Tra le righe II (Continuazione), per Rowena

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view post Posted on 22/2/2019, 21:37
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Ekaterina notò il sorriso della donna mentre parlava di Tristan. Era una bella ragazza quando sorrideva, poteva capire perché Tristan la tenesse tra le proprie frequentazioni. Non conosceva molto Tristan ma era di famiglia e ciò significava che lo conosceva bene. "Si" disse Ekaterina " Sappiamo bene come è il carattere di mio nipote, ed è lo stesso che ha ereditato da suo padre Nicholaus e da suo nonno, mio marito. Se non ricordo male anche i bisnonni erano piuttosto fatti… a modo loro."

Manteneva un sorriso sornione sul volto il sorriso di un gatto che gioca con la preda o di chi ha un segreto che è indeciso se rivelare. Un segreto che sapeva l'interlocutrice sapesse. A quel punto si avviò attraversando la porta e gettandosi nella via.
La gente aveva cominciato a diradarsi e Ekaterina, si fermò davanti alla porta per estrarre una sigaretta. In brevissimo tempo l'accese e cominciò a fumare.


"Sì Durmstrang, e poi ho letto tanto. Ecco il segreto. Anche lei dovrebbe farlo: dà acume alla mente, anche se vedo che la sua è già piuttosto brillante non è vero? Mio nipote, poi, so bene abbia una predilezione per le persone brillanti. Quelle noiose le elimina rapidamente… dalla conversazione!"

La conoscenza artistica della donna erano limitate assai "Questo Handel" uno dei più grandi compositori di musica relegato ad un semplice "Carneade chi era costui?". Il bagaglio culturale dei giornalisti si era ridotto assai dai tempi in cui lei era finita sulle prime pagine dei giornali. Ricordava come titolava Zauberwelt il 3 Ottobre 1974:" Ekaterina e la Cancelleria: La tela ed il suo Ragno" perché il Cancelliere aveva parlato di ricatti ai suoi danni eseguiti dal Dipartimento capitanato da Ekaterina. Ricordava quale finissima mente fosse il redattore e il dibattito che si era aperto, ma fu quando il Cancelliere venne ridotto al silenzio finale che la Von Kraus svanì dalle prime pagine.

"Poi mio padre ci teneva tanto alla mia formazione culturale classica e artistica" l'idea di questo padre che tenesse alla formazione classica le era venuta tanti anni prima quando le avevano chiesto cosa facesse suo padre. Suo padre era un fuggitivo violento e psicopatico. Un seguace di Grindelwald che rimase fedele fino alla fine. Certo comprese che, dopo la cattura del padrone, era meglio vivere nel fitto sottobosco dell'illegalità e della clandestinità. Tutto ciò non poteva essere presentato, non potevasi dire di un padre feroce e violento, e perciò ecco nascere un figura esemplare e colta, illuminata dalla luce della ragione di Pallade Atena ed Apollo Musagete. Patetico ma necessario e funzionale.

"Avrei tanto sperato che anche Tristan venisse mandato a Durmstrang, come suo padre. Tutti i von Kraus sono andati a Durmstrang. Ma non speri che i figli ascoltino i consigli di una madre! " rise espirando il fumo. Con quattro battute la sigaretta era già finita, buttò il mozzicone in terra.
Superato il passaggio del Paiolo Magico aprì la porta del retrobottega e, assicurandosi la vicinanza della giovane donna, le fece, indicando la sala
"Mi mostri il suo tavolo preferito!" rise brevemente.


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view post Posted on 23/2/2019, 23:40
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LA MANGIAMORTE

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Si limitò ad annuire in sua direzione, dando un segno di tacito assenso a quanto Ekaterina aveva detto riguardo alla famiglia Von Kraus, avendo quindi la conferma che il gene bacato era radicato in essa. Anche il giovane Vagnard, si era dimostrato capace di gesti particolari, vedi lo sputo verso la Rigos durante la partita di quidditch e il suo fare falloso in campo, inoltre la nomea del giovane era riuscita a raggiungerla tramite quegli uccellini che un tempo, teneva a svolazzare nel castello. Era un peccato che avesse tagliato totalmente i ponti con quel luogo, avere un fedele servo dell’oscuro all’interno avrebbe potuto riportare in auge ciò che una volta era il suo regno, colmo di giovani studenti sacrificabili.

-Grazie per il complimento. Alcune letture non mi appartengono, anche se concordo che leggere di più sia sicuramente un ottimo allenamento per la mente.-

A casa di Rowena i libri erano molteplici, ma tutti che parlavano di magia o del mondo magico, le letture fatte solo per il gusto di passare il tempo e prettamente babbane erano pressoché bannate dalla sua vita. Il discorso per la musica era diverso, le piaceva tutto quello che facesse confusione e rumore mentre aveva una reale avversione per la musica classica, fin troppo soporifera e totalmente discordante con il suo essere.

-Capisco. Il mio no, era un babbano.-

Dicendo ciò, con un tono piatto e privo di sentimento, si premunì di guardare Ekaterina di sottecchi, cercando di cogliere una qualche reazione a riguardo. Aveva oramai da tempo accettato la sua origine, anche perché la magia e il potere che Voldemort le aveva donato avevano divorato ogni singola traccia del suo essere babbana. Si soffermò a guardare il mozzicone estinguersi sotto il piede della donna, per poi aprire la porta del paiolo e mettere piede al suo interno. Il luogo era ameno come sempre, in un tavolo vicino al bancone vi erano seduti dei maghi di diverse etnie che chiacchieravano allegramente tra loro, ma data l’ora, era decisamente più tranquillo e meno chiassoso di quanto potesse essere al mattino.

-Drumstrang avrebbe forgiato il suo carattere in modo decisamente diverso. Hogwarts ha molte falle nel suo sistema educativo…-

Disse con fare svogliato, allungando nel contempo lo sguardo sulla sala in cerca di un posto vicino al camino. Rowena non aveva particolari preferenze per il tavolo ma prediligeva accomodarsi laddove il torpore del fuoco si facesse sentire. Un buon Odgeon, il crepitare delle fiamme e una chiacchierata con una donna che le andava a genio. Un’ottima serata.

-Prego di qua.-

Si diresse quindi verso un tavolino dove due comode sedute le attendevano. Una volta raggiunto si tolse la sciarpa appoggiandola alla schienale della sedia, facendo poi lo stesso con il mantello che venne ripiegato su se stesso. Indossava una tunica verde di lana a maniche lunghe e che arrivava fino alle ginocchia, qualcosa che seguiva molto la moda magica ma che si sarebbe confuso bene qualora avesse dovuto, per questioni superiori alle sue scelte, intrufolarsi nel mondo babbano. Calze riscaldanti e stivali in pelle di drago consunte terminavano un look spartano ma utile. La sua dodici pollici e mezzo, ora in bella vista, dimorava in una fondina che Rowena teneva alla cintura. Prese fine posto, arrotolando il lungo crine scuro in una mano per portarlo davanti alla spalla sinistra, cercando di riordinarsi.

-Ah qui si sta decisamente bene, non trova?-

si sfregò le mani, scaldandole tra loro con fare allegro, lo sguardo in cerca di un garzone.
 
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view post Posted on 24/2/2019, 15:13
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I complimenti sono come semi che germogliano in un terreno arido: dei piccoli miracoli della natura, essi possono fare molto in una conversazione.
"Ma si figuri mia cara, sono costretta dalla mia indole a dire ciò che penso."
Si appoggiava costantemente al bastone mentre sentiva che la ferita non le faceva più male ma quel colpo, più duro del solito, l'aveva stancata e l'aveva fatto più di quanto lei volesse mostrare. Che fosse qualcosa di più grave degli strascichi della ferita che aveva subito? Il verme della preoccupazione cominciava, già da tempo, a farsi strada in lei.
Scacciò questo tarlo continuando il discorso.

