Balla coi Gufi?, Role con Lyvie. Aperta

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Gaelle
view post Posted on 20/12/2020, 17:38 by: Gaelle
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Di sole e di gatti

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Amelia Gin Moonword

studentessa | 12 anni | I anno | Corvonero | Mood: Creativa| Outfit: divisa Corvonero








10 Dicembre. Hogwarts

Gin non era ragazza da vestiti principeschi da fata. Quando lesse l'annuncio dell'imminente ballo della scuola fu subito rapita dal pensiero dei bellissimi abiti che avrebbe potuto vedere, dalle cose buonissime che avrebbe potuto mangiare, dai colori tenui e dagli odori zuccherini e terrosi dei fiori che avrebbe potuto vedere e sentire e che il mondo delle fate le faceva venire alla mente, finché con orrore non si ricordò che lei non aveva un vestito per il ballo. Non che le importasse chissà quanto: alla scuola babbana nemmeno ci sarebbe andata. Ma quando era arrivata ad Hogwarts si era ripromessa che avrebbe almeno tentato di partecipare alle attività della scuola. Ci avrebbe provato. Quindi era.... corsa in biblioteca. Si era documentata per un intero pomeriggio sulla storia delle fate e, soprattutto, sulla loro origine. La Storia della Magia era la materia che, insieme a Pozioni, la affascinava e le piaceva di più, indipendentemente dai voti che aveva e che sperava di avere. Il pomeriggio passato in biblioteca era effettivamente stato fruttuoso ed aveva finalmente capito che non avrebbe mai indossato un abito vaporoso da principessa e dai colori pastello: in primo luogo perché voleva recuperare il significato storico delle fate, e le voleva collegare alle prime fate che si conoscevano nella storia, ovvero le Parche, in secondo luogo perché il suo colore preferito, per gli abiti, era il nero e quindi su quello avrebbe lavorato.

Le era venuto in mente di realizzare un copricapo con le sue mani, cosa in cui era particolarmente brava, così come nell'arte del cucito, ma le servivano gli attrezzi principali, tra cui soprattutto il tessuto. Non aveva nemmeno portato con sé il suo cofanetto con il materiale da cucito, perché aveva pensato, all'epoca, che sarebbe stata una cosa stupida. Ed eccola invece che ora sospirava al pensiero che forse sua madre lo aveva buttato nel pattume insieme a tutta la sua roba! Ma poi, sua madre aveva davvero buttato via tutte le sue cose? Da quando aveva ricevuto la sua lettera di ammissione ad Hogwarts non le aveva praticamente più rivolto la parola. Nonna Millicent le aveva brevemente detto che la madre aveva rifiutato la strada della magia e Gin non sapeva se era anch'essa una strega o meno. Fatto stava che l'aver scoperto che lei, la figlia, era una strega e che avrebbe frequentato Hogwarts, l'aveva chiusa in un silenzio arrabbiato e quasi assoluto. A Gin pesava fino ad un certo punto: non era mai andata troppo d'accordo con la madre. Però ogni tanto ripensava con nostalgia a casa, alle serate in cui giocavano a Scarabeo con la madre e il padre, o quando aprivano una bottiglia di buon Sidro e guardavano insieme qualche film alla televisione.

Era immersa in questi pensieri quando si ricordò di una cosa: lei aveva Ka, il suo gufo nero. Avrebbe potuto mandarlo a casa dai genitori con una lettera per la madre, pregandola di inviarle il suo cofanetto del cucito e magari anche qualche pezzo di tessuto. E se proprio la madre non voleva spedirglielo, poteva sempre dire a Ka di entrare in camera sua e di cercare almeno il cofanetto. Sì avrebbe fatto così. Ka era bravo e avrebbe immediatamente capito.

Scrisse dunque una lettera alla madre su un pezzo di pergamena e si avviò alla guferia, in cerca di Ka. La lettera non era troppo melensa ma nemmeno troppo rigida. Chiedeva alla madre come andava e le diceva che le mancava ma che si trovava bene ad Hogwarts. Quindi introduceva il tema di alcune cose che aveva lasciato a casa e che potevano esserle utili. Chiudeva pregandola di consegnarle a Ka, allegava una breve lista. Mandava a lei e a papà un abbraccio e sperava di poter tornare a casa durante le vacanze estive.

Semplice quanto bastava.


