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Niccolò Paganini e la chitarra.

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view post Posted on 26/1/2022, 17:14
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Approfondimenti e traduzioni by Valene. Modificato by Darky


Tutti conoscerete il Grande Maestro violinista e compositore Niccolò Paganini, alla sua figura sono legate tante leggende e misteri, ma quello che forse non tutti sanno è che oltre il violino Paganini sapeva suonare molto bene anche la chitarra!

“The violin is my mistress, but the guitar is my master.” – Niccolò Paganini.
“Il violino è la mia padrona, ma la chitarra è la mia maestra.” – Niccolò Paganini.


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Come spiegato nella sua biografia Niccolò ricevette i primi rudimenti musicali sul mandolino dal padre Antonio.
Giunto a Parma nel 1796, all'età di 14 anni iniziò a prendere lezioni dal Maestro Alessandro Rolla che usava accompagnare i suoi allievi proprio con la chitarra.

Nel 1801, all'età di 19 anni, interruppe la propria attività di concertista e si dedicò per qualche tempo all'agricoltura e allo studio della chitarra.
In breve tempo diventò virtuoso anche di chitarra e scrisse molte sonate, variazioni e concerti non pubblicati; insoddisfatto, si mise a scrivere sonate per violino e chitarra, trii e quartetti in unione agli strumenti ad arco. Paganini scriveva per chitarra a sei corde, che in quel periodo soppiantò quella "spagnola" a cinque cori (quattro corde doppie e una singola nella parte alta detta cantino), e questo spiega il suo estro negli scoppiettanti pizzicati sul violino.

Si perfezionò nella tecnica chitarristica prendendo gusto a “pizzicare la chitarra”, com’egli stesso scrisse nella sua autobiografia, tenne concerti in salotti nobiliari e dell’alta borghesia e compose bellissime pagine per violino con accompagnamento di chitarra.

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Frammento manoscritto di brani per chitarra scritti da Paganini.

Paganini incontrò il chitarrista Mauro Giuliani a casa del compositore Gioacchino Rossini e insieme fondarono il “triumvirato musicale”.
“Si univano in maniera goliardica Paganini, Rossini e Mauro Giuliani; i tre, insieme, durante i festeggiamenti del Carnevale, travestiti da ciechi, andavano cantando una canzoncina lungo le strade con Paganini che suonava la chitarra per il divertimento dei passanti”.

Ebbe buoni rapporti con il chitarrista Luigi Legnani, con il quale progettò una serie di concerti, poi non effettuati per evitare che qualche orecchio esperto cogliesse le loro affinità musicali.

Varie sono le testimonianze che ci sono giunte sino ad oggi del suo amore per la chitarra:

Il compositore francese Hector Berlioz scrive sul “Débat” del 23 dicembre 1851:
“A volte quando le sofferenze gli lasciavano rari istanti di riposo, egli riprendeva il suo violino per suonare i trii o i quartetti di Beethoven, organizzati improvvisamente, in compagnie segrete, di cui gli esecutori erano i soli ascoltatori. Altre volte, quando il violino lo affaticava troppo, prendeva dalla sua cartella una raccolta di duetti da lui composti per violino e chitarra (raccolta che nessuno conosce); e in compagnia di un dignitoso violinista tedesco, M. Sina, che esercitava ancora la sua professione a Parigi, egli suonava la parte della chitarra cavando da questo strumento effetti inusitati. E i due suonatori, Sina il modesto violinista, Paganini l’incomparabile chitarrista, passavano così, da soli, lunghe serate alle quali nessuno, anche tra i più degni, poté mai essere ammesso”.
(Les soirées de l’orchestre, p. 247. Cfr. Mario Dall’Ara, Hector Berlioz “il signore che suona la chitarra francese”, “il Fronimo”, gennaio 1977, n. 18, p. 11)

L’amico e biografo di Paganini, il Professor J.M.Schottky (1830) riferì su quanto dichiarato dal musicista:
“Sono ritornato da Parma a Genova, dove per lungo tempo ero attivo più come amatore che come virtuoso. Ho suonato spesso, ma solo in concerti privati. Ho anche composto diverse opere per chitarra”.

Lo stesso Schottky inoltre dichiara:
“Paganini suona la chitarra straordinariamente bene; fa degli accordi difficili e magnificamente arpeggiati. Utilizza su questo strumento una diteggiatura che gli è del tutto particolare”.
(M. Schottky, Paganini’s Leben und Treiben, Praga, 1830, p. 270. Cfr. Danilo Prefumo, Paganini e la chitarra, “il Fronimo”, aprile 1978, n. 23)


Sante Bargellini, eminente biografo Paganiniano, ricorda che a Nizza durante la seconda metà della sua vita, Paganini suonò più la chitarra che il violino.
Egli morì con la sua Gaudagnini sul comodino da letto, e il pittore che dipinse questa scena per mandare la sua tela ad una esposizione paganiniana a Genova, fu ben informato per rappresentarlo così.

