Do you need a drink?, Privata

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view post Posted on 13/3/2020, 09:55
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Era appena finito un altro turno. Il negozio di Mr Elegant era completamente vuoto, e lui uscì dalla porta principale chiudendo la porta a chiave, fino a dopo pranzo nessuno sarebbe tornato in quel negozio. Iniziò a percorrere l’ormai troppo familiare Diagon Alley fino al Paiolo Magico. Ai suoi lati altri negozi chiudevano per poi riaprire nel pomeriggio. Tutti, tranne chi offriva ristoro. Anzi quella era la loro ora. Anche Derek che ormai aveva i crampi allo stomaco per la fame si diresse senza troppi complimenti verso il pub più famoso del mondo magico britannico. Era stato un turno particolarmente estenuante, così dalla tracolla tirò fuori il necessario per farsi una sigaretta. Una volta che questa fu pronta, usci dalla tasca dei jeans un accendino a gas babbano, e al contempo posò il pacco di tabacco. Unico strumento che usava per accendere, sapeva bene che avrebbe potuto usare la magia, ma non era la stessa cosa. Mentre il fuoco iniziava a consumare il tabacco e lui sbuffava fuori nuvolette di fumo ad intervalli regolari pensava a cosa avrebbe mangiato, forse era meglio tornare a scuola per poi ritornare al negozio quel sabato. O Magari no.

Ad ogni modo era meglio mangiare prima di fare il suo ritorno a scuola, anche perché il banchetto della stessa sarebbe finito a breve. E comunque aveva da completare alcune mansioni al negozio. Infatti senza altri garzoni i suoi compiti erano aumentati a dismisura. Era ormai sulla soglia del pub quando pensò che a quell’ora ci sarebbe stata una folla senza precedenti, diede gli ultimi due tiri alla sigaretta prima di sfoderare la bacchetta dalla tasca posteriore dei suoi pantaloni e far scomparire ciò che rimaneva del suo vizio, un incanto evanescente, trovava molto comodo poter far scomparire le cose che non servivano più. Varcata la porta dal lato Diagon Alley ogni suo timore divenne realtà.

Troppa gente affollata il pub. Maghi e streghe da ogni dove. Forse quando era piccolo si sarebbe fermato a guardare ogni mago o strega colpito dai bizzarri vestiti. Ma ormai, mantelli, tuniche e cappelli d’ogni sorta non destavano più il suo stupore. Anzi con ogni probabilità, in quel luogo, era lui, con i suoi jeans e maglione color blu scuro, a sembrare strano.

I suoi occhi saettavano alla ricerca di un posto libero, ma i tavoli in sala erano tutti pieni, così continuò a guardare quasi a completare un giro del locale, e si accorse che vi erano due sgabelli vicini liberi al bancone, così si affrettò a sedersi su di uno in attesa di qualcuno per ordinare.



 
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view post Posted on 13/3/2020, 12:54
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Joachim Wolff
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« ubi maior minor cessat »
Col tempo si era abituato a Diagon Alley e al caos che, anche nei momenti più imprevedibili, la caratterizzava. Oddio, abituato era sempre una parola grossa. Uno come lui che aveva sempre detestato i luoghi troppo affollati, il contatto fisico con altre persone e la confusione non si poteva abituare così, in poche settimane, a tutto ciò.
Quanto meno ci stava provando e questa era già una cosa positiva.
La mattinata era stata molto più impegnativa di quello che credeva. Sua madre era impegnativa. Si aspettava che avere a che fare con lei, dopo che questa se ne era stata diverse settimane nelle Highlands scozzesi con sua sorella, non sarebbe stata proprio una passeggiata di salute, ma la realtà aveva di gran lunga superato, chiaramente in peggio, le aspettative.
Avevano appuntamento alla Gringott con un folletto, creature che tra l'altro lui mal sopportava, per operare dei cambiamenti al conto della donna, cosa che lei, da sola non sarebbe mai riuscita a fare.
Si era reso conto come, dalla morte di suo padre e dalla mancata accettazione della madre del lutto il suo rapporto con lei fosse mutato.
Inizialmente aveva fatto di tutto per farla uscire da quella situazione, poi però, resosi conto della difficoltà di ciò e degli scarsi risultati ottenuti, il suo sentimento nei suoi confronti si era evoluto rendendo la presenza della madre ai suoi occhi pesante.
Per questo aveva tirato un sospiro di sollievo quando la donna si era smaterializzata da Diagon Alley per tornarsene da sua sorella.
Era di nuovo libero, finalmente.
Si chiuse il mantello nero su di se, coprendo gli abiti di fattura elegante che portava al di sotto di questi. L'orologio da polso indicava che si era già fatta ora di pranzo. A tal punto gli conveniva mangiare lì e poi tornarsene a casa. Anche se sapeva benissimo cosa questo comportava. Si era abituato anche a quello: le strade di Londra, e di conseguenza i suoi locali, si riempivano come non mai quando era ora di mangiare. Diagon Alley, anche se era la via magica, non andava esente da ciò.
Non fu quindi neanche sorpreso quando, aperta la porta del Paiolo Magico lo trovò stracolmo. Pensare di sedersi ad un tavolo era impossibile. Non gli restava che dirigersi verso il bancone.
Uno sgabello era vuoto, al fianco un mago, di giovane età.
Meglio così, pensò, solitamente i più giovani erano meno propensi a fare conversazione. Scostò quindi lo sgabello senza farsi troppi problemi.
Non era giornata.


