La reception del San Mungo era un continuo via vai. A volte alla persona dietro il bancone bastava uno sguardo per indirizzare il paziente al corretto reparto. Un’abilità sviluppata in anni di pratica e che tornava parecchio utile quando il paziente non era in grado di indicare le ragioni delle propria visita.
Altre volte, per fortuna, il malato o un qualche accompagnatore era abbastanza pronto da evitare al receptionist di mettere in atto un’altra diagnosi sul momento.
La persona davanti a lui, comunque, non sembrava un malato. Non si poteva mai dire, certe malattie magiche erano meno visibili di altre, eppure gli pareva tutto sommato in salute.
Oh, un colloquio? Si certo, un momento. Secondo piano, l’ultima porta in fondo al corridoio.
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Fare il medimago non era una professione da prendere alla leggera. Serviva quel qualcosa in più, una vocazione, quanto bastava a intraprendere una carriera dove le situazioni spiacevoli rischiavano di essere ben numerose. Molte malattie e incidenti, magici o non, potevano essere sistemati con un colpo di bacchetta o la pozione adeguata, ma c'erano anche i casi dove gli sforzi si sarebbero rivelati insufficienti o proprio inutili.
Madama Lyr era nata col dono innato della Guarigione e per lei diventare Medimago era stato un percorso naturale, a partire dagli anni a fare da aiuto-infermeria ad Hogwarts fino al praticantato al San Mungo e poi a scalare i vertici dell'ospedale. Al momento dirigeva il reparto di malattie batteriologiche magiche al secondo piano, con un intero team di medimaghi alle sue direttive, e non c'era giorno che fosse noioso o che le permettesse di adagiarsi sugli allori di un presunto "sapere già tutto."
Sollevò le braccia sopra la testa nel proprio ufficio e schiena e spalle scrocchiarono piacevolmente. Pur non essendo più nel fiore degli anni, cercava di fare del suo meglio per tenersi in forma. E correre da una stanza all'altra sul piano, quando non addirittura per tutto il San Mungo, era di sicuro un ottimo esercizio.
Sul tavolo, aperto alla prima pagina, stava il fascicolo di un mago. Aveva ottenuto un colloquio da medimago e intervistarlo sarebbe stato compito di Madama Lyr per l'ora successiva. La porta dell'ufficio, comunque, era aperta. In questo modo poteva sempre controllare il via-vai di medimaghi e, in caso di emergenze, avrebbero potuto avvertirla immediatamente. Bussare era un lusso che non apparteneva al San Mungo. O, almeno, questo era quello che credeva Madama Lyr.
Arrivato l'orario del colloquio, avrebbe fatto accomodare il candidato nell'unica sedia libera davanti alla sua scrivania, vuota fatta eccezione per una pila di moduli e un libro "Malattia Borbottante - batterie o cause psicomatiche?"
OT. Benvenuto al colloquio. Ho considerato che ti saresti mosso chiedendo dove andare per il colloquio per saltare un turno poco proficuo