Così come faceva per il violino, Paganini accordava la sua chitarra nei modi più strani e vari, ricavandone effetti sorprendenti: accordi, pizzicati, strisciati, armonici naturali ed ottavati.
Tuttavia non volle mai suonare la chitarra in pubblico.
Si narra che una sola volta, a Firenze, sotto gli Uffizi, prese la chitarra dalle mani di un mendicante e cominciò a suonare così armoniosamente che il pubblico, subito formatosi, lo seguì per sapere chi fosse.
E un vecchio che ebbe una volta la fortuna di udirlo, nel riconoscerlo esclamava con le mani giunte e gli occhi volti al cielo: “Non ci sono parole! Non ci sono parole!”.

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Dal punto di vista prettamente tecnico Paganini riportò sul violino prassi esecutive che eseguiva sulla chitarra attuando in pratica una vera e propria unione tecnica ed interpretativa tra i due strumenti. Per parlare della sua tecnica ricorriamo a due passi tratti dal libro Il segreto di Paganini: fondamenti chitarristici del virtuosismo violinistico di Niccolò Paganini di Lugi Pentasuglia.
La chitarra […] si prestava alla sperimentazione di quegli effetti appariscenti che tanta fama gli procurarono nelle sue magistrali trasposizioni violinistiche. Si pensi, innanzi tutto, all’uso che Paganini faceva sul violino del pizzicato ottenuto con la sola mano sinistra e che corrisponde al legato strumentale chitarristico, oppure alla predilezione per i virtuosismi cromatici, anche questi suggeriti, quasi certamente, dalla tastiera della chitarra, che ben si presta al trattamento di lunghi e complessi passi in questo stile.

La scordatura, cioè la variazione dell’accordatura dello strumento era una pratica virtuosistica molto in uso all’inizio dell’Ottocento.
La scordatura praticata da Paganini sul violino poteva consistere, più verosimilmente, nel sostituire parzialmente l’accordatura di questo strumento con quella della chitarra. In altri termini, un passo concepito e studiato su alcune corde della chitarra poteva essere adattato ed eseguito nelle medesime posizioni sul violino. Ciò gli avrebbe infatti consentito di eseguire vere e proprie trasposizioni sul violino di interi passi su bicordi studiati sulla chitarra, sfruttando gli intervalli di quarta, tipici di questo strumento.

Quante chitarre aveva Paganini?
La risposta ci viene data da Giampaolo Bandini, chitarrista parmigiano e direttore artistico del Paganini Guitar Festival:

"Gli strumenti che sono rimasti e poi lasciati in eredità sono quattro. Abbiamo due Gennaro Fabricatore (liutaio napoletano ) molto simili, costruite orientativamente negli stessi anni, una delle quali con la firma autografa di Paganini sulla cassa.

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La chitarra Fabbricatore appartenuta a Paganini

Poi aveva due chitarre francesi: una è la famosa Grobert firmata da lui e da Hector Berlioz, conservata oggi nel Museo della Cité de la Musique di Parigi, che è proprio una chitarra romantica e che credo sia rimasta nelle mani di Paganini per pochissimo tempo; l’altra è di un autore anonimo e presenta caratteristiche barocche, ma probabilmente è stata riadattata per l’uso a sei corde. In quegli anni stava andando diffondendosi la “chitarra francese”, che dai cinque ordini di corde passò alle sei corde, ed era il tipo di chitarra per cui egli scrisse le Sonate."

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Le chitarre Grobert e Anonima francese, entrambe appartenute a Paganini

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Chitarra appartenuta a Paganini e poi a Berlioz, realizzata da Jean-Nicolas Grobert (1794-1866) a Parigi, Francia, ca. 1830. Museo della musica di Parigi. Foto di Richard Lambert

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Nella mia città, Parma si tiene ogni anno il Paganini Guitar Festival.
www.paganinifestival.com/
Durante il mandato come Capitale Italiana della Cultura 2020-2021 a causa della pandemia molti eventi sono stati cancellati o modificati.
Tuttavia si è deciso di celebrare comunque il Maestro proponendo il “Paganini Day”, in corrispondenza con il 180° anniversario della sua morte
il 27 maggio 2020 .
Oltre al maxiconcerto virtuale “Grandi Star per Paganini”, che ha visto la partecipazione di alcuni tra i più importanti chitarristi dell’attuale panorama mondiale, sono stati pubblicati tre video musicali (Ghiribizzo n. 22, n. 27, Capriccio n. 13) in cui è stato possibile ascoltare il suono di una delle chitarre appartenute a Paganini, quella del liutaio napoletano Gennaro Fabricatore (ciò è stato possibile grazie al restauro operato da Gabriele Lodi).
Il protagonista dei tre video è Giampaolo Bandini, chitarrista parmigiano e direttore artistico del Festival, che ha utilizzato la Fabricatore nel CD “Intimate Paganini”, pubblicato da Decca nel febbraio di quest’anno.

Questo anno il festival si terrà a PARMA il 26-29 MAGGIO 2022



Edited by Valene - 13/4/2024, 19:27
 
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