Fritto Misto, Privata

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view post Posted on 21/1/2021, 18:09
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Romeo Murphy
33 ☘ ex serpeverde☘ scheda [x]


I
giorni erano trascorsi con una piacevolezza che non ricordava da tempo, quella scelta di ritornare in Gran Bretagna sembrava essere stata la migliore trovata da un paio di anni a questa parte.
Parte della malinconia appiccicosa che si era portato appresso nei mesi precedenti sembrava essersi dissolta, non appena aveva intercettato la prima goccia di pioggia rappresentativa del clima inglese.
Vi erano tante cose che era stato curioso di ritrovare, di scoprire o riscoprire, per capire se fossero cambiate da quando era partito.
Aveva trovato una bellezza nascosta nel mutamento di certi dettagli nei palazzi, o dei parchi della città, ma ciò che aveva ritrovato in modo identico, era il calore di certi sorrisi amici che non vedeva da tempo. Non per colpa loro, di certo, ma sua. Perché Romeo non era certo il tipo da chiedere spazio, se lo prendeva. Era stato così più dieci anni prima, era partito senza avvisare nessuno, solo una volta stabilitosi in Nuova Zelanda si era degnato di mandare dei gufi ai suoi amici più stretti per avvisarli che non si sarebbe fatto vedere per un po'.
Per il resto erano quasi tutti diventati rapporti epistolari, più o meno fitti, in maniera più o meno personale. Tra quelli che erano diventati amici di penna regolari vi era anche Thomas, con cui condivideva più di quanto volesse sapere razionalmente, considerate certe affinità e predisposizioni.
Da quando si era diplomato, i gufi diretti all'altro serpeverde erano stati sempre più o meno regolari, situazione naturale considerata la passione comune per le creature magiche.
Sulla pergamena si perdevano in dettagli di squame, penne e chissà quali altri dettagli in grado di farli scrivere più di quanto la scuola fosse stata mai in grado di fare. Ma la parte importante, nelle lettere di Romeo era sempre verso il fondo, la parte più personale.
Era stato così anche nel suo ultimo gufo, gli aveva annunciato di essere stufo di girovagare a vuoto e aveva intenzione di tornare in madre patria. Ovviamente, non era stato così esplicito aveva trovato un giro infinito di parole, come gli era tipico quando doveva esprimere un disagio non oggettivo. Chi lo conosceva, poteva anche identificare quel modo di porsi come qualcosa che non andasse.
La parte peggiore, era che non aveva nessuna motivazione oggettiva, aveva solo bisogno di cambiare aria...Si rivelò l'ennesima scelta azzeccata, quando Thomas, rispose al suo gufo rivelandogli di essere rientrato a sua volta.
La aveva cercata una scusa per evitare quell'incontro, non che non lo volesse vedere per davvero, ma era consapevole che trovarselo davanti era totalmente diverso che scriversi delle lettere. Quello che temeva era un confronto diretto, soprattutto su certe tematiche che avevano scoperto di essere condivise ma soprattutto stavano a cuore ad entrambi.
Mentalmente si era creato una serie di risposte pronte da dare, nel caso si fosse trovato in difficoltà, ma era consapevole di non avere scampo.
Rispose solo con una data, un luogo, un orario.
Quel modo di fare sintetico gli era nei nervi, la quantità dei caratteri era diversamente proporzionale alla piacevolezza che suscitava l'idea di quella rimpatriata.
Si era dunque accomodato in un angolo del locale, con un anticipo elegante, di esattamente di cinque minuti d'orologio. Minuti che aveva impiegato: a cercare il punto più buio del locale, in onore delle vecchie conversazioni in sala comune nel cuore della notte; a levarsi il mantello; a sistemarsi ma soprattutto a controllare l'entrata del locale per intercettare l'arrivo dell'amico.

Oh, ciao.
Disse una volta che rintracciò la figura dell'altro uomo, fece un cenno della mano e si alzò in piedi per palesare la sua presenza.

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Martian
view post Posted on 21/1/2021, 20:49




Thomas
Korax
Emerald
☽ A flower bloomed in a dark room ☾

Anche per Thomas giunse il momento di rientrare definitivamente a Londra e dedicarsi al suo lavoro.
Era passato molto tempo dal suo ultimo ritorno.
Si era ormai abituato a passare da un posto all'altro. Non rimpiangendo mai casa sua e si impose
di non mantenere nessun legame dal quale farsi trattenere o dissuadere.
In realtà non è che ritenesse ogni rapporto superfluo, essenzialmente il suo pensiero si basava sul fatto che ogni creatura (animale, essere o spirito che fosse) appartenesse ad un momento preciso della sua vita.
E nel momento in cui si svolse il suo viaggio, accanto a sé volle solo una persona.
Delle vecchie amicizie però, l'unico che non volle accantonare fu il rapporto con Romeo.
Dopo che Thomas si fu diplomato, cominciarono a scambiarsi delle lettere con una certa frequenza.
Le prime riguardavano ciò che più li accomunava e che in alcune occasioni li ha resi "Rivali del cuore": le creature magiche. Qualche volta si scambiavano notizie sulle reciproche famiglie, altre volte si scambiavano consigli riguardante il lavoro.
Rotto il ghiaccio, l'argomento fece rotta su un qualcosa, o un qualcuno, che per entrambi era sempre stato prezioso, sicuramente per Thomas lo era ancora. Un punto che riuscì ad essere di forza e di debolezza allo stesso tempo. La ragione per la quale si erano odiati e voluti bene.
E ancora non si spiegava come fosse possibile che fossero giunti a questo punto.
Spesso si sentiva in difetto per questo. Non era abituato a nascondere le cose al suo migliore amico.
Ma non se la sentiva di infierire nella sua vita in quel modo.
Non dopo il dolore che aveva provato, non ora che la sua spensieratezza era tornata quella di un tempo. Anche se lui, spensierato lo era sempre stato.
Ai tempi di Hogwarts erano uniti, ma non abbastanza da potersi considerare inseparabili.
Le mura che Romeo aveva costruito dinnanzi a Thomas parevano più inespugnabili di quelle di Hogwarts stessa.
Eppure, nelle loro epistole, Thomas ebbe modo di conoscerlo meglio di come avesse potuto fare durante l'adolescenza. I flussi di coscienza venivano fuori come un fiume in piena sotto forma di inchiostro, su quelle pergamene, e fu sorpreso di leggere l'ultima di quelle lettere.
Il suo mittente fu breve e conciso.
Quelle poche parole trasudavano decisione e schiettezza. Gli parve proprio di sentir parlare il giovane Serpeverde conosciuto tra i libri di scuola.
Sorrise e ripose la lettera in tasca.
Giunto a Diagon Alley, al locale dov'era previsto l'incontro, non se la sentì di entrare subito.
Si soffermò qualche minuto ad osservare la porta che si apriva e si chiudeva.
Ripensò a quante sere avevano trascorso tutti insieme in quella taverna.
A quante volte venne portato a casa di peso, perché ubriaco fradicio.
Dopo un profondo respiro, finalmente entrò.
Si addentrò alla ricerca del vecchio amico.
Immaginò che avesse scelto un posto più appartato dove parlare.
Se lo ritrovò di fronte.
Lui lo salutò.
Thomas sorrise
E con il suo solito tono sarcastico gli rispose:
"La faccia è rimasta sempre quella di un idiota."



Edited by Martian - 24/1/2021, 17:23
 
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view post Posted on 22/1/2021, 16:27
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Romeo Murphy
33 ☘ ex serpeverde☘ scheda [x]


V
i erano poche cose che Romeo temeva sinceramente, un confronto diretto con qualcuno con cui non poteva schermare le proprie risposte, o reazioni, lo temeva. Per assurdo era in grado di mostrare la propria superficilità burbera a nevrotica a tutti, ma quando faceva entrare nella sua cerchia qualcuno, quando dava la sua fiducia, non era in grado di ritirarla.
Non importava quanto fosse importante un torto, se Romeo si fidava, era per tutta la vita. Non che Thomas non la meritasse la sua fiducia, tutt'altro. Ma il problema vero dei loro incontri era che non sapeva mai come potevano inziare, ma sopratutto finire.
Qualche anno prima si erano azzuffati, come era normale per due con il loro temperamento.Avevano scoperto, di avere altro in comune, oltre alle cose che potevano già sapere.
Per quanto avesse accettato quell'incontro, per quanto fosse sinceramente lieto di rivederlo, nel fondo dei suoi pensieri c'era una preoccupazione tangibile. La notte prima, sdraiato nel suo letto, aveva anche creduto di poterla toccare e soppesare quella preoccupazione, sembrava essersi infiltrata anche nelle ombre proiettate sul soffitto. Un sospiro profondo, lo avevano riportato nel suo spazio nell'universo.
Non sarebbe mai stato sè stesso senza quel fondo di preoccupazione, dunque non vi era luogo diverso in cui potesse essere in quel momento, se non in quel locale se non con Thomas.