"Se posso, le consiglio di spingersi oltre i limiti naturalmente imposti della sua indole. Tutto, con un po' di fantasia, serve. Specialmente nel suo lavoro! Io l'ho fatto, a suo tempo. E ne ho avuto insperato giovamento"

La mente di Ekaterina, artistica e votata al bello, spinta dall'ambizione sfrenata aveva studiato testi più scientifici, si era attaccata al seno del sapere illuminista e positivista e ne aveva tratto nutrimento. Aveva sempre ritenuto, le materie matematiche, naturali e mediche come "arti da muratori" che servivano a supportare la vita di chi la Scienza aveva modo di studiarla davvero: i teorici della magia, i letterati, i filosofi, gli storici, i musicisti. Perché l'uomo, a suo parere, poteva vivere benissimo senza scienza, sarebbe morto magari a quarant'anni, magari a cinquanta, ma non avrebbe potuto saper vivere senza il pensiero trasmesso dalle scienze umane. Avrebbe voluto, con i soldi dei von Kraus, essere mecenate e costruire un salotto come quelli viennesi o italiani, come i salotti d'arte francesi ma non si può chiedere ad un astore di essere un cigno. E in mezzo alle sue speranze e ai suoi sogni giovanili c'era stata la determinazione, quel senso di inadeguatezza costante, quella fame di potere che l'avevano mossa al dimenticare i giochi dei bambini per intraprendere la via della vetta. Non si era pentita della sua scelta ma aveva continuato a coltivare, nella sua vita colma di crudeltà, di violenza e di spietatezza una scintilla di bello.

Quando sentì il termine babbano, pronunciato in maniera neutra, atona e senza alcun attaccamento Ekaterina rimase seria, pensosa. A metà tra le sue riflessioni nostalgiche e la realtà presente che, spesso, si sovrapponevano in caleidoscopiche fantasie cangianti.
Beh, e che problema c'è - pensò - finché non è mio figlio a sposare una babbana… - Ma disse:
"Mi confesso molto dispiaciuta per lei, ma, se può consolarla, con i babbani è così come tra i maghi: vi sono quelli illuminati e quelli meno; anche tra gli animali, per esempio, ci sono quelli che rispondono in maniera più brillante e quelli che non rispondono: ma ciò non è determinato dalla razza ma dall'individuo. E spero di non averla offesa dicendolo. Ritengo che la stupidità, la grettezza e l'incapacità di amare il bello siano crimini che debbano essere puniti trasversalmente. Ormai, mia cara, il brutto va di moda: lo sciatto, il rozzo, il miserabile viene apprezzato ed è una cosa che non riesco né a comprendere né tollerare ."
Queste ultime parole furono pronunciate con tono convinto ma delicato, una delicatezza quasi inquietante, e con lo stesso sguardo di chi potrebbe e vorrebbe, per la stessa ragione, organizzare un'eccidio di coloro che non seguono, secondo i dettami della cariatide, il culto del bello. Qui si mostrò, a chi volesse coglierla, la vena dittatoriale, reazionaria e assolutamente inflessibile che, con altri scopi, aveva messo sotto scacco la Cancelleria tedesca.

"E sembra che le falle nel sistema educativo siano quelle meno gravi…"
Rispose seguendo la donna verso due sedie vicino al fuoco. Ekaterina allungò una mano su una terza sedia, in eccesso ad un tavolo vicino, e la spostò vicino al loro. Su quella poggiò la pelliccia ed il colbacco, senza troppa precisione, mantenendo come unica cura che essi non toccassero il suolo.
Rimasta senza gli strati superiori, atti a protegger dalla neve e dal freddo, mostrava la testa circonfusa dai capelli candidi, il corpo, asciutto, stretto in una giacca grigia, destrutturata, con il bavero ed i polsini foderati di pelliccia, coordinata a quella del cappotto, e pantaloni neri.
Sotto la giacca indossava una maglia nera che faceva risaltare i sei giri di perle attorno al suo collo.
Si accomodò mostrando delle scarpe con il tacco dall'apparenza piuttosto leggera per essere inverno inoltrato. Lucide da brillare malgrado avesse camminato per le strade innevate.
Con la mano ossuta si aggrappò al bastone e lo poggiò a lato, tra il suo fianco ed il bracciolo della sedia.

"Si, decisamente meglio."
Rispose in maniera volutamente distratta e, facendo scivolare la destra dal bastone, andò a congiungere le mani sul tavolo sfregandole l'una contro l'altra e facendo passare le dita tra le dita.
"Lei ha studiato ad Hogwarts?" chiese assumendo un'espressione interrogativa che virò rapidamente in una sfumatura di preoccupazione "Sa mi è parso di capire che la Scuola non sia più così sicura per gli studenti dopo gli ultimi tragici eventi. Penso al mio secondo nipote, Vagnard, e a tutti i poveri bambini che crescono ed affinano le loro menti in quella struttura, lei, che sicuramente è più informata di me, visto il suo lavoro, ritiene che vi siano anche falle nella sicurezza? Sarebbe forse meglio portare i miei nipoti a studiare all'estero? "
Finse una credibile pausa di riflessione; nella quale portò la destra sotto il mento e, pizzicando le perle della collana tra il pollice, l'indice e il medio, socchiuse gli occhi coprendo con le palpebre pallide le iridi azzurro-grigiastre, tinte del colore indefinito della vecchiaia.
Sospirò, quasi come una madre sconsolata, ed aggiunse:
" In famiglia, vede, non posso dirlo, i miei figli sono piuttosto reticenti ad ascoltarmi perché mi hanno conosciuta in un altro periodo fatto di tensioni, di lavoro e di rabbia e non vedono i me una possibilità di redenzione o di cambiamento, ma, con lei che è estranea alle nostre dinamiche, posso confessarmi molto in ambasce per la situazione attuale."
 
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view post Posted on 27/2/2019, 23:10
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LA MANGIAMORTE

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//se ci sono errori di battitura perdonami, la stanchezza ha avuto la meglio//

Il vero problema era che le letture dei babbani non le comprendeva: parlavano di armamentari tecnologici che non le appartenevano, i loro mezzi a motore, primitivi quanto inquinanti non le piacevano e l’intero stile di vita dei babbani, lobotomizzati davanti a televisori e cellulari, li rendeva ai suoi occhi ancora più stupidi di quanto già lo erano. Andavano sottomessi e guidati verso un nuovo futuro, sicuramente con le cattive data la loro indole poco incline a piegarsi. Fine dei discorso.

-Non lo metto in dubbio. Tuttavia, dato che mi occupo principalmente di cronaca sportiva e bianca, oltre ad un’ottima conoscenza degli argomenti trattati bisogna avere prontezza di spirito e saper dosare le giuste parole. La politica, lo sport e la religione sono argomenti che mettono sempre zizzania. Parlare del tempo, in effetti, è la cosa migliore di cui discutere quando ci si intrattiene con uno sconosciuto…-

Un sorriso furbetto tirato tra le labbra. ritrovandosi poi a rispondere dapprima con un gesto. Sollevò la mano destra, il palmo aperto rivolto verso di lei, il gomito appoggiato al tavolo e il busto in avanti, scuotendo il capo in un cenno di diniego.

-Nessuna offesa. Mio padre era un bell’uomo, ma decisamente gretto ed ottuso. Tuttavia, sono contenta che le nostre strade si siano divise, probabilmente sarei cresciuta in modo molto diverso da quella che ora sono se fossi rimasta con lui.-

Una pausa, ritrovandosi ad annuire. Anche a Rowena piacevano le cose belle ma era una impareggiabile taccagna, tanto da far impallidire i goblin, e i soldi era solita spenderli solo per poter acquistare altro da aggiungere al suo vasto armamentario, evitando quindi di scialacquarli in pomposi ed appariscenti indumenti che tra le altre cose, poco si sposavano con la sua indole.
Il discorso riguardante Hogwarts era qualcosa capace di pungerla nell’orgoglio. Sfortuna volle che all’epoca dell’ultimo attacco ad Hogwarts lei non facesse parte del folto esercito che l’Oscuro aveva deciso di schierare in campo, una missione in un luogo lontano l’aveva tenuta in disparte, ma questo non voleva dire che la fazione oscura aveva fatto un bel centro nel cuore del mondo magico, allargando il proprio velo di paura. Inutile la commemorazione, quell’ipocrita sceneggiata che Peverell aveva messo in atto. Avrebbero nuovamente colpito più in là, probabilmente più duramente.

