Singing in the rain or for the rain?, Intervista per la Gazzetta del Profeta

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view post Posted on 24/3/2021, 18:19
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Ama, ama follemente, ama più che puoi e se ti dicono che è peccato ama il tuo peccato e sarai innocente. (William Shakespeare - Romeo e Giulietta)

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Il giorno prima aveva inviato un Gufo al nuovo Guardiacaccia per ottenere una breve intervista, in modo da indagare sulle voci di corridoio e conoscere di persona la sua Augurey, Tear. Per fortuna aveva ricevuto una risposta affermativa, felice soprattutto di poter dare voce ai diretti interessati dopo aver raccolto alcune testimonianze da parte del corpo studentesco.
Le lezioni erano appena terminate e a breve si sarebbe diretta alla capanna, l'incontro era previsto durante l'orario di ricevimento.
Dal terzo piano, uscita dall'aula d'Incantesimi si diresse in Sala Comune, per recuperare il necessario. Da quando era stata assunta come giornalista freelance per la Gazzetta non mancava mai di portare con sé piuma autocorreggente e taccuino, se ne era procurato uno in similpelle nero, non si sa mai quale notizia si nasconde dietro l'angolo, soprattutto ad Hogwarts.
Ormai per lei scrivere articoli era diventata un'attività catartica, era meraviglioso immergersi nelle diverse storie, dalle più strampalate alle più strappalacrime, per poi raccontarle al grande pubblico di lettori. Come lavoro le stava dando molte soddisfazioni, ogni giorno era sempre più convinta di aver fatto la cosa giusta a mandare la candidatura. L'esperienza più bella finora era stata la chiacchierata amichevole con il Fantasma della sua Casata, riportare poi le sue parole su carta era stato emozionante quanto ciò che le aveva rivelato.
Posato il materiale didattico recuperò il necessario e lasciò rapidamente il dormitorio. Raggiunto l'atrio uscì all'aperto rabbrividendo leggermente, nonostante fosse ormai primavera l'aria era comunque fresca, dopo la pioggia di quei giorni in particolare. Si stava pentendo di non essersi messa almeno una sciarpa, sfregandosi le mani per avevere almeno una parvenza di calore si avviò. Con tutta calma attraversò il giardino, seguendo il sentiero che portava al campo delle zucche. Dopo pochi minuti avvistò finalmente l'abitazione del signor Cravenmoore, così affrettò leggermente il passo per raggiungerla. Una volta vicina non poté non notare alcune delle famose creature di cui era custode, in particolare le fate, a cui si avvicinò incuriosita. Erano tre, all'interno di un'ampolla di vetro. *Ma che carine che sono* neanche il tempo di terminare il suo pensiero che una di queste, dopo averla puntata, iniziò ad emettere degli strilli inarticolati in sua direzione. -Ehi, non prendertela con me, non ti ho fatto niente- ma il tentativo di calmarla era decisamente inutile. -Ok, hai vinto, mi allontano- disse arretrando di un paio di passi a mani alzate. Per fortuna non aveva portato Pinky, altrimenti si sarebbe scatenata una lite a son di acuti da fare invidia alla Signora Grassa.
Lasciate le fate ai loro affari si avvicinò alla porta. Dopo aver tenuto la mano a mezz'aria pochi secondi, dette tre colpi decisi, sperava di essere puntuale.



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Atonement. :<31:
 
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view post Posted on 25/3/2021, 14:45
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Il fiato che si condensava davanti al suo volto formando nuvolette simili a fantasmi fu intrappolato dal vetro della piccola finestra, il cui già elevato appannamento offriva uno scorcio di terra approssimativo. Vi premette la fronte lasciando che il freddo refrigerasse la fronte scottata da troppo tempo trascorso a fissare il fuoco crepidltante nel cammino. Erano da poco scoccate le tre del pomeriggio e l'ora dedicata ad eventuali visitatori gli avrebbe permesso di riposare dopo le faccende mattutine; sebbene buona parte delle proprie mansioni poteva sbrigarle con la bacchetta, talune necessitavano un accentuato sforzo fisico, oltre che mentale. Un verso ben noto catturò la sua attenzione e quando staccò la fronte dal vetro il segno lasciato dalla pelle e dai capelli scarmigliati rimase visibile per pochi minuti.
La piccola Diricawl zompettava indisturbato nella stanza, eludendo la moltitudine di oggetti abbandonati alla rinfusa, ormai abituata al disordine che regnava incontrastato nella capanna.
Pinzò col becco il morbidissimo peluche a forma di Gufo, richiamo della Gazzetta del Profeta, che da qualche giorno era divenuto per lui una coperta di Linus, il quale bubolò "Ho trovato un sacchetto di cenere. Forse ne uscirà un becco!" Scuotendo il capo mestamente, il Guardiacaccia gli si avvicinò pronto a prenderlo quando questi, con un Puff, scomparve alla vista. Simultaneamente tre rintocchi alla porta annunciarono l'arrivo di qualcuno.
Con il pastrano ancora intriso di fanghiglia e foglie, il mago raggiunse con passi elastici la soglia della sua dimora, aprendo con uno scatto la pesante porta in legno. Ad accogliere il suo sguardo vi era una tassina con la quale non ricordava di aver mai scambiato una parola dal vivo, ma che collegò ovviamente alla missiva recapitatagli il giorno prima per ottenere un'intervista su Tear. «Buongiorno signorina Donovan, le dò il mio benvenuto nella mia umile dimora. Prego, entri pure.»
proferì carezzevole, inspirando a pieni polmoni l'aria imbevuta del tipico profumo della natura irrorata dalla pioggia. Le fece spazio per immettersi nella dimora e, se la studentessa avesse accolto l'invito, avrebbe richiuso la porta alle proprie spalle per evitare che l'aria gelida s'immettesse all'interno. Lucien non avrebbe provato imbarazzo nel mostrare la casa prigioniera di un tale subbuglio, nel quale svettavano anche oggetti ed indumenti che sarebbe stato meglio stipare in un armadio.
Le avrebbe fatto cenno di sedersi su uno dei ceppi disposti attorno al tavolo. «Temo di poterle offrire solo dell'infuso di Radigorda o del Tè nero.» avrebbe proposto, rendendosi conto di non disporre di altre bevande analcoliche. Un rumore indistinto avrebbe fenduto il silenzio che albergava smosso solo dal crepitio delle fiamme, al che il francese avrebbe urlato a pieni polmoni. «Leviosa!» ne sarebbero seguiti altri, finché da sotto la pelliccia dello yeti sarebbe emerso il piccolo Diricawl che, arruffate le piume, avrebbe guardato interdetto il padrone con i vispi occhietti color inchiostro. «Vieni qui, ti faccio conoscere una nuova amica.» le avrebbe proposto tendendo il braccio. Una volta che questa si fosse appallottolata tra le sue braccia, Lucien si sarebbe sistemato su uno dei ceppi. «Le presento Leviosa, un esemplare femminile di Diricawl acquistato di recente al Serraglio. La sua docente di Astronomia ha comperato il maschio, Wingardium.» le avrebbe spiegato con un tenue sorriso mentre grattava il piumaggio turchese. Al centro del tavolo, Camille avrebbe potuto notare una ciotola di legno rudemente intagliata contenente fildimenta interdentali e piperille.
«Mi incuriosisce molto la natura di questa intervista perciò, quando vuole, possiamo iniziare con le domande.» avrebbe detto infine, inclinando appena il capo per studiare la tassina che avrebbe dovuto trasporre su pergamena la verità dietro l'Augurey.