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view post Posted on 14/3/2020, 10:39
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Dopo qualche instante allungò una mano per prendere il menù, lo scorreva come alla ricerca di qualcosa che non conoscesse, come alla ricerca di qualcosa di nuovo che avrebbe migliorato la sua giornata. Ma per sua somma disgrazia c’erano sempre e solo le stesse bevande e cibi. Quindi la sua scelta non poteva che ricadere sul solito. O forse quella volta avrebbe cambiato? Iniziò a leggere il menù come se fosse la rassegna sui recenti sviluppi della magia.


Era molto tentato dalla zuppa di fagioli, anche se il classico Fish and Chips non era male. *No, Hide. Abbiamo detto non il solito*. Così continuò la sua lettura. Soffermandosi di tanto in tanto a pensare a cosa poteva prendere. Ma ogni volta che qualcosa stuzzicava il suo appetito tornava sempre la voglia del solito. Così quasi arreso all’evidenza che avrebbe preso quel che quasi sempre aveva mangiato, passò in rassegna le bevande. La scelta non era semplice. Primo, alcolico od analcolico. Quasi scoppiò a ridere, era ovvio che sarebbe stato alcolico. Ed era palese, almeno a lui, che si trattava della burrobirra alcolica.

Mentre pensava a come mandar giù il suo pasto si accorse con la coda dell’occhio che un uomo dai capelli chiari aveva preso il posto libero accanto al suo. Non sapeva dire il perché ma ne era infastidito, non che il posto fosse occupato o che lui stesse aspettando qualcuno, ma per qualche motivo era a disagio. Così poso il menù sul bancone, magari lo sconosciuto avrebbe voluto prenderlo per consultarlo, e poi lui lo aveva in mano da troppo tempo.

Dopo di ciò iniziò a muovere il piede infastidito, chi lo avesse visto dall’esterno avrebbe potuto dire che stesse seguendo una melodia particolarmente vivace, ma altro non era che il risultato del suo disagio, continuava a guardarsi a destra e a sinistra chiedendosi quando sarebbe arrivato qualcuno per ordinare
“Ma quanto ci mettono?!?”. Disse, infine, palesando i suoi pensieri.



 
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view post Posted on 14/3/2020, 14:37
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Joachim Wolff
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Quello che stava caratterizzando la sua vita, quanto meno nell'ultimo periodo, era il rimpiangere le scelte fatte. Aveva rimpianto di aver atteso troppo tempo prima di occuparsi della madre, aveva rimpianto la decisione di trasferirsi in Gran Bretagna, e ora, ma sicuramente non era l'ultima volta, rimpiangeva quel momento in cui aveva aperto la porta del Paiolo Magico con l'intento di pranzare lì. *Puoi aggiungerla alle idee stupide della tua vita.* Pensò. Tra l'altro non era neanche riuscito ad avere un menù ancora.
Solo in quel momento si accorse che il ragazzo vicino a lui, quello vestito in abiti babbani che aveva notato nel momento in cui si era accomodato, stava consultando probabilmente l'unico esemplare del listino alla sua portata. Vi era stato qualche volta in precedenza, ma non a sufficienza per poter ricordarsi a memoria i piatti del locale, altrimenti avrebbe di sicuro fatto così piuttosto che attendere che l'altro finisse.
Rivolse quindi a questo un'occhiataccia, senza neanche preoccuparsi di essere visto. Continuava a guardare e riguardare il menù, come se da un momento all'altro sarebbe comparso qualcosa di nuovo in grado di soddisfare i suoi gusti.
Come se fosse stato in grado di leggergli nel pensiero, e viste le circostanze un dubbio a Joachim venne, il ragazzo richiuse il menù per poi posarlo sul bancone.