CITAZIONE
La faccia è rimasta sempre quella di un idiota.

Scoppìò a ridere per quell'esordio, aveva pensato che quanto meno fosse in grado di salutarlo come una persona normale, come aveva fatto lui. Eppure ritorvare quel modo di fare dell'altro, era migliore di qualasiasi saluto gentile e caloroso.
Socchiuse gli occhi ridendo, leccandosi le labbra e cercando per un secondo le parole giuste, scosse la testa guardandolo con aria bonaria ancora con un sorriso ampio stampato in viso.

I tuoi modi sempre quelli di una milady
Rispose alzando entrambe le sopracciglia insieme a un cenno della testa verso di lui, era una batutta del tutto bonaria come quella dell'amico.
A quel punto si sporse per un abbraccio breve, spalla contro spalla, un gesto che nei modi di Romeo era meglio di qualsiasi benvenuto, si fece da parte indicandogli il tavolo che aveva scelto con un cenno della mano. Rivolse un secondo cenno della mano, verso il bancone, dichiarando di essere pronto ad essere servito.
Si accomodò dopo Thomas, una volta seduto prese quella posizione scomposta che prendeva sempre in quelle occasioni, gli avambracci sul tavolo le mani congiunte, la schiena ingobbita. All'esterno probabilmente poteva dare l'idea di una persona non in grado di sedersi in modo corretto, vero in parte, ma quella postura era solo un modo per scaricare la tensione.

Stai uno schifo, come sempre, comunque
Disse mentre aspettavano di essere serviti, cercò lo sguardo dell'amico solo per dare maggiore pathos a quella frecciatina. Era una frecciatina ironica, che disse con il solito tono piatto di quando stava giocando a quel modo. Probabilmente all'esterno avrebbe potuto sembrare serio, se non addirittura passivo-aggressivo con quel tono supponente, anche il linguaggio del corpo non aiutava.

PS: 160 ☘ PC: 110 ☘ PM: 110 ☘ EXP: 23



/Pronto per essere servito

Edited by Viciously - 24/1/2021, 22:16
 
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Martian
view post Posted on 22/1/2021, 17:23




Thomas
Korax
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Di tutte le persone che avevano fatto parte della vita di Thomas, Romeo era tra le poche che non aveva scelto di cancellare.
Non sapeva bene il perché.
Probabilmente era per via del loro legame con Francis, che per vie traverse teneva uniti anche loro due,
o perché il loro modo di essere si somigliava così tanto che, per Thomas, era quasi come avere di fronte una riproduzione astrale di se stesso.
In cuor suo era contento di rivederlo, ma sapeva anche che quell'incontro avrebbe condotto a qualcosa di decisivo,
qualcosa rimasto in sospeso per molti anni.
Thomas non era mai stato tipo da sentirsi nervoso o in ansia per qualcosa o qualcuno,
aveva sempre vissuto ogni esperienza con un'attitudine che agli occhi degli altri poteva risultare come "menefreghismo".
La verità era che, non voleva prendersi troppo sul serio.
Ma in quell'occasione si sentiva teso. Non sapeva come sarebbe andata a finire tra loro due.
Non si sarebbero presi a pugni come la prima volta che il discorso venne fuori, certo.
Ma entrambi non erano certo noti per essere grandi portatori di pazienza, tutt'altro.
Tuttavia erano ormai due adulti, gli anni erano trascorsi, e con loro la tristezza di quei ricordi.
Il nervosismo sparì quando vide la sua faccia. Era serio e composto come lo ricordava.
E la sua compostezza calzava a pennello con la sfrontatezza di Thomas.
Dopo quello scambio di battute e quel breve abbraccio, si accomodò,
e a differenza di Romeo che aveva deciso di mantenere una postura composta e "diplomatica",
lui si accasciò contro lo schienale, tirando in avanti il bacino e poggiando un braccio sul vecchio tavolo cigolante.
CITAZIONE
Stai uno schifo, come sempre, comunque

A quelle parole Thomas sorrise divertito.
Non aveva mai preso nessuna delle parole di Romeo come un'offesa, e lo stesso valeva per Romeo. Quello era sempre stato il loro modo di comunicare.
"Detto da te.. è sempre un piacevole complimento."
rispose, stando allo scherzo.
Dopo qualche istante passato a cercare di smorzare la tensione,
Thomas si rese conto che nei movimenti di Romeo vi era nervosismo, ansietà.
Non erano mai stati migliori amici, ma lo conosceva abbastanza da sapere quello che stava provando,
perché era la stessa cosa che stava provando lui.
"Suvvia bel serpeverde, rilassati. Non siamo mica al Ministero della Magia."


Pronto per essere servito :gufetto:

Edited by Martian - 24/1/2021, 17:20
 
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view post Posted on 24/1/2021, 09:08
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Seth Collins
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Seth stava finendo di pulire alcuni bicchieri per poi rimetterli sul loro scaffale. Era un momento piuttosto calmo in un orario tranquillo nel quale il locale spesso si trovava mezzo vuoto. Ogni tanto alzò lo sguardo per dare un’occhiata in giro, ma non notò nuovi clienti. Voleva andarsene da lì per riposare un po’. Da una parte, quando non c’era lavoro, si annoiava a morte. Quando invece arrivavano interi autobus di clienti, doveva correre come un pazzo per cercare di servirli tutti in tempo. Solamente dopo aver riposto l’ultimo bicchiere di burrobirra sullo scaffale con tutta la santa calma del mondo, vide due uomini nell’angolo più buio del locale. Sembrava che si stessero scambiando i saluti iniziali, quindi si affrettò a prendere il taccuino e con un passo deciso si avvicinò al tavolo.
«Benvenuti o bentornati! Cosa posso portarvi?»
Disse cercando un tono di voce allegro ed accogliente, che però non arrivò come sperava. Guardò i due clienti, confidando che sapessero già cos’è possibile ordinare al Paiolo Magico.


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Edited by Seth Collins - 25/1/2021, 09:03
 
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view post Posted on 24/1/2021, 23:30
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Romeo Murphy
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P
oteva sembrare tutto casuale, qualsiasi cosa anche nelle sue lettere, ma erano tutte mosse studiate. Tutte azioni che venivano da elucubrazioni che potevano durare anche giorni, soprattutto quando si trovava a trattare certi temi in ciò che scriveva.
Il problema vero, non era tanto la parte in cui condividevano la parte migliore dei loro interessi ma la parte personale. Romeo passava da una lettera a un'altra come un'altalena, da sbilanciarsi fin troppo fino a non scrivere assolutamente nulla di personale.
Era il suo modo di esporsi, ma era assolutamente contraddittorio e lo sapeva che anche Thomas, lo sapeva. Dopotutto quelle lettere le scrivevano in due, ma quello che più lo lasciava senza difese era che l'altro serpeverde potesse capire molto più di quanto avesse mai mostrato, ciò Romeo lo temeva fin troppo. Per questo motivo, negli anni lo aveva incontrato meno volte di quanto avesse voluto in realtà, per evitare la possibilità di non poter ponderare le proprie mosse, o il suo modo di esprimersi, ma vi era un'alternativa di gran lunga peggiore: scoprire dettagli che in realtà non voleva sapere.
Per cercare di controllare la situazione, si era imposto una scaletta mentale che si era dissolta quando lo aveva visto in volto...Perché davvero non era in grado di distaccarsi totalmente dal piacere di vedere l'amico. Ci voleva una rigidità mentale, che in quelle situazioni Romeo non aveva mai avuto.

