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Piccoli brividi di atony309, quando il gioco diventa realtà

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view post Posted on 29/6/2020, 19:45
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Questo è il primo racconto Horror che ho scritto e pubblicato sul Creepypasta Forum, se volete qui c'è anche il racconto doppiato da AboutGamesIta

Mi chiamo Luca, ho 32 anni e gestisco un piccolo pub nella periferia di Roma insieme al mio amico Matteo, almeno fino a qualche anno fa era così prima di quel fatto, ma procediamo con ordine...

Io e Matteo siamo cresciuti come tutti i ragazzi della nostra generazione, una vita legata ai campetti rionali e alle sale giochi dei bar; ricordo che d'inverno passavamo intere serate nella sala giochi di Nunzio a gasarci con Metal Slug e Time Crisis... Eh bei tempi quelli... Quando le preoccupazioni erano solo i compiti in classe e gli incontri scuola famiglia.

Gli anni passarono anche per noi due, vita nuova, abitudini nuove e soprattutto ci stavamo per sistemare. Ci eravamo fidanzati entrambi, io con Amanda, che studiava Giurisprudenza alla Sapienza, e lui con Jennfer, compagna di corso di Amanda. Fu quasi amore da subito e nonostante gli alti e bassi, tutto filava liscio.

Con l'apertura del nostro pub, ci sentivamo quasi adulti, io avevo quasi abbandonato del tutto la vita da giocatore visto che avevo altri interessi, Matteo invece no, era sempre alla ricerca di qualche gioco strano e ricordo che questo era quasi sempre motivo di litigio con Jennifer (anzi era il motivo principale).

Sopra al pub c'erano due appartamenti inizialmente vuoti, il primo lo occupammo io ed Amanda, successivamente anche Matteo e Jennifer dopo molte trattative fecero questo passo. Il pub restava chiuso il mercoledi, il che ci permetteva di starcene un po’ per conto nostro.

Una di quelle tante sere, Amanda e Jennifer erano uscite per un addio al nubilato di una loro amica, io stavo riempiendo le taniche di birra, quando Matteo tornò dai suoi soliti giri. Aveva tra le mani un dischetto e saltellava come uno scolaretto che aveva ottenuto una pagella impeccabile. Dopo pochi minuti andai da lui a vedere e lo vidi alle prese con questo giochino con il suo solito modo di fare da accanito videogiocatore.

"Che gioco è questa volta?"
"Oh uno figo, si chiama Outlast, me l'ha prestato Enzo"
"Ah capito, senti io vado a dormire e dovresti farlo anche tu"
"Si, si, dieci minuti e vado anche io"
"Non ti dimenticare di lasciare la porta socchiusa perché non sappiamo a che ora finiscono ok?"
"Tranquillo"

Il mattino successivo, quando Amanda e Jennifer tornarono dalla serata, venni svegliato dalle urla di Jennifer verso Matteo, in pratica era rimasto in piedi tutta la notte per giocare a quel gioco perdendo la cognizione del tempo. Vista la situazione, proposi ad Amanda di andare a fare due passi in modo da lasciarli da soli. Al nostro ritorno trovai Jennifer che stava fumando sulla veranda, Matteo invece dormiva placidamente dato che aveva passato la notte in bianco per colpa di quel gioco; ma non fu che l'inizio.

Nei giorni e nelle settimane seguenti la situazione peggiorò sempre di più, i litigi aumentarono e lui era sempre più trascurato e strano, non sembrava più lui... Una sera dopo l'ennesimo litigio, Amanda usci da sola con Jennifer e la portò da un'amica per un pigiama party per tranquillizzarla, io proposi a Matteo di venire da me a vedersi uno di quei film americani sulle spie. Quando si presentò alla mia porta aveva un aspetto terrificante: il suo viso era sciupato ed incavato, senza contare che era dimagrito parecchio nelle ultime settimane, e il quadro si completava con delle occhiaie tremende, ma non era solo il suo aspetto che era poco rassicurante.
Quando entrò in casa mia non disse una parola, era taciturno ed totalmente assente, come se con la mente fosse in un altro posto, sul divano rimanemmo un po’ in silenzio poi attaccai col discorso di Jennifer.

"Ascoltami, sinceramente penso che tu stia un po’ esagerando con questo gioco, da quando l'hai preso sembri un alienato..."
"Sshhh!"

Quel gesto non lo capivo, all'inizio pensai che volesse evitare il discorso ma dopo disse solo una frase:

"Qui succedono cose strane amico, guardati le spalle"
"Di che parli?"

Col dito fece di nuovo cenno di fare silenzio. Io lo guardai sempre più stranito e perplesso. Il giorno dopo, mentre io e Amanda pulivamo il pub per riaprirlo, sentimmo un urlo agghiacciante provenire dal piano di sopra. Spaventati ci precipitammo e ci trovammo davanti uno scenario da far invidia ad una macelleria: praticamente c'era sangue ovunque e trovammo Jennifer che tremava in un angolo con Matteo che si guardava le mani totalmente piene di sangue, gli mancavano gli indici e a pochi metri da lui c'era il coltello che usavo per fare le bistecche totalmente sporco di sangue.
"Ma che diavolo hai fatto!!!"
"Non sono stato io, un dottore mi ha legato alla sedia e mi ha torturato!!"

