In nomine Patris.... et Auror Sancti, con Leia e Mary

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view post Posted on 3/2/2023, 20:47
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When the snow falls, the fox tries to survive.

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Aiden Weiss
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9zufFVO


I
l suo rientro a Londra, dopo poco più di un anno passato in Australia, non è stato dei migliori. Per quanto abbia lavorato come Auror presso il Ministero Australiano, dove ha avuto modo di migliorare la propria esperienza a livello professionale, è la sfera personale ad aver ricevuto una svolta significativa, a tal punto da essere notevolmente cambiato.
Già prima di partire, con quanto era accaduto ad Hogsmeade, tra cui il tradimento di Betterson, qualcosa in lui era cambiato e aveva sofferto, specialmente a livello psicologico. La scelta di andare in Australia avrebbe dovuto aiutarlo a riprendersi senza sentire la necessità di prendersi una pausa come Auror, ma - più semplicemente - cambiare ambiente e stile di vita, almeno per un po’, finché non si sarebbe sentito pronto a tornare.
E, se non fosse stata per la scelta finale di Elain, ci sarebbe anche potuto restare a vita, nella selvaggia Australia, eppure…

Eppure qualcosa in lui si è irrimediabilmente spezzato…

***


Il Paiolo Magico è come se lo ricordava: la solita vecchia bettola. Non vi è molta clientela, il che va’ più che bene per lui, visto e considerato che vuole spassarsela alla grande in compagnia delle sue colleghe e, quindi, di conseguenza, molte ordinazioni voleranno letteralmente quella sera.
I capelli dell’uomo, rossi e folti, arrivano fino alle sue spalle ampie e muscolose, così come ogni altra porzione del proprio corpo, mentre la barba è tenuta bella ordinata in un taglio medio-lungo. Nuovi segni distintivi si stagliano sulle porzioni di pelle esposte: appena sovrapposta alla cicatrice che gli solca lo zigomo sinistro, un tatuaggio composto da delle rune discende in verticale, come una sorta di lacrima, mentre un altro complesso di rune si possono vedere discendere dal polso in giù, fino alle dita. Solo un tatuaggio, che risiede nella parte interna del polso destro, è tenuto costantemente celato dalla presenza di un Bracciale Celtico; infine, vi è il percing al lobo sinistro, in metallo nero. L’anello di suo padre, massiccio e in argento, raffigurante la testa di un lupo, sbuca da oltre l’apertura della camicia scura a pallini bianchi, appeso a quella collana in cui vi è un pendente anch’esso in argento, l’ultimo regalo che gli ha lasciato suo padre e che rappresenta la sua parte più intima, il suo vero Io, una volpe. Dei jeans strappati sulle ginocchia e una giacca di pelle nere fanno molto stile da cattivo ragazzo, nonostante la presenza della camicia. Ma è proprio, nascosta sotto alla giacca, che risiede la fondina con la propria bacchetta e il Distintivo.
Estrae la propria scatolina di latta con dentro le sigarette, personalmente preparate da lui con tutta la meticolosità di cui è capace, per poi portarla alle labbra e accenderla con un rapido scatto del clipper con il disegno di un panda appena sbiadito.
«Bene, ragazze…» apostrofa, con la sigaretta serrata tra le labbra, mentre rimette la scatolina e il clipper nella tasca dei pantaloni. «Con me andate sul sicuro: ordinate quello che volete, la cavalleria non è morta del tutto, quindi offro io.» Lancia un’occhiata in direzione dell’Ispettrice e della nuova arrivata, verso la quale accenna un piccolo occhiolino di benvenuto. «Ma tu, miss Grenger, avrai un compito molto importante da svolgere. Giusto, Goodheart?» Ne ricerca una qualche forma di complicità, abbozzando uno strano ghigno su quelle labbra incorniciate dalla barba e con ancora la sigaretta incastrata in esse. «Ne va’ del tuo battesimo come Auror, credi a me.» aggiunge, annuendo con una certa convinzione, di chi ci crede davvero. «Ma per ora non ci pensiamo, ok? Divertiamoci un po’ prima. Del resto una nuova assunzione e un ritorno che cadono nello stesso periodo non è roba da tutti i giorni, eh?» Guarda prima Leia e poi Mary, le braccia leggermente spalancate, mentre lui - mentalmente - manda a quel paese quella stronza di Elain.
Oh sì, lo fa, più e più volte, poiché è forse una delle poche cose che gli da sollievo, che non lo fa bruciare di rabbia e delusione, ma che lo aiutano a guardare avanti.
Fa strada alle due colleghe tra i tavoli disponibili, deciso a “colonizzare” quello davanti al camino. Indica ad entrambe le sedie, scostandole appena affinché possano accomodarsi e prestandosi in quel piccolo gesto cavalleresco. «Quasi dimenticavo il freddo di Londra…» mormora, mentre si strofina le mani e si siede, tenendosi la giacca addosso.
Lo sguardo si pianta su Mary, stavolta con una certa dose di serietà. Se fino a prima si era impegnato nel sorridere ed essere il più cortese possibile, ora il suo lato “Auror” fa capolino e sonda, come al solito, ogni novità che gli si presenta davanti. Non una vena di arroganza, semmai vi è un piccolo accenno di genuina curiosità. «Sono curioso…» La parte di volpe si fa sentire, inevitabilmente. Da una tirata alla sigaretta e poi se la sfila, soffiando una densa nube di fumo. «Cosa ti ha spinta ad intraprendere questa carriera?»




