+Dark & Gothic Lolita+

Piccoli brividi di atony309, quando il gioco diventa realtà

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¬Wonder of You
view post Posted on 30/6/2020, 23:18 by: ¬Wonder of You
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Questa lettera l'ho trovata in uno dei libri che appartenevano a mio zio Luca, venuto a mancare qualche anno fa, condividevamo la passione per i romanzi gialli e ne volevo leggere qualcuno della sua collezione. Inizialmente pensai che era una pagina volante di qualche altro libro ormai perduto ma visto il destinatario e dal contenuto ho dedotto che fosse una lettera scritta da uno dei suoi pazienti quando esercitava la professione di psichiatra...

"Salve Dottor Florentis,
so che i nostri incontri sono stati inconcludenti data la mia riluttanza a parlarne, ma dato che domani mi trasferiranno chissà dove, vorrei che almeno lei sappia la verità su quella notte maledetta (e non quello che i giornali hanno sempre sostenuto), visto che almeno lei è stato molto paziente con me.
Quella notte di un anno fa, la sera di Halloween, uscii con i miei amici di sempre: Mirco, Luana e Marta (la mia fidanzata). Si prospettava come una delle nostre classiche uscite, divertimento e tante tante risate ma quella sera tutto sarebbe cambiato.
Erano quasi le 4 del mattino quando uscimmo dal pub dove festeggiammo l'evento e ricordo che bevemmo parecchio (tranne io che dovevo guidare). Non c'era nessuno per strada ed avevamo imboccato il vialetto all'angolo per avviarci dove avevamo lasciato la macchina. Mentre continuavamo a ridere e a scherzare tra di noi, notammo un ragazzo sotto al lampione. Era alto, vestito come un ragazzo normale con il cappuccio sulla testa e con le mani in tasca, stava lì fermo immobile al freddo di quella notte senza battere ciglio.

-Ehy amico aspetti il bus? Vedi che non passano più a quest'ora-

Disse Mirco rivolto al ragazzo, ma non ebbe alcuna risposta, a quel punto ci guardammo in faccia pensando che non stesse bene, cosi si avvicinò un po a lui.

-Scusa ti senti bene? Mi senti?-

A quel punto egli si girò lentamente verso di noi, non era mascherato ma aveva uno sguardo penetrante, tipo quelli che ti fissano per ore con gli occhi sgranati dalle finestre. La cosa particolare di questo ragazzo era che era senza palpebre. Si voltò verso Mirco e gli chiese:

-Cosa sono io?-
-Cosa? Senti per caso hai bevuto anche tu?-

Da una delle tasche tirò fuori un coltellino da caccia e lo colpì alla gola molto rapidamente. Mirco cadde in terra in un bagno di sangue e poco dopo morì. A quel punto eravamo paralizzati dal terrore ed anche sorpresi

-Cosa sono io?-

Stavolta era rivolto a Luana, che iniziò ad urlare dopo averlo visto pugnalare Mirco, ma questo fece scattare il ragazzo ferendo anche lei alla gola. A quel punto era chiaro che se non ce ne fossimo andati subito avremmo fatto la loro stessa fine. Iniziai a tirare Marta intimandola di andarcene prima che ferisse anche lei ma era paralizzata dal terrore. Con il coltello grondante di sangue si avvicinò a lei

-Cosa sono io?-

Lei non rispose, lo guardava fisso e stava per piangere ma prima che potessi fare qualsiasi cosa colpì anche lei nello stesso punto.
Ero rimasto solo io, shockato da quanto era accaduto caddi a terra in preda al panico, non volevo morire quella notte, volevo solo tornare a casa. Alla fine si voltò verso di me e disse nuovamente

-Cosa sono io?

Per un attimo guardai la mano che impugnava il coltello e notai che era tesa e pronta a scattare, aveva sempre quello sguardo fisso su di me, lentamente si stava avvicinando per colpirmi, a quel punto ero smarrito ma anche furente perché c'erano i miei amici li a terra inermi, non sapevo cosa pensare o fare così senza pensare gli urlai:

-Tu sei pazzo, un malato!!!-

Di colpo si fermò, quasi come se quella risposta lo aveva colto di sorpresa, a quel punto pensai che mi avrebbe colpito invece no, iniziò a sorridere e quello sguardo divenne sempre più inquetante, fece cadere il coltello a terra... Alla fine era questo che voleva? Voleva sentirsi dire questo?
Normalmente qualcun'altro al posto mio avrebbe pensato solo a scappare, ma stranamente feci qualcosa che mai avrei immaginato di fare in vita mia, afferrai prontamente il coltello e glielo ficcai nello stomaco. Lui non emise un gemito, cadde a terra e prima di morire mi disse con lo stesso sorriso di prima:

-Cosa sei tu ora?-

Ero di nuovo nel panico ma stavolta era peggio di prima, che cosa dovevo fare? Avevo le mani sporche di sangue con il coltello del misterioso ragazzo in mano, se avessi chiamato la polizia mi avrebbero accusato e se fossi scappato sarebbe stato peggio, ero li di fronte a 4 corpi sanguinanti senza avere la più pallida idea di cosa fare.

Da quel momento in poi ho dei ricordi confusi come se avessi sognato, ricordo che c'era una signora che, vedendo lo scenario scappò urlando e chiamò la polizia, mi interrogarono per ore ma la sola cosa che mi frullava in testa era quella domanda che mi aveva rivolto:

Cosa sei tu ora?



Non riuscivo più a parlare e prima di essere portato da lei mi fecero analizzare da vari dottori per capire veramente come andarono le cose, ma il mio silenzio mi si ritorse contro, mi accusarono di quelle morti avendomi trovato in quelle condizioni.

Sento dei passi, è quasi ora di spegnere le luci, Non so cosa mi capiterà ma vorrei chiederle solo un favore, si ricordi di me...

Massimo"

La lettera era datata il 27 agosto di tre anni fa, incuriosito dal racconto di questo ragazzo, cercai su internet per saperne di più... Trovai solo un articolo che parlava di un ragazzo accusato della morte di quattro persone (era sicuramente il ragazzo della lettera),l'articolo faceva solo tre nomi (che corrispondevano agli amici di Massimo), della quarta vittima non si avevano informazioni dato che non era mai stato trovato il corpo ma secondo la donna che aveva chiamato la polizia erano quattro non tre. Verso la fine il giornalista riporto anche che Massimo fu trovato impiccato con i lacci delle sue scarpette nella sua cella in un penitenziario psichiatrico fuori Torino tre giorni dopo il suo trasferimento. La sua espressione era cosi inquietante che i poliziotti lo coprirono subito, gli mancavano le palpebre ed aveva lo stesso sguardo penetrante del misterioso ragazzo che aveva raccontato. L'altro elemento che emerse fu la stanza tappezzata di scritte dove vi era riportata solo questa frase:

Cosa sono io ora?

 
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