Jennifer totalmente sconvolta gli urlo che era diventato pazzo e andò sulla veranda in preda al panico dove ebbe quasi un collasso, Amanda andò da lei ed io chiamai l'ambulanza per soccorrerlo, gli strofinacci non bastavano a fermare il sangue... Quando l'ambulanza arrivo lui divenne violento e dovettero sedarlo per portarlo via, feci per seguirli ma gli infermieri mi dissero che per il momento non era il caso che avesse qualcuno vicino.

Prima che potessimo vederlo passò una settimana, Jennifer stette da noi per non rimanere da sola anche perché essendo ancora shockata dall'accaduto non ci voleva più entrare in quell'appartamento. Vista la situazione andai solo io a trovarlo. Arrivato li chiesi al medico come stesse e mi disse che fortunatamente erano riuscito a riattaccargli gli indici che si era tagliato, ma ciò che lo preoccupava era il suo stato mentale, così mi domandò se faceva uso di sostanze stupefacenti. Io gli spiegai che erano diverse notti che le passava a giocare ad un nuovo videogame e che si era troppo accanito. Il medico suggerì di mandarlo da uno psicologo che voleva tenerlo in osservazione per qualche mese nell'Istituto psichiatrico di Santa Maria degli Arditi appena fuori Roma. Fino ad allora, solo i familiari avrebbero potuto vederlo. Che scemo, in tutto quel trambusto mi ero dimenticato di avvisarli.

Tornato a casa, andai ad informare Amanda e Jennifer della situazione, Jennifer decise di fare le valigie e lasciarlo, era stanca di quella situazione, nonostante i nostri tentativi di convincerla a rimanere, lei era imperterrita e decisa a tornarsene a casa... Appena lei se ne andò, io e Amanda rimanemmo in silenzio per qualche momento, poi decidemmo di riprendere le nostre faccende ma prima telefonai alla madre di Matteo per avvisarla della situazione, cercai di evitare troppi particolari, visto che era cardiopatica non volevo che le venisse un infarto, una volta chiusa la telefonata, tornai alle mie faccende.

Nelle settimane che seguirono, tutto si svolse come sempre, il lavoro riprendeva con fatica visto che eravamo solo io e Amanda, e la sera eravamo a pezzi, ogni tanto arrivava una telefonata della mamma di Matteo che ci aggiornava della situazione dato che non potevamo andare a trovarlo. Una sera però una notizia al tg mi scosse profondamente, nella struttura dove c'era Matteo c'era stata un'aggressione, gli addetti erano stati feriti e ci furono solo due morti, tra cui una signora ed un medico, il paziente in questione invece era scappato verso il bosco diretto chissà dove.

Un dubbio assalì la mia mente in quel momento e guardai Amanda, anche lei ebbe il mio stesso dubbio. Provai a telefonare alla madre ma niente, nessuna risposta.

La mattina seguente, di mercoledi, andammo io ed Amanda a casa di Enzo, l'amico di Matteo proprietario del gioco in questione per sapere di cosa trattasse questo Outlast, ci fece vedere alcuni video di questo gioco e notai che quelle scene mi sembravano familiari, così gli raccontai di Matteo e di ciò che era accaduto.
Enzo inizialmente pensò fosse uno scherzo ma quando gli dissi della faccenda degli indici, mi mostrò la scena che avveniva nel gioco, ormai era palese quello che stava accadendo, Matteo si era così accanito a quel gioco che ormai era fermamente convinto di vivere quella realtà immedesimandosi nel protagonista.

Durante quella conversazione con Enzo, ricevetti una telefonata sul cellulare che mai scorderò in vita mia, era la polizia che aveva trovato il mio numero sul telefono di Matteo, mi dissero che volevano parlarmi urgentemente così gli diedi appuntamento davanti al pub in modo da parlare con più tranquillità. Arrivati lì c'era l'ispettore con un poliziotto con aria molto seria.

"Lei è Luca Poretti, amico di Matteo Lisanga?"
"Si sono io, cos'è successo a Matteo?? Sta bene?"

I due si scambiarono un'occhiata e poi riprese a parlare.

"E' meglio se entriamo e ci sediamo".

Non mi piaceva quella situazione, da come si ponevano significava solo una cosa... cattive notizie. Entrati dentro, ci sedemmo al primo banco sulla sinistra, Amanda si mise vicino a me e mi prese la mano, sapeva che ero preoccupato.

"Mi dica, Matteo come sta?"

L'ispettore stette un po’ in silenzio e dopo un profondo sospiro iniziò.

"Lei ha saputo dell'aggressione all'Istituto di Santa Maria vero?"
"Si ho saputo"
"Bene, e sa anche che ci sono state due vittime..."
"Si ma cosa c'entra Matteo? E' rimasto ferito?"
"Vede... non so come dirglielo ma... è lui l'autore di quella tragedia... durante l'orario di visita, ha colpito alla gola il dottore che lo stava visitando e successivamente ha colpito la madre alla testa con un oggetto pesante, dopo è scappato quasi nudo per i boschi... "

Rimasi allibito da quella cosa, non ci volevo credere. Amanda mi guardava in silenzio mentre io non capivo più nulla, ad un certo punto l'agente chiamò in disparte l'ispettore dopo che aveva ricevuto una comunicazione, bisbigliarono per un momento e lui guardò me con aria affranta, era il segno che il peggio doveva ancora arrivare. Mi alzai e l'ispettore non seppe più cosa dire, mi mise una mano sulla spalla e mi disse:

"Mi dispiace molto ragazzo ma... il tuo amico è stato trovato impiccato ad un albero vicino l'autostrada"

Crollai a terra in lacrime Amanda venne vicino a me e mi abbracciò forte, l'ispettore rimase lì per un po’.

