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| Chul Alec Kang ADULTO - 28 ANNI
Infermiere | Orami era passato qualche mese da quando ero tornato ad Hogwart, era come un sogno ad occhi aperti per me. Rispetto al lavoro svolto con la Shaw era come essere in vacanza: nessuno che ti urlava dietro, nessuno che pretendeva cose impossibili, non ero più uno schiavo ma semplicemente un infermiere che aiutava gli studenti.
Avevo molto più tempo libero che spesso passavo in biblioteca o passeggiando in giro per il castello mentre leggevo un buon libro. Quando non era il mio turno in infermeria mi piaceva andare in giro cercando di capire cosa fosse cambiato mentre ero andato via: i nuovi ritratti, nuovi arredamenti, persino i libri in biblioteca, non era facile ma mi piaceva notare quelle sciocchezze.
Quel pomeriggio mentre quasi gli studenti ero in aula lascia la mia stanza con in mano un libro che aveva come tema trasfigurazione. Ero particolarmente interessato e immerso nella lettura che non mi accorsi dove stessi andando, spavaldamente pensavo che essere cresciuto in quella scuola mi dava la certezza matematica che non mi sarei mai perso. Ero talmente immerso nella lettura che, a differenza di altre volte, mi ritrovai in una zona che non avevo mai esplorato prima: Non riconoscevo nulla intorno a me.
Nel momento esatto in cui capii in quale guaio mi ero andato a cacciare sopirai mentre mettevo via il libro, passai una mano tra i capelli prima di fare qualche passo indietro provando a cercare qualcosa che potessi riconoscere: ma nulla. Sbuffai evidentemente esasperato e mi guardai intorno. Dovevo trovare una soluzione.
Per fortuna trovai uno studente, mi avvicinai e picchiettai leggermente sulla sua spalla per attirare la sua attenzione
«Scusami, mi potresti aiutare? – Continuai a parlare senza nemmeno aspettare che si voltasse – Mi sono perso e non so più dove mi trovo. Sono tronato solo da pochi mesi e non ricordo ancora bene come orientarmi. Mi potresti dare una mano, per favore?»
Mi rimisi all’aiuto di quella persona, mi trovavo in seria difficoltà e la cosa non era affatto da me.
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