Piccoli Magizoologi alla riscossa

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view post Posted on 3/11/2021, 18:12
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Ama, ama follemente, ama più che puoi e se ti dicono che è peccato ama il tuo peccato e sarai innocente. (William Shakespeare - Romeo e Giulietta)

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20211103-152803
Sbaaammm «MERLINO LANDRO, PINKYYYY!!!» era appena tornata in dormitorio per posare il materiale scolastico. La sua puffola, presa dalla sua solita ”calma” nell’accoglierla, aveva fatto cadere i libri di testo dal letto. *Fa che non si siano rovinati!»* per fortuna erano ancora intozzi.
«Pinky, quelli mi servono per studiare! Se si rovinato sono fregata!» era impossibile rimanere arrabbiati a lungo con quella dolce creaturina. Per tutta risposta ottenne un gridolino di disappunto «Ohhh, andiamo, non fare l’offesa ora! Vieni qua!» si sedette vicino a lei e la prese in grembo, dove le riservò qualche coccola passando le dita tra il morbido pelo. «Adesso, però, devo andare! Mi aspettano, non posso fare tardi!» ovviamente non mancarono le proteste «Oggi non posso portarti con me, mi spiace! Non fare così, torno presto!» le concesse ancora qualche carezza prima di uscire.
Qualche giorno prima, assieme ad Alice e Gin, si era organizzata per approfittare dell’ora di ricevimento messa a disposizione dal Professor Cravenmoore, a cui avevano inviato preventivamente un Gufo per avvertire della loro presenza. Le tre si sono incontrate in occasione del Ballo delle Case e quella poteva essere l’occasione per approfondire i rapporti, oltre a fare nuove amicizie pelose, piumate e, perché no, squamate. Si diresse alla porta che dava sullo splendido giardino, lì le altre la stavano aspettando per andare alla Capanna «Scusate il ritardo, ma ho dovuto placare l’uragano Pinky!» alzò gli occhi al cielo ripensando a quella frugoletta, croce e delizia delle sue giornate. «Pronte? Io non sto nella pelle, sento che ci divertiremo!» sorrise entusiasta alle ragazze mentre si avviava. Avvolse per bene la sciarpa con i colori della sua amata Casata attorno al viso, coprendo per bene il naso. L’aria autunnale cominciava a farsi pungente, una leggera brezza fredda le sferzava le guance.
A mano a mano che si avvicinavano una palette di tonalità calde si parava loro davanti, dalle foglie degli alberi della foresta, fino alle gigantesche zucche del campo poco distante, che fino a qualche giorno prima adornavano il Castello in occasione della festività di Halloween.
«Quale creatura siete curiose di conoscere? So che nei dintorni della Capanna si trova uno Streeler di addirittura due metri! Impressionante, non trovate?» la prima volta che aveva fatto visita a Lucien per l’intervista non era riuscita a vederlo, la serra in cui dimora non era sul suo percorso. Ma dai cugini era venuta a conoscenza che era lì da parecchio e che cresceva a vista d’occhio.
«Sono presenti anche delle fate, ma ecco…» non erano carine con i visitatori, almeno con lei non lo erano state «Non sono propriamente amichevoli! Una volta ho provato a sbirciare nella loro ampolla e-» s’interruppe quando a pochi passi da loro notò una bambina dai capelli biondi che stava andando nella loro stessa direzione. «A quanto pare non siamo le sole ad avere avuto l’idea di venire qui! Almeno, credo» fece cenno alle compagne. Quando la raggiunsero non riuscì a trattenersi e la salutò gentilmente «Ciao! Anche tu sei qui per incontrare il Professor Cravenmoore?» se così fosse era lieta che Lucien piacesse agli studenti, è una persona molto competente nel suo campo. «Se è così puoi unirti a noi, stavamo giusto andando da lui!» *Complimeti Donovan, proprio non riesci a non essere invadente!* si rimproverò mentalmente. Forse aveva frainteso e aveva fatto una grama, in caso contrario avrebbero fatto tutte nuove conoscenze.
«Che dite, vediamo se è alla Capanna?» sperava di non doversi addentare nella Foresta Proibita, almeno non da sola.

20211103-152810


| Camille Donovan | First Year | Hufflepuff Prefect | 14 y.o |






 
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view post Posted on 4/11/2021, 16:33
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Amelia Gin Moonword
studentessa |12 anni | I anno | Corvonero


Quel giorno Gin era particolarmente contenta. Adorava l'autunno e il periodo delle feste di Halloween. Gli alberi con foglie dai colori caldi, la nebbia che si levava già gelida all'alba dalla Foresta Proibita e, sopratutto, l'accensione di grandi camini in tutto il castello. Il fuoco era per lei ammaliante. Le permetteva di concentrarsi a fondo, di immaginare cose fantastiche e di avere, almeno nei loro pressi, le mani calde.

Quella mattina però ciò che la rendeva contenta era l'appuntamento con due ragazze conosciute all'ultimo ballo e di cui si considerava, forse impropriamente, amica. Era felice che l'avessero invitata ad unirsi a loro per una gita che, sebbene la spaventasse un poco, sperava si dimostrasse anche avventurosa e piena di conoscenza. Si dovevano infatti recare dal professor Cravenmoore, guardiacaccia di Hogwarts. Gin non era mai stata nella sua capanna, anche perché al primo anno non studiava ancora Cura delle creature magiche. Ma ne era sempre stata affascinata. Appurato da alcuni libri, sfogliati al volo in biblioteca, che le creature magiche non avevano niente a che fare con le galline e i maiali dei nonni paterni, era sempre stata attratta dall'idea di vederne alcune con i suoi occhi.

Il suo unico approccio con questi animali era stato, finora infatti, quello con il suo gufo Ka e con i gufi della scuola incontrati per caso in Guferia, ma non era certo che fossero creature così magiche. Era dunque eccitata all'idea di trovarsi in buona compagnia in una occasione nuova e inconsueta di apprendimento. Inoltre, le due ragazze, Camille e Alice, erano molto più intraprendenti di lei e sperava l'avrebbero trascinata in una qualche avventura!

Si avviò dunque al luogo dell'appuntamento dove incontrò Alice.

«Ciao» le disse subito con un sorriso «Come stai? Non sono mai stata dal professor Cravenmoore prima d'ora, tu?». Mentre parlava il suo sguardo si fissò su un camino, lì vicino, dove bruciava un bel fuoco caldo. *Speriamo che non si congeli fuori, non ho preso i guanti!* pensò velocemente stringendosi la sciarpa, che invece si era portata. Giusto in tempo per vedere Camille raggiungerle.

«Scusate il ritardo, ma ho dovuto placare l’uragano Pinky!» disse la ragazza Tassorosso alle due ragazze.

«Chi è Pinky?» chiese Gin semplicemente mentre già si avviavano fuori dal castello *forse il suo gufo o un gatto... sì forse è più un nome da gatto* pensò affrettando il passo per non restare indietro.

Mentre camminavano Camille si dimostrò, come Gin ben ricordava, socievole e piena di vitalità. O almeno così sembrò a Gin. Più che altro, Gin ascoltò con interesse la conversazione, anche se rispose brevemente alla domanda di Camille sulle creature che avrebbe voluto incontrare.

«Non saprei..» disse infatti «forse qualcosa di alato! Ma non sono esperta di creature magiche!» concluse con semplicità e franchezza.

Arrivarono alla capanna del docente, dove era già presente un'altra ragazza che Gin non conosceva.

«Ciao» le disse distrattamente, mentre osservava con curiosità la capanna e sbirciava un campo di zucche da cui spuntavano enormi frutti arancioni. Chissà perché ma si aspettava quasi che da quelle zucche uscisse Cenerentola e un esercito di topolini! Rise tra sé al pensiero di quella favola babbana che le sembrava così lontana nel tempo...



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Sua madre l'aveva avvertita, le aveva chiesto di stare attenta a non viziarlo, ma lei aveva dato per scontato che un po' di coccole e attenzioni non avrebbero fatto male. Noctus era il suo primo animale domestico, se non si considerava il gufo postino dei genitori. Il suo carattere si era rivelato sin da subito problematico, in quanto a pochi minuti dall'acquisto aveva dimostrato di essere particolarmente testardo quando si parlava di ciò che considerava... cibo: ingredienti di pozioni compresi. Nelle brevi settimane che erano passate dalla giornata di acquisti a Diagon Alley alla partenza dell'Espresso per Hogwarts, Marjorie era dovuta stare ben attenta ad evitare di lasciare il baule aperto. In una particolare occasione era arrivata appena in tempo a salvare il fegato di rana da una certa piccola peste che aveva già infilato il becco nel kit di pozioni.

NoctusArrivati ad Hogwarts, la situazione era sembrata migliorare. Noctus aveva cominciato a vivere nella Guferia, lontano dal suo baule e dalle sue proprietà, e sembrava essersi acclimatato senza troppi problemi. Inizialmente aveva dato noie ad alcuni dei suoi compagni di nido ma i gufi della scuola l'avevano messo in riga. Ogni mattina, a colazione, aveva fatto imperterrito la sua comparsa: in alcuni casi aveva un pacco o una lettera da consegnare, ma il più delle volte giungeva a zampe vuote. Dopo essersi rubato qualche aringa o qualche fettina di bacon dal suo piatto, si faceva coccolare e poi se ne tornava alla Guferia per riposare nelle luminose ore del giorno.