Camille Donovan :fru:
 
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view post Posted on 26/3/2021, 10:09
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La porta non ci mise molto ad aprirsi e Camille venne gentilmente accolta da Lucien. Non aveva mai avuto occasione di parlare con lui, ma capitava ogni tanto di vederlo lavorare in giardino. -Buongiorno- disse con un timido sorriso -Grazie davvero per aver accettato l’intervista- uno sbuffetto di vapore le uscì dalla bocca mentre terminava di parlare, non vedeva l’ora di scaldarsi un po’. Entrando notò come la Capanna fosse piccola, ma decisamente accogliente. Dai suoi cugini aveva appreso che la figura del Gurdiacaccia mancava da molto a Hogwarts, lei stessa aveva visto il locale tristemente vuoto i primi giorni di permanenza, quando le capitava di passare di lì. Era bello constatare che adesso aveva ripreso vita. Come indicato, si mise comoda su uno dei ceppi che fungevano da sedute intorno al tavolo. Nel frattempo, il tepore del camino acceso l’avvolse piacevolmente, ridando sensibilità alle dita delle mani. Un bene, visto che doveva scrivere. -Non si disturbi, dovrei essere io a sdebitarmi per il tempo che ha deciso di concedermi- non voleva approfittare troppo della sua ospitalità. Intanto, l’occhio le cadde su una ciotola in legno intagliata a mano lì vicino, al cui interno c’erano delle piperille, una delle tante famose caramelle di Mielandia. -Se posso, però, una di queste andrà più che bene- stava per allungare la mano quando udì un leggero fruscio, era sicura di non aver smosso niente. E infatti il rumore era opera di un altro inquilino. Lucien richiamò a sé un adorabile volatile, che fece capolino da una pelliccia poggiata poco distante. A quanto pare era una splendida femmina di Diricawl, Leviosa. -Ma ciao splendore, sei davvero bellissima- gli occhi le si illuminarono alla vista della creatura dal piumaggio turchese. Aveva sentito dire che i Diricawl erano in grado di sparire e ricomparire in un altro posto quando si sentivano minacciati. -E hai anche uno sguardo vispo, devi essere una bella peperina- Leviosa si accovacciò tra le braccia del Guardiacaccia, che si sedette a sua volta. Si ripromise di giocare un po' con lei dopo, adesso era lì per un motivo ben preciso. -Ma certo, mi auguro fin da ora di non essere troppo indiscreta. In caso si senta libero di fermarmi-. Prima di iniziare, aprì il taccuino che poggiò sul tavolo di fronte a lei e, piuma alla mano, cominciò con le sue domande. -Ultimamente si sta verificando uno strano fenomeno atmosferico. Sembra che su Hogwarts e Hogsmeade persistano delle nuvole di pioggia, che scompaiono appena oltre il confine del villaggio.- fece una breve pausa, prima di passare alla questione forse più spinosa.
-Molti pensano che la responsabile sia la sua Augurey, Tear. Dicono che con il suo canto provochi il maltempo. Secondo lei è possibile?- per adesso non sapeva a cosa credere, era lì per cercare una spiegazione logica a ciò che aveva sentito. -So che di solito queste creature vengono considerate dei segnatempo, ma è verosimile che siano loro stesse a influenzarlo? Con il canto o in altro modo.- rimase immobile, scrutando il suo interlocutore in attesa di una risposta. Era sinceramente curiosa di scoprire qualcosa in più su Tear e i sui suoi simili.

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Come sentirsi Rita Skeeter :ph34r:
 
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view post Posted on 26/3/2021, 15:01
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Per indole, Lucien era propenso a disporre dell'etichetta come meglio credeva ma a Hogwarts si era dovuto ridimensionare, adeguandosi agli usi comuni. Dare del Lei ad una ragazzina gli era inconcepibile, ma necessario a fronte della carica ricoperta - se l'avesse incontrata per caso a Hogsmeade e non avesse lavorato come Guardiacaccia al castello, sicuramente le avrebbe dato del Tu come avrebbe fatto con qualsiasi ragazzo della sua età. Si stava abituando a quella novità nonostante avesse fatto qualche gaffe in passato, come con Mary al Ballo delle Fate. Non usufruì della dolce offerta poichè anche mentre lavorava era solito stuzzicare qualcosa di ghiotto o bere qualche innocua pozione di sua invenzione per rinfrescarsi. «Non c'è problema. Mi sono ritagliato questo momento dalle mie mansioni appositamente per dedicarmi a studenti o colleghi che necessitino di un approccio privato.» Alla fine si augurava che la sua figura lavorativa potesse avere un'inclusione nella vita al castello che andasse oltre gli impieghi in solitaria e, a tal proposito, si era presto attivato per aprire una finestra sul proprio mondo a chi ne avesse avuto bisogno. O anche per il semplice piacere di spendere due parole in sua compagnia tra un lavoro o studio e l'altro. Fu lieto dell'interesse paventato da Camille nei riguardi di Leviosa, d'altronde come avrebbe potuto non andarle a genio? Il suo aspetto vaporoso e buffo avrebbe intenerito perfino un Serpeverde. Le lasciò modo di coccolarla a sua volta, facendo scivolare la sedia più vicino alla sua con un colpo di anca ben assestato. Il Diricawl era una creatura facile da ammansire, non a caso la sua classificazione ministeriale era piuttosto bassa e la sua peculiarità maggiore l'aveva resa unica. Lucien aveva sempre sognato di averne una, da quando vedeva il gruppo di esemplari di nonna Amaltea, ma aveva desistito a lungo prima di decidersi.
«Beccata.» ridacchiò abbassando lo sguardo sul volatile, arruffandole le piume. «Confermo che mi fa penare. C'è da dire che il disordine che alberga in questa capanna le offre non pochi nascondigli. Sebbene la sua specie scompaia in prossimità dei pericoli, non è detto che non lo facciano anche in differenti contesti.» le rivelò, anche perchè era una dei principali motivi per i quali venivano considerati creature da compagnia, acquistabili in negozi come il Serraglio Stregato, fruibili per un vasto range di potenziali padroni, anche bambini. Non solo erano innocui, ma vederli sparire e riapparire infondeva allegria in maghi e streghe di tutte le età; se lo avessero fatto esclusivamente in situazioni di pericolo, difficilmente vi sarebbe stata molta richiesta.
Serrò e riaprì le iridi marittime, abbassando lievemente il capo per lasciare intendere alla tassina che avrebbe fatto come richiesto, convinto tra sé che non ce ne sarebbe stato bisogno. Quanto indiscreta avrebbe mai potuto rivelarsi una ragazzina della sua età?
La premessa di Camille non giunse nuova alle sue orecchie, era un fenomeno passato di bocca in bocca di recente ed era giunto sino alla sua dimora. Avvolti dal suono ipnotico di una pioggia che principava a colare dal cielo argentato, quasi ironica alle loro orecchie, Lucien esitò un attimo prima di offrirle una risposta.
«In un'ottica fantasiosa e romantica si, certo, ma restando ancorati al crudo realismo temo che la risposta sia negativa.» spiegò con un cipiglio teso a rinforzare la veridicità di quanto appena enunciato. «Il segreto della capacità degli Augurey di prevedere quando pioverà risiede nelle loro pratiche di caccia, difatti abbandonano il nido solo in caso di forti piogge. Quando ne percepiscono l'arrivo, sanno che potranno sfamarsi e, lieti di ciò, lo manifestano oralmente. Anche Tear, sebbene io le fornisca quotidianamente il necessario per la sua dieta, ugualmente canta quanto è in arrivo la pioggia. Potrebbe non farlo, ma è un impulso insito nella sua natura e al quale non può sottrarsi.»
Piccoli siluri liquidi si abbattevano contro i vetri delle piccole finestre incassate nella roccia, come lacrime disperate di un pianto scevro di consolazione. Godendosi l’atipico tepore nella capanna offerto dal camino, il Guardiacaccia si curvò lasciando libera Leviosa, la quale riprese a zompettare beccando tutti gli oggetti che capitavano nel suo raggio d'azione.
«Esistono numerose leggende sugli Augurey, signorina Donovan. Una di queste narra la storia di un mago ed una strega che s'incontrarono per caso in una notte di luna piena. S'innamorarono all'istante, suggellando il loro amore finchè lei non dovette rincasare. Ma mentre stava facendo ritorno a casa, complice una pioggia appena caduta, la strega scivolò sull'erba e cadde in un torrente, morendo annegata. Disperato, il giovane lasciò quel luogo che gli ricordava la tragedia ma ovunque andasse, l'acqua lo seguiva. Si dice che il dolore lo indusse a tramutarsi in un uccello le cui piume smeraldine rimembravano l'erba e quelle nere la morte legata al suo dolore. Dispiegò le ali e volò in alto nel cielo, sempre più su, convinto che sarebbe riuscito a raggiungere la sua amata. Ma non la trovò tra le nubi, così cominciò a piangere e il suo lamento ebbe fine solo quando iniziò a scendere una forte pioggia; nelle gocce d'acqua piovana, la creatura riuscì ad avvertire il calore della sua amata, stretta a lui in un abbraccio fluido. Per questo motivo, ogni volta che avvertiva l'arrivo della pioggia, l'innamorato era felice e per questo cantava, conscio che di lì a poco avrebbe potuto riunirsi al suo amore perduto.» Lucien tacque un istante, umettandosi le labbra con la punta della lingua, arsa dal calore e dal lemma. Cercò di capire che reazione avesse avuto la figlia di Tosca udendo quello smielato racconto, di solito apprezzato dalle ragazzine.
«Se preferisce può scrivere che le abbondanti piogge circoscritte a Hogwarts e Hogsmeade siano da attribuire ai giretti di Tear, che, lieta di riavere il suo amato per qualche ora, canta di felicità inducendo la pioggia a seguire i suoi spostamenti. E che, ingorda, influenzi l'evento atmosferico per il proprio tornaconto. Magia!» aggiunse rauco con una nota sardonica a sporcargli l'accento francese.
Poggiò il capo sulla mancina ancora sporca di terra e piccole piume turchesi incastrate tra le lunghe dita. Quell'intervista, doveva ammetterlo, si mostrava parecchio interessante.

