Death is only the beginning, Amber

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view post Posted on 10/12/2020, 15:15
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LTCmGRq Grappoli di lucciole si scontravano con piccole farfalle luminescenti, formando vortici luminosi apparentemente infiniti. Ma l'illuminazione non si limitava ad una matrice animale, difatti sul nudo terriccio spruzzato di sporadici filamenti erbosi erano incastonati spicchi di quarzo che sembravano illuminati dall'interno, e tra gli alberi nodosi spuntavano globi di una consistenza ignota al mago. Dalle sfere partivano striature lucenti simili a venature dell'albero che terminavano nelle limpide acque di un laghetto naturale posto al centro della riserva.
Il fondale lacustre sembrava riproporre il medesimo scenario e si potevano cogliere marmiti bioluminescenti e banchi di shrake guizzanti. Ma lo sguardo di Lucien, che aveva appena varcato l'ingresso del celeberrimo Zoo Magico Nazionale di Londra, fu catturato da specifici quadrupedi: i Thestral.
Enormi cavalli alati dagli occhi bianchi lucenti come perle scottate dal sole, muso e collo di drago, lunghe code ossee, ampie ali da pipistrello e corpi scheletrici privi di carne, la cui pelle aderiva direttamente alle ossa. Creature onnivore, attratte dall'odore del sangue, generalmente amichevoli a discapito dell'aspetto minaccioso.
Un aspetto celato ai più.
Il venticinquenne avanzò con ampie falciate, il pesante mantello invernale che gli ondeggiava intorno al corpo, sino a raggiungere il punto più vicino alle creature e notando con la coda dell'occhio un'altra presenza umana già stanziata frontale allo steccato. Lì per lì non vi badò molto, prendendo posto su una delle panchine offerte agli spettatori e traendo piuma, calamaio e pergamena dalla borsa in pelle di drago oscurata dal mantello nero, chiuso alla gola da alamari d’argento, che gli cadeva in pieghe morbide dalle spalle.
La piuma prese a danzare sulla superficie grinzosa, imprimendo lingue d'inchiostro in un elegante grafia obliqua spiccatamente maschile. Di tanto in tanto alle parole si sostituivano schizzi delle creature alate, dettagli anatomici e di nuovo appunti e considerazioni personali.
Il tempo prese a scorrere come sabbia in una clessidra lucente finché i secondi si tramutarono in minuti ed i minuti in ore.
Maghi e streghe sostarono in quel punto della riserva, talune interessate al soggetto osservato, altre incapaci di vedere null'altro che la folta vegetazione. Vennero sostituite da altri visitatori in uno scambio perpetuo dalla duttile durata ma la costante, valutò Lucien, rimase la strega dai capelli color grano che aveva già trovato in silente contemplazione al suo arrivo.
Una cipolla d'oro venne estratta dal mantello e piccole orbite planetarie che levitavano a pochi millimetri dal quadrante lo informarono dell'orario. Rimasti gli unici osservatori costanti, il francese decise di rivolgere la parola alla strega poiché incuriosito dalla femminea contemplazione.
«Chissà come si sentono ad essere invisibili per la maggior parte degli esseri umani.» la sua voce, profonda e distaccata come una carezza gelida, rivelava una lieve inflessione francese. Fece scorrere lo sguardo sulla figura distinta della sconosciuta, incerto se i rumori naturali le avessero permesso di udire le sue parole, ma non per questo intenzionato a desistere dal proseguire.
«Tra una decina di minuti avrà inizio lo spettacolo Danza dei Thestral delle gemelle Prince. Mi domando quanti saranno gli spettatori delle loro mirabolanti acrobazie.» valutò come se stesse parlando sia a sé stesso che alla giovane strega. Di norma odiava vedere gli animali in cattività ed in tal senso riteneva retrogradi ed arretrati i babbani, incapaci di avvalersi di gabbie magiche invisibili come quelle capaci di infondere l'illusione, alle creature così come ai visitatori dello Zoo, di condividere lo stesso spazio vitale. «Posso chiederle se è interessata a far parte del ristretto numero?» Una domanda bruciapelo che non nascondeva la comune consapevolezza che entrambi, con ogni probabilità, se avevano speso tanto tempo in quella specifica area dello Zoo dovevano avere la capacità di vedere i Thestral.