Si può avere il titolo in corsivo, graaaazie???
Chiedo scudo (?) in anticipo se il post è scadente, devo riprenderci la mano :help!:
Sfasciamoci con stile! :happy: :cincin:

Piccolo edit: ho colorato il parlato per differenziarlo dal narrato xD


Edited by Aiden Weiss - 7/2/2023, 16:00
 
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view post Posted on 5/2/2023, 11:49
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Nothing everything good happens when alcohol is involved.npcL0szSi era tenuta sulle sue a lavoro. Non per timidezza ma per volontà di dimostrare che a quel lavoro Mary teneva, e che lo meritava. Il colloquio era stato costellato di insidie, di meccaniche occhiate, di attente risposte. Ce l’aveva fatta e, delle volte, ancora non ci credeva.
Aveva iniziato da una settimana, il suo ufficio ancora per nulla pronto ad accogliere persone. Non le era stata ancora affidata nessuna missione, tutt’al più si occupava di scartoffie varie, di scrivere cose che gli altri avevano troppa noia di fare. Una volta, l’avevano presa per segretaria e le avevano chiesto un caffè. Mai come quella volta si era imposta, la sua figura a divenire autoritaria, il distintivo a sbucar fuori dalla giacca con convinzione.
Quel posto, Mary, lo aveva meritato, si sarebbe continuata a ripetere.

Poi accadde che qualcuno la fermò: erano due donne, anche loro Auror a ben dire dai loro distintivi. Le avevano fatto un paio di domande generali, nulla di troppo invasivo. Poi, le avevano chiesto se conoscesse l’Ispettore Goodheart, se conoscesse l’auror Weiss. «No», aveva risposto, «non li conosco». Ebbe come risposta delle risatine infantili, degli sguardi maliziosi. Le due si sussurrarono qualcosa poi, una, fece un occhiolino a Mary. «Li conoscerai presto». L’assicurò. «Benvenuta al Ministero.»