Spero tu non sia altrettanto impicciona e graffiante :ohno: :ow:
 
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view post Posted on 27/3/2021, 10:41
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Mentre attendeva lisciò a sua volta le piume di Leviosa, era una sensazione veramente piacevole. L'aspetto vaporoso poi la rendeva simile a una soffice nuvola. Quando la risposta di Lucien arrivò non rimase molto sorpresa, come sospettava non era colpa di Tear. Una dimostrazione di come spesso le persone tendano a dare facilmente la colpa a qualcosa o qualcuno che non conoscono, piuttosto che cercare di comprendere a fondo. Il giornalismo lo vede come un modo per abbattere tali pregiudizi, con i suoi articoli cerca sempre di dare una visione più ampia, tentando di aprire la mente ai lettori. Un'altra cosa che aveva notato, sfogliando vari libri, è la moltitudine di storie, belle o brutte, che vengono cucite attorno a certe creature. Esattamente come quella che le stava raccontando Lucien. Era affascinata, non pensava avessero ipotizzato un'origine così romantica. Prese nota di tutto, il ticchettio della piuma su carta si confondeva con quello della pioggia, di materiale interessante per l'articolo ce n'era in abbondanza a quanto pare. La proposta finale, poi, di certo non l'aveva lasciata indifferente -Non conoscevo l’aspetto romantico sulla sua origine. Devo ammettere che l’idea di proporlo ai lettori mi attira molto- sicuramente avrebbe fatto breccia anche nei cuori più duri, trovava difficile non intenerirsi. -Di solito quando scrivo un articolo, di pari passo con la realtà dei fatti, mi piace riportare testimonianze, reali o leggende, che facciano empatizzare con la persona o la creatura di cui parlo.- è un modo per rendere umani certi aspetti, un modo per avvicinare il più possibile i lettori alla sfera emotiva del soggetto, per far comprendere loro il perché di certi comportamenti. -Molte volte però, facendo ricerche o chiedendo in giro, sono venute fuori superstizioni di ogni genere. Soprattutto nei confronti delle creature magiche e l’Augurey non ha fatto eccezione- ogni volta che cercava informazioni, oltre agli aspetti positivi, venivano fuori anche alcune credenze legate al folklore che la lasciavano interdetta. Si trovava così a curiosare per scoprirne l'origine. -Ho letto che un tempo, mi auguro che adesso non sia più così, credevano che l’Augurey, a causa del colore del piumaggio e del suo canto, ritenuto da molti lugubre, portasse sfortuna. Se non addirittura preannunciasse la morte- queste sono il tipo di idee che solitamente le piace smentire, o quanto meno motivate, insieme ai pregiudizi. Magari molti continueranno a pensarla allo stesso modo, ma altri potrebbero iniziare a farsi domande -Premetto che di solito, nonostante in alcune credenze ci sia un briciolo di verità, non do molto credito alle superstizioni. Per esperienza ho notato che tendono a rivelarsi fondate su innocue abitudini da parte delle creature in questione. Lei come la pensa?- era sinceramente curiosa. Molto spesso, ficcanasando a destra e a manca, riusciva a trovare davvero una spiegazione logica a ciò che alcuni pensavano fosse opera di chissà quale strana entità. In tanti attribuivano, o attribuiscono, a creature magiche o meno, poteri ed abilità che non hanno. Lo aveva tastato con mano quando fece delle ricerche sui Famigli.