Lucien Cravenmoore ~ mezzosangue ~ francese ~ sheet



Edited by Atonement. - 11/12/2020, 15:50
 
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view post Posted on 3/1/2021, 12:11
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Osservare. Questo sa fare per ore, quando può appoggiare delicatamente i gomiti sulla ringhiera che circonda il recinto e dimenticarsi di quanto non sia davanti ai suoi occhi. Thestral, sono loro l'unica attrazione dello zoo che può catturare la sua attenzione al punto da renderla schiava di un guardare che si allunga come le ombre sul pavimento, per minuti che facilmente diventano un tempo indefinito. Il motivo per cui può vederli è incastrato tra i polmoni, fermo in costole che si fanno di metallo quando prova a respirare ed a volte non ci riesce. Non hanno importanza le persone che si chiedono cosa stia facendo, che le parlano per avere informazioni convinte che sia uno dei gestori o qualcuno di più addetto ai lavori, lei al massimo elargisce qualche cenno e qualche vago "non lavoro qui, mi spiace" che basta a corrugare la fronte e fare marcia indietro. Con il freddo sono molti meno quelli che osano sfidare il vento gelido di Londra o il proverbiale mal tempo imprevedibile, per muoversi fino allo Zoo e magari nemmeno vederli quegli animali. Amber in realtà ama specchiarsi negli occhi di chi invece sa vederli, ne individua i contorni o perfino la loro intera forma, ed allora non riesce a non chiedersi chi abbiano visto morire per avere la possibilità di una visione macabra tanto affascinante. Dovrebbe dirsi che è deformazione professionale, ora che con quella dea oltre il velo ha stretto un legame di collaborazione mesto, ancora da esplorare, ma in realtà è solo che sa sentirsi particolarmente sola quando pensa all'età che aveva nel momento in cui ha potuto posare gli occhi su un Thestral e vederlo. Quando li guarda ricorda distintamente quel primo giorno, ancora non parlava, Eveline era morta da troppo poco, ma suo padre aveva insistito per trascinarla dolcemente fuori da Villa Hydra e portarla allo Zoo, ed allora entrambi si erano fermati davanti al recinto che in molti superavano, incapaci di capire cosa lo abitasse. E' nella memoria il modo in cui lui si è chinato, abbassandosi per indicarle quel particolare esemplare, al tempo solo un cucciolo, con un'ala lievemente ripiegata. E' lo stesso che ora si erge fiero in un branco familiare ridotto ma compatto. Amber sa che è come andare a trovare un vecchio amico, e che quando la guarda non può capire cosa sa scatenare, ma lei lo sente risalire le vertebre come la sensazione di essere a casa, in qualche modo. Non è qualcosa che si può dire ad alta voce, non al primo che passa per chiederle l'ora, quando il grande orologio è a pochi passi da entrambi. In ogni caso, il tempo ha saputo scorrere e lei non ha evitato di guardarsi intorno per trovare punti fermi che sapessero rimanere lì per un lungo periodo. Le figure hanno iniziato a muoversi più velocemente, come scie di fumo, e lei è rimasta impassibile finché il sole non ha accennato a calare, allora ha solo chiuso più a fondo i suoi pensieri, ma non ha smesso di rimanere quella figura immobile in piedi con il mondo in costante moto. In fondo ha saputo sentirsi così negli ultimi tempo, immobile anche se piena di progetti e con un lavoro che la assorbe, immobile nella vita nel preferire osservare quella degli altri. Il Thestral più grande batte freneticamente uno zoccolo a terra, osserva la porta del recinto, e qualcosa cambia nell'atmosfera calma che li ha visti giocare, mangiare, o anche solo avvicinarsi l'un l'altro. Allo stesso modo, una delle figure fisse di quella giornata, si avvicina a lei. Come ci si sente ad essere invisibili, Amber? Non è esattamente questa la domanda che le rivolge, questa è solo un'estrazione che ne fa lei. Un sorriso appena più amaro le fa scivolare un fiato lungo la sciarpa calda, e che presto si trasforma in uno sbuffo di fumo leggero. Ancora guarda avanti a sé, ma gli occhi chiari sono curiosi adesso. L'accento francese non è passato inosservato. «Soli, immagino.» lo dice che è un sussurro che supera di poco i rumori ambientali che isolano le creature dal chiacchiericcio ora spento. «Indisturbati, credo» solleva le spalle e, solo allora, si rivolge al mago. Il dubbio sul fatto che sappia vederli, come lei, oppure no, si dissolve in fretta quando bastano poche parole a catturare la sua attenzione. Non è mai rimasta fino allo spettacolo, sa che quando i Thestral si animano così, è perché hanno ormai gli orari scritti nelle ossa scheletriche, ed ha sempre avuto il sottile timore che vederli mossi da un burattinaio facesse perdere loro il fascino oscuro che possiedono. Inoltre, entrare nel tendone significava entrare in contatto con tutti coloro che hanno visto la morte davanti agli occhi, come essere parte di una classe sociale a cui si sa di appartenere, pur evidentemente controvoglia. Deve pensarci, e lo fa lasciando che le iridi verdi percorrano la figura del senza-nome. «Dicono che sia veramente degno di nota...» eppure c'è un "ma" che pende chiaramente dalle sue labbra, mentre si stringe nel cappotto nero che la avvolge completamente. «Non ho mai avuto cuore di guardarlo, mi piace che siano..-» rivolge un cenno ancora al recinto ben camuffato in un ambiente che li tiene all'oscuro di parte degli sguardi ossessivi altrui. «- così. »

