G.U.F.O. di Amber Serenity Hydra

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view post Posted on 28/2/2019, 20:44
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Solite balle, tempo d'esami, tempo di correzioni. L'estate ormai alle porte, il caldo soffocante che ormai da anni ammorbava l'aria anche delle regioni del nord del mondo, pronto a piombare sulle loro indifese anime come cavallette su un raccolto di grano, sulle rive del Nilo. Dove sarebbero andati a finire? Come ogni volta, al volgere a termine dell'Anno, giungeva il fatidico momento degli esami, chi più, chi meno ne venivano tutti coinvolti, pur non volendolo. Il ciclo si ripeteva, come l'alternarsi del dì, e della notte, così gli esami scandivano il succedersi e l'avvicendarsi della permanenza felice e spensierata, pur in quei tempi turbolenti, della giovane popolazione all'interno delle mura di Hogwarts. Tra questi ogni anno qualcuno era chiamato a compiere un passo decisivo, verso l'ultima fase del ciclo di studi, o almeno a provarci. E quello era uno di quei giorni, in cui una giovane Tassorosso iniziava a fiutare aria di traguardo, almeno il primo, ma decisivo e prodromico al secondo. La mattina gli scritti, il pomeriggio i colloqui. Erano al termine di una settimana più che intensa, il venerdì pomeriggio era sempre il peggiore, si sarebbe abbioccato? In fondo era semplicemente lì per una domanda tutto sommato semplice, quale spettatore di quello che era sicuro sarebbe stato un dibattito interessante. O almeno, quella era la speranza. Conosceva il candidato, ormai da quanto tempo? Sarebbe stato eccessivamente maleducato iniziare a leggere gli altri scritti, mentre Hydra parlava? Preciso al secondo il bastone rieccheggiava per i corridoi, e per le scalinate. La marcia di avvicinamento alla Sala Grande era ormai conclusa, il Vecchio estrasse un cipollotto lanciandovi uno sguardo distratto: era in perfetto orario, nonostante le peripezie della discesa. Prima il Corvonero, frastornato e assalito dai dubbi sulle rivolte dei folletti, poi la Grifondoro, terrorizzata dal non aver proprio visto e tanto meno risposto all'ultima domanda dell'esame del giorno precedente. Uscire di quei tempi poteva dimostrarsi più che un problema, soprattutto in orari troppo facili e prima del coprifuoco. Eppure... andava fatto quello che andava fatto.

Sala Grande, 9 meno qualche minuto del mattino, di un tranquillo e anonimo martedì.
La questione era ormai pronta per essere sviscerata. La festa stava per iniziare. Si sedette al centro di un lungo tavolo, dove anche gli altri colleghi avrebbero preso posto. Un cenno ai già arrivati, un sospiro, e pronti via? Era la prima candidata di quel giorno, quattro quella mattina, una di fila all'altro prima dell'ora di pranzo. Per poi proseguire nel pomeriggio. Una macchina oliata, che non si prestava a presagi, contingenze, o ingerenze dall'esterno. Tutto sarebbe proseguito come era sempre stato, pur con le dovute cautele, e i sempre più necessari distinguo. Se quella era una Scuola, e sarebbe continuato ad esserlo, anche il resto sarebbe cotinuato a rimanervi immutato. Una lunga veste cremisi, e un mantello dorato sembravano indici di un abbastanza scontato buon umore, almeno da parte del più anziano dei Docenti. Un buon presagio sotto cui iniziare? Almeno c'era da sperarlo.


Ottimo, mademoiselle Hydra prego.
Può accomodarsi.


Un tono di voce incredibilmente sostenuto, ruppe il leggero brusio che pervadeva la Sala, all'indirizzo del lato opposto, dal cui portone sarebbe dovuta apparire la giovane Tassorosso. Presumibilmente sarebbe dovuta accomodarsi in un banco esattamente di fronte alla tavolata, a poche yarde dalla commissione di esperti. Più che un esame, sembrava un tribunale, ma quelli erano i tempi. Nessuno sembrava più aver preso in considerazione quell'aspetto, ma che potevano farci? Mentre il Vecchio trafficava tra piattini e tazze, effettivamente apparve la giovane, prendendo posto. Ormai la frittata era fatta. Erano arrivati sin lì, tanto valeva proseguire.
Un sorriso l'accolse, come era solito accadere.


Splendido, direi che possiamo procedere.
Desidera forse qualcosa da bere? Acqua, The, altro?
Come avrà forse già notato, alla sua destra c'è lo scritto di Storia della Magia, se vuole qualche minuto può guardarlo, ma non credo comunque che troverà molto. Per me è un Oltre Ogni Previsione, e non sorprendentemente non è l'unico. Avrei quindi una sola domanda da porle. Ma non abbiamo fretta, quando è pronta.


Ecco, molto bene. Era tempo di concedersi finalmente un The.
La tazza fumante era lì che attendeva l'assalto alla diligenza, che puntualmente avvenne. Nulla di più prevedibile. Ma del resto, che potevano farci? Non c'era nulla di male nel The, a patto poi che lo fosse davvero. E non c'erano prove che non lo fosse, quindi... Anzi, con quello che gli costava solo l'importazione, poteva pretendere a buon diritto di berlo. Certo, quel servizio da The aveva tutti i suoi limiti e inconvenienti, ma almeno per un esame sembrava potesse dimostrarsi più docile e meno problematico da gestire.
Uno sguardo, un cenno ed erano infine pronti a iniziare.


Dunque, l'approccio che voglio tenere oggi è quello di sempre. Non mi interessa il giusto e lo sbagliato, ma il ragionamento che sta alla base della risposta. Qualcosa che non dovrebbe coglierla impreparata, sbaglio? Come ricorderà nel corso dell'anno abbiamo affrontato la questione della nascita della Gringott, e immagino anche che ricorderà quanto scrive la Bath al riguardo. Aldilà del fatto che il tutto mi trovi personalmente profondamente scettico, vorrei sapere lei che idea se ne sia fatta. Quanto lo ritiene plausibile, e perchè?

Il tono allegro di sempre.
L'eco dell'interrogativo si perse sfumando contro le alte volte.
Una dolce nota, che per un fugace istante sembrò voler ricordare la ninfa.



Direi che senza fretta si possa iniziare. Non so se nel tuo particolare gruppo del gruppo possa accedere all'Aula di Storia, ma se anche così non fosse puoi tranquillamente leggere o rileggere la lezione del V Anno sulla Gringott, il presupposto teorico è che ovviamente Amber sappia la posizione in merito della Bath, e nonostante tu non abbia svolto la lezione, l'esame è stato valutato O, quindi il resto vien da sè.
 
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view post Posted on 4/3/2019, 12:51
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La brezza primaverile era pronta a cedere il passo alla calura estiva ma, lungo le rive del Lago Nero, il tempo e le stagioni sbiadivano. Cullata dalla calma delle acque nere, Amber misurava a piccoli passi le sponde: era stata una mattinata piuttosto intensa. Gli scritti dei G.U.F.O. avevano prosciugato molte delle sue energie e l'impegno profuso per riempire di inchiostro tutte quelle pergamene pesava ora sulle sue spalle. Il bisogno di riempire i polmoni di aria fresca, di uscire dalle mura per prendersi ogni secondo di quel tempo di transizione, era l'unico a guidare i suoi passi. Niente vociare dei coetanei in attesa dei risultati e niente domande su come fosse stato o quali sensazioni avesse provato mentre scriveva. Sapeva che non avrebbe potuto scampare tanto facilmente alla curiosità dei compagni di casata, ma prima di mettere piede nel tranello di parole che l'attendevano, doveva ricaricarsi. Niente, per lei, era più rilassante di una lunga e lenta passeggiata, possibilmente in luoghi che le piaceva osservare. Non aveva bisogno di svuotare la mente, ma “solo” di capire come trasformare - l'indomani - l’ansia di presenziare davanti all’intera commissione di docenti, in quel coraggio che attivava i cassetti della memoria. Agganciato saldamente al porta bacchetta da avambraccio, il catalizzatore fremeva; Amber non aveva idea di come si sarebbero svolte le interrogazioni, almeno non con quella commissione, e sperava in cuor suo di potersi dimostrare la strega che con un certo orgoglio era diventata. Il suo percorso per i primi cinque anni era stato indubbiamente altalenante, ma mai come allora l'aveva analizzato e capito. Sull'onda di quel pensiero, si sedette a cercare il silenzio del lago.

8.50 - Sala Grande.
Impeccabile, la divisa di Tassorosso fresca di bucato si presentava su di lei nella variante più leggera. Il mantello era rimasto in dormitorio, una delle poche cose che non aveva già messo in baule. A differenziare la sua mise c'era una nuova spilla appuntata alla camicia candida, la dicitura era tanto chiara quanto potente: "Caposcuola". Era stata quella, più di tutto, a stringerle il nodo alla gola quando, prima di risalire dai sotterranei, si era guardata allo specchio un'ultima volta. I capelli biondi erano acconciati in un nido di intricate trecce, ordinati ma non eccessivamente rigidi, a sottolineare il cambiamento dell'ultimo anno, almeno per chi la conosceva. Ferma davanti alla porta chiusa, Amber richiamò alla mente l'undicenne silenziosa che era stata e che, davanti a quella stessa barriera massiccia, si era chiesta che ne sarebbe stato di lei dopo lo smistamento. Senza stemmi, senza una casata e senza quei preziosi amici che - ne era certa - tifavano per lei in qualche modo e si sarebbero aspettati un suo resoconto. Erano pochi, sì, ma erano i migliori. Nonostante l'immagine di un passato non così felice, ad entrare al cospetto della commissione non sarebbe stata la bimba spersa con gli occhi grandi, ma la ragazza cresciuta che aveva ancora molto da dimostrare. Un guizzo fece accelerare i suoi battiti non appena Peverell chiamò il suo nome e per un istante il resto le parve ovattato. Il lungo tavolo troneggiava sul banco che l'attendeva e tutto sembrava immenso rispetto a lei. Ma prima che quella sensazione l'avvolgesse del tutto, Amber si sentì rispondere al saluto di circostanza e di colpo il velo dell'incredulità cadde al suolo in un assordante silenzio. «Buongiorno Preside» salutò prima la carica più alta all'interno di Hogwarts, per poi rivolgere uno sguardo rapido ad ogni altro docente e concludere l'iniziale cerimonia d'ingresso.«Professori» Un cenno di capo generale, e prese posto dove indicato. Avrebbe indubbiamente preferito rimanere in piedi, ma non fece accenno alla cosa. Non sapeva cosa avrebbe comportato essere la prima della mattinata, ma in qualche modo doveva ringraziare l'ordine con cui era stata chiamata, perché non avrebbe sopportato di attendere fuori dalla porta i turni di chissà quanti altri. Il Grifondoro che doveva entrare dopo di lei aveva il volto così paonazzo che era sicura avrebbe fatto un salto in infermeria prima del suo turno. «Un bicchiere d'acqua sarà sufficiente, grazie.» Dichiarò, neutra. Non avrebbe bevuto un sorso finché non ne avesse sentito il bisogno, ma non poteva sottovalutare che quel momento sarebbe giunto prima o poi, quindi era bene essere pronti. Se la gola riarsa avesse cercato di sabotarla, quel bicchiere l'avrebbe salvata. Gli occhi chiari passarono in rassegna velocemente il foglio indicato da Peverell, mentre il cuore compiva un'insolita piroetta. Aveva preso un voto che già andava ben oltre le sue aspettative in Storia della Magia; stentare a crederlo era il minimo. Un sorriso minacciò di scomporre l'espressione sicura e calma che ancora indossava. Abbassare la guardia fin da subito sarebbe stato deleterio e, dunque, mantenne la concentrazione sul docente, per tutto il tempo che servì al mago per sistemarsi e prepararsi a porre la domanda. Avrebbe avuto tempo per festeggiare quel voto, una volta finito l'orale. Il rapporto di Amber con quella materia era indubbiamente conflittuale, complici le "scampagnate" con la Scuola di Atene, ma non v'era spazio per gli orrori a cui aveva assistito nel tomo magico del Preside. Un paio di cenni e la domanda venne infine alla luce. Gringotts, nascita, Bath.