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view post Posted on 27/3/2021, 14:34
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Le leggende godevano di una notevole attrattiva su larga scala, dunque inserire nell'articolo quella che Lucien le aveva narrato avrebbe sicuramente ottenuto un appeal non indifferente su una buona fetta di lettori. Sfortunatamente, Lucien non poteva fornirle indicazioni temporali precise nelle quali incastrarla, ma alla fine ritenne che aveva poca importanza ai fini dell'articolo. Se avrebbe fatto sognare qualche anima avvezza a quel genere di fantasticherie e se fosse riuscita ad allontanare la protagonista pennuta da quelle ridicole accuse, tutto di guadagnato. Il Guardiacaccia trovava bello vedere piccoli scrittori in erba accomunati da una passione che accoglieva anche il suo favore, sebbene nessuno sapesse chi si celava dietro Lady Amortentia. Lucien aveva riflettuto che con ogni probabilità, i più avevano associato quella firma pregna di grazie ad una strega di nobili origini, tremendamente romantica ed amante delle fantasie meglio infiocchettate. Insomma, tutto ciò che non era lui.
«Oh, beh, inserirla andrebbe a favore della protagonista dell'articolo, su questo non ci piove commentò mesto mentre indicava un punto alle proprie spalle in corrispondenza del nido di Tear, oscurato dalle pareti della capanna. Gli occhi del Guardiacaccia non avevano smesso un istante di seguire il movimento armonico della piuma di Camille che graffiava con eleganza la pergamena, mettendo nero su bianco le sue parole grazie alla capacità della studentessa di seguirne il filo conduttore.
«Caratteristica comune a molti individui è la necessità di un controllo o certezza, regole e spiegazioni del perché le cose accadono, ed è la forza trainante dietro la maggior parte delle superstizioni. Talvolta creare una falsa certezza è per loro migliore che non averne affatto, e questo è ciò che porta ad un effetto placebo positivo: se si pensa che qualcosa ci aiuterà, potrà fare proprio questo. C'è un'enorme quantità di energia nella fede, che non tutti possiedono.» lasciò cadere la frase, senza soffermarsi a specificare se lui ne avesse o meno, grattando con quel poco di unghia dell'indice le nervature del legno. «Gli animali e le creature magiche non possono comunicarci le risposte ai nostri quesiti, da qui la necessità dell'uomo di ottenerle da sè o crogiolarsi nella convinzione di esserci riusciti.» non v'era giudizio nelle sue parole, solo ciò i suoi occhi avevano visto e le sue orecchie avevano udito, accompagnato da una vita vissuta sia assieme ai babbani che ai maghi, comparando le diverse reazioni.
«La semantica dei colori affonda le radici nel passato. Vede, signorina Donovan, l'essere umano ha sempre avuto timore del buio, non a caso è un essere diurno. Fin dall'antichità ha avuto paura dell'oscurità e dei pericoli che in essa si annidano, degli esseri e animali il cui pelo aveva il medesimo colore delle tenebre. Vi sono riferimenti cromatici riscontrabili sia nella società babbana che in quella magica: la vegetazione veniva infatti associata al verde, il nero alla notte. Le faccio un esempio legato al piccolo villaggio babbano dove ho trascorso una fetta di infanzia: i babbani che vivevano in mare, nutrivano la superstizione secondo cui il verde fosse presagio di sventura. Questo perché evoca il colore del metallo ossidato, segno di cattiva manutenzione dell'imbarcazione, e che chi moriva sulla propria nave veniva bendato e riportato a casa dopo molto tempo, quindi ammuffito e ricoperto di muffa verde. Maghi antichi, invece, costretti ad attraversare i fiumi, temevano di scambiare una delle forme più comuni del demone acquatico noto come Kelpie per innocui giunchi smeraldini, che ricordano in maniera vivida la sua criniera. Perciò, come può notare, questi colori non hanno goduto del favore comune in passato e si sa, la storia diviene leggenda, la leggenda mito e diventa facile nell'ignoranza perpetuare credenze antiche. Vi aggiunga che il becco adunco e affilato dell'Augurey ricorda una scure, l'aspetto magro quello denutrito di chi vive una carestia ed il canto prevede la pioggia, che può rivelarsi scomoda in determinate situazioni...si fa presto ad affibbiare a questi volatili un'errata nomea. Come ha correttamente enunciato, si è addirittura pensato che il gemito di un Augurey significasse che la morte stava per incombere su chi lo aveva udito, per questo motivo era considerato sfortuna passare vicino ad un loro nido, ma, per farla breve, questa creatura ha solo avuto la Natura poco clemente nei suoi riguardi.» Beh, conciso non era proprio stato e a differenza del discorso precedente, stavolta nelle sue parole si poteva percepire quale fosse la sua personale visione.
Scoccò uno sguardo all'orologio da polso, dove piccole rappresezioni dei pianeti orbitavano a pochi centimetri dal quadrante, sul quale era raffigurata la volta celeste. Tamburellò con i palmi delle mani contro la superficie lignea, imitando il suono di un tamburo. «Bene signorina Donovan, se le fa piacere vorrei farle conoscere da vicino Tear, prima che si libri in volo per cacciare.» propose con un accenno alla pioggia intravedibile dalla finestra e calcolando i normali tempi organizzativi della creatura. Probabilmente avrebbe sbagliato a pensare che Camille se lo stesse chiedendo, ma aggiunse «È abituata a fare ritorno al suo nido, quando ha finito.» come già spiegato, lui provvedeva a fornirle quotidianamente il cibo necessario al suo sostentamento -tenendo conto che erano molto simili ai cammelli, visto che abbandonavano il nido solo con la pioggia e potevano presentarsi più e più giorni di siccità. Era una creatura che si curava di avere delle scorte e che il cui organismo si era adattato in funzione dei suoi istinti - ma non le impediva di abbandonarsi ad essi.
Se Camille avesse accettato, Lucien l'avrebbe condotta fuori dalla capanna e, coprendo entrambi dalla pioggia con l'ausilio di un incantesimo non verbale e la bacchetta rivolta al cielo plumbeo che avrebbe offerto uno scudo dalle gocce, l'avrebbe portata al famoso nido a forma di lacrima costituito di spine e rovi. La Fenice Irlandese, col suo aspetto magro e triste, avrebbe scrollato l'elegante piumaggio in segno di saluto; il becco incredibilmente affilato si sarebbe aperto e richiuso mimando una scure.
 
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view post Posted on 27/3/2021, 23:35
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Certezza. L'essere umano trema davanti al mistero, non ama vagare alla cieca nelle situazioni. Uno dei modi per averla questa certezza spesso è costruirsela, fino a trasformarla talvolta in superstizione. Questo pensiero fece riflettere molto la tassina. Amando il mistero non ha mai sentito la necessità di creare verità fittizie intorno a ciò che si trovava davanti. E, come ha detto Lucien, i diretti interessati in questo caso non possono dare delle risposte, lasciando il compito agli umani. Maghi, streghe o babbani che fossero.
Non si aspettava, però, che anche i colori potessero evocare sensazioni tanto negative. Soprattutto il verde, che lei associa alla vita, al prato su cui giocare in estate, agli alberi che con le loro fronde regalano ombra e riparo dal caldo. Insomma, a tutto ciò che per lei è positivo. Osservò sorpresa e attenta il suo interlocutore mentre le raccontava degli esempi lampanti. Traspose attentamente queste osservazioni, sicuramente avrebbero sollevato interesse e domande nei lettori. La semplice e cruda realtà però è che queste creature erano nate con l'aspetto “sbagliato”, un aspetto che attirava l'attenzione per i motivi sbagliati. Il tempo di scrivere le ultime annotazioni che Lucien le propose di fa visita a Tear, dato che a breve sarebbe andata a caccia e non sarebbe tornata rapidamente. -Andiamo pure, sono curiosissima di conoscerla- dopo le varie premesse sulle abitudini di questa creatura, l’idea di vederla dal vivo la entusiasmava. Nel futuro non si vedeva a lavorare nella Sezione “Regolazione e Controllo delle Creature Magiche” o come Magizoologa, come erroneamente ci si aspetta dalla maggior parte dei figli di Tosca, ma comunque era affascinata. Forse per il suo amore nei confronti della natura, forse leggermente condizionata dall’avere un nonno Magizoologo, chi lo sa?
Seguì Lucien fuori dalla capanna, dove con un semplice incantesimo riparò entrambi dalla pioggia, e si diressero al nido di Tear. L’Augurey gli accolse scuotendo le piume e aprendo il becco per poi richiuderlo subito dopo, come fosse una scure.
-Piacere di conoscerti Tear. Ma sei splendida- poteva sembrare davvero una creatura austera, magra e circondata da rovi, ma allo stesso tempo emanava una certa eleganza. Non sapeva come altro definirla.
-E a quanto vedo è anche più fortunata di noi, non necessita d’Incantesimi per ripararsi o rimanere asciutta. Come mai la pioggia non la bagna?- forse dovevano avere un motivo per invidiarla più che per averne timore. -So che le piume respingono l'inchiostro, ma non pensavo facessero altrettanto con l'acqua- le piume più utilizzate per scrivere infatti sono quelle d'oca, ma anche quelle di Diricawl non sono da meno. A proposito, doveva rassicurare Leviosa che nessuno della sua specie è stato maltrattato per ottenere quella che stava utilizzando.