amber hydra - 20 anni - Spettrologa del Ministero della Magia

 
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view post Posted on 10/1/2021, 07:28
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LTCmGRq I tratti ignoti della strega, assieme alle sue parole, arricchirono la già ampia curiosità che era riuscita ad instillare nel mago con la sola contemplazione. Pareva differire dalla massa per la sensibilità trapelata dallo sguardo indirizzato alle creature e per il tempo che aveva speso in loro compagnia. Lucien ripose gli oggetti al loro posto e finalmente staccò le membra dalla comoda panchina, avvertendo lo scricchiolare delle ossa intorpidite da una posizione troppo a lungo sostenuta.
Mosse qualche passo per ridurre la distanza che lo separava dalla strega, mantenendo comunque un rispettoso spazio per trarre una personale comodità di approccio. Nel mentre, la sua mente elaborò lo spessore di quelle rade parole che ella gli aveva rivolto, collocandole nel non scontato e meritevole di approfondimento. Il raziocinio di Lucien lavorava a scompartimenti impilati su una piramide di priorità e dettagli da non dimenticare; poteva apparire complessa, e probabilmente lo era, ma per lui ormai non rappresentava null'altro che una delle parti più importanti di sé a cui attingere nei momenti di veglia.
«Anche a me.» le confidò con espressione seria, spostando lo sguardo da lei alle creature magiche. Vederle dimorare in un habitat ricreato a regola d'arte su esempio del loro naturale consolava in maniera flebile, visto che non ne oscurava la condizione di cattività imposta. Serbava ricordi da infante di abituali peregrinaggi in zoo babbani assieme alla sua famiglia, durante i quali mentiva a sé stesso sui motivi per cui gli animali si trovavano dietro sbarre metalliche: "trovati feriti, in attesa di cure prima di essere reimmessi nei loro ambienti naturali, dimorano qui", "avranno perso la mamma e saranno venuti a cercarla qui." Storielle sciocche atte a preservare un immaginario posticcio quanto puerile poiché nessun bambino anela alla sofferenza di essere messo di fronte a crude realtà e, in tal senso, i suoi genitori troppo a lungo avevano avvalorato le sue credenze. Ma poi il momento della verità era sopraggiunto e da allora Lucien non aveva più messo piede in uno zoo. Almeno fino a quel giorno.
Si trovava a Londra per questioni personali ed avendo un po' di tempo libero prima del colloquio a Hogwarts, si era lasciato attirare da luoghi dove avrebbe nutrito i propri interessi. Come il Natural History Museum, il Museo del Quidditch e lo zoo, dove avrebbe potuto bearsi della compagnia di creature magiche.
I Thestral, nello specifico, potevano mettere in relazione più individui in modo unico, collegati dal filo invisibile del non detto, dal dubbio se l'altro riuscisse a vederli e la storia che si celava dietro tale possibilità. Abituato a farsi gli affari propri tanto con i suoi cari quanto con gli estranei, non diede segno di voler indagare il motivo per cui la bionda sembrasse riuscire a vedere le creature.
