Dangerous cure, Words of Magic

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view post Posted on 29/8/2021, 21:48
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L’ultima mezz’ora, trascorsa in biblioteca, si era rivelata particolarmente improduttiva visto che la mente del giovane Caposcuola era già indirizzata verso il suo successivo appuntamento. No, non si trattava di un’avvenente fanciulla conosciuta in chissà quale occasione, ma di una figura che, fino a poco tempo prima, aveva quasi sempre ignorato nel corso della sua permanenza ad Hogwarts.
Contrariamente al suo predecessore, il nuovo Guardiacaccia appariva agli occhi dell’inglese come un personaggio competente e sicuramente meno burbero e selvaggio di quanto si sarebbe potuto aspettare. Inoltre, oltre a custodire con cura diverse aree del giardino, comprese alcune creature magiche particolarmente interessanti, in molti giuravano d’averlo visto partecipare ad alcuni eventi scolastici e mondani. Per un suo possibile progetto, Mike non gli avrebbe di certo chiesto informazioni sull'ultima moda del momento, ma si era comunque convinto ad attingere a quella possibile fonte di conoscenza.
Così, ecco che verso le 15.45 il ragazzo avrebbe raccolto la bacchetta e tutti i suoi appunti di Incantesimi per dirigersi, tracolla in spalle, verso il luogo prefissato per l’incontro. Nonostante il clima fosse ancora mediamente tiepido, quando il giovane oltrepassò le porte dell’ingresso fu investito da un’improvvisa e frizzante brezza. Il segno di un cattivo presagio?
Fortunatamente aveva scelto di indossare un maglioncino leggero per convincersi a proseguire per il sentiero principale, verso est, al limite dell’insidiosa foresta. Era ancora pomeriggio e i tiepidi raggi del sole avrebbero potuto illuminare quella zona, seppur debolmente, per almeno un’altra ora. Ma perché si era scelto proprio quel luogo per costruire quella specie di serra?
Mike iniziava già a vedere le cime dei grossi faggi, delle querce e dei pini che davano il benvenuto agli incauti visitatori di quel luogo, sempre avvolto nella penombra. Harold, l’obiettivo di quell’incontro, dimorava in quell’impervia zona del giardino e il Serpeverde era intenzionato a conoscere qualcosa di più su quel vecchio lumacone, prima di confidare al Guardiacaccia le sue intenzioni circa la realizzazione di una Pozione Erbicida, argomento solamente accennato in precedenza.
Conosceva quell’intruglio? Ma soprattutto, gli avrebbe permesso di attingere da Harold per la sua realizzazione, o l’avrebbe bollata come un'esperienza oltremodo pericolosa? In effetti, Mike non si era mai posto il problema dell’effetto di quel veleno, se ingurgitato per sbaglio da un mago.
Passo dopo passo raggiunse i confini di quello che doveva essere una sorta di grande scrigno arcobaleno, adibito a terrario. Forse doveva essere un po’ in ritardo visto che il Guardiacaccia era già lì, ad aspettarlo.
Lo vide, infatti, poco più in là, curvo su qualcosa che sembrava trovarsi nei pressi di un cespuglio. Stava dando le spalle ai primi alberi della foresta e poco più in là, ma sulla destra, poteva già scorgere i vivaci colori della Creatura.
Nell’avvicinarsi di ancora qualche passo il giovane si sarebbe sorpreso dell’altezza dell’uomo, decisamente sproporzionata se paragonata a quella del tipico inglese. Un “nuovo” vichingo? Le voci di corridoio sul suo conto erano forse errate? Poco male, ormai era lì ed era sua intenzione iniziare con il piede giusto, visto che era stato lui a chiedere quell’incontro.

Buon pomeriggio Signor Cravenmoore! Immagino che la scelta di questo luogo per il nostro appuntamento non sia casuale… un bel posto per conversare indisturbati. Per richiamare la sua attenzione la voce sarebbe stata più forte del normale, anche se il mago sembrava sempre stranamente concentrato su un qualcosa che lui ancora non riusciva a scorgere; eppure, lo Streeler era di là, sulla destra.
Signor Cravenmoore? Mi sente? Ormai non poteva più essere ignorato.
Nell’avvicinarsi ulteriormente, con una mano in tasca e con la borsa ancora a tracolla, Mike si sarebbe deciso a sorridere in direzione del suo interlocutore; salvo imprevisti, era certo che avrebbe ottenuto tutte le risposte di cui aveva bisogno.

