Il gran giorno era arrivato e Lucien aveva organizzato meticolosamente ogni più fine dettaglio. Da quando gli era stato richiesto quell'articolo, aveva speso notti insonni ad interrogarsi su come affrontare la cosa e alla fine aveva scelto di non rinunciare a Lady Amortentia, pseudonimo che celava la sua collaborazione con la testata magica britannica.
Forse i lettori che avevano frequentato Hogwarts nel suo stesso periodo avrebbero potuto associarlo a lui, in ottemperanza alla nomea ed al curioso soprannome con cui lo avevano rivestito in quegli anni spensierati, ma globalmente un alone di mistero aleggiava attorno "alla giornalista". E tale doveva restare.
Fu per questo che il Guardiacaccia si attivó con perizia, contattando per tempo il professor Drake al fine di organizzare un appuntamento per l'intervista e si fece aiutare dal personale del Profeta per farsi trasfigurare il volto, sfruttando una foto della signoranonna d'esempio; gli furono forniti abiti ad hoc, con tanto di guanti per oscurare le mani maschili, e grazie a qualche Engorgio qua e là quando si specchiò in uno dei bagni degli uffici principali della Redazione a Londra, scoppiò in una risata gutturale. Per niente femminile ma, ehi, i miracoli non poteva farli e non disponeva nemmeno di un mese per preparare la Pozione Polisucco.
Erano da poco scoccate le tre di pomeriggio quando Lady Amortentia (la cui bizzarra figura non aveva mancato di attirare qualche sguardo curioso) bussò alla porta di cedro decorata con chincaglierie di ogni genere. Non udendo risposta, non se ne stette a bighellonare fino all'arrivo del proprietario dell'ufficio, ma pensò bene di intrufolarsi furtivamente all'interno. «Ops!» trillò una voce femminile sporcata di raucedine, mentre il guanto merlato faceva scattare una delle maniglie ferrose e, simultaneamente, riproduceva il noto din dòn delle campane. Una musica rilassante investì l'arzilla vecchietta quando si immerse tra le tende, inducendola a credere di esser stata catapultata in un Sognisveglio Brevettato particolarmente vivido. Lieta di non rischiare di inciampare tra i cordoncini intrecciati che pendevano dal soffitto (visto che già le bastavano i dannati tacchi degli stivaletti oldbutgold facenti parte del travestimento), la vecchina riuscì egregiamente a superare il corridoio-radura senza cadere come una vecchia (appunto) arrivando nella zona dedicata alle arti divinatorie.
Le ere geologiche L'età non le aveva ancora insegnato a tenere le mani grinzose al loro posto così, curiosa, agguantò una sfera di cristallo con una mano ed un'ampolla con l'altra, alla quale accostò un occhio usandola come binocolo improvvisato per scrutare il tendaggio variopinto. Fu in qual momento che un nuovo suono di passi si aggiunse al sottofondo musicale, facendole captare l'arrivo del docente.
Le labbra incartapecorite, imbellettate di un acceso amaranto, si tesero in un sorriso gioviale. «Giovanotto, eccola qui!» lo accolse festosa, manco avesse visto un golden snidget. «Mentre l'aspettavo mi sono permessa di curiosare» ficcanasare «.. e come non restare incantati da questa nicchia scenica? Sembra di essere in un altro mondo! Non che desideri arrivarci presto, beninteso, anche se non sembra sono ancora giovane e gagliarda.» uno sfarfallio di lunghe ciglia ossidiana fu intravedibile oltre gli spessi occhiali, la cui montatura riproponeva tazzine e teiere in movimento lungo tutto il perimetro rigido. «Oh, che sciocchina, non mi sono nemmeno presentata.» scosse la testa con aria affranta, il labbro tremulo si unì al tic dell'occhio destro. «Lady Amortentia, del Profeta. Ora capisco perché vogliono che la intervisti, giovanotto, la sua ecletticità traspare già dal suo, ehm, habitat naturale.» Ripose l'ampolla sul ripiano - ma non la sfera, che incastrò nel fianco come un giocatore di Quidditch avrebbe sorretto con fierezza la sua Pluffa nonostante il peso, per far vedere a Francis che sotto sotto non era ancora così decrepita - ed allungò la mano appena liberata, guantata, verso Francis Drake come collante di presentazione. «Meno male che non sono qui per la chiromanzia. Ahimè, le miei mani hanno avuto un triste téte a téte con un Bubotubero, sfociata in dolorose piaghe legate alla comparsa di fastidiose bolle gialle. Non potrebbe vedere nemmeno la linea della vita, per quel che ne resta. Ma la botanica è uno dei pochi passatempi che la mia veneranda età ancora mi permette.» un avvilito e strascicato sospiro pose fine, finalmente, a quello sproloquio senza arte né parte.
↬Lady Amortentiaღ
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