Mentre rimuginava, un esemplare piuttosto giovane sembrò incuriosito dalla loro presenza e, staccatosi dal calore corporeo della madre scheletrica, trotterellò verso di loro. Lucien allungò un arto andando alla cieca, data l'invisibilità delle sbarre che circoscrivevano la gabbia, finché il braccio (dopo aver urtato il nulla apparente) riuscì ad immettersi all'interno.
Ruotò l'arto in modo da porgere il dorso della mano verso il muso del Thestral e attese. Era il modo meno invasivo per lasciare ad un animale o creatura di studiare un potenziale nemico, o amico, e lasciargli scegliere se farsi avvicinare o meno; naturalmente il mago era pronto a ritrarre la mano al primo segnale di pericolo. Un sonoro sbuffo fuoriuscì dalle cavità nasali ossute della creatura, generando una voluta lattiginosa che si disperse nell'etere.
Dopo secondi interminabili il cucciolo abbassò finalmente il capo osseo di qualche centimetro e Lucien comprese che gli era stato concesso di accarezzarlo. Sotto i polpastrelli umani le ossa risultavano levigate, piacevoli al tatto ed una grattatina parve sortire il medesimo effetto che se fosse stata effettuata su un manto peloso. «Ecco, così.» frusciò con voce bassa e calibrata, incerto se si trattasse di un esemplare maschile o femminile. Si era sempre domandato come funzionasse la riproduzione di quelle singolari creature, ma non aveva mai avuto modo di informarsi a dovere. Se fosse riuscito nell'intento di tornare stabilmente a Hogwarts, stavolta le sue spedizioni in biblioteca avrebbero nutrito più la sua curiosità personale che delle pergamene illibate. Continuò ad esercitare una lieve pressione delle dita sul cranio petrolio ed il suo sguardo non si staccò mai da quello eburneo del Thestral, mantenendo fisso il contatto visivo.
«Quando vivevo in Francia ho avuto l'occasione di vederne un branco allo stato brado.» proruppe, stavolta rivolto alla sconosciuta volgendole lo sguardo solo quando fu certo che il cavallo alato avesse abbassato i tratti rettiliani. Staccò la mano e la ritrasse con calma, guardingo.
«Sebbene siano piuttosto rari, se si ha la fortuna di conoscere un magizoologo che si interessi a loro si può sperare di riuscire a scovarli.» in gruppi di radi esemplari, sarebbe stato corretto sottolineare, e non è che la nomea di presagi di sfortuna inducesse molti maghi ad interessarsi a loro. E, forse, era meglio così. «Le loro pupille eburnee emanano una luce che a questi esemplari manca.» Non era facile da spiegare, solo vedendo ambedue le tipologie se ne aveva una corretta idea.
Con un cenno del capo fece segno alla strega che se voleva provare ad accarezzarlo a sua volta, le stava lasciando il posto, difatti con poche falcate pose una discreta distanza dalla gabbia ed andò a pescare dal mantello una sottile sigaretta di pergamena. Per rispetto delle creature - seppur sprovvista di tabacco ma composta unicamente di erbe - Lucien non l'accese, ma la sistemò nell'incavo dell'orecchio.