 
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view post Posted on 5/9/2021, 13:22
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LTCmGRq La lingua biforcuta gli pizzicava l'orecchio, imponendogli dei lievi scatti del collo per sottrarre la pelle sensibile alle sue dimostrazioni d'affetto. Silas gli si era avviluppato al collo come di consueto e, incuriosito dai movimenti del proprietario, lo studiava sibilandogli parole che non avrebbe mai potuto comprendere. Era capitato che Lucien valutasse di chiedere a sua sorella minore Océane di tradurgli il linguaggio del serpente, ma avrebbe equivalso a credere davvero che fosse capace di farlo e da quell'episodio di tanti anni prima, si era rifiutato categoricamente di riaffrontare l'argomento. Per paura.
Quel pomeriggio era in procinto di addentrarsi nella Foresta Proibita per svolgere una delle mansioni che gli competevano, quando scorse un clabbert in difficoltà, che se ne stava ricurvo tra gli steli d'erba a pochi centimetri da uno degli alberi che delimitavano l'inizio della foresta. Normalmente diffidenti con altre creature e animali, i clabbert lo erano altresì con gli esseri umani. Dunque, il fatto che non fosse schizzato via all'avvicinamento del guardiacaccia, fu per lui un chiaro segnale che qualcosa non andava. Nel momento in cui Lucien si chinò cautamente per controllarne lo stato di salute, notò che gli occhi acquosi si dilatarono dalla paura, ma ciò non ne forzò uno spostamento.
Quando individuò anche Silas oltre al mago, tentò un goffo movimento che non andò a segno. «Tranquillo, non voglio farti del male» *Ulteriore* pensò. Con la lentezza di una testuggine appena risvegliata, il francese allungò la mancina per capire meglio quale potesse essere la fonte delle sue sofferenze. Tenendolo tra le mani e studandolo con una certa accuratezza, riuscì a notare che l'arto inferiore sinistro era fratturato nel punto di giuntura, al punto da apparire sbilenco. Una visione che avrebbe potuto impressionare chi non ne era abituato o era facilmente suggestionabile alle manifestazioni di ferite e dolori altrui ma che, nel caso di Lucien, gli smosse una pietà che non avrebbe nutrito per tutti propri simili. Dedusse che forse l'esemplare poteva aver perso la presa palmata mentre oscillava tra gli alberi, e la caduta conseguita doveva essergli valsa quella frattura.
Impietrito, il clabbert accennava giusto a far guizzare gli occhietti da lui a Silas (più intento a preoccuparsi di vezzeggiare il padrone che a preoccuparsi di lui).
Il guardiacaccia trasse la dodici pollici dal fodero interno del pastrano e la puntò sull'animale praticamente inerte. Effettuando un movimento del polso continuo dal basso verso l’alto, al contempo scandì con precisione la formula “Mobilicorpus”. Dalla bacchetta fuoriuscirono tanti piccoli fili bianchi che si allacciarono attorno al corpo della creatura, sollevandola da terra. Avvalendosi di questa agevolazione, con la mano libera raccolse un ramoscello lungo quanto bastava e non troppo spesso, dopodiché si avviò verso la capanna, spostando conseguentemente anche il clabbert.LTCmGRq Con una possente gomitata alla porta cigolante della casupola, il mago aprì un varco per indirizzare la creatura al suo interno e poi la seguì sistemandola sul divano. Leviosa, accorsa incuriosita, beccò affettuosamente il braccio del francese in una muta richiesta di integrarla nella situazione, ma lui le fece segno di allontanarsi per timore che la sua presenza vaporosa influenzasse ulteriormente lo stato d'animo della creatura ferita. Aveva studiato la psicologia di quelle creature e sebbene non vi avesse avuto a che fare tanto spesso come con altre, riteneva di avere un quadro abbastanza chiaro su come andassero approcciati in una situazione come quella. In tutta risposta il Diricawl ne sostenne lo sguardo inclinando appena il capo piumato e dopo una manciata di secondi un "puff" accompagnò la sua scomparsa.
Lucien strappò un lembo di stoffa del pastrano e sistemò sia quello che il ramoscello vicino al clabbert. Questi pareva essersi abituato, in una certa misura, alla presenza ingombrante dell'umano e ne controllava i movimenti dalla propria quasi totale staticità, quasi fosse in attesa e per nulla ostile.
L'umano, che gli pareva innocuo fintanto che manifestava il desiderio di "non fargli del male", si assentò per andare a recuperare un oggetto che il clabbert non aveva mai visto prima, sottile e acuminato che lo intimorì. Provò a muoversi con l'intento di sottrarsene, ma la fitta di dolore che ne conseguì lo bloccò tra le pieghe del tessuto.
Sentì le sottili mani del mago dalle dita lunghe e magre tendere l'arto ferito e il male che produsse gli spezzò il fiato una sola, tremenda volta. Gli occhietti si aasottigliarono, il corpo dalla pelle verde liscia e scivolosa troppo provato da tante sofferenze, si tese e poi si afflosciò. Sentì che l'umano gli sussurrava qualcosa, poi la zampa fu pressata con delicatezza contro il ramo e la stoffa lacerata del vestiario fu avvolta attorno.
Lucien si riappropriò della bacchetta (precedentemente poggiata sul tavolo sul quale poco tempo prima Casey e Niahndra avevano intagliato i loro totem) e la puntò contro l’ago, pronunciando la formula “Ago Impnetio” e muovendola mimando il movimento che l'ago avrebbe dovuto compiere durante il rammendo. Movimenti semplici di cucito base, gli stessi che le babbane al porto di Durness compivano per cucire centrini a forma di barche e pesci. Fin dove aveva potuto, Lucien aveva spremuto i nativi di Durness per apprendere cose nuove, come aveva spiegato ad Aiden quando si erano messi a strimpellare la chitarra per le vie di Hogsmeade. Non era riuscito ad approfondire nessuna di quelle arti, troppo rapito da quelle magiche, ma qualcosa delle nozioni impartitegli era rimasto inciso nella sua memoria.
L’ago replicò e ripeté lo stesso movimento della bacchetta ripetutamente, fin quando si spezzò l’incantesimo, ma fu sufficiente a cucire la stoffa in modo che tenesse fermo l'arto del clabbert e il bastoncino che lo manteneva in quella posizione. L'Ago Impnetio aveva sortito l'effetto desiderato, sebbene Lucien non avesse fatto un lavoro certosino né granché valido - esteticamente non si poteva guardare - ma per quella che era l'utilità poteva ritenersi soddisfatto. «Sai, esiste un incantesimo capace di guarire le fratture che ti avrebbe fatto guarire più rapidamente. Ma approfitterò del tuo soggiorno qui per studiarti.» Un ghigno bastardo bordò le labbra del mago: lo aveva aiutato, certo, ma ad un prezzo.
Si mise a rovistare in un sacco per prendere alcuni utensili che fece scivolare nelle ampie tasche del pesante soprabito, nel mentre riprese parola. «A breve dovrò iniziare a ragionare sulle decorazioni natalizie per il castello e zone limitrofe e le vostre pustole scarlatte sarebbero un'ottima decorazione.» Una pausa rafforzò il silenzio che aleggiava nell'abitazione. Il clabbert continuava a sorridergli (per natura la loro bocca era sempre sorridente) quando in realtà continuava a soffrire. Lucien sbottò in un rantolo simile ad una risata e riprese parola. «Sto scherzando. E comunque, probabilmente ero troppo occupato a fare altro quando il professore di incantesimi ci spiegò l'esecuzione di quell'incantesimo, perciò ho dovuto rimediare sulla via più lunga ma ugualmente efficace.» aggiunse, prima di cercare di fargli aprire la bocca - attento a non pungersi con i denti affilatissimi - e fargli calare qualche goccia di pozione. «Questa farà sparire il dolore. Ora devo andare ad occuparmi di certe faccende, ti lascio in compagnia di Leviosa... quando riapparirà.» Verificato che fosse tutto sotto controllo e in sicurezza, il guardiacaccia levò le tende e si appostò di fronte ad un cespuglio iniziando a scavare nel terriccio. La questione fu piuttosto insidiiosa ma non avrebbe desistito, quando una voce richiamò la sua attenzione. Il mago alzò il capo, scrollando la zazzera nella quale si erano incastrati rametti e foglie, tanta era stata la sua foga. L'espressione che rivolse al figlio di Salazar lasciava intendere il suo smarrimento, non ricordando - ammesso che lo avesse mai saputo - il suo nome. «Ehi, ragazzo!» Nel dubbio, meglio restare sul vago. Fu a quel punto che un pensiero gli trafisse le sinapsi come una cometa ed il ricordo dell'appuntamento con tale Mike Tors Minotaus si ricollocò nell'ora giornaliera che aveva preposto per gli incontri con gli studenti e il resto del personale scolastico. Si battè la fronte, facendovi cozzare il terriccio smosso. «Si, si ti sento.» Si era rotto i boccini di dare del lei a dei ragazzi che avevano pochi anni in meno di lui, quella era la sua ora libera (?) e l'avrebbe gestita a modo suo. «Devi scusarmi, stavo cercando di acciuffare un Bipes Biporus. Sai cos'è? È una lucertola rosa che scava profonde gallerie. Somiglia ad un lombrico, ma la sua forza risiede nelle zampette corte e molto forti, grazie alle quale scava delle lunghissime gallerie, spesso all'ombra di cespugli per vedersi garantita una certa temperatura nel sottosuolo. Poco fa ho trovato un clabbert che necessitava di cure e, sai, la loro dieta consiste principalmente in plucertole e piccoli uccelli, quando sono in grado di catturarli.» I clabbert tendono a catturare le prede più facili e normalmente non sprecherebbero tempo o energie per un'uccisione. All'esemplare che si era imbattuto in Lucien era andata bene, visto che oltre alle cure avrebbe beneficiato di pasti senza bisogno di muovere un arto.
Abbandonata la postura ricurva, Lucien si erse in tutta la sua generosa statura. «Ma sto divagando.» valutò, arcuando le folte sopracciglia mentre picchiettava le mani sul pastrano per liberarle dal terriccio. Silas era ancora abbarbicato nell'incavolata del colletto ed era fissava silenzioso il nuovo arrivato. «In cosa posso esserti d'aiuto?» domandò infine esibendo un sorriso incoraggiante. Il clabbert avrebbe atteso lo spuntino pomeridiano, secondo la legge del contrappasso che forse avrebbe potuto fargli dubitare di quanto fosse stato saggio fidarsi del guardiacaccia.
Words of Magic: soulIl tuo PG si imbatte in un animale magico fino a XX in cattive condizioni di salute (ferito, malattia) o in difficoltà. Cosa fa?

 
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view post Posted on 16/9/2021, 23:12
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Gli bastarono pochi secondi per capire che quell’incontro non si sarebbe rivelato così semplice e scontato come da previsione; erano diversi, inutile girarci tanto attorno.
Mike aveva arricciato leggermente le labbra nel sentirsi appellare come un semplice ragazzo quando in realtà il suo nome poteva e doveva già essere noto al Guardiacaccia, vista anche la precedente richiesta di un incontro. La vera differenza tra i due, tuttavia, non riguardava soltanto il fattore “memoria” ma sembrava spaziare in qualcosa di ben più profondo: l’atteggiamento. Certo, non se lo sarebbe aspettato profumato ed elegante come ad un evento mondano, ma nemmeno così alto e imponente, ricoperto di terriccio e, in apparenza, così semplice e diretto. Con un piccolo sforzo Mike avrebbe cercato di andargli incontro, adeguandosi anche a quel modo di fare certamente più spontaneo.

Nella lunga divagazione che ne seguì, il ragazzo avrebbe potuto constatare la genuina passione di Lucien per il suo lavoro. Non poteva dire di essere un esperto di vermetti rosa e di scavatori di gallerie visto che la sua conoscenza del mondo animale si limitava a quanto appreso nel corso del primo anno di Cura e a quanto era stato in grado di fornirgli la sua pratica in Pozioni. In ogni caso, trovava strana e forse esagerata l’attenzione riservata al clabbert rimasto ferito, ma a sorprenderlo maggiormente era stato il serpentello che si portava appresso come un pregiato monile. Un tocco davvero bizzarro!