Bathilda Bath era la strega che aveva compiuto più ricerche storiche fino a quel momento, nonché la mano dietro i tomi di Storia della Magia studiati per anni ad Hogwarts. Nonostante un primo, logico, attimo di vuoto totale, i frammenti dei ricordi di quelle lezioni riempirono la mente ed Amber si prese solo qualche istante per riordinarli in modo tale che il discorso da affrontare scorresse con una certa razionale fluidità. Conosceva l'approccio non propriamente enciclopedico di Peverell, anche se qualcosa in quel vecchio mago la lasciava sempre un po' perplessa; ogni volta che credeva di aver capito come gestire la sua materia, una novità appariva all'orizzonte; un po' come quella "O" inattesa. Non ebbe bisogno di schiarirsi la voce e parlò con più naturalezza possibile, benché le mani giunte in grembo, avvinghiate l'una all'altra, tradissero un picco di agonistica agitazione. «Secondo la storica Bathilda Bath, è stata la necessità di avere una moneta distinta dal denaro Babbano a spingere i maghi ad affidarsi ad un Folletto; Gringott. Le monete che tutt'ora sono alla base del nostro sistema monetario sono difatti impossibili da replicare e fu proprio quel folletto il primo a proporre al Ministro in carica: Galeoni, Falci e Zellini. In seguito approvati.» prese fiato, e proseguì. «Va da sé che la nascita di una struttura in cui conservare, cambiare e registrare denaro magico fu inevitabile. Uno dei pregi della nostra banca sono soprattutto le misure di sicurezza messe in atto dai Folletti stessi, che si intensificano anche in base alla quantità di denaro che una camera blindata può contenere. Per quanto io possa comprendere la diffidenza verso creature le cui doti magiche in certi campi superano le nostre, non si può negare quanto la Gringotts sia efficiente, oggi.» Ricordava l'entusiasmo di Constantine Hydra quando aveva aperto il suo primo conto alla Gringotts e vi aveva riversato un ammontare di Galeoni da fare impallidire l'alta società inglese. Ancora oggi, nei meandri più profondi della banca, è conservato il tesoro della famiglia Hydra a cui solo il Capostipite ha accesso, o i componenti da lui scortati. Ogni tanto un po' di quei Galeoni finiscono nella camera blindata di Amber, sebbene lei non li abbia mai quantificati. «Personalmente...» perché era a quel ragionamento che Peverell voleva arrivare, «... credo che sia effettivamente logico, se si pensa ai bisogni di un mago in una società in evoluzione costante, collocare la nascita della Gringotts in seguito al desiderio di accrescere il proprio patrimonio in sicurezza, seppur inizialmente sconvolgendo il sistema monetario rimasto legato al denaro babbano. La divisione dei due mondi, in seguito anche alla stesura dello Statuto Internazionale di Segretezza, avrebbe forzatamente richiesto anche un distacco di valuta e beni in commercio. Ritengo, ad ogni modo, che sarebbe stato più opportuno collocare la vera realizzazione della Banca al momento in cui, nel 1865, quest'ultima è tornata effettivamente in mano ai Folletti. Questo perché prima di quella data il rapporto tra questi esseri e noi maghi è sempre stato burrascoso. Il mago con difficoltà nel corso dei secoli ha accettato la presenza - ed a volte la supremazia - di altre razze, e c'era da aspettarsi che con altrettanta difficoltà accettasse di affidare il suo denaro, il perno dell'economia, in mano ad un gruppi di Folletti di cui ancora conosceva poco o nulla. C'era bisogno, forse, degli scontri avvenuti, affinché il rapporto delle due specie si consolidasse abbastanza da far sì che la prima si fidasse della seconda e la seconda non sentisse il bisogno di non mantenere gli accordi.» Concluse, percependo il desiderio di un sorso d'acqua.

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view post Posted on 10/3/2019, 20:53
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Erano tutti lì, non restava che danzare, no?
Apparso che fu il bicchier d'acqua, tutte le richieste sembravano essere sufficientemente evase, da dare il via ai giochi. E il caso, o forse non solo, aveva voluto che fosse il più anziano a iniziare. Che in fin dei conti gli stessero passando sottobanco un'ottima occasione per concedersi una pennichella terminata Storia, in attesa del successivo candidato di quella mattina? Semplicemente incorreggibili, aveva i suoi anni, certo, ma non erano ancora arrivati a quel punto. O forse non ci erano mai passati. Più passavano gli anni, meno una persona è incline a dormire, anzi. Se poi avessimo valutato l'eventualità che lo storico non era mai stato incline a dormire più di quel tanto, il gioco era presto fatto. Si sarebbe limitato ad assistere, leggere il giornale sarebbe certamente stato poco pratico, oltre che privo di alcun contegno. Restava come sempre l'alleato di una vita intera, il The, a fargli compagnia in quella lunga mattinata. Sarebbe bastato? Non sarebbe stata una cosa lunga, ne era abbastanza sicuro. Ma... la Tassorosso era già partita. Dal pleistocene, ma era partita. Che fosse un modo cortese di rendere partecipi anche gli altri presenti del problema all'ordine del giorno? In fondo, da quanti anni erano che non si ponevano più di quei problemi? Era un vero problema? Perchè la Bath avrebbe dovuto prendere un abbaglio proprio su quello? Era possibile?
E la giovane proseguiva. Organizzava il discorso, passava di stanza in stanza, diretta a quella che sarebbe dovuta essere una conclusione. Avrebbe intravisto il problema prima di concludere? Il Vecchio sorrideva, mentre la giovane Tassorosso procedeva oltre. Mostrava un ambiente dopo l'altro, compiaciuta forse di non essere stata colta in fallo. Forse anche soddisfatta dell'esame, si sarebbe dovuta attendere una O? Era giunta inaspettata, o l'aveva semplicemente accolta tacitamente come un'amica perduta, e infine ritrovata? Così come aveva cominciato, così aveva anche concluso. Ma qual era il punto? Esisteva davvero, o era tutta una questione retorica, un modo simpatico per rompere il ghiaccio? E se così non era, che cosa era finito con il passare sottotraccia? Perchè qualcosa doveva pur esservi, altrimenti perchè la domanda? Ormai quel minimo si conoscevano. Cosa doveva aspettarsi?
Nell'istante in cui tacque, il sorriso andò allargandosi.
Cosa salutava? Un successo o un fallimento?
Aveva sempre avuto dei modi curiosi.


Ottimo mademoiselle, effettivamente questa è la versione della Bath, la quale apparentemente sembra filare abbastanza bene, giusto? Così come, del resto, sono d'accordo con lei per quanto concerne i folletti, e i rapporti che i Maghi hanno saputo instaurare con le altre razze, nel corso del tempo. Ineccepibile, è vero. Però, c'è sempre un però. Iniziamo un nuovo ragionamento, da un altro punto, ammettiamo per qualche minuto di non aver mai letto il resoconto della Bath, e lasciamoci stupire da quanto ne potrebbe emergere, accetta? Certo, essendo un esame non credo vi siano molte alternative, ma fingiamo di non sapere neanche questo, e vediamo cosa arriva a concludere.

Un dito ammonitore, quasi per dare enfasi alle ultime sillabe, mentre la destra calava sulla tazzina. Un goccio di The non avrebbe sicuramente guastato, anzi. Un buon propellente per proseguire lungo il sentiero stretto che si era proposto di percorrere. Dove sarebbe andato a parare? Qualcosa che valesse tutto il discorso, in fin dei conti, doveva pur esservi.

Dunque, come saprà, nonostante i non idilliaci rapporti, il nostro mondo è sempre ricorso alla collaborazione dei folletti. La nostra Storia è costellata di manufatti che appartengono a tale razza, e non dovrò essere nemmeno io a rammentarle la peculiare concezione di 'proprietà privata' che possono invece vantare proprio i folletti, nei confronti dei loro lavori, giusto? Appurato questo, che sono sicuro già sapesse, le domando invece, e in questo caso confido su quanto sia stato esauriente il mio collega di Trasfigurazione e i suoi molti predecessori, quali siano le cinque eccezioni alla Legge di Gamp, o detto altrimenti quali siano le cinque cose che non possano essere create ex nihilo dalla Magia.

Avrebbero potuto considerarlo quale sconfinamento non troppo involontario, ma necessario, in attesa che si presentasse davvero l'occasione per 'discutere' di Trasfigurazione. Sarebbe giunto il momento anche di quello, ma non era ancora tempo. Ma allora, cosa avevano da spartire Gamp e Bath? Era da escludere sicuramente fossero stati amanti! Quindi doveva essere altro.

Se ora scartiamo le prime quattro eccezioni, e ci concentriamo sulla quinta, sono certo di destare la sua attenzione: il denaro. Se io, o il Professor Channing, le chiedessimo ora di duplicare una sterlina e un galeone, almeno in apparenza molto simili, cosa otterremmo? Due sterline, e due galeoni, giusto? Ma con una sostanziale differenza, in realtà cosa avremmo davvero ottenuto? Se come credo conosce la risposta, immagino inizi a intuire dove voglia andare a parare, no? Ma procediamo con calma. Se lei fosse l'apprendista di Olivander, a Diagon Alley, preferirebbe essere pagata con le due sterline, o i due galeoni, ammettendo che il cambio tra sterlina e galeone fosse naturalmente 1:1? E soprattutto perchè.

Una domanda apparentemente scontata. Ma lo era poi davvero sino in fondo?
E se non lo era, dove stava l'inghippo? Qualcosa doveva pur esservi.
Intanto il Vecchio era tornato soddisfatto al suo The.