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view post Posted on 10/1/2021, 18:30
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Raddrizza la schiena con calma, stringe ancora con cautela la ringhiera che la separa dalla piccola radura. Vivere in un mondo che pullula di magia, l'ha sempre portata a pensare che creare spazi come quello fosse normale, e si è resa conto solo ad Hogwarts, con i nati babbani, che niente si può mai dar per scontato. Lei, d'altro canto, ha una parete di casa che cela un bosco privato per Foscapiuma, un Ippogrifo di un anno e mezzo. E' un lampo quello che le passa nello sguardo al pensiero che la sua bestiaccia alata sicuramente si sarebbe trovata bene ad infastidire i Thestral e che per questa ragione, Amber non lo avrebbe mai permesso. «Allora avranno due spettatori in meno, stasera.» E nessuno dei due farà di questo un problema. Intimamente, di questo è felice, tanto che un mezzo sorriso le muove le labbra e la sua espressione manca di rabbuiarsi come al suo solito. E' una creatura curiosa, Amber, di natura ed è per questo che le riesce facile porsi mille domande sui modi di fare dello sconosciuto, e nell'essere incredibilmente introversa, non porle mai ad alta voce. Facilmente si dice che crede siano gli altri a dover scegliere come o quando svelarsi, perché è così che ha sempre voluto essere trattata lei...come un Thestral. Ora potrebbe andarsene, sarebbe semplice come un saluto lasciato su una spalla nel muoversi lento di una mano che la sfiora. Non lo fa, resta invece in attesa di capire se il cucciolo curioso avrà davvero l'ardire di avvicinarsi a quella mano. Vorrebbe dire che forse non è permesso compiere un gesto simile. Sebbene i Thestral non sia pericolosi più di un cavallo con un lungo becco aguzzo, non è detto che sia possibile farseli amici o, soprattutto, che la madre non arrivi reclamare quanto di sua proprietà. Perciò la bionda per un secondo trattiene il fiato, senza rendersene conto, finché la testolina ossuta non cozza contro la mano aperta, gentile. Il moto di tristezza che la prende, per un attimo la trascina a fondo, là nel suo pozzo senza luce, dove a fatica provengono voci e sensazioni. Perché? Oh, se solo avesse una risposta facile. Forse ricorda solo il momento in cui un secondo incontro con una creatura simile l'ha tenuta ferma in mezzo al buio ai confini di Hogwarts. Di persone che si sono approcciate al recinto ne ha viste parecchie. Alcune spaventate, altre solo frustrate per l'incapacità di vedere cosa conteneva. Ed Amber a quelle ultime avrebbe sempre voluto ricordare che no, per quanto i Thestral siano affascinanti nel loro sembrare a cavallo tra la vita e la morte, non è mai così bello, saperli vedere. Non è una cosa che si può desiderare a meno che non si viva in una mente sadica. Anche solo assistere alla morte di qualcuno non legato alla propria vita, è un trauma che non ripaga quella vista, neppure se con una dolcezza che stringe il cuore. Mantiene il contatto visivo con lo straniero quando gli parla di loro con una dovizia di particolari che la lascia in ascolto. Questo ha imparato negli anni: ad ascoltare per non dare niente per scontato, nulla tranne ciò che davvero sa. E, a ben guardare quel piccolino e la sua maestosa famiglia, si trova d'accordo con il mago. «Sì.. » Le esce questo dalle labbra, quando delicatamente si china davanti al Thestral e lo fa con calma, aspettando che lui, curioso, si avvicini un po'. «Ce n'è un ridotto numero anche nella Foresta Proibita, ad Hogwarts» sottolinea, nascondendo una punta di amarezza quando il richiamo di mamma allontana il piccolo dalla sua mano. Solo allora, Amber si rialza. «Li ho visti alcune volte, ma non mi stupisce che a questi esemplari manchi qualcosa... prima o poi ci si accorge se i confini sono reali oppure solo finzione.» Quasi si forza a voltare lo sguardo verso di lui, e tenere lo spettro di un sorriso sulle labrba quando invece sono milioni i pensieri che invadono lo sguardo chiaro e quel verde che si scurisce un po' di più. C'è un passato che pesa ogni giorno, anche quando si dice che non è così e che può concentrarsi sul futuro. «.. non pensa?»

