Il rubino

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marina53
view post Posted on 15/4/2007, 22:05




Leggenda e storia

Si racconta nei testi puranici che Surya, il dio-sole, prese il sangue del possente demone Bala e fuggì nella vastità degli spazi celesti. Ravana, il sovrano dell'isola di Sri Lanka, provò a fermare il volo del dio-sole: "apparentemente terrificato dalla presenza di Ravana, Surya lasciò cadere il sangue del demone che precipitò nella profonda pozza di Bharata [l'antico nome con cui veniva indicato il territorio del subcontinente indiano. n.d.r.] circondata da una densa foresta di alberi di betel. Con il passare del tempo quelle piscine divennero sacre quanto il fiume Gange e furono chiamate Ravana Ganga. Le rive si ricoprirono di rosse pietre preziose: i rubini, tutte luccicanti d'abbagliante splendore".
In questo testo i rubini della qualità migliore sono detti padmaraga, ovverosia "color del loto", mentre la varietà più scadente è designata con il vocabolo sanscrito kuruvinda, da cui deriva il termine corindóne con il quale è indicata la varietà mineralogica che include il rubino. In India il rubino ha mantenuto una simbolica connessione con il Sole e la sua posizione centrale nel sistema planetario fonte di vita, calore e sensualità. La denominazione rubino deriva, invece, dal latino rubens, rosso.
I leggendari giacimenti in Birmania e Sri Lanka erano già conosciuti dai viaggiatori europei del 15° secolo. Scriveva il mercante gioielliere francese Jean Baptiste Tavernier nella seconda metà del 1600: "…da Pegu [in Birmania n.d.r.] provengono i rubini perfetti che sono distribuiti in tutto il mondo" e descrivendo il celeberrimo trono "del Pavone" visto alla corte dell'imperatore Moghul Aurangzeb, riportava " … sopra il baldacchino è un pavone d'oro cesellato con un rubino sul petto ... quando il sovrano è assiso in trono un gioiello trasparente, formato da un diamante di 80 o 90 carati circoscritto da rubini e smeraldi, gli pende di fronte agli occhi." Altri rubini hanno lasciato la loro fama nella storia. Un rubino stellato di 2967 carati venne trovato a Sri Lanka nel 1934 ed un altro di 250 carati fu incastonato nella corona di San Venceslao a Praga.
La prima sintesi del rubino fu realizzata nel 1837, ma il metodo pratico per ottenere rubini sintetici di qualità accettabile, anche detti "rubini ricostruiti o artificiali", fu messo a punto nel 1891 dal chimico francese Auguste Verneuil e reso pubblico solo nel 1902. Il procedimento consiste nella fusione su fiamma ad idrogeno o ossigeno una fine polvere d'ossido d'alluminio, cui è aggiunto un metallo colorante desiderato.

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Il rubino è la pietra della passione bruciante, del sangue che scorre…chi lo possiede vivrà in pace con tutti gli uomini, non perderà le sue ricchezze, sarà al sicuro da ogni pericolo. La pietra proteggerà anche la sua casa, i suoi frutti e le sue vigne, che non saranno mai devastate delle tempeste. Considerato emblema di felicità, il rubino porta gioia, fa riconciliare coloro che hanno litigato, protegge dai pericoli dell'acqua, potenzia la memoria. Nella medicina ayurvedica è collegato al primo chakra.

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Mitologia:
era definito dalle antiche culture europee ed indiane "pietra del sole", in quanto simbolo di forza vitale, fuoco interiore, amore e passione.

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Spirito:
genera slancio e dinamismo, rende impulsivi e passionali in amore, senza però fa cadere in tendenze autodistruttive.

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Psiche: rende attivi e dinamici, spingendo ad uscire dall'apatia e dalla passività. E' tuttavia in grado di equilibrare anche gli stati di iperattività. Stimola la sessualità attiva.

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Mente:
rafforza la capacità di impegnarsi nei propri compiti, rende vigili ed efficienti, impulsivi e spontanei.

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Impiego
Può essere utilizzato come gemma in anelli, collane e bracciali. In alternativa, può essere posto a contatto cdella regione pubica, alla quale dona energia e potere.
 