-Si ho studiato ad Hogwarts, sono cento per cento scozzese, difficile che altre scuole mi potessero contattare. Riguardo alle falle, quelle sono presenti da molto tempo. Il castello viene presentato come un posto molto sicuro, dove gli studenti possono fare le loro esperienze con tranquillità, ma non è così.-

Una pausa, umettando le labbra prima di riprendere. In realtà si stava pregustando il fatto di poter gettare fango sul corpo docenti e l’amministrazione Pompadour in generale. Il tono di voce apparentemente polemico, nonostante alcune nefandezze avessero la sua mano come firma.

-L’ultima azione di colui-che-non-deve-essere-nominato è stata eclatante, ma altri avvenimenti sono successi in passato. Certo che da quando la Bennet ha lasciato la sua sedia la calma sembra essere tornata, ma per quanto? Reputo che la sicurezza del castello e dei giovani che vi dimorano dentro non debba vertere solo sulle spalle di Peverell e dell’attuale corpo docenti. Credo che la Pompadur e il capo auror debbano gestire meglio la sicurezza, dando priorità al futuro di questo paese. Quindi, la risposta alla sua domanda è si. Se Vagnard ha la possibilità di studiare altrove credo sia la scelta giusta. Inoltre, una scuola come Drumstrang potrebbe raddrizzare il suo sprezzo per le regole. Se affronta la vita come quando gioca a Quidditch credo che si metta spesso nei guai…-

Aveva visto giocare spesso il giovane serpeverde e ammirato il suo modo di fare scorretto, che le ricordava tanto lei da giovane, ma sapeva che il suo modo di fare poteva creare inimicizie pericolose e ripercussioni sgradevoli.

-Se posso permettermi, mi sembra una persona saggia e con l’esperienza necessaria per dare i giusti consigli. Io l’ascolterai volentieri se fossi al posto dei suoi figli. Per quanto può valere…-

Questo ultimo dire era quanto mai vero. Il fare austero e quell’aura algida che emanava le suscitava una innata simpatia. Che strana cosa.

PRONTE PER ORDINARE

 
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view post Posted on 28/2/2019, 00:59
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Seth Collins
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Quel giorno Seth si sentiva inspiegabilmente stanco e svogliato. Non aver fatto colazione era solamente una delle tante cose andate per il verso sbagliato in quell’interminabile giornata. Una volta arrivato al Paiolo Magico però, non poteva permettersi distrazioni. Dopotutto era il suo primo giorno di lavoro come garzone e pur non dubitando delle proprie doti, si sentiva comprensibilmente nervoso e agitato. Il proprietario del locale lo aveva istruito a dovere sul lavoro da svolgere ed era quindi pronto a servire la clientela senza commettere errori. O almeno sperava di potersi arrangiare, perchè con quella stanchezza sulle spalle, sapeva di doversi concentrare ancora di più. “Oggi servirà uno sforzo enorme, ma presto diventerà un’abitudine” pensò positivamente, mentre si stava legando attorno alla vita il grembiule nero con il logo del Paiolo Magico ricamato su di esso. ”Si comincia!”

Dopo aver riposto un vassoio di burrobirre vuote sul bancone, Seth prese in mano il taccuino e una penna. Amava annotarsi gli ordini dei clienti a mano, come facevano i babbani. Si avvicinò con passo spedito verso il tavolo accanto al fuoco, dove sedevano due donne immerse in una fitta conversazione.
«Buongiorno! Avete già deciso cosa ordinare? Se necessitate del menu completo, ecco qui» disse estraendo la bacchetta e facendo apparire due cartoncini pieghevoli con l’elenco dei piatti e bevande servite tipicamente nel locale. «Ma se volete qualcosa di particolare, non presente nel menu, forse possiamo accontentarvi comunque» continuò, strizzando leggermente l’occhio e sorridendo alla donna seduta alla sua destra. Rimase quindi ad aspettare con aria tranquilla, cercando di non mettere alcuna fretta alle due clienti. D’altronde teneva perfettamente sotto controllo il locale e non doveva correre a sistemare altri tavoli o pulire il bancone.


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view post Posted on 28/2/2019, 09:50
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Ekaterina sorrideva compiaciuta, affabile,
"Beh da quando diversi anni fa mi sono trasferita in questo Paese, ho notato che amate discorrere di due argomenti principalmente: il tempo e le scommesse. Da cui si dividono poi ogni altro possibile argomento, declinato secondo le necessità."
Fissò a lungo le iridi nocciola e per pochi istanti la vide trasfigurata in un giorno di estate presso la loro tenuta. Erano già passati cinquant'anni da quando era scappata e trentasette da quando era morta. Il peso di quel segreto er l'unico ad essere insopportabile. Capitava che, con la coda dell'occhio, la vedesse attraversare la strada dietro di lei o che per pochi istanti ne sentisse la voce cristallina. Le capitava di svegliarsi, a metà della notte con il suo nome sulle labbra che moriva. Talija. Faustus era morto senza sapere cosa le fosse successo, ma non avrebbe sopportato il dolore, lui era più debole di lei: forse si sarebbe sentito in colpa, forse avrebbe dato la colpa a lei. No, era stato giusto non dirglielo così come non l'aveva detto nemmeno ai fratelli che la pensavano ancora salva dalle grinfie della madre opprimente. Lei doveva essere la sorella coraggiosa che ce l'aveva fatta, forse. Oppure aveva semplicemente pagato per il peccato di aver abbandonato il paradiso e aver cercato la mortalità. Era giusto che chiunque si allontanasse da Lei pagasse un prezzo, un tributo; non per niente in certi ambienti era conosciuta come il Moloch: richiedeva sempre altissimi sacrifici ma se uno le fosse rimasto vicino sarebbe stato libero e salvo, mentre man mano che si fosse allontanato sarebbe stato sempre più a rischio. Il libero arbitrio ha un costo; spesso quel costo è la vita stessa.

"Mia cara Rowena, mi permette di chiamarla per nome di battesimo? Lo faccia anche lei con me, mi chiami Ekaterina. Sono decenni che nessuno mi chiama per nome di battesimo, comunque dicevo, mia cara, almeno ne ha ereditato la bellezza! Non è dunque il caso di avergliene, più di tanto. " disse stemperando un po' il discorso, in modo che lei non sentisse il peso di un'evento che non poteva controllare. I genitori non si scelgono e le colpe dei padri ricadono sempre sui figli, checché ne si dica. "Scozzese dunque? Beh tutti i miei nipoti hanno studiato a Hogwarts ma sono nati e vivono i Germania, oltre alla provenienza le scuole guardano il lignaggio e, certo, anche i fondi di cui si dispone. Mi ricordo che Durmstrang, ai suoi tempi, accettava sempre un contributo di pochi spiccioli, per mantenere o cambiare determinate figure o usanze. Si figuri che i miei figli, e solo loro, tutte le mattine dovevano correre attorno alla scuola, scalzi, per circa un'oretta."

Un contributo annuale aveva oliato ogni ingranaggio e , certo, essendo una figura piuttosto influente e temuta nel ministero aveva giocato a suo favore.


"Lo immaginavo, mi stupisco che un giornale solido come il vostro non abbia ancora tuonato contro quest'istituzione che mette in pericolo le giovani promesse delle famiglie magiche. Perché se, Dio non voglia, succedesse qualcosa a Vagnard almeno ho altri quattro nipoti, tutti maschi, ma c'è chi non ha la mia fortuna!"

Aveva sempre considerato la sua famiglia come una razza di purosangue con tanto di pedigree, quest'usanza le arrivava dagli Obraztsov: essi selezionavano accuratamente le coppie, eliminavano i figli che nascevano non rispecchiando i canoni di perfezione della famiglia, facendo in modo che la stirpe continuasse come doveva continuare. Lei aveva allentato un poco le restrizioni, tanto che tutti i figli avevano sposato chi pareva loro ma certo l'idea di avere solo nipoti maschi era piuttosto piacevole. Tanto, come voleva l'usanza, alla sua morte tutto sarebbe passato al primogenito e se qualcuno avesse voluto qualcosa altro non doveva fare che alzare la testa e ammazzare il primogenito o rinchiuderlo.