amber hydra - 20 anni - Spettrologa del Ministero della Magia

 
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view post Posted on 12/1/2021, 14:58
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LTCmGRq Già, lo spettacolo avrebbe vantato due spettatori in meno ma questo ai protagonisti ossuti non avrebbe fatto alcuna differenza; la loro unica possibilità di abbandonare le sbarre si circoscriveva alla durata dell'esibizione e delle prove, così come gli esemplari di proprietà di Hogwarts, avevano come unico scopo non vivere una vita per sè stessi, ma per il comodo uso umano di chi occupava ciclicamente le carrozze che trainavano. Lucien offrì una tacita conferma alla sconosciuta, accennando un gesto con i capelli arruffati e solleticati dalla brezza invernali. Trovava affascinante come le creature scheletriche, sui cui corpi svettavano solo sottili lembi di carne, riuscissero a non accusare il gelo causato da repentini sbalzi climatici. D'altronde qualsiasi cosa appartenente al mondo animali era per lui costante motivo di fascino, una scoperta più significativa dell'altra.
Gli zoo lo mettevano a disagio, oltre che per la misura di prigionia imposta agli animali, anche per la messa in luce di tutto ciò che li riguardava. I visitatori come loro si arrogavano il diritto di osservarli per ore e alle creature veniva preclusa ogni forma di intimità: i loro gesti venivano veicolati alla fruizione di sconosciuti e solo con il favore delle tenebre e la conseguente chiusura del parco, essi potevano anelare a momenti privati.
Come scosso da qualcosa di invisibile, il mago scrollò il capo smettendo di osservare avido per spostare lo sguardo sul tentativo della bionda di approcciarsi al cucciolo. Questi, forse per frutto di impulsi primordiali, sembrava non pensare di poterle accreditare l'epiteto di minaccia e, curioso, le si avvicinò come aveva fatto poco prima con lui.
«È proprio da loro che sono diretto.» le rivelò, cogliendo quanto fosse facile superare il confine astratto tra decidere di trattenere dettagli privati e la scelta di esternarli. «Aspiro al posto di Guardiacaccia ad Hogwarts e tra le mansioni previste vi è l'accudimento degli esemplari citati.» si affrettò a sciorinare, domandandosi se l'affermazione della ragazza fosse riconducibile ad una personale esperienza in quella scuola o per informazioni arrivatele da terzi. Ad occhio e croce appariva più giovane di Lucien, nel caso sarebbe potuta essere una studentessa quando lui aveva abbandonato da tempo quelle mura, ma non avrebbe potuto asserirlo con certezza. Si limitò a premere le labbra finché non creassero una mezzaluna perfetta.
La strega si affrettò a confermare le sue ipotesi - era facile supporre che se li aveva visti alcune volte, doveva aver studiato proprio in quella scuola. Magari vi studiava ancora ed appariva solo più matura della sua età anagrafica, tanto sul piano fisico quanto forse su quello mentale. Ad incuriosirlo maggiormente, comunque, fu il seguito della frase.
Ciascuna creatura godeva di un proprio intelletto e Lucien non stentava a credere che il cucciolo di Threstal si sarebbe presto reso conto di non poter scoprire più della porzione di mondo in cui era relegato. Un pensiero estremamente triste nella sua veridicità, unitamente alle differenze che crescendo avrebbero posto notevoli differenze nel suo essere un esemplare nato in cattività da uno nato libero in una foresta.
«Certamente.» convenne «Temo più prima che poi. L'invisibilità di queste sbarre non le rende meno reali ed opprimenti.» le falangi andarono ad avviluppare il nulla apparente, stringendo così forte da sbiancargli le nocche.
Talvolta si domandava perché non avesse percorso le orme di suo nonno, tratteggiando un sentiero che lo avrebbe reso un Magizoologo. Come qualsiasi individuo Lucien aveva le proprie recriminazioni, ma non era quello il caso e sentiva che per quanto appassionato, quella non era la strada giusta per lui. Almeno non in quel periodo della vita dove aveva messo troppe cose in discussione. Il pensiero del parente gli trafisse una costola pizzicando in maniera molto dolorosa; per un attimo, sul corpo fiero del Threstal ne rivide le fattezze ormai sfocate dal tempo intercorso dalla sua dipartita.
Staccò le mani dalla presa coriacea, tornando ad incastonare lo sguardo in quello femminile. Come spesso capitava, dopo aver speso qualche parola in compagnia di un'estranea avrebbe potuto tornare al proprio isolamento, eppure la sua posizione in merito a quel delicato e sentito argomento l'aveva resa ai suoi occhi una figura interessante. Lungi dal volerle imporre la propria compagnia, il mago avrebbe fiutato la reazione appropriata - o almeno ci avrebbe provato - a seconda del feedback alle sue successive parole. «Certi discorsi, nel mio caso, si fanno fautori di un discreto nervosismo.» principò alludendo alla comune impossibilità di cambiare la condizione delle creature in gabbia. «Penso che andrò a cercare un luogo consono per bearmi di un po' di fumo distensivo. Le andrebbe di farmi compagnia?» Nemmeno un occhio allenato avrebbe potuto individuare con una sola occhiata la composizione sigaretta di pergamena e, a dire il vero, nessuno che non fosse il suo ideatore. Ma confidava di non passare per lo sballato di un tempo, fintanto che da allora si era ridimensionato su più fronti giovando spiritualmente degli esiti.

