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Omicidio di Donatella Manunta

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view post Posted on 24/1/2023, 14:44
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Omicidio di Donatella Manunta

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Oggi parliamo di un caso accaduto nel lontano 1990
Stuprata con il bottiglione di vetro e poi massacrata con un tubo di ferro: Donatella Manunta, tra le prima trans italiane a sottoporsi all’intervento per la riattribuzione del sesso, è la vittima di un cold case rimasto senza colpevole.
Il killer le lasciò una carta da gioco sul petto, una ‘firma’ che si sarebbe ripresentata in altri delitti del nord est.

CREDITS: Google, fanpage.it

Ci troviamo in Via Untoria a Savona centro e la data è quella del 22 marzo 1990.
Donatella Manunta, 51 anni, viene trovata morta nel suo appartamento con la testa sfondata, un bottiglione conficcato nei genitali e una carta da gioco sul petto: la donna di picche.

Alle porte degli anni Novanta, Donatella, nata Salvatore, a Sassari, è una delle prime trans italiane a sottoporsi all'intervento di riattribuzione del sesso, con tutti i pregiudizi e le difficoltà che questo cammino comporta.
A Savona era conosciuta per essere una delle escort più desiderate e vive prostituendosi lungo Calata Sbarbaro, dove uomini di ogni età si fermano a guardarla per poi allontanarsi insieme a lei.

A cinquantun anni la sua bellezza sta sfiorendo, è stanca e vorrebbe trasferirsi a Genova e aprire un hotel, ma purtroppo quell'ultimo sogno di normalità viene spezzato la notte del 22 marzo.


Alcuni elementi della scena del crimine lasciano credere che Donatella abbia volontariamente aperto la porta all'assassino.
Sul tavolo, infatti vengono trovati due bicchieri.
I sospetti cadono sull'ex fidanzato della vittima, Pino Tortelli, addetto del cimitero di Stella.
L'uomo – che afferma di essere entrato e di aver trovato Donatella in un lago di sangue – viene incriminato nel '93 dopo che un vicino di casa aveva testimoniato di averlo visto entrare dal portone in corrispondenza dell'orario del delitto.
L'uomo aveva avuto sicuramente l'opportunità di agire, quanto all'alibi, però, gli inquirenti brancolano nel buio.

Donatella è stata stuprata con il bottiglione di vetro e poi massacrata con un tubo di ferro: infine, l'assassino le ha posato una carta da gioco sul petto.
Si tratta di un linguaggio preciso, con tanto di firma, che appartiene più a un killer seriale (Michele Profeta contrassegnava le sue vittime con una carta da poker) che a un cittadino incensurato che aveva avuto un breve flirt con la vittima.

Dopo quattro anni di detenzione, Tortelli viene scagionato per non aver commesso il fatto e chiede un risarcimento di 100 milioni di lire per ingiusta detenzione, ma muore prematuramente nel '98.

Il sospetto di un serial killer

Quando ormai il caso sembra destinato all'archiviazione arriva la svolta: Tullio Renato Pisano, 36 anni, di Cengio, pregiudicato per reati contro il patrimonio, viene arrestato per l'omicidio di via Untoria.
Contro di lui l'impronta di pollice trovata sulla bottiglia rinvenuta sul luogo del delitto è coincidente in dodici punti con la sua.
L'elemento che collega il pregiudicato alla casa del delitto, si rivela insufficiente a provare un'accusa di omicidio viene asse quindi viene assolto con sentenza definitiva.

La firma del killer di Donatella si ripresenterà in altri delitti nel nordest rimasti insoluti.

Assolto il necroforo, le indagini proseguono su diverse direttrici, si trovano delle analogie con altri omicidi accaduti a SanRemo ( Wanda Rovatti e Anna De Sitter ) e a Pontecurone, piccolo comune al confine tra Piemonte e Lombardia, ( Laura Iarossi ), ma le indagini non portano a collegamenti certi.
Si indaga anche su una responsabilità dell’assassino seriale Donato Bilancia, ma anche qui è un vicolo cieco.

Questo di Donatella è uno degli omicidi tuttora irrisolti, avvenuti a Savona.

 
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