Predictions taken for granted, Privata

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Clarissa Scott
view post Posted on 20/10/2019, 13:20




S
e risultava piuttosto scontato intravedere Clarissa Scott in giro per il castello, con la scusante di volerlo esplorare e cercare eventuali passaggi nascosti, non lo era altrettanto vederla piegata sui libri di scuola, intenta a svolgere i compiti per il giorno dopo. Non che non studiasse o non si impegnasse per mantenere una buona media, al contrario: da quando le era stata attribuita la spilla da Prefetto teneva particolarmente al proprio andamento scolastico, ma preferiva di gran lunga altre occupazioni che quel ruolo imponeva, quali le ronde. Diciamocelo, non solo aveva la scusa perfetta per girovagare indisturbata tra le mura di pietra di Hogwarts, era persino legittimata a farlo!
Quel giorno tuttavia aveva la necessità di un posto in cui poter godere di calma e silenzio, entrambe componenti che solitamente riscontrava in biblioteca, luogo che quel pomeriggio sembrava però non essere in vena di rispettare quel cliché. A quanto pareva Pix aveva fatto scoppiare una Caccabomba all'ingresso dell'ampia sala e ciò che ne risultò fu un gran clamore proveniente dal suo interno, perciò una probabilità pressoché minima di riuscire a fare i compiti.
Con un cipiglio esasperato, la ragazzina fece dietro front e, tracolla in spalla e un paio di libri tra le braccia, si diresse in cima alla torre della propria Sala Comune. Fu il Caso che le permise di optare per una meta ben diversa, facendo sì che la scozzese decidesse di proseguire la propria scalata verso l'aula di Divinazione, dove in effetti non aveva mai ancora messo piede.
E' doveroso chiarire che Clarissa non credeva affatto in ciò che non poteva vedere e dimostrare, motivo per cui l'arte divinatoria non rientrava tra le materie che avrebbe scelto una volta iniziato il terzo anno. Tuttavia quell'aula era in effetti una delle più evocative, rilassanti e adatte allo studio, laddove la biblioteca non fosse stata disponibile.
Si poggiò con la schiena contro la porta e la richiuse dietro di sé, restando un attimo ferma sul posto per guardarsi intorno. Non sapeva esattamente cosa aspettarsi prima di varcare la soglia di quell'aula, ma di certo fronzoli e pizzi che fortunatamente non parvero esserci. Dopo qualche secondo di esitazione, la rossa si avvicinò a uno dei banchi in prima fila e, poggiando su di esso il libro e il quaderno di Difesa contro le Arti Oscure che aveva tra le mani, prese posto, lasciando che la tracolla le scivolasse sul pavimento.
Cercò la pagina dell'argomento di quel mattino, non potendo fare a meno di provare sentimenti contrastanti per quella materia. Le piaceva, Clarissa sapeva di apprezzare moltissimo Difesa, ma non riusciva a comprendere il motivo di voti tanto bassi; era, in effetti, la disciplina in cui andava peggio, rasentando appena la sufficienza.
Si era dunque impuntata a ottenere voti migliori, costringendosi a non addossare la responsabilità di quei risultati unicamente ai criteri di valutazione ridicolmente severi del professore, quanto a una sua mancanza. Eppure, nonostante tentasse di risultare umile e modesta, proprio non riusciva a prendersi tutte le colpe. Mal sopportava il docente di Difesa ed era consapevole di essere troppo immatura per scindere le due cose. Motivo per cui, accettava di buon grado l'idea di odiarlo ancora per un bel po'.
Sfogliò il tomo fino ad arrivare alla pagina desiderata, poi si portò l'estremità della matita tra i denti e iniziò a leggere. Non era un'amante delle piume per scrivere, soprattutto quando si limitava a sottolineare o ad aggiungere note a margine.
Presto fu talmente concentrata in ciò che stava leggendo, che non sentì la porta dell'aula riaprirsi sotto la spinta di qualcuno. Se avesse avuto una sfera di cristallo a portata di mano, probabilmente lo avrebbe saputo, non tanto per una predizione ma per il riflesso della stessa che le avrebbe evitato di prendersi un bello spavento.
 
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