E…Li avrebbe conosciuti. Andare a bere con i colleghi faceva parte della magica e mistica esperienza di essere un adulto con un lavoro, lo sapeva. Ma ancora non aveva capito se quello fosse un qualche tipo di test o una semplice bevuta in compagnia e, perciò, non aveva ben chiaro che tipo di mindset avere. Preferì puntare sulla simpatia e restare tranquilla. Aveva funzionato con Moira durante il suo colloquio e avrebbe funzionato con Aiden e Leia.
Aveva cenato con una pizza prima di uscire per riempire lo stomaco in previsione della bevuta che l’attendeva. Aveva indossato vestiti comodi ed aveva appuntato il distintivo all’altezza della cintura, sulla destra, nascosto a tratti dalla giacca. Sul lato sinistro, invece, proprio sul suo fianco, vi era la foderina con la bacchetta, questa invece decisamente al di fuori degli occhi altrui.
Incontrò Aiden e Leia al Paiolo Magico in perfetto orario e, insieme, vi fecero ingresso. Il Paiolo era un luogo ch’era solita non frequentare, proprio per l’idea di sudiciume che pareva dare. Tuttavia, andarci da Auror, accompagnata da altri due Auror, apparve come la scelta più giusta: con il ruolo che avevano, potevano mica ubriacarsi in pubblico?
«Te ne posso rubare una, Aiden?» aveva detto appena viste le sigarette dell’uomo. Fumare non le piaceva particolarmente e ancora non aveva sviluppato un vero e proprio vizio per il tabacco, ma serviva a calmarla, a darle qualcosa da fare con le mani. E, in quel particolare frangente, le diede modo di dare un’occhiata al collega. Aiden era alto, molto più di lei – ad occhio avrebbe detto che ne passavano quindici o più centimetri tra loro – e aveva una barba folta ma tenuta con minuziosa cura. Sul suo volto dei tatuaggi, delle cicatrici. Le venne spontaneo chiedersi quante di quelle fossero colpa del suo lavoro e quante fossero dovute ad altro.
Sorrise e alza lo sguardo per raggiungere il blu degli occhi di Aiden. «Non dovrei offrire io? Mi sembra giusto far pagare la novellina, no?» continuò, le mani nelle tasche dei pantaloni, il passo a mantenere quello di Aiden.
Ruotò gli occhi al cielo, abbassò la testa per nascondere la leggera risata che, nel semi silenzio del Paiolo, poteva comunque essere udita. «Ah, è questo allora?» iniziò, portando lo sguardo prima su Aiden e poi su Leia. «Volete farmi ubriacare?» fosse stato il loro vero intento, avrebbero avuto vita facile. Ne bastavano poche di bottiglie per buttar giù Mary. Grazie alle fate il giorno dopo non era di turno, avrebbe potuto smaltire la sbornia in santa pace nel buio del suo appartamento a Londra. Si accomodò, prendendo il posto che le permetteva di aver di fronte entrambi gli auror. Bene tenerli d’occhio, quei due. «Un ritorno?» accennò, riportando lo sguardo sul rosso. «Dov’eri?» accavallò le gambe, le braccia sul tavolo e le mani congiunte, il corpo spinto in avanti. Da una prima impressione poteva sembrare un interrogatorio ma il sorriso leggero di Mary, le spalle rilassate, davano via soltanto curiosità e nient’altro.
L’arrivo del cameriere le impedì di rispondere subito alla prima domanda del suo personalissimo interrogatorio. Poco male, da ubriaca avrebbe dato via più facilmente le informazioni. No, no, si scherza, gli auror sono tutti d'un pezzo. «’Sera. Io inizierei con una burrobirra chiara. Anzi, via, facciamo due.» “Portiamoci avanti” sarebbe stato il suo personalissimo motto, quella sera. Lasciò che il suo sguardo, a turno, raggiungesse i due colleghi. Dalle loro ordinazioni avrebbe già capito la serata che le sarebbe aspettata.
Superato quell’ostacolo, rivolse lo sguardo di nuovo ad Aiden. «Non c’è una sola ragione, immagino.» iniziò, lo sguardo a cadere sulle mani e poi a tornar su, su verso Aiden. «Direi che la voglia di far del bene, di proteggere le persone sia stato un buon punto di inizio, però.» concluse e lasciò che quella, per ora, fosse l’unica motivazione condivisibile. Dopo la faccenda di Betterson anche Mary stessa aveva delle premure nei confronti degli altri auror. E loro, a ben vedere, ne avevano verso di lei. Ma la fiducia si costruisce con pazienza. E le famiglie si creano con dedizione.
«Voi, invece?»



Due cosucce: 1. ho già ordinato visto che non esiste un garzone qui. Mary ordina due burrobirre dal fondo del Calderone Chiara.
2. Leia non mi sono cimentata nella descrizione del tuo pg perché aspetto prima che posti, così posso non sparare boiate.
YO, BUON ALCOHOL PEOPLE! :cool:
 
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