 
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view post Posted on 13/3/2019, 12:50
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Poteva non accettare? No di certo, ed un vago sorriso sollevò un angolo delle labbra. Non c'erano errori nell'esposizione - ancora troppo letterale? - dei fatti così come la Bath li aveva descritti, e la semplice conferma del Preside servì a stabilire come il ghiaccio fosse ormai rotto. Ma il vecchio non era soddisfatto e quindi esigeva un passo avanti. Un passo che lei doveva fare. La strada era giusta, ma rispetto allo stretto sentiero che stava imboccando, convinta che sarebbe stato comunque un approccio personale, si vide indicare un'impervia scalata senza troppi appigli. Quegli esami non potevano limitarsi alla sola enunciazione di un concetto che lei avrebbe benissimo potuto imparare a memoria, oh decisamente no. E così quello che per il giovane fuori dal portone si sarebbe prospettato un incubo in piena regola - "Vuoi dire che potrebbero chiederci di ... ragionare sulle cose? Insomma non basta saperle e basta??!" aveva chiesto ad un'amica, allarmato - per lei divenne motivo di un barlume di determinazione che le attraversò lo sguardo. Peverell voleva che seguisse un suo pensiero, e così Amber avrebbe fatto, pur senza mettere da parte le proprie opinioni che, in fin dei conti, erano comunque il centro del colloquio al momento. Senza timore né eccessiva preoccupazione, ascoltò. Schiena dritta, occhio vigile, e mente aperta. Serviva altro? Non era sicura del senso storico che avrebbe avuto proseguire l'interrogazione sottraendo la stessa storia dalle basi, ma la curiosità la condusse nel labirinto delle supposizioni. Inizialmente il cuore si agitò, convinto che vi fosse ben più di un tranello nella complessità di quei circoli pindarici che il vecchio sembrava aver messo in piedi, ma la ragione scese come un velo dalle proprietà calmanti. Poteva essere spaventoso pensare di addentrarsi nel bosco di rovi che l'anziano aveva sollevato, ma la biondina credeva si sapere come riconoscere una spina vera, da un'illusione. Niente acqua, ora.

Toccato il punto sulle cinque eccezioni alla Legge di Gamp, un altro scomparto della memoria della ragazza si aprì, quasi a volerla rassicurare che - oramai - le aveva ben imparate quelle eccezioni. Se c'era una cosa che non aveva mai sottovalutato, erano le regole, le leggi che ben delimitavano i margini entro cui un mago o una strega avrebbero potuto sperimentare. C'erano persone a cui andavano infinitamente stretti quegli abiti, ma lei non era tra loro. Non distraendosi, non faticò a trovare un inghippo nel pensiero del vecchio; quasi certa che si trattasse di un tranello di qualche sorta. I Galeoni non erano replicabili. Nemmeno l'incantesimo più noto, il "Geminio" avrebbe potuto riprodurre una moneta magica, solo i Goblin potevano crearle. E lo facevano tramite un processo che nessun mago poteva compiere in autonomia. La stonatura della serie finale di domande - atte più altro a portarla su un binario preciso - comparve a corrugarle la fronte. L'espressione sicura di poco prima si incrinò mentre le iridi di giada cercavano un motivo alla base di quel primo errore. Qualcosa non andava, e forse si trattava seriamente di una falsa base che lei stessa avrebbe dovuto riconoscere, e non faticò a farlo. Attese che il Preside finisse, conducendola verso la domanda finale, cercando di fare un passo indietro che, ormai, sarebbe stato inutile, perché il ragionamento della Tassorosso si era innescato. La giovane strega si prese comunque qualche attimo per decidere se iniziare dalla fine o finire dall'inizio. Quando la direzione le fu più chiara, appropriandosi del silenzio che l'aveva circondata, parlò di nuovo con naturalezza. «Se mi chiedeste di duplicare un Galeone, non ne verrebbe fuori nulla. Continuerei ad avere in mano il Galeone iniziale. E' vero, l'ultima eccezione della legge spiega come non sia possibile evocare denaro dal nulla e non si sbilancia circa la possibilità di duplicazione o clonazione. Ma, insita nella magia dei Folletti dal momento in cui creano un Galeone, c'è la protezione da qualsiasi sorta di contraffazione. Compreso quindi l'utilizzo di un incantesimo come, ad esempio, il "Geminio" su di essi.» Non c'era traccia di sfida nella sua voce, ne ve n'era il bisogno, avrebbe risposto alle domande dalla prima all'ultima, appellandosi solo agli anni di studio e alle sue esperienze, a tutto ciò che aveva fatto di lei quella ragazza composta e rigorosa. Sentendosi parlare, esprimendo il pensiero a voce alta, iniziò a capire dove lo storico volesse portarla, più o meno. «E' anche vero che duplicare una sterlina babbana con precisione, la rende agli occhi di chiunque: valida, spendibile. E dunque un pagamento con quelle due stelline risulta superficialmente legittimo, se non se ne indaga l'origine. Se fosse accaduto questo, però, se i maghi avessero deciso di arricchirsi semplicemente duplicando i soldi babbani, l'economia dei non-maghi sarebbe colata a picco. Ed una manovra simile non avrebbe giovato alla divisione cauta dei due mondi. Ulteriore motivo per cui scegliere di alimentare la nostra economia con monete di impossibile contraffazione. » e forse stava per arrivare al succo della questione; era qualcosa di cui prima non aveva parlato, forse il nocciolo era nascosto nell'impossibilità di venire truffati se pagati in Galeoni? Non ne era certa, ma finalmente trovo il modo di mettere da parte le nozioni imposte dai cinque anni di studio e calarsi nell'ipotetica proposta da Peverell. Non poteva replicare all'esempio dei due Galeoni, perché la copia era magicamente impossibile da effettuare, per un mago, ma ... «Se dovessi però ignorare l'impossibilità di duplicare un Galeone, allora probabilmente non vedrei così tanta differenza. Da commessa, accetterei i Galeoni sulla base della scelta economica del Ministero, ma solo ed esclusivamente per quella ragione, altrimenti mi andrebbero bene anche le sterline. Seguirei la moneta corrente, indipendentemente dalla sua fattura, perché sarebbe la stessa con cui verrei pagata e la stessa che potrei di conseguenza spendere. Ma certo è che non preferirei essere pagata in sterline se in vigore nel mio mondo vi sono i Galeoni o viceversa, proprio per la scomodità di dover cambiare il denaro ogni volta. » Concluse, ancora pensierosa: era quello il punto?


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Sarebbero arrivati al punto che si erano proposti di raggiungere?
Avrebbero tagliato il traguardo, tra urla di giubilo di un pubblico silente, ma palpabile? Qual era lo scopo di tutto quello? Cos'aveva a che spartire con la domanda iniziale? Perchè avrebbe dovuto mettere in discussione la conclusione cui era giunta la più nota delle storiche della Magia? Era possibile? La giovane Tassorosso come avrebbe raccolto la sfida? Vi si sarebbe gettata di peso, per uscire dove? Si sarebbe trattenuta, procedendo passo passo, con studiata calma? L'apparente semplicità della questione, l'avrebbe trovata in fallo? Quanto era sdrucciolevole il sentiero?
Tra un nuovo sorso, e uno sguardo colmo di aspettative il silenzio andava lentamente calando. Quando sarebbe stato rotto? Quando la giovane avrebbe ripreso la parola? Intuiva dov'era il punto cui sarebbero andati a parare? Non aveva dovuto fare anticamera per ore, verosimilmente era nel suo interesse finirla il primo possibile, così da dedicare il suo tempo ad altro. Prima avessero terminato con Storia, prima evidentemente avrebbero terminato l'esame, era una logica conseguenza. Quali altri sentieri sarebbero stati battuti quella mattina? In fondo, un Gufo non era nè qualcosa di eccessivamente inavvicinabile, nè allo stesso modo qualcosa da prendere troppo sotto gamba. Il resto della commissione come l'avrebbe considerato? Dunque indirettamente come l'avrebbe valutata? Quanto era indiretto o diretto quel sottile nesso logico? Cosa doveva essere veramente valutato?
E poi tutto era ricominciato. La giovane aveva ripreso lanciata nella nuova spiegazione. Conscia del sentiero stretto che avrebbe dovuto percorrere? Poche domande, pochi punti da toccare che l'avrebbero condotta serenamente alla tappa seguente. Un'isola nel mezzo di acque inesplorate? Un arcipelago di isole la cui topografia era altrettanto ignota, quanto quella delle stesse acque? Tra impreviste barriere coralline, secche, e cinture di scogli, la navicella si sarebbe incagliata, o peggio affondata? Eccola avventurarsi, eccola entrare nel merito, mentre tintinnando la tazzina tornava al 'via', pronta a riprendere l'ormai noto giro dell'oca. Uno dopo l'altra toccava i pochi punti, inseguendo la traccia. Era quella la rivalsa?


Ottimo direi, semplicemente splendido. Quindi possiamo riassumere dicendo che non c'è verso per un mago di ottenere per Magia da un Galeone, due veri Galeoni, giusto? Mentre, mi corregga se sbaglio, una sterlina è semplice lega metallica, o carta filigranata, con un minimo di buona volontà da poche sterline un mago non troppo talentuoso potrebbe ottenerne a sporte, giusto? Certo, un babbano non si accorgerebbe di nulla, ma un mago che volesse sincerarsene potrebbe arrivare a rilevare la presenza di Magia su tali banconote, ciò nonostante il problema resterebbe.

E quella cosa doveva dimostrare? Qual era il punto di un'affermazione tutto sommato scontata? In fondo, sino a quel punto ci era arrivata lei, a che gioco stavano giocando? Era un semplice riassunto di qualcosa che era tutt'altro che sorprendente. Ma forse la più diretta delle conseguenze era lì che si aggirava tra loro come un fantasma, senza che ancora fosse stata scoperchiata.

E come giustamente sottolineava lei stessa se per secoli i maghi si fossero limitati a duplicare le valute babbane, questo da un lato avrebbe sì portato al collasso delle loro economie, ma allo stesso tempo cosa sarebbe successo alla loro? Se per tutto questo tempo le uniche valute esistenti fossero state quelle babbane, e dunque in qualunque circostanza una sterlina falsa o vera che fosse avrebbe comunque avuto lo stesso valore, perchè un mago avrebbe dovuto accettare l'idea di dover 'produrre qualcosa' o semplicemente lavorare, invece che limitarsi a essere il parassita del resto della società? Se lei continuasse a essere la nostra fascinosa garzona di Olivander, e se l'unica valuta che potesse accettare fosse la sterlina, perchè Olivander dovrebbe esistere? E se non esistesse un'economia nel mondo della Magia, allora a quel punto come potrebbe esistere una società magica? Mi segue?

Divertito il Vecchio proseguiva in quella lunga e solitaria passeggiata.
Un'escursione breve e allegra, ma forse non per quello meno indolore, nei secoli della Storia.
Ma non sembrava aver finito. Mentre il sorriso andava allargandosi, l'ultima nota risuonò nell'aria.


Quindi, come uscire da questo apparente paradosso?
Quanto è plausibile ipotizzare che la società magica, e la sua collaborazione con una qualche istituzione bancaria gestita dai Folletti, siano effettivamente iniziate nel XIX secolo, come autorevolmente la stessa Bath ci suggerisce?


Soddisfatto tacque.
La palla alla giovane.

