Arcani Maggiori

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view post Posted on 12/3/2023, 13:28
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TARDIS

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Arcano Maggiore
Luna
Parte della carta è occupata dall'immagine della Luna, in alto. Ai lati della carta ci sono due Torri e in basso due Cani, talvolta un Cane e un Lupo di colori complementari, che guardano verso la luna. Ai piedi dei cani c’è l'Acqua (un lago, uno stagno, il mare) che è custode di una creatura. Svela uno scorcio tra il confine terreno e spirituale, tutto quello che è misterioso, magico e profondo, come l’inconscio, i sogni e le visioni.
ella mia mente, in fuga, gioco una partita contro il tempo. Carte tra le mie mani – il vessillo del Fante di Cuori, il brivido dell'Arcano della Luna – mi offrono l'illusione d'essere vincente, e gli occhi s'offuscano dell'estasi eterna. La memoria, stanotte, è priva d'ogni confine terreno: talvolta s'ancora al passato, mi sorride nei volti di affetti che ho creduto dimenticati; talvolta s'adagia al futuro, mi promette la ripresa dopo la sconfitta. Individuo il vento, il segreto che trattiene. Perfino l'Occhio – oggi, ieri, domani – è in fermento. Incastra visioni d'insieme che non riesco a fissare come invece vorrei, oserei dire sia un'abitudine che non mi sorprende, ma la verità è che vi sia parte di me in questa battaglia. Le palpebre si piegano volontariamente, come vinte dal sonno celeste. Ed io, l'Eremita, mi sottraggo come un amante che inneggia alla pudicizia. No, non voglio. Mi ripeto un mantra che mi ha sedotto con la parvenza di un riscatto – la pace è incantamento, non è reale. Forse, mi dico, non lo è mai stata. Mi chiedo cosa voglia significare il passo che mi porta oltre. Cos'è il tempo, mi ripeto, per spoglie mortali? Il mio corpo, il mio spirito, il mio cuore – a lungo profanati dall'assalto visionario. In alto, eppure, mi svelano le trame in attesa, e somigliano a lacrime di luce. Il cielo piange perché abbandona vecchie lingue di fuoco: Orione, il Toro, il Cane – il triangolo d'averno che il buio, famelico, è capace di inghiottire di sfuggita. Le stelle, stanotte, parlano anche attraverso di me. Le mie braccia sono nude, le lentiggini che vi brillano sulla pelle ricordano le congiunzioni degli astri – il mio corpo, in offerta, è una Costellazione. Espiro, l'anelito di chi decanta il mondo. Il mio appello, che la notte rapidamente dissolve, volge verso il Crepuscolo di Venere. Sei incantevole, vorrei dirle. Adagiarmi all'incedere, immergermi in luce. Cos'è questo bagliore caotico, mi interrogo. Cos'è questo corpo che cicatrizza l'istante, nel transito del Leone, della Luna, della Notte.
In lontananza, sento i Cani che abbaiano. Potrebbero essere lupi, in agguato tra le spire della foresta. Per un attimo ho lo sciocco terrore che possano raggiungermi, inerpicandosi con l'ausilio degli artigli lungo la parete della torre. Sono tanto prossimi al compimento da avere l'impressione d'esserne divorato, un morso dietro l'altro, un graffio che estende l'afflusso del sangue. Ma il loro singulto non è destinato a me, che mi affaccio sul tempo. L'ululato raggiunge il cielo, i Cani sguazzano nella pozza iridescente d'acqua e stelle. Vanno via, mi abbandonano. La solitudine, infine, mi sveglia. Dietro di me, già previsto, si solleva il bubolare di un gufo. Reca con sé una lettera che lascia scivolare, impettito, lungo i tarocchi sul marmo della finestra. I miei occhi sono tumefatti, stasera. Sei tu, tuttavia, che mi riporti al presente.
Tu, che ti sveli nell'Arcano della Luna. Sei forse l'unico che più potrebbe comprendermi, eppure ti ho tenuto alla larga come un maleficio. C'è qualcosa, in te, che mi confonde – il tempo è in maschera, s'avvolge e si sgretola attorno la tua figura. Non ho bisogno di leggerti, non io. Ho atteso il tempo con una pazienza che nasconde la paura. Perché tu, forse, hai risposte che non voglio conoscere. O forse... forse hai domande, cui non voglio sottopormi. Il gufo scappa via prima ancora che possa carezzarvi le piume, è ladro di una carta. I miei tarocchi sono spezzati, lo sono da moltissimo: le Stelle, l'Angelo, la Forza, loro mancano alla conta dei misteri. Il mazzo di Timothy è ferito, così come lo sono io. Vorrei riappropriarmi dei tarocchi perduti. La notte passa in un soffio. Sono impeccabile, quando raggiungo la tua porta. Stringo una scatola in regalo, ho i ricci ribelli e i colori d'oro e rubino che brillano lungo la divisa. Busso all'ufficio, ti chiedo permesso.

Ti porto la Luna, nel taschino.
Ma è solo il presente.


 
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