cornerstone, Colloquio di orientamento | Niahndra Alistine

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Mistake
view post Posted on 18/7/2023, 21:19 by: Mistake
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Sometimes I can feel my bones straining under the weight of all the lives I'm not living.

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Colloquio di orientamento pre G.U.F.O.

U

n movimento scattoso nelle spalle e nel collo fece in modo che Niahndra spostasse la sua attenzione dalla porta al corridoio, dove individuò la figura della docente di Incantesimi. Ebbe bisogno di un istante per realizzare cosa stesse succedendo, mentre la sua testa cercava di macinare rapidamente i dati per adattarsi al nuovo script.
Con forse un battito di ritardo rispetto alle tempistiche di un normale botta e risposta —ma non così tanto da risultare estremamente strano—, la ragazza riuscì a far comparire sul proprio viso un sorriso quanto più genuino possibile, spingendo bene in profondità l'imbarazzo per essere stata colta alla sprovvista. Sperò che la White non avesse fatto in tempo a vederla cincischiare davanti alla porta.
«No, no. Sono io un po' in anticipo...» Si affrettò a specificare, non sapendo bene come rispondere al resto con naturalezza.
«Oh, un secondo». Quando le venne fatto cenno di procedere, Niahndra spinse la porta dell'ufficio e la tenne aperta anche per la docente, grata di poter sfruttare l'occasione per distogliere un attimo lo sguardo e riprendere le redini di sé.
Dalla soglia, la osservò muoversi verso un tavolino basso e lungo, poi da lì scandagliò il resto della stanza che così poco somigliava ad un ufficio. I toni pastello dell'avorio e del salvia si combinavano al legno chiaro del mobilio in un'atmosfera che ricordava un appartamento situato nella zona chic di Parigi. La presenza di piante e fiori, poi, insieme al cielo incantato sembravano voler suggerire un romanticismo di fondo nella natura, a lei ancora poco familiare, di Jolene White.
Qualcosa, in quell'assemblaggio apparentemente caotico, ebbe l'effetto di incepparla ancora di più. Freneticamente, lo sguardo di Niahndra rimbalzò da uno sgabello, alla sedia, al divano, in cerca di una superficie libera e —soprattutto— consona a sedersi.
«Volentieri, sì. Senza zucchero». Un'occhiata rapida alla donna che adesso le dava le spalle, poi si spostò verso il divanetto, emerso vincitore dalla competizione appena svoltasi nella testa di Niahndra.
Tra la giovanissima età della White e l'arredamento così poco formale o standard, la ragazza stava facendo più difficoltà del dovuto a capire il registro della conversazione. Quanto spazio le era concesso occupare? Dove si trovava la linea tra l'essere un buon ospite e l'essere una studentessa con le sue riserve e timidezze?
«Permettimi una domanda molto diretta, Niahndra».
*Per favore, sì.* Schiettezza era esattamente ciò di cui aveva bisogno in quel momento, per superare l'impasse.
Incrociò incoraggiante lo sguardo della docente, incurvando lei stessa l'angolo delle labbra per restituire il sorriso. Alla domanda, il sorriso assunse una sfumatura birichina da chi è stato colto in flagrante.
«Io—». Niahndra provò anche a prendere un respiro, inventarsi un giro di parole che suonasse meglio del puro e semplice "nope"; ma poi si arrese, sgonfiò il petto e rilassò le spalle. «Molto poco, in realtà».
Spostò gli occhi sulle proprie mani, congiunte tra le cosce. Si pizzicò la gonna dell'uniforme scolastica.
«Non ho mai avuto una vocazione particolare e non è che vada tanto meglio in un corso piuttosto che in un altro, qui ad Hogwarts». Per carità, c'erano materie che seguiva più volentieri di altre, ma niente che l'aiutasse a vedere con maggiore chiarezza il proprio futuro.
«A questo punto...accetto tutti i consigli che può offrirmi, professoressa». Lo disse con un tono complice, quasi divertito, ma gli occhi tradivano la serietà di quella confessione. «perché io non so più da che prospettiva guardarla».
*Mi permetta una risposta molto diretta*.
 
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