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marina53
view post Posted on 27/3/2009, 11:13




Durezza: 9.
Composizione chimica : Al2 O3
Peso specifico: 3,9 - 4,1
Sistema cristallino: trigonale
Indice di rifrazione: 1,76 - 1,77


Il rubino è un corindone di color rosso. Esso deve la splendida sfumatura rossa ad una piccolissima presenza di ossido di cromo. Il nome deriva dal latino ruber che significa rosso. Le pietre piu' apprezzate sono di color rosso intenso come il sangue di piccione e provengono da Mogok nell'alta Birmania. Meno pregiati sono i rubini piu' chiari di Ceylon, leggermente violacei, e quelli rosso-scuri della Thailandia. Anche la Tarzania è un importante fornitore di rubini. Di là proviene anche un tipo di rubino non trasparente che è incluso nella zoisite verde: lo si lavora insieme con la zoisite per farne portaceneri o figure animali. Gli esemplari di qualità si trovano di solito come cristalli a forma di prisma esagonale. Le pietre chiare vengono tagliate a gradini,mentre quelle opache vengono tagliate a cabochon o superfice curva. I piu' importanti giacimenti si trovano in Birmania, thailandia e a Ceylon. Rubini di ottima qualità provengono dal Kenia. Solamente in Tarzania e in Birmania i corindoni si trovano nella roccia madre mentre in tutti gli altri Paesi sono in giacimenti alluvionali.

Origine del nome: il nome deriva dal latino "rubeus" ossia "rosso". In tempi remoti erano considerati rubini anche lo spinello rosso ed il granato, anzi tutti e tre erano chiamati "carbonchi".
Interessante il significato che veniva dato nell’antichità a queste pietre : possedere rubini significava dominio, amore e fede ;

Caratteristiche: Soltanto intorno al 1800 si riconobbe che, insieme alla zaffiro, il rubino è una varietà del corindone. Il colore più pregiato è il cosiddetto "sangue di piccione" (termine che tutto sommato non dice nulla): un rosso puro con una sfumatura nel bluastro. La distribuzione del colore è spesso irregolare: a bande o chiazzata. Mediante trattamento termico le qualità inferiori di rubino acquistano un colore migliore. Nonostante sia il minerale più duro dopo il diamante, presenta durezza 140 volte inferiore ad esso; d'altra parte è 7 volte più duro del topazio, minerale subito inferiore nella scala di Mohs.


Taglio: il rubino grezzo ha spigoli smussati e lucentezza grassa, mentre quando è tagliato ha lucentezza quasi uguale a quella del diamante. I rubini solitamente sono tagliati utilizzando il taglio misto, ossia a brillante nella parte superiore e a gradini in quella inferiore. Per i campioni particolarmente importanti viene impiegato anche il taglio a gradini o a smeraldo.
Il materiale con ridotta trasparenza viene tagliato a cabochon.

Esame alla lente: osservando attentamente con una lente si nota che le inclusioni sono frequenti. Non costituiscono mai motivo di diminuzione della qualità, ma sono la testimonianza dell'origine naturale della pietra e permettono di distinguerla dalle sintesi.

Rifrazione: Un raggio di luce che penetra in una pietra come il rubino o lo zaffiro si scinde in due raggi. Questo fenomeno si chiama birifrangenza o doppia rifrazione e permette che qualsiasi oggetto osservato attraverso il cristallo appaia lievemente sdoppiato nei casi più evidenti. Questa caratteristica è comune a tutte le gemme appartenente al gruppo dimetrico.Il fatto che esistano due raggi influisce sul colore, dando sfumature diverse. Questo effetto cromatico differenziale si chiama dicroismo. Il colore più gradevole ha un colore rosso purpureo profondo nel rubino e un colore blu reale profondo nello zaffiro.

Lucentezza e dispersione: La lucentezza del rubino e dello zaffiro è vitrea, ma talvolta può tendere all’adamantino. Il valore di dispersione è decisamente modesto rispetto a quello del diamante, e quindi la bellezza del corindone non risiede nei lampi di colori, come nel diamante, ma soltanto nelle sfumature di colore.

Inclusioni: Come abbiamo già detto, i meravigliosi colori di queste pietre è dovuto a tracce di ossidi metallici incorporati nel cristallo, quindi in questo caso la purezza non è una virtù. Addirittura, dalle inclusioni che si possono notare nei corindoni, si può talvolta capirne la provenienza.

Le pietre stellate sono in correlazione con le caratteristiche interne dei corindoni. Infatti, solitamente queste pietre vengono tagliate a cabochon e questo permette la riflessione di alcune inclusioni che formano in superficie dei raggi di luce a forma di stella.
 
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1 replies since 15/4/2007, 22:05   1389 views
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