CITAZIONE
Detto da te.. è sempre un piacevole complimento

Ridacchiò nuovamente, per poi mostrargli il sorriso furbo che mostrava in quelle situazioni. Il tono dello sguardo però rivelava davvero quello che stava provando in quel momento, al di là di tutto, era contento che si erano trovati in patria insieme, nello stesso momento. Non succedeva dai tempi della scuola.
Fu anche questa consapevolezza ad incurvare maggiormente la schiena di Romeo.

CITAZIONE
Benvenuti o bentornati! Cosa posso portarvi?

Il cenno che aveva fatto al tipo al bancone, era stato registrato. Rispose al benvenuto del ragazzo con un cenno della testa e un suono basso gutturale, sembrava fosse in vena di sprecare parole solo con l'altro serpeverde.
Fondo del calderone ambrata, per me, grazie
Non era particolarmente fantasioso o uno che si buttasse su qualcosa di diverso, in una occasione di quel tipo. Quanto meno però aveva ringraziato il garzone, lo aveva guardato in volto con sorriso formale per poi far tornare il suo sguardo su Thomas, aspettando che ordinasse a sua volta.
CITAZIONE
Suvvia bel serpeverde, rilassati. Non siamo mica al Ministero della Magia.

Un sbuffo, che sembrò più un sibilo lungo, inclinò anche la testa per poi scuotere la testa bonariamente. Facendo palesemente finta di avere tutto sotto controllo, dopotutto una serpe può perdere la pelle ma non perde mai il cuore.
Era un sacco di tempo che qualcuno non mi chiamava in quel modo...
Constatò fintamente senza peso, quasi fosse un pensiero casuale ma non lo era. Stava pensando a quando erano stati entrambi l'ultima volta nel Regno Unito, a quanti anni esattamente fossero passati, ma soprattutto all'ultimo periodo del suo ultimo anno.
Dissimulò il tutto, facendo finta di seguire quel consiglio, tirandosi su dal tavolo e posandosi sullo schienale a sua volta.

Sai cosa mi ha stupito veramente? Scoprire che Londra, a suo modo mi sia mancata
Quello erano chiacchere leggere, che erano un tentativo forse vano di tenere lui la conversazione. In modo da non lasciare spazio all'altro di muoversi con agio, ma soprattutto di insidiarsi nelle sue risposte non ponderate.
Aveva usato un tono quasi onirico, osservando prima il soffitto e poi depositando lo sguardo su Thomas, per rivolgergli nuovamente un sorrisetto furbo, ma non solo si sbilanciò in un occhiolino.
Voleva che abboccasse a quel suo tranello, voleva che fosse lui a portare la discussione in tavola e non l'altro. Quello che stava facendo Romeo, era cercare di arruffianarsi il suo pubblico.

Sai, è curioso che tu nomini proprio il Ministero...
Ancora quel fastidiosissimo tono casuale, si leccò velocemente le labbra, guardando l'altro ancora il viso inclinato, scrutandolo per capire se avesse abboccato.

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Martian
view post Posted on 25/1/2021, 00:30




Thomas
Korax
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Entrambi erano a conoscenza del vero motivo di quell'incontro.
Lo stesso motivo che li aveva indotti a scriversi con una certa assiduità, in tutti quegli anni. Lo scambio di nozioni riguardo i loro rispettivi (futuri) lavori erano solo un modo formale per pilotare il contenuto delle loro epistole verso qualcos'altro. E lo stesso stava accadendo in quel preciso istante. I loro metodi di approccio non erano cambiati.
La tensione di quel momento venne smorzata per qualche secondo dal garzone del Paiolo Magico che si rivolse a loro, chiedendo cosa avrebbero ordinato
CITAZIONE
Benvenuti o bentornati! Cosa posso portarvi?

"Oh sì, salve. Io gradirei una semplice burrobirra, molte grazie."
rispose sorridendo, spostando poi lo sguardo verso Romeo che, anche se non voleva ammetterlo, gli era mancato. Ed era stranamente loquace. Non era certo da Romeo perdersi in discorsi di natura nostalgica come quelli che aveva appena proposto. Era sempre stato un tipo diretto, che odiava perdersi in chiacchiere, soprattutto se riguardavano argomenti che a lui non interessavano minimamente. Lo osservò attentamente, scrutando i suoi movimenti e stava quasi per abboccare al suo tranello. Stava quasi per convincersi che volesse realmente parlare di Londra, quando poi, dopo quella frase
CITAZIONE
Sai, è curioso che tu nomini proprio il Ministero...

non fece quel gesto di leccarsi le labbra, che era un chiaro segno di impazienza.
Ma decise di assecondarlo, accennando un sorrisetto e intrecciando le dita davanti a sé.
"Dici? Dopotutto... siamo tutti qui per lo stesso motivo. Qui a Londra, intendo."
esitò qualche secondo, leccandosi il labbro inferiore e sistemandosi meglio sulla sedia.
"Avrei dovuto essere più vago? Avrei dovuto dire.. 'Non siamo ad un colloquio di lavoro'?" aggiunse, fingendo un'espressione meravigliata.
Aveva atteso quel momento per anni. Nonostante avessero già avuto modo di incontrarsi, pur essendo pochissime le volte, in nessuna occasione ebbero modo di confrontarsi davvero. E Thomas era giunto a quell'appuntamento con un'idea ben fissata nella mente: far esporre Romeo per primo.
Ma viste le mosse che l'altro "giocatore" aveva appena compiuto, decise di lasciargli condurre il gioco.
La serpe più anziana aveva attaccato per prima.
Decise poi di fare qualche passo indietro e di riprendere da un altro punto della conversazione:
CITAZIONE
Era un sacco di tempo che qualcuno non mi chiamava in quel modo...

Perché Romeo era andato diretto al punto, anche se probabilmente, non se ne era accorto.
Erano riusciti entrambi nel loro intento. Entrambi volevano che fosse l'altro il primo ad esporsi.
E adesso che tutti e due avevano indirettamente dichiarato di essere pronti a "parlarne",
Thomas esordì, colpendo deciso.
"Principalmente ero io a chiamarti in quel modo.. o forse.. anche Francis?"
pronunciò finalmente quel nome. Nel farlo, alzò lentamente lo sguardo verso di lui, inchiodando i suoi occhi a quelli di Romeo.
*Eccoti accontentato*, pensò. Emesse un largo sorriso, accompagnato da uno sguardo di sfida.
A quel punto non si poteva più tornare indietro, il vaso era stato aperto.

 
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view post Posted on 25/1/2021, 11:40
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Seth Collins
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I due uomini sembravano parecchio impegnati nella loro conversazione. Seth annotò rapidamente sul taccuino gli ordini ed alzò lo sguardo per altre eventuali richieste. Visto che non arrivarono, ringraziò i clienti e si diresse verso il bancone. Prese due bicchieri in ceramica direttamente dallo scaffale e li posizionò sotto le apposite spine di burrobirra. In una trentina di secondi il liquido scese lentamente nel bicchiere, adagiandosi perfettamente con un centimetro e mezzo di schiuma nella parte superiore. Con un colpo di bacchetta arrivò un piccolo piattino di arachidi tostate, che si posizionò direttamente sul vassoio, pronto per essere portato al tavolo. «La porta!» Gridò improvvisamente a due clienti che uscendo dal locale avevano lasciato la porta aperta. Era piuttosto freddo per far entrare l’aria gelida dalla strada. Seth proseguì verso il tavolo lanciando un’occhiataccia al mago che si affrettò a chiudere la porta ed arrivando dai clienti appoggiò gentilmente il vassoio. Con un colpo di bacchetta pulì rapidamente una macchia presente sulla superficie del tavolo, forse una svista del suo collega garzone. Posizionò le due burrobirre davanti ai clienti ed il piattino con le arachidi al centro. «Sono dieci falci in tutto» Disse, cercando di non sembrare troppo invadente.

