Tutto era iniziato mezz'ora prima.
Leah aveva chiuso con un tonfo il baule e fatto una piroetta sul tappeto della Sala Comune. Coco, infastidito dal rumore, aveva sollevato il capo e l'aveva guardata con aria di disapprovazione per essere stato interrotto durante il suo sonnellino.
- Non guardarmi così! Bisogna festeggiare! -Aveva preso in braccio il suo gatto e aveva fatto un'altra piroetta, avvicinandosi ad una delle finestre e sollevando il micio sul davanzale.
- Guarda fuori! Hai visto? È tutto bianco e pieno di neve! Una nevicata meravigliosa, ha iniziato all'ora di pranzo e non ha intenzione di smettere! Sono sicura che domani là fuori sarà indescrivibile! -Aveva riappoggiato il gatto sul letto e gli aveva concesso una grattatina dietro le orecchie per farsi perdonare, prima di infilare la porta e uscire.
Era arrivata all'aula insonorizzata quasi senza fiato, incapace di trattenere l'entusiasmo che le straripava dentro al pensiero di essere a tre giorni da Natale, con una nevicata leggendaria al di là dalle finestre e nè una lezione nè un compito all'orizzonte. Doveva dare voce a tutta quella gioia, e quale luogo migliore dell'Aula Insonorizzata? Era l'ambiente perfetto, così ampia e scenografica, con quelle enorme vetrate che davano sul giardino bianco e luminoso.
In più nessuno passava più di lì da tempo, da quando i Wizard Voices avevano smesso di riunirsi, e nessuno avrebbe potuto disturbarla. A meno che non sapesse che lei era lì, naturalmente, cosa che aveva tenuto nascosta a tutti.
"Beh, quasi tutti, per la verità," pensò tra sè con un sorriso e gli occhi che brillavano.
Mentre entrava nell'aula e si chiudeva la porta alle spalle si ritrovò a sperare di vederlo comparire lì, bello e sorridente come quando si incontravano tra quelle mura tanto tempo prima.
Erano stati mesi difficili, dal ballo di fine anno, e Leah riteneva che entrambi avessero proprio bisogno del Natale. Dei suoi colori, dei suoi profumi - chissà se gli erano piaciuti i biscotti alla cannella - e soprattutto del senso di pace e speranza che si portava dentro. Si era lambiccata il cervello per giorni alla ricerca di qualcosa che potesse sorprenderlo, e se una parte di lei desiderava che lui arrivasse, l'altra lo temeva. Aveva preso una decisione coraggiosa, ma giusta. Un brividino le corse lungo la spina dorsale e si affrettò ad avanzare nella sala, cercando di non pensarci.
Si avvicinò alla pedana al centro della sala, salendo i gradini. Nonostante non fosse utilizzata, l'aula era tirata a lucido come sempre e al di là delle finestre, nel cielo che iniziava a passare da bianco ad azzurro, grossi fiocchi di neve piroettavano nell'aria fredda. Ogni finestra luccicava di ghiaccioli magici che non si scioglievano, di palline dorate e di nastri di velluto rosso. Agrifoglio e vischio aggiungevano sfumature verdi e amaranto a tutto quello scintillare e l'aula era più calda e accogliente che mai.
Come sempre la musica iniziò a crescere nella sua mente prima che lei potesse rendersene conto. Era una musica allegra, il tempo batteva allo stesso ritmo del suo cuore, e Leah sapeva che non sarebbe riuscita a trattenersi.
Iniziò a cantare scendendo di corsa dalla pedana, precipitandosi con improvvisati passi di danza verso la finestra più vicina.
It's the most wonderful time of the year
With the kids jingle belling
And everyone telling you "Be of good cheer"
It's the most wonderful time of the year
It's the hap-happiest season of all
With those holiday greetings and gay happy meetingsGodendosi la sensazione di libertà che cantare in solitudine le dava, continuò a piroettare attorno alle sedie, verso le finestre e poi verso la lavagna, prendendo in mano uno dei fogli per imitare uno di quei coristi che aveva visto agli angoli delle strade di Londra quando andava in città da piccola e poi posandolo per volteggiare in un altro angolo.
There'll be parties for hosting
Marshmallows for toasting
And caroling out in the snowQuella canzone esprimeva perfettamente il suo stato d'animo, ma non solo per le sue parole: non riusciva a cantarla senza sorridere, senza sentire quel piacevole e consueto calore trasmettersi da dentro a fuori di lei. Un calore molto più entusiasmante di qualunque sfida e avventura, ma non dolce e avvolgente come quello che la riempiva in compagnia di Oliver.
Del tutto indifferente all'impressione che poteva fare - dopotutto chiunque avesse sbirciato nell'aula solo una ragazzina che cantava da sola piroettando nel centro di un'aula vuota con addosso la divisa della scuola e la treccia in disordine - Leah proseguì come se fosse ad una esibizione al Victoria Theatre di Londra. Si sentiva felice e spensierata e luminosa e piena di vita, non sarebbe riuscita a tirare fuori tutto ciò che provava in un modo diverso: la musica le scorreva nelle vene insieme al sangue e non poteva farne a meno.
It's the most wonderful time of the year
There'll be much mistletoeing
And hearts will be glowing when love ones are near
It's the most wonderful time of the yearTornò sulla pedana volteggiando, e quando fu arrivata si fermò chiudendo gli occhi per godersi meglio la musica immaginaria. Terminò la canzone immersa nei suoi ricordi, nelle immagini dei biscotti di Natale decorati con la glassa, dell'albero pieno di candele, delle carole Babbane di Natale cantate con il papà ed Eva costruendo una famiglia di pupazzi di neve nel giardino di casa, delle storie di Natale che sua nonna raccontava ogni anno uguali, del profumo della cannella, dell'arancia e dello zucchero a velo, del sapore dei fiocchi di neve che si scioglievano sulla lingua e della meraviglia di lasciarsi cadere sulla neve dopo aver riso fino a sentire il mal di pancia scendendo dallo slittino con Eva.
Immersa in quei ricordi, Leah aveva dimenticato perfino dove si trovasse. Sapeva solo che era felice. Felice che era Natale, che era lì, che c'era la neve fuori, il Natale alle porte e la musica a farle compagnia. Che aveva una famiglia che la amava e un ragazzo che riusciva sempre a farla sentire speciale, che tirava fuori il meglio di lei e che lei amava con tutto il suo cuore. Terminò la canzone cantandola con trasporto, mettendo tutta sé stessa in quelle parole che per lei erano tanto vere.
It's the most wonderful time,
Yes the most wonderfful time,
It's the most wonderful time of the year!