 
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view post Posted on 18/3/2019, 15:29
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Passo dopo passo, Peverell sembrava via via più coinvolto. E così Amber, sebbene iniziasse a faticare nel capire dove lo storico volesse arrivare. Ogni ragionamento mancava di un qualcosa che il vecchio non esitava a sottolineare. "Ottimo" non era abbastanza perché il nocciolo della questione saltasse fuori e le fu particolarmente evidente quando i suoi stessi punti vennero rimarcati. Tra le righe - nemmeno troppo vagamente - il Preside stava confermando le teorie ed al contempo vi ragionava ulteriormente sopra. Seguirlo non era impresa da poco, soprattutto su temi che richiedevano una scintilla di interesse maggiore nei confronti dell'economia, del diritto e di conoscenze che per molto tempo erano state date per assoldate. E dunque perché mettere in dubbio i dettami dei libri che per anni aveva studiato, proprio in quella sede? Ma, ancora di più si chiese, perché non era stato fatto nulla per contestare Bathilda se qualcosa davvero mancava alla base della sua documentazione? Da una parte la ragazzina non poteva lasciare nulla al caso, ma dall'altra non poteva nemmeno divagare, tanto che già l'aveva presa troppo larga. «Esattamente» sottolineò, sebbene non ve ne fosse stretto bisogno, che il denaro babbano non aveva alcuna protezione contro la contraffazione magica, e che solo un mago a fronte di una ricerca mirata avrebbe potuto svelare l'inganno. Secondo il telaio nascosto nella mente di Peverell, il ragionamento filava - in qualche modo - ma ancora non avevano sfiorato il punto preciso. Ne andava del suo orgoglio, arrivare al dunque. Le conseguenze per l'economia magica, si fecero strada in quell'ipotetico mondo, svelando cosa sarebbe successo anche da quel lato, se i maghi avessero vissuto di falsificazioni economiche. Che senso avrebbe avuto vendere qualcosa, se non v'era bisogno di lavorare per vivere? Ed ancora, che senso avrebbe avuto essere la commessa di Olivander, se il bisogno economico alla base fosse stato nullo? «La seguo» proseguì con più convinzione. Ignorò il proprio desiderio, e sganciò dalla base le catene che le imponevano l'effettivo "volo" verso quella sequela di ipotesi non così improbabili. Fin dall'inizio aveva mancato di sottolineare quel particolare.

Prese parola con continuità, senza lasciare spazio ad esitazioni di sorta, ora che il successivo ragionamento aveva preso piede in lei. «Continuando su questa ipotesi, sicuramente il bisogno di svolgere una determinata mansione per poter vivere adeguatamente in una società, non ci sarebbe stato. Potendo disporre di infinita ricchezza, se non smascherati - ma a quel punto perché smascherare qualcuno se puoi a tua volta giovare di un beneficio simile? - sarebbe venuta meno la necessità di apprendere un lavoro o trovarne uno.» proseguì «Un accrescimento economico senza freni, avrebbe portato ad una saturazione tale da posizionare quasi tutti i maghi sullo stesso piano e chiunque fosse stato in grado di creare qualcosa di assolutamente nuovo, utile, o unico, non avrebbe sentito il bisogno di condividerlo, né venderlo.» di nuovo si immedesimò nella commessa di Olivander, così come le era stato chiesto poco prima. Peverell non avrebbe mai potuto saperlo, ma la Amber di undici anni che si era affacciata titubante oltre la porta del negozio del fabbricante di bacchette, aveva più volte sognato di potervi lavorare. «A quel punto, non fosse stato per un mio interesse personale, non sarei stata una commessa. Ammesso e non concesso che Olivander avesse deciso di distribuire comunque i catalizzatori magici, anche senza un rientro economico.» Ed alla fine prese in considerazione l'ultima battuta dello storico, che si riallacciava alla primissima domanda da cui tutto era partito: possibile che la Bath sbagliasse? Non era raro contestare qualcosa in una lezione, provare a capire se - a conti fatti con la realtà - aveva senso quanto espresso in via puramente teorica, ma era pur vero che qualcosa di certo doveva esserci nel mondo, altrimenti ogni cosa sarebbe stata da considerarsi solo un'opinione. Illustre, certo, ma inutile ai fini di una comprensione più ampia. «Sulla scia di tutto questo, è altamente probabile che il bisogno di schermare la società magica da un'eventualità possibile, sia nato ben prima XIX secolo. Forse prima di rendere più evidente il bisogno di una divisione tra i due mondi. Immagino che, se i maghi avessero capito come contraffare il denaro babbano, dopo la dismissione del baratto, nel XIX secolo sarebbe apparso più che inutile ricorrere ad un nuovo sistema economico, ormai la ricchezza accumulata con la duplicazione delle sterline sarebbe stata complessa da gestire. »

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view post Posted on 22/3/2019, 22:04
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Scopro Talenti, Risolvo Problemi

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Tra un sorriso, e un cenno tutto stava proseguendo per il meglio.
Certo, non era propriamente stata una corsa a rotta di collo, ma una passeggiata che guidata, un tour gestito, che era giunto infine a un Quid. Alla meta tanto agognata da entrambi. Una domanda si era ripromesso, una sola domanda, e nel momento in cui la Tassorosso tacque, la consapevolezza che fosse finita li travolse. Una domanda era stata posta, tra qualche peripezia una risposta era giunta. Il patto era stato dunque così risolto? Una risoluzione pacifica, premeditata. Tutto era andato come previsto, e anche la conclusione era stata accolta da un liberatorio sospiro. Era fatta, cosa mancava? Poco o nulla.
Baci e abbracci?


Ottimo direi, non saprei dire se l'abbia convinta io, o se sia lei ad aver convinto me, ma direi che siamo arrivati a un buon punto. Il succo di questa nostra storia? Come sono solito dire spesso a lezione, anche davanti alle constatazioni meno sospette, o davanti alle fonti che più ci sembrino autorevoli, è sempre meglio metodicamente dubitare. Anche ragionare è un'arte, che non dovrebbe mai essere messa da parte, se mi intende. Quindi, le confermo il voto dello scritto, e la attendo a settembre a lezione. Credo se lo sia meritato.

Era ormai pressochè fatta.
Taciuto che ebbe, iniziò a guardarsi prima a destra, poi a sinistra.
Chi gli sarebbe succeduto? Era giunta l'ora di cosa? Tramontata che era Storia, archiviata per almeno qualche mese, chi si sarebbe fatto avanti di quella variopinta commissione esaminatrice? Tanto valeva sollevare la questione, come ultimo atto, prima di tornare a concedersi al The. Perchè tirarla per le lunghe, quando ormai lo scopo per cui si trovava lì l'aveva assolto? Erano andati dritti alla meta, senza prendere sentieri troppo misteriosi, o strane gincane nella jungla. Era tempo che qualcun altro si facesse avanti, a raccogliere il boccino. I pretendenti non erano pochi. Chi sarebbe stato il più lesto? Chi il più avventuriero?


Se mademoiselle Hydra non ha domande sullo scritto, cederei ora la parola a...



Con Storia abbiamo concluso, viene confermato il voto dello scritto, e sei ammessa al VI Anno. Lascerei il turno al Docente che si farà avanti, e lascerei Amber a chiudere con Poverell dopo il nuovo 'inquisitore'. Sì, facciamo un po' di economia di post! :ihih:
 
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view post Posted on 24/3/2019, 16:26
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Sirius White aveva seguito con inusuale attenzione l'esame della fanciulla, niente affatto sorpreso della proprietà di ragionamento e dell’abilità con la quale discorreva degli argomenti che le erano stati sottoposti. Con le mani poggiate sul tavolo, il capo rivolto verso l’esaminanda, non si era distratto neanche una volta, dopotutto quella era la prima volta che sedeva dall’altro lato della cattedra, un professore ormai è non più uno studente impaurito di fronte a una commissione d’esame. Era insolito per lui, l’attesa di quegli esami lo aveva messo in agitazione ma essere un docente aveva per fortuna i suoi privilegi. Certo aveva ancora molto da imparare, la sua attività di docente era solo agli inizi ma aveva tempo e capacità per poter crescere e migliorare. Se era seduto, lì, insieme a tutti quegli altri docenti un motivo doveva pur esserci. Per questo motivo aveva seguito Peverell, le dinamiche dei suoi interventi con straordinaria capacita di attenzione. Ricordava il docente come il più terribile che avesse mai avuto, non meno capace certo, il preside di Hogwarts era tra i maggiori luminari nel suo campo, ma i suoi esami, i compiti di Storia, non solo lo avevano terrorizzato ma lo avevamo oltremodo annoiato. Chi affermava di amare incondizionatamente la storia della magia probabilmente mentiva o semplicemente non era dotato di grandi abilità nelle restanti branche pratiche della magia. Eppure la candidata si era mostrata particolarmente abile. Questo era il suo punto di vista ma per fortuna non tutti erano fatti come lui.
* Il mondo è bello perché è vario *
pensó tra le pause tra di una domanda all’altra continuando a seguire l’esame fino alle sue battute finali. Storia era andata via veloce come il vento e sembrava essere finalmente giunto il suo turno.
Si mise composto, sollevando ritta la schiena non appena il preside fece cenno al successivo docente di continuare gli esami, le iridi lievemente dorate centrate sulla tassorosso che più di una volta aveva dato prova di grandissima abilità nella materia pozionistica.
Un sorriso gli increspò le labbra nel tentativo di alleggerire la tensione. Si sentiva terribilmente empatico o semplicemente desiderava sollevarsi rapidamente dalla fatica mentale che quell’incarico quel giorno gli procurava.
Già perché volo non era nemmeno lontanamente una materia da G.U.F.O. ma come supplente di Pozioni, direttamente incaricato dal ministro per la precisione, il compito era decisamente suo.
Aveva già corretto e visionato il compito scritto per cui già sapeva su cosa intendeva discutere e con quali finalità. Non c’era molto da dimostrare ancora ma un paio di domande erano d’uopo.

"Lo scritto della mia materia è andato più che bene. Non me ne sorprende. Per me è stato un Oltre Ogni Previsione.
Ho solo qualche domanda da porle. Poche cose che sono sicuro, non la coglieranno di sorpresa. Il riferimento è l’ultima domanda. Son certo che rammenterà di cosa si tratta. Vorrei poter discorrere più approfonditamente con lei circa le caratteristiche della bevanda dell'ambascia o come più comunemente è conosciuta, dell'affanno liquido. Questa particolare tipologia di pozione, come lei stessa ha brillantemente descritto nel suo compito è in grado di indurre un immediato stato di ansia in colui che la beve. Coriolano la creò spinto probabilmente dal non molto nobile desiderio di creare il medesimo disagio da lui sperimentato nel corso della preparazione agli esami G.U.F.O, una forma di rivalsa, se vogliamo, dalla sua intrinseca incapacità di gestire l'ansia. Scopo decisamente poco nobile no? Ma lei e io siamo due inguaribili ottimisti. Tutto il male non può venire sempre e solo per nuocere, non crede?"