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Romeo Murphy
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A
veva degnato della sua attenzione il garzone, lo stretto necessario, il quale non poteva sapere quale fosse la discussione in tavolo, ma a Romeo sembrava di star giocando a scacchi.
La verità era che non stava giocando contro Thomas, ma contro se stesso e le sue predisposizioni, che aveva ignorato per anni. Non vi era nessuno in grado di colpirlo più di se stesso, e quel giorno sembrava particolarmente in vena di non sembrare il cane bastonato quale era.

CITAZIONE
Sono dieci falci in tutto

Un indice dell'uomo si mosse in direzione di Thomas, come per dirgli di stare fermo dove era. Anche quello faceva parte dell'elaborato piano di Romeo, che faceva in realtà acqua da tutte le parti. Voleva in qualche modo rendere la situazione più favorevole verso di lui, si era convito che tutto quello che poteva fare in quel momento avrebbe tirato acqua al suo mulino.
Depositò sul tavolo le falci per pagare l'ordine di entrambi, se l'altro serpeverde avesse anche solo accennato a dire qualcosa, lo avrebbe squadrato da capo a piedi. Voleva pagare lui, non vi era possibilità alcuna per l'altro.
Non si sprecò anche in questo caso di parole con il ragazzo che li aveva serviti, solo un cenno della testa e un sorriso formale di ringraziamento.
Una parte di sé, in quel momento si sentiva davvero ridicola. Anche con quell'ordine Thomas, era stato in grado di fargli rendere conto che stava sfuggendo a qualcosa. Se l'altro aveva scelto una comune burrobirra, Romeo aveva istintivamente scelto la più alcolica possibile, con la speranza di avere un qualsiasi tipo sollievo dai propri pensieri nevrotici.

CITAZIONE
Dici? Dopotutto... siamo tutti qui per lo stesso motivo. Qui a Londra, intendo

Quel tutti, gli risuonò nel cervello, amplificandosi. Strizzò gli occhi in un gesto nevrotico, mentre quel cervello si metteva in moto. In un sospiro trattenuto, non disse nulla in riferimento al motivo per cui potesse aver utilizzato il plurale. Rincorse il bicchiere, prendendo il primo sorso e dissimulando i pensieri del momento.
Ora doveva tirare fuori tutte le sue capacità interpretative, per fingere di avere una faccia da bronzo che in realtà non aveva davvero. Alzò un sopracciglio, scuotendo la testa come per stare al gioco all'altro fingendosi sorpreso.
Quello fu il primo passo falso di Romeo, totale e completo. Non era davvero riuscito a prendere le redini della conversazione, ma non voleva nemmeno sbilanciarsi consapevole che fosse un campo minato vero e proprio.

CITAZIONE
Avrei dovuto essere più vago? Avrei dovuto dire.. 'Non siamo ad un colloquio di lavoro'?

Quella maledetta linguaccia, era abbastanza sicuro che l'altra serpe avesse ricevuto i peggiori epiteti per quel modo di esprimersi crudo. Era paradossale che un motivo per cui lo aveva trovato sempre degno di nota, stesse diventando un offesa diretta proprio verso di lui.
Stava bluffando a sua volta, o cosa? Aveva già previsto le sue mosse, da quando era ritornato in patria?
Depositò il bicchiere davanti a sè, continuando a dissimulare. Ma la mano che era al di sotto del bancone, si strinse attorno alla propria coscia, cercando un appiglio fisico in se stesso.

Mamma mia come la fai lunga.
Disse cercando di smorzare quella atmosfera che aveva creato l'altro, ma lo sentiva il rumore prodotto dall'aggrapparsi sui vetri.
Alzò un sopracciglio, ancora ricercando una tranquillità in se stesso, che sublimò in uno sguardo di sfida verso l'altro. Un alzare di spalle, che non voleva dire altro che non aveva nulla da nascondere, ancora una volta mentendo a Thomas ma soprattutto a se stesso.

Ho fatto richiesta per un colloquio, al ministero.
Alla fine della frase si schiarì la voce, buttando lì quello che sperava fosse un buon spunto di conversazione, illudendosi e credendosi di essere un raffinato stratega.
Quali castelli di carta era in grado di formare Romeo, senza che nessuno intervenisse in alcun modo, ma quando si distruggevano non facevano mai male. Portavano solo alla consapevolezza di andare in contro allo stesso annichilimento, che aveva rubato lo spirito del padre.
Si portò alla bocca nuovamente la birra, premiandosi per quella sua mossa che era stata atta a riprendere la conversazione nelle sue mani, ma si era anche convito di avere le carte in mano per poter distruggere quel pathos creato dall'amico.

CITAZIONE
Principalmente ero io a chiamarti in quel modo.. o forse.. anche Francis?

Quello che aveva detto prima, aveva sperato fosse stato deposto. Ma dal nulla ma soprattutto senza prevederlo, quel nome piombo a quel tavolo svelando quel gioco reale, a cui Romeo si era sottratto per più di quanto razionalmente avrebbe dovuto fare.
Il problema vero nacque nel fatto che mentre l'altra serpe articolò quel nome, stava bevendo...Gli mancò l'aria nei polmoni, o meglio la burrobirra finì al suo posto. Per quanto potesse la sua nazionalità portargli affinità con gli alcolici, il suo organismo non era ancora in grado di basarsi solo su essi. Il risultato fu che iniziò a tossire anche l'anima, in un risultato tragicomico che ben si sposava con l'intera situazione.
Dandosi qualche colpo sullo sterno, bevendo un goccio dal suo calderone, avrebbe accettato volentieri anche un aiuto dall'altro, si sarebbe ripreso da quella situazione imbarazzante e solo ad allora avrebbe potuto tornare a parlare.
Ma ovviamente, quell'aria da uomo con un minimo di fascino e mistero, era infinitamente persa per quella conversazione. Deglutì vistosamente, facendo finta che fosse per quel tossire, che fece finta nuovamente che fosse una reazione del tutto meccanica, ma stava cercando tempo.

Mi poteva chiamare anche campanellino, da quello che sai tu, non sono cose che mi riguardano.
Rispose secco, cercando della dignità che aveva perso.
Mosse anche la testa in un mezzo cenno, che lo fece sembrare un povero gufo invecchiato, che era infondo l'antitesi perfetta di quella situazione, il gufo spesso associato alla saggezza portava parole di una idiozia più che straripante, nel vano tentativo di darsi un tono...Anzi, era ancora peggio, quella frase il fatto che davvero poteva prendere distacco da lui, faceva più male di qualsiasi frecciatina avrebbe potuto mai portare a quel tavolo Thomas.

Piuttosto...Tu come lo chiami?
Erano stati vani tutti i tentativi, di poter rimandare quella conversazione. Ma ormai visto che il gioco era stato svelato, perché non muovere un pedina a sua volta. Ovviamente, il tutto fu accompagnato un cenno della testa in sua direzione in quell'atteggiamento passivo aggressivo che prendeva in quelle situazioni. Ma non si limitò a questo, in volto gli tremolò anche un sorriso, quasi di sdegno verso l'altro, infondo con che faccia aveva fatto quel nome? Proprio lui?

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/ Paga il tutto Romeo, grazie mille
 
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Martian
view post Posted on 26/1/2021, 00:25




Thomas
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Emerald
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La filosofia di vita di Thomas era rimasta la stessa dal primo giorno che gli era venuta in mente: vivere senza vincoli, e tra questi vincoli vi erano anche i programmi. Lui non programmava, non premeditava, non ponderava, lasciava tutto al caso, perché fino a quel momento, fu proprio il caso a guidarlo e a condurlo lì, a Londra, nell'angolo più buio di quel rinomato locale. Con Romeo Murphy di fronte a lui.
Quello che la maggior parte delle persone non sapevano di Thomas era che lui avesse una profonda empatia e sensibilità. Francis, di lui, aveva sempre pensato che avesse aperto "il terzo occhio".
L'occhio che va oltre la materia e raggiunge il mondo metafisico.
Era bravo a capire le persone, anche le più difficili da interpretare.
Ed era paradossale come riuscisse a distaccarsi da loro, pur leggendo nella loro anima.
La verità è che non voleva che gli altri facessero lo stesso con lui. Si era sempre ritenuto come "un manuale della sezione proibita", accessibile solo a pochissimi, quasi a nessuno.
In quel preciso istante si ritrovava di fronte ad una persona che aveva capito. E doveva ammettere che con lui non fu affatto facile, ci volle un bel po' prima di scoprirne l'arcano.
E fu proprio la vicenda che vide protagonista con Francis, a far capire a Thomas la vera natura delle sue intenzioni. Era come se in quel momento Romeo stesse cercando di confonderlo, mostrando una versione di sé che non gli apparteneva. Come un attore che improvvisava la parte.
Tutto era mirato a distogliere l'attenzione di Thomas verso le sue reali intenzioni, e ci sarebbe riuscito se non fosse che si conoscevano entrambi molto bene.
Lasciò che pagasse il conto per entrambi, ringraziandolo con un brindisi silenzioso.
Alzò di poco il boccale che gli era appena stato servito, sorridendo malizioso.
E nell'avvicinare la bevanda alla bocca, pronunciò quella frase. Quel nome, che provocò in Romeo una reazione alquanto comica. Dovette stringere le labbra per non ridere, guardandolo temporeggiare.
E dopo una serie di vani tentativi, da parte dell'altro, di voler dimostrare che fosse totalmente disinteressato all'argomento, si sentì domandare :
CITAZIONE
Piuttosto...Tu come lo chiami?

