Inchiostro e Burrobirra, per Cordelia

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view post Posted on 7/4/2020, 00:52
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"Gran Sacerdote del Tempio della Pizza"

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IMMAZINEH


Ariel Astride Vinstav
22 y.o. ☘ giornalista e fotografa ☘ scheda [x]

D
isastro.
Il suo tavolo era un assoluto e completo disastro: pergamene, piuma autoinchiostrante, stilografiche e boccette di inchiostro di diverso colore (una delle quali vuota e abbandonata in fondo al cumulo di oggetti), taccuini, foto e ritagli della Gazzetta, tutti impilati e accatastati d'un lato per lasciar spazio davanti a suo posto a sedere ad una ciotola di terracotta già bella vuota.
Davanti a questa sostava il volto accasciato sul braccio sinistro della giovane giornalista.
Le labbra erano arricciate in un broncio bambinesco, mentre dalla posizione sbilenca in cui si trovava la testa manteneva lo sguardo verso il lato destro della tavolata, oltre la ciotola, dove l'ombra del lavoro messo da parte le ricordava di essere ancora lì, nonostante la distrazione della cena.
*Avrei dovuto ordinare qualcosa di immenso, così da perderci più tempo.*
Gli occhi venivano aperti e chiusi pigramente, mentre con riluttanza si riportava dritta sul posto a sedere.
Sembrava fra lo scocciato e l'assonnato, probabilmente per colpa della leggera frustrazione che il lavoro le stava donando e la stanchezza arretrata che cominciava a farsi notare.
*Forse dovrei dedicarmi di più alla fotografia di un tempo. A volte c'è più in un'immagine che in una parola – a volte no. Riprendere a scrivere qualcosa che non sia lavoro, magari.*
Passò le mani contro il volto, stropicciando i grandi occhi blu e risalendo contro la fronte, scostando le ciocche frontali dei capelli biondi, schiariti da una pozione per apparire più chiari del normale.
Se non fosse che al Paolo i Giornalisti del Profeta erano clienti continuamente di passaggio, sarebbe potuta perfettamente passare per il proprietario e il garzone come una strega con la puzza di Traccia ancora addosso, tanto giovane poteva finire col sembrare.
Il badge della Gazzetta, però, le pendeva ancora al collo e nella sedia accanto del suo tavolo all'angolo della sala si trovava una grossa ventiquattro ore dalla quale aveva estratto il resto del suo materiale, rendendo palese come fosse tutto tranne che una ragazzina.

Era sola, accompagnata solo dal peso delle bozze e la sua incapacità a concluderle.
Amava scrivere, ascoltare e raccontare storie, ma non aveva mai avuto la fortuna e l'esperienza di un impiego fisso come quello, dove le date di scadenza erano un incubo giornaliero e il rigore della forma scritta una ghigliottina a pendere sul collo.
La pressione delle aspettative del suo mestiere stavano cominciando a farsi sentire.
*Per ora penso sia il caso arrangiarmi con una Burrobirra.*
Portò la schiena contro la sedia, accasciandosi su questa, prima di tirare un sospiro.
Indossava abiti semplici, ma curiosi per le tonalità e per l'essere stati indossati tutti insieme: un paio leggings felpati neri –tipici della moda babbana – erano stati sovrastati da una gonna di tulle verde menta che cadeva in numerose pieghe, un paio di scarpe da ginnastica bianche dalla suola alta, una t-shirt bianca, un cardigan color terra e un cappello da mago blu elettrico –piuttosto consunto– poggiato sulla testa.

 
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view post Posted on 15/5/2020, 00:46
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Ognuno di noi è una luna: ha un lato oscuro che non mostra mai a nessuno.