20210319-101552

Finalmente da Tear Baratheon, regina di Capo Tepesta. Non farci caso, è uscita la nerd che è in me :ph34r:
 
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view post Posted on 28/3/2021, 12:39
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Le creature magiche che dimoravano nei pressi della capanna del Guardiacaccia avevano da sempre suscitato una spiccata attrattiva negli studenti che circoscrivevano l'orto di zucche col chiaro intento di bussare alla sua porta. Difficile che un'occhiata curiosa non colasse proprio sulla serra di Harold o sull'infestazione di Horklump nelle vicinanze. A suo tempo Lucien stesso ne era stato attratto al punto da cercare ogni scusa papabile per passare da quelle parti e scambiare due parole con uno dei suoi predecessori.
L'aria umida emanava il tipico profumo della verzura irrorata d'acqua che il mago tanto amava, congiuntamente a quelle del terriccio bagnato che sporcava le suole ad ogni passo. Osservò la reazione di Camille alla vista dell'Augurey, rivedendo sè stesso in occasioni analoghe. In quel momento ne avrebbe volentieri sondato la mente per scoprire cosa la creatura vi avesse smosso con la sua sola presenza.
«È affascinante, vero?» commentò sorridendo a Fear, abituata alla sua presenza. Cominciava a zompettare tra i rovi, segno che di lì a poco l'impazienza l'avrebbe indotta a dispiegare le ampie ali e spiccare il volo. Lucien sperò che decidesse di restare ancora un po' a farsi rimirare, anche se la sua indole timida con ogni probabilità avrebbe ben accolto la possibilità di tornare a starsene sola con i propri pensieri, qualunque esso fossero. Provvide a rispondere prontamente al quesito posto dalla tassina, tenendosi pronto a scattare in caso di necessità - non si poteva mai abbassare la guardia, anche con la creature più innocua e socevole. «È una delle peculiarità degli Augurey. Sebbene Gulliver Pokeby non ne fosse del tutto certo, riteneva che il loro sesto senso per rilevare la pioggia ne alterasse la composizione delle piume, consentendogli così di rimanere asciutti sotto la pioggia, e che respingessero anche altri liquidi come appunto l'inchiostro. Pokeby era in procinto di cercare materiale per avvalorare la propria tesi quando morì, nel 1839, ma era noto per non aver mai trascritto nessuna delle sue trattazioni fino a quando non fosse stato pronto a pubblicarle, perciò nessuno ne rimase sorpreso. Ad ogni modo, la sua teoria è comunemente accettata dalla comunità magizoologica a fronte della sua impareggiabile esperienza e credibilità.» Immerse la mancina in una delle ampie tasche del pastrano e trascce un grappolo di blattoidei che, cautamente, allungò al volatile. Il palmo teso non necessitò di lunghi studi da parte di quest'ultima che, con una delicatezza che cozzava con l'aspetto, con poche beccate ripulì l'arto del mago.
Questo, pensò Lucien, avrebbe garantito loro ancora qualche minuto in sua presenza.

Il nome dell'habitat al Serraglio infatti è un omaggio proprio a Got jst21
 
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L'odore della pioggia le solleticava piacevolmente le narici. Le era sempre piaciuto, soprattutto quando persiste una volta uscito il sole. Anche Tear sembrava in fermento alla visione della pioggia e a tutte le sensazioni che essa portava, evidentemente non vedeva l'ora di andare a caccia e sgranchirsi le ali. Un po' come, al contrario, fa lei durante le giornate di sole. Ovviamente sperava non si sentisse a disagio in presenza di un estraneo e rimanesse, anche solo per pochi minuti, per farsi conoscere e osservare meglio. Anche se sembrava schiva, o almeno questo le trasmetteva. In ogni caso non capitava certo tutti i giorni di stare a contatto ravvicinato con creature tanto affascinanti. Si appuntò la risposta con un occhio al taccuino e uno rivolto a Tear, osservandone i movimenti. Lucien le dette una manciata di scarafaggi, per abbonirla. Tear sembrò apprezzare, ripulendo in pochi istanti la mano del Guardiacaccia. Forse avrebbe concesso la sua presenza ancora per qualche istante. Sperava di potersi avvicinare anche lei, ma prima doveva togliersi un'altra curiosità -C'è un motivo particolare per cui queste creature didificano tra le rose canine? E i loro nidi hanno questa forma particolare?- i rovi sono una scelta molto anomala, forse. Le sembrano scomodi per viverci. Tante domande le frullavano in testa: non rischia di ferirsi? È sicuro per i cuccioli? scelta anomala che però, per come la vedeva, aumentava ancora di più l'alone di mistero intorno a queste creature. E poi la forma. Una lacrima. Una forma curiosa quanto enigmatica per come la interpretava lei. Poteva sembrare triste e cupa come visione, ma in un certo senso la trovava una cosa romantica. D'altra parte non si piangono solo lacrime di tristezza. Si piange per gioia, per amore, per rabbia, insomma la si poteva vedere da più angolazioni. Magari la spiegazione era più semplice, ma intanto si era concessa di vagare con la mente e la fantasia.
Prima di ottenere delucidazioni però, si fece avanti anche per un'altra richiesta, che sperava non fosse troppo pretenziosa. -Nel mentre risponde alla domanda, posso provare anch'io a darle da mangiare?- se non poteva l'avrebbe accettato, ma sperava di tentare -Mi piacerebbe avvicinarla- chissà se Tear si sarebbe fidata di lei, non aveva mai fatto una cosa del genere, ma riuscirci sarebbe stato un piccolo traguardo.