A quel punto Thomas posò il boccale, si passò l'indice della mano che aveva rischiato di perdere, sul labbro sporco di schiuma, facendolo poi scivolare sul mento ricoperto di barba, accarezzandoselo per qualche istante.
"Per quanto ancora continuerai con questa recita, Romeo?"
esordì, puntando il suo sguardo sul volto dell'amico. Le braccia erano conserte, poggiate sul tavolo.
"Vuoi davvero farmi credere che siamo qui per parlare di Londra, del Ministero?" aggiunse piegando la testa di lato.
Sapeva di aver avuto un atteggiamento che all'esterno poteva apparire come passivo-aggressivo, ma la verità era che non aveva più intenzione di aspettare che Romeo "calasse il ponte levatoio per lasciarlo accedere alla fortezza della sua anima". E probabilmente non lo avrebbe mai fatto perché, in fondo, erano due semplici amici.
"Ne abbiamo parlato talmente tanto nelle nostre lettere che potresti farci un intero libro a riguardo. Quindi.. spiegami. Cos'è tutto questo timore? continuò, gesticolando con le mani e aggrottando le sopracciglia. Poi alzò la mano, e gli puntò contro l'indice, indicandolo.
"Per la cronaca.. non ti riesce affatto bene la parte del disinvolto."
Era conscio del rischio che stava correndo. Non solo rischiando una brutta lite come successe anni fa, ma avrebbe potuto innescare in Romeo qualcosa che gli era totalmente estraneo e noto allo stesso tempo. Aveva passato la sua esistenza a cercare di sotterrare qualcosa che non era nemmeno morto. Era ancora vivo, in lui, il ricordo di un passato che non sarebbe tornato. E questo Thomas ne era convinto. Perché quello che voleva fargli capire, era che avrebbe dovuto far fuori il passato e far nascere un nuovo presente, che gli avrebbe garantito un futuro diverso. Un futuro migliore.
 
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view post Posted on 28/1/2021, 23:02
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Romeo Murphy
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I
n tutta sincerità avrebbe trovato minore difficoltà a scontrarsi con qualche creatura considerata pericolosa, non avrebbe avuto tutte le paranoie e i pensieri che avevano portato la prossimità di quell'incontro.
Avrebbe potuto essere anche uno scambio più equo, al di là della possibilità di poter perdere la vita, era una partita da giocare sul momento e sulle azioni.
Invece quella partita con Thomas andava avanti da chissà quanti anni, ma non solo vi era un problema fondamentale, una regola fondamentale dell'arte della guerra è non farsi conoscere dal nemico...Ecco, Romeo aveva perso in partenza.

CITAZIONE
Per quanto ancora continuerai con questa recita, Romeo?

Quello di cui non stava tenendo conto il Murphy in quel momento, era che quella conoscenza era reciproca che se voleva poteva mettere anche lui delle pedine in un certo modo, provarci almeno.
Avrebbe potuto, ma non lo fece. Quello che gli rivolse fu uno sguardo, eloquente, avesse potuto incenerirlo sul posto come un drago qualunque lo avrebbe fatto, con immenso piacere.

Tu quando finirai di giocare, eh Thomas?
Nome contro nome, sfida contro sfida, serpe contro serpe. Potevano far combaciare gli spigoli, potevano far finta di essere delle creature magiche, forse uno scontro fisico a Romeo avrebbe dato sicuramente più soddisfazione. Ma erano maghi, talvolta anche signori, per cui si limitò a quella provocazione. O quanto meno nel suo cervello suonò in quel modo, anche il suo linguaggio del corpo ricco di pathos, quasi fosse pronto a ribaltare il tavolo non era che un ennesimo blando tentativo di non parlare di ciò che voleva Thomas.
CITAZIONE
Vuoi davvero farmi credere che siamo qui per parlare di Londra, del Ministero?

Quello che uscì fu una risata bassa, ruvida, frustrata. Altro sguardo infuocato, ma di quel fuoco tipico di quell'uomo come quello di un vulcano che erutta ma in modo effusivo. Perché Romeo non eruttava, iniziava a borbottare e lasciare che la rabbia gli si diffondesse nei nervi prima di passare direttamente all'azione. Lento e distruttivo, quasi da parere freddo.
Ma in quel caso, con quell'argomento non era facile rimanere distaccato. Nonostante gli anni, quella questione irrisolta bruciava. Ma di un ardore, molto diverso, che era lo stesso che Thomas stava cercando di scorgere.

Pensavo avessi piacere a vedermi
Quasi seduttivo nel dirlo, come un rettile sinuoso ma di una ironia del tutto leale. Una sfida aperta, insieme anche un affronto dato dal movimento in avanti della testa. Più che un uomo, un animale, quello che davvero stava rivelando in quel momento la sua intenzione era il linguaggio non verbale. Era come se volesse riprendere esattamente dall'ultima volta che si erano visti, dall'ultima volta che si erano scontrati fisicamente.
Ma vi era il paradosso del tono di voce, che a orecchie esterne avrebbe potuto sembrare quasi una moina, o peggio un invito quasi esplicito. Non era che uno sfottò, diretto all'altro serpeverde.

CITAZIONE
Ne abbiamo parlato talmente tanto nelle nostre lettere che potresti farci un intero libro a riguardo. Quindi.. spiegami. Cos'è tutto questo timore?

Uno sbuffo dal naso, che diventò una risata sonora completa. Ma ovviamente non aveva abbandonato l'atteggiamento passivo aggressivo precedente, per cui risuonò anche questa come un tuono in attesa di manifestare il proprio scontento.
Timore?
Chiese alzando entrambe le sopracciglia, in un gesto puro di sdegno. Tra tutto il timore era quello che pensava di non possedere, peccato che Romeo non si potesse vedere dall'esterno, o potesse vedere tutta quella situazione non nei suoi panni, allora lo avrebbe capito quanto era semplice.
CITAZIONE
Per la cronaca.. non ti riesce affatto bene la parte del disinvolto.

Se altre potevano essere frecciatine, quella gli sembro un affronto vero o proprio. O forse non era più in grado di ragionare serenamente, considerato anche non solo lo scontro con l'atro serpeverde, ma anche il proprio interno.
Aveva voluto ferire? Bene, toccava a lui ora.

Tu non sei stufo di fare il buon samaritano?
Quella frase pronunciata da altra bocca ed altra persona, poteva essere nulla di che. Ma in quella frase Romeo, sublimò tutto il punto centrale. Non aveva bisogno della carità di Thomas, che fosse essa quella emotiva o spirituale, o di qualunque essa fosse. Non la desiderava e non la voleva nemmeno per Francis, che in quella conversazione non era un oggetto ma una persona.
Non è un oggetto, lo sai , no? Non puoi presentarti qui e pensare di poter...Fare cosa eh?
Non la aveva esposto nel migliore dei modi, ma le tematiche erano lì, vi erano tutte...Ma soprattutto erano ben conosciute ad entrambi, perchè quella conversazione in altri termini era già avvenuta.
Non aveva alcuna intenzione di riprenderla ma soprattutto di doversi riprendere quella situazione per quello che era, Francis era e rimaneva una persona importante della sua vita e non meritava tutta quella situazione, in realtà non la meritava nemmeno Thomas.
Forse non si rendeva conto l'Emerald, ma la situazione agli occhi di Romeo era lampante.