*Alla buon ora.* Sospirò andando a prendere l'oggetto del suo attuale desiderio per poi aprirlo. Stava consultando i primi, con una grande propensione per la focaccia ripiena, quando il suo vicino diede voce al suo disappunto.
<<se credeva di impiegarci poco a quest'ora, temo abbia sbagliato posto.>> Come se fosse un habitué, come se lui stesso non volesse sbrigare quel pranzo nel minor tempo possibile. Disse il tutto senza alzare lo sguardo dal menù, sì, probabilmente avrebbe preso la focaccia ripiena. Impiegando quindi molto tempo in meno rispetto a quello che ci aveva messo il ragazzo chiuse a sua volta il listino e lo posò davanti a sé.

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view post Posted on 16/3/2020, 15:12
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Il movimento del piede dal basso verso l’alto scandiva il tempo che lo separava dal poter fare la sua ordinazione, ad intervalli diveniva sempre più veloce per poi rallentare un paio di secondi, non capiva il perché ma c’era qualcosa che lo infastidiva parecchio. Non riusciva a capire chi o cosa fosse fonte del suo malessere, per cui si limitò a guardare di fronte a lui, le bottiglie impolverate recitavano sull’etichetta il contenuto.

Quando lesse Whisky Incendiario ebbe come una strana voglia di ubriacarsi e non tornare al negozio. Ma, come purtroppo accade, ne aveva bisogno per continuare i suoi studi e non poteva permettersi di perderlo se voleva comprarsi libri ed ingredienti per pozioni ogni anno. Si scrollò di dosso quell’insana idea, e continuo la sua rassegna. Infine alle parole del vicino quasi non seppe resistere.


Beh...in realtà ci speravo Disse con tono piatto e disinteressato. Così tornò alla sua lettura delle bottiglie senza proferire altre parole. Di tanto in tanto osservava la porta del locale aprirsi e la luce rivelare una quantità di polvere nel locale che era forse oltre il limite. Ma non sembrava che i maghi e le streghe li presenti ci facessero molto caso. Anzi continuavano allegramente le proprie discussioni.

Quando finalmente vide un cameriere libero gli fece cenno con la mano di avvicnarsi, forse poteva finalmente ordinare, era solo dispiaciuto che probabilmente anche il suo vicino avrebbe approfittato per ordinare anch’egli, ma decise che era meglio l’indifferenza più totale nei confronti di uno sconosciuto. Così aspetto che venisse a prendere la sua ordinazione, almeno sarebbe potuto uscire e andare a lavorare. Che sabato!!





Edited by *Derek - 16/3/2020, 16:27
 
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view post Posted on 17/3/2020, 11:55
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R itardo, maledetto ritardo. Seth odiava arrivare tardi al lavoro, ma non perché doveva sentirsele dal titolare, era più una questione di principio. Odiava quando gli amici, parenti e chiunque dovesse incontrarsi con lui arrivavano in ritardo.
Questa volta però non era colpa sua. Gli autobus a Londra hanno deciso di cambiare orario o si erano persi per strada. Seth entrò nel locale senza fiato, sbattendo la porta forse con eccessiva violenza. Fortunatamente nessuno sembrava essersene accorto del suo ingresso, così si fiondò dietro al bancone per raggiungere il retro, indossò velocemente il grembiule da cameriere, prese il taccuino e si recò in sala. Non aveva incrociato nessun altro collega, che potesse ulteriormente farli pesare il suo ritardo e questo li fece tirare un sospiro di sollievo.
Arrivato al banco, finì di allacciarsi il grembiule attorno alla vita ed alzò lo sguardo verso i clienti seduti. Ad un tavolo poco distante dal loro notò una mano alzata e senza farsi troppe domande, si recò dal cliente.
«Eccomi, mi dica pure»
Disse con un sorriso, cercando di nascondere l’evidente stanchezza dal suo volto.