Era arrivata in cima alla torre di Divinazione che ospitava la Guferia. Ormai era diventata un'esperta nel salire tutti quegli scalini. Si recava in guferia tutte le mattine per salutare Ka e portargli qualcosa da mangiare. Era diventato un gufo nero grande e maestoso e, spesso, le portava rametti, piume e fiori che trovava in giro. Sapeva che Gin poteva confezionare delle cose carine con quelle cose e a lui faceva piacere vederla felice. O almeno questo era quello che Gin si immaginava.

Anche quel pomeriggio, infatti, Ka aveva messo da parte qualche rametto colorato, davvero interessante. Forse li avrebbe potuti usare per il vestito del ballo. Gli fece una carezza, evitando di indugiare sull'odore pungente che c'era sempre in Guferia.

"Oggi devo chiederti di fare un viaggetto fino Londra. Avrei bisogno che andassi da mamma. Lo so che tu non l'hai mai conosciuta ma non è una persona cattiva: solo potrebbe non essere troppo felice di vederti" gli disse. Poi gli spiegò cosa doveva fare. Ka era un gufo molto intelligente e sembrava aver capito. Ka bubolò dolcemente, come per rassicurarla che avrebbe fatto il possibile. Gin gli diede alcuni biscotti di riserva, che Ka divorò con gioia poi gli legò la lettera alla zampa. Stava per spiccare il volo quando un rumore li fece voltare entrambi: una civetta piccola e bianca era appena entrata in guferia e, come una scheggia, si dirigeva verso di loro. Aveva un pacco tra le zampe che fece cadere in testa alla ragazza. Per fortuna Gin aveva i riflessi pronti perché lo agguantò prima che cadesse per terra. Chi poteva mandarle qualcosa? C'era un biglietto, lo aprì. Era di nonna Millicent:

"Mia cara Gin. Ho saputo che sei una giovane Corvonero. Tante congratulazioni! Avrei tanto voluto scriverti prima ma il viaggio che ho deciso di intraprendere dopo la tua partenza da casa non mi ha permesso di farlo. Un giorno ti racconterò tutto, promesso. Ma per ora ti faccio le mie congratulazioni: tu non lo sai, ma c'è una tradizione di Corvonero nella nostra famiglia. Non tutti, certo, ma io stessa ero in quella casata e sono certa che troverai amici degni di te e della tua sete di conoscenza. Il tuo compleanno è ormai passato da qualche settimana, ti mando due piccoli regali che credo gradirai. Nel pacco troverai un piccolo anello a forma di aquila, con al centro un piccolo lapislazzulo blu. L'ho fatto fare per te, in onore della casata di Corvonero. Non ha alcun potere magico ma, devo dire, che è molto bello. Poi troverai un piccolo bauletto che contiene alcuni attrezzi da cucito. So quanto sei brava nel cucito e credo che sia ora per te di possedere gli attrezzi giusti. Vedrai che con un pizzico di magia ti aiuteranno nelle tue nuove creazioni. Non fanno niente di eccezionale ma ti permetteranno di accelerare un po' i tempi! Nel cofanetto troverai anche alcuni tessuti di varia natura. Non so cosa ti può essere utile, ma ho messo alcune cose carine. Spero che questi regali ti piacciano e che ti siano utili! Con affetto nonna Cent.

PS: sono ancora in viaggio, non è prudente che mi scrivi. Invece dovresti scrivere a tua mamma, le manchi molto".


La felicità si dipinse sul volto di Gin alle parole della nonna. Non poteva credere che la nonna la conoscesse così bene da averle mandato esattamente quello che le serviva! Stava per correre in camera sua ad aprire il pacchetto, incartato con una semplice carta marrone, quanto ricordò le ultime parole della lettera di nonna "dovresti scrivere alla mamma, le manchi molto". Un nodo alla gola si formò e Gin si pentì di essere stata così orgogliosa da non averle mai scritto. Riprese dunque la lettera da Ka, aggiunse al volo qualche abbraccio e bacio in più qua e là e la riconsegnò al gufo.

"Sarà più semplice ora, se anche non ti da quello che le chiedo non importa, ok?" Ka le mordicchiò piano il dito e spiccò il volo. Gin si affacciò da una delle finestre per osservarlo volare. "Torna presto" gli urlò dietro. Teneva saldamente in mano il pacchetto ancora chiuso.







PS: 101 | PM: 50 | PC: 51 | EXP: 1




© Gaelle





Chiesto autorizzazione per cofanetto magico. Mi dicono che posso poiché non ha effetti magici particolari. È un semplice oggetto di vita quotidiana del mondo magico. Stessa cosa per i tessuti: non hanno potere di alterare le statistiche
 
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