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Cara D, taaaadaaaan! Ti piace il tuo regalo di compleanno in ritardo? Avevo piacere tu avessi queste prime pagine per ingannare il tempo sul treno, o per sentirti meno sola la prima notte in quell'enorme castello. O per poterlo rileggere, un giorno, cercando di imitare la mia voce e prendendomi pesantemente in giro, solo per far divertire Liv (adesso, cercherò di cancellare quell'immagine orribile di mia figlia dalla testa e farò finta, per una volta, che tu sia una bambina modello).
Undici anni. Undici. Ricordo ancora i miei, con quella stramba uniforme rifinita in giallo, come ricordo perfettamente di aver, appena, sbattuto le ciglia ed averti vista nascere, per poi, adesso, vederti sparire sull'Hogwarts Express. Vorrei averti spiegato qualcosa in più, ad esempio come sfuggire ai racconti di un noioso fantasma in modo gentile, o come posizionarsi al tavolo, in Sala Grande, per aggiudicarsi, sicuramente, il gustoso arrosto speziato. Vorrei averti parlato, o rimbeccata, più del necessario, come tutte quelle volte che cercavi di correre con quelle gambette cicciotte per la valle, o come quando facevi le bizze per tutti quei quadri che ti salutavano nei corridoi di casa. Ma lo sai, stiamo cercando di apprendere, io e tua madre, di capirti, nonostante il più delle volte sia stato solo frustrante. Il mestiere del genitore è così complesso che, alla fine, non impari mai: nessuno sarà mai in grado di promuoverti oltre a quella targhetta da "Apprendista". Ogni giorno è diverso, ogni anno è diverso, ogni figlio è diverso e, purtroppo, quando capisci di aver sbagliato non puoi più tornare indietro, perché, ormai, è passato.
Vi abbiamo sempre dato grande libertà - che per noi è estremamente essenziale -, ma sento di essermi perso così tante "cose".
Sì, lo so. Come dicesti l'altro giorno a Diagon Alley? "Ti stai rendendo patetico e pietoso solo perché la tua figlia preferita sta lentamente scivolando dalle tue dita". Colpevole, ma solo sull'ultima parte, intendiamoci.
Adesso, sto cercando di immaginarti alla stazione di Londra, con quella perenne irritazione, provocata dall'imbarazzo che vi induciamo con la nostra sola esistenza, mentre metterai il broncio e, incrociando le braccia al petto, reciterai: "gli abbracci sono sopravvalutati".
Va bene, va bene, eviterò di farlo, di abbracciarti, solo perché voglio che tu te ne vada con il cuore leggero e con, almeno, un ricordo positivo del tuo papà preferito.
Sono un padre così geniale nelle sue stranezze che, a volte, non mi meraviglio, poi, così tanto quando vedo la bambina che sei diventata. Ah, quell Non smet Ab
Okay, la smetto.
Un uomo saggio, con dei grandi baffi rossi, una volta mi disse: "Alla fine della corsa, non mi importa più di aver cambiato il mondo o meno, a nessuno importerà, davvero, di questo. Alla fine della corsa, vorrei solo sapere di essere stato qualcuno per qualcuno e di aver realizzato la mia felicità" e voglio che valga anche per Te, mia arrogante bambina.
Delta, sei nata per essere felice. Sii felice.
E cerca qualcuno che riesca a riempire le tue giornate ad Hogwarts. Sii qualcuno per qualcuno.
A casa hai già noi.
Con affetto,
Logan McTavish
Tuo padre
Il Signor McTavish |
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