A dir la verità non me ne intendo molto di lombrichi… per un istante ho pensato che fossero per il tuo amichetto, ma credo e spero che almeno lui sia autosufficiente e in grado di destreggiarsi in completa autonomia.” Poche parole per fornire una sua prima visione su come doveva essere regolato quel regno, limitando al minimo l'interferenza umana, per quanto possibile. Che poi, questo bipes, l’aveva poi preso?
Dubbioso, avrebbe cercato di lasciare da parte la verità per portare avanti quell’argomento e scoprire qualcosa in più su quell’uomo:
Oggi, comunque, sono venuto qui per conoscere qualcosa di più sul nostro vecchio lumacone e sulla sua bava, intesa come liquido base; ma questi bipes sono davvero così interessanti? Pensi che qui ci possa vivere una specie di colonia?
Lo sguardo del giovane si sarebbe abbassato a sondare il terreno, accovacciandosi a sua volta in quella zona di terra, tra erbacce e piccoli cespugli. Pur continuando a tendere l’orecchio in direzione dell’uomo, la sua attenzione sarebbe andata anche a ciò che stava oltre le spalle di Lucien, ovvero alla folta foresta. Le mani stavano invece esplorando la zona, ispezionando tutto ciò che lo circondava. Avrebbe potuto sporcarsi un po’, certo, ma forse sarebbe tornato al castello con un’esperienza in più alle spalle e con qualche risposta alle sue innumerevoli domande.

Insomma, il clabbert scenderebbe in volo dai primi alberi della foresta per mettersi a cercare e a scavare, un po’ come noi? Mi sembra un po’ strano…
Non aveva ancora terminato quella frase quando avvenne un inatteso ritrovamento.
La punta della scarpa sinistra era andata a cozzare contro un piccolo tappo, riaffiorato appena da quel punto in cui la terra risultava smossa. Lì per lì l’inglese avrebbe pensato di aver trovato la famosa colonia di lombrichi scavatori ma, pochi attimi dopo, il Defodio lanciato precisamente in quella zona avrebbe riportato alla luce una piccola boccetta, sporca e ormai invecchiata, sulla quale erano state fatte delle piccolissime incisioni.
Il senso del mistero che gli aveva dato quella scoperta gli fece dimenticare, almeno per il momento, il motivo per il quale si era spinto fin lì. I suoni prodotti dal guardiacaccia risuonavano come distanti perché in quel momento, nella zona, c’erano solamente lui e quell’ampolla. Ora la stava pulendo con ogni mezzo a sua disposizione per riportarla al suo antico splendore e per decifrarne il messaggio. Ma poi, cos’avrebbe dovuto farne? Denunciarne il ritrovamento o tenere il tutto per sé? L’emozione era molta ma la scritta era ormai compromessa in alcuni punti. *“…zaingegno”*

"Zaingegno?" Sussurrò, più tra sé, ripetendo quel messaggio. Il suo cervello stava lavorando a mille per risolvere quel misterioso rebus. Certo, i dubbi erano molti e non si fidava del tutto di quel ritrovamento, ma l’emozione e lo spirito d'avventura l’avrebbero spinto ad approfondire quanto aveva appena rinvenuto dal terreno.
Con gesti semplici e precisi aveva tolto il tappo di sughero per odorarne il contenuto ed immergersi in quelli che potevano essere gli ingredienti utilizzati per la sua realizzazione. Il nome sembrava suggerire un preparato piuttosto raro e ricercato, soprattutto dagli studenti, ed anche dall’olfato sembrava arrivare il sentore dello zenzero e il gusto forte e selvatico tipico di un grosso animale. Poteva trattarsi della pozione Aguzzaingegno?
Contenuta all’interno di un prezioso libro venduto anche da BiblioMagic, il Caposcuola sapeva soltanto che quella pozione era in grado di accrescere temporaneamente l’attenzione e l’intelligenza di chi ne faceva uso.
Come in ogni preparato, la ricetta doveva essere seguita con metodo e rigore, oltre ad essere conservata in un luogo consono e non di certo sotterrata per chissà quale motivo e quanto tempo. Forse, chi l'aveva imbottigliata non aveva poi usufruito della restante parte del contenuto…
I suoi occhi fremevano e la sua indole si stava già immaginando all’interno del Club, con l’intenzione di replicarne il risultato. Ma ora, che fare? La volontà di saggiarne il contenuto, anche se un solo sorso, vacillava. Pur entusiasta di quell’inatteso ritrovamento, il suo obiettivo doveva rimanere l’erbicida. C’erano poi da considerare tutti i rischi del caso e, se ingurgitato a cuor leggero, quel liquido gli avrebbe potuto procurare un biglietto d’urgenza per il San Mungo. Per quanto ne sapeva, quello poteva anche essere diventato un veleno più potente della sua Sanguinaria Velenosa.
Quel lungo momento di riflessione si stava ormai prolungando oltremodo ed era solo questione di tempo prima che anche il guardiacaccia si accorgesse di quanto stava tenendo in mano; in fondo, da quanto tempo aveva smesso di dargli un riscontro?
Trovando ragionevole quell’incastro, Mike avrebbe finito per utilizzare quell’appiglio per districarsi da quella chiacchierata e andare dritto al punto di suo interesse.

"Credo di aver appena fatto il ritrovamento più insolito della mia vita! Una boccetta piena di un liquido, che quasi sicuramente contiene dello zenzero. Ipotizzo sia una pozione e la cosa mi sembra davvero bizzarra!"
L’avrebbe così sollevata da terra, per renderla ben visibile anche al più esperto mago. E lui, cosa ne avrebbe fatto? Possibile che qualcuno l’avesse persa, inavvertitamente?

"Non capita spesso di trovare un’ampolla come questa, nel giardino, vero?"
Esitante e poco convinto di quella faccenda, avrebbe fatto un passo in più verso il caro Harold e solo in quell’instante gli sarebbe venuto in mente un fantastico utilizzo per quella pozioncina! Quanti Chizpurfle avrebbe potuto attirare con quella roba? In fondo, un sorso di Aguzzaingegno gli avrebbe fatto solo che bene!



MIND - 8. Il tuo PG entra in possesso di una dose di Pozione Aguzzaingegno. Parla dell’uso che ne fa o del perché decide di non sfruttarla.

