Ufficio di Jolene White
Docente di Incantesimi
Così si legge sulla targhetta dorata posta a lato dell'uscio, non lontano dall'aula dove la giovane insegnante svolge le proprie lezioni. Legno scuro dalle spesse venature, una maniglia dall'aspetto pesante: si potrebbe pensare di essere sulla soglia di un ambiente austero, ma questa prima impressione viene smentita non appena si lancia un primo sguardo all'interno.
A metà tra una
saletta da tè e una
libreria di seconda mano, la stanza appare luminosa e confortevole, nonostante le dimensioni contenute. Il pavimento di legno chiaro è appena un po' rovinato dal tempo mentre i muri, color avorio e verde salvia, si innalzano fino ad un
soffitto dipinto ad emulazione del cielo esterno. Un incanto simile a quello utilizzato nella Sala Grande garantisce alle nubi il loro discreto ma costante movimento; curiosamente, i fenomeni meteorologici esterni non sembrano influenzare minimamente l'affresco, che vira secondo i propri capricci dal bello al cattivo tempo e dall'alba al crepuscolo, lasciando intravvedere, di tanto in tanto, la freccia nera di una rondine in volo.
Una serie di alte finestre ad arco permette alla luce di entrare a fiotti nella stanza, creando così un ambiente favorevole alle molte
piante di cui Jolene si prende assiduamente cura. I rampicanti fanno da contorno ai vetri e scendono dagli scaffali più alti delle librerie; su uno dei davanzali, un esemplare di cespuglio farfallino dondola pigramente i propri rami, unica traccia di movimento tra i vasi che per il resto ospitano piante ordinarie.
Il
mobilio è
scompagnato, ogni pezzo sembra raccolto e portato lì da Jolene stessa: alti scaffali e sgabelli carichi di libri, vetrine dietro a cui si intravedono delicati servizi da tè e quelle che paiono fialette di pozioni; addossato ad un muro, un tavolino da toeletta sembra sul punto di crollare sotto al peso di tutte le scartoffie di Jolene, tra compiti da correggere e appunti per le lezioni.
Colpisce infatti
l'assenza di una vera e propria scrivania: gli studenti che dovessero fare visita a Jolene verrebbero invitati a sedersi davanti ad un basso tavolino di legno, sul divano ad angolo carico di cuscini oppure su una delle sedie poste intorno.
A ricoprire pressoché qualunque superficie disponibile vi sono i
libri: dei più svariati generi, magici e babbani, riempiono perfino alcune casse di legno che, in mancanza di un'altra sistemazione, Jolene ha impilato per terra. Il tutto contribuisce a conferire alla stanza il vago aspetto di un mercatino dell'usato. Tra gli oggetti che riescono a trovare posto in mezzo ai libri, salta all'occhio una scultura in legno di tiglio raffigurante una rondine appollaiata sopra ad un ramo – un regalo che Jolene ha a cuore. Accanto, un
acquario magico ospita tre pesci ninfea dalle colorazioni vivaci e poco lontano un
trespolo è l'alloggio ideale – ma raramente effettivo – della civetta di Jolene.
La stanza è provvista di un caminetto sempre spento, mentre l'illuminazione notturna viene affidata ad alcune lampade protette da gusci di vetro.