – c’è tutta la branca della Magizoologia, così come ci sono anche i ricercatori di reliquie magiche o beh - una fulminea, inaspettata associazione “ricercatrice di reliquie preziose – zia Ada – criminalità – ricercatrice di persone (?)” le fece storcere il naso, questa volta per la nauseante immagine di sua zia e delle particolarità del suo ”lavoro” -di persone – come una “esperta in ricerca di”?-
Scosse un poco le spalle come se così facendo si scrollasse di dosso l’appiccicosa familiarità di sangue con quella donna – le corrodeva la pelle, i pensieri e l’animo come la pece.
-Potresti specializzarti in qualsiasi materia e diventare una consulente.
Potresti..-
ma si fermò l’attimo prima dell’ennesimo troppo di cui a questo punto, si sarebbe pentita.
Era meglio rimanere iperfocalizzate solo ed esclusivamente su questa Giallo Nero – escludendo tutto il resto persino sé stessa -Potresti diventare un sacco di cose, Niahndra.
Le capacità, ne sono certa, le hai tutte.-
 
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view post Posted on 15/1/2024, 17:09
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C
hiunque negasse che le interazioni sociali potessero essere vinte o perse, non aveva evidentemente conosciuto Niahndra. Per lei la realtà era come uno di quei videogiochi in cui potevi scegliere tra diverse opzioni di risposta per proseguire l'interazione con altri personaggi non giocanti; solo che quando lei sceglieva quella che riteneva essere l'alternativa migliore, poi si rendeva conto che nel migliore dei casi aveva fallito nel suo tentativo di comunicazione oppure, peggio ancora, aveva lasciato ad intendere qualcosa di diverso da ciò che voleva veicolare. Un disastro che solitamente otteneva un tasso di insuccesso del cento per cento.
Ebbe l'impressione che anche quella volta fosse successo qualcosa di simile. Il suo disagio sapeva essere estremamente contagioso ed era riuscito a renderlo un problema per tutte le persone presenti in quello studio. Merlino, Niahndra non si sarebbe stupita se persino un fantasma passando per di lì fosse stato colpito da un improvviso attacco di imbarazzo.

Se non altro, gliene dovette dare atto, miss Walker non mancò un colpo. Certo, era cambiato qualcosa nella sua "aura" (chiamiamola così), ma a parte quello fu in grado di trasformare le poche parole vomitate fuori da Niahndra in ottimi spunti di riflessione.
La ragazza la guardò con ammirazione. Aveva annuito per mostrare il proprio accordo quando la docente menzionò la possibilità di lavorare in campo privato. Anche lei aveva pensato la stessa cosa ed il fatto che adesso un adulto la stesse validando aveva acceso un barlume di speranza in lei.
«Ohh», mormorò senza veramente interrompere il flusso di suggerimenti della professoressa. Continuava ad annuire, l'espressione solo in apparenza distratta quando in realtà stava cercando di immaginare in concreto ciascuna delle professioni elencate, valutando contemporaneamente pro e contro e quali passi l'avrebbero potuta condurre all'obiettivo.
*Analisi ed interpretazione?*
Per poco non le mancò un battito, il volto che si illuminava grazie al proverbiale clic di lampadina. Aveva senso. Non era forse quello che faceva in continuazione? Non soltanto per indole o inclinazione, ma anche per quella curiosa quanto criptica natura che possedeva? Da quando i sensi di banshee si erano risvegliati, la vita era diventata un continuo tentativo di analizzare, interpretare e tradurre segnali, input e stimoli. Poteva diventare il suo lavoro? Rubò un'occhiata alla donna mentre gli ingranaggi del suo cervello ripresero a lavorare, lenti ma ottimisti.
«Ricercatrice di reliquie o di persone...», lo ripeté quasi senza rendersene conto. «Tipo un investigatore privato?». In effetti, si disse corrugando la fronte, a Cadair Idris aveva trovato il punto di accesso e, in seguito, era stata in grado di localizzare il calderone incantato. «Questo potrebbe piacermi». Parlò come se stesse saggiando l'idea, sorpresa di non averci pensato prima.