 
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view post Posted on 25/9/2021, 13:36
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LTCmGRq Il figlio di Salazar sembrò accogliere i modi amichevoli del guardiacaccia e lasciarsene influenzare, al punto da decidere di passare a dargli del Tu - cosa apprezzata dall'altro, poco bendisposto verso l'etichetta. Si interessò a Silas avvolto al collo dell'umano, il quale lasciò che la punta della lingua biforcuta facesse capolino in segno di saluto. Non troppo stupito dell'interesse paventato verso il rettile squamato, Lucien si affrettò a commentare le altrui considerazioni.
«Se in salute certamente. Silas apprezza la mia compagnia, ma mantiene un'autosufficienza che altri animali che dimorano nella capanna o nei dintorni spesso calpestano in favore di una più comoda e rapida nutrizione.» gli spiegò, alludendo al fatto di avere normalmente a disposizione i nutrimenti di cui avevano bisogno sotto al naso. Questo poteva indurli a mostrarsi pigri o obbligati a sfruttare la comodità perché chiusi in spazi vitali delimitati da recinzioni. Non era una condizione che Lucien amava e spesso gli era stata imposta di attuare, in altri rari casi si trattava di egoismo, ma cercava sempre di avvicinare ambedue le categorie a ciò cui la natura li aveva predisposti.
Il pasto del clabbert avrebbe potuto attendere qualche minuto, valutò, nell'ottica di rendersi disponibile per lo studente. Il motivo che aveva spinto Mike ad incontrarlo fu presto rivelato e accese l'interesse del guardiacaccia. Seguì il filo del discorso, annodato su due filoni distinti, e cercò di offrirgli una risposta esaustiva.
«I clabbert si nutrono prevalentemente di piccole lucertole e uccelli; per le prime basta individuarle quando si crogiolano al sole per aumentare la temperatura interna e stimolare il loro metabolismo e quindi, dondolandosi tra i rami, per i clabbert è realtivamente facile catturarle e farne un pasto. I Bipes escono raramente dalla tana, solo dopo che ha piovuto molto, perciò non rientrano tra le loro prede primarie ma appartengono comunque all'ordine squamata. In parole povere dovrebbero piacergli e mi trovo più comodo a procurargliele visto che, si, so essercene qualcuna da queste parti.» spiegò picchiettando con la punta dello stivale il terriccio smosso. La questione fu interrotta, trovando probabilmente la sua fine, dal ritrovamento di un'ampolla da parte dello studente.
Inutile dire che quel bizzarro ritrovamento stranì non solo il ragazzo, ma anche Lucien. Era stato informato che ai tempi del suo predecessore la zona che circoscriveva l'orto delle zucche e lo spazio antistante la Foresta Proibita era stato preso spesso di mira dagli studenti per scampagnate adolescenziali, ma per fortuna i ritrovamenti di Lucien in tal senso non erano stati di quella portata. In ogni caso, quell'ampolla non era una delle sue invenzioni pozionistiche occultate in malo modo e per chissà quale ragione.
«No. I soli ritrovamenti di matrice umana che ho rinvenuto quest'anno, da queste parti, sono stati una piuma sporca di inchiostro e una ricordella frantumata.» spiegò con un'alzata di spalle che lasciava intendere quanto poco gli avesse importato. Se fosse accaduto quando vestiva ancora la divisa scolastica, magari avrebbe fantasticato su quei ritrovamenti, immaginando a chi fossero appartenuti gli oggetti e come li avessero persi, ma quello era un Lucien che non lo rappresentava più. «Sconsigloo vivamente qualsiasi uso o approccio che non sia farla ev-»
Le parole gli morirono in gola, quando un rumore sinistro accolse l'apparizione di un Ippogrifo che correva come un ossesso uscendo dalla Foresta Proibita. Con ogni probabilità uno di quelli allevati dalla scuola che assieme ai Therstal stavano in uno spazio predisposto nella vegetazione, sembrava spaventato da qualcosa o qualcuno che i due maghi non poterono individuare.
Forse deciso a spiccare il volo non appena avesse abbandonato i fitti alberi, ritrovò sul suo cammino Lucien, il quale non ebbe abbastanza tempo per trarre la bacchetta per difendersi.
L'urto pareva inevitabile.

 
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view post Posted on 4/10/2021, 22:15
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Nell’udire quell’ulteriore spiegazione Mike si era definitivamente convinto a non trarre conclusioni affrettate sulla figura del guardiacaccia. Spiccio e diretto, Cravenmoore sembrava proseguire per la sua strada e il Serpeverde si ritrovò in poco tempo ad apprezzare l’approfondimento e l’analisi che si celava dietro quella preparazione. Se il cibo preferito dei Clabbert era ormai noto a molti esperti del settore, solamente con l’attenta e costante osservazione delle loro abitudini si poteva scoprire che, dopo una giornata particolarmente piovosa e senza lucertole pronte a crogiolarsi al sole, anche un Bipes poteva rappresentare un lauto pasto per la piccola creatura.

Il successivo ritrovamento dell’ampolla, con tutta la curiosità, i dubbi e i rischi del caso, sembrò quasi una circostanza destinata a scivolare via in poco tempo, come un argomento prettamente di contorno.
In fondo, come si diceva anche dalle sue parti “meglio non dire pozione se non sai com’è stata preparata” e su quella fialetta i due erano giunti alla stessa considerazione, pur partendo da emozioni e da considerazioni ben differenti.
Più che all’incantesimo evanescente, l’inglese aveva subito pensato di analizzare il liquido o, più sbrigativamente, di aspirarlo completamente con un semplice incantesimo casalingo.
In altre circostanze si sarebbe poi soffermato anche sul curioso ritrovamento di una Ricordella frantumata, spendendo qualche minuto nel farsi raccontare quella storia, ma dopo quelle interessanti premesse Mike voleva subito porre l’attenzione sullo Streeler; era certo che la professionalità e la competenza mostrata in precedenza dal guardiacaccia non l’avrebbero deluso.
Aveva già impugnato la bacchetta per liberarsi di quell’oggetto, ma l’imprevisto era davvero dietro l’albero e sembrava avere la forma di un enorme cavallo alato.
Anticipato da un poderoso suono vagamente riconducibile ad un nitrito, il pericolo assunse poi i contorni ben definiti di un Ippogrifo. Imbizzarrito e spaventato, sembrava voler correre senza alcuna logica sino a travolgere il guardiacaccia. Possibile che qualcosa, magari proveniente dalla foresta, l’avesse spaventato così tanto? L’impatto, brutale e violento, sembrava ormai inevitabile. Forse, in un momento di lucidità, anche la creatura sembrò accorgersi di quell’eventualità e provò, seppur inutilmente, a librarsi in aria con un colpo delle possenti ali.
Ormai era troppo tardi. Mike sembrava l’unico nella posizione di poter agire visto che stava già stringendo a sé la bacchetta e aveva percepito la minaccia qualche istante prima dell’uomo, che si trovava di spalle alla foresta. Nell’avvertire quel pericolo, con Lucien destinato ad una sorte simile a quella occorsa al noto Mr. Mimsy-Porpington, si ritrovò suo malgrado in una posizione molto scomoda. Non conosceva la creatura ed anzi, era la prima volta che se ne trovava uno davanti, dal vivo, ma l’istinto gli suggeriva comunque di provare a neutralizzare il pericolo senza eccedere, se possibile, nella violenza; in fondo quella folle corsa avrebbe potuto coinvolgere anche lui, seppur marginalmente. Puntati i due obiettivi dinanzi a sé e mosso il polso come a voler dar un piccolo colpetto all’aria, l’inglese avrebbe cercato di minimizzare i danni non solo con un Diminuendo, ma anche con un successivo incantesimo di emergenza:
Arresto momentum!
Attimi, istanti e interminabili secondi… se non si fosse appena trovato a rischiare la sua stessa incolumità, avrebbe trovato davvero bizzarra e simpatica l’intera scena.
Disorientato e spaventato, come probabilmente lo erano anche Lucien e l’Ippogrifo, aveva notato che la creatura appena rimpicciolita era riuscita a prendere il volo passando e fermandosi appena un paio di centimetri sopra la testa del mago.
La scena ora appariva come cristallizzata, in attesa di un nuovo elemento di rottura, ma anche da quella distanza Mike poteva ben percepire lo sguardo confuso e minaccioso dell’animale alato. Ma ora, che fare? In quel momento rimpianse di non essersi mai approcciato alla psicologia di quella creatura ma di averne solamente venduto il manuale; gli affilati artigli dell’ibrido erano pur sempre una minaccia e lui non conosceva ancora un incantesimo in grado di trasfigurarli in qualcosa di morbido e di inoffensivo. Lì per lì pensò anche ad un incantesimo rallegrante, ma le sue erano più che altro ipotesi dettate dal momento e dalla frenesia. La logica gli avrebbe poi suggerito che, nonostante l’evidente difficoltà del momento, si trovava pur sempre dinanzi ad un Guardiacaccia e forse, prendendo un po’ di tempo, avrebbero poi potuto risolvere assieme l’intera situazione.

"C’è mancato poco, ma il nostro amico volante pare ancora un po’ nervoso. Lo sto tenendo d’occhio e potrei ostacolarne i movimenti, ma sono aperto a qualsiasi consiglio!"
Gli occhi marroni del ragazzo, specchio di un batticuore continuo, erano tutti per il becco e per gli artigli della creatura.
Quel primo incontro gli aveva letteralmente tolto il fiato.



