"Death is only the beginning"
zoo di londra
Osservare. Questo sa fare per ore, quando può appoggiare delicatamente i gomiti sulla ringhiera che circonda il recinto e dimenticarsi di quanto non sia davanti ai suoi occhi. Thestral, sono loro l'unica attrazione dello zoo che può catturare la sua attenzione al punto da renderla schiava di un guardare che si allunga come le ombre sul pavimento, per minuti che facilmente diventano un tempo indefinito. Il motivo per cui può vederli è incastrato tra i polmoni, fermo in costole che si fanno di metallo quando prova a respirare ed a volte non ci riesce. Non hanno importanza le persone che si chiedono cosa stia facendo, che le parlano per avere informazioni convinte che sia uno dei gestori o qualcuno di più addetto ai lavori, lei al massimo elargisce qualche cenno e qualche vago "non lavoro qui, mi spiace" che basta a corrugare la fronte e fare marcia indietro. Con il freddo sono molti meno quelli che osano sfidare il vento gelido di Londra o il proverbiale mal tempo imprevedibile, per muoversi fino allo Zoo e magari nemmeno vederli quegli animali. Amber in realtà ama specchiarsi negli occhi di chi invece sa vederli, ne individua i contorni o perfino la loro intera forma, ed allora non riesce a non chiedersi chi abbiano visto morire per avere la possibilità di una visione macabra tanto affascinante. Dovrebbe dirsi che è deformazione professionale, ora che con quella dea oltre il velo ha stretto un legame di collaborazione mesto, ancora da esplorare, ma in realtà è solo che sa sentirsi particolarmente sola quando pensa all'età che aveva nel momento in cui ha potuto posare gli occhi su un Thestral e vederlo. Quando li guarda ricorda distintamente quel primo giorno, ancora non parlava, Eveline era morta da troppo poco, ma suo padre aveva insistito per trascinarla dolcemente fuori da Villa Hydra e portarla allo Zoo, ed allora entrambi si erano fermati davanti al recinto che in molti superavano, incapaci di capire cosa lo abitasse. E' nella memoria il modo in cui lui si è chinato, abbassandosi per indicarle quel particolare esemplare, al tempo solo un cucciolo, con un'ala lievemente ripiegata. E' lo stesso che ora si erge fiero in un branco familiare ridotto ma compatto. Amber sa che è come andare a trovare un vecchio amico, e che quando la guarda non può capire cosa sa scatenare, ma lei lo sente risalire le vertebre come la sensazione di essere a casa, in qualche modo. Non è qualcosa che si può dire ad alta voce, non al primo che passa per chiederle l'ora, quando il grande orologio è a pochi passi da entrambi. In ogni caso, il tempo ha saputo scorrere e lei non ha evitato di guardarsi intorno per trovare punti fermi che sapessero rimanere lì per un lungo periodo. Le figure hanno iniziato a muoversi più velocemente, come scie di fumo, e lei è rimasta impassibile finché il sole non ha accennato a calare, allora ha solo chiuso più a fondo i suoi pensieri, ma non ha smesso di rimanere quella figura immobile in piedi con il mondo in costante moto. In fondo ha saputo sentirsi così negli ultimi tempo, immobile anche se piena di progetti e con un lavoro che la assorbe, immobile nella vita nel preferire osservare quella degli altri. Il Thestral più grande batte freneticamente uno zoccolo a terra, osserva la porta del recinto, e qualcosa cambia nell'atmosfera calma che li ha visti giocare, mangiare, o anche solo avvicinarsi l'un l'altro. Allo stesso modo, una delle figure fisse di quella giornata, si avvicina a lei. Come ci si sente ad essere invisibili, Amber? Non è esattamente questa la domanda che le rivolge, questa è solo un'estrazione che ne fa lei. Un sorriso appena più amaro le fa scivolare un fiato lungo la sciarpa calda, e che presto si trasforma in uno sbuffo di fumo leggero. Ancora guarda avanti a sé, ma gli occhi chiari sono curiosi adesso. L'accento francese non è passato inosservato. «Soli, immagino.» lo dice che è un sussurro che supera di poco i rumori ambientali che isolano le creature dal chiacchiericcio ora spento. «Indisturbati, credo» solleva le spalle e, solo allora, si rivolge al mago. Il dubbio sul fatto che sappia vederli, come lei, oppure no, si dissolve in fretta quando bastano poche parole a catturare la sua attenzione. Non è mai rimasta fino allo spettacolo, sa che quando i Thestral si animano così, è perché hanno ormai gli orari scritti nelle ossa scheletriche, ed ha sempre avuto il sottile timore che vederli mossi da un burattinaio facesse perdere loro il fascino oscuro che possiedono. Inoltre, entrare nel tendone significava entrare in contatto con tutti coloro che hanno visto la morte davanti agli occhi, come essere parte di una classe sociale a cui si sa di appartenere, pur evidentemente controvoglia. Deve pensarci, e lo fa lasciando che le iridi verdi percorrano la figura del senza-nome. «Dicono che sia veramente degno di nota...» eppure c'è un "ma" che pende chiaramente dalle sue labbra, mentre si stringe nel cappotto nero che la avvolge completamente. «Non ho mai avuto cuore di guardarlo, mi piace che siano..-» rivolge un cenno ancora al recinto ben camuffato in un ambiente che li tiene all'oscuro di parte degli sguardi ossessivi altrui. «- così. »
amber hydra - 20 anni - Spettrologa del Ministero della Magia