Piantala di scappare
Quella frase fu quasi dolce, rispetto alle altre perché infondo vi era un augurio vero in un affetto sincero verso l'altro. Quello che doveva scontrarsi con se stesso e con quello che voleva era Thomas e non di certo lui, e quello che gli rivolse fu lo sguardo della parca sicura di aver tutto il filo della vita in mano.

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Martian
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Thomas
Korax
Emerald
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La mente di Thomas era sempre stata come centrifuga.
Sempre in movimento, sempre a raggomitolare pensieri su pensieri formando una matassa dall'immensa pesantezza.
Era convinto che nel cranio avesse un vespaio piuttosto che il cervello.
Ma per qualche strana ragione, in quel momento aveva in mente solo una cosa: gli occhi di una serpe.
La serpe che aveva di fronte.
Ogni mossa di Thomas, ogni sua parola, ogni nota nei suoi toni, erano mirati a colpire Romeo come fossero frecce.
Qualunque persona presente in quel locale che avesse ascoltato la loro conversazione, avrebbe dato per scontato che lui lo stesse provocando. Ed era proprio così.
Ascoltò ogni sua parola con attenzione. Sul boccale della sua burrobirra si era ormai formata della brina, ed era ancora mezza piena.
Nei movimenti dell'amico era possibile percepire più nervosismo di quanto già non ne avesse. E Thomas era pronto a beccarsi un pugno in faccia, osservandolo impassibile come una statua.
CITAZIONE
Non è un oggetto, lo sai , no? Non puoi presentarti qui e pensare di poter...Fare cosa eh?

Eccolo lì, il Romeo di quindici anni fa. Lo stesso con il quale si era picchiato da ragazzo, lo stesso che insinuava assurdità su di lui. Stava venendo fuori. Stava abbandonando la crisalide di disinvoltura con la quale si era protetto fino a quel momento.
Tirò in su la testa, allargando le spalle, pronto a rispondere col medesimo tono, ma in pochi secondi Romeo smontò tutto con una frase, con un tono totalmente diverso da quello utilizzato prima.
CITAZIONE
Piantala di scappare

Thomas in quella frase percepì una nota di compassione.
Una dolcezza che lo fece quasi vomitare. Era così innaturale che, per assurdo, gli venne da ridere.
Rise talmente forte e con talmente tanto gusto, che alcuni nel locale si voltarono a guardare.
L'assurdità di quella frase lo divertì come poche cose nella vita. Proprio non si aspettava di sentirsi dire quelle precise parole da Romeo Murphy in persona.
Si diede delle forti pacche sul petto, nel tentativo di riprendere fiato tra un colpo di tosse e l'altro.
Si passò una mano sul viso, continuando a ridacchiare, e con gli occhi un po' umidi, gli rispose:
"Davvero, Romeo? Io dovrei piantarla di scappare? Io??" rise ancora un altro po', sforzandosi di tornare serio.
"Sai la cosa divertente? Ci hanno riempito la testa di questa scemenza che io e te saremmo "uguali!", talmente tanto.." mimò le virgolette con le dita "che adesso probabilmente pensi di star parlando con uno specchio! Diamine Murphy, sono parole che avresti voluto dicessero a te? Se è così... beh, mi commuovi, amico. Sono contento per te, se finalmente ti sei reso conto di essere stato un emerito idiota. E se non è così... beh. Hai proprio un riflesso da paura." , e concluse quella frase, facendogli un occhiolino malizioso. La verità era che adesso era lui a volergli stampare un pugno in faccia.
"Posso essere sincero con te?" chiese prendendo tra le mani il boccale di birra, con lentezza
"Per tutto questo tempo, ho vissuto al fianco di Francis, non pentendomi mai della scelta fatta. Conoscerlo e averlo nella mia vita è stata una delle cose migliori che mi potessero capitare. Però so quanto la paura del futuro possa essere paralizzante, quindi diciamo che.. non ti biasimo. Ma allo stesso tempo non ti capisco. Perché lasciarlo per poi tenerlo come punto fisso nella mente.. per quindici anni? Sei scemo?"
 
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Romeo Murphy
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Q
uello stesso tipo di comportamento, qualche anno prima avrebbe fatto scattare Romeo, immediatamente come una molla. Avrebbero finito per essere buttati fuori dal locale, come era già successo in precedenza lontani dalla propria patria.
Ma l'uomo che aveva varcato quella soglia, quel giorno, era un uomo diverso. Un uomo in cui esisteva ancora il Romeo diciasettenne, ma a cui l'esperienza aveva aggiunto consapevolezze, ma non solo anche una tempra che a un certo punto della sua vita, non aveva nemmeno capito da dove arrivasse.
Dieci anni prima non sarebbe riuscito a trattenersi come stava facendo in quel momento, a distaccarsi per un secondo dall'intera situazione per fare un passo indietro e guardare le cose per come erano.
Aveva anche abbastanza consapevolezza di sé, per sapere decisamente che certe parole gli andavano strappate dalla bocca...No, non avrebbero funzionato i metodi gentili e quieti.
Rimase a guardare l'altro ridere, ancora con quello sguardo vivo che rivelava un interesse autentico per quello che stava succedendo in quel tavolo. Buttati giù i castelli di pensieri di Romeo, era tempo di parlare seriamente.
Un tic dell'occhio quando l'altro prese a battersi le mani sul petto, era riuscito a farlo innervosire a sua volta. In un istinto che avrebbe preferito non gli appartenesse, ci godette, di essere riuscito a turbare il finto equilibrio dell'altro.

CITAZIONE
Davvero, Romeo? Io dovrei piantarla di scappare? Io??

Annuì con convinzione, in un unico gesto fiero ed elegante. Era sicuro di quello che sosteneva, era sicuro di quella mossa che aveva fatto. Gli occhi argentei ormai lucidi, svettavano sulla carnagione leggermente abbronzata in un contrasto che avrebbe potuto essere quello di un animale feroce.
Occhi segno dell'anima, nel caso di Romeo non erano che il covo di un cosmo di sensazioni che non riusciva a dividere, ma le sentiva tutte contemporaneamente.
Solo l'età, l'esperienza, lo avevano portato a non scattare prima del tempo. Ora osservava Thomas, con una modo calcolatorio che veniva tradito da quel dannato sguardo, vivo.

CITAZIONE
Sai la cosa divertente? Ci hanno riempito la testa di questa scemenza che io e te saremmo "uguali!", talmente tanto...che adesso probabilmente pensi di star parlando con uno specchio! Diamine Murphy, sono parole che avresti voluto dicessero a te? Se è così... beh, mi commuovi, amico. Sono contento per te, se finalmente ti sei reso conto di essere stato un emerito idiota. E se non è così... beh. Hai proprio un riflesso da paura.

Lo ascoltò, osservò il volto dell'altro, per capire quanto vi fosse del vero in quel volto, in quelle espressioni ma non solo. Ponderò tutto quello che gli stava dicendo in quel momento, quello che sapeva, quello che si erano scritti...Rimase nella sua convinzione, se possibile quello che aveva appena detto l'altro, legittimava ancora di più i suoi pensieri ma anche il suo modo di porsi.
Un muro umano, Romeo, ma quello che voleva essere era anche un appiglio. Sì voleva essere un riflesso, ma un riflesso di verità che per lui era certo.
Non rispose nella convinzione, che quello fosse uno sfogo, che fosse un percorso mentale esplicitato che dovevano discutere insieme. Finalmente al punto di rottura, dell'intera situazione.

CITAZIONE
Posso essere sincero con te?

