cornerstone, Colloquio di orientamento | Niahndra Alistine

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Unconsoled
view post Posted on 26/8/2023, 16:04 by: Unconsoled
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Jolene White

22 anni | docente | colloquio di orientamento


Se pure c'erano dei segnali di imbarazzo nel comportamento di Niahndra, Jolene non li colse. Nelle sue intenzioni, l'ambiente e l'atteggiamento informali avevano lo scopo di alleggerire l'atmosfera e mettere qualsiasi interlocutore a proprio agio; per fretta o ingenuità non si era soffermata a pensare che un simile rovesciamento delle convenzioni scolastiche potesse sortire l'effetto opposto, ovvero creare nella studentessa uno scombussolamento poco gradito. A Jolene piaceva giocare secondo le proprie regole, e lo faceva con una naturalezza priva di esitazioni.
Versò il tè in due tazze e le portò al tavolo senza zuccherarne nessuna: in quello lei e Niahndra avevano gli stessi gusti, a quanto pareva. Un'altra similarità, ben più profonda, riguardava le incertezze che la ragazza le aveva appena confessato: a Jolene sembrò di tornare indietro nel tempo fino al proprio colloquio, quando aveva dovuto ammettere la stessa mancanza di punti fermi. Lei, all'epoca, l'aveva fatto con meno fermezza rispetto a Niahndra, la cui immediata sincerità le fece una buona impressione.
Jolene prese posto su uno sgabello imbottito, spostandolo così da sedere di fronte a Niahndra. Ora che si trovavano alla stessa altezza, Jolene poteva osservare la sua espressione dall'altro lato del tavolo: ebbe l'impressione che la ragazza non prendesse alla leggera quel colloquio, nonostante i toni disinvolti.
«Ti ringrazio di essere stata sincera.» Dai loro tè saliva ancora un nastro di vapore, ma nonostante questo Jolene non aveva paura di avvolgere la propria tazza tra le mani, in uno di quei gesti che faceva sovrappensiero quando voleva concentrarsi. «So che non avere le idee chiare fin da subito può fare un po' paura, e ancora di più ammetterlo. Ma non sei qui oggi perché devi già sapere che strada seguirai; possiamo rifletterci insieme.» Il suo compito diventava più interessante: certo, le avrebbe dato grande soddisfazione anche incoraggiare una volontà già decisa, offrendole all'occorrenza direttive e strumenti utili a raggiungere i propri scopi; in questo modo, però, il compito diventava quello che Jolene più di tutti amava: la ricerca, l'esplorazione di tante possibilità che, come fiori ancora chiusi, aspettavano solo di far scorgere loro una rapida visione dei propri petali. Per quel che riguardava Niahndra nello specifico, Jolene aveva anche il piacere di avere a che fare con una studentessa dalle ottime capacità. «Ho dato un'occhiata alle tue valutazioni, e ho visto che anche nelle altre materie hai dei risultati di tutto rispetto. Mi sento di dirti senza esagerare che hai le capacità per intraprendere qualsiasi strada.» Nei compiti che Niahndra le aveva consegnato, Jolene aveva individuato una serie di qualità che credeva le sarebbero tornate utili anche al di fuori del mondo scolastico. Tra tutte, spiccava una meticolosità che andava sempre dritta al punto, centrando di volta in volta gli obiettivi con precisione. Jolene si era fatta un'ottima opinione delle capacità della ragazza, ed era stata sincera in ciò che le aveva detto; c'era, però, un'aggiunta da fare: «Questo in riferimento alle tue capacità di apprendimento. Ovviamente, però, siamo esseri molto più complessi di così. Al di là di ciò che possiamo imparare, il nostro carattere gioca un ruolo fondamentale, anche quando si parla di lavoro. Mansioni diverse ti porteranno in ambienti diversi, e vale la pena che ti soffermi a pensare nel concreto a ciò che questo significa.» Picchiettò le unghie sulla porcellana, strappandole quel suono duro e preciso tanto familiare. Lasciò correre qualche istante, così da assicurarsi che la ragazza stesse seguendo il suo ragionamento. «Essere Medimago o Infermiere, ad esempio, ti porterebbe a stretto contatto con persone di ogni tipo: il tuo lavoro dipenderebbe moltissimo da loro, le tue parole e i tuoi gesti dovrebbero avere al loro centro il benessere di qualcun altro. Al contrario, altri mestieri sono più solitari. Alcuni poi sono prevalentemente d'ufficio, mentre in altri casi dovresti metterti in gioco considerando viaggi più o meno lunghi, lavoro sul campo, sforzo fisico... insomma, la situazione sarebbe molto più movimentata. Il mio consiglio è», e così dicendo si protese leggermente in avanti, così da sottolineare le proprie parole. «Dimentica per un attimo le materie scolastiche, o vocazioni specifiche. Pensa invece alla persona che sei, alle circostanze in cui ti trovi più a tuo agio. Anche a ciò che ti dà soddisfazione: forse ti senti particolarmente bene quando riesci ad essere d'aiuto ad una persona cara, o anche ad uno sconosciuto, perché no. Oppure quando sai di aver fatto la cosa giusta. Dopo l'adrenalina di una partita a Quidditch, se ti piace giocare. Sai già moltissimo di quello che potresti desiderare, anche se non gli sai ancora dare un nome specifico.» A quel punto rimase in silenzio, offrendole un sorriso leggero. Aspettava una sua risposta, così da capire se quelle idee potessero in qualche modo esserle d'aiuto.

 
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