Le cose si erano messe male solo quando aveva provato a portarlo nella sala comune, in modo da passare un po' di tempo con lui durante il fine settimana. All'inizio era andato tutto bene: avendolo abituato a vivere in casa, era stato particolarmente attento a non posarsi su qualcosa che potesse venir rovinato dai suoi artigli. Aveva anche accolto le attenzioni umane con un certo orgoglio, permettendo ai presenti di fargli qualche coccola. Quando aveva visto il gatto di una sua compagna aveva aguzzato lo sguardo con interesse ma si era tenuto ben distante. Differente era stata la sua reazione quando uno studente più grande era giunto con la sua rana sulla spalla. Spalancati gli occhi, Noctus si era alzato in volo per poi avventarsi contro il povero sfortunato. La rana era stata abbastanza veloce da schivare l'attacco e nascondersi sotto un mobile ma il suo padrone si era beccato qualche involontaria artigliata. Si era trattato di semplici graffi ma ciò non aveva reso l'incidente meno grave.

Marjorie aveva sbagliato a portarlo in sala comune, lo sapeva, ma le era sembrato il modo migliore per passare un po' di tempo con lui: essendo un uccello notturno, non le sembrava il caso di costringerlo a vagare per il soleggiato giardino e non voleva limitare le sue visite nel poco tempo disponibile tra la cena e il coprifuoco. L'unica opzione, quindi, era trovare il modo di educare Noctus in modo che non perdesse ogni controllo di sé alla vista di un animale abbastanza piccolo da considerarsi una preda. Marjorie sapeva che i gufi erano uccelli rapaci, dei predatori, ma voleva credere che un adeguato addestramento potesse aiutare il suo amico alato a controllare i suoi istinti. Così, aveva provato a contattare il docente di Cura delle Creature Magiche ed era stata invitata ad andare a trovarlo nella sua ora di ricevimento.

«Sono presenti anche delle fate, ma ecco… non sono propriamente amichevoli!» Stava attraversando l'immenso giardino del castello, diretta alla capanna del Guardiacaccia, quando una voce attirò la sua attenzione. Un piccolo gruppo di studenti si trovava poco distante, evidentemente diretto verso il suo stesso obiettivo. La loro presenza non fu però il motivo per cui Marjorie si fermò, il panico che minacciava di mostrarsi sul suo volto, ma lo furono le parole di una di loro. Fate, nella zona della capanna. Se le avesse viste Noctus, non aveva idea di come le cose fossero finite: sarebbero state le fate ad avere la peggio... o sarebbe stato lui? Qualunque fosse il caso, non voleva assolutamente assistere alla scena. «Una volta ho provato a sbirciare nella loro ampolla e-» Quando la ragazza proseguì il discorso, Marjorie si rilassò immediatamente: le fate non erano libere, erano in un'ampolla. Forse si sarebbe potuta evitare una strage.

«Ciao!» Rispose timidamente al saluto. «Sì, sono anch'io qui per incontrare il professore. Vorrei chiedergli qualche consiglio: il mio gufo... insomma, non si sta comportando molto bene. Se vi va bene, mi farebbe piacere unirvi a voi.» Parlando di un certo volatile, forse era meglio richiamarlo. Ampolla o meno, era preferibile legarlo prima di avvicinarsi di più alla capanna. Portatosi le dita alla bocca, rilasciò un lungo fischio. Pochi istanti dopo, un gufo nero sbucò da una macchia di alberi e atterrò sul suo braccio teso, evidentemente contrariato di dover tornare al sole. Marjorie si affrettò a legare una specie di guinzaglio alla sua zampa, in modo da impedirgli di spiccare nuovamente il volo, poi rilasciò un sospiro di sollievo. In qualche modo ce l'aveva fatta ad evitare l'ennesimo incidente. Legato com'era, difficilmente Noctus avrebbe potuto dar problemi.

Marjorie Hastur
11 anni | Primo anno | Serpeverde | scheda

 
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view post Posted on 6/11/2021, 08:24
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Alice Wagner
Gryffindor - 16 y.o - 3rd year-
Alice era appoggiata pigramente ad una delle colonne che davano sul giardino, si godeva i raggi di sole non più tanto caldi che illuminavano il cortile. Dall'ultima volta che si erano incontrate con Gin e Camille era un po' cambiata. Aveva tagliato i capelli in un caschetto e aggiunto una certa quantità di piercing sulle orecchie, in più ne aveva uno sul naso piuttosto evidente. I professori l'avevano guardata un po' male ma ad Alice non importava, stava scoprendo il suo stile e per ora quello riusciva a rispecchiarla. Indossava la divisa scolastica con su una sciarpa dai colori rosso-oro ed una giacca scura, inoltre aveva portato con sé una borsa di tela che conteneva un quaderno per appunti o schizzi veloci. Era piuttosto elettrizzata per l'incontro con gli animali magici che avrebbero fatto di lì a poca e curiosa come tutti di conoscere il nuovo guardiacaccia. Lanció un'occhiata all'orologio ruotando il polso, pochi minuti dopo Gin entró nel suo campo visivo. Alice si sollevò mettendosi in piedi dritta rivolgendosi alla Corvonero << Ehi! Benone, sono molto curiosa della lezione che andremo ad assistere... E invece tu? Hai passato delle belle vacanze estive? >> sapeva quanto difficile era stato per lei il primo anno ad Hogwarts lontano da casa, per quanto divertente aveva adorato passare del tempo in famiglia durante le vacanze << Il vecchio Cravenmoore? >> chiese ridacchiando tra i baffi, sapeva in realtà non fosse vecchio ma piuttosto giovane, però era comunque più vecchio di loro no? << Non lo conosco credo di averlo visto solo di sfuggita ai Tiri Vispi, sai il negozio dove lavoro. Spero solo non sia noioso come Pe-- ehm cioè intendo come alcuni nostri prof. Ma in quel caso possiamo movimentare noi il tutto no? >> fece un occhiolino a Gin piuttosto divertita, lo sapeva che dentro quell'anima dolce e gentile si nascondeva in realtà una teppistella. Alla fine arrivó anche Camille, seguita da un fiatone che faceva ben intendere il suo ritardo << Ehi Donovan non farti togliere punti >> commentò Alice scherzosa, ridacchiando subito dopo. Si era appena resa conto di essere la più grande del gruppo, erano tutti primini ancora nonostante Camille fosse già prefetto, forse avrebbe dovito comportarsi bene questa volta. Forse. << Ho sempre voluto vedere un Ippogrifo da vicino, il nucleo della mia bacchetta è legato ad esso. Credo che potremmo avere molte cose in comune. A cominciare da prendere a calci chi ci sta sulle pall-- >> lasciò la frase in bilico mentre si approcciavano alla capanna del Guardiacaccia, felici di aver recuperato per strada anche Marjorie e il suo Gufo dispettoso. Camille era un'ottima intrattenitrice avrebbe potuto parlare per ore e probabilmente fare amicizia perfino con un muro, il che divertiva Alice incredibilmente, lo trovava molto tenero << Ah sei qui da poco anche tu? >> si rivolse alla ragazzina bionda con il gufo di cui non aveva ancora capito il nome >< Com'è che vi chiamate tu e il tuo pennut-- ehm intendo amico alato? >> ricorda Alice che sono bambini. Ricorda. Ma comunque che fine aveva fatto il caro Lucien?
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view post Posted on 6/11/2021, 10:25
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La mascella del Guardiacaccia era contratta e il labbro inferiore pinzato dal canino aguzzo. Concentrato come se dalla riuscita dell'incisione dipendesse la propria vita, non fece in tempo ad evitare uno schizzo verdognolo che gli imbrattò una guancia; grazie alla gravità, il liquido colò rapidamente finendo per macchiare la superficie lignea su cui era ricurvo. «Mhm..» un'imprecazione colorita fu repressa per tempo, mentre incideva l'ennesimo baccello delle dimensioni di un pompelmo. Estrarli aveva richiesto una certa dose di agilità ed una botta di fortuna e pur essendo munito di paragengive, guanti e occhiali protettivi, un vistoso ematoma bluastro aveva preso a colorargli la base del collo, poco più grande di un succhiotto. Morale: nomina a docente, conto rimpinguato ma dove?!, Lucien manteneva l'aspetto provato di un mago che aveva fatto a cazzotti con l'ecosistema della Foresta Proibita e bevuto litri di Pozione Occhiopallato per riuscire a svolgere tutto ciò che doveva (e voleva) e la decenza la sfiorava solo quando aveva in programma delle lezioni. In quei casi aveva l'accortezza di rasentare livelli estetici quantomeno decorosi che non lo facevano somigliare ad un mendicante di Notturn Alley.
Quando il succo, prezioso e utile, ebbe riempito la fiala di vetro, l'oggetto venne infilato in una delle tasche del pastrano sformato. Si sarebbe dedicato all'estratto di Algabranchia, se Leviosa non fosse apparsa sul tavolo con il caratteristico "pop" facendogli venire un coccolone. «Levi, dannazione! Non ho tempo per gioc-» si interruppe, notando un piccolo orologio da taschino penzolare nel becco del Diricawl. Porco Nundu, erano le 15.05! Leviosa, con la piccola testina incorniciata dal folto piumaggio arruffato, cercò di evidenziare la sua aria giocosa, ma in cuor suo aveva capito che avrebbe dovuto aspettare ancora per giocare col Guardiacaccia.
Messe da parte le pennute speranze, il pennuto seguì il padrone che nascondeva cartine e materiale di dubbia utilità e provenienza nella malaugurata ipotesi che i pochi neuroni rimastigli lo inducessero ad invitare le studentesse nel caos che imperava nella sua dimora. Scoccò uno sguardo mesto in direzione delle sue ultime creazioni che avrebbero dovuto attendere momenti migliori per venir fumate e finalmente aprì con un secco cigolio la porta della capanna.
«Buon pomeriggio!» ...fanciulle? bambine? ragazzine? Oh, nel dubbio, Lucien, taci una volta tanto. Ad accoglierlo, volti nuovi che poteva aver visto di sfuggita nelle feste al castello, in giro per i corridoi o in qualche negozio magico - eccezion fatta per il vulcano di energia chiamato Camille Donovan che aveva già avuto il piacere di incontrare in passato. Pur essendo in ritardo di appena cinque minuti grazie a Leviosa provvide a scusarsi e si rivolse per primo proprio alla tassina. «Purtroppo Tear è stata oggetto delle molestie di alcuni Chizpurfle, piccoli parassiti simili a granchi e dotati di grosse zanne, che si dilettano ad infestare la pelliccia e le piume di creature come Crup e Augurey, come Tear, e fortemente attratti dalla magia. Ma ora sta bene, per fortuna per eliminarli sono bastate pozioni brevettate disponibili sul mercato. Non erano molti, altrimenti sarei stato costretto a rivolgermi alla sottosezione Flagelli dell'Ufficio Regolazione e Controllo delle Creature Magiche del Ministero, una grana mica da ridere» Si grattò la zazzera castana, scuotendo appena il capo. Era certo che Camille avrebbe gradito avere notizie della sua amica pennuta e magari anche farle visita. A tempo debito.
Osservò quindi le altre tre studentesse, nessuna delle quali sembrava frequentare Cura delle Creature Magiche. «Posso sapere i vostri nomi? Prometto che sarà l'unica volta che ve li chiederò» garantì loro con un sorriso cordiale. La memoria era uno dei capisaldi che ancora testimoniavano il suo passato studentesco tra le mura di Hogwarts ed una nota di nostalgia gli colorò i tratti nel notare la sciarpa bronzo blu indossata da Gin. Due di loro sembravano davvero molto giovani mentre la rossa doveva avere su per giù l'età di sua sorella Océane; chissà, magari erano amiche o, più verosimilmente visto il caratteraccio della piccola Cravenmoore, il contrario.
Nel passare a rassegna i loro volti, il docente non poté non notare il gufo legato alla piccola manina di Marjorie. Cercò di riconoscerne la specie di appartenenza, uno Strix huhula altrimenti noto come Gufo fasciato facilmente riconoscibile perchè densamente striato con barre orizzontali, ondulate, bianche. Pur disponendo di qualche nozione sulla loro dieta (pipistrelli, falene, scarabeidi, curculionidi, cerambicidi, cavallette, scarafaggi e piccoli roditori) fu ugualmente lieto di non avere abbarbicato al collo Silas, il suo serpente. Vi erano rapaci, come il Biancone, la cui peculiarità era di nutrirsi quasi esclusivamente di serpenti.
«Che bell'esemplare» commentò mite, indicando con un cenno del capo l'animale. Era un azzardo portare con sé un volatile in un covo di animali e creature e Lucien fu lieto di constatare che una precauzione era stata presa; se ve ne fosse stato bisogno, si sarebbe attivato personalmente. «Lo hai portato per fargli sgranchire le ali e fargli fare nuove conoscenze?» domandò cautamente, cercando di capire se vi fossero altre motivazioni legate alla scelta della figlia di Salazar. Aveva di fronte delle ragazze, alcune poco più che bambine, proprio non gli riusciva di dar loro del Lei come solevano fare alcuni suoi colleghi. In quel momento riapparve Leviosa, stavolta sgombra dell'oggetto metallico pinzato nel becco, ai suoi piedi sull'uscio della capanna ed osservò con gli occhi ossidiana i presenti, manifestando un vivo interesse per l'altro volatile.
Nel Gufo pervenutogli qualche giorno prima, Camille lo aveva informato del desiderio comune di vedere qualche creatura magica durante l'orario di ricevimento, ma Lucien aveva ben altro in serbo per loro, oltre a quello.