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Cordelia F. Dixon

25 anni ✧ Giornalista ✧ Scheda

Ero seduta sulla mia sedia girevole mentre lanciavo delle palline di carta cercando di mirare il cestino. Cavolo… non riesco proprio a fare centro! Esclamai dopo il dodicesimo tentativo fallito. Harry se ne stava seduto sulla mia copia di Little Women, un libro appartenente alla mia collezione babbana, e ridacchiava a causa della mia scarsa mira. Perché non ci provi tu, rametto? Eh? Finsi di essere offesa. E' facile giudicare, no? Come risposta ricevetti semplicemente una pernacchia. Lo presi con delicatezza e l'adagiai sulla mia spalla destra. Dobbiamo andare a cena, ho una fame da lupi e si sta facendo tardi. Proprio in quel momento il mio stomaco brontolò sommessamente e mi portai una mano su di esso. Facciamo un salto al Paiolo. Afferrai la mia bacchetta di ebano e la usai per raccogliere i fogli accartocciati sparsi sul pavimento. Wingardium Leviosa! Solitamente non usavo la magia per queste piccolezze. Dopo aver preso la mia borsa verde pallido, mi materializzai al Paiolo. Fortunatamente non c'era molta gente e tra i presenti notai subito il viso familiare di Ariel; così sollevai d'istinto la mano e la salutai animatamente da lontano prima di andare spedita verso di lei. Ariel, mi fa piacere trovarti qui! Esclamai dopo averla raggiunta. Ti va se ceniamo insieme? Hai già ordinato qualcosa? Chiesi dopo aver notato una ciotola di terracotta tra le pergamene e altri oggetti da lavoro. Anche Ariel era una giornalista della Gazzetta del Profeta, eravamo colleghe; non ci conoscevamo da molto tempo in realtà, ma quanto bastava per poter dire che mi piaceva un sacco, era così adorabilmente particolare… ed io apprezzavo sempre quelli che si distinguevano dalla massa. Mi accomodai. Che ne dici se stasera alziamo un po' il gomito e mettiamo da parte il lavoro? Proposi passando lo sguardo su tutta la roba presente sul tavolo prima di puntare gli occhi nei suoi, che brillavano di un azzurro pieno di vita; spesso mi capitava di incantarmi quando li guardavo. Harry ad un certo punto saltò dalla mia spalla e atterrò sul tavolo saltellando verso di lei: anche lui l'adorava.
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Edited by Miss Fortune - 4/6/2020, 12:12
 
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view post Posted on 3/6/2020, 02:21
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"Gran Sacerdote del Tempio della Pizza"

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giornalista ♢ fotografo ♢ VOICE ♢ 22

Sollevò pigramente il volto dal tavolo in tempo per inquadrare la figura da poco entrata di Cordelia.
Ci mise un po' a mettere a fuoco la Giornalista, lasciando a questa l'apertura per poter fare la prima mossa.
Sfarfallò le ciglia, presa in contropiede dalla socievolezza della collega.
*Vuole cenare con me?*
Non che fosse strano, in realtà: Cordelia era conosciuta in sede per un carattere accomodante e di certo non si era mai mostrata scortese, rendendo particolarmente palese perché raggiunto il locale si stesse subito affrettando a salutarla.

Ariel, però, si stava abituando a come la sua eccentricità fosse strana anche in terra britannica e non solo francese e quindi come, tolte le risate dietro i baffi dei suoi colleghi davanti alle sue "stranezze", o qualche pacca sulle spalle dopo un buon lavoro finito, non avesse molto spazio per avere un onesto rapporto amicale con qualcuno degli altri giornalisti.
Era più o meno la via di mezzo fra il "bambino del gruppo", giovanissima com'era e "lo strano della classe" con abiti bizzarri e una spensieratezza anomala.
Era più adatta a far sorridere Giornalisti stressati dietro le loro scrivanie che per bere qualcosa con loro dopo il lavoro.

«Oh. Uhm... certo, sì. Certo!»
La solitudine non le dispiaceva nemmeno, era ottima per ricaricare le batterie, ma diamine se voleva parlare con qualcuno senza dover cavargli un'intervista dalla bocca o qualche informazione per una articolo.
Si alzò di scatto dal suo posto, allungandosi per scostare con la mano sinistra le pile di carte e taccuini che formavano il lavoro che si era portata dietro dall'ufficio.
Fece spazio abbastanza da permettere a Cordelia di sedersi alla sua sinistra nel piccolo tavolo.
«Niente mi impedisce di ordinare altro! Prego, prego!»
Diede persino qualche pacca allo schienale della sedia vicina, prima di girarsi per recuperare dalla sua la tracolla e cominciare a riporre al suo interne le sue cose, meno che la macchina fotografica.
Le bastò che Cordelia le proponesse una bevuta perché si girasse di nuovo verso di lei.
Le brillavano gli occhi, mentre un sorriso si faceva sempre più largo sul volto.
«Dove sei stata per tutto questo tempo?»
Trentadue denti di felicità e un tavolo sgombro più tardi, Ariel alzava già la mano destra per attirare l'attenzione di un Garzone «Questo primo giro lo pago io!»
prima di venire prontamente distratta di nuovo: stavolta da Henry che nel saltellarle in contro l'avrebbe vista allungare prontamente le mani verso di lui, cercando di venirgli in contro.
«E questo patatino stecchino? E' tuo? E' tipo bellissimo. Non vedevo creaturine così dai tempi dell'Académie.»


 
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