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view post Posted on 17/3/2020, 16:22
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Joachim Wolff
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Il Paiolo era una locanda, e come tale non era né raffinata, né tranquilla, né particolarmente pulita, tutte cose che non gli andavano particolarmente a genio. In ventisette anni di vita poteva contare sulle dita di una mano le volte in cui era stato in una locanda, ma aveva anche capito, alla sua età, che talvolta doveva adattarsi e basta. E anche in quel momento, nonostante non vi fossero alternative, non riusciva ad essere del tutto razionale ed accettare di doversene stare lì, seduto, ad attendere che un qualche dipendente del locale lo considerasse.
<<quello lo speravo anche io.>> Anche perché starsene lì dentro non era proprio tra le cose che preferiva, anzi.
L'altro poi, vicino a lui, riuscì a chiamare un cameriere e questo si avvicinò a lui. Avrebbe atteso che ordinasse l'altro per poi sbrigare anche lui il suo ordine. Forse vedeva la luce alla fine di quella mattinata allucinante. In silenzio attese che il cameriere finisse con l'altro. Si prese quindi del tempo per osservare i due, il suo vicino era più giovane di lui, anche se non gli era possibile dire con certezza quanti anni avesse, il ragazzo invece che era venuto a prendere gli ordini doveva essere sicuramente ancora uno studente.

<<scusami, posso ordinare anche io?- Cortese, per quanto fosse annoiato dalla situazione non gli pareva il caso di sfogare le sue frustrazioni contro il ragazzino. Dopotutto si ricordava ancora l'educazione. - Potresti portarmi una focaccia ripiena? Grazie.>> Per poi lasciare che se ne andasse.
Solo quando il garzone si fu allontanato da loro si rivolse al suo vicino.

<<non avete un'età minima per poter lavorare qui in Inghilterra?>> Riferendosi chiaramente al ragazzo che appariva decisamente giovane. L'accento tedesco ora facilmente percepibile.


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view post Posted on 19/3/2020, 11:45
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Finalmente era riuscito a chiamare un cameriere, non che avesse fretta di tornare al lavoro, la pausa pranzo era abbastanza lunga. Solo non voleva passare tutto il tempo lì. Avrebbe preferito di gran lunga fare una passeggiata per Diagon Alley, così da allentare la tensione e perdersi nei suoi pensieri.

Ma anche lo stomaco reclamava soddisfazione, e quindi per quanto tedioso trovava quel momento: era necessario. Non appena il cameriere si avvicinò e chiese loro cosa volessero ordinare. Prima fu il turno dell’uomo accanto a lui, d’istinto si girò ma non commentò il fatto che stesse ordinando prima di lui, nonostante fosse stato lui ad attirare l’attenzione del cameriere. Dopo che ebbe finito, disse con calma. Fish and chips e una burrobirra alcolica, per favore.

Dopo di ciò si estraniò dalla situazione pensando a come dividersi le materie da studiare per gli esami ad Hogwarts, serviva un piano di ripasso degno di nota per superare i G.U.F.O., purtroppo. Ma la sua mente fu nuovamente portata al presente da una frase pronunciata dallo sconosciuto. Tornato alla realtà, non potè fare a meno di notare anche lui la giovane età del garzone del Paiolo. Non era poi una novità, lui stesso lavorava da un po’. Per cui si limitò a dire. Non è tanto l’età, ma la necessità a volte. Ma convengo che noi studenti dovremmo concentrarci di più nello studio. Parole amare. Ma come poteva sperare di riuscire a vivere a Hogwarts senza quel denaro. Doveva lavorare. E studiare, conciliare le due cose non era semplice, ma nessuno era mai morto per quello. In tanti avevano fatto quella vita sacrificata, ma come ogni sacrificio avrebbe portato a qualcosa di più. O almeno così sperava.



 
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view post Posted on 19/3/2020, 21:40
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Joachim Wolff
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La sua non era stata un'infanzia da sogno, neanche ci si era avvicinata ad esserlo. I pochissimi gesti d'affetto ricevuti, le troppe punizioni, le infinite pressioni. Si trovava però a riconoscere che il conto di suo padre era stato sempre a sua disposizione. Aveva pagato prima i suoi manici di scopa, poi i suoi libri e quanto gli serviva per Durmstrang e dopo ancora la scuola di specializzazione.
Essere nato nella sua famiglia aveva avuto i suoi lati positivi e quelli negativi. Pensare di dover lavorare per poter mantenere gli studi non era mai stata una sua preoccupazione.
Su quel punto concordava con l'altro però, a una certa età la priorità doveva essere un altro e all'improvviso si sentì un privilegiato.