© petrichor.

 
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view post Posted on 6/11/2021, 18:11
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20211103-152803
Il suo solito eccesso di entusiasmo a quanto pare non aveva causato danni, per adesso. La giovane Serpeverde non si era lasciata intimidire e aveva accettato senza problemi di unirsi a loro. Lei, però, a differenza di Alice, aveva dimenticato un semplice gesto di buona educazione: presentarsi. *La cortesia l’abbiamo proprio dimenticata! Complimenti Donovan, di nuovo!* Cercò immediatamente di rimediare «Io sono Camille, piacere. E tu?» sul suo braccio si era appena posato un bellissimo esemplare di Gufo dal piumaggio color notte, sul quale spiccava qualche sfumatura lattiginosa come i raggi della luna. «Questo splendido cucciolone invece? Come si chiama?» chiese sorridendo amichevolmente ad entrambi. Tra una chiacchera e l’altra arrivarono alla porta della Capanna, dove Lucien le stava aspettando. Chissà cos'aveva in serbo per loro?
«Salve!» l’eccitazione nella voce era palese. Era elettrizzata all’dea di fare nuove esperienze con le creature magiche. Se lo era ripromesso più volte e finalmente aveva l’occasione. Il primo incontro fu con Tear, la maestosa Augurey. Le prime parole che Lucien le rivolse riguardavano proprio la sua amica piumata. Uno sguardo preoccupato le comparve sul volto all’idea della creatura tormentata da dei parassiti. Doveva aver passato dei brutti quarti d’ora, ma per fortuna si era risolto tutto per il meglio. Alla notizia della ritrovata salute di Tear lo sguardo si rilassò e lei trasse un sospiro di sollievo «Sono felice che adesso stia meglio! Appena avrò l’opportuna di rivederla la vizierò un po’ allora!» così come fa una nonna o una mamma apprensiva con un bambino che si riprende dall’influenza «Direi che se lo merita dopo il fastidio che le hanno causato gli Chizpurfle!» magari le avrebbe porto qualche leccornia dalla sua mano, sempre se l’avesse accettata nuovamente.
Lasciò alle altre l’onore di presentarsi, di fare eventualmente le loro richieste e di conseguenza al neo-docente di rispondere, approfittando per guardarsi attorno. Ancora una volta si trovò ad osservare la Foresta Proibita. Chissà cosa attendeva li studenti del terzo anno al suo interno? Non vedeva l’ora di frequentare il corso. Quasi tutti in famiglia lo avevano seguito e ne parlavano sempre con entusiasmo quando lei chiedeva delucidazioni in merito. L’attenzione tornò poi al nutrito gruppetto. Abbassando lo sguardo, notò che sulla soglia era comparsa un’altra sua vecchia conoscenza:
«Ma ciao Leviosa!» esclamò dolcemente. Alla vista di quel batuffolino di morbide piume turchesi, il contegno della Tassorosso andò a farsi benedire definitivamente. Con vispi occhietti color ardesia, la piccola Diricawl squadrava i presenti uno ad uno.
«È ancora dispettosa come ricordo?» disse rivolgendosi a Lucien. Non la vedeva da un po’, ma il luccichio negli occhi le faceva credere tranquillamente che il temperamento non fosse mutato. Non era certa di poterlo fare, ma nel frattempo si frugò nelle tasche della divisa. Di solito vi teneva qualche biscottino gufico da dare ad Anacleto, la lauta ricompensa per le consegne che faceva a suo nome. «Ah Ah, eccoli qui!» estrasse finalmente il sacchettino ormai dimezzato. Delicatamente estrasse uno dei biscotti e mostrò la confezione alle altre, magari anche loro volevano provare ad avvicinare la frugoletta. Prima di procedere, però, si accertò di non fare la cosa sbagliata «Non le faranno male, vero?» esistevano cibi più specifici, ma sperava che quello non fosse dannoso per lei.

20211103-152810


| Camille Donovan | First Year | Hufflepuff Prefect | 14 y.o |








E la dignità di Camille vi saluta qui :ph34r: <3 scusatela, probabilmente se ne avesse l'occasione coccolerebbe pure le Acromantule :ph34r:
 
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Amelia Gin Moonword
studentessa |12 anni | I anno | Corvonero




Gin fu molto felice di rivedere Alice. Quella ragazza le piaceva molto: sembrava sicura di sé e, doveva ammetterlo, si trovava a suo agio con lei perché le trasmetteva sicurezza e una certa calma. Nonostante fosse più grande di Gin di diversi anni (anche se Gin non sapeva esattamente di quanti) sembrava a suo agio anche in compagnia di ragazze più piccole. Non era sicura, tuttavia, che stare con ragazze più giovani fosse il suo ideale di pomeriggio libero, ma la vedeva tranquilla e serena. Fu quindi felice di avere un breve scambio con lei.

«E invece tu? Hai passato delle belle vacanze estive?» le chiese Alice.

«Tranquille più che altro. A casa mia, a Londra, non c'era nessuno. Quando sono arrivata ho trovato un biglietto in cui mio padre diceva che erano in Francia dai nonni. Per fortuna a Londra c'è il take away!» disse quella frase con semplicità ma, forse, tradendo un pizzico di malinconia.

«Ho sempre voluto vedere un Ippogrifo da vicino, il nucleo della mia bacchetta è legato ad esso. Credo che potremmo avere molte cose in comune. A cominciare da prendere a calci chi ci sta sulle pall--» disse poi Alice e Gin rise, divertita. Se era rimasto un pizzico di malinconia nella sua testa, ecco che con quella frase Alice l'aveva fatta scomparire.
«Un ippogrifo, fantastico! Il mio nucleo invece è legato agli Unicorni. Sono alati anche quelli se non sbaglio.. » rispose la piccola Corvonero ora felice e interessata dalla piega che la discussione stava prendendo. Ippogrifi e Unicorni erano le uniche creature magiche di cui effettivamente aveva letto qualcosa al volo in biblioteca, molto di sfuggita.