"Certo che è molto doloroso sentire queste notizie, io sono stata via per un po' di tempo e mi addolora moltissimo sapere di questi attacchi. Sapevo che la situazione versasse in cattive acque ma queste notizie non mi rincuorano. Io sono e sarò sempre dalla parte delle istituzioni e lo dimostra il fatto che, malgrado le accuse infamanti ed infondate che, immagino saprà, hanno colpito tanti anni fa la mia famiglia e mio marito in particolare, mi schierai per un immediato procedimento che fu, ahimé, bloccato dalla prematura scomparsa di Faustus, però devo ammettere che hanno gestito e stanno gestendo male la situazione. Forse dovrebbero mettere dei Ministeriali nella scuola, dice?, beh forse se i giornali lo chiedessero a gran voce la popolazione capirebbe questa necessità ed allora la scuola si adeguerebbe alle richieste di maggior sicurezza, lei cosa dice? "

Ekaterina sapeva poco dei nipoti, ma quel poco che sapeva permetteva di inserirli perfettamente nell'alveo della famiglia. Non si preoccupava tanto per ciò che combinava, era un von Kraus e tra i soldi e l'educazione sarebbe sempre caduto in piedi. Tuttavia le dispiaceva che venisse beccato: quello avrebbe gettato una cattiva luce sulla famiglia e, di conseguenza su di lei. E i giovani non avevano ancora capito che, senza di lei, la famiglia sarebbe crollata come un castello di carte già da tempo.

"Perché… E' forse un maleducato? Lo hanno sorpreso ad essere scorretto? Lo sapevo che non l'hanno … educato abbastanza quando era bambino " disse sporgendosi verso la giovane "Lei è così gentile a dirmi questo ma le dinamiche familiari sono sempre molto complesse"

A quel punto un giovane si avvicinò al tavolo: il garzone. Non avrà avuto nemmeno la maggiore età. Ekaterina si segnò mentalmente di cercare chi era riuscito a fare in modo che tutti questi minorenni potessero lavorare e complimentarsi con lui: non in tutti gli stati il lavoro minorile era visto con favore, qui invece era molto utilizzato.

"Buongiorno" disse algida voltando la testa di poco verso di lui " Io desidero un Whisky Incendiario, senza ghiaccio. E se potesse portarmi un posacenere anche mi farebbe un gran favore."
Poi si girò verso la compagna di chiacchiere.
 
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view post Posted on 5/3/2019, 23:10
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Andò a posare il gomito sul tavolo, la mano dischiusa venne reclinata e il mento poggiato sul dorso di questa, osservando e ridacchiando alla battuta di lei. Rowena non era una gran scommettitrice, troppo avara per sperperare i suoi galeoni in un gioco, eppure conosceva un folto numero di maghi che adoravano scommettere su qualsiasi cosa.
Continuò ad ascoltare, senza interrompere annuendo ogni tanto e infine ritrovarsi sorpresa a pensare ai figli di Ekaterina correre scalzi attorno alla scuola. Sapeva che l’inverno a Durmstrang non aveva nulla da invidiare a quello che avvolgeva le Higlands e che anzi, le temperature potevano essere decisamente più rigide. Li vedeva quei giovani, il viso paonazzo, i piedi arrossati che affondavano nella neve. Un brivido la colse, ma solo per la fastidiosa sensazione di gelo che l’immagine le aveva scaturito in testa.

-Allora non avrei potuto frequentare nient’altro che Hogwarts. Faccio parte della gente più comune e non avevo modo di poter arrivare ai fondi che mia madre mi aveva lasciato. Una storia lunga…-

E che non aveva voglia di raccontare. Il tempo le aveva permesso di accettare molte cose di lei, persino la sua origine e quel passato povero, ma non era una cosa che amava rivelare in giro.

-In realtà il giornale ha remato molto contro l’attuale governo. Pochi mesi fa ad Hogsmede c’è stata una raccolta firme per richiedere nuove elezioni ma l’intervento del capo auror e uno scherzo mancino di qualche gaglioffo, non hanno permesso di proseguire la pacifica azione di protesta.-

Ci tenne a marcare la parola pacifica, ponendo particolare vigore nel pronunciarla per poi proseguire.

-Inserire ministeriali all’interno della scuola non penso possa aiutare. Abbiamo il ministro in persona che presenzia alle lezioni di pozioni ma non abbiamo risolto nulla di che. Io penso proprio che il Ministero stesso, la sua politica odierna che trovo antiquata vada riformata. Non sono una politicante e probabilmente mai lo sarò quindi non so nemmeno che suggerire a riguardo, eppure da cittadina onesta e corretta ed informata dei fatti, credo ci sia bisogno di gente nuova. La Pompadour ha fatto il suo percorso, credo che debba mettersi da parte.-

Andò a stendere ambo le mani sul tavolo, davanti a se, portando la sua figura in avanti poco prima di terminare il proprio dire, mostrando con quel gesto tutta la franchezza delle sue parole. Era vero, voleva Camille fuori dai piedi, ma quello che c’era dietro faceva parte di un meccanismo già precedentemente oliato e perfettamente funzionante. Attendeva solo il momento buono per metterlo in moto.

-Per quanto mi riguarda non so nulla di voi, Ekaterina. Non ho mai amato storia della magia e probabilmente all’epoca dei fatti ero troppo giovane per interessarmene.-

Ammise la sua ignoranza candidamente. lasciando alla donna possibilità di snocciolare la storia. In caso non fosse successo, non ci avrebbe messo molto a recuperare qualcosa dagli archivi della gazzetta.

-Oh niente di che, l’ho visto giocare a Quidditch e non si è comportato come dovrebbe, ma è un gioco tra l’altro abbastanza violento, ed essere scorretti fa a suo modo parte di esso. So che era stato prefetto e quella carica non la danno a persone che amano mettersi nei guai.-

Tagliò corto il discorso du Vagnard per via del garzone che, armato di penna e taccuino, si era presentato al tavolo. Ascoltò l’ordine della donna, annuendo di rimando.

-Facciamo due Incendiari…-

Un sorriso garbato in direzione del ragazzo, in attesa di proseguire l’interessante colloquio.
 
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view post Posted on 13/3/2019, 11:28
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Seth Collins
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Seth annuì alle due donne sedute di fronte a lui, appuntandosi le semplici ordinazioni sul proprio taccuino. La sua spensieratezza li giocava spesso brutti scherzi. Il breve tragitto dal tavolo dei clienti fino al bancone poteva essere già fatale per la sua memoria, quindi era meglio segnarsi ogni ordine.
«Ottimo, datemi giusto qualche minuto e sarò da voi con gli incendiari» disse sorridendo e voltandosi per dirigersi al bancone.
Un paio di rapidi passi, qualche cenno di saluto verso i clienti abituali ed era già con il vassoio in mano. Prese la bottiglia di Whiskey incendiario e versò il liquido in due piccoli bicchierini. ”Uno senza ghiaccio, se non ricordo male” controllò il taccuino e sorrise per aver ricordato bene l’ordinazione. Appoggiando i bicchierini sul vassoio, Seth tese l’altra mano verso la pila di posaceneri sul bancone e prese quello in cima per portarlo ai clienti. ”Fatto!”
Prese in mano il vassoio e facendo molta attenzione a non spandere il whiskey, raggiunse il tavolo delle due clienti.
«Ecco qui i vostri due whiskey! Uno con ghiaccio e uno senza.» Disse mentre appoggiava il vassoio sul tavolino. «Sono 10 falci in tutto, ma potete pagare anche tranquillamente dopo» continuò per non fare fretta alle due clienti.