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view post Posted on 3/2/2021, 15:22
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"Guardiacaccia" questa la parola che la incuriosisce al punto che d'improvviso i Thestral perdono la loro oscura attrattiva e gli occhi di giada si piantano lì tra domanda che non osa porre per privacy ed una curiosità che, poi, è sempre stata il motore di ogni suo passo. Sì anche di quelli che l'hanno condotta a rovinose cadute tra intricati rovi, le cui ferite sono ancora lì a macchiare la carnagione pallida sotto i vestiti. Non esistono coincidenze, se ne è convinta negli anni e benché sia ancora troppo giovane per avere una visione del mondo assolutista, sa bene come non vada sottovalutato nessun incontro. Hogwarts è nelle vite di ogni mago o strega londinese, per ovvie ragioni, e lei si sente ancora come un cerbiatto che ha mosso i primi passi per diventare quella creatura maestosa che sa dove si trovi il suo posto in ogni momento. «Ah, Guardiacaccia... così presto? » Non ha saputo trattenere il pensiero che lo immagina forse troppo giovane per vivere in una capanna nel giardino di un collegio che tiene aperto quasi tutto l'anno, non ha voglia di scoprire il mondo? Oppure l'ha già fatto? Ma soprattutto, sta davvero ad Amber porsi quelle domande? Sicuramente no, quindi scuote il capo e quasi lo rassicura con quel mezzo sorriso che non serve proprio risponda se non ne ha intenzione. Lei probabilmente non lo farebbe al posto suo.

«Una parte di me spera che non debbano rendersene conto mai» perché il loro destino è segnato, così come è nebuloso lo sguardo che lascia oltre le figure tetre. Non saprebbe vivere nell'ignoranza, ma conviene che questa le avrebbe risparmiato parecchia sofferenza, soprattutto l'ultima ferita fresca delle recenti settimane. Forse è solo un processo di crescita a cui non ha mai voluto dar credito, quando in fondo è giunta alle stesse conclusioni dello sconosciuto. «Sono sempre sbarre » lo sottolinea e, nuovamente, non sta parlando di Thestral ma quanto più del punto che si imprime in un cuore che ha visto nel dolore l'unica fonte da cui attingere e nella tristezza una via per dare il massimo nel lavoro e nella vita, fin dove possibile. Ma quelle creature sono condannate a confini innaturali e sa bene come il solo volere che non sia così non basterà mai a fermare chi le confina dal farlo per altri anni. "Bisognerebbe cambiare il mondo, ma non puoi farlo tu" Sono le parole che soleva dirle Nonna Elise quando ancora... Scuote il capo, cacciando un pensiero che saprebbe farsi lama in pochissimo tempo se gliene desse l'occasione. Così si ferma, in un momento che non ha tempo, che è lo studio di due sguardi in parte curiosi, in parte no, nel chiedersi la stessa cosa: e adesso? Adesso Amber potrebbe ringraziare per due parole scambiate in mezzo al silenzio assordante della sua vita, raccogliersi meglio nel cappotto scuro ed andarsene senza troppe cerimonie, senza un nome che possa rimanere impresso oltre un volto che diventerà polvere nelle pieghe del tempo. E' il suo primo istinto, anche nel chiedere invece se qualcosa di più non abbia interessato lui che adesso parla ancora. Abituata al fare nobile degli Hydra, sa dare peso a parole che siano meno dirette quando le sembrano impalcature che nascondono qual cosa anche spingendolo in piena vista. Lei, la vista l'ha allenata parecchio. Eppure non nasconde il secondo picco di curiosità che lentamente la investe. Non ha mai fumato, in nessun senso, nessuna cosa. Ci ha provato ma non apprezza il calore del fumo denso tra le labbra, sebbene a volte abbia dovuto letteralmente respirare nell'incenso. Per logica dovrebbe rifiutare, ma finché lui non possiede un nome a cui aggrapparsi, tutto sembra così ipotetico che invece si trova ad accettare con un mezzo sorriso, per giunta. Allarga appena le braccia, forse stanca di formalismi di cui non ha bisogno fuori dalla villa e dalle incombenze degli Hydra «Fai strada»