"Se non le dispiace, domani passeremo a prendere quello che ha lasciato qui, con permesso"

Passò una settimana dopo quella notizia e tutto sembrava vuoto senza il chiassoso Matteo o le urla di Jennifer, stavo lì imbambolato alla finestra a pensare a tutte le cavolate fatte insieme, alle ore passate nella sala giochi, quella situazione apatica venne rotta dal campanello del pub, era l'ispettore.

"Salve come si sente?"
"Ho passato giorni migliori, cosa desidera?"
"Sono passato da lei perché ispezionando la stanza dove alloggiava nell'istituto abbiamo trovato questa lettera per lei, non è stata aperta da nessuno"
"Ah. La ringrazio"
"Ascolti... so come ci si sente... Mio fratello pure non ha fatto una bella fine... Morto in un carcere per aver pestato i piedi alla persona sbagliata... Cerchi di farsi forza e vada avanti"
"La ringrazio ispettore"
"Beh buona giornata"
"Anche a lei"

Entrai dentro con la busta, non l'aprii subito ma la misi in tasca, venni raggiunto da Amanda in lacrime.

"Jenny è morta!!!"
"cosa? come morta?"
"Mi ha chiamato sua madre stamattina e l'ha trovata con la gola recisa con una lettera in mano."
"Una lettera? e cosa diceva"
"diceva: Qui succedono cose strane amico, guardati le spalle".

Quella frase mi fece gelare il sangue, l'aveva detta Matteo quella sera che venne a casa mia per vedere il film: che voleva dire? che stava succedendo?

"Amore cosa sta accadendo dannazione!!!"
"Non ne ho assolutamente idea tesoro... La polizia cosa ha detto sull'accaduto?"
"Boh praticamente secondo loro si sarà uccisa da sola dopo aver letto la lettera... Robe da matti, Conosco Jenny da quando eravamo piccole e non era la tipa capace di arrivare a tanto... Sto impazzendo credimi...vado a farmi una doccia, poi decidiamo cosa fare, dobbiamo andarcene da qui il prima possibile".

Appena Amanda si allontanò per darsi una rinfrescata rimasi da solo immobile nel pub, assorto da mille pensieri; che cosa stava accadendo? Da quando Matteo si era fatto prestare quel dannato dischetto, erano successe le cose più assurde; possibile che un semplice videogame potesse risultare tanto dannoso e procurare tante vittime? A quel punto, spinto dalla curiosità ma anche da un po’ di paura, presi la lettera che mi aveva dato l'ispettore e quando l'aprii crollai a terra in preda al terrore più assoluto. La lettera recitava:

Qui succedono cose strane amico, guardati le spalle



Quando Amanda scese dal pub discutemmo a lungo e decidemmo che dopo quanto era accaduto era meglio trasferirsi: in due non riuscivamo a mandare avanti il locale, così lo vendemmo ad un mio cugino di origini calabresi che si era da poco trasferito a Roma. Mi diede un bel gruzzolo sufficiente per andare altrove, trovarci una casa e sistemarci. L’idea era di andare verso nord in qualche paesino di montagna, in modo da ricominciare da capo. Ma appena ci mettemmo in macchina per partire, venimmo coperti e tramortiti.

Mi risvegliai in un luogo angusto, non so da quante ore ero lì e non sapevo nemmeno dove mi trovato, feci per muovermi ma sentivo dolore ovunque, sicuramente ero stato pestato quando ero svenuto. Ero solo nella stanza ed era totalmente buio, dopo un po’ strinsi i denti e mi mossi con le braccia e con le gambe (anche se erano piene di lividi). Tastando un po’ ovunque costatai che c'era un tavolo, a fatica riuscii ad alzarmi e mi resi conto che effettivamente era un tavolo e sopra c'erano una penna ed un foglio (da cui sto scrivendo) continuando a toccare con le mani nel buio, notai una lampada ma quando la accesi, notai un post-it sulla penna che diceva Voltati e dopo inizia a scrivere.

Quando mi voltai, indirizzai la luce della lampada verso la parete ed iniziare ad urlare dalla disperazione, sulla parete c'era appeso il corpo di Amanda, denudata, con tagli e ferite ovunque e completamente sventrata, gli occhi gli erano stati strappati via ed aveva un catenaccio legato attorno al collo, sulla coscia sinistra c'era un'incisione che diceva Tu morirai qui.

Chi era la mente dietro a tutto questo? forse lo stesso che aveva ucciso anche Jennifer? non capii più nulla e mi sentii male e sveni con la lampada in mano... Quando ripresi i sensi, mi misi al tavolo ed iniziai a scrivere questa lettera, sperando che qualcuno la legga.
Il mio tempo qui si sta esaurendo, sicuramente lo psicopatico che si cela dietro a tutto questo sta aspettando il momento giusto per eliminare anche me, non mi dilungherò con saluti perché non ho idea di quale sia il fine di questa lettera perciò la chiudo qui...