L'aveva presa volutamente alla larga per introdurre l'argomento ma il nocciolo della questione non era stato ancora sviscerato. L'aveva appositamente circoscritta, certo, per quanto possibile, ma qualche altra precisazione era d'obbligo.

" Mettiamo che lei si trovi per pura fatalità a constatare gli effetti deleteri di una pozione che lei conosce sicuramente bene, e che nell'impossibilità di ricorrere ad altri aiuti, lei abbia a disposizione solo una fiala di pozione dell'ambascia e la sua bacchetta. La persona che lei si trova davanti, potrebbe essere un amico, finanche un familiare, in un chiaro stato di catalessi, non responsivo ad alcun stimolo. L'aveva visto fin troppo rilassato per i suoi gusti durante il corso delle ore precedenti, una sorpresa considerata la naturale agitazione che invece caratterizza la sua solita natura.
Immagino lei inizi ad intendermi.
Bene.
La domanda allora è la seguente.
Che cosa farebbe in questo caso? E perchè?"


Sperava di essere stato chiaro e che l'esaminanda cogliesse immediatamente dove il docente desiderava arrivare. Si trattava solo di una premessa che avrebbe poi aperto il campo a una discussione più mirata. Il docente attendeva curioso la sua risposta. L'esame di pozioni era appena iniziato.

 
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view post Posted on 27/3/2019, 13:06
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Vigile, Amber non perse un per un solo attimo la reazione del Preside all'ennesimo giro di boa. Arrampicarsi sul crinale dei suoi ragionamenti non era mai stato semplicissimo per la Tassorosso e, come aveva già temuto nei giorni precedenti all'esame, ai G.U.F.O. veniva richiesto uno sforzo maggiore. Non era più sufficiente conoscere la materia in questione, non bastava ritenersi esperti di un qualsiasi argomento; veniva imposto un passo avanti. Un passo verso la capacità di collegare più elementi, di armonizzare i concetti e permettere loro di evolversi oltre il bozzolo della mera conoscenza. Per superare quegli esami bisognava essere pronti a giocare con le nozioni apprese, al fine di farle proprie in tutto e per tutto. Al termine di quel lungo discorso storico-politico-economico, che per lei era durato ore, aveva temuto di perdere il filo della logica a cui tanto si era appellata per uscire dal labirinto di intricate congetture. E invece era sopravvissuta. Per qualche ragione, l'agitarsi delle mani nel vuoto, prima della caduta, le aveva permesso di afferrare il filo d'Arianna ed avere salva la pelle. L'ennesimo "Ottimo" tese le corde della sua agitazione, giocando con loro, ma bastò percepire la fine dell'interrogazione, per farle tornare al loro posto. Seria, si concesse l'accenno di un sorriso, quando la conferma di quell'inattesa "Oltre Ogni Previsione" giunse in gloria. Storia della Magia non era la materia a cui più puntava, ad essere onesti; il percorso di studi che aveva pianificato avrebbe posto l'accento su una diversa area dello studio magico. Ma se, nonostante tutto, anche in quello che meno gradiva era riuscita a raggiungere il massimo, poteva permettersi di sperare per il meglio anche nelle altre materie. «Grazie, Professore.» affermò con un cenno leggero del capo, prima di sottolineare: «Nessuna domanda.» Avrebbe avuto tempo di leggere le note dello scritto, qualora ce ne fossero state, ma in quel momento era proprio l'ultimo dei suoi pensieri.

Pozioni. La lampadina si accese in fretta e furia; era quella la materia successiva. Sirius White, il supplente di Pozioni che ormai da anni seguiva il percorso di Amber, prese la parola, e mentre il cassetto di Storia del fantomatico archivio della studentessa, si chiudeva, un altro veniva aperto. Appena il tempo di un sorso d'acqua che rinfrescò la gola in fiamme. Sfumato il tempo dei convenevoli, il docente avanzò di un passo e l'espressione della strega tornò a sottolineare la massima attenzione. Un guizzo di orgoglio attraversò come fugace bagliore le pagliuzze dorate dell'iride più marcata; andava particolarmente fiera del trattato sulla Bevanda dell'Ambascia, così come della cura con cui aveva spiegato l'interazione di ognuno degli elementi che ne componeva la struttura. Ancora un "Oltre Ogni Previsione" nello scritto, che andava assolutamente confermato all'orale. Il rapporto con quella branca della magia era sempre stato particolarmente conflittuale, Amber non aveva mai brillato i primi anni, le sembrava sempre così complesso avere a che fare con calderoni e mestoli, che in diversi momenti si era sentita un vero e proprio fallimento. Solo nell'arco dell'ultimo anno aveva capito, invece, quanto metodo c'era nella precisione in cui ogni ingrediente veniva curato, preparato e inserito al momento giusto. Più complesse erano le preparazioni, e più la strega si rimboccava le maniche, concentrando in quei gesti anche il desiderio di uno schema chiaro da seguire, di un rituale certo. Chimica, o quasi. Seguì il preludio alla richiesta di White con particolare scrupolo, ignorando il pungolo della coscienza che voleva sottolinearle come di ottimistico c'era stato ben poco nella sua vita. Annuì solo all'inutile - forse - conferma di quanto poco nobile fosse stato il giovane Coriolanus Balt. Quello però non era il punto focale, non era lì che si concentrava la vera richiesta e, sull'onda di una nuova supposizione, la bionda si concentrò. Catalessi, letargia, eccessiva quiete. White si riferiva alla bevanda della Pace, ed agli effetti che questa induceva se assunta in dose maggiore al consentito massimo. Non permise all'eccessiva sicurezza di ingannarla, ed attese davvero fino alla fine dell'ipotesi espressa, prima di confermare l'ipotesi. «Capisco. Il mio conoscente ha certamente abusato della Bevanda della Pace. Se assunta in dose eccessiva, questa provoca una calma serafica sempre più incline alla catalessi e, nei casi più gravi, conduce ad uno stato di coma.» breve introduzione, più utile per lei e per l'elaborazione della sua riposta, piuttosto che per il docente che già aveva assimilato quei concetti negli anni. L'idea che il mago le stesse chiedendo, sotto sotto, se l'Affanno Liquido potesse considerarsi un antidoto alla Bevanda della Pace, accese più di un ingranaggio nella mente della studentessa. Aveva studiato e conosceva la classificazione delle pozioni praticamente a memoria e sapeva che per definirsi "antidoto" una pozione doveva contrastare un veleno, generico o specifico. Ma l'evidente antagonismo tra Ambascia e Pace era sotto i loro occhi. «Per come è stata strutturata, la Bevanda dell'Ambascia induce i sintomi diametralmente opposti alla Bevanda della Pace, laddove vi sono letargia e calma, si alternano invece agitazione e tachicardia. Entrambe si classificano come Pozioni che modificano uno status, ed ognuna sembra basarsi sulla risoluzione di quanto impone l'altra, ma in natura. Viene fatta assumere la prima alle persone più tranquille affinché si agitino, come affermavamo questo è lo scopo meno nobile, mentre la seconda si assume per placare l'eccessiva agitazione o lo stato d'ansia. » ma come reagire davvero? Come avrebbe affrontato la situazione esposta se in prima battuta fosse stato chiesto a lei di intervenire? «Non è raro, però, benché non si stia trattando nello specifico di Veleno e Antidoto, che due pozioni contrastanti vengano usate per lenire l'una gli effetti dell'altra... e credo che seguirei un esempio simile in quel caso. Chiamerei i soccorsi, su quello non ho dubbi, ma dovendo intervenire per prima, somministrerei l'Affanno Liquido» ma non era finita, in realtà Amber sentiva il bisogno di una maggiore specifica. «La dose massima consigliata è di un bicchierino, ma dovendo semplicemente risvegliare un organismo prima che questo collassi in uno stato comatoso, e non indurre gli incubi dei labirinti d'ansia della bevanda che ho in mano, la somministrerei a gocce. In tal caso potrei monitorare gli effetti della seconda bevanda dopo ogni somministrazione, e proseguire in caso di mancanza di reazione o fermarmi nel caso in cui vedessi un riscontro più vivido nel mio conoscente.» tacque. Il ragionamento, all'apparenza lineare, aveva introdotto in lei più di un dubbio e l'interesse per la materia si era nuovamente acceso. Amava la precisione. «In questo caso, probabilmente farei un uso più nobile di Balt, dell'Affanno Liquido.»

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view post Posted on 30/3/2019, 18:10
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L’esame proseguiva senza troppi intoppi. Amber continuava a dare prova di padronanza e abilità nel ragionamento senza eccessiva fatica. Conosceva l’argomento, lo possedeva, l’aveva fatto proprio dimostrando di aver raggiunto proprio quegli obiettivi che i G.U.F.O avevano il compito di certificare.
Sirius White, supplente di una materia per la quale aveva mostrato il più vivo e intenso degli interessi, si sentiva decisamente soddisfatto.
Le sorrise di rimando mentre l’eco delle ultime parole si disperdeva nell’aria. Amber aveva perfettamente compreso il senso della sua domanda e intuito esattamente ove egli voleva andare a parare.
*Molto bene *
pensò incrociando le mani sul petto.
<< Interessante variazione della modalità di somministrazione. Utilizzare le gocce, concordo, potrebbe essere il modo più appropriato per non incorrere nei rischi e negli effetti collaterali della bevanda dell’ambascia. Dopotutto, nessuno potrebbe dire o sapere perfettamente quanta bevanda della pace sia stata somministrata all’interessato. >>
Procedeva tutto bene ma l’esame era appena iniziato e loro, ancora lontani dal sviscerare completamente il nocciolo della questione.
<< Abbiamo introdotto, non volendo, il concetto di veleno e di antidoto e dimostrato che in fin dei conti le classificazioni possono essere superate. Ciascuna pozione può assumere connotati completamente diversi se si sa modificare il punto di vista dal quale la si guarda. In questo caso, più che di parlare di veleni ed antidoti, parlerei di antagonismo. Tutte le pozioni possono diventare veleni se assunte in modo sbagliato o preparate senza fare attenzione alla ricetta ma esistono in natura pozioni i cui effetti possono essere contrastati ricorrendo ad un’altra pozione i cui effetti sono pari e contrari. Direi proprio che questo è il caso di genere. >>
Banalità ma pur sempre necessarie a testare la prefazione della giovane esaminata. Piano piano le difficoltà sarebbero aumentate.
<< La sua conoscenza delle pozioni le ha consentito di intuire fin da subito come agire in una situazione tipo. Gli effetti della pozione erano fin troppi chiari nel caso di prima ma ipotizziamo ora che il suo percorso scolastico l’abbia tenuta purtroppo all’oscuro di alcuni tipi di pozione, che sia cambiato lo scenario e che invece di trovarsi a scuola lei si trovi in una infermeria ben munita o addirittura in un ospedale, che le giunga un paziente in apparente condizione di avvelenamento. Lei non ha la più pallida idea di cosa abbia ingerito il malcapitato ma è fortunata perché è stata rinvenuta una boccetta contenente del liquido che chi ha accompagnato il malato, giura essere proprio il veleno. Ha sempre a disposizione una bacchetta ma questa volta anche di una dispensa decisamente molto ricca di ingredienti. Può fare qualcosa per aiutare il suo povero paziente?>>

 
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view post Posted on 3/4/2019, 08:45
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Sotto il banco, le mani avevano smesso di torturarsi, sintomo di quello scemare lieve della tensione imposta dalla situazione. Era normale sentire il rimestarsi del proprio stomaco durante uno degli esami più importanti della vita di uno studente, ma era altrettanto doveroso imporsi la giusta calma affinché l'agitazione non prevalesse. E quello Amber aveva imparato a farlo. Superato lo scoglio di Storia della Magia, e la prima domanda di pozioni, capire che indirizzo avrebbe preso la successiva non fu così complicato. Sicura, l'acquamarina non distolse per un solo attimo la propria attenzione dal docente e dalla reazione a quella risposta appena fornita. L'antagonismo palese tra la Bevanda della Pace e quella dell'Ambascia non era casuale ed aveva apprezzato, a modo suo, che non fosse stato lasciato in secondo piano. I nervi - pronti a scattare come segugi all'occorrenza - si rilassarono appena, quando il dettaglio sulla variazione della somministrazione fece breccia in White. Se c'era una cosa che Amber aveva compreso, in quei cinque anni, era che non si poteva dare nulla per scontato con le Pozioni e c'era l'estremo bisogno di conoscere il dosaggio preciso di ogni cosa affinché questa non si tramutasse da antidoto a veleno. Quante tragiche storie erano finite prematuramente per un dosaggio errato di un ingrediente o un composto? Troppe.