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Lucien Cravenmoore era ammaliato da ogni creatura magica; nutriva le proprie preferenze, come chiunque, ma per ognuna aveva cercato di carpire più informazioni possibili per il proprio diletto personale e, in secondo luogo, anche per la propria professione. Gli piaceva non farsi trovare impreparato non tanto per solleticarsi l'ego, quanto più perché sinceramente interessato a trasmettere informazioni sul loro mondo a chi era interessato e disponibile all'ascolto; un po' come i giornalisti che scrivevano per il piacere di informare il prossimo, più che per un tornaconto personale. Al quesito della tassina Lucien provvide a risponderle subito «Certo, non c'è problema.» Prima che ella potesse fare di testa sua, replicò il gesto mostrato poc'anzi, piazzandole in mano un altro gruzzolo di insetti. Curioso, di solito le ragazze strillavano alla vista di quel tipo di insetti, anche se erano passati a miglior vita. «Visto che Tear non la conosce deve darle modo di offrirle la sua fiducia.» iniziò a spiegare, facendo un piccolo passo indietro mantenendo la bacchetta tesa in modo da tenere entrambi asciutti. «È affabile con l'uomo, abituata alla loro presenza e ad una vita che sottostà a regole aggiunte, altrimenti avrebbe ben poche speranze di avvicinarla. Tenda il braccio e aspetti, mantenendo sempre il contatto visivo. Lei percepirà emozioni quali ansia e paura, perciò signorina Donovan cerchi di mostrarsi calma ed empatica. Dopo qualche secondo muova un passo verso di lei mantenendo l'arto teso. Se deciderà di accorderle fiducia, si servirà come l'ha vista fare poco fa con me.»
Tear spostava il suo sguardo indagatore prima su uno e poi sull'altro, non abituata a suscitare così a lungo la curiosità in più individui. Se Camille avesse osservato con attenzione, avrebbe potuto notare un leggero inarcamento del petto, segno che era pronta a spiccare il volo, ma anche a difendersi in caso quegli umani si fossero dimostrati meno fidati di quanto apparivano. Aveva imparato a fidarsi di Lucien, ma Camille rappresentava una completa estranea.
Mentre la pioggia aumentava d'intensità, la presa del Guardiacaccia attorno alla bacchetta si fece più marcata.
«Per ogni comportamento animale esiste una spiegazione che si confà alla sua indole e dunque si, vi è un motivo specifico dietro tale scelta. Gli Augurey sono creature estremamente timide, il fatto che nidifichino in cespugli spinosi e rovi rappresenta la loro ricerca di solitudine. Difficilmente altre creature si accosterebbero ad un habitat così pericoloso solo per avvicinarli, manterrebbero le distanze, garantendogli così l'isolamento anelato ed una certa sicurezza nella misura in cui si tratti di predatori. Esiste un'altra leggenda che vuole che la pioggia sia nata dalle prime lacrime di un Augurey feritosi attraverso delle spine. Alla goccia di sangue si miscelò la lacrima e la Natura ne rimase talmente colpita da omaggiarla del dono della preveggenza, in relazione alle cosiddette lacrime del cielo. Da qui il forte legame degli Augurey con la pioggia. Cercano il cibo (fate, insetti e mosche) solo in caso di forti piogge, quando difficilmente troveranno sul loro cammino altre creature, potendo così cacciare in solitaria. La solitudine gli è cara, sono creature che bastano a loro stesse e al massimo ad un compagno di vita per portare avanti la specie.»
Fece una pausa, osservando le punte degli anfibi lucidate dall'acqua piovana. Cercava di mostrarsi esaustivo ed allo stesso tempo calcolare sommariamente quanto tempo ancora Tear li avrebbe degnati della sua compagnia. Le variabili erano una costante, ma riusciva ad averne una vaga idea grazie al movimento del corpo ricoperto di eleganti piume color pece e smeraldo.
«L'aspetto particolare dei loro nidi l'ho interpretato come una curiosa assonanza con la forma delle gocce di pioggia e la sensazione di melancolia che percepisco nel suo canto, ma prenda questa informazione con le pinze, poiché intrisa di una valenza del tutto personale. Resta il fatto che è una personalizzazione singolare che permette, anche in assenza del suo occupante, di associare un nido di questa forma ad una specifica creatura.» si pinzò il labbro inferiore col canino, posando nuovamente lo sguardo su Tear. La primavera l'avrebbe indotta a cercare un compagno per una fase di corteggiamento reciproco e l'accoppiamento e Lucien avrebbe dovuto attivarsi per tempo per capire come la scuola preferiva muoversi a riguardo.
Se Camille avesse seguito alla lettera le indicazioni e fosse stata fortunata, sarebbe riuscita ad avvicinare l'Augurey come aveva sperato.
 
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view post Posted on 29/3/2021, 19:23
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Lucien aveva acconsentito a farle avvicinare Tear, era felicissima. Ora non restava che provarci, seguendo alla lettera le istruzioni datale. Di certo non voleva spaventarla, non sapeva come poteva reagire a gesti inconsulti da parte di un estraneo. -Fantastico, grazie davvero per la fiducia- una fiducia che non doveva far perdere. Non era un gioco, quindi doveva stare molto attenta. Tese la mano per recuperare gli insetti da dare alla Augurey per poi ascoltare attentamente ciò che doveva fare. -Speriamo di riuscire a fare amicizia, vero piccolina?- disse dolcemente a Tear. Incamerato tutto nella sua mente, procedette mentre Lucien rispondeva alle sue domande. Allungò piano il braccio, evitando di essere brusca, e cercò un contatto visivo con Tear, che nel frattempo si era fatta più schiva e si era ritratta inarcando leggermente il petto.
Nel mentre lasciava che la creatura si abituasse alla sua presenza, sperando non la prendesse come un potenziale minaccia, prese mentalmente nota di ciò che doveva poi riportare nel suo articolo.
A quanto pare non era una scelta casuale quella dei rovi e neanche pericolosa per loro, piuttosto lo era per i potenziali nemici o per chiunque tentasse di disturbarli la loro solitudine. Un istinto quasi umano che l’ambiente tende ad assecondare fornendo uno scudo naturale. Anche la forma del nido come pensava poteva essere vista in maniera soggettiva, si poteva cercare un motivo logico, dare adito a leggende o semplicemente lasciarsi guidare dalle sensazioni, come aveva fatto Lucien. A un primo impatto anche a lei trasmetteva una sensazione simile. Nonostante non fosse abituata al suo canto, quindi non poteva giudicare se fosse malinconico o meno, la forma di lacrima dava nell'immediato una sensazione di tristezza, anche se poi poteva essere vista diversamente ragionandoci su. Collegarla poi alla pioggia non era insensato. Se non una lacrima umana la pioggia in un certo senso veniva spesso poeticamente detta la lacrima del cielo.
Nel frattempo era riuscita a fissare il suo sguardo in quello di Tear, che erano di un intenso color petrolio, tanto profondi da perdersi dentro. Sperava di non perdere il contatto. Gli occhi della tassina s'illuminarono e fece un sorriso incoraggiante alla Augurey, sperando capisse che non voleva assolutamente farle del male o spaventarlo.
-Coraggio, piccolina. Non avere paura- evitando movimenti bruschi, fece un passo avanti, mantenendo il braccio teso per permettere a Tear di avvicinarsi, curiosare, prendere confidenza e, se voleva, mangiare il boccone che le offriva. Mentre aspettava, senza perdere di vista Tear, passò alla domanda successiva, per colmare lacune personali, ma anche poi riportare queste informazioni ai lettori, in modo da mostrare loro, anche solo attraverso le parole, quanto fossero stupende queste creature. -Come vi prendete cura di lei? Ci sono accortezze particolari da prendere? Un po' come quelle per nutrirla- Tear stava forse cominciando a non vederla come un’intrusa? Per incoraggiarla le fece un altro sorriso, sperando di vincere la sua timidezza.

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CODICE
Curioso, di solito le ragazze strillavano alla vista di quel tipo di insetti, anche se erano passati a miglior vita.
(cit.)
Tipo me, completamente terrorizzata, quasi fobica. Ho riso troppo perché è la mia reazione abituale 🤣🤣🤣
 