-I corpi di Luca e di Amanda non furono mai ritrovati, solo questa lettera venne spedita al pub del cugino, la polizia provò ad usarla per rintracciarli ma non essendoci particolari sul luogo dove erano stati detenuti, il caso venne archiviato, anche la lettera non presentava nessun elemento che rintracciasse il rapitore.
L'ultima vittima registrata su questo caso prima della sua archiviazione fu Enzo che dopo questa escalation di vittime e stranezze, cadde in depressione e dopo poco si tolse la vita per i sensi di colpa.
Chi sia il misterioso artefice di questi eventi è ancora un mistero, forse qualcuno che usa il gioco per adescare le sue vittime ignare di tutto oppure qualcuno non vuole che determinate cose contenute nel gioco vengano trapelate? a queste domande tuttavia non vi è ancora risposta. Se giocate ad Outlast fate attenzione...

Qui succedono cose strane amico, guardati le spalle

-


Edited by Valene - 1/7/2020, 15:12
 
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view post Posted on 30/6/2020, 13:47
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Forte lo stile creepypasta..nel forum ne abbiamo trattate molte ed una nostra utente ha persino un canale dedicato a queste storie,bella, complimenti, ben raccontata, non troppo dilungata su certi argomenti e va dritto a sodo.
 
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view post Posted on 30/6/2020, 14:04
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Ti ringrazio :happy:

Spero che anche le prossime che caricherò siano di tuo gradimento
 
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view post Posted on 30/6/2020, 23:18
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Questa lettera l'ho trovata in uno dei libri che appartenevano a mio zio Luca, venuto a mancare qualche anno fa, condividevamo la passione per i romanzi gialli e ne volevo leggere qualcuno della sua collezione. Inizialmente pensai che era una pagina volante di qualche altro libro ormai perduto ma visto il destinatario e dal contenuto ho dedotto che fosse una lettera scritta da uno dei suoi pazienti quando esercitava la professione di psichiatra...

"Salve Dottor Florentis,
so che i nostri incontri sono stati inconcludenti data la mia riluttanza a parlarne, ma dato che domani mi trasferiranno chissà dove, vorrei che almeno lei sappia la verità su quella notte maledetta (e non quello che i giornali hanno sempre sostenuto), visto che almeno lei è stato molto paziente con me.
Quella notte di un anno fa, la sera di Halloween, uscii con i miei amici di sempre: Mirco, Luana e Marta (la mia fidanzata). Si prospettava come una delle nostre classiche uscite, divertimento e tante tante risate ma quella sera tutto sarebbe cambiato.
Erano quasi le 4 del mattino quando uscimmo dal pub dove festeggiammo l'evento e ricordo che bevemmo parecchio (tranne io che dovevo guidare). Non c'era nessuno per strada ed avevamo imboccato il vialetto all'angolo per avviarci dove avevamo lasciato la macchina. Mentre continuavamo a ridere e a scherzare tra di noi, notammo un ragazzo sotto al lampione. Era alto, vestito come un ragazzo normale con il cappuccio sulla testa e con le mani in tasca, stava lì fermo immobile al freddo di quella notte senza battere ciglio.

-Ehy amico aspetti il bus? Vedi che non passano più a quest'ora-

Disse Mirco rivolto al ragazzo, ma non ebbe alcuna risposta, a quel punto ci guardammo in faccia pensando che non stesse bene, cosi si avvicinò un po a lui.

-Scusa ti senti bene? Mi senti?-

A quel punto egli si girò lentamente verso di noi, non era mascherato ma aveva uno sguardo penetrante, tipo quelli che ti fissano per ore con gli occhi sgranati dalle finestre. La cosa particolare di questo ragazzo era che era senza palpebre. Si voltò verso Mirco e gli chiese:

-Cosa sono io?-
-Cosa? Senti per caso hai bevuto anche tu?-

Da una delle tasche tirò fuori un coltellino da caccia e lo colpì alla gola molto rapidamente. Mirco cadde in terra in un bagno di sangue e poco dopo morì. A quel punto eravamo paralizzati dal terrore ed anche sorpresi

-Cosa sono io?-

Stavolta era rivolto a Luana, che iniziò ad urlare dopo averlo visto pugnalare Mirco, ma questo fece scattare il ragazzo ferendo anche lei alla gola. A quel punto era chiaro che se non ce ne fossimo andati subito avremmo fatto la loro stessa fine. Iniziai a tirare Marta intimandola di andarcene prima che ferisse anche lei ma era paralizzata dal terrore. Con il coltello grondante di sangue si avvicinò a lei

-Cosa sono io?-

Lei non rispose, lo guardava fisso e stava per piangere ma prima che potessi fare qualsiasi cosa colpì anche lei nello stesso punto.
Ero rimasto solo io, shockato da quanto era accaduto caddi a terra in preda al panico, non volevo morire quella notte, volevo solo tornare a casa. Alla fine si voltò verso di me e disse nuovamente

-Cosa sono io?