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Non appena il garzone si fu allontanato Ekaterina commentò "Alla sua età non bevevo mai fuori dai pasti, sa era molto sconveniente. Ora, con questo lassismo imperante dei costumi, posso permettermi qualche scappatella" Sorrise ammiccante.
Mentalmente continuò il loro discorso sospeso, tuttavia rimase solo una risposta mentale.
-La volontà e la tenacia sostituiscono ogni possibile aiuto economico - pensò di dire ma non ne era così convinta, d'altronde la sua carriera era iniziata quando i von Kraus l'avevano presentata nel ministero, da lì aveva cominciato a guadagnare i suoi primi soldi non tanto con il misero stipendio da Ministeriale quanto dalle mazzette e dalle compartecipazioni nel fitto sottobosco della malavita Berlinese; poi quando le affidarono il caso del contrabbando nel settore est riuscì a fare il colpaccio. Rintracciò il gestore dei traffici e cominciò la sua carriera di ricattatrice. Dopo qualche anno riuscì a estrometterlo e a inserire uno dei suoi con la scusa di una missione sotto copertura. Lì ebbe dei bei soldi e con la mente brillante che aveva riuscì ad ampliare la rete di traffici gestendo la corrente di denaro che scivolava all'interno del ministero e, quindi, andando a pescare tutti i "piccoli correntisti" come soleva chiamarli. Da loro non voleva soldi, assolutamente, a loro offriva amicizia. Così riuscì a comprarsi la prima scala che le fungeva per la futura arrampicata burocratica. Presto i suoi colleghi si accorsero che se c'era un cavallo su cui puntare questa sarebbe stata lei, e così cominciarono a farle scudo: una cerchia ristretta attorno alla giovane capodipartimento. Sì la determinazione, la tenacia e la volontà fanno molto ma anche la scarsa inclinazione all'etica, la capacità di ignorare ogni convenzione morale e l'assenza di pietà possono aiutare
.
"Le manifestazioni pacifiche contro un governo hanno sempre questa fine, mia cara, altrimenti come potrebbero venir disapprovate? Non rimarrei stupita se il riottoso…" si interruppe per creare un po' di suspense. Quante volte aveva infiltrato gruppi interi di avanzi di galera nelle manifestazioni solo per creare morti e feriti e dimostrare come le manifestazioni contro il governo fossero pericolose e gli avversari politici dei suoi ministri fossero in realtà dei violenti: delle minacce per la stabilità e la pace. Certo non poteva esserne certa ma, un po' di cattiveria e di sospetto non hanno mai fatto male. "…Beh sappiamo come vanno certe cose."
A quel punto lo spirito della giornalista si palesò con una domanda piuttosto diretta. "Su di me? Non voglio vantarmi ma ho vissuto qualche vicenda dalla quale si può trarre insegnamento, il principale insegnamento è: bisogna rendersi indispensabili per il funzionamento del proprio luogo di lavoro, altrimenti si verrà licenziate. Tuttavia non mi merito nemmeno una nota a pié pagina della storia" Notò il ritorno del garzone " per ora. " aggiunse in maniera sibillina.

"Paghiamo subito" Disse estraendo con insospettabile rapidità un piccolo portamonete "Rowena, mi permetta di ripagarla della sua gentilezza. Non accetterò eventuali proteste mosse dalla cortesia." aggiunse la seconda parte con tono che non ammetteva repliche, dopo aver aperto il borsellino nero cominciò a trarre i dischi d'argento contando moneta per moneta e facendole cadere sul tavolo, per poi spingerle verso il giovane. "Dieci falci." Concluse.

A quel punto riprese il discorso:" Ho fatto una, se vogliamo chiamarla così, carriera burocratica, ottenendo, certo, qualche gratificazione, al servizio della Cancelleria Tedesca. Con i suoi alti ed i suoi bassi. Poi se c'è una cosa che ho imparato è che i governi sono ingrati di natura. Dopo quarant'anni di servizio, con accuse false montate da un collega, fecero minacce assurde senza alcuna prova! L'unica cosa che riuscirono a fare furono fomentare l'odio verso Faustus e me. " scosse la testa "Ci distrusse, tutto questo. Dopo tutto ciò che avevamo fatto per quel paese. E beh chiaramente ho dovuto dimettermi, sopportate lo scherno. Fu una cosa barbara. Poi persi mio marito in un'attentato causatoci proprio dal clima infame che avevano montato contro di noi; pieno di bugie, di cattiverie. Allora decisi di cambiare aria e mi sono presa una vacanza, avevo lavorato per quarant'anni di fila e meritavo del riposo. Ed ecco che dopo alcune decadi in giro per il mondo sono approdata qui."

Rimase un attimo in silenzio. Pensava al processo che Spiess le aveva imbastito contro. Era stata una vera disdetta, per lui, che i suoi testimoni chiave fossero morti prima di poter arrivare ad una fase decisiva. Come avrebbe processare Faustus von Kraus se era morto? Avrebbe replicato il sinodo del cadavere? Poi di tutto quello nessuno parlò. Il processo, o quella farsa che risultava dalla morte dell'accusato, venne fatto a porte chiuse perché malgrado avessero sradicato, per la maggior parte, l'edera Ekaterina dal muro ministeriale, malgrado, con forza e determinazione, avessero smontato, in un decennio, quasi tutta la rete di radici e tronchi con cui il rampicante si teneva su, l'Arpia di Berlino continuava a tenerli per le palle: se avessero fatto a porte aperte quel processo la Cancelleria non sarebbe sopravvissuta allo scandalo delle iniquità perpetrate per quarant'anni; la crisi avrebbe spazzato via anche le fondamenta di quell'instabile palazzetto.
Quindi fecero a porte chiuse e a Ekaterina fu concesso di uscirne pulita così come ne era entrata, perché secretarono tutte le informazioni e le seppellirono in chissà quale archivio Ministeriale, ovvero a testa alta.


"beh certo la mia lunga vacanza mi ha tenuta lontana dai miei figli e nipoti e non sono cresciuti accorti come avrei voluto, anche per questo sono tornata. Sono sempre stata dell'idea che si debba mantenere sempre un certo comportamento e risparmiarsi le scorrettezze per quando sono veramente necessarie."
disse pratica "Non che io le incentivi, tutt'altro. Ma che senso ha essere scorretti o violenti nel piccolo? La gente vedrà, ricorderà e saprà di che pasta sei fatto dalle azioni piccole; e quando vorrai agire nello stesso modo nel grande non si farà ingannare due volte. Perciò ho sempre insegnato ai miei figli ad essere accorti."

Sorrise, voltandosi a cercare nelle tasche della pelliccia le sigarette e l'accendino. "Lei fuma? Posso offrirgliene una?"
 
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view post Posted on 12/4/2019, 00:09
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Il lassismo dei costumi si sposava bene con quello che Rowena era ma si premunì dal dirlo, lasciando che le espressioni del viso e un sorriso sornione parlassero per lei.
Il discorso poi non tardò a virare su quello che poco prima aveva accennato e il dire di Ekaterina, era un pensiero che Rowena aveva già da lungo tempo sposato. Era quanto mai sicura che quelle bombe denudanti erano state lanciate da qualcuno molto vicino a Camille o che fosse un tiro mancino da parte di quel belloccio di un capo auror per avere la scusa pronta nel palesarsi lì, ergendosi come salvatore della patria e della sua virtù. Avrebbe voluto scambiare due chiacchiere con Rhaegar, ma i tempi non erano ancora sufficientemente maturi.

-Certo, lo so benissimo…-

ammise con franchezza, sporgendosi in avanti e allungando lo sguardo sul garzone che tornato al bancone, si apprestava a tornare con le loro bevande.
Ascoltò poi con interesse quando la sua interlocutrice iniziò a raccontare di se dovendo però attendere, al momento che i loro incendiari venivano posti sul tavolo. Si affrettò a stringere il proprio bicchiere tra le dita della destra, perdendosi per un istante ad osservare il ghiaccio che lento, iniziava a sciogliersi nel whiskey.

-Se insiste…-

fece spallucce, sollevando la mano sinistra, il palmo rivolto verso l’alto. Non aveva la minima intenzione di pagare, pidocchiosa com’era, ma doveva mostrare agli altri che non era così, anche se la cosa, le riusciva particolarmente male. Dato che non trovava la tirchieria qualcosa di cui doversi vergognare o che il prossimo trovava particolarmente disdicevole, non si era mai premunita nel celare questo suo lato del carattere, nonostante mentire fosse oramai prassi di vita comune.

-Grazie mille…e a questo incontro!-

sollevò appena il bicchiere in direzione dell’altra, portandolo poi alle labbra e traendo un sorso ampio ma non troppo. Appoggiandolo nuovamente sul tavolo, tornò ad ascoltare rapita da quella figura austera ed enigmatica.