MIND - 4. Il tuo PG o qualcuno nelle sue vicinanze si trova in pericolo e deve trovare il modo di aiutarlo sfruttando le sue abilità magiche.
SOUL – 2. Racconta della prima esperienza del tuo PG con una creatura XXX



Edited by MikE Mino - 4/10/2021, 23:39
 
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view post Posted on 7/10/2021, 13:22
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LTCmGRqMessa in secondo piano la fiala misteriosa per mero senso etico - anche se, inutile negarlo, il guardiacaccia avrebbe sborsato due zellini per sapere quale uso avrebbe desiderato farne lo studente - egli si preoccupò del pericolo scampato grazie alla prontezza di riflessi di Mike. Accadde tutto molto rapidamente e sebbene non potesse evitarlo, si ritrovò nel mirino della creatura. A stento sentì il giovane scandire la formula del Diminuendo, quando una sensazione strana lo avvolse e, nel giro di pochi secondi, tutto intorno a sé assunse progressivamente dimensioni enormi. Qualcosa non quadrava.
Ovviamente non impiegò troppo tempo per rendersi conto di essere stato rimpicciolito - con ogni probabilità era troppo vicino all'Ippogrifo perché Mike riuscisse a non c'entrare entrambi, e forse proprio per le sue nuove dimensioni mignon ed una coesione di fattori, al ragazzo fu invece possibile castare sulla creatura un Arresto momentum che la bloccò a pochi centimetri da terra.
Visto che simultaneamente l'incantesimo colpì entrambi, mentre le proprie dimensioni si riducevano di pari passo a quelle dell'Ippogrifo, Lucien fece in tempo a stringere la presa attorno ad una delle piume, che si stavano modulando per ottenere l'apertura necessaria a spiccare il volo. Il mago si sentì strattonare verso l'alto mentre gli alberi divenivano enormi ai suoi occhi, finché il secondo incantesimo non bloccò i movimenti della creatura e lui si trovò ad oscillare da un'altezza che gli sembrò vertiginosa.
Sotto di lui Silas appariva decisamente più grande e minaccioso del solito, essendo stato scagliato lontano da Lucien nei movimenti con cui il padrone aveva cercato di evitare l'urto, e riuscendo così ad evitare gli effetti del primo incantesimo. La lingua biforcuta si avvicinava e ritraeva sibilante, ma essendo le sue dimensioni rimaste invariate, di fatto era assai distante dalla loro posizione nell'aria.
Ovviamente gli incantesimi non avevano mitigato l'umore dell'Ippogrifo il quale, se prima era solo spaventato da qualcosa o agitato, ora a questi sentimenti si aggiungeva anche una discreta stizza per gli intenti bloccati. Facendo leva sulle gambe e augurandosi di non infastidirlo troppo (in rapporto 1:1 le dimensioni di Lucien rispetto a lui restavano come in natura) egli si arrampicò sul suo dorso della creatura col cuore che gli galoppava nel petto ad una velocità inaudita, mentre si augurava che il serpente si spostasse. Già, perché l'Arresto Momentum attutiva si un'eventuale caduta, ma comportava l'arresto totale, difatti fu questione di attimi che ripresero entrambi a virare verso il manto erboso.
Silas, che non aveva smesso di fissarli stranito, strisciò abilmente abbastanza lontano da evitare di sentire un peso esiguo gravargli addosso. In questo modo si avvicinò un po' a Mike.
Quando, nonostante le ridotte dimensioni, la distanza dal suolo erboso non gli parve così esagerata, Lucien abbandonò il soffice piumaggio della creatura buttandosi nel verde, cercando di muoversi abbastanza rapidamente per evitare che, muovendosi, l'ippogrifo potesse urtalo, e castare un Finite Incantatem che annullò per entrambi gli effetti del primo incantesimo, riportandoli alle loro dimensioni originarie. Facendo seguito alle parole di Mike, gli sarebbe piaciuto un'azione combinata atta a salvaguardare entrambi dal pericolo rappresentato in quel momento dalla creatura, ma si trattava pur sempre di uno studente ed era sua responsabilità occuparsene senza che rischiasse nemmeno un graffio. Gli avrebbe risposto già prima, ma temendo che il tono di voce risultasse troppo basso in relazione alle sue dimensioni, aveva taciuto. «Hai ragione, è decisamente ancora troppo nervoso.» convenne senza staccare gli occhi dall'Ippogrifo. Calcolò la distanza da Mike e, armato di catalizzatore, lo sollevò eseguendo un movimento rotatorio in senso orario e, successivamente, lo orientò verso il serpente seguitando a scandire la formula dell'incanto. «Ca-la-mus!» Fu questione di una frazione di secondo e Silas, probabilmente abituato alle stramberie di Lucien, si trovò suo malgrado a prendere le sembianze di un flauto che il guardiacaccia agguantò all'istante e portò alle labbra.
Una melodia dolce dal ritmo armonioso ed incalzante si librò dallo strumento e l'ippogrifo, udendola, iniziò progressivamente ad quietarsi. Era ormai abituato alla presenza di Lucien che si occupava quotidianamente di rifornire lo spazio che condivideva assieme ad altri esemplari all'interno della foresta e, unitamente al suono che evidentemente doveva aver udito molte volte, distese i nervi tesi e quando abbassò lievemente il capo, Lucien staccò per un attimo la mancina e ne mosse il palmo verso Mike, indicandogli di attendere.
Proseguendo con la musica, l'ippogrifo seguì i suoi movimenti come ipnotizzato e non appena Lucien ebbe oltrepassato il Serpeverde tenendo un buon margine di distanza, si inoltrò nella Foresta Proibita.
Mike avrebbe dovuto attendere un po' prima di veder riapparire l'alta sagoma del francese - con un Silas in piena forma nuovamente abbarbicato sulla sua spalla.
«Non potevo rischiare che ti ferissi.» gli disse a mò di spiegazione per non averlo incluso in altre strategie più rischiose per riportare la creatura nel recinto. Sul momento non aveva notato nulla di anomalo sul posto ed era intenzionato ad indagare sul motivo che aveva portato alla situazione di pericolo scampata, non appena si fossero presentate le condizioni. «Posso assicurarti che la trasformazione di Silas non è stata dolorosa, qualora te lo stessi chiedendo» spiegò indicando il rettile sibilante. «Ora, augurandoci di non avere altre interruzioni, possiamo andare a conoscere Harold.» Era implicito che si sarebbe messo a disposizione per spiegargli qualcosa in più sulla creatura e sull'impiego della sua rinomata bava. Qualora Mike non avesse avuto nulla da aggiungere, lo avrebbe indirizzato verso la speciale serra situata all'inizio della Foresta Proibita.

 
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view post Posted on 14/11/2021, 15:32
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Dopo essersi dato da fare per evitare un probabile tragico epilogo, Mike si era messo ad osservare l’evolversi della situazione con un misto di adrenalina e di apprensione.
Sapeva di aver agito, seppur di puro istinto, al meglio delle proprie possibilità, ma ciò che stava accadendo in quel momento lo stava lasciando letteralmente a bocca aperta.
Come nel più classico dei film d’azione, un piccolo Lucien si era dapprima aggrappato alle piume della creatura, probabilmente per domarla o per tranquillizzarla, ma dopo essersi ritrovato sul dorso di un corpo al momento immobile, aveva scelto di gettarsi nuovamente tra l’erba alta del giardino. Un’azione avvincente, veloce ed agile, ma potenzialmente pericolosa per chi non era avvezzo a quel tipo di prese.
Bacchetta ancora ben tesa e pronto ad entrare eventualmente in azione, l’inglese stava trattenendo il fiato nel seguire tutte quelle rapide mosse. In cuor suo, il Caposcuola era pronto a ricorrere anche a metodi più diretti e meno convenzionali per porre fine a quella situazione di pericolo, ma l’idea del guardiacaccia riuscì a sorprenderlo, ancora una volta. Era innegabile, nonostante l’ippogrifo si fosse mostrato ancora nervoso e irrequieto, Cravenmoore stava dimostrando di saperci fare, e alla grande.
La successiva scelta di procedere con la trasfigurazione del serpente lo aveva completamente spiazzato, ancora una volta, e Mike si ritrovò a strabuzzare gli occhi ancor prima di iniziare ad udire i suoni di un armonioso motivetto.
Non ne era sicuro, ma quello doveva essere una sorta di segnale. In passato gli era già capitato di notare che, con la produzione di una melodia familiare da parte di un addestratore particolarmente capace, un animale, anche non magico, era più propenso ad eseguire eventuali comandi e a riconoscere la presenza amica di un altro essere vivente. Il modo di fare dell’uomo cominciava davvero a piacergli e, al netto di quell’espediente magico, si ritrovò a pensare anche all’evidente insegnamento che quella circostanza gli stava fornendo: non sempre la forza è la strada migliore, soprattutto con chi si mostra particolarmente spaventato nei nostri confronti.