Per un attimo guardai la mano che impugnava il coltello e notai che era tesa e pronta a scattare, aveva sempre quello sguardo fisso su di me, lentamente si stava avvicinando per colpirmi, a quel punto ero smarrito ma anche furente perché c'erano i miei amici li a terra inermi, non sapevo cosa pensare o fare così senza pensare gli urlai:

-Tu sei pazzo, un malato!!!-

Di colpo si fermò, quasi come se quella risposta lo aveva colto di sorpresa, a quel punto pensai che mi avrebbe colpito invece no, iniziò a sorridere e quello sguardo divenne sempre più inquetante, fece cadere il coltello a terra... Alla fine era questo che voleva? Voleva sentirsi dire questo?
Normalmente qualcun'altro al posto mio avrebbe pensato solo a scappare, ma stranamente feci qualcosa che mai avrei immaginato di fare in vita mia, afferrai prontamente il coltello e glielo ficcai nello stomaco. Lui non emise un gemito, cadde a terra e prima di morire mi disse con lo stesso sorriso di prima:

-Cosa sei tu ora?-

Ero di nuovo nel panico ma stavolta era peggio di prima, che cosa dovevo fare? Avevo le mani sporche di sangue con il coltello del misterioso ragazzo in mano, se avessi chiamato la polizia mi avrebbero accusato e se fossi scappato sarebbe stato peggio, ero li di fronte a 4 corpi sanguinanti senza avere la più pallida idea di cosa fare.

Da quel momento in poi ho dei ricordi confusi come se avessi sognato, ricordo che c'era una signora che, vedendo lo scenario scappò urlando e chiamò la polizia, mi interrogarono per ore ma la sola cosa che mi frullava in testa era quella domanda che mi aveva rivolto:

Cosa sei tu ora?



Non riuscivo più a parlare e prima di essere portato da lei mi fecero analizzare da vari dottori per capire veramente come andarono le cose, ma il mio silenzio mi si ritorse contro, mi accusarono di quelle morti avendomi trovato in quelle condizioni.

Sento dei passi, è quasi ora di spegnere le luci, Non so cosa mi capiterà ma vorrei chiederle solo un favore, si ricordi di me...

Massimo"

La lettera era datata il 27 agosto di tre anni fa, incuriosito dal racconto di questo ragazzo, cercai su internet per saperne di più... Trovai solo un articolo che parlava di un ragazzo accusato della morte di quattro persone (era sicuramente il ragazzo della lettera),l'articolo faceva solo tre nomi (che corrispondevano agli amici di Massimo), della quarta vittima non si avevano informazioni dato che non era mai stato trovato il corpo ma secondo la donna che aveva chiamato la polizia erano quattro non tre. Verso la fine il giornalista riporto anche che Massimo fu trovato impiccato con i lacci delle sue scarpette nella sua cella in un penitenziario psichiatrico fuori Torino tre giorni dopo il suo trasferimento. La sua espressione era cosi inquietante che i poliziotti lo coprirono subito, gli mancavano le palpebre ed aveva lo stesso sguardo penetrante del misterioso ragazzo che aveva raccontato. L'altro elemento che emerse fu la stanza tappezzata di scritte dove vi era riportata solo questa frase:

Cosa sono io ora?

 
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view post Posted on 1/7/2020, 12:44
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adoro le storie di questo tipo, molto carina anche questa, davvero...e' molto psicologica. Ps ho unito le due fanfic per non farti aprire ogni volta un nuovo topic come ti ho scritto per pm^^
 
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view post Posted on 2/7/2020, 20:00
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Nuova chicca di stasera ;) "Il diario segreto di Teresa" buona lettura

Mi chiamo Anna, ho 19 anni e da poco ho iniziato la facoltà di Giurisprudenza a Roma. Trasferirmi qui per gli studi non è stato semplice dato che Roma è una città più grande rispetto alla mia città d'origine (abito in un quartiere della periferia di Lecce), mi sono ambientata benissimo qui anche se la nostalgia di casa fa capolino ma è normale all'inizio.
Arrivato il mese di Dicembre, tornai a Lecce per le vacanze e con i miei vecchi compagni di liceo (oddio sembrano passati già anni) organizzammo una pizza per rivederci tutti quanti. La mia era una classe "normale" se cosi possiamo definirla (in senso buono naturalmente): avevamo il classico dongiovanni. la secchiona di turno esperta di scacchi, il club delle pettegole erano tutti insieme, tutti eccetto una persona : Teresa.

Teresa era la più enigmatica della classe, la conoscemmo al secondo anno perché lei si trasferì dal Nord (per motivi che non abbiamo mai scoperto), non aveva mai legato con nessuno, stava sempre da sola in disparte e raramente avevi il privilegio di sentirla parlare. Di lei sapevamo poco o nulla (visto che non parlava con nessuno) e a volte era un pò inquietante, visto che spesso quando ti voltavi la trovavi che ti fissava.

Come dicevo, quella sera non venne e nessuno seppe il motivo, un pò mi dispiaceva perché quella poverina in fondo era innocua, pensai che era solo timida, cosi decisi che il mattino seguente sarei passata a trovarla, ignara di quello che avrei trovato li.

