| Narcissa Miller |
| | Narcissa Elodie Miller «O forse a Serpeverde, ragazzi miei, voi troverete gli amici migliori, quei tipi astuti e affatto babbei che qui raggiungono fini ed onori!» R ichard sbocconcellava silenzioso. Non sembrava un tipo di tante parole o per lo meno quella fu l'impressione che trasmise a Narcissa nei loro primi attimi d'incontro. Tuttavia, la sua gaffe sul latino - che non passò inosservata - sembrò risvegliare la loquacità del ragazzo. D'improvviso, le gote della piccola Serpeverde avvamparono andando a fuoco. Come aveva potuto concedersi un errore simile? Chissà adesso Richard cos'avrebbe pensato di lei..."E in quale stato lo parlano, questo latino?" chiese Narcissa con una punta di curiosità. Sembrava una lingua nobile, ma anche così arcaica e distante dalle abitudini consuete a cui faceva di solito affidamento. Hogwarts era una scuola cosmopolita, non c'era da stupirsi se di tanto in tanto sbucavano frasi in lingue straniere che Narcissa non conosceva. Ciò che però ignorava del tutto era la natura di lingua morta del latino. Nella sua ignoranza, la piccola biondina continuava a ritenere che il latino, in una qualche remota parte del mondo, fosse la lingua usata nella quotidianità. Sorrise Narcissa, ma il suo sorriso si spense quando l'argomento andò a toccare il tasto "babbani". Per quanto i suoi nonni paterni e suo padre fossero di origini babbane, sua nonna materna, Elodie, aveva lavorato a fondo affinché maturasse un pensiero puro, privo di pietà nei confronti di una popolazione che per sopravvivere doveva contare esclusivamente sulle sue forze e sul suo ingegno. Per di più, dopo la sparizione in circostanze misteriose del padre, ultimamente nutriva dubbi ancor più sortiti sui babbani e sulle loro usanze, attribuendo in parte la colpa di quella sparizione al fatto che l'uomo fosse originario di un sobborgo londinese dove la magia era un qualcosa che esisteva soltanto nell'immaginario folcloristico comune. "La televisione?" gli fece eco Narcissa, inarcando un sopracciglio. Dai suoi nonni paterni l'aveva vista più volte: era uno strano accessorio che tutti i babbani tenevano sul tavolo, sui mobili o in qualche angolo della casa e che, all'occorrenza, veniva accesa con un marchingegno dotato di tasti. Generalmente, quando i suoi nonni avviavano la TV, Narcissa sobbalzava e le voci che emetteva quello strano macchinario la mettevano in soggezione. Non riusciva a capire quali fossero le dinamiche che soggiacevano a tale utensile e nessuno, nemmeno suo padre, s'era mai sprecato a farle capire qualcosa. Helena Cooper, invece, nonostante le numerose insistenze da parte di Laurent Miller, non aveva mai voluto che quella "macchina infernale" - così era solita definirla, quando non si lasciava andare a imprecazioni più colorite - varcasse la soglia di casa, così il marito s'era dovuto arrendere a prenderne una di nascosto e a tenerla sotto chiave nel suo laboratorio di falegnameria nel cuore di Londra. Almeno in quel modo avrebbe potuto tenersi informato: come avrebbe potuto altrimenti lavorare a contatto con i babbani se non avesse conosciuto quali problemi attanagliavano anche la loro società? Fu tuttavia la seconda parte della frase di Richard a far accapponare la pelle di Narcissa. D'un tratto, in poche e semplicissime parole, il ragazzo aveva distrutto mesi e mesi, se non anni, di opere di convincimento messe in atto da nonna Elodie per convincerla che il mondo babbano era un cancro per la comunità magica e che era tutta colpa loro se i maghi dovevano vivere in quel perenne stato di segretezza. Così, senza volerlo, Narcissa si ritrovò a bocca spalancata, esternando tutto il suo stupore a fronte di un concetto che, almeno in parte, non condivideva."Mescolati? Giammai" esclamò indignata, prima di riflettere sulla sua risposta così impulsiva e sforzarsi di recuperare un contegno. Cercò di ridimensionarsi, prima di proseguire: "Come potremmo vivere mescolati, se i babbani hanno costretto i maghi a vivere nell'ombra? Me l'ha spiegato mia nonna, lei è una vera strega" - e Narcissa calcò queste due ultime parole con particolare enfasi, quasi a voler restituire un'aura di maggior prestigio alla mitologica