«Potresti diventare un sacco di cose, Niahndra. Le capacità, ne sono certa, le hai tutte».
Fu il suo turno di arrossire e stringersi nelle spalle, sorridere tra imbarazzo e fierezza e abbassare modestamente lo sguardo.
«La ringrazio». Deglutì prima di continuare. «Mi ha dato una serie di spunti a cui non avrei minimamente pensato da sola e che esulano dal solito nine to five che proprio non mi va giù». Arrischiò un tono più ironico (o autoironico), la testa ancora in fibrillazione.
«Penso che una parte di me si fosse bloccata solo sulle discipline insegnate a Hogwarts e la prospettiva di lavorare al ministero, e questo mi demoralizzava un po'». Morse l'interno della guancia. «Anche perché vorrei arrivare ai M.A.G.O., ma alcune materie...beh, vorrei smettere di seguirle dopo gli esami di quest'anno».
Cercò di nuovo lo sguardo della donna, come a chiederle un suggerimento anche per quello. «Probabilmente dirò addio ad astronomia». Contò mentalmente le materie. «E a storia». Non vedeva l'ora di sbarazzarsi di storia. «Sono ancora in dubbio per quanto riguarda cura delle creature magiche...ma non credo che nessuna di queste peserà troppo sul mio futuro».
D'altronde, prevedeva comunque di ricevere voti dignitosi ai G.U.F.O.

--
Mamma mia quante idee super interessanti e quanta riccanza! Io e Niah ti ringraziamo taaaaanto, ci darà qualche spunto per il futuro ♥
 
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view post Posted on 28/1/2024, 13:10
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Concentrata nell’offrire alla Tassorosso possibilità effettive su cui riflettere – Adeline si illuminò appena alle più o meno tacite risposte della sua studentessa:
-Ricercatrice di reliquie o di persone... Tipo un investigatore privato?-
Londra si limitò a sgranare gli occhioni e annuire contenta.
Alla fine era effettivamente ciò che più le importava in quel momento: essere d’aiuto alla sua studentessa – indipendentemente da tutto il resto.
Buffo comunque, che la professione al momento trovata più allettante da Niahndra.. fosse anche quella più tragicamente legata all’immagine di sua zia Ada – cavoli se avesse optato sul serio per quella possibilità – Londra le avrebbe mai chiesto aiuto per rintracciare quella criminale particolare parente?
No.
Sì.
… Assolutamente no.
…… Forse.
Sì - - -
Non ti piacerebbe una carriera da chef dolce Niah? MH? La qual cosa mi creerebbe sicuramente meno dilemmi esistenziali, grazie
.
Ma la verità era anche che, dilemmi esistenziali o meno, Adeline Walker avrebbe fatto molto letteralmente e molto poco metaforicamente di tutto per aiutare la sua studentessa a –
Lo stomaco le si torse maligno, ricordandole di stare al suo posto.
Il fantasma di Alice aleggiava dietro lo sguardo bicromo – e Londra quell’ennesima lezione, l’aveva imparata molto bene: erano ancora molte di più le persone dalla cui vicinanza con lei erano state ferite – in un modo o nell’altro – ed erano fuggite, o dalla quale lei stessa, per evitare di ferirle ulteriormente, si era allontanata - e il pensiero di Camillo principalmente svettava più come una rara eccezione alla regola tanto più considerato l’abuso di determinate sostanze, * coff coff*.
Niahndra in tutto quel caos dove si collocava?
Statisticamente parlando, dove si disponeva la stragrande maggioranza delle persone conosciute sino ad allora.
Grazie curva di Gauss, per fomentare così i traumi.
Adeline voleva rispettare i confini di quella strega – a dispetto delle sue radicate difficoltà con il concetto stesso, tanto più persino parlando dei suoi - ma comunque, ancora una parte di Londra avrebbe fatto e voluto così tanto per lei –
ma questo dove l’avrebbe portata allora –
dove avrebbe condotto la Tassorosso –
sarebbe stato sul serio il meglio per lei –
o piuttosto il suo tirarsi indietro, limitarsi effettivamente a quanto puramente richiesto - questo sarebbe stato sul serio il meglio, per lei?
Il cuoricino di Londra – a dispetto di tutto – si sciolse un poco al lieve rossore delle guance della Giallo Nero e al sorriso a metà tra l’imbarazzo e l’orgoglio.
-In effetti- iniziò quindi Adeline in risposta alle nuove riflessioni della studentessa -Hai citato materie che, a livello M.A.G.O., risultano utili solo a chi effettivamente vuole costruire un’intera professione specializzata attorno ad esse..-
Londra tornò a torturarsi vagamente il labbro inferiore, per un attimo terribilmente indecisa su come continuare: -Altre come Incantesimi, Difesa.. Pozioni- ehi ehi ehiehiehiehi – il suggerimento è più che valido in realtà, mannaggia alla piperina e alle paranoie personali mh -Risultano parecchio più versatili e utili, sia nella vita di tutti i giorni che in ambito lavorativo – tanto più nelle aree da te considerate.-
Attimo di apnea, seguito da un silenzioso piccolo respiro e sorriso lieve: -A me farebbe piacere portarti sino ai M.A.G.O.
Richiedo un livello particolarmente avanzato – ma sono sicura che saresti in grado di stare al passo.-