Gin era contenta anche di rivedere Camille, le stava simpatica, anche se il giovanissimo prefetto Tassorosso non aveva lo stesso potere calmante su di lei, al contrario: tendeva a metterle un po' di ansia. Vicino a lei si sentiva una mezza nullità: Camille non solo era sicura di sé ma sembrava conoscere tutto e tutti. E quella occasione permise a Gin di rendersene conto. Arrivati alla casa del guardiacaccia, Camille non solo fu subito accogliente e gentile con la ragazza che avevano incontrato lì, ma, quando il professor Cravenmoore uscì le rivolse immediatamente parole per Gin oscure, ma che sostanzialmente dimostravano che Camille era non solo già stata lì in precedenza, ma conosceva anche un sacco di creature magiche e ci aveva già avuto a che fare.

*Guarda con quanta proprietà di linguaggio parla di Chiz...qualcosa...*

Gin pensò che forse aveva sbagliato ad andare con loro: Alice conosceva sicuramente qualcosa sulle creature magiche, anche solo per il fatto che stava ad Hogwarts da più tempo di lei, e poi forse non era nata babbana; Camille stava dando prova di saperne parecchio e la nuova arrivata... come si chiamava a proposito?... aveva con sé il suo gufo, pronta a chiedere delucidazioni, sicuramente intelligenti, al professore.

Iniziò ad innervosirsi, sentendosi quasi in obbligo di dire anche lei qualcosa di intelligente. Insomma era una Corvonero, doveva pur aver qualcosa di intelligente da dire! E invece no, per quella volta Gin non aveva niente da dire.

Come tipico del suo carattere, quindi, rimase in ascolto, sinceramente interessata e al contempo innervosita dalla sua incompetenza. Rispose brevissimamente alla domanda del professore quasi volesse evitare di attirare troppo l'attenzione su di sè:

«Gin Moonword, primo anno, della casata Corvonero»

Quindi si mise ad osservare sconcertata il gufo della nuova arrivata. *Ma non gli starà facendo male?* pensò.





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Le tre ragazze sembravano affiatate, così tanto che Marjorie cominciava a sentirsi leggermente a disagio. Non era mai stata brava a relazionarsi con gli altri e il trasferimento da Malmesbury ad Hogwarts non sembrava aver cambiato le cose. Questo non significava che non volesse fare nuove amicizie, solo che non sapeva come comportarsi attorno agli altri. «Sì, ho appena iniziato Hogwarts.» Rispose, ancora un po' timorosa, alla domanda della ragazza dai capelli rossi. «Io sono Marjorie, lui invece è Noctus.» Proseguì, indicando il gufo ancora appollaiato sul suo braccio. Il 'pennuto', come era stato quasi chiamato, era abbastanza pesante ma la bambina riteneva di riuscire a reggere il suo peso per il tratto di strada rimanente. Visto il suo caratterino, era meglio soffrire un poco pur di poterlo tenere sotto controllo. In effetti, cominciava a pentirsi di averlo portato con sé. Forse, per quel primo incontro, avrebbe potuto limitarsi a raccontare al guardiacaccia il problema al posto di portare quella bufera con le ali a trovarlo. Una parte di lei era terrorizzata all'idea di scoprire che reazione avrebbe avuto Noctus se messo di fronte ad animali di piccole dimensioni. *Beh, l'unica cosa certa è che difficilmente farebbe il gradasso se si trovasse davanti un ippogrifo.* Pensò, divertita. Per quanto sapesse ben poco sulle creature magiche, era ben consapevole delle dimensioni di quella nominata dalla grifondoro.

«Salve.» Arrivati alla porta della capanna, Marjorie seguì svelta l'esempio di Camille e ricambiò il saluto del professore. Ascoltò con interesse la successiva conversazione: non aveva idea di che animale stessero parlando ma era contenta di scoprire che la sua fastidiosa infestazione fosse stata curata. Se fosse successa una cosa simile al suo Noctus, ci sarebbe rimasta male: venir assaliti da parassiti doveva essere particolarmente fastidioso, anche se probabilmente non letale. «Io sono Marjorie Hastur, anch'io sono al primo anno.» Si presentò una seconda volta, un po' intimidita nonostante la gentilezza e la disponibilità del professore. «Io... ecco... l'avrei portato per chiederle dei consigli su come educarlo: non riesco a fargli capire che gli animali dei miei compagni non sono prede.» Disse tutto d'un fiato, racimolando tutto il suo coraggio di fronte alla cauta domanda del professore, che aveva fatto sorgere in lei altri dubbi sulla correttezza della sua azione. «Non so se ho fatto bene a portarlo con me. Mi sembrava giusto che lei lo vedesse...» Non trovò le parole adatte per completare la frase. Cosa sarebbe successo se Noctus fosse finito realmente per attaccare le fate? Credeva di aver considerato tutto quando aveva deciso di portarlo con sé ma, evidentemente, aveva mancato diverse informazioni chiave. A sua discolpa poteva solo dire che non sapeva nulla di animali e creature magiche: Noctus, dopotutto, era il suo primo animale domestico.

La catena di pensieri sempre più negativi fu fortunatamente interrotta dall'arrivo di un altro volatile. Mentre osservava con curiosità lo strano uccello dal piumaggio vaporoso, Marjorie sentì il suo gufo tendersi sul suo braccio. Noctus non sembrava voler partire all'attacco, era sufficientemente furbo da sapere che non sarebbe stata una buona idea sfidare un uccello più grande di lui, ma era certamente teso. La strega undicenne lo accarezzò come per rassicurarlo che Leviosa (*Fantastico nome!*) non era una minaccia ma ben presto il suo gesto si rivelò non necessario: quando Camille tirò fuori il sacchettino di biscottini gufici, l'attenzione del gufo infatti si spostò immediatamente su di essi. Se non fosse stata per la presenza di Leviosa, a cui lanciava ancora delle occhiate sospettose, Marjorie avrebbe scommesso che il gufo si sarebbe letteralmente gettato sulla tassorosso per scroccare qualche biscotto. «Li abbiamo anche noi, sai?» Disse a bassa voce a Noctus, ricordandosi del sacchettino di biscotti che aveva nella tasca. «Ma devi comportarti bene se vuoi guadagnarteli.»

Marjorie Hastur
11 anni | Primo anno | Serpeverde | scheda

 
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view post Posted on 12/11/2021, 17:34
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You can own the Earth and still, all you'll own is Earth until You can paint with all the colors of the wind