Quando la situazione sembrò tornare alla normalità Mike notò Cravenmoore riemergere vittorioso dalla foresta e, proprio in quel momento, gli avrebbe fatto dono di tutta la sua stima.

“Forte! Ma sei davvero così agile o si è trattato di un effetto secondario del diminuendo?
Il manuale ci insegna che questa maglia può confondere l’obiettivo, ma qui è andato tutto alla grande! In ogni caso, è stata una pensata incredibile.”

Elettrizzato da quanto aveva appena visto, il ragazzo sarebbe stato pronto a seguire Lucien verso il vicino terrario di Harold. Trattandosi del principale scopo di quell’appuntamento, aveva già pronte numerosissime domande e non vedeva l’ora di mettere ulteriormente alla prova le conoscenze del suo interlocutore.
Era appena riuscito a compiere un passo verso quella direzione quando il suo piede colpì inavvertitamente la fiala precedentemente ritrovata, scheggiandola leggermente. Il liquido stava già iniziando ad uscire da quella piccola fessura e, per rimediare al danno appena causato, Mike avrebbe cercato di farla scomparire il prima possibile, con un rapido gesto del Prugnolo che stava ancora tenendo in mano.

“Credo che la nostra boccetta non sarà più un problema, dev’essermi scivolata quando ho afferrato la bacchetta e beh… in ogni caso, ora abbiamo un magnifico esemplare Streeler di cui parlare.”
Distratto dal nuovo argomento, si sentiva né più né meno come un giovanissimo "studentello" alle prese con un argomento particolarmente caro.
“Posso sapere perché viene tenuto proprio qui, ai margini della foresta? I suoi colori vivaci non potrebbero attrarre qualche creatura proveniente da questo luogo proibito?” La foresta di Hogwarts era, infatti, una delle più grandi riserve di creature magiche dell’intera isola e non tutte quelle entità potevano essere classificate come benefiche o mansuete.
Quello sarebbe stato un buon inizio, certo, ma le domande non erano ancora finite.



Edited by Mike Mino - 14/11/2021, 22:26
 
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view post Posted on 22/11/2021, 12:14
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LTCmGRqI nervi tesi si allentarono solo quando Lucien fu abbastanza certo di avere la situazione sotto controllo e che nulla poteva ormai arrischiare l'incolumità propria e dello studente. Parliamo di una buona percentuale poiché a fatti non era nella testa della creatura, che disponeva di una percentuale di imprevedibilità che cercò di arginare apponendo un altro incantesimo protettivo nel recinto dei suoi simili, dove fu riportata. In un secondo momento, però, il guardiacaccia l'avrebbe tenuta vicina alla capanna per operare un attento studio attuo a capire da cosa fosse dipesa quella reazione pericolosa. Il suo ritorno fu accolto con un entusiasmo travolgente da Mike, il quale sembrava aver proprio apprezzato il suo tentativo di arginare qualsiasi potenziale danno. Silas, che frusciava tra i suoi capelli scarmigliati, pareva dello stesso avviso, pur essendosi trovato sfruttato per una buona causa. La lingua biforcuta andò a smuovere ulteriormente l'orecchino pinzato al lobo sinistro, che già oscillava ad ogni passo del mago.
«L'agilità è implicita in questo mestiere. Molti pericoli che si annidano nella foresta si possono evitare senza l'ausilio della magia, che comunque resta imprescindibile per una buona difesa. Quando studiavo qui, uno dei soprannomi che avevo era Gambe a Spillo e lo odiavo, credimi. Almeno sono servite a qualcosa di buono» le iridi cerulee saettarono prima su una poi sull'altra lunga gamba. Da ragazzino era decisamente più magro di quanto non fosse in quel momento e non aveva mai apprezzato la cosa. «Ti ringrazio, si tratta solo di sapersi arrrangiare e improvvisare; qualche giorno nei miei panni e sono certo che daresti forma a trovate altrettanto utili» si affrettò ad aggiungere, scevro di sbavature di superbia nella voce bassa e pacata. Totalmente assorto dalla questione Ippogrifo, gli era totalmente scivolata di mente la pozione ritrovata da Mike. Fu lieto di apprendere che non avrebbe più costituito una scomodità per entrambi, per un motivo o per un altro e cercò di farglielo intendere con uno sguardo complice. Non aveva idea di chi fosse il proprietario o ideatore, ma sentiva che nulla di buono sarebbe potuto scaturire da quella faccenda, dunque porvi fine la reputò una fortuna.
Mentre si dirigevano verso il terrario dello Streeler, il figlio di Salazar lo omaggiò di un nuovo scomodo quesito. Lucien aveva già avuto impressione che lo stesse mettendo alla prova, con qualche metaforico bolide negli stinchi, per testarne conoscenze e capacità, per un motivo che gli era ignoto; ad ogni modo amava le sfide e non vi si sarebbe sottratto. Scartò le prime due risposte che includevano una pungente "Bella domanda. Per alimentare la tua curiosità, ti suggerisco un bel giretto in biblioteca. Non solo il duro lavoro manuale rafforza lo spirito" ad una più pericolosa "C'è talmente tanta puzza per colpa delle mie creazioni, che le creature della foresta non si avvicinerebbero comunque alla capanna" optando, infine, per una più sicura «Innanzitutto è bene che ti esponga i motivi per i quali gli Streeler hanno il carapace così appariscente. I loro gusci cambiano colore ogni ora, nondimeno ogni colorazione è cangiante e molto appariscente. I colori vistosi servono a ricordare, ed avvertire, i possibili predatori delle conseguenze anche solo di un assaggio della creatura aposematica (ammesso che arrivino alla sua carne, visto che al pericolo si ritrae dentro al carapace frastagliato), con conseguente effetto deterrente. Quindi la colorazione ha la funzione di allontanare il predatore ancor prima che cominci il suo attacco, con evidente beneficio della preda. L'aposematismo serve a fornire un forte stimolo visivo al predatore, così da favorire il ricordo di eventuali passate esperienze negative con animali e creature della stessa specie aposematica o anche della stessa colorazione. Se ciò non bastasse, o il predatore X non abbia avuto esperienze passate con altri Streeler, basteranno altri due fattori a rendergli pressoché impossibile farne il proprio pasto: le punte aguzze sui loro gusci, che iniettano anche veleno, e la bava che lascia dietro di sé, così tossica da bruciare tutta la vegetazione che tocca. In poche parole ha poca rilevanza dove venga piazzato Harold perché è perfettamente in grado di difendersi dai predatori. Ma non è causale che sia stato sistemato qui, a ridosso della mia dimora, poiché come ora avrai compreso la sua pigmentazione avvisa e tiene lontano ospiti indesiderati.» Harold era l'ennesima creature che Lucien sfruttava per il proprio tornaconto e per tenere al sicuro animali e creature che dimoravano vicino a lui, naturalmente ricambiando il favore con sapienti cure. Finalmente, la speciale serra situata all'inizio della Foresta Proibita, resistente alla scia velenosa della lumaca e ricoperta di 3-5 cm di substrato, corteccia delle piante di sughero e rami di alberi morti, si parò sotto lo sguardo dei due maghi. «Ehi Harold, uno studente è venuto a conoscerti» Due delle quattro appendici retrattili, le più lunghe, si mossero verso i due nuovi arrivati, riconoscendo in Lucien l'amico umano.
Simile ad un enorme tartaruga, lo Streeler presentava il carapace incrostato di gemme di grandi dimensioni e di elevata purezza; arrestò il suo lento strisciare. Il guardiacaccia ne approfittò per agguantare la dodici pollici e far levitare qualche foglia di lattuga verso la creatura. Tornò quindi a rivolgersi allo studente. «Mike, lui è Harold, lascito del mio predecessore. Vedi le cornine? Due di esse servono per vedere e le altre due sono organi di senso, quali tatto e olfatto. È munita di tanti denti microscopici con cui grattugia il cibo prima di ingoiarlo e, se avverte pericolo, le antenne si ritraggono. Ti piace? Se hai qualche domanda sono tutto orecchie» Non appena ebbe finito di parlare, Lucien controllò approssimativamente le condizioni generali di habitat e creatura, cercando di non dar modo al serpino di sentirsi poco considerato.