Ultima piccola pausa - ma non ultimo piccolo sorriso: -E sicuramente, come dicevo, ti consiglierei Difesa, Incantesimi, magari anche Trasfigurazione.
Erbologia e Rune Antiche già dipendono più dai tuoi interessi, cosa ne pensi?-
 
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view post Posted on 4/2/2024, 12:40
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S
e fosse stato possibile vedere dentro la mente di Niahndra in quel momento, la si sarebbe trovata intenta a masticare letteralmente i pensieri che si succedevano alla velocità della luce in quel momento. Rifletteva, ruminava, rimuginava. L'idea di poter essere un'analista, un investigatore privato, le era piombata addosso come la scoperta dell'acqua calda: ad un tempo banale e rivoluzionaria. Quel ruolo sembrava adattarsi perfettamente al suo modo di essere, una sorta di prolungamento delle abilità che aveva sviluppato nell'analizzare e risolvere enigmi della vita quotidiana. Ricercatrice di reliquie o di persone, si ripeteva nella mente, immaginando di essere un'avventuriera alla ricerca di segreti nascosti.
Potrei diventare un sacco di cose, risuonava nella sua mente. Il pensiero la faceva sorridere, tra emozione e incertezza, ma ora c'era anche un filo di speranza. Le capacità le hai tutte, le parole della professoressa sembravano un incantesimo rassicurante e Niahndra lasciò che la cullassero a dovere.

«Mi piacerebbe proseguire gli studi pozionistici», confermò con un sorriso —più a beneficio della docente che altro. «Quindi pensavo di accostarci anche erbologia. E sì, sicuramente tutte le materie che ha menzionato».
Si grattò il naso, sovrappensiero. «Sono abbastanza ferrata anche nella divinazione quindi mi piacerebbe mantenerla, e so che il programma di Rune dell'ultimo anno è piuttosto interessante».
Rifece mentalmente il conto delle materie: erano comunque numerose. «Mi rendo conto che il carico di studi sarà piuttosto intenso, ma ho pensato che se dovessi avere troppe difficoltà potrei sempre fare un passo indietro in corso d'opera».
Non le piaceva prendere impegni e poi non mantenerli, ma al tempo stesso detestava ancora di più rinunciare già in partenza.
Lasciò vagare gli occhi per la stanza d'ufficio cercando di capire se ci fossero altre questioni in sospeso da affrontare. Per esempio, come si diventava investigatori privati? Supponeva che non ci fossero manuali a disposizione, però aveva ancora un paio di anni di studio per ragionarci.
Lo sguardo le cadde sul vassoio di dolcetti portato dall'elfo domestico e di nuovo un lieve rossore fece capolino per la gaffe precedente; era la sua occasione di rimediare, almeno un pochino. Inspirò una bella boccata d'ossigeno mista a coraggio. «I biscotti al limone hanno una bella faccia. Posso assaggiarne uno?»
 