Ma centrare un primo bersaglio non bastava e lei per prima sentiva la necessità di essere messa alla prova sul serio. L'antipasto offerto da Peverell aveva azionato quel meccanismo sopito che portava una come lei a chiedersi quanto potesse muoversi all'interno di un ambito e quanto vi fosse di celato sotto lo strato di comunissime nozioni. Oltre, doveva andare oltre. Registrò con cura le nuove informazioni sulla situazione da affrontare. Non erano più in casa vicino ad un familiare e non c'era più una sola scelta da compiere. Il nuovo paziente di quell'immaginario ospedale aveva "solo" con sé un residuo dello sconosciuto veleno ingerito ed Amber - improvvisata infermiera - poteva giocarsi quell'ipotesi avendo a disposizione una dispensa fornita a dovere. Esattamente come prima, si immerse in quel nuovo scenario ignorando volutamente la presenza del resto del corpo docenti ad eccezione di White. «In tal caso...» si prese del tempo per formulare il discorso che già pizzicava le corde vocali, affinché risultasse il più omogeneo possibile. Non le fu complesso scavare nel cassetto della memoria abbastanza per trovare quel che cercava e quando fu pronta, il tono sovrastò le insicurezze, gettandole ai piedi della cassettiera. «Nonostante vi siano antidoti specifici per determinati veleni, o pozioni antagoniste che contrastino adeguatamente le corrispettive opposte, esistono in natura ingredienti che vengono utilizzati come antidoti generici. Il Bezoar, ne è un esempio. » il punto non era solo quello. «Disponendo di una dispensa adeguatamente fornita, per evitare che la situazione del paziente si aggravi, per prima cosa - dopo avergli affidato un lettino - somministrerei qualche lacrima di Fenice, più potenti del Bezoar. Non sono in grado di vanificare totalmente l'effetto di un veleno ma mi consentirebbero di guadagnare sufficiente tempo per potermi dedicare allo studio del presunto veleno nella boccetta. » ed ecco che entrava poi in uso la bacchetta, fedele compagna di una vita, e quell'incantesimo che si era imposta di imparare quasi un anno prima. «A quel punto, rallentato l'avvelenamento in corso, dovrei capire quali ingredienti esattamente sono presenti nel liquido che si pensa abbia avvelenato il mio paziente. Per farlo mi servirei dello "Specialis Revelio", un incantesimo il cui scopo - tra i tanti - è anche quello di permetterci di individuare con più precisione gli ingredienti di una pozione.» la fine era "quasi" prossima. Spalle dritte, composta come prima, Amber proseguì. Da sviscerare c'era molto, e la genericità della domanda richiedeva le premesse corrette. «Secondo le leggi di Golpalott, a seconda della derivazione del veleno che mi verrà indicato dall'incantesimo, avrò modo di elaborare l'antidoto specifico o l'antiveleno specifico. Se si dovesse trattare di un veleno animale, dovrei trovare il corrispettivo antidoto sempre all'interno del regno animale, estraendolo da una bestia superiore nella catena alimentare della prima. Se si dovesse trattare di un veleno vegetale, farei lo stesso in ambito vegetale, ma.... qualora dovesse invece trattarsi di un veleno composto - unione di più veleni - la situazione richiederebbe uno sforzo maggiore. » immersa nell'ipotesi, continuò dopo un respiro più profondo. «Gli antidoti ai veleni composti devono risultare sempre maggiori della somma degli antidoti alle sostanze velenose coinvolte. Questo perché per loro natura i veleni tendono ad unirsi tra loro, quando in contatto, dando origini a nuove sostanze combinate, e dunque limitarsi solo ai singoli antidoti specifici risulterebbe inefficace. » Tutto, alla fine, si riduceva a quello: cosa avrebbe trovato nella boccetta arrivata con il paziente? Non lo sapeva, ma doveva dimostrare di essere pronta a qualunque evenienza in situazioni di rischio come quella ipotizzata.

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view post Posted on 6/4/2019, 18:51
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Non c'era davvero molto altro da aggiungere e Sirius iniziava già a sentirsi oltremodo soddisfatto di come stava procedendo l’esame. Amber era in grado di argomentare perfettamente le sue riposte così dimostrando di conoscere in ogni sua parte quelli che erano gli argomenti di esame. Andava tutto bene ma non era sufficiente. Giunti a quel punto e con uno scritto che aveva già dimostrato la preparazione della candidata, continuare su quel percorso sarebbe stato stupido oltre che inutile. Per questo motivo aveva farcito le sue domande di aspetti pratici, cercato di creare situazioni tipo che oltre alla conoscenza basilare richiedessero chiaramente un aspetto e in intervento più pratico. Nella vita quotidiana i libri e le conoscenze scolastiche non sempre erano in grado di salvarti.
Solo qualche veniale precisazione avrebbe allora preceduto l’ultima delle sue richieste, la più importante. Indagare oltre per lui non era affatto necessario.

<< Precisamente. Gli antidoti generici sono le armi più potenti a disposizione per rallentare il processo di avvelenamento è così guadagnare il tempo necessario a poter agire in maniera più definitiva. Oltre al bezoar, il più facile da trovare e probabilmente ciò che avresti più comunemente trovato in un ospedale, e alle rarissime lacrime di fenice, non dimentichiamo il sangue di unicorno.
In ogni modo ottima risposta>>


Le lacrime di fenice e il sangue di unicorno erano così rare e costose, quest’ultimo peraltro illegale, che difficilmente avrebbero trovato posto in un ospedale o in qualunque infermeria ben fornita ma la risposta era più che corretta. Quanto all’enunciazione della legge di Golpalott non aveva proprio niente da aggiungere. Era stata cristallina.

<< Specialis revelio, benissimo >>

Non era insolito che una studentessa così giovane conoscesse la teoria di un incantesimo così avanzato. Probabilmente lo aveva letto su qualche libro in biblioteca durante le comuni ricerche che spesso i docenti di pozioni richiedevano.
Si chiedeva però se la davvero la giovane fosse in grado di eseguirlo correttamente. La teoria era una cosa ma la pratica era tutt’altro paio di maniche.

<< Visto che l’ha citato....le chiederei di mostrarci esattamente come funziona questo particolare incantesimo... >>

Forse stava esagerando o anche no ma
nel caso in cui fosse reso conto di essersi spinto oltre sarebbe sicuramente tornato su i suoi passi ma vista la preparazione della candidata tanto valeva osare.
Avrebbe allora gettato la mano destra nel mantello per tirarne fuori una fiala dall’anonimo contenuto pronto ad avanzare la sua ultima nonché definitiva richiesta.
La fiala che Amber avrebbe poi potuto esaminare in seguito conteneva circa 30
ml di una soluzione dal colorito blu violaceo. Si trattava di una forma evoluta di una pozione base che buona parte degli studenti imparavano a conoscere ai loro primi anni di studio magico.

<< Questa fiala, signorina, contiene l’oggetto della sua ultima domanda. Desidero davvero metterla alla prova per cui le anticipo che laddove possibile e compatibilmente alle sue abilità, eviterò di fornirle alcun indizio sulla sua natura. Lo specialis revelio può fornirle tutti gli indizi che le sono necessari. Il suo paziente ha assunto proprio questo veleno. Vorrei che ne preparasse un antidoto.
Se la sente signorina Hydra? >>


Si alzò per raggiungere la postazione della fanciulla e per offrirle la fiala e infine invitarla a seguirla verso un tavolo posizionato più o meno in corrispondenza delle clessidre porta punti delle quadro case di Hogwarts. Ivi avrebbe trovato alcuni piccoli calderoni di vario materiale oltre che i più comuni utensili di cui un pozionista faceva quotidianamente uso.
Accanto alle clessidre sostava un armadio a due ante contenente una svariata gamma di ingredienti più o meno comuni.
Sarebbe rimasto lì, pronto a fornirle un aiuto se si fosse reso conto di aver effettivamente esagerato con la sua richiesta lanciando l’incantesimo personalmente. Il Dado era tratto. Restava solo da da vedere se Amber sarebbe stata davvero in grado di portare a termine l’esecuzione.




Lascio a te la possibilità di descrivere l’effetto del tuo incantesimo e quindi la preparazione dell’antidoto. Descrivi i tentativi, usa il condizionale come si farebbe in una qualsiasi quest o evento. Nel mio post successivo descriveremo il buon esito o meno della tua azione.
Il veleno contiene:
- 5 gocce di veleno di cobra
- 3 gocce di veleno di Doxy
- 5 foglie di basilico
Descrivi bene la preparazione e argomenta le tue scelte. Chiaramente orientati su tempi contenuti, converrei che un massimo di 15 minuti di preparazione possano bastare.
 
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view post Posted on 10/4/2019, 09:26
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AMBER SERENITY HYDRACAPOSCUOLA DI TASSOROSSO ✧ 18 Y.O. ✧ O.W.L. ✧ pozioni
Non ebbe il tempo di chiedersi cosa stesse pensando White, con precisione. Rapita dalla sua stessa spiegazione, si concentrò solo su quella, immaginando più o meno vividamente il copione a cui era stata introdotta. Non che avesse grandi intenzioni come Guaritrice, ed ancora meno si figurava un ruolo all'interno del corpo di infermieri del San Mungo, ma una buona strega doveva saper far fronte anche a minacce ignote. Almeno abbastanza da resistere prima dell'intervento di un vero esperto. Meno ripida, scalò anche quella piccola vetta, e la conferma del docente le regalò un pizzico di coraggio extra. Bezoar e sangue di Unicorno rientravano nell'elenco degli antidoti generici, eppure lei sapeva il motivo per cui aveva scelto le lacrime di fenice; troppo semplice il primo, troppo illegale il secondo. Non che quelle non fossero rare, ma visto che le era stato dato ampio terreno su cui muoversi, aveva compiuto il suo balzo. Il tutto era però rimasto in una lunga frase ipotetica, tanto che Amber si chiese dove altro avrebbe potuto portarla quel ragionamento, se non nel punto che già aveva raggiunto.

