| Leggenda e storia
Si racconta nei testi puranici che Surya, il dio-sole, prese il sangue del possente demone Bala e fuggì nella vastità degli spazi celesti. Ravana, il sovrano dell'isola di Sri Lanka, provò a fermare il volo del dio-sole: "apparentemente terrificato dalla presenza di Ravana, Surya lasciò cadere il sangue del demone che precipitò nella profonda pozza di Bharata [l'antico nome con cui veniva indicato il territorio del subcontinente indiano. n.d.r.] circondata da una densa foresta di alberi di betel. Con il passare del tempo quelle piscine divennero sacre quanto il fiume Gange e furono chiamate Ravana Ganga. Le rive si ricoprirono di rosse pietre preziose: i rubini, tutte luccicanti d'abbagliante splendore". In questo testo i rubini della qualità migliore sono detti padmaraga, ovverosia "color del loto", mentre la varietà più scadente è designata con il vocabolo sanscrito kuruvinda, da cui deriva il termine corindóne con il quale è indicata la varietà mineralogica che include il rubino. In India il rubino ha mantenuto una simbolica connessione con il Sole e la sua posizione centrale nel sistema planetario fonte di vita, calore e sensualità. La denominazione rubino deriva, invece, dal latino rubens, rosso. I leggendari giacimenti in Birmania e Sri Lanka erano già conosciuti dai viaggiatori europei del 15° secolo. Scriveva il mercante gioielliere francese Jean Baptiste Tavernier nella seconda metà del 1600: "…da Pegu [in Birmania n.d.r.] provengono i rubini perfetti che sono distribuiti in tutto il mondo" e descrivendo il celeberrimo trono "del Pavone" visto alla corte dell'imperatore Moghul Aurangzeb, riportava " … sopra il baldacchino è un pavone d'oro cesellato con un rubino sul petto ... quando il sovrano è assiso in trono un gioiello trasparente, formato da un diamante di 80 o 90 carati circoscritto da rubini e smeraldi, gli pende di fronte agli occhi." Altri rubini hanno lasciato la loro fama nella storia. Un rubino stellato di 2967 carati venne trovato a Sri Lanka nel 1934 ed un altro di 250 carati fu incastonato nella corona di San Venceslao a Praga. La prima sintesi del rubino fu realizzata nel 1837, ma il metodo pratico per ottenere rubini sintetici di qualità accettabile, anche detti "rubini ricostruiti o artificiali", fu messo a punto nel 1891 dal chimico francese Auguste Verneuil e reso pubblico solo nel 1902. Il procedimento consiste nella fusione su fiamma ad idrogeno o ossigeno una fine polvere d'ossido d'alluminio, cui è aggiunto un metallo colorante desiderato.
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Il rubino è la pietra della passione bruciante, del sangue che scorre…chi lo possiede vivrà in pace con tutti gli uomini, non perderà le sue ricchezze, sarà al sicuro da ogni pericolo. La pietra proteggerà anche la sua casa, i suoi frutti e le sue vigne, che non saranno mai devastate delle tempeste. Considerato emblema di felicità, il rubino porta gioia, fa riconciliare coloro che hanno litigato, protegge dai pericoli dell'acqua, potenzia la memoria. Nella medicina ayurvedica è collegato al primo chakra.
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Mitologia: era definito dalle antiche culture europee ed indiane "pietra del sole", in quanto simbolo di forza vitale, fuoco interiore, amore e passione.
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Spirito: genera slancio e dinamismo, rende impulsivi e passionali in amore, senza però fa cadere in tendenze autodistruttive.
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Psiche: rende attivi e dinamici, spingendo ad uscire dall'apatia e dalla passività. E' tuttavia in grado di equilibrare anche gli stati di iperattività. Stimola la sessualità attiva.
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Mente: rafforza la capacità di impegnarsi nei propri compiti, rende vigili ed efficienti, impulsivi e spontanei.
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Impiego Può essere utilizzato come gemma in anelli, collane e bracciali. In alternativa, può essere posto a contatto cdella regione pubica, alla quale dona energia e potere.
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