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view post Posted on 17/3/2024, 16:36
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-Mi piacerebbe proseguire gli studi pozionistici.-
Si trattenne dal saltellare, battere in fermento le mani, si trattenne persino dal trillare con la voce come le capitava spesso di fare quando particolarmente contenta.
Insomma.
Ce la stava mettendo tutta - ti riconosciamo almeno l’impegno, piccolo Rocher.
Al netto di ciò, un bel sorriso non fu comunque trattenuto – e forse forse Adeline dondolò anche un po' sui talloni.
Mentre Niahndra elencava le papabili materie da M.A.G.O – in contemporanea anche la sua docente teneva il filo e ne faceva il conto: una si grattava il naso, l’altra dondolava appena la testolina dorata.
-Sono certa che nell’eventualità in cui avessi bisogno di qualsiasi cosa, un modo, un aiuto lo troveremmo di sicuro. E sì, se volessi avresti comunque la libertà di cambiare idea e fare un passo indietro.-
Le sorrise ancora, gli occhioni di bosco e di mare sbrilluccicosi di orgoglio, commozione ed entusiasmo, sempre più traboccanti fissi nei suoi e sgranati appena un attimo prima che.. un -Sono così fiera e talmente contenta per te!- le sfuggisse trilloso dalle labbra.
Ce l’aveva messa tutta, e aveva infine fallito, sì, miseramente.
Quanti studenti potevano vantare un simile impegno, risultati, ambizioni, risorse e potenzialità – in parte già dimostrati e raggiunti, in parte lì, vibranti nella loro intensa luce - ma solo perché non ancora “tangibili”, parte di un passato o di un presente concreti, non per questo meno reali (?)
L’impressione comunque di averci messo quel pizzico di Adeline Walker di troppo, le arrivò comunque ugualmente concreta e tangibile come una mazza ferrata sui denti.
La pozionista sgranò gli occhioni ed entrò in apnea, arrossendo, in silenzio per qualche secondo – e i biscotti furono solo che un perfetto diversivo, dato che dopo averli offerti alla sua studentessa con un mite sorriso, anche la sua mano andò ad allungarsi verso i dolcetti – e le guance si riempirono in fretta di crema al limone e biscotto croccante.
-Ad ogni modo- riprese la docente, una volta mandato giù il boccone e riflettuto silenziosamente su quanto detto -Potremmo nel frattempo cercare qualche informazione in più – al di là della scuola, intendo.-
Prese un secondo morso, mandò giù anche quello mentre cercava velocemente di tirare le fila del discorso: -La scuola alla fine, e le materie, i programmi, gli esami.. è una realtà che già conosci in fondo – e che conosci e con cui ti relazioni più che bene. Per quel dopo invece..- sorrise lieve, inclinando la testa da una parte -Potremmo magari cercare un qualcosa che approfondisca la questione, risponda a domande – un qualcosa o un qualcuno, magari, non ho una grande rete di conoscenze ma ho buoni rapporti con tutti, potrei.. potrei provare. Cercare – e tenerti aggiornata, eventualmente.-
Tornò a scrutare la sua studentessa in una posizione vagamente più consona, e finì il suo biscotto.
Questo, questo poteva farlo.
Poteva chiedere in giro, informarsi – chissà.
Fece passare ancora qualche secondo, lasciandosi cullare da un silenzio e da una quiete di cui raramente riusciva a fare esperienza, entro quelle mura.
-Hai altre domande o dubbi?-
 
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13 replies since 20/6/2023, 14:26   395 views
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