Non aspetto altro
Asciutto e coinciso, ma questa volta privo di aggressività passiva. Era quella la via che dovevano essere in grado di compiere insieme, parlarsi con sincerità mettendo da parte i propri spigoli, combaciando i propri pensieri. Ci avevano danzato attorno per anni, ora era il tempo di interrompere quella melodia.
CITAZIONE
Per tutto questo tempo, ho vissuto al fianco di Francis, non pentendomi mai della scelta fatta. Conoscerlo e averlo nella mia vita è stata una delle cose migliori che mi potessero capitare. Però so quanto la paura del futuro possa essere paralizzante, quindi diciamo che.. non ti biasimo. Ma allo stesso tempo non ti capisco. Perché lasciarlo per poi tenerlo come punto fisso nella mente.. per quindici anni? Sei scemo?

Lo ascoltò, finì per fare un grosso sospiro. Ne volevano davvero parlare? Okay. Era inutile continuare a conservare il motivo del suo modus operandi, era il tempo di dichiarare quello che non aveva fatto in precedenza.
Deglutì, il pomo d'Adamo segui il movimento, guardò il soffitto per un secondo mettendo in ordine i pensieri. Non gli avrebbe mai spiegato nel dettaglio i motivi per cui aveva deciso di trasferirsi, il motivo per cui non era ritornato per più di una toccata e fuga in Scozia. Non aveva nemmeno voglia di attingere a certi ricordi, che non erano del tutto inerenti con il discorso a quel tavolo.
Ennesimo tic dell'occhio, prima di parlare.

Tu per quindici anni gli sei stato accanto, hai vissuto con lui, a stretto contatto. Io sono andato letteralmente dall'altra parte del mondo...Tu non hai concluso nulla, lo scemo sono io?
Ora che era esplicitata sembrava anche banale, ma prima di allora non aveva mai accennato in quel modo a quella situazione. Si era allontanato, anche perché il suo sospetto più forte era quello di essere un terzo incomodo, non gradito. Aveva preso i suoi spazi, per quel motivo e per altri, che si fondevano nelle paranoie e nelle insicurezze di Romeo.
Da che era sporto sul tavolo, fece combaciare la schiena alla sedia guardando con una intensità solenne Thomas. Chi stava facendo un favore, era Romeo, non lui.
Un altro cenno del mento come per dirgli: vai ridi ora

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Martian
view post Posted on 1/2/2021, 16:47




Thomas
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Era bastata una semplice frase di Romeo per rivelare la verità. Una verità che si era tenuto dentro per molto tempo. Una verità che, anni prima, aveva distrutto tutto. Una verità.. che di vero, non aveva nulla.
Per tutti quegli anni, il caro vecchio Murphy aveva vissuto nella convinzione che Thomas e Francis si amassero, e che lo facessero fin dai tempi di Hogwarts.
Probabilmente non fu il solo a pensarlo e di certo questo non contribuì a convincerlo del contrario.
Thomas ci provò anche, ma l'amico non si smentì. Il suo cuore rimase inespugnabile. Le sue convinzioni rimasero le medesime, inviolate.
CITAZIONE
Tu per quindici anni gli sei stato accanto, hai vissuto con lui, a stretto contatto. Io sono andato letteralmente dall'altra parte del mondo...Tu non hai concluso nulla, lo scemo sono io?

Quella frase distrusse ogni barriera. Ogni limite che Thomas si era imposto, per quell'occasione.
Rivelò qualsiasi nascondiglio scelto da Romeo, nel tentativo di celare le sue reali considerazioni.
La verità era che Thomas... non era cambiato affatto.
Sentì quelle parole rimbombare nella sua testa. Quel suo tono fu ben più offensivo di qualsiasi insulto.
Cercò davvero di trattenersi, ma ogni fibra del suo corpo era sul punto di esplodere.
Accennò una risata. Una risata nervosa.
Si avvicinò di scatto a lui e lo afferrò per il colletto della giacca. Lo tirò a sé facendolo sbattere contro il tavolo. I loro volti si trovarono a pochi millimetri di distanza, il naso di Thomas sfiorava quello di Romeo.
“Sai Romeo, c’è una cosa che non ho mai tollerato di te.
Vuoi sapere cosa? La tua presunzione.
Tutto ciò che concepisce il tuo cervello bacato, per te, è realtà. Avrai pensato che io e Francis ce la spassassimo alle tue spalle solo perché io e te ci assomigliamo oltre l’inverosimile? Povero illuso.
Non solo sei stato offensivo nei confronti di Francis, dubitando del suo amore, ma vieni a dire a me che sono stato lo scemo a non aver approfittato della sua vulnerabilità? Perché tu ti eri finalmente tolto dalle pa**e? Con chi pensi di avere a che fare, idiota di un serpeverde.
Credi che avessi paura di te? Che non mi sarei potuto prendere Francis, se lo avessi voluto? No.
Perché non è così che funziona. Quello che lo considera un oggetto, qui, sei tu.
Non basta semplicemente "concludere qualcosa". Io ho fatto molto di più.
Ho raccolto i cocci che tu stesso hai seminato e ho curato le ferite, sulla carne che, tu stesso, hai lacerato.
Quindi non venire a dire a me che sono scemo a non approfittarne come se si trattasse di un lupo affamato di fronte ad un povero cerbiatto ferito. Ho fatto quello che avresti dovuto fare tu: prendermi cura di Francis. Non voglio che mi ringrazi.
Voglio che alzi il c**o da quella maledetta sedia e vada a riprendertelo, perché sono stanco di sentirti piagnucolare su una st*****ta fatta da ragazzino. E giuro sulla mia bacchetta che se esiterai ancora, ti strapperò il cuore e lo darò in pasto ai Thestral.”

Sibilò a denti stretti, probabilmente Romeo sentì addosso il suo respiro in quel momento. Le sue parole furono taglienti come lame e avevano lo scopo di colpire l’uomo di fronte a sé dritto al cuore, e non per turbarlo, ma per donargli la pace una volta per tutte. Lasciò andare di scatto la giacca, liberandolo da quella stretta quasi a spingerlo contro la sedia, e con una nonchalance che lo aveva sempre contraddistinto in ogni situazione, si rilassò contro lo schienale della vecchia sedia, poggiandovi un braccio..
“La burrobirra di questa taverna non cambierà mai, resterà sempre la migliore di Diagon Alley. Vero?” e fece un lungo sorso dal suo bicchiere, leccandosi poi il labbro superiore sporco di schiuma. Fu un vano tentativo di smorzare la tensione di quel momento, il cui livello che aveva ormai raggiunto il soffitto del Paiolo Magico.
Gli rivolse un sorriso. Un sorriso sincero. Un sorriso di rilassamento. Si era finalmente tolto quel sassolino dalla scarpa che da tempo si era tramutato in un chiodo. E se nemmeno quei modi sarebbero bastati per convincere Romeo, una volta per tutte, probabilmente un pugno in piena faccia glielo avrebbe sferrato.
"Romeo.. non hai mai pensato che forse.. credere che tra me e Francis ci fosse qualcosa, non fosse per te un modo per rendere più facile il distacco? Odiare colui che hai amato? Alleviare il tuo senso di colpa? Rassicurare te stesso, che qualcuno lo avrebbe amato al posto tuo? E se non ti conoscessi, non penserei affatto che anche in questo momento, dentro quel cervello marcio che ti ritrovi, stai pensando 'Emerald. Fatti gli affaracci tuoi'".