figura di nonna Elodie - "e sostiene che i babbani farebbero di tutto per distruggere la comunità magica se fossimo un'unica grande comunità". Queste furono le parole con cui Narcissa cercò di riassumere brevemente anni e anni di opere di convincimento da parte della nonna, nelle quali quest'ultima aveva cercato a più riprese di persuadere la nipote della pessima fama dei babbani e della loro totale incapacità di rapportarsi al diverso. Secondo nonna Elodie, infatti, i maghi non erano altro che vittime della paura e dell'ignoranza che i babbani provavano verso la magia, oltre che della loro invidia per non essere nati con un dono tanto grande che avrebbe potuto semplificare loro la vita. Inizialmente Narcissa non aveva mai ritenuto importante distinguere babbani da maghi, anzi, s'era sempre preoccupata semplicemente di non far trapelare il segreto di famiglia con le persone che non erano parte del nucleo famigliare dei Miller, ma col tempo aveva dovuto ravvedersi, principalmente nel momento in cui i suoi poteri avevano iniziato a manifestarsi improvvisamente senza che lei fosse ancora in grado di governarli. Quegli spiacevoli incidenti magici erano sempre fonte di discussione con i figli dei babbani amici dei suoi nonni, che non facevano altro che tacciarla d'essere "la bambina strana", "la pazza", "la bambina che fa cose assurde", "la bambina con il malocchio" e altre cattiverie di questo genere, che avevano nel tempo contribuito ad alimentare il risentimento di Narcissa, già di per sé stesso ben nutrito dalla mano calcata di nonna Elodie. Tuttavia, quando Narcissa sentì parlare di "cose tranquille" come trucchi di magia e circo, il sopracciglio inarcato toccò vette mai viste. Davvero Richard paragonava quella fuffa con la vera magia? Come poteva un mago dilettarsi con dei trucchi che erano lesivi della figura del mago e che facevano passare chi praticava la magia per un ciarlatano che si divertiva propinando ai babbani stupidi giochi di prestigio? Ancora una volta a parlare non fu Narcissa, ma fu nonna Elodie tramite la bocca della nipote."No, vabbè, non puoi dire sul serio, non ci credo!" esplose Narcissa a bocca spalancata dallo stupore. Davvero non riusciva a capire su quali basi Richard stesse affermando tali convinzioni."Quelli non sono veri maghi, sono babbani che fanno finta di essere maghi e che alimentano l'odio nei nostri confronti! Tu sei un mago, uno di quelli veri, con una bacchetta, capace di fare magie e cose mai viste. Loro cosa sanno fare, a parte prendere in giro le persone che vanno a vederli e screditare il mondo magico a una comunità che già ci disprezza?"Nuovamente parlò per conto di sua nonna. Ricordava la volta in cui, in preda all'entusiasmo, era tornata a villa Cooper e aveva raccontato ai nonni Cooper di quando con i nonni Miller era andata a vedere il circo. Aveva spiegato che c'era un prestigiatore che dal suo cilindro aveva tirato fuori alcuni oggetti, ma anche un coniglio bianco e una lepre marrone. Voleva che sua nonna glielo insegnasse. E nonna Elodie, di tutta risposta, era esplosa come una mina antiuomo, inveendo contro l'inettitudine dei Miller, che non facevano altro che orientare la nipote - dichiarata strega - verso il mondo babbano, per allontanarla da quello magico, che già gli aveva sottratto il figlio primogenito. Da quel momento, Narcissa aveva riflettuto a lungo su quelle parole e non aveva mai più avuto il coraggio di andare al circo o di avvicinarsi a qualsiasi cosa babbana citasse, direttamente o indirettamente, la magia. L'idea che nonna Elodie potesse venirlo a sapere era più terribile di qualsiasi altra cosa al mondo. Ma d'un tratto, totalmente dimentica del circo, delle magie babbane e di tante altre cose, Narcissa squadrò Richard da capo a piedi. Una fugace occhiata fu lanciata anche a Cupo Mietitore, che a qualche centimetro di distanza da loro, sbocconcellava nel suo piattino. La Serpeverde strinse appena gli occhi e reclinò leggermente il capo verso sinistra. I capelli biondo platino ricaddero sulla sua spalla e si sparpagliarono in parte lungo la schiena."Ma sei un babbano, per caso?" domandò brusca a Richard.
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