<<sì, immagino.- No, in realtà non immaginava. Però capiva. D'altronde pensare di non completare la scuola voleva dire rinunciare ad una possibile carriera nel mondo magico, oltre a rinunciare ad una piena capacità di controllare i propri poteri.
Si prese quindi qualche secondo per osservare davvero il suo vicino di posto. Era giovane, più di lui. Si era poi riferito a sé stesso come uno studente, quindi sicuramente aveva meno di vent'anni.

<<studi a Hogwarts?>> Non voleva essere invadente, non era da lui. Ma tanto valeva cercare di trascorrere quel momento di attesa facendo qualcosa.


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view post Posted on 20/3/2020, 22:37
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Seth Collins
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Seth annotò le ordinazioni dei due uomini sul proprio taccuino, asciugandosi con la manica della camicia le gocce di sudore, che gli stavano scendendo dalla fronte. Il calore del locale e la fatica fatta per arrivare di corsa a lavoro lo avevano scombussolato parecchio.
«Perfetto! Fish and chips e burrobirra alcolica, arrivo!»
Non avendo nemmeno il tempo di voltarsi, Seth si sentì chiamato da un altro cliente. Ebbe giusto un attimo per guardarlo cortesemente negli occhi, che già stava scrivendo la successiva ordinazione
«Certo! La scaldo e in un attimo arriva!»
Finì di scrivere sul taccuino mentre si era già incamminato verso il retro del locale per preparare i due ordini. Prese due piatti dalla credenza ed infilò la focaccia nel piccolo forno magico. L’aparecchio riusciva a scaldare il cibo sempre al punto giusto, senza rischiare che si bruciasse e senza dover aspettare più di qualche secondo. Ordinò alla cucina di preparare il fish and chips e nel frattempo iniziò a versare la burrobirra dalla spina, tenendo il boccale inclinato al punto giusto per non creare troppa schiuma. Quando ebbe finito di riempire il boccale, dalla cucina uscì un piatto di fish and chips sospeso nell’aria da un incantesimo. Seth lo afferrò al volo, prese la focaccia dal forno e la mise sull’altro piatto, già posizionato sul vassoio.
Con il vassoio in mano si fiondò verso i due clienti, fortunatamente seduti uno accanto all’altro. Senza posare il vassoio riuscì a posizionare i due piatti e la burrobirra ai rispettivi tavoli. Come da abitudine annunciò ai due clienti il conto totale di ciascun ordine
«Ecco qui! Sono 6 falci per la focaccia ripiena, mentre qui abbiamo altri 6 falci per il fish and chips con altri 3 falci per la burrobirra alcolica. Ovviamente potete pagare anche dopo al banco.»
Disse prima ad uno poi all’altro uomo, che stavano tenendo una conversazione tra di loro. Mentre si allontanava si sentì leggermente osservato dai due, ma un altro cliente distolse subito questo pensiero dalla sua mente.


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view post Posted on 25/3/2020, 10:31
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Aspettava il suo ordine tamburellando con le dita sul tavolo, considerato che solo i polpastrelli toccavano il legno il rumore era abbastanza sordo, e, considerando il rumore del pub all’ora di pranzo era certo che quel rumore non era udibile da alcuno. Sembrava aver dato da pensare al suo vicino. Non aveva mai raccontato a nessun che quel lavoro lo faceva stare con la testa fuori dall’acqua, che era fondamentale per lui. Eppure con quella sua frase doveva aver rivelato più di quanto voleva. Ma non ci fece tanto caso.

Il suo sguardo era diretto verso il garzone che stava spillando la sua burrobirra. Non vedeva l’ora di berne un sorso. Di scrollarsi per un attimo di ogni pensiero e mangiare in pace. Vide il ragazzo avvicinarsi e posare quanto richiesto dai due. Dir loro quanto dovevano e poi andare via. Prima di addentare il cibo, prese il boccale, e bevve. Un bel sorso, quando il boccale si scostò dal suo viso, era visibile un sorriso compiaciuto.

Forse non era l’unico, ma diventava intrattabile quando aveva fame, e doveva per forza magiare, o avrebbe fatto cattivo uso del suo mal umore. In quel momento prese una patatina e la portò alla bocca. Ne morse metà, ed una volta inghiottita, disse
. Si, si. Hogwarts.