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Alice Wagner
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Le aveva fatto piacere rivedere Gin e Camille e non vedeva decisamente l'ora di partecipare a quella lezione sulle creature magiche. Mentre proseguivano verso la capanna del guardiacaccia Alice cercò di afferrare con gli occhi più natura possibile. Le mancava terribilmente il bosco e potersi immergere in quei suoni e odori che per lei ricordavano casa. Non era molto comune uscire da Hogwarts se non per le lezioni, quindi piuttosto brevemente. I suoi momenti preferiti erano sicuramente gli allenamenti di volo ed erbologia, durante i quali poteva sentirsi libera, lontana dalle mura del castello che a volte sembravano imprigionarla. Inoltre l'incontro con le creature magiche era motivo di grande entusiasmo, Alice non ne conosceva molte ma sapeva che a breve avrebbe partecipato al corso, tenuto proprio da Lucien e avrebbe imparato a distinguerle meglio. Inoltre era decisamente curiosa di sapere che persona fosse il famoso Guardiacaccia. Quando lo vide sbucar fuori in tutta fretta con dietro una creaturina avvolta da soffici piume azzurrine sorrise divertita, quel pennuto sembrava avergli dato da fare. Alice si prese qualche minuto per osservare l'esserino, non era una persona che necessariamente andava in brodo di giuggiole di fronte agli animali, né sentiva il forte bisogno di doverli coccolare.
Essendo cresciuta nel bosco dove abitano animali selvatici, Alice era cresciuta con l'idea che gli animali facessero parte del mondo esattamente come gli umani. Erano però diversi da loro e comunicavano a modo loro, bisognava essere rispettosi dei loro limiti e dei loro comportamenti e imparare a condividere insieme gli spazi verdi. Questa caratteristica selvatica, misteriosa a tratti, li rendeva molto interessanti e affini al suo carattere. Ovviamente gli animali domestici come cani o gatti erano un'altra storia. Forse proprio per questo motivo aveva scelto come proprio animaletto uno scoiattolo. E Tobi era rimasto senza fuggire, quasi felice di aver trovato una compagna di marachelle.
Comunque a quanto pareva Camille conosceva già bene Lucien, i due sembravano in confidenza mentre si scambiavano informazioni riguardante qualcosa di cui nessun altro sembrava essere a conoscenza. Le altre due ragazzine del primo anno invece, apparivano tese. Era totalmente normale sentirsi un po' nervose durante il primo anno ad Hogwarts, era tutto nuovo e sconosciuto. Provó a sorridere ad entrambe per incoraggiarle, dopotutto era la più grande e si sentiva in qualche modo come di dover badare a loro. Il gufo di Marjorie era legato con una specie di catenina, era piuttosto disturbante vederlo ma sicuramente la ragazzina lo aveva fatto per cercare di domarlo in qualche modo, doveva essere in difficoltà e Alice pensò che fosse stata una buona idea portarlo da Cravenmoore << Oh io sono Alice Wagner, terzo anno, Grifondoro. >> un grosso sorriso comparve ad illuminarle il viso, non si vedeva quanto fosse fiera della sua casata ah? << Dovrei iniziare la sua materia quest'anno.. >> Professor Cravenmoore? Mr Cravenmoore? BOH <<... Com'è che preferisce essere chiamato? >> perché in effetti era sempre meglio chiedere, magari era un prof dei ggggiovani di quelli che si siedono sulla cattedra un po' da rebel. Chissà.
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view post Posted on 15/11/2021, 15:04
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La povera Tear, resa abbastanza famosa grazie all'articolo di Camille pubblicato sul Profeta, se l'era vista brutta. I Chizpurfle sapevano essere molto fastidiosi e per quante beccate avesse dato tra le piume, aveva dovuto attendere il rimedio che Lucien le aveva procurato per ritrovare la serenità. «Non aspetta altro che essere viziata. Ora sta riposando, quei rimedi sono tanto efficaci quanto pesanti, ma non mancheranno le occasioni.» le garantì strizzandole l'occhio. Se le studentesse avessero guardato a ovest della capanna, adiacente alla rimessa degli attrezzi, avrebbero potuto scorgere Capo tempesta, un nido di rose canine e rovi a forma di lacrima dove una pioggia incantata cadeva su una grande palla di piume, che altro non era che Tear raggomitolata e intenta a farsi una bella dormita. L’attenzione del Prefetto Tassorosso fu quindi rapita da Leviosa, la quale diede segno di riconoscerla. Nulla di plateale, giusto un gesto che Lucien, conoscendola, avrebbe interpretato al volo. «È peggiorata, a dire il vero» dovette ammettere scuotendo il capo con aria rassegnata e si affrettò a fornirle una spiegazione «Ci troviamo nel periodo di accoppiamento della sua specie, perciò è sempre agitata e ne combina una dietro l'altra. La professoressa McLinder ha acquistato un esemplare maschile durante un evento tenutosi al Serraglio, ma non abbiamo ancora trovato il tempo per farli incontrare. Ogni tanto, quando porta Wingardium a fare una passeggiata, anche a grandi distanze, Leviosa sentendo il suo verso lo interpreta come un segnale e cerca di spostarsi nel tentativo di raggiungere il partner» Quando Wanga era nei paraggi, Levi andava in fibrillazione. Iniziava a beccare la porta della capanna - naturalmente un incantesimo le impediva di scomparire-riapparire senza che Lucien potesse evitare che si cacciasse nei guai, poi procedeva a disfare qualsiasi capo fatto a maglia che trovava in circolazione (coperte o vestiti poco importava), appariva e riappariva peggio dello sfarfallio di una lampadina lasciando piume ovunque. Questi gli effetti minori. La riproduzione degli uccelli era un affare delicato e dipendeva da vari fattori (come la durata del giorno, l'intesità della luce e l'alimentazione) che ne rendevano ancora più complicata la buona riuscita, perciò lui e Atena avevano deciso di non lasciarsi sopraffare dall'entusiasmo e di aspettare le condizioni ideali, per quanto possibile. I reciproci impegni avevano fatto il resto.
Sentendosi nominare, la ruffiana scomparve per riapparire sulla spalla del mago, in attesa di una grattatina che ottenne in quattro e quattr'otto. Nel frattempo, Camille agguantò un sacchettino estraendone un biscotto e passando i restanti alle altre. Lucien la tranquillizzò circa l'innocuità del foraggio e osservò divertito la creatura andare ghiotta a reclamarlo. Mentre si stava ripulendo il becco col folto piumaggio, la sua attenzione fu carpita dalla sciarpa di Gin. «Non ci provare, Levi» l'ammonì e lei, capita l'antifona, mollò la presa sui birbanti intenti e tornò ad elemosinare biscotti. Più guardava Gin, più i suoi tratti gli suggerivano qualcosa che afferrò come uno schiaffo sul vivo. Diversi mesi fa, parecchi mesi fa, si era trovato con una combriccola di adulti - tra cui alcuni attuali colleghi - alla Testa di Porco, sbronzo da far schifo, indossando un osceno copricapo regalatogli da sua nonna. Non che ricordasse granché di quella serata, ma l'importante era che lei non ricordasse di averlo servito in quello stato impietoso e che non avesse colto qualsiasi cosa indegna potesse aver detto o fatto. Le rivolse un sorriso impacciato quando si presentò, innervosito quanto lei per motivi differenti e senza darlo a vedere, riconducendo il suo stato a qualche memoria imbarazzante di cui era all'oscuro. Se era abbastanza fortunato non lo aveva collegato a quell'episodio, per il quale ormai non poteva fare nulla. «Sono stato Corvonero anch'io, sai Gin?» Non si aspettava nessun commento in particolare, sentì solo di voler condividere con lei quell'informazione. «Come sta andando andando il tuo primo anno? Hogwarts sta rispondendo positivamente alle tue aspettative, se ne avevi?» Rivolse la stessa domanda a Marjorie, ascoltando poi il motivo della presenza del gufo. Si presentò a sua volta e il mago colse la Casata di appartenenza dai colori che indossava. Scrutò attentamente il volatile, un gran nell'esemplare, e gli si avvicinò facendo alcuni gesti con braccia e mani per verificarne la reattività. «Partiamo dal presupposto che il gufo non è un animale domestico. Seppur imprintati e abituati all’uomo, spesso docili e giocherelloni, i rapaci notturni restano degli animali selvatici con le loro esigenze, caratteri e limiti. Presumo che per "scambiare gli animali dei tuoi compagni per prede", di tanto in tanto dalla voliera lo porti in Sala Comune o in camera...» quando fu certo di non rischiare una beccata sul dorso della mano, azzardò una carezza al fidato amico di Marjorie. «Reputo improbabile che ciò accada di notte» proseguì con un mezzo sorriso «Torniamo al discorso di prima: il gufo è un rapace notturno, attivo di notte mentre di giorno tende ad appisolarsi e cercare un ricovero tranquillo, buio e silenzioso per mera necessità etologica. In parole povere in questo arco temporale della giornata, un gufo se non riposa abbastanza o viene interrotto e costretto ad attività che non lo aggradano, come uno spostamento, risulta facilmente irritabile. Se ancora è in fase di apprendimento per le consegne, può non avere ritmi a cui aggrapparsi, sentirsi scombussolato durante gli spostamenti diurni e non sfogarsi abbastanza. Per natura, inoltre, sono stimolati a cacciare i propri pasti mentre i gufi nelle voliere hanno già il cibo a disposizione. Il mio consiglio è di portarlo una volta al giorno all'aria aperta, lasciando che si libri e cacci anche se naturalmente portato a farlo di notte. Questo gli impartirà nuovi ritmi a cui adeguarsi che seguono la sua natura, pur rispettando le tue limitazioni (non potresti occupartene di notte, quindi urge trovare un compromesso). Se ti va posso aiutarti, iniziando con una settimana di incontri a quest'ora e vedendo come reagisce. Nella fase di adattamento è importante che non lo porti a contatto con gli animali dei tuoi compagni, perché sarà ancora più sensibile di quanto non sia stato fino ad ora.» Una delle peculiarità di quegli animali era che si legavano molto alla persona che li accudiva, anche perché in genere venivano acquistati da pulli, subendo una sorta di imprintig eccezionale.
Fu il turno di Alice che, fu lieto di apprendere, aveva scelto di seguire la sua materia facoltativa, ora che era al suo terzo anno a Hogwarts. «Durante le lezioni, Professore o Professor Cravenmoore andranno benissimo. Durante incontri meno formali come questo, anche Lucien andrà benissimo.» Che Peverell gli mandasse pure una strillettera, si sarebbe regolato di conseguenza, ma finché gli era possibile preferiva accordarsi al proprio istinto. «Spero che le lezioni non deludano le tue aspettative e di esserne all'altezza» aggiunse assottigliando le iridi cerulee «A proposito di lezioni, al quinto anno tra le varie creature che tratterò ci sono gli ippogrifi. Per una fortunata coincidenza, qualche giorno fa con il signorino Minotaus, Caposcuola, abbiamo avuto un tête-à-tête con un esemplare fuggito dalla recinzione e lo sto tenendo in osservazione per esaminarne il temperamento, individuare le cause ecc. Perciò potremmo andare a trovarlo ma, beninteso, ci terremmo a debita distanza e potrei darvi un'infarinatura generale sulla sua specie, se vi fa piacere.» Era una proposta come un'altra ed era aperto a qualsiasi cosa potesse stimolarle ed avvicinarle al mondo delle creature magiche, motivo per il quale avevano richiesto di incontrarlo.

© petrichor.

 
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view post Posted on 19/11/2021, 19:21
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Ama, ama follemente, ama più che puoi e se ti dicono che è peccato ama il tuo peccato e sarai innocente. (William Shakespeare - Romeo e Giulietta)