amber hydra - 20 anni - Spettrologa del Ministero della Magia

 
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view post Posted on 8/2/2021, 14:06
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LTCmGRq A Lucien parve scorgere del tiepido stupore sul volto fresco e florido della strega, in relazione alla propria confidenza. Non se ne stupì d'altronde probabilmente se fosse stato al posto suo avrebbe reagito in egual modo. Non sapeva che età dimostrasse, se quella anagrafica o qualche anno in meno, ciononostante ad inficiare sulla propria credibilità vi era un luogo comune che vedeva nella figura del Guardiacaccia di Hogwarts un omaccione più attempato e meno fine di lui. Peculiarità che sarebbero state colte anche da chi lo avrebbe esaminato in seguito. Si limitò ad alzare parallelamente sopracciglia e spalle senza proferir nulla che non fosse, di fatto, scontato. Comprendeva da solo quanto potesse apparire strano che un giovane mago come lui, con potenziali prospettive che ben differivano da una carica votata all'eremitaggio, l'avesse scelta tra le molteplici che la sua sete di Conoscenza ed il suo intelletto avevano da garantirgli e lei non era di certo la prima ad evidenziarlo.
«Un'utopia dolce amara.» una spiccia riflessione lasciata trapelare dalle labbra dischiuse, mentre sfiorava con lo sguardo le sagome lontane delle creature. Molteplici erano le ingiustizie del mondo e quella era una tra queste; di certo non meno rilevante di altre.
L'intenzione di abbandonare la compagnia di colei che per poche frasi gli aveva fatto compagnia avrebbe trovato terreno fertile in una più generica attuazione; nel suo caso specifico, però, la strega aveva scelto con una cura le proprie parole da aver fatto breccia nell'interesse del mezzosangue, invogliato a beneficiare ancora della compagnia della sconosciuta, qualora avesse manifestato la stessa intenzione. Non solo ella lo favorì di un sorriso ed dell'immediata accettazione, ma gli diede anche del tu. Lucien aveva un codice del tutto personale riguardo l'etichetta ed avrebbe probabilmente fatto lo stesso a breve, se lei non lo avesse anticipato. Con un cenno del capo scomposto la invitò a seguirlo e, con lentezza atta a rimirare ciò che lo zoo aveva ancora da offrire, cercò di orientarsi per trovare l'ingresso. Altri quadrupedi magici animavano la riserva, tra i quali gli Ippogrifi - altre creature con cui Lucien avrebbe avuto a che fare qualora fosse riuscito ad ottenere il posto di lavoro. «Frequenti o hai frequentato anche tu Hogwarts?» domandò rivolgendole uno sguardo attento ma discreto, optando per la medesima scelta di darle del tu. Lei per prima gli aveva parlato della presenza di Thestral a Hogwarts; per quanto fosse indubbia la fama della Scuola di Magia e Stregoneria, non era del tutto certo che la presenza di esemplari di quella razza potesse essere nota a chi non l'aveva frequentata, come lui, o stava frequentando altre scuole. «Nel caso degli esemplari che dimorano lì, e di cui spero di potermi occupare, la loro cattività non si misura dalla costrizione imposta da sbarre invisibili, quanto più da uno spazio vitale circoscritto e dall'obbligo di servire gli esseri umani.» aggiunse sovrappensiero. Non molto dissimile dalla condizione degli esemplari che stavano salutando, ma se non altro non erano alla mercé continua di sguardi curiosi. Potevano godere di una più lunga intimità e questo, valutò, non era poco, anche se la loro condizione di prigionia restava immutata.
Qualora non vi fossero stati impedimenti, il mago e la strega avrebbero presto raggiunto la meta e l'insegna dello zoo avrebbe svettato sopra i loro capi. A quel punto Lucien avrebbe mirato la punta della dodici pollici sulla sigaretta pinzata da pollice ed indice, accendendola con un guizzo di fiamma. Al primo tiro una coltre di fumo si sarebbe dispersa nell'etere ed un pungente profumo di Fico Avvizzito dell’Abissinia, Achillonia, Levitisco ed Elleboro avrebbe rischiato le narici di entrambi.

Lucien Cravenmoore ~ mezzosangue ~ francese ~ sheet

 
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