Rivolse uno sguardo allo sconosciuto, si era interessato. Forse voleva parlare, o magari ingannare il tempo di quel pranzo. Era davvero scortese non parlare, anche perché infondo avrebbe fatto piacere anche a lui non mangiare da solo o in silenzio. Per cui riprese. Lei di cosa si occupa? Era evidente che fosse più grande di lui, anche se l’evidenza maggiore era che fosse straniero visto l’accento. Forse non aveva nemmeno frequentato la sua stessa scuola, o non avrebbe fatto distinzione tra Hogwarts e La scuola, cosi come veniva chiamata in tutta la Gran Bretagna, forse perché un po’ campanilisti.




 
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view post Posted on 26/3/2020, 20:33
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Pian piano si era abituato alla confusione del Paiolo Magico e quella confusione che inizialmente gli era parsa insopportabile ora era diventata parte dell'ambiente. Seguì per un po' con lo sguardo il garzone che aveva preso i loro ordini, lo osservò mentre scaldava la sua focaccia, come se non trovasse nulla di più interessante da fare. Quelle ultime giornate erano state così frenetiche da non dargli nemmeno il tempo quasi di sedersi per mangiare, arrivava la sera a casa talmente stanco da non riuscire a fare altro che addormentarsi, ma poi quel letto che non era ancora riuscito a fare suo lo vedeva protagonista di nottate insonni. Ora, potersi accomodare in un locale, avere del tempo per pranzare, gli sembrava una cosa così anormale e gli risultava difficile convivere con quella solitudine, senza dover occuparsi di nulla.
Fu felice quando il garzone tornò verso di loro e posò sul bancone di legno i loro piatti. Si tirò un po' su le maniche della camicia, per quanto i bottoni sui polsini lo concedessero, e iniziò poi a mangiare. La risposta dell'altro non tardò ad arrivare. Ascoltò in silenzio mentre continuava a consumare il suo pasto. In realtà era piuttosto scontata come risposta, non vedeva in quale altro luogo potesse studiare un giovane mago inglese. Certo c'era qualche inglese anche a Durmstrang, principalmente figli di famiglie purosangue e fanatiche del sangue puro e delle arti oscure, ma lasciare la scuola del Nord era molto più difficile e non si sarebbe spiegata la sua presenza lì.
La domanda seguente lo colse quasi di sorpresa, sembrava uno che non voleva essere disturbato, un po' come lui d'altronde.

<<sono nell'ambito delle relazioni internazionali tra i vari governi magici.>> Anche se al momento era ancora in attesa di un colloquio al Ministero, ma quello era stato il suo lavoro fino alla sua partenza per l'Inghilterra e lo sarebbe stato anche dopo, di quello ne era certo.
<<in quale casata sei?>> Non era andato ad Hogwarts, ma tutta la famiglia di sua madre, lei compresa, sì e quindi era abbastanza a conoscenza del sistema della scuola. In particolare, la divisione in quattro case, lo interessava particolarmente. A Durmstrang non c'era niente di simile, anche perché gli studenti erano tutti piuttosto uguali tra loro, stessa cultura, stesse idee, stessa provenienza, ma in tutta onestà una cosa del genere non gli sarebbe per nulla dispiaciuta.

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view post Posted on 7/4/2020, 08:32
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Continuava a mangiare il suo pranzo senza troppa voracità anche se avrebbe voluto ingurgitarlo. Ogni tanto si fermava per dare un sorso alla sua bevanda. Per fortuna non era così alcolica come millantava il menù. Attendeva la sua risposta. Un uomo straniero in Inghilterra. Probabilmente era lì o per affari o per il ministero. O entrambi. Ebbe come l’impressione che la domanda non fosse gradita. Ma non tutti i giorni si incontrava qualcuno proveniente da un altro paese, e la curiosità era una delle sue debolezze, doveva ammetterlo. Così intendo a continuare il suo pranzo sentì la risposta del giovane.

Però. Relazioni internazionali. Non erano proprio nei suoi interessi, ma poteva immaginare che si viaggiasse molto. Fu solo quando gli venne chiesto a quale casata appartenesse che gli venne il dubbio. Quell’uomo avrebbe potuto aver frequentato una scuola diverso. La sua curiosità per l’intuizione superò quella per le relazioni internazionali per cui rispose. Nella Casa di Priscilla Corvonero.