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20211103-152803
I Biscottini Gufici non avrebbero fatto male al batuffolino di piume chiamato Leviosa. Rassicurata su quel dettaglio, seppur banale, passò il sacchettino alle altre e spezzò a metà quello che aveva in mano «Prendine pure uno in più se vuole favorire anche Noctus!» strizzò l’occhio a Marjorie per incoraggiarla. Immaginava che anche al suo famiglio facessero piacere un po’ di attenzioni. A quanto pare era lì per capire come educarlo al meglio, la creatura apparentemente docile le causava qualche problema con i concasati e i loro animali da compagnia.
Tornò ad osservare divertita la piccola Diricawl, che pochi istanti prima venne attratta dalla morbida sciarpa di Gin, associandolo chissà a quale strambo gioco. Per fortuna non ci fu nessuna aggressione nei confronti del povero indumento «Mi sa che le piaci Gin!» disse rivolgendosi alla giovane Corvonero in tono confidenziale. Le indicò poi con un cenno del capo il buffo volatile, che nel frattempo si era appostato sulla spalla di Lucien in cerca di coccole. Si avvicinò con cautela a Leviosa, evitando movimenti bruschi per non spaventarla. Anche se probabilmente era abituata alla presenza di persone e altri esseri viventi, non voleva rischiare di farla scomparire magicamente in un puff. Sorrise dolcemente guardandola negli occhi, in modo da farle capire le sue buone intenzioni, allungò contemporaneamente il braccio nella sua direzione per porgerle il cibo posizionato nel palmo «Ah quindi non sei solo una frugoletta, ma anche una golosona!» attese che spazzolasse tutto fino all’ultima briciola e le concesse anche lei un delicato grattino sotto al becco, passando con un movimento lento le dita affusolate tra il folto piumaggio. Si lasciò solleticare piacevolmente i polpastrelli, un po’ come si fa con li steli d’erba fresca. Era una sensazione bellissima, molto rilassante tra l’altro. Rimase affascinata dalle sfumature cromatiche del turchese, dalle più scure alle brillanti, date dai giochi di luce regalati dai raggi del tiepido sole autunnale. Accompagnò il gesto con altri complimenti, non resistette. Quando le venne fornita l'effettiva causa del suo attuale temperamento vulcanico esclamò «Chi l’avrebbe mai detto, una novella Giulietta in cerca del suo Romeo!? È per questo che sei così turbolenta eh!?» lo trovava molto tenero, anche se la tenerezza non credeva potesse compensare eventuali danni alla dimora di Lucien. Si figurò la scenetta del piccolo uragano piumato, all'apparenza carino e coccoloso, che metteva a soqquadro qualsiasi cosa cacciandosi nei guai. Un vero concentrato di energia e determinazione che cerca di raggiungere con ogni mezzo il suo partner. Un po' l'ammirava per questo. A modo suo, era degna di essere paragonata ad una delle tante eroine dei romanzi rosa.
Si allontanò da lei lasciando spazio alle sue compagne, se fossero state intenzionate a viziarla un po'. Intanto rivolse un'occhiata a Capo Tempesta, dove riposava Tear, felice di sapere che appena si sarebbe ripresa dalla convalescenza poteva farle visita.
Appena Lucien terminò di dispensare i suoi preziosi consigli a Marjorie, propose di portarle a trovare un esemplare d’Ippogrifo che teneva sotto osservazione non lontano dalla Capanna. Inutile dire che l'entusiasmo della Tassorosso salì alle stelle. Gli occhi le si illuminarono all’istante come fiammelle vive «O-oh, ma certo! Molto volentieri!» colse la palla al balzo. Di solito, come specificato dal docente, era necessario attendere a lungo, troppo a lungo, per ammirare quelle maestose creature. Impossibile non approfittare di quell'occasione unica. Anche se, in realtà, doveva frenarsi e conoscere anche il responso delle altre «Ovviamente se siamo tutte d'accordo!?» si affrettò ad aggiungere. Passò lo sguardo sui loro volti aspettando di sapere cosa ne pensavano.

20211103-152810


| Camille Donovan | First Year | Hufflepuff Prefect | 14 y.o |






 
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view post Posted on 2/12/2021, 11:48
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Di sole e di gatti

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Amelia Gin Moonword
studentessa |12 anni | I anno | Corvonero




La preoccupazione di Gin sullo stato del gufo di Marjorie, Noctus, sembravano essere eccessive. A quanto pareva la sua preoccupazione era dovuta al comportamento del rapace nei confronti degli animaletti degli altri studenti. Gin non si era mai posta il problema. Ka, il suo gufo, era libero di fare quello che voleva e non si era mai preoccupata di cosa mangiasse esattamente. Sapeva che andava a caccia, sapeva che mangiava quanto era disponibile in Guferia, sapeva che mangiava tutte le schifezze (gufiche o meno) che Gin gli passava. Non aveva mai trovato cadaveri di animaletti, né nessuno dei suoi compagni si era mai lamentato della sparizione di un animale di compagnia. Almeno non con lei. Non che lei se ne fosse mai preoccupata.

«Che bel nome, Noctus. Il mio gufo si chiama Ka» disse Gin, facendo un sorriso ancora un po' dubbioso al gufo e alla sua padrona. Ascoltò con interesse il resoconto del professore su Tear e le tornò in mente che doveva aver intravisto un articolo sulla Gazzetta che ne parlava. Si ripromise di leggerli più a fondo gli articoli del giornale a cui era abbonata; a quanto pareva potevano rivelarsi fonti di informazioni preziose per lei che così poco sapeva del mondo magico. Gin girò lo sguardo verso l'animale a cui faceva riferimento il professore. Da quella posizione poteva scorgere solo un ammasso di piume sotto una pioggia che cadeva solo lì. Guardò in su, velocemente e cercando di non farsi vedere dagli altri, per vedere se il cielo si stesse riempendo di nuvole, ma no: la pioggia sembrava essere localizzata solo sopra il volatile. *Sarà certamente incantata. Devo imparare a riconoscere la magia il prima possibile se non voglio ogni volta sembrare una stupida!*.
Gin era abbastanza ingiusta con se stessa ma stava cercando di mettercela tutta per integrarsi al meglio e non dare a vedere che sapeva pochissimo del mondo magico. Non che avesse qualche problema a dire che aveva sempre vissuto nel mondo babbano ignara dell'esistenza della magia, ma voleva essere lei a decidere se e quando dirlo. Non le piaceva ogni volta fare la figura della bambina che si stupiva di tutto.

Il buco nero di quei pensieri fu interrotto da Camille che le stava passando qualcosa. Gin si ritrovò in mano un biscotto gufico, che le aveva passato la Tassorosso e il suo sguardo rifocalizzò sull'animale di cui Cravenmoore stava parlando, Leviosa. Era contenta di interagire con altri animali e i volatili lei li amava tutti. Questo sembrava particolarmente speciale. Non era certamente un volatile comune, da quello che aveva capito e osservato poteva volare ma anche scomparire e riapparire. Sperava che Leviosa si sarebbe avvicinata per prendere il biscottino dalla sua mano. Ma non sarebbe stata lei a forzare la mano. Nel mentre ascoltò con interesse il docente. Era molto interessata al suo resoconto sul comportamento di Leviosa e di un altro esemplare di nome Wingardium in periodo di accoppiamento e cercò di farsi venire in mente se Ka avesse avuto qualche comportamento strano ultimamente. Ma non le venne in mente niente. Probabilmente i gufi andavano in calore in momenti diversi dai Diricawl, questo era chiaro. Ma Gin non si era mai posta il problema che Ka potesse aver bisogno di qualcosa in particolare. Stava per fare una domanda su quel tema, quando notò che Leviosa stava osservando intensamente la sua sciarpa di lana rossa. «Mi sa che le piaci Gin!» senti Camille dirle. Quasi nello stesso momento Cravenmore aggiunse: «Non ci provare, Levi».

Il gufo sembrò capire l'antifona e si acquietò, pur tenendo un occhio su quella sciarpa. O almeno così sembrò a Gin. Gin seguì Camille che si stava avvicinando al volatile, per dargli qualche biscottino. Leviosa lo mangiò volentieri e Gin le sorrise e le fece un grattino.
Un po' sottovoce le disse: «Ti piace la mia sciarpa, eh? Eccone qui un pezzetto da disfare quando vuoi» e le porse un pon pon di lana batuffoloso che pendeva da una delle estremità. Poi le venne in mente che forse non doveva; si sentiva osservata dal professore, ma ormai l'aveva staccato. Si sentì infatti dire: «Sono stato Corvonero anch'io, sai Gin? Come sta andando andando il tuo primo anno? Hogwarts sta rispondendo positivamente alle tue aspettative, se ne avevi?»

Gin colse l'occasione della domanda diretta per accertarsi di poter dare il batuffolo a Leviosa. Si rivolse quindi al professore sentendo, suo malgrado, che le guance diventavano leggermente più accese «Non è un problema vero? Posso darglielo? I miei compagni non sono proprio felici che io vada in giro con una sciarpa rossa tutto il tempo, quindi me ne farò senz'altro una nuova. Blu direi.». Sperò di non aver combinato un guaio. Quindi continuò facendo qualche passo indietro «Non sapevo fosse stato Corvonero anche lei! Io mi sto trovando molto bene: adesso ho una scusa per fare quello che mi piace: leggere, creare cose...». Il professore avrebbe senz'altro capito cosa intendeva e quale senso di leggerezza poteva portare essere tra persone affini.

«Non conoscevo Hogwarts prima di arrivarci. È stato quasi come essere in un mondo impazzito all'inizio. Adesso.... beh ci sono tanti compiti...». Sorrise, appena divertita, ma con la mente che volava ai compiti che ancora non aveva consegnato e che avrebbe dovuto recuperare la sera o il giorno dopo. Ora si sentiva a suo agio, pronta a godersi l'esperienza che il docente aveva pensato per loro. Sapere che il professore era stato della sua casata l'aveva calmata.

Ascoltò tutte le successive discussioni, non senza sorridere alla domanda di Alice che sembrava appena appena condita di malizia. Continuò a dare qualche occhiata a Leviosa e ogni tanto a Tear. Le sarebbe piaciuto vederla da vicino. Sperò di poter recuperare una visita in una secondo momento, quando magari avrebbe recuperato anche l'articolo sulla Gazzetta e qualche altra informazione in biblioteca.

Quando Cravenmoore propose di andare a vedere un Ippogrifo, non poteva essere più felice!

«Sarebbe fantastico. Non ho mai visto un Ippogrifo dal vivo! Ne ho vista una immagine in un libro ma sarebbe bellissimo vederlo davvero!»






PS: 109 | PM: 51 | PC: 51 | EXP: 2.5




© Gaelle


Scusate l'attesa!
 
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view post Posted on 3/12/2021, 14:09
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Even if I played for another ten years, I wouldn’t lose interest.

