La inauguro come una sorta di rubrica, perché con l'uscita di
Persona 5 Royal e di
Final Fantasy VII Remake si è tornato a parlare di japan RPG. Nel ricordare vecchie glorie, vengono sempre menzionati i classici del genere. Giusto rimembrarli, ma trovo più interessante dar spazio a opere meno note e scarsamente considerate, soprattutto a causa della difficile fruibilità e poca diffusione nel mondo. Il primo titolo che mi è balenato alla mente per dare il via a questa tipologia di post è
Rudra no Hihou (ルドラ の 秘宝), tradotto e conosciuto come
Treasures of the Rudra. Un J-RPG targato
Square, uscito in esclusiva
Super Famicom (only Japan) nel 1996, mostrando le potenzialità dell'hardware e soprattutto le incredibili capacità della software house nipponica.
Una
Square impeccabile che nello stesso anno lanciava
Super Mario RPG insieme a
Nintendo, in quello precedente
Chrono Trigger e in quello successivo
Final Fantasy VII. Ma erano tanti i giochi rilasciati da loro negli anni '90. Una
Square che era sinonimo di garanzia quando si parlava di J-RPG. Una
Square il cui tratto era unico e caratteristico, garantendo qualità come un vero e proprio marchio di fabbrica. Una
Square che non temeva confronti nemmeno contro la grande rivale
Enix, che ai tempi di certo non se ne stava con le mani in mano, pubblicando sul mercato serie come
Dragon Quest, oppure
Soul Blader,
Gaia Gensouki (
Illusion of Gaia),
Tenchi Souzou (
Terranigma) e
ActRaiser (questi sviluppati da
Quintet), o ancora
Elnard (da noi
The 7th Saga) di
Produce!. Eppure nemmeno
Enix poteva reggere il confronto, perché
Square non ne sbagliava una e ogni volta era capace di superarsi.
Quei tempi son finiti, specie dopo l'unione delle due compagnie; ma il nome silente di
Rudra no Hihou ancor riecheggia nella mente e nel cuore degli appassionati. Il motivo è presto detto: è un gioco straordinario; un vero capolavoro di genere che rientra di diritto tra i migliori esponenti dei J-RPG. La trama vanta un incipit abbastanza semplice, ma è come viene affrontata ludicamente che ha dell'incredibile, senza contare la profondità delle tematiche, i simbolismi religiosi, la filosofia intrinseca e tutta una serie di contenuti e aspetti che vanno ad avvalorare potentemente l'opera. In maniera difforme rispetto agli altri giochi di ruolo di matrice nipponica,
Rudra no Hihou ci fa affrontare il viaggio dalla prospettiva di tre personaggi differenti più uno che avremo modo di controllare nelle battute finali.
Il tutto si sviluppa in 15 giorni di tempo prima della fine dell'umanità e potremo portare avanti anche parallelamente le storie dei protagonisti
Sion,
Riza e
Surlent. Ognuno di loro affronterà eventi e situazioni differenti rispetto agli altri, ma le "campagne" saranno complementari e di conseguenza i personaggi si incroceranno durante il cammino, ma soprattutto sarà possibile interagire affinché oggetti particolari e di grande utilità possano essere lasciati ad un altro personaggio nella propria storia. Un sistema ripreso qualche anno dopo da
Capcom con
Resident Evil 2 (per la serie: non aveva fatto niente di nuovo; anche perché in fondo nessuno lo fa mai davvero). L'elemento originale della produzione
Square riguarda però gli incantesimi. Non si è mai più visto qualcosa di tal profondità. Trattasi del
Mantra.
In sostanza le magie non vengono apprese come succede solitamente negli altri esponenti del genere. In
Rudra no Hihou le dobbiamo apprendere in maniera letterale, poiché avremo un
Grimorio in cui trascriverle così da poterle poi utilizzare in battaglia. Ci sono tanti modi per impararle come replicare le magie lanciate dai nemici, oppure trovando informazioni in giro per il mondo o da personaggi specifici. Alcuni di loro insegneranno persino dei
prefissi o
suffissi utili per dare maggior valenza ad un normale incantesimo di base. Non mancano inoltre magie speciali potenti e rare, difficili da scovare. Un modo, questo, di gestire il sistema delle magie non solo peculiarissimo, ma anche utile per destreggiarsi con i simboli giapponesi. Un prodotto che attraverso il gameplay, educa e accresce il livello culturale del fruitore. Ed era tanto interessante per i giapponesi quanto per noi occidentali, specie se vogliamo studiare la loro lingua. È possibile trascrivere nel
Grimorio anche incantesimi pensati di sana pianta? Assolutamente sì. Certo, è difficile che si riesca ad azzeccare davvero qualcosa, ma la probabilità comunque c'è. Il gioco lascia sperimentare parecchio, specie con i prefissi e suffissi da applicare alle magie basilari.
Rudra no Hihou è un'opera eccezionale che non vedo quasi mai menzionare quando si parla di J-RPG. A renderlo ancor più grandioso ci pensa un battle system notevole, un comparto tecnico sontuoso e una colonna sonora di ottimo livello, composta da
Ryuji Sasai. Artisticamente è meraviglioso e ancor di più lo sono le animazioni e il character design dei vari personaggi e nemici. Esiste anche una traduzione amatoriale in lingua inglese realizzata da
Aeon Genesis e meritano tutta la mia stima per il lavorone svolto, dandoci modo di fruire di questo titolo superbo. Qualora ci si ritenga dei cultori e appassionati del genere, credo proprio che un prodotto di tale portata sia assolutamente imperdibile. Un autentico gioiello; la cover è fantastica.