Poi alzò gli occhi verso lo sconosciuto. E disse con una strana luce negli occhi, che dubitava potesse vedersi tra i fumi del locale. Immagino che tu non abbia frequentato Hogwarts? I suoi occhi adesso scrutavano il ragazzo che aveva davanti. Chissà quale scuola era responsabile delle sua istruzione. Tornò a guardare il piatto, prese la burrobirra e ne bevve un sorso. Continuò a mangiare, mentre il suo animo corvonero fremeva e non poco.



 
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view post Posted on 13/4/2020, 18:34
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La focaccia ripiena, per quanto fosse ben al di là di ciò a cui era abituato, attirava ora tutto il suo interesse. Per un momento pensò a quale fosse stato esattamente il processo che lo aveva portato ad essere seduto su uno sgabello al bancone di uno squallido locale a mangiare una focaccia ripiena. Ma la cosa avrebbe implicato troppi pensieri e in quel momento non aveva per nulla voglia di riesumare questioni pesanti, non dopo aver trascorso la mattinata in compagnia di sua madre.
Da quel punto di vista invece la conversazione con il ragazzo, tra l'altro palesemente poco disposto a ciò, era molto più stimolante, o comunque meno dispersivo di energie. Perciò era lì a parlare di come era organizzata Hogwarts.

<<capisco.>> La maggior parte dei suoi parenti era stata tra le fila di Serpeverde, ma qualcuno si era anche ritrovato tra Corvonero. Certo, la meno quotata, se ben ricordava, era Tassorosso, ma era anche abbastanza certo che Grifondoro fosse la maggior destinataria di una certa dose di disprezzo.
Quella domanda era poi spontanea, era chiaro che lui non fosse stato a Hogwarts.

<<no, Durmstrang. Ma ho dei parenti che sono stati ad Hogwarts.>> La questione sulla scuola non era mai davvero stata discussa, suo padre, che era colui che si occupava delle scelte rilevanti della sua vita, aveva messo sempre in chiaro che sarebbe andato a Durmstrang, talvolta si era però chiesto perché non fosse andato insieme ai suoi cugini a Hogwarts. Dopo era cresciuto e si era reso conto che quella infondo era stata la scelta migliore, anche se non si era mai trattato di una vera e propria scelta.
<<immagino ci siano abbastanza differenze tra le due scuole,->> E in primis la possibilità solo per i purosangue di accedervi. - è da quando sono in Inghilterra che mi si ripete che Durmstrang è molto dura.>>

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view post Posted on 12/5/2020, 17:30
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Derek continuava a mangiare il suo pranzo, d'altra parte era andato lì per quello, ma doveva ammettere che la discussione si stava facendo interessante, infatti non aveva mai incontrato qualcuno che aveva frequentato un'altra scuola. Ovviamente era a conoscenza che Hogwarts non fosse l'unico dell'intero mondo magico. Ma ritrovarsi a parlare con qualcuno che aveva fatto esperienze diverse dalla proprie poteva essere stimolante. Avrebbe voluto fargli mille domande, non sapeva neppure da dove iniziare. Prese la burrobirra per mandare giù un boccone particolarmente difficile da deglutire. Poi si fermò a guardare il suo interlocutore. Beh, si immagino ci siano delle differenze. Ci pensò attentamente, non sapeva poi molto di Durmstrang, ma ovviamente alcune cose erano arrivate anche alle sue orecchie. Si diceva che era molto famosa per l'uso della magia oscura, o meglio per le restrizioni poco stringenti sull'uso e l'insegnamento, ma non voleva iniziare proprio da quello. Poteva indisporre il ragazzo che aveva davanti e non era il caso, entrambi stavano comunque mangiando. Così chiese la cosa più ovvia che gli venne in mente. Non ci sono casate lì? Non che avesse particolarmente importanza, ma la domanda serviva a spostare l'oggetto della discussione sulla scuola Bulgara, che poi era ciò che gli interessava maggiormente. Tornò a prendere le patatine dal suo piatto dopo aver fatto la domanda, attendendo la risposta, anche se nel mentre penava alla prossima domanda. Poteva chiedere come si viveva in quella scuola, o cosa si facesse in generale. Magari poteva essere un ottimo modo per vedere le differenze tra le due scuole. Era curioso, e non poteva farci nulla quando qualcosa gli interessava.



 
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