-Accidenti…-

disse quando parlò della perdita del marito e dell’attentato che l’aveva portato via. Sicuramente da qualche parte negli archivi della gazzetta avrebbe trovato qualcosa a riguardo. Si fece un appunto mentale decisa ad indagare la faccenda, solo per mera curiosità e vedere quanto in alto Ekaterina si era spinta e quali piedi sbagliati aveva pestato.
Un cenno della mano e un diniego con la testa, declinando l’offerta della sigaretta, rilassando la schiena alla sedia e, rotando leggermente il busto, accavallando infine le gambe.

-Che vita avventurosa. Chissà quanti posti avete visitato e quante cose avete visto…-

L’osservava con sguardo trasognante, pensando a lei come possibile anziana e no, non riusciva proprio a vedersi. Amava essere giovane e ovviamente avrebbe fatto il possibile per rimanerci quanto più a lungo possibile e se questo richiedeva il sangue di unicorno, un qualche delitto efferato o diventare succube di un vampiro, era un prezzo che avrebbe pagato ben volentieri, per poter anche servire al meglio l’oscuro signore quanto più lungo possibile.

-Sfortunatamente io mi sono poco allontanata dall’inghilterra, certo i mondiali di Quidditch erano e sono una buona scusa per allontanarmi un po’ da questi luoghi, ma causa lavoro sono sempre stata una persona molto stanziale…-

terminò il suo dire assaporando poi un nuovo sorso dell’incendiario.
 
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L'anziana donna, sentì sciorinare una per una tutte le possibili interiezioni. Non riuscì a capire se la sua interlocutrice fosse annoiata o solo tanto distratta. Distratta da cosa? Le sue orecchie non captavano nessun rumore che fosse fuori luogo, non si diè pensiero e continuò a fissare, senza pudore, la donna che stava seduta davanti a lei. Qualcosa la ricondusse al filo dei pensieri abbandonato qualche tempo prima: Tristan von Kraus. Conosceva le inclinazioni familiari ed era fiera di pensare che parte di esse derivassero dalla propria famiglia. Il suo pedigree era quello di un levriero di razza e certi matrimoni erano fatti come gli accoppiamenti tra cani. Ekaterina non era mai stata una donna dal fiero ideale purosanguista ma era una donna che amava le tradizioni. Da quando la famiglia si era composta, e, secondo alcuni studi portati avanti dal suo bisnonno, si trattava del 912 a.d., il fanatismo purosanguista li aveva spinti alla follia di annegare i figli che presentassero deformazioni e, chiaramente, non potevano essere pochi.
Avvicinò la sigaretta alla bocca e fece scattare il Dupont che brillava, dorato, stretto nelle mani. Il fumo acre si sparse in ogni direzione e fece cappa sul tavolo, come un'ombra imponente e inafferrabile e s'ingigantiva ad ogni boccata della donna.
Le tradizioni le erano state passate quando ancora era in grembo di sua madre, le erano state inculcate dal padre fin quando non giunse in età adulta . Una famiglia antica come la sua era un peso che trasportava da sola e che andava conducendo, anno dopo anno, verso la fine. Se solo i suoi figli o nipoti avessero preso il suo cognome la famiglia sarebbe sopravvissuta ma Faustus si era opposto con ogni forza: "diventerei lo zimbello del mondo magico" aveva detto " se i miei figli prendessero il cognome di mia moglie!" in un impeto di orgoglio maschile, raro nei motti di Faustus, sempre posato e piuttosto gentile seppur determinato. A lei non sembrava gran cosa rinunciare ad imporre il cognome ai figli visto che avrebbe imposto la volontà e l'educazione, si ricredette anni dopo quando capì che essere l'unica a portare quel nome voleva dire l'estinzione di un mondo fatto di feste e di fasti, di tradizioni e realtà che sarebbero svanite con lei. Tristan, come anche Vagnard, sarebbe stato un perfetto erede della sua schiatta, una razza di eroi e di traditori, di violenti e subdoli guerrieri che si davano al migliore offerente, di ladri e briganti che, ripulitisi dal fango delle ingiurie depositato nei secoli, si erano ammantati in un'aura di nobiltà e avevano fatto ingresso nella corte russa sotto Ivan IV. Il suo avo Bogomil II, il Vecchio, era divenuto famoso per aver ucciso il proprio padre ed il fratello maggiore ed aver portato l'intera famiglia in Russia. L'omicidio di familiari era stato un basso continuo nella famiglia Obraztsov, come altre peculiarità che difficilmente passavano inosservate ad attenta analisi o a prolungata frequentazione. E se la giovane che le stava davanti aveva avuto modo di condividere molto con la sua famiglia allora, era certa, si trattava di una donna spericolata, come minimo, se non pericolosa.
Poggiò la sigaretta in bilico sul posacenere, mentre prendeva il bicchiere e rispondeva al brindisi alzando il calice e rivolgendole un sorriso. Senza vergogna, in un sorso, bevve per metà il contenuto del bicchiere poi, ripoggiatolo, prese, con la mano liberatasi, la sigaretta che, nel frattempo, aveva continuato ad emettere un filo di fumo.
Aspirò decisa e assaporò il tabacco. Un pezzo di tabacco, per la mancanza di filtro, sfuggì dalla sigaretta e si appiccicò ai denti. Mentre rifletteva fece scorrere la lingua sulla superficie andando a nettarla dal brandello di foglia evaso dal cilindro di carta.
Avrebbe potuto fidarsi della giovane? si chiese. Avrebbe potuto renderla parte di un meccanismo più vasto? Non consapevolmente, certo, non apertamente. La domanda che si pose, successivamente, fu se Tristan avesse parlato alla giovane di lei, se avesse divulgato qualcosa, qualche particolare sulla sua personalità. Ekaterina aveva in mente, chiaro, lo schema che voleva creare; aveva chiara la lista di figure che le sarebbero servite in futuro per il progetto che aveva ed ora stava vagliando i candidati: questa giovane poteva essere un ottimo candidato per tante ragioni ma, forse, era troppo instabile, come appoggio. Già la protesta contro il ministero l'avrebbe potuta rendere invisa, pur…

<< Non ricordo, Rowena, lei scrive per quale pagina della Gazzetta? Dedurrei o la pagina sportiva o quella politica; e lo dico solo perché mi ha parlato di questi suoi due interessi.>> sorrise lanciando una battuta << diciamo che più che una deduzione è un tirare a indovinare...>>
 
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view post Posted on 15/9/2019, 21:45
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Solitamente non le stavano simpatici gli anziani, li trovava noiosi con i loro racconti sui bei tempi andati, su come i giovani d’oggi avessero dimenticato le buone maniere e su quanto le scope da corsa, corrano troppo veloci per i loro gusti. Si era ripromessa più volte che non sarebbe diventata vecchia, che in un modo o nell’altro la magia l’avrebbe aiutata per rimanere quanto più giovane e vigile possibile, priva di acciacchi e pronta quall’ora Voldemort l’avesse chiamata, ma più passava tempo con Ekaterina, piú si ricredeva. Certo, la donna era quella famosa eccezione che confermava la regola ma in sua compagnia si trovava terribilmente a suo agio, complice forse un atteggiamento nel quale si riconosceva. Il iungo sguardo che le aveva posato addosso, privo di ogni pudore non l’infastidiva anzi, si mise di buona lena per sostenerlo, lasciandosi guardare. Un sorriso appena accennato al suo dire, inclinando il bicchiere che teneva stretto tra le dita e lasciando che il ghiaccio, che si stava beatamente ammalando nel liquido ambrato, tintinnasse contro le pareti di vetro impregnate della bevanda. Ne bevve un sorso, prima di condurre alle orecchi dell’altra la risposta.