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view post Posted on 30/3/2021, 07:16
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Non era la prima volta che uno studente manifestava interesse per una creature che dimorava vicino alla capanna, ma era senza dubbio il primo caso in cui Lucien ne permetteva un così intimo avvicinamento. Non avrebbe azzardato tanto se non avesse riscontrato i presupposti giusti affinché ciò si verificasse in uno stato di sicurezza e, qualunque imprevisto, lo avrebbe affrontato prendendosi le proprie responsabilità. Alla fine conosceva Tear nello specifico e più in generale lo spettro dei comportamenti della sua specie a fronte di una dinamica come quella, perciò si sentì tranquillo nell'accordare alla studentessa un unico tentativo. Sarebbe stato meglio non insistere troppo alle prime eventuali avvisaglie che, ad esempio, il volatile fosse troppo affamato e facilmente irritabile per lasciarsi avvicinare da uno sconosciuto. Sorrise, mite ed incoraggiante, in risposta al rigraziamento di Camille; inspirò dunque a pieni polmoni tipica dei momenti di pioggia la quale aveva un significato di interconnessione ed unità. Ogni goccia, arrivata a terra, si fondeva con l'elemento ma anche con i fiumi e gli oceani e bagnava tutti, in un fenomeno di assoluta equità. «Come tutte le cose ci vuole tempo, pazienza e perseveranza. Sono fiducioso, ma non ci resti troppo male se non dovesse andare come speriamo.»
sospirò striracchiando il braccio libero, attento a non abbandonarsi a movimenti bruschi che avrebbero potuto inficiare la connessione che la tassina stava cercando di instaurare con la creatura.
Nel mentre si arrivò per rispondere ai nuovi quesiti, sorprendendosi del numero di domande che la ragazzina era riuscita a snocciolare in merito ad una creatura di cui ancora conosceva poco. Le reputò tutte domande molto interessanti e valide, a cui fu lieto di prestarsi per quelle che erano le sue conoscenze.
«Naturalmente non le dò in pasto le fate che avrà notato nel terrario.» ironizzò per stemperare la tensione. Non gli sembrava che Camille fosse un fascio di nervi, ma pensò ugualmente di aiutarla. «La nutro con insetti vari e mosche, tutto mangime reperibile presso il Serraglio Stregato, o in natura, mentre adempio ad altre mansioni nella Foresta Proibita. Sono ghiotti di fate, ma quelle preferisco che se le procuri, eventualmente, da sola. Una volta al giorno ne verifico lo stato di salute attraverso le tonalità del piumaggio ed altri piccoli ma importanti dettagli, livello le punte delle spine del suo nido e le tengo compagnia con qualche carezza ogni volta che mi è possibile.» le spiegò analizzando le sue giornate tipo e l'inclusione di Tear nelle sue mansioni. «Non è una creatura che richiede accortezze particolari come altre. È molto indipendente ed autosufficiente, non rappresenta un pericolo per le altre creature raccolte vicino alla capanna (le fate, per quanto risultino ghiotte ed invitanti ai suoi occhi, il più delle volte stanno all'interno della mia dimora ed il loro terrario, visto dall'esterno, non ne rivela la presenza. Perciò Tear non rappresenta una minaccia per loro.» fu proprio mentre serrava le labbra che l'Augurey mosse il collo verso il palmo teso di Camille. Le offrì un unica beccata, grazie alla quale ottenne un buon numero di insetti, ma poi sembrò vincere il desiderio di procurarsi il cibo da sé perché gli speroni abbandonarono i rovi ed il mago e la strega la videro librarsi in aria con eleganza e fierezza. Durante lo spostamento, Lucien appose il braccio teso verso Camille, intimandole di spostarsi poco più indietro così da non rischiare di venire urtata dalla creatura.

Ahahah madò io pure con alcuni insetti non vado per niente d'accordo XD
 
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view post Posted on 30/3/2021, 18:30
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Provò ancora un po’ a mantenere il braccio teso in direzione di Tear, ovviamente non avrebbe insistito se si fosse innervosita. Era vogliosa di farsi un giro per i cieli in solitaria, ma nonostante questo sembrava voler provare a concederle, una volta che avesse percepito cosa provava la tassina scrutando il marrone dei suoi occhi, la gioia di avere anche solo un breve contatto. Camille, da parte sua, cercava di trasmettere tutta la sua dolcezza, tentando di essere il più empatica possibile. Intanto ascoltò attenta la risposta di Lucien, la quantità di informazioni che stava apprendendo era incredibile. Più studenti secondo lei dovrebbero approfittare dell'ora di ricevimento, rimarrebbero sorpresi di quante cose si possono scoprire.
Le fate? Oh, non le avrebbe dimenticate sicuro dopo quel piccolo “scontro”. Ma di certo sì, non meritavano di essere date in pasto a nessuno. Anche se si immaginava l’Augurey alle prese con una di loro, carina quanto rissosa, sicuramente aveva il suo bel daffare a caccia per acciuffarne una. Magari la prossima volta le avrebbe portato, o fatto recapitare, qualche ghiottoneria dal Serraglio Stregato, dopo che le aveva fatto l’onore di accettarla nel suo habitat era il minimo. E anche a Leviosa, delle crocchette furbette come lei potevano andare bene.
Non sembrava difficile prendersi cura di lei, ma comunque si deve tenere conto di piccole accortezze e darle il necessario, nonostante sia indipendente e autosufficiente. E a quanto pare non risulta un problema per gli altri inquilini magici del giardino.
-Anche se, dopo l’incontro ravvicinato che ho avuto poco fa, non saprei chi avrebbe la meglio tra Tear e le fate. o notato che sono piccole, ma molto agguerrite- ma scommetteva che Tear era più veloce e scaltra, nonostante non sembrasse semplice acchiapparle.
Nel frattempo che prendeva mentalmente nota delle nuove informazioni, Tear terminò di scrutarla e soppesarla, per prendere poi il cibo che le offriva dalla sua mano con un unico rapido movimento. Era stata delicata, l’aveva leggermente solleticata con il becco. -Visto non sono una minaccia- le disse sorridendo mentre ritraeva lentamente il braccio prima che, ormai richiamata dai suoi istinti, spiccasse il volo. Lucien le fece cenno di arretrare leggermente per evitare di essere colpita e lei obbedì facendo qualche passo indietro. Con le scarpe che scandivano un leggero ciaf, ciaf nel fango. Ammirò Tear volare libera nell’aria, impalpabile alla pioggia. -È spettacolare, ha una grazia fuori dal comune- si concesse ancora qualche istante per vederla allontanare, con lo sguardo ammaliato puntato al cielo.
Adesso non restava che un'ultima curiosità, per ora. Probabilmente, se in futuro avesse avuto a disposizione altro tempo libero, sarebbe tornata a trovarla. Sperando si potesse ricordare di lei. Tra l'altro ci sono tante altre creature lì che era curiosa di conoscere meglio.
-Un'ultima domanda, poi giuro che ho finito di ficcanasare- aveva raccolto molto materiale, sicuramente i lettori avrebbero apprezzato. A suo parere è sempre bello imparare qualcosa di nuovo, cercava sempre di farlo trasparire nei suoi articoli.
-Ci sono altre cose che secondo lei dovremmo sapere su queste creature? Qualche abitudine particolare di cui non tutti sono a conoscenza?- ognuno ha un lato nascosto che nessuno conosce, chissà se anche Tear lo aveva.