La risposta, davanti ai suoi occhi. Un angolo da pozionista ben fornito, un armadio con gli ingredienti chiave, e la fiala di quel fantomatico veleno ignoto. Sorrise, sicura di sé.

In petto si agitò la fiammella della conoscenza, che per anni aveva alimentato. Incantesimo dopo incantesimo, apprendimento dopo apprendimento, Amber aveva forgiato il suo stesso arsenale con una cura ed una precisione senza eguali. Non un errore di troppo, non un fallimento rimasto tale tanto a lungo: era sempre riuscita a raggiungere il livello che si era prefissata, e così avrebbe continuato a fare. Mettersi alla prova era quindi, per lei, linfa vitale. «Certamente» fu quanto disse, lasciandosi consegnare la boccetta con il liquido blu violaceo su cui avrebbe dovuto eseguire, per iniziare, l'incantesimo teorizzato poco prima. Ignorò il bicchiere d'acqua sul suo piccolo banco; c'era ben altro al centro della sua attenzione. Curandosi di non aprire la boccetta prematuramente, la strega si mosse fino al tavolo imbandito. Il tacchettio delle suole rinforzate scandì ben dodici passi, prima che lei potesse riunire i propri piedi. Determinazione e concentrazione erano tutto quanto i docenti avrebbero potuto vedere nell'espressione della bionda esaminanda. Tra lei ed i docenti, un intero tavolo di ingredienti, calderoni e materiali utili all'assolvimento del compito affidatole. Avrebbe preferito l'aula di pozioni, ad essere sincera. Più chiusa, più scura e più in grado di riprodurre l'aura di silenzio di in cui volentieri si immergeva quando doveva preparare una pozione, ma l'alternativa in Sala Grande non era da scartare del tutto. Si mosse con precisione e cura, tenendo a freno l'adrenalina che scorreva a fiumi nelle vene. «Va bene, iniziamo.» sussurrò a se stessa, prima di predisporre l'ordine di cui aveva bisogno. Spostò con gesti misurati il materiale per potersi ritagliare un triangolo di spazio utile per lavorare con pulizia. Se c'era una cosa che apprezzava, di quella materia, era proprio la precisione richiesta nella lavorazione di erbe, parti animali, o sieri di vario genere. Maniacale a tratti, e limpida al punto da darle un insolito sollievo. Prese una boccetta in vetro, in cui successivamente vuotò il contenuto della fialetta di veleno. Le precauzioni non erano mai troppe quando si trattava di veleni et similia, difatti si mosse con calma per evitare che il liquido entrasse minimamente in contatto con lei, nemmeno una goccia sarebbe sfuggita al suo controllo. Istintivamente arrotolò le maniche della camicia bianca, prima la sinistra e poi la destra; era arrivato il momento di mettersi all'opera. Fluida, estrasse la bacchetta e la chiarezza del tronchetto in sorbo contrastò con la pietra scura incastonata alla fine dell'impugnatura. Non aveva mai usato il revelio su una pozione, era curiosa. Inspirò, richiamando alla memoria l'esecuzione dell'incanto, appreso ormai quasi un anno prima. Sbagliare non era lontanamente contemplato e la determinazione degli occhi verdi puntati sulla boccetta di fronte a lei, richiamavano l'intensità con cui Amber indagava la sostanza ignota. Non attese più di tanto, era riuscita a placare l'agitazione febbrile solo grazie al fatto di avere un compito da eseguire, e su cui concentrarsi; non avrebbe perso tempo. *Devi dirmi cosa sei*, quello il pensiero principale. Eseguì il cerchietto in senso orario davanti all'oggetto, enunciando con sicurezza e tono imperioso: «Speciàlis», attenta agli accenti. Non spezzò il gesto, rendendo tutto fluido come da copione, e colpì con delicatezza e decisione la boccetta, in cima, indicando con la punta della bacchetta il suo contenuto (non avrebbe rischiato di rovinare il catalizzatore facendolo entrare direttamente in contatto con la sostanza nella fiala, era sconsigliato immergere la propria bacchetta in un veleno). Coincidente al colpetto, la chiusura della formula: «Revèlio», badando nuovamente a porre l'accento sulla seconda "e". Lo sguardo assottigliato non lasciò per un solo istante il liquido violaceo; desiderava ardentemente che questo mostrasse lei la via da seguire. *Avanti, rivelati a me...*

SE avesse eseguito a dovere l'incantesimo, la sua curiosità sarebbe stata appagata. Lenti rivoli di vapore si sarebbero sollevati dalla boccetta di veleno, disegnando con polvere perlata la sagoma di quanto racchiuso al suo interno, uno ad uno i tre grandi componenti si sarebbero rivelati alla giovane studentessa. Il primo: un serpente, la forma indefinita avrebbe assunto un contorno più chiaro, mentre lei osservava con attenzione, rivelandosi con "cobra". L'animale avrebbe poi aperto le fauci e da un dei denti sarebbe scesa una goccia. *Veleno di Cobra*. L'evoluzione della nebbiolina sarebbe poi proseguita, indicando il secondo componente: un demonietto a lei noto, un Doxy. Anche da questi qualche goccia sarebbe ricaduta nella boccetta. *Veleno di Doxy*. E già la sua mente si sarebbe messa in moto; lo aveva appena detto, era una combinazione di più veleni, andava creato almeno un antidoto in più, la cosa era davvero complessa, ma allo stesso tempo stranamente entusiasmante. Infine, prima che l'incanto esaurisse l'effetto, Amber - e così la commissione - avrebbe potuto notare una piantina dai tratti ormai noti, non contava più le volte che aveva avuto a che fare con lei: Basilico, da cui si staccò una foglietta. *Foglie di Basilico*. Poi il liquido avrebbe smesso di dar vita ad indizi di fumo blu violaceo.

Concentrata, Amber non avrebbe emesso un fiato. Allontanata da sé la boccetta, avrebbe posato lo sguardo sui calderoni presenti, nemmeno la loro scelta sarebbe stata banale. Tamburellando con le dita sul bancone, avrebbe richiesto uno sforzo alla propria memoria, affinché cercasse di ricondurre quegli ingredienti ad un veleno noto; qualcosa però era cambiato. Una certezza, l'avrebbe colta per prima: Il basilico serviva solo a coprire l'odore dell'intruglio ed eventualmente il suo gusto, così da confondere l'ignara vittima. Come un archivista, la giovane avrebbe cercato nei ritagli di giornale della sua memoria, un veleno che combinasse Cobra e Basilico, o Doxy e Cobra o Doxy e Basilico, trovando una vaga somiglianza con la Pozione Sanguinaria Velenosa. Grande assente: il veleno della Tarantola, e per fortuna. Ad ogni modo, quella doveva essere una variante a lei ignota e dunque avrebbe dovuto dare proprio il meglio di sé. Avrebbe lanciato una rapida occhiata a White, quasi per assicurarsi che lui fosse abbastanza vicino da vedere cosa stava facendo lei. Poi avrebbe preso un calderone auto rimestante. «Siamo di fronte ad un veleno complesso, composto dall'unione di due veleni animali...» avrebbe detto, spiegando quel che stava per fare, come immaginava fosse doveroso. «Il calderone rimestante aiuterà ad attivare maggiormente la realizzazione di questo antidoto.» avrebbe versato un quantitativo d'acqua sufficiente a raggiungere la tacca di metà calderone. Non sapeva i dosaggi del veleno, ma poteva tentare di fare affidamento su quelli usati nella sanguinaria velenosa, sebbene il veleno fosse più potente del sangue. Acceso il fuoco sotto il calderone, avrebbe iniziato a muoversi con naturalezza all'interno di quei pochi metri quadri a lei dedicati. «Come spiegato, Golpalott ci insegna che per creare un antidoto in grado di contrastare un veleno animale, ne serva uno appartenente allo stesso regno, ma appartenente ad una bestia più in là nella catena alimentare di quella usata per il veleno. In aggiunta, in questo caso, ci dobbiamo avvalere anche della terza legge: trattandosi di due veleni, l'antidoto dovrà contenere tre agenti contrastanti, così da prevedere il blocco anche del veleno generatosi dall'unione dei due presenti.» e dunque? Il momento dell'azione sarebbe presto giunto. All'interno della mente laboriosa, Amber sarebbe sempre stata un passo avanti a quel che stava facendo. Danzando a ritmo di un'aria lirica italiana, la Tassorosso avrebbe iniziato a compiere gesti sicuri; infilare i guanti, prendere il mortaio in marmo, girarsi per selezionare delle boccette in vetro. L'acqua era prossima all'ebollizione, a nemmeno due minuti dall'inizio del processo. «Per contrastare il veleno del cobra...» - avrebbe detto, allungando il braccio fino a quasi il suo massimo, verso uno scaffale molto alto per recuperare un contenitore con del liquido marrone scuro e mostrarlo a chiunque la stesse osservando «... Bile di Clabbert.» avrebbe annunciato, versandone una ventina di gocce. «La quantità di Ordina contenuta al suo interno, riattiva le funzioni vitali ed in questo caso credo possa contrastare efficacemente l'arresto indotto dal veleno del serpente.» un odore nauseante si sarebbe sollevato, mentre la pozione assumeva un colore giallastro. Amber avrebbe indicato al calderone di mescolare la bile con calma, in senso orario. Altra rotazione, altro ingrediente, stavolta contenuto in una fiala sottile e scura. «Sangue di Salamandra, per contrastare il veleno di Doxy. Oltre ad essere più in alto nella scala gerarchica, possiede rinomate proprietà curative. Si utilizzano spesso molte parti di una Salmandra, ma noi affronteremo il veleno con il sangue, in cui è più concentrato il potere curativo.» ne avrebbe preso all'incirca 20 ml con una pipetta, e li avrebbe uniti lentamente alla pozione mentre questa bolliva. Invertendo poi la rotta del calderone. «Aiuterà anche a ripulire la bile da eventuali scorie residue che in questi quattro minuti possono essere state rilasciate», avrebbe così spiegato la scelta di mettere la Bile per prima nel calderone. Dopo aver unito la salamandra, la pozione avrebbe assunto un colorito rosato, dal profumo ancora più sgradevole del precedente. Rapidamente avrebbe preso poi mezzo Bezoar, ed avrebbe iniziato a sbriciolarlo il più finemente possibile. Solo quando fosse riuscita ad ottenere una fine polvere, l'avrebbe riversata nel calderone, cambiando nuovamente giro di rotazione del rimestante. «Polvere di mezzo Bezoar, per affrontare il veleno derivato dall'unione di Cobra e Doxy.» ancora una variazione nel colore della pozione, ora di un pallido rosa trasparente. Dopo circa dieci minuti dall'inizio del tutto, Amber avrebbe estinto la fiamma, e spiegato la motivazione del gesto. «Non deve rapprendersi eccessivamente, ma così è imbevibile.» avrebbe dichiarato, per poi voltarsi ancora ed aggiungere l'ultimo ingrediente : tre rametti pieni di fiori d'arancio. «Fiori d'arancio, in infusione per cinque minuti circa, mentre la pozione intiepidisce.» avrebbe detto, inspirando a pieni polmoni il dolce aroma. Avrebbe imposto al calderone di mescolare lentamente, lasciando agire i fiori con la dovuta quiete. White non avrebbe mai potuto saperlo, ma quel particolare profumo per Amber voleva dire "casa". «... inoltre, i fiori d'arancio hanno proprietà antifebbrili, e potrebbero essere utili affinché anche l'assunzione di questo antidoto complesso non debiliti eccessivamente l'organismo.» Uno sguardo all'orologio da taschino e, trascorsi gli ultimi cinque minuti, se fosse andato come previsto, Amber avrebbe racchiuso l'antidoto in una fialetta di vetro, affinché fosse evidente anche il colorito arancione tendente al trasparente. Poi l'avrebbe consegnato a White, sperando di non aver dimenticato nulla.