-Ottima deduzione. In realtà scrivo principalmente per la rubrica sportiva, il qudidtich nonostante non mi abbia amato quanto l’ho amato io rimane sempre una delle cose più emozionanti. Per la rubrica politica invece collaboro quando quei cuor di leone dei miei colleghi non vogliono metterci la faccia. Dissentire l’operato del ministero non è una cosa da tutti, ma nel mio piccolo, nonostante non mi butterei mai in quell’arena piena di bestie feroci, cerco di cambiare le cose quando non vanno…-

Le piacevano i giochi di potere, ma non avrebbe mai voluto sedere sulla poltrona del primo ministro. Raggiungere una carica importante voleva dire essere al centro dell’attenzione ed essere messi ogni due giorni alla pubblica gogna mediatica, con giornalisti pettegoli capaci di recuperare i più profondi scheletri dell’armadio e lei, ne aveva fin troppi da dover nascondere. Meglio essere quindi dall’altra parte della barricata, gettare fango era qualcosa che le veniva bene.
 
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Ekaterina ObraztsovaRussia87 anniPurosangueNeutrale MalvagiaMinisteriale V Livello« Ah lo sport! Non ho mai avuto una passione per gli sport, in generale, e per il Quidditch, in particolare. » esordì assentendo cortesemente con la testa. « Credo, invece, negli addestramenti fisici. » sorrise guardando la donna con un pizzico di intesa « D'altronde ho sempre pensato che la sopravvivenza sia più importante del gioco di squadra » i suoi figli seguivano un addestramento totalmente diverso dai loro compagni, a Durmstrang: aveva proibito loro di iscriversi ai giochi preferendo, invece, una corsa tutte le mattine prima della lezione, aveva insistito affinché intensificassero le ore di duello durante le vacanze e facendoli rimanere a scuola per lavorare al servizio del Preside nel periodo del Natale. Alle punizioni virtuali, come sospensioni e punti in meno, erano state sostituite quelle corporali che dovevano essere sempre ingiustamente spropositate rispetto alla colpa. Aveva dato anche l'incarico ai professori di spargere in giro la notizia che ogni delazione ai danni dei miei figli sarebbe stata pagata in galeoni. Per spezzare ogni speranza che la scuola fosse un porto sicuro, per distruggere la loro pace e riforgiarli in una forma a lei più congeniale o per distruggerli del tutto. « Certamente ci vuole coraggio per ergersi contro questo sistema, Rowena, e molti non ce l'hanno. » fece con un tono comprensivo, quasi tinto di stima nei confronti della giovane donna « Molti, d'altro canto, non hanno nemmeno i mezzi per farlo: per ergersi contro un sistema servono informazioni, chiaramente, e non tutti riescono ad avere chi le divulghi » un sorriso si tese, ancora, sul volto dell'anziana mentre portava alla bocca la sigaretta inspirando pensierosa.

« Ho sempre trovato fascinoso il potere di un giornale, sa? » continuò riflettendo sul suo passato « Può creare e distruggere figure influenti, appoggiare o sfiduciare politici mantenendo sempre un'aura super partes. » sorrise alla giovane « Tutto così apparentemente semplice, non trova? E difendersi è qualcosa di estremamente complesso: una battaglia quasi impari. Una volta che un buon giornalista ha le armi affilate della ragione, o di ragioni verosimili, nulla può fermarlo o screditarlo, fintanto che si ammanta di imparzialità. Può smentire tutto sostenendo un complotto ai suoi danni, per chiudere la bocca della verità. » gettò la cenere con sdegno dentro il posacenere « Sì è affascinante. E tutto inizia da una piccola notizia, una mezza - se non si riesce a trovarne una intera - verità » continuava a parlare in maniera allusiva ma apparentemente non stava dicendo niente di sconveniente: la sua era una riflessione interamente teorica sul potere dell'informazione « Pochi ne avrebbero il coraggio, e tra quelli un numero ancora più ridotto ne avrebbe la spregiudicatezza: eppure sono i giornali che possono difendere il cittadino quando un governo non conviene, lo hanno sempre fatto. In alcuni casi lo hanno fatto per scopi meno nobili ma più… redditizi. » sorrise sul filo della risata « questi giornalisti! » rise alzando il bicchiere verso la giovane, come in un brindisi goliardico, poi portò il bordo alla bocca e bevve un sorso.

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scusami la risposta stringata e pure in ritardissimo ç_ç cercherò di farmi perdonare
 
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Per la prima volta da quando si era seduta davanti ad Ekaterina, si trovava in disaccordo. Il quidditch non era uno sport fatto prettamente di squadra, su quella scopa dovevi concentrarti, accuire i sensi, migliorare i riflessi e resistere alle più angosciose delle intemperie. Aveva giocato con follate di vento capaci di sradicare rami, con la neve che indolenziva la presa sul manico di scopa, con il sole che abbagliava lo sguardo e con la pioggia, che rallentava e pesava ogni scopa e ogni cavaliere. Pensare che il quidditch non fosse un duro addestramento era quanto mai insensato, almeno agli occhi di Rowena. Cercò quindi di spiegare alla donna il suo punto di vista.

-Ma il quidditch non è un gioco di squadra, certo si lotta per raggiungere un obbiettivo comune, ma ognuno deve guardarsi le proprie spalle. Ho visto le ferite peggiori proprio in partite anche di lega, perché mi creda, inseguire una pallina d’oro, combattere per la pluffa o ricevere una palla di ferro che viaggia a velocità decisamente sostenuta in faccia non è una cosa comune ed essere in grado di rispedirla al mittente, ancora di meno…-

Lei era la “donna con la mazza” tra i serpeverde e anche se non era sempre stata infallibile, aveva dato il suo contributo a riempire l’infermeria negli anni della scuola. Sorrise quindi con fare allusivo, incurante che l’altra avrebbe potuto cogliere o meno il riferimento.
Continuò ad ascoltarla, parlava d’informazioni ma la giornalista, si trovò a scuotere il capo in un cenno di diniego.

-Questo ministero non sta facendo nulla per cercare di nascondere i propri errori, credo che anzi non ci provi nemmeno e ogni sua maldestra azione raggiunge le orecchie della gazzetta quasi subito. Poi ovviamente servono informatori, ma per quel che mi riguarda, lascio i pettegolezzi sulla circonferenza sbagliata degli ultimi calderoni in peltro a qualcun altro. Preferisco occuparmi di cose succulente..-

ghignò prima di sollevare il bicchiere e bere un nuovo ampio sorso, soppesando la riflessione ad alta voce della donna davanti a lei. Era vero, un buon giornalista avrebbe potuto insinuare il tarlo nella popolazione e ribaltare la situazione attuale, ma questo voleva dire che forse lei, non aveva ancora dato abbastanza alla gazzetta. Dopotutto, non le importava per davvero. Scrivere era una sorte di hobby e screditare Camille e i suoi sottoposti, compreso l’addormentato ufficio auror, era una cosa che faceva per il mero piacere. Sapeva che il popolo britannico, almeno per quanto riguardava la comunità magica, era catalettico ma la colpa era dovuta al fatto che il potere di Camille non permetteva a nessun altro di brillare. Si era circondata di persone tremendamente fidate, che svolgevano il loro lavoro da anni e che per mero rispetto e devozione, non osavano controbattere quello che la donna esigeva. Ma forse Ekaterina sarebbe potuto essere un astro promettente. Se il suo passato fosse stato un poco meno torbido, il popolo inglese forse si sarebbe fidato ma a questo ci avrebbe pensato lei. Ma prima, doveva sapere cosa l’anziana donna volesse fare di quell’esistenza che si trovava ad affrontare.
Bevve ancora, sollevando il bicchiere in direzione della donna, sorridendo come risposta alla sua risata goliardica. Si bagnò appena le labbra in quel brindisi, posando la coppa davanti a se e prendendosi ansiosi istanti prima di fare quella fatica domanda. Gli occhi scuri di Rowena ora la guardavano con maggiore interesse, cercando di cogliere ogni guizzo, ogni movimento che avrebbe potuta scomporla. Segnali del corpo in caso di menzogna.

-Mi dica Ekaterina, in caso di elezioni, vi sarebbe la possibilità di una vostra candidatura? Avete il polso rigido, l'esperienza e l’eleganza, sapete parlare e ovviamente comportarvi e credetemi, avreste la gazzetta del profeta totalmente dalla vostra parte…-

non sapeva se la donna fosse stata poi corruttibile, ma il suo modo di interagire fino a quel momento, quel pensare così simile, l’avrebbe fatta propendere per un si. Certo prima sarebbe stato opportuno farla entrare nel ministero, ma era sicura che una donna con un tale passato, aveva conoscenze decisamente migliori delle sue.
 