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view post Posted on 31/3/2021, 13:19
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Lieto che l'Augurey avesse scelto di dare una possibilità alla piccola umana, Lucien si beò assieme a lei della visione delle sue ampie ali che fendevano l'aria nebbiosa e le gocce di pioggia slittare sulle piume ombrose senza imbevirle. Planò serena immersa nel suo elemento finché non divenne un puntolino indistinto ai loro occhi. La sensazione di completa libertà data dal volo, Lucien l'aveva sperimentata ogni volta che aveva cavalcato una scopa (con sa che, come il ballo, non gli riusciva molto bene) ma sarebbe stato curioso di farlo senza l'ausilio di un mezzo, che fosse la magia o il manico di una scopa. Quando i suoi occhi cerulei non scorsero più segni di Tear, tornò a dedicarsi alla tassina alla quale aveva offerto un'osservanza in relazione al commento che aveva fatto prima che Tear spiccasse il volo «È un'acuta osservatrice, signorina Donovan. Ebbene sì, dalla loro hanno anche le dimensioni ridotte, in rapporto a Tear, che gli permetterebbe - in un ipotetico scontro - di nascondersi in piccoli anfratti dove lei non potrebbe raggiungerle. Così come accecarla, ponendo così un notevole vantaggio sul nemico.» Era ben conscio, però, che la Natura aveva apposto il suo equilibrio anche in quel frangente e che se le fate rientravano tra i nutrimenti favoriti degli Augurey, un motivo c'era e permetteva loro di cibarsene anche allo stato selvatico.
Si trovò concorde nel reputare quelle creature aggraziate, a discapito di un aspetto che a primo acchito appariva molto severo rispetto ad una più comune fenice rubiconda. «Ammetto di essere affascinato da qualsiasi creatura magica, ma pare che simpatizzi molto per quelle poco o mal considerate dalla massa.» rilevò, facendo un piccolo cenno prima allo Streeler poi alla capanna, confidando che Camille avrebbe colto l'allusione al Diricawl.
I cosiddetti reietti della società, gli indesiderati, imperfetti o non canonicamente piacenti, pericolosi, noiosi, per lui queste caratteristiche non erano indice di scarso interesse ma di vera e propria unicità.
Prima di offrire una risposta alla studentessa, stavolta il Guardiacaccia si prese del tempo per vagliare le proprie conoscenze in merito agli Augurey alla ricerca di qualcosa che non le sarebbe stato possibile trasportare su pergamena se non a seguito di ore in biblioteca. «Gli Augurey, come le Fenici, non muoiono mai veramente, bensì rinascono. In tempi di grave siccità, stress o persino di guerra, l'Augurey può affrontare un particolare processo di rinascita. Diventeranno ancora più fragili e malaticci di quanto già appaiano e poi scoppieranno in fiammelle bluastre. Il processo di rinascita può richiedere da pochi minuti a pochi giorni; l'incendio più lungo riportato è durato otto giorni, come enunciato da Uric the Oddball, anche se la sua credibilità è discutibile. Una volta rinati, gli Augurey appariranno di nuovo come giovani pulcini pronti ad affrontare una nuova vita.» i suoi lineamenti precisi e spigolosi furono smossi da una rada risata, che culminò con una breve aggiunta. «Questa è una chicca gradevole, ma che le sconsiglio di riportate nell'articolo: Uric the Oddball era l'orgoglioso proprietario di ben cinquanta Augurey e raccontava spesso di un giorno di pioggia in cui tutti i suoi Augurey cantavano contemporaneamente, portandolo a credere di essere morto e di essersi trasformato in un fantasma. Fu portato al San Mungo dopo aver ricevuto una commozione cerebrale mentre cercava di attraversare i muri in quanto "fantasma".» la mancina, che stava grattando il mento affilato, scattò verso la tempia e la picchiettò un paio di volte.
Chissà se la piccola Camille era un'appassionata di Cioccorane ed avesse trovato la figurina dedicata a Uric, e dunque fosse già informata di altre stramberie che lo riguardavano come il fatto di indossare una medusa come copricapo o della convinzione che il canto dei Fwooper fosse salutare.
«La parola Augurey deriva dal latino auguri, termine che designava coloro che praticavano l'arte della divinazione studiando il volo degli uccelli o le loro interiora (talvolta dette anche aruspici), sicuramente il professor Drake saprà essere più specifico di me a riguardo.» Sperava prima o poi di avere occasione di scambiare quattro chiacchiere col docente di Divinazione, una materia che aveva sempre affascinato Lucien tanto da implementarla nei suoi MAGO, a suo tempo, e magari chiedergli ragguagli proprio in merito all'Ornitomanzia.
Sorrise benevolo a Camille. «Mi ha fatto piacere discorrere con lei e mi auguro di averle fornito abbastanza materiale per il suo articolo, con la speranza che riesca a mostrare Tear sotto una nuova luce ai residenti del castello.» sospirò con espressione assorta.
Dalla passione che traspariva dai modi e dalle uscite di Camille, non nutriva dubbi sul fatto che ne sarebbe uscito un ottimo articolo, anche perché da abbonato alla Gazzetta aveva già avuto occasione di leggere alcuni suoi scritti. «Leggo sempre con vivo interesse i suoi articoli ed ovviamente non perderò quello che si appresta a scrivere. Naturalmente, resto a sua completa disposizione qualora dovesse aver bisogno ancora del mio aiuto.» le garantì, certo che la tassina avrebbe compreso che una sua visita sarebbe sempre stata gradita, oltre che a lui, anche alle creature che gli ravvivavano le giornate.
 
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view post Posted on 31/3/2021, 19:52
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Tear era ormai lontana e a lei non restava che prendere le ultime annotazioni per il suo articolo. Già l’indomani probabilmente avrebbe iniziato a metterlo nero su bianco. Sperava di riuscire a far empatizzare gli abitanti del castello e gli altri lettori del Mondo Magico con quella splendida creatura, ancora a molti sconosciuta sotto diversi aspetti. Dopo essersi goduti le giravolte della Augurey in volo, tornarono entrambi ad abbassare lo sguardo per continuare la conversazione. Lucien le spiegò che in effetti non era semplice per Tear catturare le fate, che si dimostravano degne avversarie, ma la natura le permetteva comunque di avere la meglio. Ma non solo, a suo parere la natura le aveva donato anche un’insolita eleganza che non sempre viene percepita. Su questo punto Lucien si trovò d’accordo e, riferendosi al commento che si era lasciata sfuggire quando Tear si era innalzata sopra le loro teste, ammise di simpatizzare per le meno popolari tra le persone, facendo un paio di cenni: il primo in direzione di Harold, l’enorme Streeler che dimorava in una serra lì vicino. Suo cugino Jordan gliene aveva parlato appena prima di partire per Hogwarts, con alcuni suoi concasati andava ad osservarlo di nascosto dopo le lezioni, affascinati dai colori vivaci del suo guscio. Il secondo cenno era diretto alla capanna. Dopo un attimo di perplessità capì che era riferito a Leviosa. Come poteva essere poco considerata da maghi e streghe una creatura tanto dolce e tenera? Certe cose rimarranno un mistero.
Dopo qualche istante di pausa il Guardiacaccia soddisfò le sue ultime curiosa, per il momento. Sicuramente col tempo ne sarebbero spuntate di nuovo, soprattutto al terzo anno immaginava, con l'avvento del corso di Cura delle Creature Magiche.
A quanto pare non l’Augurey non era detto Fenice Irlandese a caso. Allo stesso modo rinasce dalle ceneri, dopo essere sparita tra fiammelle bluastre. Immaginò come potesse essere poetico assistere ad un evento del genere. Magari tra diversi anni sarebbe successo a Tear e qualche studente, nuovo o anziano, avrebbe potuto documentare l’accaduto. Di questo ne parla un certo Uric the Oddball. Lucien non trattenne una risata, ne capì ip perché dopo l’aneddoto successivo. Non riuscì lei stessa a trattenerne una, immaginando Uric nel vano tentativo di attraversare i muri. Altra cosa interessante è che il loro nome era associato a coloro che traevano auspici osservando il volo degli uccelli. Sì, se non a breve, sicuramente al terzo avrebbe approfondito parlandone con il professor Drake, il nuovo docente di Divinazione. Finì di annotare il tutto sul suo prezioso taccuino prima di congedarsi. -Anche a me, grazie di nuovo per avere accettato- era felice di aver fatto quell’intervista e sperava non fosse l'ultima. Le interviste sono uno degli aspetti più gratificanti di questo lavoro secondo lei, ognuna lascia un segno diverso in lei che difficilmente andrà via. –Oh, di materiale ce ne parecchio. Farò certamente del mio meglio per far ricredere gli abitanti di Hogwarts e tutti i nostri lettori su Tear e la sua specie- sperava davvero di riuscirci, magari avrebbe fatto avvicinare a lei altri studenti incuriositi. Magari si sarebbero spogliati dei pregiudizi e avrebbero visto la meraviglia che si nasconde dietro di essi. -Ne sono contenta. Appena verrà pubblicato aspetto la sua opinione allora- disse arrossendo leggermente alle parole di Lucien. Non era ancora abituata a sentire parlare dei suoi articoli, nonostante lavorasse da un po' per la Gazzetta. Le dava una strana sensazione. Bella, ma strana. -In caso di necessità non esiterò a passare allora. Se non per l'articolo, non mancherò di far di nuovo visita a Tear e a Leviosa. E magari venire a conoscere le creature- avrebbe mantenuto la parola, non vedeva l'ora di conoscere meglio gli inquilini speciali del Castello e Lucien era il loro degno custode, nonché la persona giusta per presentarglieli.


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Grazie, grazie, grazie :<31: :<31: :<31:
 
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