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Oceanico.
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Autocensura
S’ è giusto censurare un dipinto, allora è giusto censurare anche lo scritto, che a parer di certi è risultato volgare. Oceanico
Edited by Oceanico - 18/4/2007, 11:54. -
schmit.
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hai descritto magnificamente l'attimo di lussuria che due corpi dimentichi dello spirito si abbandonano in piaceri disintegranti, dove l'anima fugge...inorridita da tale intensita' materialista. Dove sta' l'unione di anime? dove sta la voglia di conoscenza dell'altro? dove sta' l'unione di due microcosmi? dove è l'eros? quale freccia avvelenata di un falso cupido avvelena l'amore per farlo morire dentro di noi? dove sta l'unione di corpo e anima nel sublimare l'attimo fuggente del piacere?pure il nettare della vita viene ucciso dall'ingordigia della lussuria ch'è morte non vita...
Dove è l'orizzonte? dove l'arcobaleno dei sogni d'amore immensi e eterni?
in questa poesia io leggo il desiderio del possesso di entrambi...ma l'amore no...è molto lontano.... -
Oceanico.
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CITAZIONE (schmit @ 15/4/2007, 20:22)hai descritto magnificamente l'attimo di lussuria che due corpi dimentichi dello spirito si abbandonano in piaceri disintegranti, dove l'anima fugge...inorridita da tale intensita' materialista. Dove sta' l'unione di anime? dove sta la voglia di conoscenza dell'altro? dove sta' l'unione di due microcosmi? dove è l'eros? quale freccia avvelenata di un falso cupido avvelena l'amore per farlo morire dentro di noi? dove sta l'unione di corpo e anima nel sublimare l'attimo fuggente del piacere?pure il nettare della vita viene ucciso dall'ingordigia della lussuria ch'è morte non vita...
Dove è l'orizzonte? dove l'arcobaleno dei sogni d'amore immensi e eterni?
in questa poesia io leggo il desiderio del possesso di entrambi...ma l'amore no...è molto lontano...
Io non ho parlato di Amore, altrimenti non avrei postato in questo cassetto, ho parlato (fotografato) di una cosa che fa parte dell' umano, chi disdegna questo lato dell' umano, può andare in altri cassetti a dilettare il proprio spirto. Per quanto mi riguarda credo che prima di Freud il sesso era un piacere, dopo di questo è diventato un problema.
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schmit.
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preso da wilipedia
Eros nella mitologia greca era il dio dell'amore.
Nelle origini non era considerato divinità, ma pura forza ed attrazione: per Omero infatti rappresentava quell'attrazione irresistibile che due persone sentono uno per l'altro e che può portarli a perdere la ragione o alla distruzione.
È per Esiodo che Eros diventa un dio, ma non ancora la classica rappresentazione del fanciullo paffuto, che vola scoccando frecce d'amore, ma una divinità primordiale, antica come Gea (la Terra) stessa. Non è il figlio di Afrodite, ma il suo compagno di ogni momento. L'Eros di Esiodo aveva una potenza enorme, poteva causare danni a cui nessuno poteva porre rimedio, né uomini né dei.
Da questa concezione, successivamente la figura del dio temibile si trasformò in una divinità dell'amore, ma ancora Euripide gli riconosceva un grande e pericoloso potere, da citarlo in un coro di Ifigenia in Aulide rievocando le sue frecce in senso figurato.
Il potere di Eros era illimitato, egli era l'elemento attivo dei tempi primordiali. Per questo motivo era adorato a Tespi sotto forma di una pietra grezza.
Vi sono diverse versioni della sua genealogia. A volte viene considerato figlio di Afrodite generato con Zeus o con Ares o con Ermes oppure da Ermes e Artemide. Una tarda leggenda di origine poetica lo definiva figlio di Iride l'arcobaleno e del vento dell'Ovest. Più spesso è detto figlio di Afrodite e Ares o divinità primordiale. Per personificare le diverse forme che può assumere, gli vengono attribuiti a volte dei fratelli, come Anteros, che personifica l'amore corrisposto. Un tardo racconto lo indica come lo sposo che Psiche non avrebbe mai dovuto vedere in volto. In Platone e precisamente nel Simposio è descritto come figlio di Penia (mancanza) e Poros (ingegno). Eros rappresenta così la ricerca di completezza che causa l'amore e le mille astuzie a cui sono pronti gli amanti per raggiungere i loro scopi amorosi. In chiave prettamente filosofica, la natura ingegnosa di Eros lo porta ad essere via verso la filosofia attraverso la mania erotica (vedi anche il Fedro).
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