steady blue in an unsteady future, Colloquio di Orientamento

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Megan M. Haven
view post Posted on 4/12/2022, 14:20 by: Megan M. Haven
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Ocean eyes.

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La risposta di Daddy la fece sorridere. Alzò gli occhi al cielo con fare di chi non è affatto sorpreso e si accomodò seguendo l’invito del ragazzo.
Uno sguardo all’ufficio. Le mura fredde, la pietra viva che ne solcava la superficie riflettendo la luce che entrava dall’ampia finestra. Le iridi cobalto si posarono lungo le librerie alla destra del perimetro e si concentrarono, per qualche istante, sui manichini diametralmente opposti. Il tempo di pochi passi, calpestò il tappeto persiano accarezzando la poltrona in pelle prima di sedersi.
«C’è da dire che ti tratti bene» sorrise accavallando le gambe. Le mani poggiarono lungo il grembo; Megan aveva incominciato a giocare con gli anelli, lasciandoli ruotare lungo le dita affusolate. Si sporse leggermente, catturata dalla porta alle spalle di lui, poi lo sguardo si spostò sulla coda in movimento del Krup ai piedi del docente.
«Come stai?» chiese lasciando spazio ad una risposta.
Da quando Toobl aveva abbandonato quel luogo aveva avuto bisogno di un po’ di tempo per abituarsi all’idea di non averlo attorno. Tuttavia, come aveva promesso era riuscita a portare Corvonero a vincere la Coppa delle Case e poteva dunque ritenersi soddisfatta, sottolineando una promessa fatta a lui quella ormai lontana sera sotto al maestoso salice.
«Qui le cose non sono cambiate affatto ma per me è sempre meglio questo posto che una casa fredda e vuota di Londra» abbozzò un triste sorriso. «Non vedo l’ora di vedere come te la cavi, sappi però che non credo riuscirò a chiamarti professore» sbuffò mutando l’espressione e usando un tono ilare. «Insomma… Tu sei Daddy Ersol Toobl» i palmi volsero verso l’alto compiendo un semicerchio, si spinse leggermente indietro mettendo in evidenza quell’affermazione. Era davvero strano immaginarlo tra le fila dei professori in Sala Grande, quando fino a poco tempo prima mangiava e beveva al suo fianco nel tavolo dei Corvonero. «Sono sicura, però, che te la caverai molto bene» finì per dire.
Tornò in posizione, spalle dritte e mani poggiate lungo le gambe. Prese un lungo e profondo respiro; il cuore batteva lento nel petto, assecondando quella tranquillità che l’aveva pervasa appena varcata la soglia dell’ufficio. Era quello l’effetto che il ragazzo aveva su di lei.
«Bene!» interruppe il breve silenzio che era strisciato tra una considerazione e l’altra. «Sono prossima ai GUFO e questo, per quanto sia assurdo forse, mi spaventa molto» continuò mordendosi le labbra. Lo sguardo si soffermò sulla superficie del tavolo dirimpetto, per poi tornare a sondare il verde cristallino delle iridi del ragazzo. «Sai, ammetto che ti sei sempre rivelato un ottimo consigliere e quindi potrei approfittarne per qualche suggerimento, che ne dici? Uh?» alzò un sopracciglio senza smettere di fissarlo. Le sarebbe piaciuto riuscire ad avere le idee più chiare per il futuro ma l’indecisione aveva aumentato il nugolo di domande caotiche dalle quali era sommersa, faceva fatica a credere che sarebbe potuta uscire da lì con delle risposte. Tuttavia, l’unica cosa di cui era sicura la portava a sedersi dinanzi all’ex-concasato, tanto valeva la pena tentare. Daddy aveva imparato a conoscerla negli anni, almeno in parte. Aveva sempre tentato di andare affondo a quella tempesta che riempiva le iridi blu oceano. «Ricordatelo, non puoi continuare a nasconderti da me», le aveva detto e Megan non era certa di esserci riuscita del tutto.

 
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