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view post Posted on 15/11/2019, 13:39
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Ekaterina ObraztsovaRussia87 anniPurosangueNeutrale MalvagiaMinisteriale V Livello Ascoltò con interesse la perorazione della giovane e sorrise con indulgenza. Era evidente che il suo messaggio non era passato con chiarezza.

« Mi perdoni ma, che io sappia, le regole del quidditch non sono molto cambiate negli ultimi trent'anni, o si? » si interruppe un secondo « Mi creda quando dico che il rischio di morte, per una tragica coincidenza, non lo rende uno sport a me appetibile, non sono una donna che ama il senso del brivido portato dall'attesa di una scorrettezza o di una infausta casualità. Gli… incidenti capitano tutti i giorni, tragicamente, e le asperità non sono un nemico così formidabile se si è allenati. » si interruppe di nuovo « Per questo, come le dicevo, i miei figli, e soltanto loro, durante il loro soggiorno a Durmstrang venivano svegliati prima dell'alba e dovevano percorrere il perimetro della scuola correndo scalzi. Temprare il corpo tempra la mente e lo spirito. È, dopotutto, grazie alla severità che si fa la nostra spina dorsale e, certamente, voi scozzesi siete esperti in solide spine dorsali, non è così? Quindi mi capirà quando dico che ci vuole altro per spronare i giovani. » sorrise vagamente ammiccante
« No, continuo a pensare che sia una sfida che lascia troppo alla fortuna. Trovo così animalesco il concetto di buttare qualcosa dentro un cerchio eliminando a spallate chiunque si frapponga. Per amor del cielo, siamo un paese di persone civili o di rozzi selvaggi? Poi è troppo tenera, a mio parere, adatta a praticarsi in età infantile ma più avanti si dovrebbe passare a cose più… educative. Trovo che sarebbe più adatto sostituirle con ore di duello: sì la sfida diretta senza esclusione di colpi tra un mago e l'altro è sicuramente un metodo più adatto a imporre la disciplina e costruire la mente dei cittadini di domani.» scosse la testa affermativamente « Sì, è molto più formativo. C'è un obbiettivo chiaro: sopravvivere e trionfare. Ed in più preparerebbe gli studenti alla vita vera, al mondo che non è fatto di squadre, avversari, bene e male. Ma solo di sé stessi e di una lotta costante per la sopravvivenza. »
IL sorriso di intesa campeggiava sul volto di Ekaterina, le piaceva che la giovane stesse seguendo un ragionamento pari al suo, se fosse stata intelligente avrebbe potuto ottenere molto dall'anziana donna. Ciò che le serviva era lì a portata di mano, ma doveva essere umile, attenta. Aveva già fallito in passato e non poteva permettersi altri errori.

« Chi, io? » questa volta si schernì con una risata « Oh no, no, no… io sono una mera grigia burocrate, sono la donna che studia… che conta. » usò la doppiezza semantica come gioco di parole. « Io sono un cane da pastore: mordo i garretti, abbaio, raduno le pecorelle smarrite quando serve… tengo a mente gli ordini del pastore e contengo i vizi del gregge, nulla di più. » finì di schernirsi e facendo una smorfia disse, come a malincuore, quasi costretta ad ammetterlo « E poi ci sarebbero così tanti pretendenti ben più giovani, ben più competenti, ben più degni di quanto lo sia io. Una parte di me potrebbe accettare, se l'opinione pubblica mi chiedesse ardentemente, ma un'altra, forse più assennata sa bene che questo sarebbe molto scorretto: tanto lei, che mi lusinga con queste sue proposte, quanto me, che ne sono tentata, sappiamo che tra tutti i pretendenti poche sono le mie possibilità e che oltre alle qualità che lei, così gentilmente, mi attribuisce io non ne annovero tali e tante da rendermi all'altezza dell'attuale Ministro o, addirittura, suo degno successore. » Qui, citando Riccardo III, fece: « Inoltre stiamo… " mettendo il carro davanti ai buoi, Clarence ancora respira; Edoardo ancora vive e regna" » "quando saranno … partiti, allora sarà il tempo di contare i miei guadagni." finì la citazione con la mente, citazione con la quale Riccardo emanava, nella suo monologo, la sentenza di morte per il proprio fratello Giorgio, Duca di Clarence, e la sperava nel segreto anelito della dipartita del Re Edoardo, fratello primogenito. Fece come insegnava Lord Buckingham: Non si sarebbe lasciata vincere troppo facilmente dalle sue esortazioni; avrebbe recitato la parte della verginella e, mentre rispondeva di no, avrebbe accettato.
« Gli attacchi, se così vogliamo chiamarli, ci sono stati contro il Ministero, che gode, ripeto per amore della cronaca, della mia più ardente lealtà, ma » disse con un'ombra appena percepibile di delusione « per grazia di Dio, non sono stati ben orchestrati: sono stati velleitari, morbidi ed infantili: il Ministero è ancora solido, » ripeté « Clarence ancora respira; Edoardo ancora vive e regna » estrasse un'ulteriore sigaretta e l'accese facendo scattare, un po' teatralmente, l'accendino d'oro.

« Lei mi ha tributati tanti onori, mi lasci contraccambiare: lei è giovane e dotata di un'intelligenza particolarmente brillante, tuttavia, se avesse bisogno di qualche consiglio, da chi ha quel poco di esperienza che a lei manca, sul funzionamento più » si fermò per sottolineare la parola successiva « intimo » detto ciò cercò un segno di intesa e poi riprese « dei sistemi governativi, lei non deve esitare a contattarmi, a chiedermi, a propormi teorie perché io non mi sottrarrò certo dal presentarle una mia visione dei fatti. Non amo complottare, spero per questo non mi giudicherà troppo severamente, ma, tuttavia, esprimere pareri su questioni di natura politica è tutta un'altra questione, è una sorta di servizio alla comunità. Molti lettori sono digiuni di queste tematiche e poco avvezzi ad avere uno sguardo sul reale andamento delle cose e poi…finché non si viene espressamente citati sui giornali… non c'è niente di male, non è così? » colse la sigaretta e aspirò. Non sapeva se la giovane stesse scherzando, ad offrire a lei una possibilità così, o se fosse seria. Era, forse, la possibilità che aspettava da una vita e non l'avrebbe rifiutata. Avrebbe però dovuto fare le cose nella maniera giusta. Usare il giornale per destabilizzare sempre maggiormente la governance, mentre risolveva le sue "questioni dinastiche" le trame della sua tela non potevano venire allo scoperto dopo trent'anni di lavoro. Avrebbe avuto premura di concludere, poi, con il Profeta dalla sua non avrebbe avuto paura di opposizioni. Comunque se tutto si fosse avverato le minacce alla sua sicurezza sarebbero passate come minacce alla sicurezza dello Stato e dunque sarebbero state gestite come tali. L'offerta che le veniva fatta era il coronamento di un sogno, l'anelito che la sua infinita fame di potere bramava. Ma che prezzo avrebbe avuto? Cosa voleva per sé la giovane? Quanto era vicina a suo nipote? Ma soprattutto: quanto non lo era? Ogni cosa ha un prezzo e l'offerta così aperta faceva pensare ad una necessità e ad un pensiero più lontani ed articolati di quanto lei stessa potesse vedere. Insomma, era sicura che si sarebbero sfruttate a vicenda ma chi poteva sapere cosa volesse la giovane? Avrebbe cercato di scoprirlo pian piano, avesse lei voluto continuare le loro conversazioni, che Ekaterina vendeva come "pareri", con l'unico fine di far trapelare le informazioni necessarie a far cadere definitivamente questo governo. Era inutile parlare della sua candidatura quando Von Heinrich ancora respirava e Camille ancora viveva e regnava: questo era il tempo della semina della zizzania; questo era il tempo dei passi felpati, delle fughe di notizie, della tenebra che copre il barluginio sinistro della lama d'un assassino.
" Notte desiata provvida veli la man colpevole che ferirà ". Pensò.

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