Il mattino seguente mi alzai tardi (ho fatto le ore piccole la sera prima), mi vestii e mi diressi verso casa sua, non abitava molto distante da dove stavo io, il suo era un palazzo color mogano situato quasi ai margini del quartiere, quando arrivai li, vidi due pattuglie dei carabinieri parcheggiate li. All'inizio pensai che ci abitasse un carabiniere ma non era cosi.

Lei abitava al sesto piano, quasi all'ultimo, quando le porte dell'ascensore si aprirono vidi confusione sul pianerottolo, era pieno di agenti e curiosi che facevano avanti e dietro dall'appartamento. riconobbi la madre di Teresa seduta sulle scale con un'altra signora che era in lacrime, che stava succedendo?

Quando entrai nell'appartamento notai che era pieno di agenti che gironzolavano per l'appartamento parlando tra loro, non ero mai stata a casa sua però non sembrava lugubre o spettrale come si diceva in giro, al contrario era molto bella e radiosa, sembrava una di quelle ville al mare che si vedono sulle riviste di viaggi.

Mi incamminai verso la sua stanza, incuriosita da tutta quella situazione, arrivata all'ingresso la prima cosa che saltò all'occhio fu il motivo di tutto ciò, Teresa si era tolta la vita impiccandosi al lampadario con la sua cinta preferita, aveva sempre quello sguardo fisso e non nascondo che mi inquietò abbastanza. Nella stanza c'erano tre poliziotti che stavano cercando indizi che potessero far luce sulla vicenda ma da come parlavano sembrava che non avessero trovato nulla di rilevante. Ad un certo punto uno di loro si voltò verso di me facendomi trasalire

-Lei chi è? Cosa ci fa qui?
-Sono una sua amica di scuola, ero venuto a vedere come stava e l'ho trovata cosi
-Esca di qui non è un bello spettacolo da vedere

Mentre mi voltai per uscire, notai che sul comodino c'era un piccolo quaderno dalla copertina rigida di colore rosa senza alcun disegno o scritta, era uno degli oggetti che aveva sempre con se del quale non si separava mai, ricordo che durante l'intervallo stava sempre china a scrivere su quel quaderno, senza farmi vedere dagli agenti lo presi, lo infilai nella borsetta e con disinvoltura me ne uscii da li.

Arrivata a casa andai nella mia stanza, curiosa come non mai presi il quaderno dalla borsetta ed iniziai a leggerlo, da ciò che vi era scritto era palesemente un diario, ovviamente non avendo nessuno con cui parlare o confidarsi, avrà pensato di annotare tutto li, all'inizio nulla di eclatante o particolare, ogni tanto c'erano dei vuoti ma coincidevano con gite o compleanni almeno fino al 14 gennaio di qualche anno fa

"Caro diario,
Sono da poco tornata a casa ed ho il cuore a mille, mamma quanto è bello, è da quando l'ho visto la prima volta che sento questa cosa e solo ora mi sono resa conto che è amore, quanto vorrei stare con lui...


Dopo aver letto questa cosa sorrisi, di chi mai poteva essersi innamorata? eppure in classe nostra non c'erano ragazzi cosi belli da togliere il fiato, però ero proprio curiosa di capire di chi avesse perso la testa, cosi continuai a leggere ma non riportava mai il suo nome, almeno fino al 15 marzo.

"Caro diario,
Questa notte non ho fatto altro che pensare a Luca, mi sono decisa che devo dichiararmi, non posso continuare a limitarmi a guardarlo a distanza mentre quelle ochette gli stanno intorno, devo agire prima che sia tardi..."


Luca??? Si era innamorata di mio cugino? Li mi venne da ridere perché mio cugino è sempre stato molto ricercato ma non pensavo fino a questo punto... dopo un po c'erano alcuni fogli bianchi, sfogliai velocemente ancora finché dopo un po non trovai una scritta calcata pesantemente con la penna che occupava quasi tutta la facciata

La odio!!!



Rimasi un po perplessa perché non ne capii la ragione, cosi pensando di aver saltato qualcosa tornai più volte indietro ma prima di quella frase non c'era scritto nulla di più. Dato si erano fatte le 4 ed io avevo appuntamento con una mia amica per un caffè decisi di mettere nel cassetto il diario per riprenderlo appena possibile.

Tornai a casa per le 7, ricordo che passò un po di giorni prima di riprendere a leggere il diario di Teresa, per l'esattezza mi passo di mente dato che a Natale tra pranzi coi parenti ed uscite stetti poco a casa, cosi una mattina che ero un pò più libera lo riaprii riprendendolo dal punto dove avevo interrotto la lettura. Dopo quella scritta, alla pagina seguente, la scrittura ordinata aveva lasciato il posto ad una più tremolante, incerta, sul foglio c'erano anche degli aloni circolari (forse stava piangendo)

"Caro diario,
in questi giorni che non ti ho scritto me ho passate di cotte e di crude, l'ultima volta che ti ho scritto mi ero ripromessa che mi sarei fatta avanti con Luca, ma il giorno che avevo stabilito lui non c'era a scuola, è mancato per una settimana, pensai che non stesse bene, invece no.
Il giorno che è tornato a scuola è stato accolto da quell'oca di Giulia, che gli è saltato al collo abbracciandolo, quando si sono baciati mi sono sentita morire... Infatti con una scusa sono andata in bagno a piangere e a vomitare tanta era la rabbia e l'agitazione... Come ha potuto mettersi con una papera del genere lui che è cosi perfetto???"