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Mentre attendeva la risposta del professore, Marjorie si ritrovò a dover affrontare una forte agitazione. Che avesse davvero errato a portare Noctus con lei? A pensarci adesso si sentiva stupida a non aver considerato la presenza di animali nella capanna del guardiacaccia. Essendo legato, il suo gufo difficilmente avrebbe potuto fare danni ma non si poteva mai essere certi nella vita. Cosa avrebbe fatto se quel furfante avesse deciso di attaccar briga con il volatile davanti a lei? Il guinzaglio con cui l'aveva legato gli impediva di combinare guai ma, nel contempo, anche di darsi alla fuga se la sua testardaggine l'avesse portato a far infuriare l'animale sbagliato. Sapeva che, se fosse successo qualcosa del genere, il professore sarebbe intervenuto ma non poteva evitare di preoccuparsi. Per fortuna, Leviosa sembrava essere interessata unicamente ai biscotti (oltre che a una certa sciarpa) e, nonostante la sua golosità, Noctus era titubante a disturbarla a causa delle sue dimensioni.

Nonostante il suo stato di agitazione, Marjorie fece il suo meglio per memorizzare i nomi delle altre due ragazze: Gin e Alice. Cominciò a tranquillizzarsi solo quando il professor Cravenmoore narrò la storia di Leviosa e spiegò le difficoltà che stava riscontrando a causa del desiderio della creatura di raggiungere il partner. Se anche un esperto come lui aveva qualche difficoltà nel educare il suo strano volatile, forse non avrebbe dovuto essere così imbarazzata per non essere in grado di mettere in riga Noctus. Marjorie voleva bene al suo gufo, anche se non lo aveva da molto lo sentiva già parte integrante della sua famiglia, così le sarebbe piaciuto poter passare liberamente del tempo assieme a lui senza doverlo per forza legare per evitare guai. Essendo il suo primo animale domestico e trattandosi di un rapace, la sua aspirazione si era però dimostrata più complessa di quanto si sarebbe aspettata. Così, quando il professore cominciò ad informarla sulle caratteristiche dei gufi e sulla loro diversità rispetto agli animali domestici, la bambina lo ascoltò attenta, annuendo di tanto in tanto.

«Magari la sera, prima del coprifuoco?» Considerò, quando il docente le consigliò di portare Noctus una volta al giorno all'aria aperta per permettergli di abituarsi ad un ritmo differente a quello naturale. «E pian piano anticipare l'orario fino ad arrivare al pomeriggio?» La mattina probabilmente era meglio evitarla, in quanto dopo l'attività notturna il gufo avrebbe avuto sicuramente bisogno di riposare. *Questo basterà per risolvere il problema?* Si domandò, un po' dubbiosa, mentre osservava Noctus che, dopo un attimo di diffidenza, aveva cominciato ad apprezzare le attenzioni di Cravenmoore. *Beh, anch'io quando sono stressata do i numeri quindi se si rilassasse probabilmente si comporterebbe meglio... e magari sarebbe più disposto ad ubbidirmi.*

Probabilmente non sarebbe stato sufficiente ma, se avesse abbinato quella fase di adattamento con degli incontri col professore, magari avrebbe potuto avvenire un miracolo. «La ringrazio per i consigli e la sua disponibilità, professore.» Sì, l'uomo aveva dato loro il permesso di chiamarlo per nome in occasioni informali come quella in corso ma a Marjorie sembrò giusto dimostrare il suo rispetto usando il suo titolo. «Allora nei prossimi giorni porterò Noctus da lei per vedere come va.»

Finalmente più tranquilla, la bambina riportò la sua attenzione sulla domanda fatta in precedenza da Cravenmoore così come alla risposta di Gin (che fosse una nata babbana?). «Hogwarts è affascinante.» Iniziò quindi. «C'è tanto da imparare e alle volte mi sento quasi sopraffatta ma sono felice di essere qui. Devo solo riuscire ad organizzare meglio le mie priorità, la biblioteca mi attira troppo.» Completò con un sorriso quasi imbarazzato. Sì, aveva bisogno di capire su quali arti magiche puntare: c'era tanto che l'affascinava ma non era semplicemente fattibile primeggiare in tutto. Era solo al primo anno quindi avrebbe avuto tempo per comprendere quali erano le sue potenzialità ma prima iniziava a pensarci prima sarebbe riuscita a giungere ad una conclusione.

Mezza persa nelle sue riflessioni, si accorse del sacchetto di biscottini gufici che le era stato passato solo quando fu nella sua mano. «Prendine pure uno in più se vuole favorire anche Noctus!» Le disse Camille, facendole un occhiolino come per incoraggiarla. In effetti, fino a quel momento Noctus si era comportato bene quindi si era più che meritato un biscotto. «Ti ringrazio ma li ho anch...» Prima che potesse restituire il sacchetto alla proprietaria, con l'idea di aprire il suo per poi offrire qualche biscotto a Noctus e magari provare ad avvicinare il diricawl, il gufo spalancò le ali e spiccò un brevissimo volo, passando da un suo braccio all'altro e infilando il becco direttamente nel sacchetto. «Noctus!» Alla sua esclamazione, il gufo si rimise dritto con un biscotto ben evidente nel becco e un'espressione orgogliosa sul volto piumato. Marjorie sospirò. «E io che stavo per farti i complimenti perché ti eri comportato bene.» Cosa doveva fare con quel gufo? Prima che il volatile potesse fare scorpacciata di biscotti altrui, Marjorie si affrettò a porgere il sacchetto verso Camille. «Il furfante pennuto ti ringrazia per il biscotto. Noctus è un ladruncolo nato.» Commentò, tra il divertito e l'esasperato. A quel punto, provare ad avvicinare Leviosa era abbastanza infattibile: non aveva idea di cosa avrebbe potuto combinare Noctus se non l'avesse tenuto a debita distanza dal diricawl. Avrebbe fatto in modo, un giorno o l'altro, di andarla a trovare senza un certo volatile al seguito.

Quando il professore le invitò a visitare l'ippogrifo, gli occhi di Marjorie brillarono dalla curiosità. «Posso venire anch'io?» Domandò un po' timidamente, consapevole che doveva trattarsi di qualcosa di organizzato per le altre ragazze. Trovandosi lì solo per caso, non era sicura che fosse giusto seguirle. *E ho Noctus con me. Anche se mi dicessero che posso unirmi a loro dovrei capire dove lasciarlo. Se lo liberassi non avrebbe problemi a tornare alla guferia... ma scommetto che, prima di farlo, andrebbe a disturbare qualcuna delle creature del professore.*

