Lieto che l'Augurey avesse scelto di dare una possibilità alla piccola umana, Lucien si beò assieme a lei della visione delle sue ampie ali che fendevano l'aria nebbiosa e le gocce di pioggia slittare sulle piume ombrose senza imbevirle. Planò serena immersa nel suo elemento finché non divenne un puntolino indistinto ai loro occhi. La sensazione di completa libertà data dal volo, Lucien l'aveva sperimentata ogni volta che aveva cavalcato una scopa (con sa che, come il ballo, non gli riusciva molto bene) ma sarebbe stato curioso di farlo senza l'ausilio di un mezzo, che fosse la magia o il manico di una scopa. Quando i suoi occhi cerulei non scorsero più segni di Tear, tornò a dedicarsi alla tassina alla quale aveva offerto un'osservanza in relazione al commento che aveva fatto prima che Tear spiccasse il volo
«È un'acuta osservatrice, signorina Donovan. Ebbene sì, dalla loro hanno anche le dimensioni ridotte, in rapporto a Tear, che gli permetterebbe - in un ipotetico scontro - di nascondersi in piccoli anfratti dove lei non potrebbe raggiungerle. Così come accecarla, ponendo così un notevole vantaggio sul nemico.» Era ben conscio, però, che la Natura aveva apposto il suo equilibrio anche in quel frangente e che se le fate rientravano tra i nutrimenti favoriti degli Augurey, un motivo c'era e permetteva loro di cibarsene anche allo stato selvatico.
Si trovò concorde nel reputare quelle creature aggraziate, a discapito di un aspetto che a primo acchito appariva molto severo rispetto ad una più comune fenice rubiconda.
«Ammetto di essere affascinato da qualsiasi creatura magica, ma pare che simpatizzi molto per quelle poco o mal considerate dalla massa.» rilevò, facendo un piccolo cenno prima allo Streeler poi alla capanna, confidando che Camille avrebbe colto l'allusione al Diricawl.
I cosiddetti
reietti della società, gli indesiderati, imperfetti o non canonicamente piacenti, pericolosi, noiosi, per lui queste caratteristiche non erano indice di scarso interesse ma di vera e propria unicità.
Prima di offrire una risposta alla studentessa, stavolta il Guardiacaccia si prese del tempo per vagliare le proprie conoscenze in merito agli Augurey alla ricerca di qualcosa che non le sarebbe stato possibile trasportare su pergamena se non a seguito di ore in biblioteca.
«Gli Augurey, come le Fenici, non muoiono mai veramente, bensì rinascono. In tempi di grave siccità, stress o persino di guerra, l'Augurey può affrontare un particolare processo di rinascita. Diventeranno ancora più fragili e malaticci di quanto già appaiano e poi scoppieranno in fiammelle bluastre. Il processo di rinascita può richiedere da pochi minuti a pochi giorni; l'incendio più lungo riportato è durato otto giorni, come enunciato da Uric the Oddball, anche se la sua credibilità è discutibile. Una volta rinati, gli Augurey appariranno di nuovo come giovani pulcini pronti ad affrontare una nuova vita.» i suoi lineamenti precisi e spigolosi furono smossi da una rada risata, che culminò con una breve aggiunta.
«Questa è una chicca gradevole, ma che le sconsiglio di riportate nell'articolo: Uric the Oddball era l'orgoglioso proprietario di ben cinquanta Augurey e raccontava spesso di un giorno di pioggia in cui tutti i suoi Augurey cantavano contemporaneamente, portandolo a credere di essere morto e di essersi trasformato in un fantasma. Fu portato al San Mungo dopo aver ricevuto una commozione cerebrale mentre cercava di attraversare i muri in quanto "fantasma".» la mancina, che stava grattando il mento affilato, scattò verso la tempia e la picchiettò un paio di volte.
Chissà se la piccola Camille era un'appassionata di Cioccorane ed avesse trovato la figurina dedicata a Uric, e dunque fosse già informata di altre stramberie che lo riguardavano come il fatto di indossare una medusa come copricapo o della convinzione che il canto dei Fwooper fosse salutare.
«La parola Augurey deriva dal latino auguri, termine che designava coloro che praticavano l'arte della divinazione studiando il volo degli uccelli o le loro interiora (talvolta dette anche aruspici), sicuramente il professor Drake saprà essere più specifico di me a riguardo.» Sperava prima o poi di avere occasione di scambiare quattro chiacchiere col docente di Divinazione, una materia che aveva sempre affascinato Lucien tanto da implementarla nei suoi MAGO, a suo tempo, e magari chiedergli ragguagli proprio in merito all'Ornitomanzia.
Sorrise benevolo a Camille.
«Mi ha fatto piacere discorrere con lei e mi auguro di averle fornito abbastanza materiale per il suo articolo, con la speranza che riesca a mostrare Tear sotto una nuova luce ai residenti del castello.» sospirò con espressione assorta.
Dalla passione che traspariva dai modi e dalle uscite di Camille, non nutriva dubbi sul fatto che ne sarebbe uscito un ottimo articolo, anche perché da abbonato alla Gazzetta aveva già avuto occasione di leggere alcuni suoi scritti.
«Leggo sempre con vivo interesse i suoi articoli ed ovviamente non perderò quello che si appresta a scrivere. Naturalmente, resto a sua completa disposizione qualora dovesse aver bisogno ancora del mio aiuto.» le garantì, certo che la tassina avrebbe compreso che una sua visita sarebbe sempre stata gradita, oltre che a lui, anche alle creature che gli ravvivavano le giornate.