In quel periodo mio cugino ebbe effettivamente l'influenza ma riceveva la visita costante di Giulia, sapevo che tra loro 2 c'era qualcosa ed infatti la scintilla è scattata subito, non era il massimo della simpatia a volte ma in fondo era una tipa tranquilla. Quando si misero insieme ricordo che mio cugino me lo disse a tavola quando andai a trovarlo, era rosso dall'imbarazzo (e non per la febbre)

-Che combinate tu e Giulia sempre nella stanza eh porcellini?
-Ma - ma no nulla! Anche se...
-Anche se cosa??
-Un bacio c'è stato...
-Ahaaaaah hai capito Luca qua, non è che le hai mischiato l'influenza???
-Ma che... Ha una salute di ferro quella
-Sto scherzando dai ti prendevo un po in giro... Comunque sono contenta per te

Da li in poi le pagine divennero sempre cariche di odio verso Giulia, a volte fantasticava dipingendola come una strega che aveva stregato Luca affinché stesse con lei, un po di dispiaceva poverina però alla fine capita alla nostra età.
Nelle pagine seguenti i riferimenti verso Giulia divennero sempre più cattivi, a volte parlava addirittura di vendicarsi di averglielo sottratto, più di tanto non diedi peso alla cosa, a volte per rabbia si dicono tante cose anche le più assurde. Dovetti di nuovo interrompere la lettura perché venne mia zia a casa con le mie cugine gemelle che scesero da Milano per venire a passare il capodanno da noi.

Passo un'altro mese prima che ripresi a leggerlo e dato che dovevo ripartire per Roma, me lo portai con me per finirlo, cosi lo misi nella valigia insieme al resto della roba e tornai a Roma, arrivata li lo ripresi dopo 3 giorni e lo riaprii dove ero rimasta.
Non l'avessi mai fatto! La scrittura dal 30 marzo in poi divenne irregolare, quasi strana, non seguiva la riga del quaderno ma a volte saliva in alto e a volte in basso. Ricordo bene ciò che scrisse il 5 aprile:

"Caro diario,
Sto facendo i preparativi per il mio piano, ieri ho fatto sparire il gatto di mia madre, che sciocca, si è bevuta la storia che è scappato dal pianerottolo, non sa che è stato fatto a pezzi e poi seppellito in vari punti dell'orto di mia nonna"


Rimasi impietrita, ricordo che in quel periodo sua madre affisse volanti per ricercare Pallino, un gatto siamese a cui era molto legata, mai mi sarei immaginata che fosse capace di tanto.
di seguito divenne sempre più aggressiva nei confronti di Giulia, che realmente pianificasse di farle fare la stessa fine del gatto di sua madre? Avevo paura a proseguire, quelle parole cosi minacciose nei sui confronti mi turbarono profondamente, come poteva provare cosi tanto odio nei suoi confronti??? In fondo Luca non era l'unico ragazzo al mondo, ce n'erano anche altri non solo a scuola ma anche per la città.

Mi feci coraggio e continuai a leggere, per quasi due settimane pianificava minuziosamente il suo piano su luogo e modalità su come avveniva fino al 27 giugno, il giorno della scomparsa di Giulia, ricordo che ci allarmammo dopo un giorno perché ricevetti la telefonata di sua madre per sapere se era a casa mia, io non la vedevo da scuola eppure secondo la madre, a casa non c'è mai tornata.

In base a quello che avevo letto non era impensabile indovinare cosa fosse successo appena voltai pagina stavolta c'era una sola scritta in grande calcata pesantemente che occupava tutte e due le facciate stavolta, c'erano delle gocce rosso scure sul foglio:

Finalmente è morta!!!



Dio mio, allora era stata realmente lei, l'ha rapita ed uccisa. Chiusi il quaderno e guardai verso la finestra per qualche minuto, poi vidi che alla pagina di dopo c'era un dischetto incollato alla pagina con lo scotch insieme alla custodia, non conteneva alcuna scritta.
Presa dalla curiosità lo presi e lo misi nel portatile che avevo lasciato acceso per scaricarmi un film, dopo un pò mi segnalava che conteneva un file video in formato avi e che poteva essere aperto con VLC, era un video di 10 minuti fatto con una videocamera, era girato in uno sgabuzzino illuminato con una lampadina, nei primi 15 secondi si senti un po di casino ma era inquadrato solo lo scantinato, poi fece la sua comparsa Teresa che trascinava un corpo ormai inerte, quando lo mise sul tavolo riconobbi subito Giulia.

Quel video sembrava interminabile, inoltre ero totalmente sconvolta da ciò che stavo vedendo, in pratica Teresa aveva prima ucciso Giulia e poi l'aveva fatta a pezzi nello scantinato di sua nonna in campagna, la fine del video non poteva essere dei più terrificanti, dopo aver finito la sua pratica prese per i capelli la testa di giulia e la pose di fronte alla telecamera, era orribile, le aveva strappato gli occhi e la mandibola gliel'aveva distrutta con forza, lei con un espressione quasi macabra disse:

Non preoccuparti cara, mi prenderò io cura del tuo Luca, ops scusami volevo dire il mio Luca



Il video si chiuse con una risata malefica, tolsi il cd e lo rimisi nella sua custodia e buttai il diario in fondo alla valigia, ripromettendomi di non aprirlo mai più. Per quasi due mesi ebbi degli incubi orrendi finché la cosa non mi passò, le immagini e le parole del diario risuonavano nella mia testa e questo non mi faceva dormire la notte.