Marjorie Hastur
11 anni | Primo anno | Serpeverde | scheda

 
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view post Posted on 5/12/2021, 12:35
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Alice Wagner
Gryffindor - 16 y.o - 3rd year-
Il professor Cravenmoor sembrava davvero saperne a pacchi, su questo Alice non aveva nulla da ridire. Era quasi chiaro che in passato fosse stato un Corvonero, dai blu-argento potevi aspettartele certe cose. In ogni caso l'esser preparato sulla propria materia era una cosa che Alice apprezzava, soprattutto se veniva trasmessa con una certa passione. Da quanto aveva visto, il Guardiacaccia sembrava essere davvero coinvolto in quello che faceva non solo ai fini scolastici, gli animali di cui si occupava sembravano aver preso residenza fissa nella sua dimora e il fatto che li conoscesse a menadito, pregi e difetti, faceva capire un interesse che andava oltre alla semplice professione. Comunque finalmente si rese conto del fatto che stessero parlando di Tear, l'Augurey di cui Camille aveva scritto in qualche articolo precedente della gazzetta ed Alice proprio cercando con gli occhi la creaturina, la trovò raggomitolata in un classico nido di rose canine e rovi, intenta a farsi un bel riposino. Ah, quindi è quello lì l'artefice del canto di cui tutti si lamentano da settimane pensò mentre osservava quel corpicino fatto di piume, sul quale cadeva una pioggia incantata. Lei personalmente non lo trovava fastidioso, era un canto un po' melanconico che in qualche modo apprezzava, inoltre il fatto che preferisse starsene per i fatti suoi le faceva guadagnare a suo avviso, punti simpatia. Sembrò distrarsi per qualche secondo, mentre le altre facevano amicizia con Leviosa la quale sembrava decisamente interessata ai biscottini tirati fuori dalla Donovan. Lucian comunque sembrava preoccupato del suo comportamento, reso frenetico dal periodo dell'accoppiamento e dalle continue fughe della Diricawl e assalti a capi di abbigliamento misti. Alice rimase lievemente in disparte mentre le altre si avvicinavano per conoscerla, limitandosi ad osservare il comportamento della creaturina e ad associare i suoi comportamenti al periodo dell'anno nel quale si trovavano. Le spiegazioni fornite scaturivano in lei una certa curiosità, sarebbe stato interessante riuscire a trovare delle soluzioni riguardanti certi comportamenti anomali autonomamente, così come Lucian stava ora facendo con il gufo di Marjorie. Cura delle Creature Magiche iniziava ad essere per Alice qualcosa in più rispetto ad una semplice lezione da svolgere per passare l'anno, era qualcosa che procurava in lei un certo interesse. Sembrava essere qualcosa di pratico, qualcosa che poteva essere applicato dal vivo e che poteva aiutare a comprendere tutti quei piccoli o grandi esserini che condividevano con loro il pianeta e che spesso erano oggetto di misteriose e ingiuste leggende. Comunque ora che ci pensava ricordava benissimo quel gufo, più di una volta era infatti stato oggetto di maledizioni da parte del suo scoiattolo che era fuggito dandosela a gambe il più velocemente possibile sulla sua spalla << Ah! Ora mi ricordo, quindi è proprio Noctus che ha attentato alla vita di Tobi >> esclamò improvvisamente colta dalla rivelazione << Probabilmente se lo è meritato perché è andato a infastidirlo...a volte fa il gradasso con gli animali più grossi--Ah Tobi è il mio scoiattolo. >> ridacchiò appena ricordando la faccia sconvolta del roditore. Tornò a spostare l'attenzione sul gufetto e su quello che aveva da dire a riguardo il professor Cravenmoore. Le sembrarono informazioni piuttosto utili e consigli che potevano essere applicati piuttosto facilmente e ancora, si sorprese di sapere quanto fosse informato a riguardo. Be' dopotutto era il suo lavoro. Ad ogni modo arrivò il suo turno e come previsto le sembrò un tipo di insegnante piuttosto alla mano, ma in ogni caso non si sentiva ancora in confidenza da poterlo chiamare con il suo nome << Professor Cravenmoor sia.>> aggiunse con un sorriso << Sembra saperne molto a riguardo, credo proprio che potrei mettermi a studiare stavolta. >> ma la cosa assolutamente sconvolgente fu sapere dell'ippogrifo. Ora, non voleva dire di aspettarsi un incontro, ma un po' sperava che saltasse fuori l'argomento, per cui il sentirgli dire quelle cose la elettrizzò non poco. Gli occhi chiari sembrarono illuminarsi e un sorrisone apparve sul viso, irradiandolo, Alice quasi non vedeva l'ora. Incontrare un ippogrifo E farsi un giro nella foresta? << Oh! Sarebbe iper fantastico, professore! >> e annuì quindi nella direzione di Camille. Insomma chi poteva non essere d'accordo?
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view post Posted on 6/12/2021, 14:17
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Alla fine, Leviosa era riuscita ad accaparrarsi una buona fetta di attenzioni ed era innegabile che ciò gratificasse il suo ego. Viziata, abituata ad essere la principessa della capanna e ghiotta sia di cibo che di coccole, godeva di una personalità vivace cui era difficile star dietro. Il piumaggio curato pareva fremere passando da una studentessa all'altra, gravida di aspettative e felice di trovare nelle umane tante soddisfazioni in così poco tempo. Il docente fu intenerito dal gesto di Gin nei suoi confronti, la quale manifestò l'intenzione di staccare un pon pon di lana batuffoloso dalla sciarpa per donarlo al Diricawl, previa richiesta a lui. «Ma certo, la farai felice. Non badare al loro giudizio, se preferisci vestire con una sciarpa rossa azichè blu fallo» Alla fine c'erano una marea di altri dettagli che attestavano l'appartenenza di Gin a Corvonero e doveva fare ciò che preferiva. Il pon PON arrivò dunque a destinazione: un nuovo gioco! Leviosa, satura di emozioni gioioiose, prese a farlo saltellare col becco tipo una foca con la palla, abile e aggraziata. Purtroppo non godeva di mani prensili e quando fu il turno dei biscotti dovette separarsene, ma ogni volta che terminava un dolcetto provvedeva a reimpossessarsene ed anche quando finì il tempo delle prelibatezze, non se ne staccò più. In tutto ciò, erano bastate poche battute per lasciar intendere a Lucien alcune peculiarità della giovane strega, come la capacità di lavorare a maglia; si appuntò tutto mentalmente, trovandolo davvero interessante. Annuì col capo, sorridendole mite «Hogwarts riesce a darci tutti gli strumenti per affinare i nostri interessi e attitudini: spazi, strumenti, sapere e amici con cui condividerli» un semplice parere personale che Gin avrebbe potuto valutare e tranquillamente scartare. Alla fine lui poteva dispensare loro nozioni apprese nel corso degli anni, ma se possibile gradiva anche un approccio più empatico di cui poteva beneficiare sia lui che loro. Si trovò a pescare tante similitudini con la piccola Corvonero e ne fu lieto «Anch'io e ricordo che all'inizio fu davvero destabilizzante. Le novità, specie quando sono tante tutte insieme, sono un bel colpo da digerire, assieme alle emozione ad esse collegate. Ma vedrai che pian piano tutto assumerà contorni di famigliarità» le assicurò strizzandole l'occhio con fare incoraggiante, per poi dedicarsi agli altri interventi.
Marjorie ascoltò attentamente i consigli e proposte avanzati dal docente, soppesandoli. «Dipende da come sei più comoda. Non dobbiamo necessariamente arrivare al pomeriggio, anzi, più ci avviciniamo all'orario naturale della caccia di Noctus, meglio è. Inoltre, posso supporre che di pomeriggio tu preferisca dedicarti allo studio, ai compiti o ad altre attività tipo il Quidditch e una passeggiata al crepuscolo sarebbe più proficuo per il tuo gufo e distensivo per te» valutò con aria meditabonda, cercando di coniugare le necessità della studentessa a quelle del suo animale. Provvide quindi ad annuire col capo quando lei acconsentì agli incontri proposti, viaggiando con la mente ed iniziando a strutturare un percorso proficuo da far fare loro ad ogni incontro.
Non aveva la certezza totale che quella fosse la soluzione, d'altronde ogni animale e creatura era a sé, ma nutriva delle significative speranze date dall'esperienza.
«Sei appena agli inizi, è normale, e avrai tutto il tempo per trovare uno schema che ti porti ad affrontare tutte queste novità con serenità e ottimismo, bilanciando priorità e necessità» commentò fiducioso, nella speranza di infonderle un atteggiamento realista quanto positivo. Il primo anno non era facile per nessuno, si veniva investiti di tante novità che elwttrizzavano ma al contempo potevano portare ansie e paure.
Per lui era anche piacevole vederle approcciarsi tra loro, da spettatore esterno. Ricordò quando aveva vestito i loro panni nove anni prima, con una nota nostalgica che sfumò rapidamente lasciando posto alla concentrazione quando la più grande delle tre si rivolse a lui. «Non gioverebbe solo alla tua istruzione, ma applicandoti frequentando il mio corso ti aggiungeresti a quelli che raggiungono alte valutazioni e questo mi porterebbe qualche sorriso dal Preside, suppongo» commentò ridacchiando ed ammettendo un tornaconto personale giusto per spezzare il clima. Gli piaceva quella ragazza, sembrava sapere il fatto suo e avere un temperamento vivace al punto giusto. Raccolse quindi le risposte delle studentesse alla proposta di mostrar loro l'ippogrifo, che come aveva specificato stanziava vicino alla capanna per scopi osservativi. «Ma certo» acconsentì verbalmente in direzione di Marjorie, che probabilmente doveva aver messo il dubbio la propria partecipazione perché sopraggiunta senza un avviso via gufo - comunque non necessario.
Fece cenno loro di seguirlo e le portò a superare il terrario di Harold, lo Streeler, di cui offrì qualche cenno sommario, fino a raggiungere uno spazio antistante il capanno degli attrezzi, dove la creatura metà cavallo e metà aquila era intenta a beccare dele terreno sconnesso. Le grandi ali dalla punta bianca erano perpendicolari al busto mentre il becco ricurvo produceva un ticchettio curioso a contatto con la superficie dura di alcuni sassi. Ancor prima che il gruppo si fosse fermato, l'esemplare aveva già captato la loro presenza e abbandonato la sua occupazione per scrutarli.
«Vi presento Furioso» proruppe Lucien facendo cenno con un braccio una linea immaginaria che delimitava la distanza di sicurezza da tenere. «Furioso, loro sono Camille, Gin, Marjorie e Alice» L'ippogrifo non diede segni di nervosismo, ma era senz'altro vigile e pronto a scattare. Un collare magico imponeva un perimetro spaziale entro cui poter muoversi senza troppi impedimenti. L'orgoglio era dipinto nelle iridi profonde che saettavano da un volto ad un altro con evidente curiosità. «Gli ippogrifi sono creature originate dall'incrocio tra un cavallo ed un grifone aventi testa, ali e zampe anteriori di un'aquila e il resto del corpo di un cavallo. Per natura, sono molto orgogliosi e reagiranno rapidamente e con decisione a chiunque sia abbastanza sciocco da insultarli, mentre risponderanno favorevolmente alle buone maniere. Sono fedeli a chi guadagna la loro fiducia e perfettamente in grado di badare a se stessi senza dipendere dagli umani. Scavano in cerca di insetti ma posso mangiare anche uccelli e piccoli mammiferi. Furioso sembra avere una predilezione per i cibi rari che trasudano sangue, il che lo rende adorabile.» Qualcuna forse avrebbe notato che la mano sinistra di Lucien si era avvicinata all'apertura del pastrano, segno che era pronto a sguainare la bacchetta all'occorrenza. «Sono classificati con XXX dal Ministero, dunque come creature mediamente pericolose
e difficilmente addomesticabili. Data la loro natura orgogliosa, quando si desidera avvicinarsi ad uno di loro è consuetudine aspettare che sia lui a fare la prima mossa. Il contatto visivo deve essere mantenuto mentre ci si inchina a dimostrazione delle proprie buone intenzioni, a quel punto bisogna aspettare che ricambi. Se ciò non dovesse avvenire, bisogna fare un rapido ritiro; se si inchina a sua volta, invece, ci si può avvicinare e perfino sperare che permetteta di cavalcarlo per volare»
A dimostrazione pratica, Lucien mostrò loro quanto aveva esposto a parole - naturalmente il tutto avvenne rapidamente poiché Furioso lo conosceva bene e si fidava si lui. Provvide a dispensargli qualche carezza, quindi tornò dalle studentesse. «Quando si riproduce, un ippogrifo costruisce un nido a terra e depone un unico grande uovo, che si schiuderà entro ventiquattro ore. Gli ippogrifi di solito possono volare entro una settimana dalla nascita, ma ci vogliono molti mesi prima che siano in grado di percorrere grandi distanze. Coloro che tengono gli ippogrifi nelle proprie case sono obbligati dalla legge magica ad eseguire un Incantesimo di Disillusione sui propri animali domestici, per impedire che i Babbani li notino. Avete qualche domanda o richiesta?» Decise che era ora di passare la palla a loro.

© petrichor.

 
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