 
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view post Posted on 5/12/2021, 12:17
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In quel momento si era ritrovato ad apprezzare il profondo e intenso legame che avvolgeva l’uomo alle sue creature e, in particolar modo, a Silas. Impiegato senza troppi fronzoli come mezzo di richiamo e di emergenza, sembrava non essersi scomposto più di tanto visto che ora, tornato al suo consueto corpo, si stava già beando del meritato riposo poggiato alla sua possente spalla.
Inutile negarlo, quel rapporto gli stava piacendo tantissimo e quasi ne invidiava la reciproca e intensa fiducia. Come aveva fatto a non prendersela a male, dopo essersi ritrovato così trasfigurato?
In ogni caso, Lucien sembrava possedere tutte le più importanti qualità per un guardiacaccia, dall’agilità all’imponenza, ma si stava dimostrando anche molto preparato e capace nell’alimentare l’interesse verso un determinato argomento.
Ora che erano arrivati al terraio, infatti, Cravenmoore iniziò subito a soddisfare la sua curiosità con un’attenta e curata spiegazione, che mai si sarebbe aspettato da una semplice figura come la sua.
Sorpreso, l’ascoltò con interesse, abbozzando qua e là un sorrisino quando all'uomo capitava di utilizzare un lessico specifico e raffinato; insomma, non si sarebbe mai aspettato di sentire termini quali “aposematismo” nel corso di quell’incontro.
Per un istante provò ad immaginarsi quell’omone, un po’ rozzo ma estremamente competente, negli ipotetici panni di un docente e la cosa lo divertì parecchio. Chissà come si sarebbe trovato nel compiere riunioni e assemblee con insegnanti ben più raffinati quali Peverell e Miss Fiachran! Era difficile associarlo anche alla Anser, l’ultima che aveva ricoperto quel ruolo, ma in modo o nell’altro, ne era certo, se la sarebbe cavata.

Soddisfatto di quanto aveva appena scoperto, non avrebbe mai pensato e associato a quella vistosa e appariscente colorazione un’eventuale arma difensiva ma, al contrario, l’aveva sempre immaginata come segno di debolezza. Tutt’altro discorso meritavano le punte aguzze presenti sul guscio; se da una parte si sarebbe volentieri avvicinato per accarezzarne la superficie, dall’altra temeva che ciò avrebbe potuto incidere sulla sua salute.

“Lento, goffo ma estremamente velenoso e potenzialmente mortale. Direi che mi piace.”
Si sarebbe lasciato andare con ironia ad una prima considerazione, prima di affondare il colpo con quella stessa arma.
“Devo inoltre rivalutare questo posto; non avrei mai pensato che la capanna fosse in realtà una piccola fortezza inespugnabile… ma insomma, gli stratagemmi di un guardiacaccia sono davvero infiniti!”
Contento di aver chiesto quell’incontro, Lucien aveva già dato ampia risposta ad una lunga serie delle sue curiosità, come a voler giocare d’anticipo sulle sue intenzioni. Forse Harold aveva già attirato l’attenzione di altri studenti in passato e, in fondo, le domande principali potevano essere sempre le stesse.
Quando lo Streeler venne attirato dalla voce amica, Mike dovette trattenere il respiro per non cedere alle risate nel notare le lunghe appendici muoversi verso di loro. Era buffo, ma quel termine non rendeva comunque onore alla comicità del lumacone. Gli occhi, straniti e probabilmente meravigliati da quell’inattesa visita, sembravano mostrare tutta la curiosità della creatura che, nell’assaggiare la lattuga, si stava cimentando in una imponente produzione di bava dal lungo piede.

“Ciao Harold, spero ti piacciano le visite. Io sono Mike!”
La tentazione di accarezzare una delle quattro antennine era forte, quasi irresistibile, e la sua mano si stava già protraendo a mezza altezza in direzione dell’essere. E Harold, avrebbe considerato quel gesto come una minaccia?
Lo studente, poi, si sarebbe concentrato su quanto di più tossico e velenoso veniva prodotto dalla creatura perché, in fondo era vero: nonostante la natura mite, placida e bonaria, lo Streeler “ovunque venga piazzato è perfettamente in grado di difendersi.” L’interesse era alto, anche dal punto di vista prettamente accademico, e sarebbe stato difficile non approfondire anche tale contesto.

“Se non sbaglio la sua bava è anche l’elemento principale dell’Erbicida. Il manuale lo considera a tutti gli effetti come un veleno, ma sono portato a credere che sia più tossico per un vegetale che per un mago o una strega… e qui, è mai capitato che il docente di Pozioni o la professoressa di Erbologia te ne chiedessero un’intera fialetta?”

 
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view post Posted on 10/12/2021, 13:41
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LTCmGRqSebbene non avessero speso chissà quanto tempo assieme, Lucien aveva avuto l'opportunità di cogliere alcune sfumature del serpino, facendoglielo apprezzare sempre di più. Sembrava possedere, oltre che uno spiccato acume, anche la prorompente curiosità che porta gli individui a voler capire qualcosa da ogni angolazione, farla propria ed inglobarla nel proprio bagaglio culturale personale.
«A primo acchito non gli si darebbe due zellini, invece sa essere davvero micidiale!» convenne preso bene, lieto di poter dimostrare quanto un reietto della società (ahimè gli Streeler erano oltremodo bistrattati e poco quotati come animali da compagnia quanto piuttosto le morbide Puffole Pigmee o i simpatici Asticelli, invece avevano un gran potenziale!) si potesse vedere sotto una nuova luce, si lasciò travolgere dalle parole di Mike.
«La creatività è implicita negli adepti di Priscilla» Tra le righe, si lasciò sfuggire la propria ex Casa di appartenenza a motivazione della fantasia con cui s'ingegnava per poter preparare intrugli poco legali in santa pace mettersi al sicuro.

Il guardiacaccia osservò incuriosito l'approccio del serpino, studiandone attentamente le reazioni e movenze. Quando Mike mosse la mando verso Harold, questi ritrasse istintivamente le antenne più lunghe. Occorse qualche secondo di assestamento prima che la curiosità animasse la creatura al punto da fargliele ridistendere - a quel punto Mike avrebbe potuto avvertire un lieve solletico ai polpastrelli a contatto con le antenne. Lucien valutò che doveva averlo accreditato dell'aggettivo sicuro perché arrivato assieme a lui. Ed ecco che sopraggiunse il cuore della questione, il motivo dell'interesse di Mike per lo Streeler.
«Mh, no.» La mancina scattò verso il mento aguzzo, grattandolo un poco. «Il collega di Pozioni dovrebbe avere la propria scorta di ingredienti, comoda e a portata di mano, che gli eviterebbe di venire fin qui a chiedermi rifornimenti.» Harold aveva ripreso il suo lento percorso senza degnarli più di attenzione; dietro di sé i resti della lattuga bruciavano a contatto con la sua bava. «50 g a preparazione non sono molti, perciò una fiala dovrebbe durare parecchio. Poi non so se faccia parte del vostro programma la realizzazione pratica dell'Erbicida.» Fece spallucce, non sapendo davvero se fosse una pozione proposta a lezione; presumeva che ogni docente avesse una propria scaletta e, quando era stato lui studente, quella non faceva parte della proposta del docente, che era diverso. «La professoressa Fiachran potrebbe averne bisogno più spesso per le sue piante, ma ad oggi non mi sono giunte richieste.» Chissà, magari Mireen preferiva andare a cercare Streeler nella Foresta oppure attingeva dalla produzione di Harold in piena notte con la scusa di spiare i movimenti nella capanna. L'idea lo fece ghignare. «La scia di Harold è davvero molto velenosa e la sfrutto anche per circoscrivere l'infestazione di Horklump, essendo una delle poche sostanze in grado di eliminarli» spiegò, indicando al ragazzo quelli che apparivano come grappoli di fungh rosei e carnosi coperti di ispide setole nere. «Ne tengo qualcuno per estetica e perché il loro succo è utile per la preparazione di alcune pozioni curative. Di contro, però, attirano noiosi gnomi che ne vanno ghiotti, inoltre si riproducono rapidamente, quindi bisogna starci dietro con costanza.» Insomma, il gioco valeva davvero la candela? Secondo il guardiacaccia si o non ci avrebbe speso tempo e fatica. Scrutò Mike, domandandosi se la curiosità paventata verso Harold e la sua bava non gli servisse per qualche tornaconto personale, oltre a scopo informativo.