 
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view post Posted on 10/2/2021, 16:36
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Romeo Murphy
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I
n precedenza non ne aveva mai voluto esplicitare certi pensieri, certi meccanismi, nel timore di rovinare qualcosa di cui non aveva controllo. Non aveva davvero avuto l'esigenza di confrontarsi con qualcuno se non che con sé stesso, era stato tremendamente più semplice non avere un confronto con un'altra fonte. Aveva potuto convincersi di certe dinamiche, di certi meccanismi, trovando un luogo salvo nei suoi pensieri, una conclusione...Peccato che fosse totalmente lontana dalla realtà delle cose. Aveva portato avanti la sua parte peggiore, in tutta quella vicenda.
Quella risata di Thomas, il suo tono, la postura dell'altra Serpe...Era un tuono, prima della tempesta. Aveva abbastanza esperienza, abbastanza fegato Romeo per capire cosa si trovasse davanti. Lo aveva portato al limite, era stato convinto di volerlo far arrivare a quel punto ma ora che vi erano si rese conto di non averlo mai voluto, non per davvero.
Il tempo di scontrarsi in quel modo atto ad offendere l'altro, avrebbe dovuto finire ai tempi di Hogwarts invece a trentatré anni suonati si trovava in quella situazione, alla faccia della sua maturità presunta.
Sgranò gli occhi quando lo vide avvicinarsi a lui per poi prenderlo per il colletto, non contrastò quel movimento si lasciò trascinare a occhi sgranati.
Anni prima non lo avrebbe permesso, avrebbe risposto in maniera fisica a sua volta, ma ora il suo pensiero andava su altro: sul perché Thomas si stava comportando in quel modo. Non era di certo il tipo da muoversi in quel modo per una motivazione non valida, lo aveva davvero portato al limite? Come aveva fatto?
Fu una serie di domande che non ebbero lo spazio reale perché quello che doveva fronteggiare in quel momento era il contrasto tra il freddo del tavolo e il calore del fiato di Thomas addosso. Avrebbe potuto contrastarlo, ma qualcosa nel suo istinto gli impose di rimanere immobile e di ascoltare.
In una reazione che era del tutto naturale, soprattutto quando ci si trovava davanti a qualcosa di feroce, una delle vie migliori era quello seguire le scelte evolutive di certi animali e fingersi morto. Ma non era un animale, Romeo, di conseguenza con gli occhi sgranati e lo sguardo che saettava impazzito sorpreso per quella situazione, setacciò l'intero viso di Thomas.

CITAZIONE
Sai Romeo, c’è una cosa che non ho mai tollerato di te.
Vuoi sapere cosa? La tua presunzione.
Tutto ciò che concepisce il tuo cervello bacato, per te, è realtà. Avrai pensato che io e Francis ce la spassassimo alle tue spalle solo perché io e te ci assomigliamo oltre l’inverosimile? Povero illuso

Qui giace Romeo Murphy, ricordatelo come era, con i suoi terribili difetti e suoi pochi e inespressi pregi.
Se i suoi occhi prima erano stati sgranati, in quel momento li aprì all'inverosimile, colpito fino al centro delle sue convinzioni. Quello che aveva detto Thomas era la più semplice verità, ma non solo aveva fatto completamente centro su come si era posto lui alla situazione, ma anche come persona.
Chiuse per un secondo gli occhi, cercando di incassare quella verità. Se parte del suo corpo involontariamente o più per orgoglio, si era tenuta, in quel momentosi accasciò sul tavolo.
Una volta riaperti gli occhi, tornò ad osservare Thomas registrando ogni singola parola che gli stava dicendo.
La minaccia condì solo il resto, che sormontò i pensieri ormai in tumulto di Romeo. Come poteva una situazione avvenuta quindici anni prima, affliggerlo ancora in quel modo? Non avrebbe mai trovato una risposta e alla sua età, avrebbe dovuto metterci una pietra sopra e non cercare di risolvere le divergenze tra irrazionale e razionale. In quel momento la voglia di sotterrarsi, fu tanta, insieme alla voglia di sparire dalla faccia della terra. Però vi era Thomas in quel momento, si sentì lasciare e in un gesto non conscio ritornò a posare la schiena sullo schienale della sedia.
Fu assente per un po', lo sguardo verso il basso che tracciava percorsi immaginari. Stava pensando a come esplicitare quel peso al petto che sentiva chiaramente, avrebbe potuto tracciarne il contorno da appena al di sotto della gola fino alla fine del costato, trasversale...Il senso di colpa, ma non solo, il senso di impotenza.
Un sospiro, con espressione smorta e sguardo vivido rivolse nuovamente la sua attenzione a Thomas. Mostrandogli in tutto e in per tutto, una espressione afflitta, che nella assurdità della situazione gli donava.

CITAZIONE
Romeo.. non hai mai pensato che forse.. credere che tra me e Francis ci fosse qualcosa, non fosse per te un modo per rendere più facile il distacco? Odiare colui che hai amato? Alleviare il tuo senso di colpa? Rassicurare te stesso, che qualcuno lo avrebbe amato al posto tuo? E se non ti conoscessi, non penserei affatto che anche in questo momento, dentro quel cervello marcio che ti ritrovi, stai pensando 'Emerald. Fatti gli affaracci tuoi

Avrebbe voluto andarsene, una parte di lui avrebbe voluto ritornare in Nuova Zelanda per non fronteggiare quello che gli stava dicendo l'altro. Far passare il doppio degli anni, forse avrebbe trovato il coraggio di farsi vedere ancora in viso da qualcuno, in UK.
Ma negli anni aveva capito che non poteva farsi definire dalle sue debolezze, dal suo rendersi conto dei propri errori. Un sospiro, insieme a un tic dell'occhio, questa volta non nervoso ma quieto. Era chiaro che lo scontro non stava avvenendo solo con Thomas, ma anche con sé stesso.

Non sono decisamente, affari tuoi, questi
Per quanto le sue parole potessero essere affilate, era solo il suo modo di esprimersi. Il tono desolato, insieme all'aria da cucciolo bastonato, rivelavano la vera natura e posto di quella frase. Non erano affari suoi, ma ne avrebbe parlato.
Un altro deglutire, ancora il pomo d'Adamo che fece su e giù. Scosse la testa al nulla, non rivolto a Thomas ma ai suoi pensieri a sé stesso. Stava guardando tutto e niente, per qualche secondo per poi ritornare su Thomas.

Ne parliamo ora, poi io e te su questo argomento non ci torniamo mai più, okay?
Disse mentre metteva entrambe le mani sul tavolo davanti a sé, in un segno totale di resa. Osservò le sue dita per poi ritornare sull'altro uomo, con un mezzo sorriso sghembo che era sbiadito rispetto ai suoi soliti, considerato lo stato d'animo del momento.
Quella maniera di porsi, quella postilla, era tipico del modo di esprimersi di Romeo ma voleva anche dire qualcosa di talmente semplice, che se Thomas lo avesse colto avrebbe capito quanto fosse la stima nei suoi riguardi, ma soprattutto il fatto che si fidava di lui tanto da non nascondersi nelle sue mezze risposte da sfinge. Qualunque cosa fosse venuta fuori in quella discussione, sarebbe stata priva di qualsiasi filtro di qualunque tipo.
Ricorse i suoi stessi pensieri, battendo le palpebre un paio di volte, prima di incrociare le braccia al petto
.
Non pensare che non mi sia costato, chiudere con Francis, perché così non è stato. Né ho mai creduto che non lo sia stato anche per lui...Ma che dovevo fare?
Scosse leggermente la testa al niente, sospirando. Il tono più sincero che avesse mai avuto in presenza dell'altro, così come il modo di esprimersi. Non si stava nascondendo, gli stava solo dicendo la parte di quella storia che gli era mancata fino ad allora.
È un mostro dagli occhi verdi che dileggia il cibo di cui si nutre.
Citò rivolto verso il nulla, le parole di altri erano sempre meglio quando doveva esprimere qualcosa di quel tipo. Si rivolse verso l'altro uomo, cercando di capire se avesse inteso la citazione o per tracciare una reazione di qualunque tipo, anche al suo essere talmente teatrale dal citare Shakespeare.
Sì, sono stato geloso. Quello che avete voi, non è una cosa che si trova facilmente, ho avuto i miei dubbi. Ma non è stata l'unica motivazione che mi ha portato ad allontanarmi.. Ai tempi mi era sembrata la soluzione migliore...
Trattenne una risata nervosa mentre tornava a guardare verso il basso, scosse nuovamente la testa per fare spallucce. Non sapeva nemmeno lui dove voleva andare a parare con quel discorso, tanto che decise di rassegnarsi e porre una semplice domanda:
Cosa vuoi sapere?
Chiese prima di prendere un sorso del suo alcolico, pulirsi la bocca dalla schiuma e attendere una risposta di Thomas.
Il fatto che gli lasciasse totalmente campo libero, era l'ennesimo segno della stima che provava nei confronti di Thomas, era paradossale che ciò che gli aveva fatti scontrare fino ad allora non fosse che un punto di incontro verso una amicizia che si stava consolidando in quel momento.

PS: 160 ☘ PC: 110 ☘ PM: 110 ☘ EXP: 23


 
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