Dopo tre mesi dalla visione del video, mentre stavo seguendo all'università, mi capitò di ripensare a quanto fosse successo e pensai che forse nel diario Teresa avesse scritto qualcosa prima di togliersi la vita, appena tornata nella stanza dove alloggiavo, ripresi il diario un po timorosa ma dovevo sapere cosi mi feci nuovamente coraggio e lo riaprii da dove avevo trovato il dischetto, ancora pagine vuote fino alla sera prima del suo suicidio, era il 7 dicembre

Caro diario,
questa è l'ultima volta che ti parlerò, perché poi non potrò più farlo... Dopo aver ucciso Giulia ed averla seppellita nell'orto di mia nonna, pensavo che Luca si sarebbe accorto di me, invece no, era sempre li a pensare a lei a dove fosse finita, è stato cosi per tutti questi mesi, ho tentato di conquistarlo ma niente da fare.
Ho tentato anche di baciarlo ma lui infastidito mi respinse, come poteva essere cosi stupido, aveva me che poteva amarlo meglio di lei e lui la pensa ancora? Per un mese pensai fosse stupido e cosi tentai anche di farlo ingelosire con un tipo che mi veniva dietro da un anno.
Ma quando vidi tornare mia madre in lacrime quando seppe di che fine fece Pallino mi resi conto che la stupida ero io, mi ero cosi fatta cosi ossessionare dalla mia rivalità con Giulia che ero diventata un mostro, non ce la feci a confessare a mia madre che ero stata io perché altrimenti avrei dovuto confessare anche di Giulia il ché significava finire in galera ed avere la vita segnata per sempre... In questo preciso momento i miei compagni stanno facendo una rimpatriata ma sinceramente non credo di meritarmela, devo pagare per ciò che ho fatto e l'unico modo per farlo è farla finita... Cosi non sarò più un peso per nessuno... Addio


Piansi per quello che avevo letto, nonostante l'orrore che aveva causato un po mi dispiaceva. A quel punto non seppi cosa farne del diario, cosi lo conservai in modo che appena sarei tornata a casa avrei deciso cosa farne.

Nelle settimane seguenti mia madre mi avviso che era stata trovata Giulia (o quel che ne rimaneva) era in una busta nera ormai corrosa dai vermi ed emanava un tanfo orrendo, la polizia l'aveva trovata nella campagna della nonna... tornata a casa verso il periodo estivo, decisi di consegnare il diario alla madre ma appena entrai nel portone tutto divenne nero.

Quando riaprii gli occhi ero nello scantinato dove Giulia fu fatto a pezzi, mi guardai spaesata, ero sullo stesso tavolo con le braccia e le gambe legate agli spigoli del tavolo, mi domandavo che ci facessi li e chi mi ci avesse portato, e di colpo comparve il padre di Teresa, vestito da muratore con in mano una motosega.

-Che vuole fare? Perchè mi ha portata qui? La prego mi lasci andare...
-Tu non infangherai mia figlia

Il corpo di Anna fu trovato dai carabinieri 9 mesi dopo insieme a questa registrazione nello stesso modo in cui fu trovata Giulia, sepolta nel terreno. Il padre invece è stato trovato subito dopo nella sua stanza senza vita con il coltello conficcato nello stomaco dopo aver ucciso la moglie ed i suoceri con lo stesso coltello. Il fantomatico diario venne ritrovato nella borsa di Anna che era tenuta nella casa in campagna, facendo luce sulle vicende precedenti a questa strage.



Edited by atony309 - 9/7/2020, 02:06
 
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Ho avuto tempo di leggerla solo adesso.
E' carina, ma ci sono degli errori ortografici e nella coniugazione dei verbi che andrebbero sistemati, comunque l'idea è carina.
 
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view post Posted on 7/7/2020, 19:12
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CITAZIONE (Valene @ 7/7/2020, 19:55) 
Ho avuto tempo di leggerla solo adesso.
E' carina, ma ci sono degli errori ortografici e nella coniugazione dei verbi che andrebbero sistemati, comunque l'idea è carina.

Conta che l'ho postata prima di andare a letto XD vedrò di apportare le dovute modifiche

io prendo spunto da ciò che mi circonda ed il resto è tutta fantasia
 
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view post Posted on 8/7/2020, 13:15
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si capisco ed infatti mi piace leggere ciò che scrivi ...scusa se sono sembrata bacchettona >____<
 
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view post Posted on 8/7/2020, 13:18
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CITAZIONE (Valene @ 8/7/2020, 14:15) 
si capisco ed infatti mi piace leggere ciò che scrivi ...scusa se sono sembrata bacchettona >____<

Ma scherzi?!

Senza le critiche non si migliora 👍

EDIT: ho fatto una bella revisione ora dovrebbe andare bene ;)

Edited by atony309 - 9/7/2020, 02:06
 
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