 
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Divertito da quel momento, Mike era sempre più piacevolmente colpito da quel modo di fare del Guardiacaccia. Tutti gli approfondimenti dell’uomo erano ben dosati e calibrati tra loro per fornire un valido quadro d’insieme su Harold. Era impossibile non voler bene a quel grosso e buffo lumacone anche se, in un primo istante, l’inglese non sarebbe riuscito a nascondere un primo momento di delusione quando la creatura ritirò le antenne nell’esatto momento in cui provò ad avvicinarsi. Lì per lì cercò di non dar troppo peso all’accaduto, ma un improvviso solletichino alla mano riuscì a strappargli un sincero sorriso oltre a un piccolo guizzo dettato da un riflesso incondizionato. Aveva forse trovato un nuovo amico?
Felice per quell’inaspettata evoluzione nel rapporto con la creatura, ne ammirò ancora per qualche istante i colori prima che questa si producesse in un lento spostamento laterale, verosimilmente per farsi ammirare in tutte le possibili sfumature e direzioni.

“Non mi dire che anche il nostro caro Harold è un vecchio vanitoso, eh?”
L’esclamazione sarebbe uscita con una nota di simpatia ma, proprio in quel momento lo Streeler iniziò a bruciare i resti della lattuga con un’ulteriore e ingente produzione di bava, prima di dedicarsi ad altro.
Non sapendo come interpretare quel gesto e, soprattutto, non sapendo se le creature magiche fossero realmente in grado di comprendere il loro linguaggio, lo studente avrebbe mostrato un leggero imbarazzo prima che lo stesso Guardiacaccia continuasse a far scivolare la conversazione verso il suo vero punto d’interesse.
Se da una parte si aspettava che il Professor White andasse ad attingere alle scorte dell’aula di Pozioni, l’ipotesi che anche la Fiachran non avesse mai manifestato un interesse per Harold lo sorprese, almeno in un primo momento; forse anche lei preferiva indirizzarsi verso il raffinato collega piuttosto che rivolgersi alla semplice figura ricoperta da Lucien?
Un’ipotesi, quella, destinata a rimanere tale…

“No, quel tipo di esercitazione non fa parte del programma ufficiale ma la ricetta è tra quelle contenute all’interno dell’Almanacco presente nell’aula e, insomma, potrebbe essere un’esercitazione piuttosto interessante da svolgere a tempo debito, quando avrò raccolto informazioni sufficienti su tutti gli ingredienti principali.
Certo, tra le sue componenti vi sono ingredienti potenzialmente pericolosi come il veleno di Lobalug e un Bundimun essiccato…“
nel nominare quest’ultimo elemento al ragazzo sarebbe sfuggito un gesto di pura sofferenza; insomma, il Bundimun non era certo in cima alla lista delle creature con le quali avrebbe voluto aver a che fare visto che la loro fama, così come il loro odore, era ben noto a chiunque all’interno del mondo magico.
“…ma sono portato a credere che, Lobalug a parte, la bava di Streeler e il Bundimun sviluppano il loro potenziale principalmente contro un essere vegetale e non contro l’uomo. Insomma, si tratta di un veleno, ma è pur sempre erbicida, no?”
L’informazione che aveva appena chiesto era del tutto lecita dal punto di vista accademico e così, noncurante dell’eventuale idea che il Guardiacaccia avrebbe potuto farsi di lui, Mike avrebbe continuato la sua indagine cercando di cogliere quella che poteva essere l’opinione dell’esperto mago su quell’eventuale iniziativa; in fondo si trattava di avvicinare tra loro l’approfondimento delle creature magiche con la nobile arte pozionistica.

Stravagante come sempre, Cravenmoore si era poi lanciato in una ulteriore giustificazione sulla presenza di Harold nel giardino del Castello, lasciandosi tuttavia sfuggire alcune considerazioni davvero insolite. Gli Horklump, in effetti, sapevano essere davvero infestanti se non circoscritti in una determinata area; il loro succo era molto prezioso, ma da qui a tenerli per estetica…

“Ci sarà un giorno in cui capirò cosa c’è di tanto piacevole nel coltivare un fungo infestante rosa coperto da folte ed ispide setole nere, ma non è questo il giorno.”
Ormai era quasi avvezzo alle scelte bizzarre dell’uomo e così, con un filo di ironia, provò a sottolineare quello che per lui era il punto più controverso di tutto quel racconto.
*Tra funghi e Gnomi, chissà che ne sarebbe di questo giardino se Harold o Lucien si dovessero assentare per un paio di giorni…*

 
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view post Posted on 3/1/2022, 14:09
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LTCmGRqMike gli ricordava se stesso alla sua età: curioso, solitario, desideroso di andare oltre le spiegazioni comuni e in grado di rivelarsi, all’occorrenza, un tantino scomodo. Ricordava le espressioni esasperate dei docenti quando vedevano il suo braccio saettare verso l’alto per l’ennesima domanda - o risposta -, le lunghe dissertazioni i talvolta culminanti in affermazioni che ipotizzavano arroganza, ma pur sempre corrette. E Lucien sapeva quando stava per metterli in difficoltà, assaporava l’attimo in cui li vedeva vacillare, valutava fin dove spingersi; a volte lo faceva apposta, altre era casuale. Si trovò a domandarsi in quale categoria dovesse piazzare le uscite di Mike, il quale sembrava velatamente desideroso di metterlo in difficoltà, o alla prova, a seconda dei momenti.
«Anche?» gli fece eco accigliandosi. Chissà a quali altri vecchi vanitosi poteva fare riferimento. «È un tipo talmente silenzioso che non saprei» commentò con una punta di ironia. Sarebbe stato bello entrare nella mente dello Streeler per sapere cosa pensava o poterci parlare, capire ciò che nemmeno i Magizoologi erano stati in grado di scoprire da quelle creature e, così, comprendere se vi fosse della vanità nei suoi modi di fare.
«È bello che tu abbia scelto di indagare più approfonditamente i vari ingredienti prima di cimentarti in un’esercitazione, piuttosto che limitarne l’apprendimento a quanto scritto nell’almanacco» si complimentò con un ampio sorriso, sempre più lieto di aver avuto occasione di confrontarsi con il Serpeverde, sebbene ciò lo avesse posto in alcuni momenti in situazioni scomode. «Per quanto riguarda la bava di Streeler, non ho provato ad usarla come salsa di accompagnamento per il pranzo, nè conosco altri esseri umani che ne siano venuti a contatto diretto, ma a logica non credo ne uscirebbero illesi. Tuttavia convengo che la sua azione sia particolarmente sensibile ed efficace sui vegetali, altrimenti non verrebbe sfruttata come diserbante assieme al secreto di Bundimun.»
Sicuramente la docente di Erbologia, se interrogata, avrebbe potuto offrirgli ulteriori spunti di riflessione, così come confermare o smentire le sue teorie in relazione alle piante tenute a bada con erbicidi magici naturali.
Quand’ecco che Mike riuscì a cogliere, tra le varie parole che il guardiacaccia aveva proferito, un nuovo spunto di ironia personale. «Ogni creatura è unica, può essere piacevole alla vista per alcuni e sgradevole per altri, sui gusti non si può discutere. Sicuramente non sono tra i funghi più belli in circolazione, ma offrono un tocco di colore e, soprattutto, il loro succo è utile, come dicevo, per un gran numero di pozioni curative utili all’infermeria e come erbicida.» Il fatto che gli Hoklump attirassero gli gnomi era uno svantaggio, tuttavia (e si guardò bene dal riferirglielo) di tanto in tanto Lucien sfruttava quegli irritanti parassiti da giardino per scopi personali, quando decidevano di andare a rompergli i boccini. Ora che ci rifletteva, gli Horklump erano un raro e particolare caso di creature che venivano anche classificate come piante magiche.
«Bene, dovrei aver risposto a tutti i tuoi quesiti. Se c’è altro in cui posso esserti utile dimmi pure, altrimenti tornerò alle mie occupazioni.» Chissà se il Clabbert che aveva aiutato era riuscito a familiarizzare con la fauna che viveva all’interno della capanna; di certo, tra una mansione e l’altra, avrebbe controllato che non rischiasse di farsi male un’altra volta.

 
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