G.U.F.O. - Giudizio Unico per Fattucchieri Ordinari



Come dicevamo, i due grandi "SE" avvengono partendo dall'ipotesi che l'incanto vada a buon fine, e di conseguenza anche la rivelazione successiva.

 
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view post Posted on 14/4/2019, 11:41
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Osservando Amber cimentarsi nella elaborazione dell’antidoto alla sua variazione personale della pozione sanguinaria velenosa, Sirius White si chiese quanto e quale altre abilità nascondesse la tassorosso. Si era mostrata abile, capace, una conferma per tutta la durata dell’esame, padrone non sono della sua materia per la quale peraltro ora svolgeva ruolo di supplenza ma anche in incantesimi. La sua richiesta era stata tendenziosa, un incantesimo avanzato, una abilità non dovuta per la tenera età della candidata ma un successo oltre ogni limite prevedibile, qualcosa che certo la commissione d’esame non poteva far passare inosservata. Lo speciali revelio non era solo un incantesimo di difficile esecuzione ma nella sua materia sembrava voler riempire quella lacuna che spesso spingeva gli studenti verso incantesimi e difesa e altre materie con approccio più pratico. Amber era riuscita a dimostrare ancora una volta che la bacchetta poteva rivelarsi utile, se non essenziale, anche in discipline che sembravano volerla mettere completamente da parte. Per questo quando i primi echi dell’incantesimo iniziarono a dare i propri frutti rivelando ad uno ad uno gli ingrendienti della sua pozione sanguinaria velenosa un sorriso soddisfatto gli si dipinse sul volto tradendo così, anche se anticipatamente, tutto la sua soddisfazione.
Ma non era affatto finita.
A quel punto c’era ancora l’antidoto da preparare….
Se avesse avuto difficoltà durante l’esecuzione Sirius White si sarebbe mostrato pronto ad agire per dare una mano ma non sembrava questo il caso.
Di fatti la scelta dei materiali, quella del calderone e degli ingredienti apparve fin da subito rapida e precisa mostrando una chiarezza e una decisione che assolutamente non sorpresero il docente.
Il piano che la giovane aveva in mente e che lentamente stava mettendo in pratica si stava materializzando davanti ai suoi occhi senza che il docente potesse metterci bocca.
Gli ingredienti ragionati, le spiegazioni che piano piano andarono ad aggiungersi trassero perfetta sintesi materializzandosi in una boccetta di vetro riempita di un liquido color arancione tendente al trasparente.
<< Molto bene signorina Hydra. Direi che non ci resta altro se non provare il suo elaborato >>
E così dicendo avrebbe recuperato la boccetta contenente il veleno e il suo antidoto con l’intenzione di testarne personalmente gli effetti. Una pipetta in quel caso avrebbe fatto al caso suo. Si tratta di un prova semplice, un test che spesso i nozionisti facevano quando non era possibile testare personalmente gli effetti di un veleno: mescolare veleno ed antidoto e valutare direttamente l’eventuale reazione di annullamento tra i due.
Pochi ml della soluzione di veleno andarono quindi a riempire una terza boccetta di vetro nella quale tutta la commissione avrebbe potuto osservare la reazione. La stessa quantità di antidoto andò ad aggiungere alla prima rivelandone immediatamente la conseguenze reazione chimica.
Un lieve bollore anticipò l’esalazione di una modica quantità di liquido che in una piccola nube di vapori si sollevò nell’aria per sparire rapidamente e lasciare una soluzione completamente limpida.
<< Eccezionale….davvero. Credo proprio di non dover aggiungere altro. I mie complimenti signorina Hydra. Le confermo la mia valutazione agli scritti.
Oltre Ogni Previsione anche in Pozioni.
Può tornare al suo posto e continuare gli esami con gli altri docenti. >>

Non aveva davvero nient’altro da aggiungere. Più che soddisfatto poteva riprendere il suo posto al tavolo della commissione e seguire interessato la parte restante degli esami.

 
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view post Posted on 22/4/2019, 17:25
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GIUDIZIO UNICO FATTUCCHIERI ORDINARI
Tic-tac. Tic-tac. L’esame procedeva a ritmo serrato, le lancette dell’orologio scandivano il tempo, nelle pause silenziose che framezzavano una domanda e una risposta. L’iniziale tensione sembrava lentamente stemperarsi, man mano che le nozioni si susseguivano e la giovane ragazza dava prova delle proprie conoscenze ed abilità. I volti degli Insegnanti sembravano soddisfatti, in alcuni casi addirittura compiaciuti.
“Amber Serenity Hydra. 18 anni. Tassorosso. V anno – recitava la scheda della candidata - Ex Prefetto. Caposcuola.” La sua Caposcuola. All'intestazione seguiva l’elenco dei corsi frequentati durante gli anni passati, corredato dalle relative valutazioni e, in fondo alla pagina, la dicitura “Colloquio di Orientamento” con una spunta annoiata tracciata accanto, ad indicarne solertemente l’avvenuto espletamento. Un elenco conciso, tratti d’inchiostro neri e monotoni. Atena lo aveva scorso pigramente, per poi riporlo sotto la pila di fogli che aveva davanti a sé. Conosceva quei dati a memoria, non faticava a ricordarli. Portò invece la propria attenzione sulla figura della studentessa: ciò che le interessava erano le sfumature vive di colore, la vivacità di pensiero, ciò che le movenze e le parole lasciavano trasparire di quanto si celava oltre la superficie - biondi capelli come seta, occhi grandi e intelligenti, un portamento elegante e misurato, bianco, dai contorni dorati. Quasi fiero, come quello di un gatto.
Il primo incontro con la ragazza era avvenuto molto tempo prima, lontano dalle aule di Hogwarts, lontano perfino dall’Inghilterra. In un maniero, perduto in mezzo al nulla, circondati da ombre e dalla minaccia della morte: lì, quando ancora non conosceva il suo nome, Atena aveva fissato lo sguardo sul volto della Tassorosso, per la prima volta.
Erano accadute molte cose, da quel lontano pomeriggio d’estate; molto, da allora, era cambiato nell’animo e nelle vicissitudini di Atena. Molto aveva avuto modo di apprendere nei riguardi di Amber.

«Molto bene, signorina Hydra, veniamo a noi.» cominciò, dopo aver ringraziato con un cortese cenno del capo il collega di Pozioni. Un angolo delle labbra si sollevò impercettibilmente, in quello che sembrava l‘accenno di sorriso enigmatico; appoggiò gli avambracci sul tavolo e incrociò le dita davanti a sé. Il bracciale in metallo tintinnò al contatto contro il legno. «Ha superato lo scritto di Incantesimi con una O.» comunicò, senza troppi preamboli; la voce pacata, ma cristallina, mai eccessiva. «Non mi dilungo oltre su questo: le basi teoriche sono state apprese, ho apprezzato l’analisi precisa ed ordinata degli argomenti richiesti e le riflessioni limpide con le quali sono stati arricchiti. Vorrei spendere invece una parola sul suo percorso scolastico, che ho seguito con interesse, per quanto non abbia avuto modo di accompagnarlo sin dall’inizio. Ciò che maggiormente mi ha incuriosita dei suoi elaborati sono stati gli accenni alla cosiddetta “Fisica della Magia”: una branca di studio inconsueta, a cui pochi si avvicinano e ancora meno comprendono, ma che tuttavia ritengo essere di grande utilità per ogni Mago o Strega che voglia eccellere nell’arte degli Incanti, o per coloro che desiderano intraprendere una professione in cui la Magia viene usata in contesti molto delicati.» fece una pausa, valutando con lo sguardo le iridi chiare della ragazza, alla ricerca di una qualunque reazione alle sue parole. Le dita si spostarono poi su alcuni fogli di pergamena, più per un gesto meccanico che per il reale bisogno di leggere quanto vi fosse annotato. Prima di proseguire, si schiarì la voce.
«Anche lo scritto di Trasfigurazione è stato valutato con una O. Il Professor Channing ha avuto un impegno non previsto che lo ha trattenuto altrove.» spiegò «Si è premurato di lasciarmi diversi appunti e indicazioni - *che debitamente ignorerò* - per cui mi occuperò io stessa della sua parte dell’esame. Ma di questo parleremo più tardi.» ripose nuovamente il foglio sul ripiano del tavolo, e con esso ogni possibile fonte di distrazione. «Tornando alla nostra materia, mi dica: quali sono le caratteristiche necessarie per lanciare un Incantesimo? Badi bene, è al quinto anno…» puntualizzò, prima che potesse iniziare a parlare, come una sorta di ammonimento. «….Non mi ripeta soltanto quanto viene insegnato il primo giorno di scuola in merito agli incantesimi e che viene riportato in ogni manuale. Mi interessa di più sentire la sua opinione personale: quali qualità entrano in gioco - quali sono importanti, o è bene coltivare - nel momento in cui un Mago o una Strega si trovano nelle condizioni di dover lanciare un Incantesimo? Immagino che in questi anni studio e, soprattutto, di pratica - sottolineò la parola consapevole che la Tassorosso aveva avuto più di un'occasione per mettersi alla prova fuori dalle aule di Hogwarts - si sarà fatta una sua idea personale.». Studiare un incantesimo, conoscerne l'effetto, le movenze e la pronuncia - per quanto aspetti basilari - era ben diverso dal saperlo utilizzare efficacemente nella realtà quotidiana o in una situazione di emergenza, laddove le pagine di un libro o i confini sicuri delle aule scolastiche non venivano in aiuto. Erano richieste doti e qualità trasversali, e proprio su queste le chiedeva di riflettere. «E, vorrei aggiungere, secondo lei qual è - o quali sono - le difficoltà maggiori che si incontrano durante l’esecuzione di un incanto? Porti anche alcuni esempi a sostegno delle sue affermazioni, per cortesia».
ATENA MCLINDER - INCANTESIMI
 
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