| Daniel si stava divertendo. Ben più del toast, delle uova, aveva potuto per metterlo di buon umore sin da subito lo scambio di battute con Kyros che era iniziato come un bruco, viscido, lento, difficile, e si era mano a mano trasformato in un'allegra farfalla. Addirittura le frecciatine del ragazzino avevano perso la loro venefica punta sino a divenire non più che innocue battute, tese a causare il sorriso sui volti di entrambi in quei pochi minuti di pace prima di quella che sarebbe stata, forse, una lunga giornata.
Le parole di Kyros lo colpirono, non si aspettava un'ammissione così candida per quanto ci fosse poco da nascondere - ma no - sorrise di rimando - solo uno scambio di opinioni più acceso, capisco cosa tu possa aver pensato -. Aveva ben chiaro in mente l'occhiata rivoltagli dal concasato nell'occorrenza del loro primo incontro e rinunciò addirittura, visto il tema, a punzecchiarlo. Per poco. Avrebbe presto riniziato su ben diverso fronte, ma ancora non poteva saperlo. La prima testimonianza di aver colpito nel segno fu l'irrigidimento palese dei gesti dell'altro. Daniel aprì il sorriso in un'espressione furbesca e passò la mano, come d'abitudine più che per necessità, tra i capelli. Ne ascoltò le parole in silenzio assumendo una posizione falsamente meditabonda: la schiena tenuta un po' piegata in avanti, il gomito sinistro puntato sulla coscia andando a tenere il braccio perpendicolare ad essa. La mano aperta a coppa ospitava la testa del ragazzino, ruotata di circa 45°, il ghigno ironico sempre ben visibile. - Certo - sogghignò. La parola venne lasciata cadere. Una sentenza. - Capisco. L'auror è una passione comune - e su quest'ultimo vocabolo calcò fortemente - qua ad Hogwarts - continuò assumendo un sorriso più contenuto - e certamente servono incantesimi per allungarsi la vita se si vogliono combattere a lungo le forze del male, sono stupito dalla tua lungimiranza! - - Beh è senIl tono a primo acchito del tutto sincero, la posizione si era fatta più composta, i gomiti ambo poggiati sul tavolo, le mani intrecciate, la schiena più dritta. Eppure niente come le sue affermazioni poteva ricordare il simbolo della loro casata. Sarebbe probabilmente stato chiaro a Kyros il lieve velo di derisione, per la scusa, non certo per l'interesse, che si celava dietro di esse. - Beh è senza dubbio un nobile intento e sarò felice se potrò aiutarti nel conseguirlo. Anche se vorrai approfondire quelle arti per meri fini... come dire? Bibliografici - sorrise ancora, senza traccia di complicità, ma curandosi bene di tenere basso il tono di voce. Non era il tipo di conversazione che dovesse essere colta da orecchie poco discrete.
Apprezzò il tentativo di Kyros di cambiare discorso - sì, dai, andiamo. Non vedo perché lesinare ai pennuti la veduta di due bei ragazzi come noi - chiosò scoppiando a ridere nel tentativo forse evidente di alleggerire la situazione
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